Niccolò Paganini e Piacere: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
Il piacere dal Medioevo al Rinascimento: risolta disambigua a 'Scolastica'
 
Riga 1:
{{nota disambigua|le opere letterarie e cinematografiche intitolate "Il piacere"|Il piacere}}
{{musica}}
Il '''piacere''' è un [[sentimento]] o una [[esperienza]] che corrisponde alla [[percezione]] di una condizione positiva, fisica ovvero biologica oppure [[psicologia|psicologica]], proveniente dall'organismo. È considerata un'esperienza di contenuto opposto al [[dolore]]. Con il [[masochismo]] i due sentimenti contrastanti vengono associati tramite la ricerca del piacere attraverso il dolore che può essere psicologico (umiliazione) oppure fisico. <ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
{| border="0" align="right" cellpadding="3" cellspacing="15"
! align="center" valign="top" bordercolor="#666666" bgcolor="#EEEEEE" scope="col" |
[[Image:NiccoloPaganini.jpg|175px|Niccolò Paganini]]<br><font face="Verdana, Arial" size="1" color="blue">Niccolò Paganini</font>
|}
'''Niccolò Paganini''' ([[Genova]] [[27 ottobre]] [[1782]] - [[Nizza]] [[27 maggio]] [[1840]]) fu un [[violinista]] e [[compositore]]. Continuatore della scuola italiana di [[Pietro Antonio Locatelli]] e di [[Gaetano Pugnani]], è considerato uno fra i maggiori violinisti dell'[[XIX secolo|Ottocento]], sia per la padronanza dello strumento, sia per le innovazioni apportate in particolare allo ''staccato'' e al ''pizzicato''.
 
È un concetto presente universalmente nella [[filosofia]], nella [[psicologia]] e nella [[psichiatria]]. Nel corso della storia i filosofi ne hanno formulato definizioni e concezioni molto diverse.
La sua attività di compositore fu legata a quella di esecutore, in quanto trovava innaturale eseguire musiche sulle quali non aveva un completo controllo. Per il suo talento di violinista, fu chiamato ''il violino del Diavolo''.
 
== Il piacere nella filosofia nell'età classica==
Ebbe vita movimentata e sregolata nella quale, oltre ai 600 concerti che tenne con grande successo in tutta [[Europa]], ebbero molto peso anche le sue avventure amorose e la sua passione per il gioco d'azzardo. <br />
Il piacere è stato un oggetto di studio primario nella [[filosofia antica]]. Si possono schematizzare le tre grandi correnti di pensiero nel dibattito filosofico, in epoca classica, proprio in rapporto alle diverse conclusioni che in ambito morale avevano rispetto al piacere. Cioè al valore che queste attribuivano al piacere in rapporto al significato e scopo della vita umana. Le tre scuole di pensiero sul piacere - che occupano il dibattito sul senso della vita in epoca precristiana - sono l'[[Epicureismo]], lo [[Stoicismo]] e la Scuola [[Cinici|Cinica]]. Vi sono forti punti di contatto e sovrapposizioni anche tra queste visioni diverse. A queste si può aggiunge la visione [[Platonismo|platonica]] (o socratico- platonica) che pone l'accento sulla conoscenza e sulla costruzione di una idea di piacere astratta e intellettuale. In linea di massima, lo Stoicismo prescrive un atteggiamento di vita improntato al disinteresse nei confronti del piacere e del dolore, sottolineando una loro irrilevanza per il benessere dell'individuo, o comunque il loro non essere dotati di valore in sé. L'epicureismo è invece la corrente che in vari gradi e forme considera il piacere come uno scopo dell'esistenza umana e dotato di valore in sé. Il cinismo pone in maggiore evidenza il legame consequenziale tra piacere e dolore, la loro origine mentale e il loro legame con l'eccessivo interesse umano per le realtà puramente materiali.
I suoi capolavori sono i pezzi per solo violino, ed in particolare i 24 ''Capricci'' ([[1817]]), anche se compose numerosi brani per [[chitarra]].
 
=== Intellettualismo etico ===
== Biografia ==
[[Socrate]] che sosteneva che, dal punto di vista morale, unica [[causa (filosofia)|causa]] possibile del [[male]] fosse l'[[ignoranza]] del [[bene (filosofia)|bene]] «''So invece che commettere [[ingiustizia]] e disobbedire a chi è migliore di noi, dio o uomo, è cosa brutta e cattiva. Perciò davanti ai mali che so essere mali non temerò e non fuggirò mai quelli che non so se siano anche beni.''»<ref>{{cita libro | autore= [[Platone]] | titolo = [[Apologia di Socrate]] | curatore = [[Giuseppe Cambiano]] | opera = [[Dialoghi platonici|Dialoghi filosofici di Platone]] | editore = U.T.E.T. | città = Torino | anno = 1970 | pp = 66-68}}</ref>: una volta conosciuto il bene, non è possibile astenersi dall'agire moralmente realizzando il bene, che è "piacevole" in quanto genera la ''[[Eudemonismo|eudemonia]]'', la [[serenità]] dell'animo. Il [[male]], dunque, lo si attua perché, per [[ignoranza]], lo si scambia con il bene, che, tuttavia, non può essere stabilito [[a priori]] una volta per tutte, ma deve essere oggetto di una ininterrotta ricerca, da effettuare confrontandosi con gli altri tramite il [[dialogo socratico|dialogo]].
===Debutto===
Nato a Genova da una famiglia originaria di [[Carro (SP)|Carro]] ([[provincia di La Spezia|SP]]), il padre Antonio, faceva imballaggi al porto ed era appassionato di musica. Con la madre Teresa, abitavano in Vico Fosse del Colle, al Passo della Gatta Mora, un ‘’carugio’’ nel centro della Genova povera. A 4 anni il piccolo Nicolò si ammalò di morbillo, cadendo in catalessi tanto che credendolo morto, lo avevano già deposto nella bara ma la madre si accorse di un impercettibile respiro che gli salvò la vita. Oggi si pensa che abbia sofferto di una grave forma di encefalite morbillosa, alla quale più che collegare certi tratti del carattere di Niccolò come la stranezza, il comportamento asociale, la rigidità mimica del volto, la bizzarria, l'esuberanza, l'eccentricità, che sono più che altro, segni di un carattere depressivo con punte maniacali, la complicanza encefalitica di un banale morbillo, indica una carenza di difese immunitarie, forse dovute alla denutrizione, che lo accompagna per tutta la vita, lo fa ammalare facilmente, lo conduce a morte.<br>
 
