Nativi americani e Bono (Italia): differenze tra le pagine

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traduzione British Columbia
 
== Altri progetti == {{interprogetto}} == Collegamenti esterni == {{Collegamenti esterni}}
 
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{{Divisione amministrativa
[[File:Población Amerindia.jpg|thumb|Mappa che mostra l'odierna percentuale di popolazione indigena dell'America]]
|Nome = Bono
Con l'espressione '''Nativi americani''' si intende indicare le popolazioni che abitavano il [[continente americano]] prima della [[Colonizzazione europea delle Americhe|colonizzazione europea]] e i loro odierni discendenti.
|Nome ufficiale = {{lingue|it|sc}}Bòno
|Panorama = Bono - Municipio (01).jpg
|Didascalia = Il municipio.
|Bandiera = Bono (Italia)-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Bono (Italia)-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Sardegna
|Divisione amm grado 2 = Sassari
|Amministratore locale = Elio Mulas
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 11-6-2017
|Data istituzione =
|Abitanti = 3506
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 marzo 2018.
|Aggiornamento abitanti = 31-03-2018
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Anela]], [[Benetutti]], [[Bonorva]], [[Bottidda]], [[Bultei]], [[Burgos (Italia)|Burgos]], [[Nughedu San Nicolò]], [[Oniferi]] ([[Provincia di Nuoro|NU]]), [[Orotelli]] (NU)
|Zona sismica = 4
|Gradi giorno =
|Diffusività =
|Nome abitanti = {{it}}bonesi<br/>{{sc}}''bonesos''
|Patrono = san Michele Arcangelo
|Festivo = 29 settembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Bono (province of Sassari, region Sardinia, Italy) - 2016.svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Bono nella provincia di Sassari
|Sito = http://www.comunebono.gov.it
}}
 
'''Bono''' (''Bono'' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | Garzanti | Milano|p= 87}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 3506 abitanti della [[provincia di Sassari]], situato nella regione storica del [[Goceano]].
L'[[etnonimo]] "Indiani d'America" (anche "Pellirosse") era utilizzato per indicare i Nativi americani ma non è univoco ed è stato spesso oggetto di discussione. Nei paesi di lingua spagnola dell'[[America Latina]] si usa prevalentemente il termine "Indios" mentre negli Stati Uniti d'America, si usa l'espressione "Indiani d'America" benché ormai non sia più considerata un'espressione politicamente corretta.
L'uso del termine "Indiano" si deve a [[Cristoforo Colombo]] che, in cerca di una rotta che consentisse di raggiungere l'Asia attraversando l'oceano Atlantico, credette di aver raggiunto le [[Indie Orientali]], ignaro invece di aver toccato le coste di un continente allora sconosciuto agli Europei; gli Spagnoli battezzarono quindi il nuovo mondo "[[Indie occidentali]]", e solo successivamente America, in onore di [[Amerigo Vespucci]].<ref name=treccani/>
 
==Geografia fisica==
Secondo l'ipotesi scientifica più accreditata, 13000 anni fa l'uomo sarebbe migrato dall'[[Asia]] verso l'[[America]] attraverso la [[Beringia]], una lingua di terra che all'epoca univa i due continenti. Questi uomini si sarebbero poi spostati più a sud fino ad abitare tutto il continente e diversificandosi in migliaia di etnie e tribù differenti.
===Territorio===
[[File:Monte Rasu (02).JPG|thumb|left|Monte Rasu]]
Bono sorge a 540 m al di sopra del livello del mare, ai piedi del monte Rasu. Abitato fin dall'epoca preistorica, il suo territorio è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, in un continuo alternarsi di pianure, colline e montagne, e si estende dalla valle del [[Tirso]] fino alla cima di monte Rasu la cui vetta, "Sa Punta Manna", raggiunge i 1259 metri s.l.m.
 
Di notevole importanza naturalistica è la località di "Sos Nibberos", posta alle pendici nord-ovest del monte Rasu, che tra l'altro comprende la foresta di [[Taxus baccata]] più grande d'Italia, dichiarata [[monumento naturale]]; alcuni esemplari millenari raggiungono i 16 metri d'altezza ed hanno un diametro superiore al metro. A poca distanza dal paese si trovano monte Pisanu e l'area di sosta "Sa Puntighedda".
In [[Centroamerica|Centro]] e [[Sud America]] i Nativi americani si organizzarono in grandiose [[civiltà]] come i [[Maya]] e gli [[Aztechi]] nell'odierno Messico e gli [[Inca]] sulla cordigliera delle Ande, mentre in [[America del Nord]] i Nativi americani rimasero prevalentemente popolazioni [[Popoli nomadi|nomadi]] o seminomadi.
Presso l'ex-caserma del Corpo forestale di monte Pisanu, a 861 metri d'altezza, sono state impiantate diverse specie arboree quali il cedro atlantico, la roverella, le tuie giganti; tra esse emerge un notevole esemplare di abete bianco.
 
La maggior parte del territorio di Bono per rilevante interesse naturalistico, è protetto e salvaguardato dalla intensa attività svolta dal [[Corpo forestale e di vigilanza ambientale]] e dell'[[Ente foreste della Sardegna]] ed è frequentato da molti turisti attratti anche dalla presenza di numerosi laghetti<ref>[http://www.sardegnaambiente.it/j/v/1189?s=8448&v=2&c=7216&t=1 La foresta demaniale di Monte Pisanu]</ref>
Parecchie aree del continente sono ancora popolate da nativi americani; specialmente in America Latina dove, insieme ai [[meticcio|mestizo]], costituiscono la maggioranza della popolazione. Negli Stati Uniti d'America e in Canada i nativi americani, invece, costituiscono ormai soltanto un'esigua minoranza.
Ancora oggi nei paesi dell'America si parlano almeno un migliaio di lingue indigene diverse. Alcune fra queste, come ad esempio il [[Lingue quechua|quechua]], l'[[Lingua aymara|aymara]], il [[Lingua guaraní|Guaraní]], le [[lingue maya]] e il [[Lingua nahuatl|nahuatl]], sono parlate da milioni di persone. Molti mantengono, inoltre, pratiche e usanze culturali di vario grado, incluse pratiche religiose, organizzazione sociale e pratiche di sussistenza. Alcuni popoli indigeni vivono ancora in uno stato di relativo isolamento dalle società moderne e altre addirittura non sono mai entrate in contatto con esse o con l'[[Civiltà occidentale|uomo occidentale]].{{citazione necessaria}}
 
==Storia==
I nativi americani presentano caratteristiche somatiche affini alle [[Mongoloide|popolazioni asiatiche]]: occhi allungati, zigomi sporgenti, con in più la quasi assenza di barba e capelli perlopiù scuri e lisci. Queste caratteristiche portarono gli antropologi a ipotizzare la loro origine da antichi asiatici che attraversarono lo stretto di Bering nella preistoria, ipotesi confermata da successivi studi linguistici e soprattutto genetici.<ref>Luigi Luca Cavalli-Sforza. ''[[Geni, popoli e lingue]]''. Adelphi, 1996</ref>
===Origini===
Il territorio di Bono è abitato dall'uomo sin dall'età nuragica come testimoniato dai numerosi [[nuraghi]] sparsi nel territorio.
 
===Età Il nome Giudicale===
Durante il [[medioevo]] Bono apparteneva al [[giudicato di Torres]] e precisamente alla [[curatoria]] del Goceano con [[Bottidda]], [[Burgos (Italia)|Burgos]], [[Anela]], [[Esporlatu]], [[Bultei]] e [[Benetutti]]. Nei primi decenni del [[XII secolo]] l'isola si arricchì di chiese, monasteri e castelli. Anche Bono ebbe la nuova chiesa, in stile [[romanico pisano]], oggi parrocchia di San Michele Arcangelo, il suo convento, uno dei più antichi della Sardegna, a Monte Rasu e a pochi chilometri di distanza il Castello del [[Goceano]].
[[File:Amerikanska folk, Nordisk familjebok.jpg|thumb|right|Raffigurazione pittorica di gruppi etnici in America all'inizio del [[XX secolo]]]]
L'[[etnonimo]] "indiani d'America" ha origine nel XV secolo, durante le prime fasi dell'[[esplorazione]] europea del continente americano. [[Cristoforo Colombo]], con il suo viaggio attraverso l'[[oceano Atlantico]], intendeva dimostrare che era possibile raggiungere l'Asia navigando verso Occidente, cosa allora ritenuta impossibile. Quando nel [[1492]] Colombo approdò sull'isola di Hispaniola credeva di essere giunto nelle [[Indie Orientali]] e di aver scoperto una rotta per arrivare in India e per questa ragione gli abitanti che vi trovò vennero erroneamente chiamati indiani. Quello che Colombo ignorava era l'esistenza del continente americano tra l'Asia e l'Europa. Sarà solo grazie alle successive esplorazioni, e in particolare grazie ad [[Amerigo Vespucci]], che gli occidentali si renderanno conto di avere scoperto un nuovo continente fino ad allora sconosciuto; ma l'errore era ormai fatto e l'uso del termine indiano per indicare i popoli indigeni delle Americhe non venne corretto.<ref name=treccani/>
 
===Età Moderna===
Quella degli "Indiani" è perciò una categoria etnica e culturale creata dagli europei. I vari gruppi che si erano stabiliti nelle Americhe non si consideravano membri di una singola comunità, né avevano una parola per identificarsi, che non fosse il nome della tribù o la parola "uomo" (come per gli [[Inuit]]). Al contrario, alcuni gruppi indigeni non erano nemmeno a conoscenza dell'esistenza delle altre società a cui poi sarebbero stati associati in quanto "indiani". Altri negavano qualsiasi connessione tra loro e i popoli che consideravano meno sviluppati; i [[Mexica]] del Messico centrale, per esempio, commerciarono e combatterono con molti dei loro vicini, ma non li considerarono mai come pari o uguali. Durante i tre secoli della [[colonizzazione spagnola]] alcuni accolsero la nuova categoria, diventando ''Indiani'', mentre altri rimasero legati a identità più antiche. La natura problematica del concetto di indiano ha perciò spinto numerosi studiosi a sostituirlo con termini come "Nativi americani" o altre etichette europee meno ovvie.<ref name=treccani/>
Sotto la dominazione spagnola Bono seguì la sorte del resto della Sardegna: spopolamento e depressione economica; ma, nel [[1721]], dopo la cessione del [[Regno di Sardegna]] ai [[Casa Savoia|Savoia]], la situazione migliorò con un notevole incremento dell'attività agricola. Nel 1796, in seguito alla partecipazione ai moti antifeudali di [[Giovanni Maria Angioy]], nativo del luogo, il centro venne attaccato dalle truppe piemontesi che dopo averlo bombardato lo conquistarono. I bonesi aspettarono i soldati sulla via del ritorno, li attaccarono e ne fecero prigionieri alcuni. Agli inizi del secolo scorso per qualche anno il paese fu capoluogo di provincia, poi venne inserito nella [[Sassari]], sebbene tutt'oggi mantenga maggiori rapporti culturali ed economici con quella di [[Provincia di Nuoro|Nuoro]].
 
