Niscemi e Henry de Montherlant: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Divisione amministrativa
|Nome = Henry Marie Joseph Frédéric Expedite Millon de
|Nome=Niscemi
|Cognome = Montherlant
|Panorama=Collina_Niscemi.jpg
|Sesso = M
|Didascalia=
|LuogoNascita = Parigi
|Bandiera=Niscemi-Gonfalone.png
|GiornoMeseNascita = 21 aprile
|Voce bandiera=
|AnnoNascita = 1896
|Stemma=Niscemi-Stemma.png
|LuogoMorte = Parigi
|Voce stemma=
|GiornoMeseMorte = 21 settembre
|Stato=ITA
|AnnoMorte = 1972
|Grado amministrativo=3
|Epoca = XX
|Divisione amm grado 1=Sicilia
|Attività = scrittore
|Divisione amm grado 2=Caltanissetta
|Attività2 = drammaturgo
|Amministratore locale=Francesco la Rosa
|Attività3= poeta
|Partito=
|Nazionalità = francese
|Data elezione=21/05/2012 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Immagine = Henry de Montherlant - sunglasses.jpg
|Data istituzione=
|DimImmagine = 200
|Latitudine gradi=37
|Didascalia= Henry de Montherlant
|Latitudine minuti=9
|Latitudine secondi=0
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=14
|Longitudine minuti=23
|Longitudine secondi=0
|Longitudine EW=E
|Altitudine=332
|Superficie=96
|Note superficie=
|Abitanti=27946
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/pop2012/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2012.
|Aggiornamento abitanti=
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Caltagirone]] (CT), [[Gela]], [[Mazzarino]]
|Codice postale=93015
|Prefisso=[[0933]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=085013
|Codice catastale=F899
|Targa=CL
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=1164
|Diffusività=
|Nome abitanti=niscemesi, santamarioti
|Patrono=Maria SS. del Bosco
|Festivo=seconda domenica d'agosto
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Niscemi (province of Caltanissetta, region Sicily, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Niscemi nella provincia di Caltanissetta
|Sito=http://www.comune.niscemi.cl.it/
}}
[[File:Henry de Montherlant signature.svg|thumb|Firma di Henry de Montherlant]]
 
Di [[Nobiltà|nobile]] famiglia, ultimo esponente della tradizione del [[decadentismo]], fu combattente volontario nella [[prima guerra mondiale]] e, come intellettuale, ispirato da [[Nietzsche]] e [[Gabriele D'Annunzio]] nella concezione [[Superomismo|eroica]] e [[Aristocrazia|aristocratica]] della vita. Durante la sua vita oscillò tra [[estetismo]] [[Paganesimo|paganeggiante]] e [[cattolicesimo]], esprimendo nelle sue opere un certo anti-[[sentimentalismo]], il culto dell'[[Avventuriero|uomo d'azione]] e un forte [[individualismo]]. Dopo la [[seconda guerra mondiale]], fu accusato di [[collaborazionismo]] "morale" con il [[Governo di Vichy|regime filonazista di Vichy]] e gli fu impedito di scrivere per un anno. Riprese in seguito la sua attività. Si diede la morte nel [[1972]]. Fu [[Accademico di Francia]] dal [[1960]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/henry-millon-de-montherlant/ Montherlant, Henry Millon de], Treccani.it</ref>
'''Niscemi''' è un [[comune italiano]] di 27.946 abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Caltanissetta]] in [[Sicilia]].
 