Per [[Socrate]] dunque, il piacere si identifica con la [[virtù]]. Presupposto di essa è la conoscenza del ''bene'', che quindi è necessaria al piacere.
Fin dalla più giovane età, Niccolò apprese dal padre a furia di botte e costrizioni, le prime nozioni di musica sul mandolino e in seguito fu indirizzato dal padre allo studio del violino, non a torto il Paganini è considerato autodidatta, in quanto i suoi due maestri furono di scarso valore e non ricevette che una trentina di lezioni di composizione da Gaspare Ghiretti. Malgrado ciò, all’età di 12 anni, già si faceva ascoltare nelle Chiese di Genova e diede un concerto nel [[1795]] al teatro di San Agostino, eseguendo delle sue variazioni sull’aria piemontese "''La Carmagnola"'', per chitarra e violino, andate perdute, finché il padre lo condusse a Parma nel [[1796]], all’età di 14 anni. A Parma, Niccolò si ammalò di polmonite che venne curata col salasso, che lo indeboliva e lo costrinse ad un periodo di riposo nella casa paterna di val Polcevera vicino a Sampierdarena. Qui arriva a studiare fino a 10-12 ore al giorno su un violino costruito dal Guarneri, regalato da un ammiratore di Parma. Dopo diede dei concerti nell’Italia Settentrionale e in Toscana. Raggiunta una portentosa abilità, andò di nuovo in Toscana, ove ottenne le più clamorose accoglienze.<br>
Nel 1801, all’età di 19 anni, interruppe la propria attività di concertista, forse per amore di una ricca signora e si dedicò all’agricoltura e allo studio della chitarra.<br>
In breve tempo diventò virtuoso anche di chitarra e scrisse molte sonate, variazioni, e concerti non pubblicati; insoddisfatto si mise a scrivere sonate per violino e chitarra, trii, quartetti in unione agli strumenti ad arco.<br>
Paganini scriveva per chitarra a sei corde che in quel periodo soppiantò quella "spagnola" a nove corde (quattro doppie e una singola nella parte alta detta [[cantino]]) e questo spiega il suo estro negli scoppiettanti pizzicati sul violino.<br>
Alla fine del 1804, all’età di 22 anni, riapparve a Genova ma tornò a Lucca, l’anno successivo, dove accettò il posto di primo violino solista alla corte della principessa Elisa (detta Marianna) Baciocchi, sorella di Napoleone. Quando la corte si trasferì a Firenze nel 1809 Paganini la seguì ma per un banale incidente se ne allontanò e non volle più tornarvi, malgrado i numerosi inviti. A Torino è la volta di un'altra parente di Napoleone, Paolina Borghese che nel castello di Stupinigi, quando lo sente suonare, se lo porta in un paesino delle Alpi dove consumano il loro ardente e fugace amoretto. Poi Lauretta, Tadea Pratolongo, Marina Banti, Caterina Banchieri. Seguono avventure con ragazze di taverna, con perdite notevoli al gioco, probabilmente, dato le compagnie che frequentava, contro bari di professione e con disavventure giudiziarie. In questo periodo contrae verosimilmente la malattia luetica. Ciò che contribuisce a rendere la sua figura enigmatica, alle quale i posteri poi, cercando di riabilitarlo, diedero un’impronta romantica.<br> Ad una visione psicologica moderna, i suoi alti e bassi d’umore, la sua avarizia ripugnante alternata a momenti di estrema generosità e filantropia, la sua ingenua sincerità alternata a furbeschi calcoli interessati, o il carattere a volte giudicato simpatico, altre isterico, i giorni di studio esasperato e snervante, seguiti da giorni di ozio più profondo, non sono altro che la conferma di un’alterazione dell’umore in senso depressivo, con punte maniacali.<br>
Il genio di Paganini, riesce a trasformare anche la malattia più insana come questa, in musica, eccezionale musica per violino, nella quale la malattia perde la sua capacità distruttiva e viene sublimata, in quello che si sente suonare al violino e che lascia stupefatti, attoniti. Questa è la spiegazione scientifica di quello che i contemporanei pensavano che ci fosse in lui qualcosa di demoniaco. Vorrei far notare che le osservazioni popolari sul carattere demoniaco delle persone, fanno sempre riferimento, a malattie di carattere psichiatrico.<br>
Il genio, usa la propria malattia psichiatrica inconsapevolmente, per compiere opere d’arte, trasforma i sintomi in sublimazioni artistiche. Salvo poi, non riuscire a controllarsi nella vita pratica soffrendo, folleggiando e creando sgomento o disagio.<br>
 