==Società==
L'etnonimo ''Indios'', di origine spagnola, è utilizzato in [[Lingua italiana|italiano]] per riferirsi alle popolazioni indigene dell'[[America Latina]], mentre in [[Spagna]] e negli stessi paesi dell'[[America Latina]], oltre che in [[Portogallo]], indica indifferentemente i popoli amerindi del Nord, Centro e Sud America. Anche questo termine significa "Indiani", e deriva dall'errore storico per il quale si confuse l'America con l'[[India]].<ref name=treccani/>
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Bono (SS)}}
===Lingue e dialetti===
La variante del [[lingua sarda|sardo]] parlata a Bono è quella [[sardo logudorese#Logudorese centrale o comune|logudorese centrale o comune]].
 
==Economia==
L'espressione "pellerossa", utilizzata negli Stati Uniti e nei paesi occidentali, talvolta in senso dispregiativo, per indicare i popoli indigeni [[America del Nord|nordamericani]], non è considerata "[[politicamente corretto|politicamente corretta]]" perché fa riferimento al colore della pelle dei Nativi americani. Una delle ipotesi sull'origine del nome si riferisce all'abitudine dei guerrieri di alcune tribù di tingersi la pelle di ocra rossa prima delle battaglie.<ref name=treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/indiani-d-america/ Indiani d'America], Enciclopedia Treccani</ref>
Bono è considerato il Capoluogo del Goceano.
L'economia locale è soprattutto di tipo agro-pastorale sebbene sia discreta anche la presenza dell'artigianato rappresentato dalla lavorazione del ferro e del legno e della tessitura e panificazione. Nel paese sono presenti i principali servizi di pubblica utilità: la sede della Comunità montana "Goceano", un ufficio regionale ERSAT e quelli dell'ispettorato agrario, della Compagnia dei carabinieri e del Corpo forestale di vigilanza ambientale.
 
[[File:Bono - Costume tradizionale (02).JPG|miniatura|Costume tradizionale]]
Per quanto il termine "indiani d'America" sia considerato politicamente scorretto, alcuni nativi preferiscono identificarsi come tali. [[Russell Means]] (attore e celebre attivista [[Lakota]]), ad esempio, dichiarò in un'intervista: «Anch'io preferisco il termine "indiano d'America". Chiunque sia nato nell'emisfero occidentale è un Nativo americano».<ref>[http://www.pbs.org/wgbh/roadshow/fts/bismarck_200504A16.html "American Indian" or "Native American"?]</ref>
 
== Amministrazione ==
Oggi, riassumendo, vengono utilizzati i seguenti nomi: "Nativi americani", "Indiani d'America", "Indigeni americani", "Amerindi", "Amerindiani", "Indios", "[[civiltà precolombiane|popoli precolombiani]]", "[[Prime nazioni]]" o First Nations (in Canada), "aborigeni americani", "pellerossa", "popolo rosso"<ref name=treccani/>, "uomini rossi".<ref>il termine uomini rossi ''et similia'' venne usato ad esempio dal capo indiano [[Giacca Rossa]] in alcuni suoi discorsi; cfr. ''Discorso di Giacca Rossa a Veste Nera'', rivolto a un prete missionario che voleva convertire la [[Nazione Seneca|tribù Seneca]], riportato in: Charles Hamilton (a cura di), ''Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianze degli indiani d'America'', Feltrinelli Editore, 2007, pag. 291 e segg.</ref>
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
 
{{ComuniAmminPrec
== Storia ==
|Nome = Cesare Nurra
{{Vedi anche|Popolamento delle Americhe}}
|Inizio = 6 giugno 1993
=== Migrazione dell'uomo verso le Americhe ===
|Fine = 27 aprile 1997
[[File:Indigenous peoples americas 1535.png|200px|thumb|upright=1.4|Questa mappa mostra la distribuzione dei differenti popoli indigeni delle Americhe tra il 1300 e il 1535 d.C.]]
|Partito = [[Democrazia Cristiana|DC]]
Tutti gli scheletri umani ritrovati in America sono attribuibili a esseri umani biologicamente moderni. Si può supporre che le Americhe non furono popolate da esseri umani finché questi non furono in grado di sviluppare la tecnologia necessaria che consentisse loro di sopravvivere ed esplorare la [[tundra]] del nord-est dell'Asia.<ref name="national">{{Cita web
|Note = <ref name="93-97">{{Cita web|titolo=Comunali 06/06/1993|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=06/06/1993&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
|titolo = Atlas of the Human Journey-The Genographic Project
}}
|editore = National Geographic Society.
{{ComuniAmminPrec
|data = 1996–2009
|Nome = Mariano Marteddu
|url = https://genographic.nationalgeographic.com/genographic/atlas.html?era=e003
|Inizio = 27 aprile 1997
|accesso = 6 ottobre 2009
|Fine = 13 maggio 2001
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110501094643/https://genographic.nationalgeographic.com/genographic/atlas.html?era=e003
|Partito = [[lista civica|liste civiche]] di [[centro-sinistra]]
|dataarchivio = 1 maggio 2011
|Note = <ref name="90-01">{{Cita web|titolo=Comunali 27/04/1997|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=27/04/1997&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
|urlmorto = sì
}}
}}</ref> Queste condizioni necessarie non furono raggiunte prima di 40&nbsp;000 anni fa. Non ci sono dubbi però che il Nord America fu inizialmente popolato da [[cacciatori-raccoglitori]] che si espandevano verso est da quella che è l'odierna Alaska. I primi gruppi di cacciatori-raccoglitori avrebbero attraversato la [[Beringia]], un istmo largo un migliaio di chilometri che univa l'Asia e il Nord America, in un periodo tra il 16000 a.C. e l'11000 a.C.<ref name=SpencerWells2>{{Cita libro|nome1=Spencer |cognome1=Wells |nome2=Mark |cognome2=Read |titolo=The Journey of Man - A Genetic Odyssey|url=http://books.google.com/books?id=WAsKm-_zu5sC&lpg=PP1&dq=The%20Journey%20of%20Man&pg=PA138#v=onepage&q&f=true|editore=Random House|isbn= 0-8129-7146-9|accesso=21 novembre 2009|anno=2002|pp=138–140}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Introduction|sito=Government of Canada|editore=Parks Canada|url=http://www.pc.gc.ca/eng/docs/r/pfa-fap/sec1.aspx|anno=2009|accesso=9 gennaio 2010|citazione=Canada's oldest known home is a cave in [[Yukon]] occupied not 12,000 years ago like the U.S. sites, but at least 20,000 years ago|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110424103401/http://www.pc.gc.ca/eng/docs/r/pfa-fap/sec1.aspx|dataarchivio=24 aprile 2011}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Pleistocene Archaeology of the Old Crow Flats|editore=Vuntut National Park of Canada|url=http://yukon.taiga.net/vuntutrda/archaeol/info.htm|anno=2008|accesso=10 gennaio 2010|citazione=However, despite the lack of this conclusive and widespread evidence, there are suggestions of human occupation in the northern Yukon about 24,000 years ago, and hints of the presence of humans in the [[Old Crow River|Old Crow Basin]] as far back as about 40,000 years ago,|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081022085345/http://yukon.taiga.net/vuntutrda/archaeol/info.htm|dataarchivio=22 ottobre 2008}}</ref><ref name="kind">{{Cita web|url=http://www.bradshawfoundation.com/journey/|titolo=Jorney of mankind|sito=Brad Shaw Foundation|accesso=17 novembre 2009}}</ref>
{{ComuniAmminPrec
 
|Nome = Antonio Maria Demontis
Le ricerche di [[Luigi Luca Cavalli-Sforza]] e dei suoi collaboratori, sostengono che i primi esseri umani siano arrivati nel continente circa 40&nbsp;000 anni fa dall'[[Asia]] attraverso lo [[stretto di Bering]], via mare. Questa ipotesi è tuttavia altamente dibattuta benché plausibile.<ref>Luigi Luca Cavalli-Sforza and A.W.F. Edwards. 1965. Analysis of human evolution. pp. 923–933 in Genetics Today. Proceedings of the XI International Congress of Genetics, The Hague, The Netherlands, September, 1963, volume 3, ed. S. J. Geerts, Pergamon Press, Oxford.</ref>
|Inizio = 13 maggio 2001
 
|Fine = 26 maggio 2002
Il modello [[Cultura Clovis|Clovis]], individuava invece tre ondate migratorie, avvenute circa 12&nbsp;000 anni fa, dall'[[Asia]] attraverso le terre emerse dello [[stretto di Bering]], la [[Beringia]].<ref name=SpencerWells2/><ref>{{Cita web|url=http://www.enotes.com/arch-encyclopedia/rcybp |titolo='&#39;The Concise Oxford Dictionary of Archaeology.'&#39; |editore=Enotes.com |accesso=27 marzo 2011}}</ref>
|Partito = [[centro-sinistra]]
 
|Note = Elezione nulla<ref name="01-02">{{Cita web|titolo=Comunali 13/05/2001|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=13/05/2001&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
Altri flussi migratori si sono succeduti, nel passare dei secoli, da nord verso sud.<ref name="kind"/><ref>{{Cita web|url=http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?artid=20009|titolo=A single and early migration for the peopling of the Americas supported by mitochondrial DNA sequence data |sito=The National Academy of Sciences of the US |accesso=10 ottobre 2009|editore=National Academy of Sciences}}</ref>
}}
 
{{ComuniAmminPrec
== Nativi americani nel Nordamerica ==
|Nome = Giuseppe Pietrino Molotzu
{{vedi anche|Popoli indigeni del Canada|Nativi americani degli Stati Uniti d'America}}
|Inizio = 26 maggio 2002
=== Regione artica ===
|Fine = 27 maggio 2007
[[File:Inupiat Family from Noatak, Alaska, 1929, Edward S. Curtis (restored).jpg|thumb|Famiglia Inupiat ([[Inuit]] che vivono in [[Alaska]]), fotografia di [[Edward Sheriff Curtis]]]]
|Partito = [[lista civica]]
[[File:Langs_N.Amer.png|thumb|right|Lingue dei nativi americani in Nord America]]
|Note = <ref name="02-07">{{Cita web|titolo=Comunali 26/05/2002|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=26/05/2002&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
La regione artica che comprende le coste dell'[[Alaska]] e il [[Canada]] settentrionale è, per motivi climatici, un territorio scarsamente popolato, in cui l'agricoltura è praticamente impossibile: qui le popolazioni vivevano cacciando [[Phocidae|foche]], [[Rangifer tarandus|caribù]] e, in alcune zone, [[Balena|balene]].
}}
Durante l'estate abitavano in tende e in inverno in abitazioni costruite con blocchi di ghiaccio o blocchi di terra ricoperti di pelli. Anche ai nostri giorni i gruppi presenti hanno scarsi rapporti con altre popolazioni e sono molto legati alle loro tradizioni. In [[Alaska]] e nei Territori situati nelle regioni artiche del Canada settentrionale ([[Yukon]], [[Territori del Nord-Ovest]], [[Nunavut]]) vivono gli [[Inuit]] e gli [[Yupik]] (gruppi che spesso vengono definiti con l'esoetnonimo "Eschimesi"), una parte dei quali emigrò in [[Groenlandia]] nell'XI secolo; la zona a sud-ovest è abitata dagli [[Yupik siberiani|Yuit]], presenti anche in [[Siberia]], mentre gli [[Aleutini]] vivono nelle isole omonime.<ref name="one">{{Cita web|titolo= Assembly of First Nations&nbsp;-&nbsp;Assembly of First Nations-The Story
{{ComuniAmminPrec
|editore= Assembly of First Nations
|Nome = Giuseppe Pietrino Molotzu
|url= http://www.afn.ca/article.asp?id=59
|Inizio = 27 maggio 2007
|accesso= 2 ottobre 2009}}
|Fine = 10 giugno 2012
</ref><ref name="three">{{Cita web|titolo= Civilization.ca-Gateway to Aboriginal Heritage-object
|Partito = [[lista civica]]
|editore= Canadian Museum of Civilization Corporation
|Note = <ref name="07-12">{{Cita web|titolo=Comunali 27/05/2007|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=27/05/2007&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
|data= 12 maggio 2006
}}
|url= http://www.civilization.ca/cmc/exhibitions/tresors/ethno/etb0000e.shtml
{{ComuniAmminPrec
|accesso=2 ottobre 2009}}
|Nome = Michela Sau
</ref><ref name="Aboriginal Identity 2006 Census">{{Cita web|titolo= Aboriginal Identity (8), Sex (3) and Age Groups (12) for the Population of Canada, Provinces, Territories, Census Metropolitan Areas and Census Agglomerations, 2006 Census - 20% Sample Data
|Inizio = 10 giugno 2012
|sito= [[Canada 2006 Census]] data products
|Fine = 11 giugno 2017
|editore= Statistics Canada, Government of Canada
|Partito = [[lista civica]] "Rinnovamento e Rinascita"
|data= 6 dicembre 2008
|Note = <ref name="12-17">{{Cita web|titolo=Comunali 10/06/2012|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=10/06/2012&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
|url= http://www12.statcan.ca/english/census06/data/topics/RetrieveProductTable.cfm?ALEVEL=3&APATH=3&CATNO=&DETAIL=0&DIM=&DS=99&FL=0&FREE=0&GAL=0&GC=99&GK=NA&GRP=1&IPS=&METH=0&ORDER=1&PID=89122&PTYPE=88971&RL=0&S=1&ShowAll=No&StartRow=1&SUB=0&Temporal=2006&Theme=73&VID=0&VNAMEE=&VNAMEF=&GID=837928
}}
|accesso=18 settembre 2009}}
{{ComuniAmminPrec
</ref>
|Nome = Elio Mulas
 
|Inizio = 11 giugno 2017
=== Regione subartica ===
|Fine = -
A causa dell'inclemenza del [[clima]], quindi dell'impossibilità di praticare l'[[agricoltura]], le popolazioni dell'area subartica (comprendente quasi tutto il [[Canada]] dalla [[tundra]] quasi fino al confine con gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]) erano [[Popoli nomadi|nomadi]] e vivevano in tende o in case interrate, dedicandosi alla [[pesca (attività)|pesca]] o alla [[caccia]] di [[alce|alci]] e [[Rangifer tarandus|caribù]].<ref name="Aboriginal Identity 2006 Census"/>
|Partito = [[lista civica]] "Impegno per Bono"
 
|Note = <ref name="17-">{{Cita web|titolo=Comunali 11/06/2017|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=11/06/2017&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=730120&levsut3=3&lev3=120&lev2=73&ne2=73&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
A est vivevano popolazioni di [[lingua algonchina]], tra cui i [[Cree]] e gli [[Ojibway]] (detti anche ''Chippewa''); a Ovest, gruppi di lingua athabaska ([[Carrier (nativi americani)|Carrier]], [[Ingalik]], [[Dogrib]], Han, Hare, [[Koyukon]], [[Kutchin]], Mountain, [[Slavey]], [[Tanaina]], [[Yellowknife]] e altri). Queste popolazioni venivano generalmente guidate dai capifamiglia e i conflitti tra le varie [[tribù]] erano piuttosto rari.<ref name="Aboriginal Identity 2006 Census"/>
}}
 
{{ComuniAmminPrecFine}}
Per quanto riguarda la [[religione]], erano molto diffuse le credenze sugli spiriti guardiani e sulla [[stregoneria]]. Molti di questi popoli ora sono sedentari e tuttora vivono di [[caccia]] e [[pesca (attività)|pesca]].<ref name="Aboriginal Identity 2006 Census"/>
 
=== Costa nord-occidentale ===
[[File:Waa-kaun-see-kaa.jpg|left|thumb|Capo tribù Winnebago, [[litografia]] del [[1825]]]]
Nonostante la ristrettezza della zona abitabile (limitata a est dalle montagne), la costa nordoccidentale del [[Oceano Pacifico|Pacifico]] ha fornito un ambiente ideale per gli abitanti, grazie ai fiumi [[Columbia (fiume)|Columbia]] e [[Fraser (fiume)|Fraser]], eccezionalmente ricchi di [[Oncorhynchus|salmoni]].<ref name=pritz/>
 
Questo [[habitat]] particolarmente ricco, insieme col contributo di quello collinare, consentì l'incremento della popolazione, che dette vita a una cultura elaborata, organizzata in grandi case di legno e caratterizzata da ricche cerimonie e da un artigianato in legno.
I villaggi solitamente erano composti da un centinaio di abitanti, spesso imparentati fra loro ed organizzati secondo una modalità gerarchica: i vari membri erano ordinati in base al proprio grado di parentela col capo. Solo i prigionieri di guerra e gli schiavi venivano esclusi da questa classificazione.<ref name=pritz/>
 
Di fondamentale importanza era considerata la ricchezza individuale o del gruppo, la quale veniva ridistribuita durante il ''[[potlatch]]'', una sorta di cerimonia nella quale il capo e il suo gruppo donavano i propri beni. Tutto questo aveva lo scopo di consolidare o accrescere il proprio ''[[status]]'', per poter ricevere l'invito da altri ''potlatch'' e per riequilibrare la distribuzione dei beni tra i vari gruppi. La religione era basata principalmente sul culto degli antenati mitici: le loro rappresentazioni stilizzate erano raffigurate ovunque, sui [[totem|pali totemici]], sulle facciate delle case, sulle prore delle barche, sulle maschere e le coperte.<ref name=pritz/>
 
I gruppi più importanti sono i [[Tlingit]], gli [[Tsimshian]], gli [[Haida (popolazione)|Haida]], i [[Kwakiutl]], i [[Nootka]] e i [[Chinook (popolo)|Chinook]]. La maggior parte delle lingue parlate in quest'area appartenevano alle famiglie atabasca, penutiana o mosana.<ref name="pritz">Pritzker, Barry M. A Native American Encyclopedia: History, Culture, and Peoples. Oxford: Oxford University Press, 2000. ISBN 978-0-19-513877-1. pag. 112</ref>
 
=== Altopiano ===
Nell'altopiano compreso tra l'[[Idaho]], l'[[Oregon]] orientale, lo [[Washington (stato)|stato di Washington]], il [[Montana]] occidentale e la [[Columbia Britannica]] sud-orientale vivevano numerosi piccoli gruppi tendenzialmente pacifici (tra cui gli [[Yakama|Yakima]], gli Wallawalla, i Nimipu, noti fra gli europei come [[Nasi Forati]], i Cayuse, i [[Palouse]], e, poco più a nord, nella zona dei Bitterroot Mountains, i [[Kalispell]], noti come [[Pend d'Oreille]], gli [[Skitswish]], noti come [[Coeur d'Alene]], i [[Kootenai]], noti come Flathead o Flatbow e gli [[Atsina]], noti come [[Gros Ventre]]). Sopravvivevano grazie alla caccia, alla raccolta di frutti e alla pesca del [[Oncorhynchus|salmone]]. La loro cultura era parzialmente simile a quella dei loro vicini della costa nordoccidentale del [[Gran Bacino]] e della [[California]]. Le lingue appartenevano per lo più alle famiglie Sinwit Shahaptian Penutian (Yakima-Klickitat), Waiilatpuan Shahptian Penutian (Palouse, Cayuse, Wallawalla, Nimipu), Kithunan Salish Mosan (Kalispell, Skitswish, Kootenai), ma anche alla famiglia Algonquian (Atsina).
 
=== Gran Bacino ===
L'area del [[Gran Bacino]], comprendente le catene montuose e le vallate dello [[Utah]], del [[Nevada]] e della [[California]], è stata abitata da popolazioni il cui stile di vita arcaico rimase quasi invariato fino al [[1850]]; le più conosciute sono i [[Paiute]], gli [[Ute (popolo)|Ute]] e gli [[Shoshoni]], insieme con i [[Klamat]], i [[Modoc]] e gli [[Yurok]].<ref name="dazevedo">D'Azevedo, Warren L., volume editor. Handbook of North American Indians, Volume 11: Great Basin. Washington, D.C.: Smithsonian Institution, 1986. ISBN 978-0-16-004581-3., IX</ref>
Si trattava di piccole bande di raccoglitori, composte a volte da un'unica famiglia, ed erano distribuite su un territorio inospitale con una densità abitativa estremamente bassa.<ref name=dazevedo/>
 
In estate si nutrivano di semi, radici, frutti di [[cactus]], [[insetto|insetti]], [[rettile|rettili]] e piccoli [[roditore|roditori]], insieme con occasionali [[antilope|antilopi]] e [[Cervus elaphus|cervi]]; i [[coyote]] invece non venivano mangiati perché li si credeva dotati di poteri soprannaturali. In inverno si dovevano affidare alle provviste estive perché la disponibilità di cibo era scarsissima e la minaccia della fame era sempre incombente.<ref name=dazevedo/>
Nei periodi in cui il cibo era abbondante i vari gruppi si riunivano in bande più numerose, composte quasi esclusivamente da individui imparentati bilateralmente.<ref name=dazevedo/>
 
Il riconoscimento della leadership avveniva in maniera informale e raramente sorgevano conflitti fra [[tribù]], causati di solito da accuse di [[stregoneria]] o da rivalità sessuali. La [[religione]] formale era poco praticata; veniva soprattutto ricercata l'alleanza con gli spiriti, conosciuti attraverso sogni e visioni, che era ritenuta capace di conferire poteri connessi con la [[medicina]], la [[caccia]] e il [[gioco d'azzardo]].<ref name=dazevedo/>
 