Il principio sarà assunto integralmente da [[Platone]], il cui concetto di Bene è integrato da un atteggiamento di fede religiosa e coincide con Dio. Platone considera il piacere in senso esclusivamente morale, ovvero è interessato a una qualità astratta del piacere. Egli scrive in che ve ne sono di tre tipi, il più alto è quello legato alla spiritualità, il secondo al conseguimento degli onori, il terzo alla ricchezza.<ref>Platone, ''Repubblica'', IX, 582 a -583 e</ref>. I piaceri del corpo sono quindi (teoricamente) del tutto banditi dall'orizzonte platonico. I piaceri più alti sono legati alla parte divina dell'anima umana (come parte dell' ''Anima del Mondo'') che aspira al Bene assoluto come Bello-Buono <ref>Platone, ''Repubblica'', VI, 508 e - 509 b</ref>.
===Riconoscimento ufficiale===
Nella sua vita, Paganini percorse l’Italia tre volte, facendosi applaudire in numerose città. La prima di queste città fu Milano, dove era particolarmente amato, nel 1813, a 31 anni, il 29 Ottobre, al teatro Carcano, i critici lo acclamarono primo violinista al mondo. Qui nel giro di diversi anni diede 37 concerti, in parte alla Scala e in parte al Carcano.<br>
Nel Marzo 1816 trionfò nella sfida lanciatagli da Ch. Lafont e due anni dopo ripetè il trionfo in confronto con C. Lipinski. Strinse amicizia con [[Rossini]] e con Spohr.
Nel 1817, a 35 anni suonò a Roma, suscitando una tale impressione che il [[Metternich]] lo invitò a Vienna. Ma fin da allora, le precarie condizioni di salute, gli impedirono di realizzare subito quel progetto.<br>
Invece andò al Sud, a Palermo, dove nel [[1825]], vide la luce Achille, il figlio avuto con una cantante del coro, Antonia Bianchi. Paganini volle così bene a questo figlio illegittimo che per averlo dovette acquistarlo per 2000 scudi dalla madre e poi farselo riconoscere, manipolando le sue conoscenze altolocate.<br>
Nel [[1828]] finalmente andò a Vienna, dove le lodi ai suoi concerti furono unanimi. L’Imperatore [[Francesco I]] lo nominò suo virtuoso di camera.<br>
Dopo aver dato 20 concerti a Vienna, si recò a [[Praga]] dove sorsero aspre discussioni sul suo valore.<br>
 
===Cirenaici===
Compose anche dal [[1817]] al [[1830]] sei concerti per violino ed orchestra (famosissimo il finale del secondo detto ''La Campanella''); ritornato a Genova nel [[1832]] iniziò la compostizione dei famosi Capricci per violino e nel [[1834]], una sonata per la grande viola variazioni su temi di [[Franz Süssmayr|Süssmayr]] e [[Gioachino Rossini|Rossini]], serenate, notturni, tarantelle.
Per i filosofi [[Cirenaici]] la prospettiva era diversa da quelle considerate e assai più radicale, perché il concetto di ''piacere'' viene ricondotto sempre direttamente alla corporeità in senso dinamico, come ricerca e percorso verso il piacere. Per essi, quindi, il piacere fisico è il [[bene (filosofia)|Bene]]. [[Diogene Laerzio]] evidenzia il piacere nell'opinione dei Cirenaici definendolo "movimento calmo" nel senso di "dolce", mentre il dolore gli si contrappone come "movimento aspro" e tormentoso <ref>Diogene Laerzio, ''Vite dei filosofi'', II, 86-87</ref>. [[Aristippo]] (435 - 366 a.C.) era un personaggio molto disinvolto e anticonvenzionale che «''Godeva il piacere dei beni presenti, ma rinunziava ad affaticarsi per il godimento di beni non presenti''» <ref>, Vite dei filosofi'', II, 66</ref>. Una concezione questa del piacere che si troverà compiutamente la sua espressione più tardi, in opere letterarie romane, specialmente in [[Orazio]] con il suo celebre ''[[carpe diem]]'' <ref>Orazio, ''Odi'' 1, 11, 8</ref>, traducibile in "cogli il giorno" <ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/carpe-diem/ Carpe diem sull'enciclopedia Treccani].</ref> e spesso liberamente tradotta in "cogli l'attimo".<ref>[http://www.brocardi.it/C/carpe-diem-quam-minimum-credula-postero.html Carpe diem su Brocardi.it].</ref><ref>[http://online.scuola.zanichelli.it/perutelliletteratura/files/2010/04/traduzioni_orazio_t8.pdf Odi I,11 su Zanichelli.it].</ref> Viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "''quam minimum credula postero''" ("confidando il meno possibile nel domani"). È un invito <ref>nell'ode rivolto a Leuconoe.</ref> a godere ogni giorno dei beni offerti dalla vita, dato che il futuro non è prevedibile, da intendersi non come invito alla ricerca del piacere, ma ad apprezzare ciò che si ha. Si tratta di una delle filosofie di vita più diffuse nella cultura popolare e non ma anche di una delle più fraintese nel senso di godere la vita senza alcuna remora e indugio morale.
 
===Aristotele===
Il [[1834]] segna l’inizio dei sintomi più eclatanti di una malattia polmonare all’epoca non diagnosticata, segnata da accessi di tosse incoercibile, che duravano anche un’ora, che gli impedivano di dare concerti, che lo spossavano in maniera debilitante, per la quale furono interpellati almeno venti fra i medici più famosi d’Europa ma che nessuno riuscì a curare minimamente. Il Dottor Sito Borda pensionato dell’Ateneo di Pavia, finalmente pose la diagnosi di tubercolosi ma pretendeva di curarlo con latte d’asina. E solo in seguito propose medicamenti mercuriali e sedativi della tosse dell’epoca, con poco risultato e grossi effetti collaterali. Questa diagnosi ad un esame posteriore moderno, risulta errata, perché il figlio Achille non si ammalò mai di tubercolosi, malgrado lo stretto contatto con la tosse del padre; i disturbi alla gola si presentarono molto tempo prima che insorgesse la laringite vera e propria; la necrosi dell’osso mascellare, depone più verosimilmente per una gomma luetica che non per una tubercolosi. Comunque la reazione di Paganini alla malattia fu molto dignitosa e composta, malgrado non avesse una gran opinione dei medici dopo che non erano riusciti a curarlo, si rivolgeva sempre con fiducia a qualcun altro, sperando di trovare un medico che potesse aiutarlo. Malgrado la difficoltà in cui si trovava, non si abbandonò mai alla disperazione e bisogna riconoscere che in questi estremi frangenti dimostrò una gran forza d’animo. Perciò, le manifestazioni maniaco depressive della giovinezza, sembrano essere dovute più alle nottate insonni di quei tempi, che ad una malattia psichiatrica endogena. Avendo verosimilmente una gomma luetica laringea, dagli sforzi della tosse non poteva più parlare e diventò completamente afono. Gli faceva da interprete il figlioletto Achille di 15 anni, che si era abituato a leggergli le parole sulle labbra e quando anche questo non fu più possibile, si mise a scrivere bigliettini che sono rimasti, che sono stati sottoposti ad esame grafologico. Dobbiamo notare la commovente devozione del figlio Achille, in un’età, quella della pubertà, di ribellione, e invece il rapporto fra Niccolò e Achille è buono, è evidente che Paganini si fa ben volere, ossia che non mette in famiglia i suoi umori stravaganti, tanto che Achille diventato adulto, cercherà di dare continuità all’opera del padre, continuando a riordinare e a pubblicare le opere del padre e la venerazione che aveva si vede al punto che perfino i nipoti, che non avevano conosciuto il nonno Niccolò, capiscono e riconoscono l’importanza del nonno, ossia Achille riesce a tramandare il lavoro del padre, al punto che i suoi figli, quando muore, venuti in possesso dell’intera opera paganiniana, decideranno di regalarla allo Stato, e solo dopo un rifiuto, metteranno l’opera all’asta.
[[Aristotele]] nella sua ''Etica Nicomachea'' si preoccupa di distinguere il ''bene conseguibile col piacere'' dal ''sommo bene'' (divino) che si ottiene solo con la meditazione e la virtù di una condotta corretta. Per Aristotele il piacere è «''l'atto di un abito conforme a natura''», cioè è qualcosa che caratterizza un'attività che abbia portato a compimento le potenzialità che conteneva, il soggetto così può sperimentare una realtà piacevole tenendo presente che ogni attività genera un piacere proprio. <ref>Aristotele, ''Eth.Nich.'', VII, 12, 1153 a - b, 14, 1154 b; 1174b-1175a</ref>. Se vi sono attività cattive anche i piaceri saranno cattivi, ma «''il sommo bene può essere un piacere, anche se la maggior parte dei piaceri possono trovarsi ad essere assolutamente cattivi''» <ref>Aristotele,, ''Eth.Nich.'' 13, 1153 b, 14-15</ref>. Distingue nettamente cioè il piacere dal bene, e ammette - diversamente da Socrate - che il piacere può essere considerato anche come concetto a sé stante, non-etico o non-morale. I piaceri inoltre fanno riferimento alla sfera dell'''utile''.
 
I piaceri del corpo sono quindi utili, ma devono essere "moderati" da un virtuosa temperanza, sia per ragioni di morale che di utilità poiché «''chi è vizioso lo è perché ricerca l'eccesso''» <ref>Arist. ''Eth.Nic.'', 1154 a, 16-17</ref>. L'eccesso nella ricerca dell'utile o del piacere, cioè, porta al suo opposto. Da notare la differenza tra questa idea e quella degli stoici o dei platonici secondo cui anche una piccola ricerca del piacere terreno porta come conseguenza una quota di dolore o un danno da evitare. La natura umana secondo Aristotele dovrebbe conformarsi al concetto di Sommo Bene, aspirare cioè al bene superiore ad altri, il che fa riferimento al divino e lo implica. Infatti (riprendendo il concetto di piacere come "movimento" dei Cirenaici, ma in senso critico) egli scrive ancora:
Le sue composizioni erano funzionali alla sua attività di concertista virtuoso (il suo uso dell'orchestra viene giudicato corretto e senza sorprese), il suo stile originale e la ricchezza delle sue sonorità influenzarono molti musicisti, fino ai giorni nostri.<br>
{{quote|Perciò dio gode di un piacere sempre unico e semplice; infatti non v’è soltanto l’attività del movimento, ma v’è anche l’attività dell’assenza del movimento, e il piacere si trova più nella quiete che nel movimento. E poi, come dice il poeta, se il mutamento è la cosa più piacevole di tutte, ciò è per una certa perversità della nostra natura: infatti come un uomo facilmente mutevole è il perverso, così tale è anche la natura che ha bisogno di mutamento: essa infatti non è semplice, né conveniente. <ref>Aristotele, Etica Nicomachea,VII, 1154b, 25-31</ref>}}
I concerti per violino e orchestra presentano quella genialità di cui si parlava, che in Romania ma non solo in quel paese, fu scambiato per un eccessivo virtuosismo, un esibizionismo esagerato, le serie di accordi, di difficile impostazione, i trilli, i salti di registro, dal più basso al più eccessivamente acuto, sono dovuti anche al fatto che Paganini, per questioni economiche, voleva essere l’unico in grado di suonare la musica che scriveva, in modo da non dividere con nessuno, quello che sapeva fare.<br>Il risvolto positivo, di quest’impostazione egoistica, era che volendo mantenere il segreto, consegnava la partitura al direttore d’orchestra, qualche ora prima e quindi doveva scrivere un’orchestrazione armonica e facile da interpretare, da potersi leggere quasi a prima vista. Poi, negli assolo di violino esaltava il concerto e nasceva un capolavoro, facile e armonico per l’orchestra e estroso e difficilissimo da copiare per il solista. Come esempio di questo tipo di musica il Primo e il Secondo concerto, quest’ultimo che contiene un capolavoro insuperato, detto la Campanella. Trascritto per pianoforte da [[List]], che omaggio!<br>
 