=== California ===
L'area culturale californiana comprende approssimativamente la superficie dello Stato attuale, con l'esclusione della zona sud orientale lungo il fiume [[Colorado]]. La popolazione ivi installata, che secondo le stime ottimistiche contava forse 200.000 abitanti, parlava più di 200 linguaggi distinti.<ref name=heizer/>
 
Fra i gruppi più importanti vi erano i [[Pomo (popolazione)|Pomo]], i [[Modoc]], gli [[Yana (etnologia)|Yana]], i [[Chumash]], i [[Ohlone|Costanoan]], i [[Maidu]], i [[Miwok]], i [[Patwin]], i [[Salinan]], i [[Wintun]], gli [[Yokut]], gli [[Yuki (popolazione)|Yuki]] e i cosiddetti [[Mission Indians]] (Indiani delle Missioni), [[Cahuilla]], [[Diegueño]], [[Gabrileño]], [[Luiseño]] e [[Serrano (popolo)|Serrano]].<ref name="heizer">Heizer, Robert F., volume editor. Handbook of North American Indians, Volume 8: California. Washington, D.C.: Smithsonian Institution, 1978. ISBN 978-0-16-004574-5., IX</ref>
 
Tutti gli Indiani o Nativi americani della zona californiana erano principalmente raccoglitori di ghiande, semi erbacei e altri vegetali commestibili. Pesci e frutti di mare avevano importanza sulla costa, mentre nell'interno si cacciavano [[Cervus elaphus|cervi]], [[orso|orsi]] e piccoli mammiferi vari. Il villaggio, composto anche da più di 100 persone, col suo particolare dialetto, era spesso la più ampia unità politica esistente. Diffusa era l'usanza delle [[metà esogame]], che consentiva l'[[endogamia]], pratica secondo la quale i matrimoni avvenivano solo all'interno del villaggio però diviso a sua volta in due metà, per cui i membri di un gruppo dovevano combinare il loro [[matrimonio]] con un membro dell'altro gruppo.<ref name=heizer/>
 
I capi, a volte ereditari, organizzavano la vita sociale e cerimoniale, ma avevano scarso potere politico. I conflitti organizzati fra villaggi erano rari. Frequenti erano i riti di cura, le cerimonie della pubertà maschile e l'uso rituale di sostanze [[psichedelia|psichedeliche]].<ref name=heizer/>
 
=== Pianure ===
[[File:Genova-Castello d'Albertis-teepees.jpg|thumb|Teepee dei nativi nord-americani fotografati da uno dei massimi studiosi della loro civiltà, [[Edward Sheriff Curtis]] (1868-1952). L'immagine è stata esposta al [[Museo delle culture del mondo]] di [[Genova]]]]
Nella zona delle Pianure (ovvero le praterie che si estendono dal [[Canada]] centrale fino al [[Messico]] e dal Midwest alle [[Montagne Rocciose]]) si erano installate popolazioni che vivevano in piccoli gruppi [[Popoli nomadi|nomadi]] al seguito delle grandi mandrie di [[Bison bison|bisonti]], in quanto la caccia ha costituito la principale risorsa alimentare fino al [[1890]], anche se lungo il [[Missouri]] e altri fiumi delle pianure erano presenti rare forme di agricoltura stanziale. La densità abitativa era molto bassa.<ref name=mandelbaum/>
 
Tra i primi abitanti delle praterie possiamo ricordare i [[Blackfeet]] (cacciatori), i [[Mandan (popolo)|Mandan]] e gli [[Hidatsa]] (agricoltori); in seguito, quando i coloni europei conquistarono le zone orientali ricche di foreste, molte popolazioni del Midwest si spostarono nelle Pianure: tra questi i [[Sioux]], gli [[Cheyenne]] e gli [[Arapaho]], preceduti dagli [[Shoshoni]] e dai loro parenti [[Comanche]], provenienti però dal Gran Bacino.<ref name=mandelbaum>Mandelbaum, David G. (1979). The Plains Cree: An ethnographic, historical and comparative study. Canadian Plains Studies No. 9. Regina: Canadian Plains Research Center. Pettipas, Katherine. (1994). "Serving the ties that bind: Government repression of Indigenous religious ceremonies on the prairies." Winnipeg: University of Manitoba Press.</ref><ref>DeLay, Brian, The War of a Thousand Deserts. New Haven, CT: Yale University Press, 2008, pp. 116, 317-319, 327M Brown, 1996: pp. 34-5; 1994 Mandelbaum, 1975, pp. 14-15; & Pettipas, 1994 p. 210. "A Description and Analysis of Sacrificial Stall Dancing: As Practiced by the Plains Cree and Saulteaux of the Pasqua Reserve, Saskatchewan, in their Contemporary Rain Dance Ceremonies" by Randall J. Brown, Master thesis, University of Manitoba, Winnipeg, 1996.</ref><ref>"Preamble." Constitution of the Pawnee Nation of Oklahoma. Retrieved 5 Dec 2012.</ref>
 
Quando il [[cavallo]] fu introdotto dagli europei ([[XVII secolo]]) e poi si diffuse in tutte le Grandi Pianure ([[XVIII secolo]]), nella zona si mescolarono tutta una serie di popoli precedentemente sedentari, disturbati dai cacciatori-guerrieri a cavallo delle zone vicine.
Gli antichi raccoglitori e agricoltori d'estate cominciarono a organizzarsi in accampamenti di dozzine di ''[[tipi]]'' trasportabili disposti in cerchio, per praticare la caccia al [[Bison bison|bisonte]] in maniera intensiva. Le cerimonie pubbliche, in particolare la [[danza del sole]], servirono a creare nei gruppi legami più saldi e un obiettivo comune.<ref name=mandelbaum/>
 
Il potere individuale, perseguito in primo luogo con la ricerca della visione, accompagnata da automutilazioni e severe ascesi, veniva manifestato tramite la partecipazione alle incursioni belliche contro i nemici. Le società guerriere, alle quali gli individui aderivano in gioventù, divennero in breve tempo organizzazioni specializzate nella guerra, spesso con funzioni di controllo dell'ordine all'interno dei grandi accampamenti. Il successo nelle incursioni (condotte di solito da meno di una dozzina di uomini), il possesso di molti cavalli e il potere ottenuto attraverso le visioni o la [[danza del sole]] erano i segni del rango fra gli indiani delle Grandi Pianure.<ref name=mandelbaum/>
 
=== Foreste orientali ===
Coperta in origine da una fitta vegetazione, l'area delle foreste orientali (comprendente le regioni temperate degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e del [[Canada]] orientali, dal [[Minnesota]] e [[Ontario]] fino all'[[oceano Atlantico]] a est e fino alla [[Carolina del Nord]] a Sud) era abitata inizialmente da cacciatori: intorno al 7000 a.C. vennero introdotte l'[[agricoltura]], la [[Pesca commerciale|pesca]], la lavorazione della pietra e, nella zona dei [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]], del [[rame]].<ref name=Sturtevant/>
 
I Nativi abitanti quest'area comprendevano gli [[Irochesi]] e gli Uroni, e anche popolazioni di lingua algonchina, tra cui gli [[Ojibway]] (Chippewa) e i loro parenti [[Ottawa (popolo)|Ottawa]], i [[Lenape]] (o [[Delawares|Delaware]]), i [[Micmac]], i [[Narragansett (popolazione)|Narragansett]], gli [[Shawnee]], i [[Potawatomi]], i [[Kickapoo]], i [[Menominee (popolo)|Menominee]], gli [[Illiniwek|Illinois]]. Anche i [[Sioux]] abitavano originariamente delle Foreste Orientali, ma furono in larga parte spinti a ovest, verso le grandi praterie, dalle tribù algonchine armate dagli Europei.<ref name=Sturtevant>Sturtevant, William C., general editor and Bruce G. Trigger, volume editor. Handbook of North American Indians: Northeast. Volume 15. Washington DC: Smithsonian Institution, 1978. ASIN B000NOYRRA. IX</ref><ref>Sturtevant, William C., general editor and Raymond D. Fogelson, volume editor. Handbook of North American Indians: Southeast. Volume 14. Washington DC: Smithsonian Institution, 2004. ISBN 0-16-072300-0., pag. 69</ref>
[[File:Joseph Brant painting by George Romney 1776.jpg|miniatura|Joseph Brant, celebre capo [[Mohawk]] ]]
A cavallo tra il XVIII e il [[XIX secolo]] anche la maggior parte dei gruppi algonchini, e così pure degli Irochesi, furono costretti a spostarsi a ovest, verso il [[Oklahoma|Territorio Indiano]], o a nord verso il [[Canada]], dalla politica dei neonati [[Stati Uniti d'America]] che subivano la pressione dei coloni di origine europea in cerca di terra da coltivare e città da costruire, che si scontrava con il modello di vita delle tribù indiane basato su grandi spazi a disposizione; alcuni gruppi rimasero comunque nella regione, raccolti di solito in piccole comunità.<ref name=Sturtevant/>
 
Il clima freddo del nord-est e dei [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] tendeva a limitare l'orticoltura e a costringere alla raccolta delle piante selvatiche; i cibi più importanti erano il [[pesce]], gli animali da [[caccia]], lo sciroppo d'[[acero]] e il [[Riso (alimento)|riso]] selvatico. Fra i coltivatori gli uomini si limitavano in genere a preparare il terreno per la coltivazione, che era opera essenzialmente femminile. I popoli di lingua irochese erano organizzati in villaggi matrilineari guidati da un consiglio: le donne avevano un ruolo importante nel governo dei villaggi.<ref name=Sturtevant/>
 
Fra la costa orientale e i [[Grandi Laghi (America)|Grandi Laghi]] vivevano i popoli di lingua algonchina, organizzati per lo più in piccoli villaggi, semisedentari, fortemente influenzati dai loro vicini meridionali. Le attività orticole erano in genere poco sviluppate lungo la costa, dove la raccolta dava un prodotto assai abbondante. La leadership era in genere debole, il territorio mal definito e l'organizzazione politica somigliava a quella delle piccole tribù di altre zone. Queste furono fra le prime culture nomadi o seminomadi installate nell'area a subire l'impatto della diversa civilizzazione europea in espansione e nel conflitto impari tra le due civiltà molte di esse erano già scomparse prima dell'inizio del [[XVII secolo|Settecento]].<ref name=Sturtevant/>
 
=== Sud-est ===
La regione a clima tropicale che si estende a nord del golfo del [[Messico]], dalle coste dell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] al [[Texas]] centrale, era originariamente coperta di foreste di pini e popolate da daini. Nel 3000 a.C. in quest'area fu introdotta l'[[agricoltura]] che determinò un forte incremento demografico, mentre intorno al 1400 a.C. furono costruite le prime città.<ref name=Sturtevant/>
 
Al momento dell'arrivo degli Spagnoli e dei Portoghesi nei secoli XVI-XVII, però, le epidemie cominciarono a decimare la popolazione. Alcune popolazioni native di questa zona, che includevano anche i [[Cherokee]], i [[Creek (popolo)|Creek]] e i [[Seminole]], erano conosciute come le Cinque Nazioni Civilizzate, in quanto la loro economia e la loro organizzazione sociale erano più articolate e in qualche modo più vicine a quelle europee.<ref name=Sturtevant/> Nella stessa area erano insediati anche i [[Natchez (popolo)|Natchez]], ma la loro cultura, molto elaborata, fu distrutta dall'impatto degli spagnoli alla fine del XVIII secolo.<ref name=Sturtevant/>
 
Fra i gruppi più importanti del sud-est sono da segnalare anche gli [[Alabama (popolo)|Alabama]], i [[Caddo]], i [[Chickasaw]], i [[Choctaw]], i [[Quapaw]], i [[Biloxi (popolo)|Biloxi]], i [[Chitimacha]], i [[Timucua]] e i [[Tunica (popolo)|Tunica]] (Tunican). Molti di questi popoli raggiunsero i più complessi livelli culturali a nord della [[Mesoamerica]].<ref name=Sturtevant/> Un'orticoltura produttiva integrata dagli abbondanti prodotti delle foreste fornì la base materiale ai loro grandi insediamenti sottoposti all'autorità centralizzata di un capo.
 