====Il dibattito sul piacere nell'Accademia platonica====
I 24 Capricci di Paganini sono la somma dell’arte, il condensato della sua eccelsa bravura, una scuola di tecnica violinistica che forse il Maestro voleva usare come base, per fondare un insegnamento quando si accorse che non potendo più suonare, non aveva più reddito e pensando alla morte, forse pensava di lasciare finalmente i suoi segreti a degli allievi promettenti. Qui si trovano codificate tutte le sue acquisizioni da funambolo del violino ma sono talmente eccelse che ascoltandole, una persona che non conosce il violino, non si rende conto delle posizioni che le mani devono assumere per fare certi suoni e tutto scorre via tranquillo e liscio, dando un impressione sonora gradevole e una musicalità orecchiabile anche ad un profano.
Conosciamo in base alla testimonianza di Aristotele il contrasto all'interno dell'[[Accademia]] (387 a.C.) tra i filosofi [[Speusippo]] e [[Eudosso]], quest'ultimo a noi noto soprattutto come astronomo, riguardo all'argomento del piacere. Mentre Speusippo negava che per il saggio la ricerca del piacere potesse rappresentare un fine accettabile dell'agire, Eudosso osservava che il piacere è naturalmente ambito da tutti gli animali. È molto probabile che la discussione, che riprendeva il tema del piacere presente nelle etiche aristoteliche a proposito dei tre tipi di vita (di cui una è appunto quella dedita al piacere), riportasse l’opinione del giovane Aristotele in seno a questo dibattito, al quale partecipava anche Platone <ref>Roberto Rossi, ''Aristotele: l'arte di vivere: fondamenti e pratica dell'etica aristotelica come via alla felicità'', p.543, FrancoAngeli, 2018</ref>.
 
=== Epicuro ===
L'elenco dei compositori che ripresero suoi temi è molto ampio (oltre 150) tra i principali comprende: [[Franz Liszt]], [[Robert Schumann]], [[Frédéric Chopin]], [[Johannes Brahms]], [[Sergei Rachmaninov]], [[Witold Lutoslawski]], [[George Rochberg]], [[Andrew Lloyd Webber]], [[Darius Milhaud]], [[Alfredo Casella]], [[Luigi Dallapiccola]], [[Marcello Abbado]] e [[Franz Lehár]].<br>
{{Vedi anche|Epicuro#Il piacere}}
Quest'ultimo compose l'[[operetta]]: "Paganini" in cui si narrano le avventure avute presso la corte di [[Lucca]] con la moglie di [[Felice Baciocchi]]; [[Elisa Bonaparte]] sorella di [[Napoleone]].
Con [[Epicuro]] (342a.C.-270a.C.) tema specifico del piacere posto dai Cirenaici subisce un mutamento rilevante. Se per questi esso veniva posto come obiettivo dinamico, nel senso della ricerca e del conseguimento del piacere stesso (potremmo dire un "andare" verso di esso) per Epicuro il piacere è ''aponìa'', assenza di dolore. Va ricordato che l'''autosufficienza'', un tema caro ad Aristippo nel senso del saper vivere senza il bisogno degli altri, viene ripreso da Epicuro piuttosto nel senso di non dipendere dai ''desideri'' e di eliminarli per quanto possibile. Sapersi accontentare di ciò che si ha e non desiderare il superfluo è uno dei principi fondanti dell'etica epicurea. L'eliminazione del desiderio è un obiettivo primario che si accompagna alla frugalità: «''Un grande bene è l'autosufficienza, non perché basti il poco, ma perché quando non si ha il molto è opportuno accontentarsi del poco... I cibi poveri danno lo stesso piacere di quelli ricchi quando si sia eliminata la sofferenza che deriva dal bisogno [del di più]''.» <ref>Epicuro, ''Epistola a Meneceo'' [130]</ref>
Per Epicuro un altro mezzo assai efficace per conseguire l'''aponìa'' è costituito dal tenersi lontani dalla vita pubblica, soprattutto dalla politica, e inoltre dall'eliminazione nel proprio vivere quotidiano di tutte le possibili cause di turbamento inutile. La socialità non è affatto negata, ma si concentra sui rapporti umani implicanti il sentimento dell'amicizia: «''Di tutti i beni ottenibili con la saggezza per raggiungere la felicità il maggiore è l'amicizia.''» <ref>Epicuro,''Massima Capitale'' XXVII</ref>
 
Nella prospettiva epicurea la filosofia diventa occupazione privilegiata, piacevole poiché porta a conoscere ciò che è utile (tranquillità, amicizia, consapevolezza) e ciò che va eliminato (preoccupazioni, bisogni superflui, paura della morte). Egli scrive: «''Nessun giovane indugi nel fare filosofia, né se ne stanchi quando sarà da vecchio, non si è mai troppo giovani né troppo vecchi per conseguire la salute dell'anima''».<ref>Epicuro,''Lettera a Meneceo'' [122]</ref>
=== Paganini non replica ===
Come è nato questo detto popolare?<br>
Ha avuto origine nel febbraio del [[1818]] al [[Teatro Carignano di Torino|Teatro Carignano]] di [[Torino]], quando un importante personaggio, dopo aver assistito ad un concerto di Paganini, fece pregare il maestro di ripetere un brano.
 