Ebbero villaggi di centinaia di abitanti fortificati con palizzate, che contenevano grandi tumuli sui quali sorgevano i templi al cui interno ardeva il fuoco perenne e le abitazioni delle classi superiori. I capi e i re esercitavano il potere assoluto sui sudditi, nobili e popolani, e in alcuni casi comandavano più di una dozzina di villaggi. Frequenti erano le guerre e le incursioni.<ref name=Sturtevant/>
 
=== Sud-ovest ===
L'area culturale del sud-ovest si estende su una regione calda e arida di montagne e bacini cosparsi di oasi: gli abitanti di quest'area comprendente l'[[Arizona]], il [[Nuovo Messico]], il [[Colorado]] meridionale e l'adiacente [[Messico]] settentrionale, dapprima cacciatori di mammut e poi del bisonte, diedero origine a una cultura, definita arcaica, sviluppatasi tra l'8000 a.C. e il 300 ca. a.C. Sono state ritrovate tracce di culture precedenti, come i [[Cultura Clovis|Clovis]], risalenti addirittura a epoche precedenti (11.000 anni fa).<ref name=plog/>
 
Nel sud-ovest si muovevano popoli di cacciatori-raccoglitori (fra cui gli [[Tribù Apache|Apache]], gli [[Havasupai]], i [[Seri]], i [[Walapai]], gli [[Yavapai]]) ma esistevano anche popoli di orticoltori, come i [[Mohave]], i [[Navajo]], i [[Papago]], i [[Pima]], i [[Pueblo (popolo)|Pueblo]] (fra cui gli [[Hopi]] e gli [[Zuñi]]), gli [[Yaqui]], gli Yuma (Nijoras), i [[Cocopa]] e gli [[Opata]].<ref name=plog>Plog, Stephen (1997) Ancient Peoples of the American Southwest, p. 72. Thames and Hudson, London, Engla</ref> Nonostante la sua aridità, la regione offriva una certa quantità di cibi selvatici, sia animali sia vegetali, che fornivano il sostentamento necessario agli insediamenti, organizzati patrilinearmente o matrilinearmente. Erano frequenti le incursioni contro gli orticoltori vicini.<ref name=plog/>
 
Intorno al 300 a.C. alcune popolazioni del [[Messico]], a economia basata sulla coltivazione di [[mais]], [[fagiolo|fagioli]], [[zucca|zucche]] e [[melone|meloni]] in terreni irrigati, emigrarono nell'[[Arizona]] meridionale. Chiamati [[Hohokam]], furono gli antenati degli odierni [[Pima]] e [[Papago]]. L'agricoltura fu praticata anche dagli [[Anasazi]]: i loro discendenti sono gli attuali Pueblo, cui si aggiunsero in seguito gli attuali [[Navajo]] e vari gruppi di [[Tribù Apache|Apache]]. Risalgono al 1000 a.C. le prime caratteristiche tombe coperte da tumuli sepolcrali, diventate in seguito centri di culto, tipiche della prima civiltà [[Hopi]].<ref name=plog/>
 
=== Aspetti culturali ===
[[File:Ah-Weh-Eyu.jpg|thumb|Donna della [[Nazione Seneca]]]]
Benché le caratteristiche culturali, come la lingua, i costumi e le usanze varino enormemente da una tribù all'altra, ci sono alcuni elementi che si possono incontrare frequentemente e sono condivisi da molte tribù.
 
==== Religione ====
La religione più diffusa è conosciuta con il nome di [[Chiesa nativa americana]]. È una chiesa [[Sincretismo|sincretistica]] che unisce elementi dello spiritualismo nativo provenienti da un numero di differenti tribù con elementi simbolici tipici del [[Cristianesimo]]. Il suo rito principale è la cerimonia del [[peyote]]. La Chiesa del Peyote ha aiutato molto i popoli nativi a uscire dal vortice di decadenza alla quale il popolo rosso era arrivato apprendendo gli usi e costumi ma soprattutto i vizi dei bianchi, recuperando almeno in parte le proprie radici culturali perse dopo i vari stermini perpetrati dagli invasori europei per puri fini commerciali e di guadagno.
 
Molto della cultura indiana americana si è andata mischiando ai simboli cattolici degli invasori, così come già accadde anche per quello che riguardava la tratta degli schiavi africani che mischiarono tradizioni nere a quelle cattoliche pur di poter continuare a pregare le loro entità.<ref>A Brief History of the Native American Church by Jay Fikes. Retrieved 2006-02-22.</ref> Nella parte sud-occidentale degli [[Stati Uniti d'America]], specialmente nel [[Nuovo Messico]], il sincretismo tra il [[Cattolicesimo]] portato dai missionari spagnoli e la religione nativa è piuttosto comune; i tamburi, i canti e le danze dei [[Pueblo (popolo)|Pueblo]] sono regolarmente parte della [[Messa]].
 
==== Musica e arte ====
 
La [[musica dei Nativi americani]] è monofonica anche se ci sono notevoli eccezioni. La musica nativa tradizionale prevede i [[tamburo|tamburi]] ma pochi altri strumenti, anche se i [[flauto|flauti]] vengono impiegati da alcuni gruppi. La tonalità di questi flauti non è molto precisa e dipende dalla lunghezza del legno usato e dalla grandezza della mano del suonatore.<ref>Heth, Charlotte, "Overview" in The Garland Encyclopedia of World Music, pp. 367–370</ref>
 
La forma più diffusa di musica pubblica tra i Nativi americani negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] è il [[pow-wow]]. Durante questa manifestazione, così come nell'annuale ''[[Gathering of Nations]]'' ad [[Albuquerque]] nel [[Nuovo Messico]], membri di gruppi di suonatori di [[tamburo|tamburi]] si siedono in cerchio intorno a un grande [[tamburo]], mettendosi a suonare all'unisono mentre cantano nelle loro lingue native e i danzatori colorati ballano in senso orario intorno ai suonatori.
 
Le attività musicali e artistiche scandiscono la vita degli indiani molto più del lavoro, che è ridotto al minimo necessario per la sopravvivenza.
 
Le sonorità dei Nativi americani sono state riprese anche da molti artisti di musica [[musica leggera|pop]] e [[rock]], come ad esempio [[Robbie Robertson]] ([[The Band]], con [[Bob Dylan]]) originario di madre indiana.
 
L'[[arte]] dei Nativi americani costituisce una categoria importante nel panorama dell'arte mondiale. Il contributo dei Nativi americani include stoviglie di terracotta, gioielli, vestiti, sculture.
 
Nell'area delle foreste dell'est si diffusero la lavorazione della [[Cuoio|pelle]], le decorazioni di [[Vaso|vasi]], sacche, [[Cintura|cinture]], tra le quali quelle multicolori chiamate ''wampum'' con disegni simbolici.
 
In tutte le aree nordamericane molto importante è l'arte delle [[Maschera|maschere]] in legno a fini religiosi, raffiguranti [[Demone|demoni]] e spiriti.<ref name=Muse>{{cita libro | titolo=Le Muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1965 | volume=6 | p=116}}</ref>
 
Molto diffuse la [[pittura]] della pelle sia di tipo figurativo sia con temi geometrici, l'arte dell'[[intreccio]] del vimini, la decorazione di [[Ceramica|ceramiche]] e la [[tessitura]].
 
== Nativi americani nel Mesoamerica ==
[[File:Palenque 8.jpg|thumb|Rovine del grande centro cerimoniale maya di [[Palenque]]]]
Fin dal 1400 a.C. in [[Messico]] e nella parte settentrionale dell'[[America del Nord|America]] centrale fiorirono civiltà di notevole importanza, oltre a diverse tribù<ref>"Comisión Nacional para el Desarrollo de los Pueblos Indígenas. México". Cdi.gob.mx. Retrieved 2013-04-22.</ref>: sulla costa orientale del [[Messico]] gli [[Olmechi]] eressero templi e imponenti palazzi fino a cadere in declino intorno al 400 a.C. In seguito il [[Messico]] centrale fu dominato per circa duecento anni dalla civiltà di [[Teotihuacan]] e nel sud-ovest e nello [[Yucatán]] fiorì l'impero [[Maya]].<ref name=sintesis>"Síntesis de Resultados". Comisión Nacional para el Desarrollo de los Pueblos Indígenas. 2006. Retrieved 2010-12-22.</ref>
 
Nell'[[XI secolo]] il [[Messico]] era controllato dai [[Toltechi]], ai quali fecero seguito gli [[Aztechi]] e poi gli spagnoli. Le popolazioni che risiedevano nel [[Mesoamerica]] ([[Messico]], [[Guatemala]], [[El Salvador]] e la parte occidentale dell'[[Honduras]] e del [[Nicaragua]]), con la loro produzione agricola, alimentavano i grandi mercati cittadini. Erano inoltre dotate di strutture sociali complesse e svilupparono un'[[arte]] e una [[cultura]] raffinate, però distrutte quasi interamente dalla conquista spagnola.<ref name=sintesis/>
 
Le civiltà mesoamericane ebbero una scrittura geroglifica, libri di carta di corteccia, carte geografiche, la matematica posizionale e il concetto dello [[0 (numero)|zero]], gli osservatori astronomici, un calendario di grande precisione e la previsione delle [[eclissi]], complessi centri civico-cerimoniali e società stratificate con sovrani assoluti. Tutti questi popoli furono assoggettati dagli spagnoli e fatti diventare contadini a loro servizio.<ref name=sintesis/>
 