== Il piacere dal Medioevo al Rinascimento ==
Paganini, che amava [[improvvisazione|improvvisare]] molto di quello che suonava e alcune volte si lesionava i polpastrelli, gli fece rispondere "Paganini non replica".<br />
Posizioni intellettualiste si trovano anche nel [[pensiero cristiano]], come in [[Tommaso d'Aquino]]<ref>Pierre Rousselot, ''L'intellettualismo di san Tommaso'', Vita e Pensiero, 2000</ref>; a esse, tuttavia, si contrappongono le correnti del [[volontarismo]] etico, che afferma la superiorità della volontà e degli elementi sentimentali ed emotivi come, ad esempio, in [[Blaise Pascal]], con la teorizzazione dell<nowiki>'</nowiki>''esprit de finesse'' («spirito di finezza»), prevalente sull'intelletto e sulle facoltà [[ragione|razionali]]).
Da allora la vulgata "Paganini non replica" viene usata per rifiutarsi di ripetere un gesto o una frase.
 
In epoca medievale cristiana il dibattito morale sulla relazione tra piacere e significato della vita umana, che costituiva l'oggetto principale della filosofia antica, scompare completamente. La concezione cristiana del piacere si rifa alla tendenza [[ascetismo|ascetica]] del [[platonismo]] e dal [[neoplatonismo]] secondo un'ottica di disinteresse e condanna dei piaceri corporei come fonte di peccato e di esaltazione invece della castità. Movimenti ereticali nel corso del Medioevo mitigarono questa visione di rigido ascetismo quando prevalse nella [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]] la dottrina aristotelica. <ref>''Enciclopedia Garzanti di filosofia'', 1981, p.700</ref>
Per cui gli fu tolto il permesso di eseguire un terzo concerto in programma. <br />
In seguito a questo annullò i concerti che doveva ancora tenere a [[Vercelli]] ed [[Alessandria]]. In due lettere inviate all'amico avvocato Germi scrisse: "La mia costellazione in questo cielo è contraria. Per non aver potuto replicare a richiesta le variazioni della seconda Accademia, il Sig. Governatore ha creduto bene sospendermi la terza..." (il [[25 febbraio]] [[1818]]) e poi ''"In questo regno, il mio violino spero di non farlo più sentire"'' (l' [[11 marzo]] dello stesso anno).
 
Il tema del piacere, confinato al pensiero pagano, torna ad essere oggetto d'indagine filosofica solo nell'Umanesimo con [[Lorenzo Valla]] (1405-1447) che esalta il piacere come unico movente dell'azione umana <ref> L.Valla, ''De voluptate'', 1432</ref> opponendosi fermamente alla [[morale]] [[stoicismo|stoica]] e all'[[ascetismo]] [[Medioevo|medievale]], sostenendo la possibilità di conciliare il [[Cristianesimo]], ricondotto alla sua originarietà, con l'[[edonismo]], recuperando così il senso del pensiero di [[Epicuro]] e [[Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]], che avevano sottolineato come tutta la vita dell'uomo sia fondamentalmente volta al piacere, inteso non come istintività, ma come calcolo dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. Così anche [[Bernardino Telesio]] (1509-1588) pensa che l'animale uomo consideri bene supremo la sua stessa conservazione fisica. L'etica quindi consiste nel giudicare bene tutto ciò che favorisce la propria conservazione, male tutto quello che la ostacola. Il bene sarà quindi riscontrabile nel piacere, il male nel dolore.<ref>B. Telesio, ''De rerum natura'', IX, 2, 27</ref>
Ma si contraddisse nel [[1836]] quando tornò a suonare proprio a Torino per ringraziare [[Carlo Alberto]] per la concessione di legittimazione del figlio Achille.
 
==Il piacere nell'età moderna==
== Le vicende delle opere di Paganini ==
L'esaltazione del piacere nella sua configurazione materiale, come piena espressione nel [[Naturalismo (filosofia)|naturalismo]] rinascimentale, si ritrova nel pensiero di [[Pierre Gassendi]] (1592-1655), di [[Michel de Montaigne]] (1533-1592) e di [[Thomas Hobbes]] (1588-1679) mentre l'intellettualismo etico di tipo platonico si ritrova in [[Baruch Spinoza]] (1632-1677) nella sua ''[[Ethica more geometrico demonstrata]]'' e nel ''[[Trattato sull'emendazione dell'intelletto|De intellectus emendatione]]''.
 
A fondamento di un'etica materialistica è la concezione del piacere nell'[[illuminismo]] con [[Julien Offray de La Mettrie]], [[Claude-Adrien Helvétius]] e [[Paul Henri Thiry d'Holbach]] e, come principio ispiratore di un'etica sociale, nell'[[utilitarismo]] di [[Jeremy Bentham]] e [[John Stuart Mill]].
Nel 1820 Paganini fece pubblicare a [[Milano]] da [[Ricordi]] alcune sue opere assegnandovi i numeri qui sotto riportati:
 