== Nativi americani nel Sudamerica ==
=== Area settentrionale e Caraibi ===
Quest'area geografica comprende ambienti molto diversificati: [[giungla|giungle]], [[savana|savane]], zone aride e la parte settentrionale delle [[Ande]]. Sin dall'epoca arcaica la popolazione che vi risiede viveva organizzata in piccole comunità. Tra i [[popoli indigeni della Colombia]], i [[Chibcha (popolo)|Chibcha]] erano famosi per l'oreficeria, mentre altri gruppi, come i [[Mosquito (nativi)|Mosquito]] del [[Nicaragua]], i [[Cuna]] di [[Panama]], gli [[Arawak]] e i [[Caribi]] dei [[Caraibi]], avevano come attività principali la caccia e la pesca.<ref>Steward, Julian H. (1948) Editor. Handbook of South American Indians. Volume 4 The Circum-Caribbean Tribes. Smithsonian Institution Bureau of American Ethnology Bulletin 143.</ref>
 
=== Area amazzonica ===
{{vedi anche|popoli indigeni del Brasile}}
 
La [[Amazzonia|regione amazzonica]] con tutta probabilità non fu abitata prima del 3000 a.C. Qui le popolazioni indigene, che lavoravano il [[Cotone (fibra)|cotone]] e si dipingevano il corpo, mantengono anche oggi molti dei costumi tradizionali anche se il loro [[habitat]] è seriamente minacciato dallo sfruttamento intensivo delle miniere e del legname. Nell'area vivono numerosi gruppi, tra cui i [[Makiritare]], i [[Tupinambá]] e quelli che parlano le lingue degli [[Arawak]] e dei [[Caribi]].<ref name=gomes>{{cita libro|M.| Pereira Gomes| The Indians and Brazil||| p=32}}</ref>
 
In queste zone spesso forti piogge dilavavano le sostanze nutrienti del suolo e queste società agricole erano costrette a spostare continuamente le coltivazioni, trasferendo spesso interi villaggi.<ref name=gomes/>
La coltivazione ''[[taglia-e-brucia]]'' di vari [[tubero|tuberi]], [[cereale|cereali]] e [[Arecaceae|palme]] forniva un'alimentazione abbondante, ma povera di [[proteina|proteine]], le cui principali fonti erano invece il [[pesce]] e le [[testudines|tartarughe]] con le loro [[Uovo (biologia)|uova]], integrate dall'esiguo prodotto di una caccia difficile a vari [[mammifero|mammiferi]] di grande e piccola taglia.
 
I villaggi erano in genere piccoli (100-1000 abitanti) e la densità bassa (ca. 2 ab./km²): questi centri erano spesso la più vasta unità di aggregazione politica. La forma più diffusa di affiliazione sociale era il [[patrilignaggio]], sebbene esistessero [[clan]] in alcuni dei centri più grandi. Nelle società più piccole la leadership era esercitata da un anziano, mentre nelle comunità più numerose gli [[sciamanesimo|sciamani]] acquisivano a volte il potere attraverso l'intimidazione. In alcune delle società dell'alta [[Amazzonia]] esistevano anche strutture di classe.<ref name=gomes/>
Gli sciamani guidavano le cerimonie della [[pubertà]], del [[raccolto]] e della [[morte]], tutte assai elaborate in quest'area culturale. Molti individui diventavano sciamani grazie all'impiego di potenti [[droga|droghe]] allucinogene.<ref name=gomes/>
 
=== Ande centrali e meridionali ===
[[File:Quechuawomanandchild.jpg|miniatura|Donna [[Quechua]] e bambino nella [[Valle sacra degli Incas]], [[Perù]]]]
La parte centrale e meridionale delle [[Ande]], quella cioè che attraversa la parte occidentale dell'[[America del Sud]], con le sue strette valli comprese tra i monti e il [[Oceano Pacifico|Pacifico]], ha ospitato grandi civiltà indigene. I popoli che abitavano i villaggi delle valli costiere del [[Perù]] centrale, edificarono dopo il 2000 a.C. grandi templi di pietra e mattoni. Dopo il crollo di queste civiltà ([[Huari]], [[Tiahuanaco]] e [[Chimú]]), tutto il moderno [[Perù]] fu conquistato dagli [[Inca]], che estesero il loro dominio anche negli attuali stati di [[Ecuador]], [[Bolivia]], [[Cile]] e [[Argentina]].<ref name=dalt>D'Altroy, Terence N. The Incas. Blackwell Publishing, 2003</ref>
 
Nel [[XVI secolo]], l'[[Impero inca]], indebolito da lotte interne, fu facilmente conquistato dai [[conquistadores]] spagnoli. Allo stato attuale sopravvivono numerose popolazioni di [[lingua quechua]] (lingua ufficiale dell'[[impero inca]]). Oltre ai [[quechua]], sono presenti altre popolazioni che mantengono ancora lingue e tradizioni di epoca [[Civiltà precolombiane|precolombiana]]. È il caso degli [[aymara]] che vivono nel Perù meridionale e in Bolivia.<ref name=dalt/>
 
=== Regione meridionale ===
In questa zona, che comprende l'[[Uruguay]], l'[[Argentina]] e il [[Cile]], vivono popolazioni contadine, come i [[Mapuche]] che tuttora abitano in villaggi e coltivano [[mais]], [[patate]] e [[cereali]]. In seguito alle invasioni spagnole questi gruppi cominciarono ad allevare anche [[Bos taurus|bestiame]] e [[cavallo|cavalli]]. Più a Sud, nelle ''[[pampa]]'', era impossibile praticare l'[[agricoltura]], perciò le popolazioni vivevano di [[caccia]] o di [[pesca (attività)|pesca]]; nei pressi dello [[stretto di Magellano]], invece, le popolazioni vivevano principalmente pescando [[foca|foche]] e [[leone marino|leoni marini]].<ref name="Lizcano">{{Cita libro|url=http://books.google.com/?id=LcabJ98-t1wC&pg=PA93&lpg=PA93&dq=chile+60%25+blancos+Esteva-Fabregat|titolo=Composición Étnica de las Tres Áreas Culturales del Continente Americano al Comienzo del Siglo XXI|isbn=978-970-757-052-8|lingua=es|autore1=Fernández, Francisco Lizcano|anno=2007}}</ref><ref>[http://www.umng.edu.co/www/resources/idsocial.doc SOCIAL IDENTITY Marta Fierro Social Psychologist.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120220125802/http://www.umng.edu.co/www/resources/idsocial.doc |data=20 febbraio 2012 }}</ref><ref>{{es}} [http://www.iidh.ed.cr/comunidades/diversidades/docs/div_docpublicaciones/Derecho%20Indigena/Cap.%202.%20Pensar%20a%20los%20indios,%20tarea%20de%20criollos.pdf massive immigration of European Argentina Uruguay Chile Brazil] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160303172534/http://www.iidh.ed.cr/comunidades/diversidades/docs/div_docpublicaciones/Derecho%20Indigena/Cap.%202.%20Pensar%20a%20los%20indios%2C%20tarea%20de%20criollos.pdf |data=3 marzo 2016 }}</ref><ref>[http://revistas.ucm.es/fll/02104547/articulos/ALHI8383110228A.PDF Latinoamerica.]</ref><ref name="BritannicaCL">{{Cita web|titolo=Chile|url= http://kids.britannica.com/comptons/article-198552/Chile |sito=Encyclopædia Britannica |accesso= 15 settembre 2012 |citazione= "Chile's ethnic makeup is largely a product of Spanish colonization. 80% of Chileans are of white European (mainly Spanish) descent".}}</ref><ref>[http://books.google.cl/books?id=GZBnvD3b_qQC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=negros+y+mulatos+en+uruguay&source=bl&ots=d2NypmNjZl&sig=izv5ErPS0p9hziixK-l-vsSyuQU&hl=es&ei=ROcoS-m-N5GQtge48M3PCw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CBoQ6AEwBg ''Historia de las repúblicas de la Plata''], Manuel González Llana</ref>
 
Questi gruppi avevano la più bassa densità di popolazione di qualsiasi altra cultura sudamericana e conoscevano solo una semplice organizzazione per bande. Tutti presentavano una scarsa produttività di alimenti e una tecnologia elementare. La religione conosceva i riti di passaggio, lo [[sciamanesimo]] e la credenza negli spiriti. [[faida|Faide]] e incursioni erano rare: la sopravvivenza di queste società dipendeva dalla loro capacità di sfuggire ai più potenti e bellicosi vicini.<ref name="Lizcano"/>
 
== Calo demografico e sterminio dei Nativi ==
{{vedi anche|Colonizzazione europea delle Americhe|Genocidio dei nativi americani|Scuole residenziali indiane}}
Per [[genocidio]] dei Nativi americani o genocidio indiano si intende il calo demografico e lo sterminio sistematico condotto con motivazioni di controllo del territorio, economiche, etniche, politiche o religiose dei Nativi americani (detti anche Indiani d'America, Pellerossa o, nel centro-sud America, Indios e Amerindi), e perpetratosi dall'arrivo degli Europei bianchi alla fine del [[XV secolo]] fino al [[secolo XX]], periodo in cui si ritene che una popolazione compresa tra i 50<ref>{{Cita libro|url=http://books.google.com/books?id=NPoAQRgkrOcC&pg=PA40&dq=pre-Columbian+population+million&cd=6#v=onepage&q=pre-Columbian%20population%20million&f=false |titolo=American colonies; Volume 1 of The Penguin history of the United States, History of the United States Series |autore=Alan Taylor |editore=[[Penguin Books|Penguin]] |anno=2002 |ISBN=978-0-14-200210-0 |p=40 |urlmorto=no |accesso=7 ottobre 2013}}</ref> e i 100 milioni morì a causa dei colonizzatori, molti come conseguenza diretta di guerre di conquista avvenuta con armi dispari, perdita del loro ambiente, [[razzismo]], cambio dello stile di vita e malattie introdotte volontariamente o accidentalmente, mentre molti furono oggetto di deliberato sterminio, poiché considerati biologicamente inferiori ([[Potere bianco|teorie di supremazia razziale]]) o culturalmente barbari (teorie di supremazia culturale).
 
L'impatto sulla composizione etnica della popolazione ebbe diversi caratteri, con differenze significative di comportamento tra i conquistatori di matrice neolatina (spagnoli e portoghesi) o anglosassoni.
 
Negli attuali [[Stati Uniti d'America]] e [[Canada]] lo sterminio fu massiccio e devastante per le popolazioni native, con scarsissime unioni tra i popoli venuti a contatto, conseguente scarsa discendenza e assimilazione culturale forzata diffusa.
 