==Il piacere nell'età contemporanea==
*Op.1 Capricci, 24 capricci per violino solo. Dedicati "Alli Artisti". (M.S.25) <br>
Il concetto del piacere nell'età contemporanea appare connesso alla teoria dell'inconscio su cui si era esercitato il pensiero in chiave pessimista di Schopenhauer e in una visione vitalistica e antiplatonica nella concezione di Nietzsche. Nella sua teoria delle pulsioni Sigmund Freud inserisce il piacere come elemento portante della psicoanalisi <ref>S.Freud, ''Al di là del principio di piacere'', 1920</ref>. Un'interpretazione filosofica, anche in contrasto con Freud, si sviluppa con Marcuse <ref>Marcuse, ''Eros e civiltà'', 1955</ref> che sostiene che l'eros, represso dalla cultura occidentale, alla fine, in unione con il progresso tecnologico, porterà alla liberazione sociale e individuale dell'uomo.
*Op.2 Sei sonate, per violino e chitarra. Dedica "Al signor Delle Piane". (M.S.26)<br>
*Op.3 Sei sonate, per violino e chitarra. Dedica "Alla ragazza Eleonora". (M.S.27)<br>
Un'analisi fisiologica del piacere è stata condotta da [[David Linden]], docente di Neuroscienze alla John Hopkins University studioso dei fenomeni fisiologici e psichici legati al piacere che sostiene che «''Numerosi studi hanno dimostrato ormai che esiste un’unità neuronale che lega il vizio alla virtù''» <ref>D.Linden, ''La bussola del piacere'', Edizioni Codice, 2012</ref> per cui quando si soddisfano bisogni di qualsiasi natura, anche quelli potenzialmente nocivi, si generano processi di origine chimica dovuti all'apparato cerebrale che rilascia la ''[[dopamina]]'', un neurotrasmettitore che procura la sensazione del piacere.
*Op.4 Tre quartetti, per violino, viola, violoncello e chitarra. Dedica "Alle amatrici". (M.S.28)<br>
*Op.5 Tre quartetti, per violino, viola, violoncello e chitarra. Dedica "Alle amatrici". (M.S.29)<br>
 
==Note==
Tra il 1830 e il 1834 in Germania e Inghilterra vengono stampati alcuni pezzi, allora non catalogati.
<references/>
== Voci correlate ==
*[[Etica]]
*[[Estetica]]
*[[Morale]]
*[[Edonismo]]
*[[Anedonia]]
*[[Felicità]]
*[[Eudemonismo]]
*[[Bene (filosofia)]]
*[[Sofferenza]]
 
== Altri progetti ==
La morte lo colse prima di riuscire a realizzare il progetto di pubblicarne altre per conto proprio.<br>
{{Interprogetto|q|preposizione=sul}}
Il figlio Achille ne fece pubblicare altre dall'editore [[Schonenberger]] di [[Parigi]] e [[Schott]] di [[Magonza]] proseguendo la numerazione precedente:
 
*Op.6 Concerto n.1 per violino e orchestra in mi bemolle maggiore, trasposto in re maggiore. (M.S.21)<br>
*Op.7 Concerto n.2 per violino e orchestra in si minore. (M.S.48)<br>
*Op.8 Le Streghe. Variazioni per violino e orchestra dal balletto "Il noce di Benevento" di Sussmayr. (M.S.19)<br>
*Op.9 God Save the King. Variazioni per violino e orchestra dall'inno nazionale inglese. (M.S.56)<br>
*Op.10 Il Carnevale di Venezia. Variazioni per violino e orchestra sulla canzonetta "Oh mamma, mamma cara" (O mamma mamma ca). (M.S.59)<br>
*Op.11 Moto perpetuo in Do maggiore. Per violino e orchestra. (M.S.72)<br>
*Op.12 Non più mesta accanto al fuoco. Introduzione e variazioni per violino e orchestra dall'opera "La Cenerentola" di Rossini.<br>
*Op.13 Di tanti palpiti. Introduzione e variazioni per violino e orchestra dall'opera "Tancredi" di Rossini. (M.S.77)<br>
*Op.14 Variazioni sul "Barucabà" (sono 60). Per violino e chitarra. Dedicati "Sig. Avvocato Germi". (M.S.71) Nell'edizione la parte per chitarra è omessa.<br>
 
 
Negli anni 50 dell'ottocento [[Schubert]] di [[Amburgo]], Ricordi e Schott pubblicano alcuni titoli.
Il resto giace inedito a casa di Achille non avendo trovato altri editori.
 
Poi tutto tacque finché nel 1908 gli eredi di Achille Paganini decisero di vendere allo Stato la collezione dei manoscritti inediti.
La commissione governativa incaricata di esaminare i manoscritti diede parere negativo, così non vennero acquistati.
Nel [[1910]] i manoscritti vennero acquistati all'asta da tale Leo Olschki che rivendette al collezionista di [[Colonia]] Wilhelm Heyer per il suo museo e divennero di fatto inconsultabili.
L'asta comprendeva tutti i manoscritti tranne i 3 residui concerti per violino e orchestra dei 5 allora conosciuti.
Alcuni manoscritti facenti o non facenti parte dell'asta furono stampati nei primi decenni del secolo.
Nel [[1922]] la [[Universal Edition]] di [[Vienna]] diede alla stampe alcuni pezzi per violino e pianoforte.
L'editore [[Zimmermann]] di [[Francoforte sul Meno]] nel 1925 stampò 26 composizioni per chitarra sola.
Nel [[1926]] un'altra asta assegnò i manoscritti a [[Fritz Reuther]] un collezionista di [[Mannheim]].
Nel [[1935]] tocca a Schott e nel [[1940]] a Ricordi.
Sempre Schott nel 1952 estraendoli dalla collezione Reuter pubblica alcuni pezzi per violino e pianoforte.
Zimmermann nel [[1955]] mandò in stampa importanti composizioni cameristiche tratte dalla collezione postuma.
Alcune cose furono pubblicate in Germania e Spagna nel [[1956]]/[[1957|57]].
Nel [[1970]] e [[1971]] la [[Bèrben]] di [[Ancona]] pubblica alcuni inediti per violino e per chitarra.
Finalmente nel 1971 il governo italiano acquistò i 90 manoscritti e dal 1972 l'[[Istituto Italiano per la Storia della Musica]] ha iniziato (con notevole lentezza) la pubblicazione degli inediti.
Ora si trovano presso la [[Biblioteca Casanatense]] di Roma.
All'inizio degli anni 90 del secolo scorso fu ritrovato l'archivio del violinista e compositore [[Camillo Sivori]] in cui sono presenti 23 composizioni paganiniane, di alcune delle quali non si sospettava l'esistenza.
 