Nel Centro e Sudamerica questo fenomeno venne contrastato da una parte consistente dei colonizzatori stessi (v. paragrafo successivo), con la conseguenza che gran parte di queste nazioni sono tuttora popolate da percentuali consistenti e a volte maggioritarie di nativi americani o da individui nati dall'unione tra l'elemento indigeno e colonizzatore. Nel Nordamerica, tra l'altro relativamente meno popolato, l'impatto fu più devastante a causa delle minori remore da parte dei colonizzatori e dalla loro minore tendenza ad unirsi alla popolazione indigena; la conseguenza è che le percentuali di indigeni nordamericani sono drasticamente più basse.
 
== La difesa degli indigeni da parte dei missionari cattolici e dei papi ==
Secondo lo studioso [[Franco Cardini]], la chiesa di Roma, pur con alcune contraddizioni interne (come ad esempio le [[Scuole residenziali indiane]]), ha agito nei secoli prevalentemente in difesa degli indigeni. Afferma Cardini: « Sarebbe ingiusto negare che molti della Chiesa cattolica si siano piegati alle esigenze delle potenze colonialistiche e alla loro pratica di violenza e rapina. Resta tuttavia un fatto: nel mondo protestante non c'è nessun missionario che sia riuscito a combattere ingiustizia e violenza con lo stesso successo con cui l'hanno fatto i cattolici: e difatti nell'America settentrionale e Oceania si sono avuti sistematici genocidi su larga scala, messi in atto soprattutto da inglesi e olandesi, che non trovano riscontro nell'America meridionale dove stragi e razzìe di schiavi ebbero certamente luogo, ma dovettero fare i conti con apostoli che difesero i nativi a viso aperto, spesso accettando insieme a loro la persecuzione. Il più famoso di costoro è senza dubbio il domenicano [[Bartolomé de Las Casas]] che convinse [[Carlo V]] a promulgare le “Nuevas Leyes”, irreprensibile codice garantista nei confronti dei nativi, che resta un modello giuridico a testimonianza del senso di equità di un sovrano cattolico e che impedì molte sopraffazioni».<ref>http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/06/10SIO1055.PDF</ref>.
 
Tra gli storici che ricalcano le posizioni di Cardini ci sono [[Rodney Stark]]<ref>Scrive R. Stark: «lo spirito dei tempi era - con l'eccezione della Chiesa cattolica - favorevole alla tratta degli schiavi» in: "A gloria di Dio. Come il cristianesimo ha prodotto le eresie, la scienza, la caccia alle streghe e la fine della schiavitù", Editore: Lindau ,2011, pagina 359 ISBN 978-88-7180-917-5</ref> e [[Eugene D. Genovese]] che affermano come la riduzione in schiavitù di interi popoli fu, in genere, osteggiata dai religiosi cattolici.<ref>Secondo Genovese «Il cattolicesimo ha impresso una profonda differenza nella vita degli schiavi. È riuscito a creare un'etica nuova e autentica nella società schiavista americana, brasiliana e spagnola» in "Roll, Jordan, Roll: The World the Slaves Made " di Eugene D. Genovese ,Editore: Vintage Books (aprile 1976) ISBN 978-0-394-71652-7</ref> Tra coloro che difesero gli indios, mettendo a rischio la propria vita fino al martirio, vi sono i frati domenicani Antonio de Montesinos (1475-1540) e Pedro de Córdoba (1482-1521), tra primi religiosi a raggiungere il Nuovo Mondo. I loro sermoni<ref>B.D. Las Casas, Historia de las Indias, en Obras Completas, 1994, volume IV ,p. 1761-1762 e 1766</ref> contro i metodi violenti utilizzati dai coloni verso la popolazione autoctona colpirono talmente uno degli amministratori locali che questi decise di prendere i voti e di schierarsi al loro fianco.
 
Si trattava del già citato [[Bartolomé de Las Casas]], oggi universalmente riconosciuto come il "protettore degli indios". Frate Francesco da Vitoria (o Francisco De Vitoria) (1492-1546) è un altro dei difensori degli amerindi: la sua azione principale fu quella di elaborare le basi teologiche e filosofiche in difesa dei diritti umani delle popolazioni indigene colonizzate. Questo lo fa annoverare tra i padri del “diritto internazionale”.<ref>T. Woods, "Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale" Regenery 2005, pag. 5-6</ref> Si ricordano inoltre le [[Riduzioni gesuite]] che cercarono di creare un modello di sviluppo equo e solidale con i locali, o episodi come la cosiddetta [[battaglia di Mbororé]], che vide i gesuiti a fianco dei nativi combattere contro i colonialisti europei.
 
Diversi atti e bolle papali nel tempo furono emanati a difesa degli indigeni. Già [[papa Eugenio IV]] (1383-1447) prima della scoperta delle Americhe, con la bolla [[Sicut Dudum]] del 1435 indicò l'atteggiamento del papato verso le popolazioni indigene (in questo caso i popoli delle Isole Canarie). In essa infatti si ordinava, sotto pena di scomunica, a chi era coinvolto nello schiavismo, che entro 15 giorni dalla ricezione della bolla si doveva «riportare alla precedente condizione di libertà tutte le persone di entrambi i sessi una volta residenti nelle dette Isole Canarie, queste persone dovranno essere considerate totalmente e per sempre libere («ac totaliter liberos perpetuo esse») e dovranno essere lasciate andare senza estorsione o ricezione di denaro».<ref>Bibliografia Henriquina, vol. 1, Lisboa 1960, p. 118-119, e Testo latino in Baronio, Annali Ecclesiastici, vol. 28, edizione 1874, pp. 219-220, https://archive.org/stream/annalesecclesias28barouoft#page/219/mode/1up</ref> Altro documento è la bolla ''[[Veritas Ipsa]]'' conosciuta anche come “Sublimis Deus" del 2 giugno 1537, emanata da [[papa Paolo III]] che proclamava «Indios veros homines esse» ("gli indios sono uomini veri") e scomunicava tutti coloro che avessero ridotto in schiavitù gli indios o li avessero spogliati dei loro beni.<ref>Dizionario di dottrina della Chiesa. Scienze sociali e Magistero Editore: Vita e pensiero, Novembre 2004 - pagina 540 ISBN 978-88-343-0588-1</ref>
 
Nell'anno 1639, [[papa Urbano VIII]], ascoltando la richiesta dei gesuiti del [[Paraguay]], emise la bolla [[Commissum Nobis (bolla)|Commissum Nobis]], che ribadiva la scomunica di Paolo III, proibendo in modo assoluto «di ridurre in schiavitù gl'Indiani occidentali o meridionali; venderli, comprarli, scambiarli o donarli: separarli dalle mogli e dai figli; spogliarli dei loro beni; trasportarli da un luogo a un altro; privarli in qualsiasi modo della loro libertà; tenerli in schiavitù; favorire coloro che compiono le cose suddette con il consiglio, l'aiuto e l'opera prestati sotto qualsiasi pretesto e nome, o anche affermare e predicare che tutto questo è lecito, o cooperare in qualsiasi altro modo a quanto premesso».<ref>"A Igreja e a escravidão: uma análise documental" di José Geraldo Vidigal de Carvalho Presença, 1985 - pagina 41</ref> Nel 1741, [[papa Benedetto XIV]] emanò la bolla ''[[Immensa Pastorum]]'' con la quale si vietava che i popoli indigeni delle Americhe e di altri paesi fossero asserviti<ref>"Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri" di Gaetano Moroni - pagina 145.</ref>. [[Papa Gregorio XVI]], nel 1839 con la bolla ''[[In Supremo Apostolatus]]'', ribadiva, la solenne condanna verso la schiavitù e la tratta degli schiavi.<ref>"Tutte le encicliche e i principali documenti pontifici emanati dal 1740: Leone XII (1823-1829), Pio VIII (1829-1830), Gregorio XVI (1831-1846) " di Ugo Bellocchi Libreria Editrice Vaticana, 1994 - pagina 272</ref>
 
Nel 1888 [[papa Leone XII]] scrisse a tutti i vescovi del Brasile affinché eliminassero completamente la schiavitù dal loro paese, dopo aver perorato in quello stesso anno la causa del cardinale Charles Lavigerie<ref>Dizionario di storia della Chiesa di [[Guy Bedouelle]], ESD-Edizioni Studio Domenicano - Febbraio 1997 ,pagina 151 ISBN 978-88-7094-265-1</ref> che fondò a Bruxelles l'associazione "Anti-Slavery Society", per raccogliere fondi a favore degli antischiavisti e le loro battaglie. Come riferimento finale della lotta contro le discriminazioni coloniali e a favore della promozione dei popoli nativi possiamo indicare l'enciclica ''[[Mater et Magistra]]'' (1961) di [[Papa Giovanni XXIII]], un pilastro della [[dottrina sociale della Chiesa]] cattolica.<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/encyclicals/documents/hf_j-xxiii_enc_15051961_mater_it.html Mater et Magistra, Lettera Enciclica sui recenti sviluppi della questione sociale alla luce della dottrina sociale, Giovanni XXIII, 15 maggio 1961]</ref>
 
== La figura del Nativo americano oggi ==
Nei tempi moderni invece, le [[Civiltà precolombiane|civiltà mesoamericane o andine]], sono state esaltate per il glorioso passato mentre vi è stata una svalutazione del presente, per la quale i discendenti di queste civiltà avrebbero subito una sorta di imbarbarimento. Questa concezione è stata talmente sostenuta che gli indigeni stessi si sono convinti della sua autenticità<ref>[[Frantz Fanon|F. Fanon]], ''I dannati della Terra'', Einaudi; nuova ediz. Edizioni di Comunità.</ref>.
 
Parallelamente alla diffusione di questi stereotipi negativi sugli indigeni americani, si è assistito alla fioritura del mito del ''[[buon selvaggio]]'' di [[Jean-Jacques Rousseau]]<ref>A. Gerbi, ''La disputa del nuovo mondo'', Adelphi, 2000</ref>. Ovviamente anche questa è una distorsione della realtà che si basa su una visione dualistica incentrata sulla dicotomia bene/male.
 
Nel corso degli anni sono fioriti tutta una serie di luoghi comuni sui nativi americani molto spesso veicolati anche da mezzi di comunicazione di massa come i [[fumetto|fumetti]], il [[cinema]], la [[televisione]], la [[pubblicità]], i [[videogiochi]] . Negli Stati Uniti d'America viene celebrato ogni anno il Native American Heritage Month, un festival dedicato ai nativi della durata dell'intero mese di novembre<ref>[http://nativeamericanheritagemonth.gov/about/ Native American Heritage Month]</ref>.
 