Su incarico del comune di Genova le prof. [[Maria Rosa Moretti]] e [[Anna Sorrento]] nel 1982 stilarono il "[[Catalogo tematico delle musiche di Niccolò Paganini]]" da qui la dicitura "M.S." assegnata ufficialmente alle sue opere.
Attualmente il catalogo supera i 130 numeri d'opera.
 
== Indicazioni agogiche ==
Usate soprattutto nelle composizioni per uso casalingo:<br>
Adagio amoroso.<br>
Adagio con dolcezza.<br>
Adagio tenuto con precisione.<br>
Allegretto energicamente.<br>
Allegro spiritoso con energia.<br>
Allegro vivo e spiritoso.<br>
Amoroso espressivo.<br>
Andante appassionato con flessibilità.<br>
Andante calando.<br>
Andante cantabile con anima.<br>
Andante comodo.<br>
Andante corrente.<br>
Andante innocentemente.<br>
Andante placido.<br>
Andante sostenuto con aspirazione.<br>
Andantino amorosamente.<br>
Andantino comodo.<br>
Andantino crescendo.<br>
Andantino galantemente.<br>
Andantino scherzoso.<br>
Buonamente.<br>
Larghetto amabile.<br>
Larghetto con passione.<br>
Larghetto gaio.<br>
Larghetto tenuto con anima.<br>
Largo con precisione.<br>
 
Nei capricci però si trovano:<br>
 
Agitato.<br>
Amoroso.<br>
Marcato.<br>
Martellato.<br>
Posato.<br>
Pacificamente.<br>
Placidamente con grazia.<br>
Sulla tastiera imitando il flauto (seguito da)<br>
imitando il corno sulla terza e quarta corda<br>
 
== Curiosi titoli e dediche ==
Sonata a violino scordato dedicata all'intreccio e ballo dell'Orsi per violino con accompagnamento di altri due violini, (opera giovanile).<br>
Arietta per violino e chitarra, (1835~)<br>
Allegro vivace a movimento perpetuo, (1835)<br>
Variazioni di bravura. Per violino e chitarra (sul 24 capriccio).<br>
Divertimenti carnevaleschi dedicati al Gen. Milhaud. (1804/05)
Minuetto che va chiamando Dida.<br>
Fandango Spagnuolo Variato nel quale verranno introdotte Imitazioni Umoristiche di un Cortile.<br>
Dialogo tra una vecchia e una giovane, (imitazione di un litigio al mercato di Modena).<br>
Le ammirate Variazioni sulla Canzonetta popolare napoletana <Il Carnevale di Venezia>> che descrive le burle e le facezie di un Carnevale Veneziamo.<br>
Balletto campestre ossia variazioni sopra un tema comico continuato dall'orchestra...<br>
Scala obliqua e contraria per Chitarra.<br>
Da suonarsi coll crine dell'arco Sopra le Corde l'asta, ossia arco sotto al Violino come (disegno di violino).<br>
 
== Composizioni per chitarra ==
*Grande sonata in la maggiore ([[1803]]-[[1804|04]])
*Sonata concertata in la maggiore (1803-04)
*Sei sonate op.2,3 ([[1820]])
*Certone di 18 sonate per chitarra e violino ([[1828]]-[[1829|29]])
*15 quartetti per chitarra, violino, viola e violoncello
*5 terzetti per chitarra, violoncello, violino o viola
 
==Premio Paganini ==
Per promuovere l'attività concertistica dei violinisti debuttanti, si svolge negli anni pari a Genova, nel mese di Ottobre, presso il Teatro Carlo Felice, il Premio Paganini.<br>
L'ingresso alle eliminatorie e al concerto finale é libero ed è possibile ascoltare vari pezzi per violino solo e per concerto, di difficoltà crescente, che seleziona per bravura i partecipanti, fino ad arrivare ad un vincitore.<br>
Al vincitore viene concesso l'onore di suonare il famoso violino di Paganini, per l'occasione offerto nelle sue mani dal Conservatorio Musicale Genovese.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.paganini.comune.genova.it/ Pagine web su Paganini nel sito del Comune di Genova]
* {{cita web|url=http://cirenaici.exactpages.com|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160329041512/http://cirenaici.exactpages.com|titolo=I cirenaici (I precursori dell'ateismo)|dataarchivio=29 marzo 2016}}
*[http://www.iism.it/paganini.pdf/ Le opere pubblicate dall'Istituto Italiano per la Storia della Musica]
* {{cita web|url=http://sade.exactpages.com|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313124831/http://sade.exactpages.com|titolo=Sade e il piacere psicotico|dataarchivio=13 marzo 2016}}
*[http://www.giornaledellamusica.it/online/downloads/mp3/mp3.php?i=paganini/home.htm Dowload di Musica e Filmati dei vincitori del Premio Paganini negli ultimi anni]
 
{{Portale|filosofia|psicologia}}
[[Categoria:Biografie|Paganini, Niccolò]]
[[Categoria:Compositori italiani|Paganini, Niccolò]]
[[Categoria:Musicisti classici|Paganini, Niccolò]]
[[Categoria:Musicisti italiani|Paganini, Niccolò]]
[[Categoria:Violinisti|Paganini, Niccolò]]
 
[[Categoria:Emozioni e sentimenti]]
[[bg:?????? ????????]]
[[Categoria:Psichiatria]]
[[da:Niccolò Paganini]]
[[Categoria:Psicoanalisi]]
[[de:Niccolò Paganini]]
[[en:Niccolò Paganini]]
[[es:Nicolás Paganini]]
[[fr:Niccolò Paganini]]
[[he:?????? ????????]]
[[ja:???·?????]]
[[ko:??? ????]]
[[nl:Niccolò Paganini]]
[[pl:Niccolo Paganini]]
[[pt:Niccolò Paganini]]
[[sv:Niccolò Paganini]]