''«L'indiano immaginario è diventato una delle icone della società dei consumi. Il risultato è stata la riduzione delle culture native a una serie di slogan e di atteggiamenti semplicistici e paternalisti; molte delle immagini degli Indiani della pubblicità hanno un'intenzione positiva perché rivelano qualità come il coraggio, la prestanza fisica e la naturale virtù, qualità che, si crede, gli indiani abbiano posseduto prima del contatto coi bianchi. La pubblicità rinforza l'opinione che gli indiani migliori erano quelli di una volta; come simbolo consumista l'indiano è ammirato per valori che i consumatori associano con la società preindustriale.»''<ref>D. Francis, ''The Imaginary Indian'', 1992, citato in: [http://www.hakomagazine.net/issue.htm "HakoMagazine"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060507113650/http://www.hakomagazine.net/issue.htm |data=7 maggio 2006 }} nº8, ''L'Indiano Immaginario''</ref>
[[File:Benjamin west Death wolfe noble savage.jpg|thumb|left|upright=0.8|Particolare della ''Morte del generale Wolfe'' di [[Benjamin West]]. Il ritratto di questo indiano d'America creato da West è stato considerato un'idealizzazione nella tradizione del "buon selvaggio"<ref>Vivien Green Fryd, "Rereading the Indian in Benjamin West's ''Death of General Wolfe''", in ''American Art'', IX, 1 (spring 1995), p. 75.</ref>.]]
I Nativi americani non sono da considerarsi ''fossili sociali'' nel senso che non hanno fissato uno stadio di sviluppo della loro cultura in senso identitario. Gli indigeni salvaguardano sì i loro modi di vita, ma operando su di esse modifiche continue, resistendo proprio grazie alla capacità di mutamento. In tutto il continente americano ci sono ancora circa 43 milioni di persone (3 milioni nell'America del Nord e più di 40 in quella del Sud) che conducono stili di vita che discendono da quelli in uso nell'età precolombiana, anche se pur in parte adattati e modificati.
 
L'atteggiamento attuale nei confronti dei Nativi è bivalente: da una parte quello del silenzio, dall'altra si cerca di porsi a favore dell'integrazione. Quest'ultimo comportamento viene da molte parti incoraggiato in quanto considerato utile per far uscire gli indigeni dal loro ''sottosviluppo''. Tuttavia alcuni sollevano obiezioni sul come viene intesa l'integrazione e lo sviluppo e sul fatto che vengono imposte categorie europee o, comunque, occidentali. Chi sostiene queste obiezioni afferma che lo sviluppo sia identificato solo con quello tecnologico occidentale, senza tener conto che una politica assimilazionistica, basata magari sulla formalità tutta esteriore del ''[[politicamente corretto]]'', potrebbe causare uno svuotamento della loro cultura e della loro identità<ref>R. Romano, ''America indiana: storia, cultura, situazione degli Indios'', Einaudi, 1976</ref>.
 
''«Non esiste un mitico mondo indigeno unitario, sottratto al divenire storico, ma esistono delle culture indigene che salvaguardano alcuni loro tratti essenziali attraverso una lunga lotta di resistenza. Questa resistenza non avviene in una situazione di chiusura totale verso l'esterno, anche se in essa gioca un ruolo rilevante la simulazione, intesa come accettazione apparente o epidermica dei valori dei dominatori. Si stabilisce, di fatto, un'interazione reciproca tra le diverse culture, che trasforma in profondità la loro struttura. Il termine ''mestizaje'', pur con la sua genericità, definisce questo impasto originale, in continua evoluzione.»''<ref>A. Melis, ''Tradizione culturale e resistenza nel mondo indigeno'', in: ''Dimensioni e problemi della ricerca storica'', 1992</ref>
 
<!--La frattura tra questi due mondi, colonizzati e i colonizzatori, non è comunque stata ancora ricomposta completamente: il passato continua a influenzare, spesso in modo tragico, il presente. La presa di coscienza della propria storia e la rivendicazione sistematica dei propri [[Diritti umani|diritti]] si è iniziata solamente nel [[XIX secolo]]. Spesso gli indigeni, per non far scomparire le loro culture, utilizzano una strategia basata sulla resistenza al dominio imposto. È una tattica sotterranea, spesso silenziosa, che raramente sfocia in azioni dimostrative ma non per questo meno decisa e risoluta.-->
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia e riferimenti ==
* {{cita libro|||Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna|2006|Carlo Delfino editore|Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589019|isbn=88-7138-430-X}}
{{vedi anche|Bibliografia sulla storia dei nativi d'America}}
* {{cita libro|||Grande Enciclopedia della Sardegna|2007|Newton&ComptonEditori|Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10}}
* {{cita libro|Wilcomb E.| Washburn|Gli indiani d'America|2006| Editori Riuniti| ISBN= 9788835957409}}
* AA.VV. ''"Dove Soffia il Vento, Canti degli Indiani d'America"'' - Traduzioni di ''S. Zavatta'' - l'Aleph, [[Newton Compton]]
* Bosch-Gimpera P., ''L'America precolombiana'' , Vol. 7 di: ''Nuova storia universale dei popoli e delle civiltà'', UTET, 1970
* Brown D., ''Seppellite il mio cuore a Wounded Knee'' - Mondadori (Oscar storia), 1994
* [[Raffaele d'Aniello|D'Aniello, R.]] - ''"Dizionario degli Indiani d'America"'' - Grandi Manuali Newton
* Disselhoff, H.-D., ''Le civiltà precolombiane'', Bompiani, 1983
* Erdoes, R. e Ortiz, A. - ''"Miti e leggende degli indiani d'America"'' - Arnoldo Mondadori - [[1994]]
* Erdoes, R. e Ortiz, A. Marchiori, M. - ''American Indian myths and Legend, "Miti e Leggende degli Indiani d'America"'' - Arnoldo Mondadori Editore
* Fiorentino D., ''L'America indigena: popoli e società prima dell'invasione europea'', Giunti, 1992
* [[Rolando Gonzalez|Gonzalez, R.]] et al. ''"[http://www.nature.com/cgi-taf/DynaPage.taf?file=/nature/journal/v425/n6953/abs/nature01816_fs.html Craniometric evidence for Palaeoamerican survival in Baja California]"'', Nature 425, pp.&nbsp;62&nbsp;– 65, 4 settembre [[2003]]
* luis Hamilton, C. e A. Dell'Orto - ''Cry of the Thunderbird, "Sul Sentiero di Guerra"'' - Universale Economica [[Feltrinelli]]
* Jacquin Philippe- ''"I Pellerossa, Popolo delle praterie"'' - Universale electa/ gallimard - [[1987]]
*{{cita libro |Jacquin Philippe, Leroux A., Bertrand B., Mocchia F. | titolo= Storia degli indiani d'America| editore= Mondadori|pp = 214|anno= 6 giugno 2017|ed= 3 |isbn= 978-88-04-67817-5|cid = |lingua= it}}
* Losurdo Domenico - ''L'ebreo, il nero e l'indio nella storia dell'Occidente'', Urbino, Quattro venti, 1999.
* Lowie, R. H. - ''Indians of the Plains, "Gli Indiani delle Pianure"'' - Arnoldo Mondadori Editore
* Milani M. - ''"Little Big Horn, L'ultima battaglia del generale Custer"'' - [[Mursia]] - [[1992]]
* Müller D. - ''"Voci e tamburi lontani"'', La musica ispirata agli indiani d'America, con CD - [[Zecchini Editore]] - [[2007]]
* [[Walter Pedrotti|Pedrotti, W.]] - ''"Vita di un popolo guerriero, I Sioux"'' - Demetra
* [[Walter Pedrotti|Pedrotti, W.]] - ''"Le guerre Indiane"'' - Demetra
* [[Mario Polia|Polia M.]]''"Gli indios dell'Amazzonia"'' - Milano, Xenia, 1997
* Romano R., ''America indiana: storia cultura situazione degli Indios'', Einaudi, 1976
* Rossi R. - ''"La vita in un campo indiano"'' - Idea libri - [[1999]]
* Séjourné L., ''America precolombiana, Vol. 21 di: Storia universale Feltrinelli, Feltrinelli'', 1971
* [[David Stannard|Stannard, D.]] ''"Olocausto americano"'', [[Bollati Boringhieri]], [[Torino]], [[2001]] ISBN 88-339-1362-7
* [[Paul Ulrich|Ulrich, P]] - ''"L'America alla Conquista del Far West"'' - Edizioni Ferni, Ginevra
* [[Robert Utley|Utley, R.]] - ''"Toro Seduto, La sua vita, i suoi tempi"'' - Arnoldo Mondadori Editore
* [[James Welch|Welch, J.]] - ''"La luna delle foglie cadenti"''
* Woman, R. E. - ''"I Pellerossa, Piccolo grande popolo"'' - Emi - 1985
* [[Vittorio Zucconi|Zucconi, V.]] - ''"Gli Spiriti non dimenticano, Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux"''- [[Arnoldo Mondadori Editore]]
* [[Fabrizio De André]] (l'indiano) - "''Fiume Sand Creek''" - Canzone che dipinge poeticamente il massacro dei pellerossa da parte dei coloni europei
* Alessandro Martire - "''I leggendari guerrieri delle praterie''" - Edizioni Altravista, 2009, Pavia
* [[Aby Warburg]], ''Gli hopi. La sopravvivenza dell'umanità primitiva nella cultura degli Indiani dell'America del Nord'', [[Nino Aragno Editore]] ([[2006]]). ISBN 978-88-8419-121-2
* {{Cita libro|Shirley
| Hill Witt
| Scritti e racconti degli indiani americani
| Jaca Book
| 1983
|coautori= Stan Steiner
|ISBN = 88-16-40008-0
}}
 
== Voci correlate ==
{{Div col|cols=2|small=no}}
* [[Bibliografia sulla storia dei nativi d'America]]
* [[Caribe (etnia)]]
* [[Colonizzazione europea delle Americhe]]
* [[Civiltà precolombiane]]
* [[Classificazione dei nativi americani]]
* [[Guerre indiane]]
* [[Mummia della Caverna dello Spirito]]
* [[Popoli indigeni della Colombia]]
* [[Popoli indigeni del Brasile]]
* [[Riserva indiana]]
* [[Edward Sheriff Curtis]], esploratore e fotografo statunitense
* [[Henry Schoolcraft]], geografo, geologo ed etnologo statunitense
* [[Nativi americani degli Stati Uniti]]
* [[Naso (popolo)]]
* [[Acheri]]
{{Div col end}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comunas.it/bono/|La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna}}
* {{cita web|http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2003/09_Settembre/04/indiani.shtml|Crani fossili di paleoamericani}}
* {{cita web|http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/07_Luglio/05/fossile.shtml|I primi americani 40.000 anni fa}}
* {{cita web|http://www.bia.gov/DocumentLibrary/HeritageMonth/index.htm|Storia del Native American Heritage Month}}
 
{{ControlloComuni della provincia di autoritàSassari}}
{{Portale|america|antropologia|sociologia|storiaSardegna}}
 
[[Categoria:NativiBono (Italia)| americani]]
[[Categoria:Personalità del vecchio West]]