==Biografia==
È il terzo comune della provincia per numero di abitanti dopo [[Gela]] e [[Caltanissetta]].
{{Citazione|Che cosa sarebbe la mia vita, senza il periodo passato in guerra? Sarei stato buono soltanto da bambino.|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Pietà per le donne|città=Milano|anno=1958|pp=239}}}}
 
Di origini bretoni e catalane<ref>{{cita libro|titolo=Je choisis ... mon théâtre: Encyclopédie du théâtre contemporain|autore=Jean Bergeaud|editore=Éditions Odilis|anno=1956|p=451|url=https://books.google.it/books?id=iaxJAAAAMAAJ&q=breton+et+catalan+montherlant&dq=breton+et+catalan+montherlant&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiS0uPOvvbXAhWDxxQKHTsnBXMQ6AEILTAC}}</ref>, figlio unico di Joseph e Marguerite Camusat de Riancey e nobile progenie, trascorse i primi anni dell'infanzia accanto a un padre preoccupato delle finanze familiari, a una nonna materna corrucciata e ansiosa, agli zii e al nonno, il Conte de Riancey, uomo politico, campione della monarchia e della religione (la nobiltà risale fino a Robert Millon, Seigneur d'Abbémont, nel sedicesimo secolo; il trisavolo era stato deputato all'Assemblea nazionale e della Costituente, poi ghigliottinato); ovvero in una atmosfera di memorie dotate di spessore, castellani, antichi lombi, oggetti d'arte e da collezione, belle donne e cavalli da corsa.<ref name=Nicoletti>{{Cita|Nic|p. 439}}</ref>
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il centro abitato è situato su un [[altopiano]], posto a 332 metri dal livello del mare. Il comune ha una superficie di 9.654 ettari per una densità abitativa di 282 abitanti per chilometro quadrato. Niscemi è situata su una collina rientrata nella parte dei [[Monti Erei]] e alle pendici degli [[Monti Iblei|Iblei]], con un fantastico panorama occidentale sulla vallata del fiume Maroglio e la [[Piana di Gela]]. Niscemi dista 76&nbsp;km da [[Caltanissetta]], 90&nbsp;km da [[Catania]], 66&nbsp;km da [[Enna]], 195&nbsp;km da [[Messina]], 227&nbsp;km da [[Palermo]], 59&nbsp;km da [[Ragusa]], 127&nbsp;km da [[Siracusa]] e 326&nbsp;km da [[Trapani]].
 
Studiò a Sainte-Croix de Neuilly e superò il [[maturità francese|bachot]] nel 1912. Nel [[1909]], avendo assistito a Bayonne a una corsa di tori, concepì grande passione per la [[corrida]], si esercitò nell'arte di toreare, e fu proprio in occasione di una [[becerrada]] che il suo nome comparve per la prima volta su un giornale, ''Le Torero'' di [[Nîmes]].
== Storia ==
=== Origini ===
I primi insediamenti nel territorio di Niscemi risalgono al [[IX secolo]], quando gli arabi costruirono un borgo fortificato di ''Fata-nascim'' (''passo dell'olmo'').
 
La [[tauromachia]], di cui fu particolarmente appassionato (a quindici anni uccise il suo primo toro), gli ispirò uno dei suoi migliori libri: ''[[Les Bestiaires]]'' ([[1926]]). Nell'arte del toreare Montherlant vide l'antico culto [[Mitraismo|mitraico]]<ref>«Mithra uccide il Toro: ma ecco che dal sangue si genera il vino, dal midollo il grano e tutti i vegetali, dallo sperma le bestie buone agli uomini. Dall'atto sanguinario originano i beni della terra: il corno taurino si è fatto simbolo di abbondanza. Domani, sino alla fine dei tempi, Mithra rinnova il sacrificio del Toro divino. E da esso scaturisce non più questa vita terrena ma la risurrezione dei corpi e delle anime, coi castighi e le felicità eterne.»</ref> oltre che un simbolo della passione umana<ref>«La tauromachia è qualcosa che va molto lontano. Il dramma taurino, noi possiamo incontrarlo a tutte le cantonate della vita e per tutta la vita. Avrei molte cose da dire a questo proposito e con profondità ben maggiore di quando ne scrivevo trent'anni fa. Quello che dovrei dire è essenzialmente questo: il dramma del toro, nel quarto d'ora della corrida, riproduce la vita dell'uomo, riproduce il dramma dell'uomo: nella passione di un animale l'uomo viene ad assistere alla sua passione». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=IV Nota|titolo=Il cardinale di Spagna|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1960}}</ref>; la tauromachia è trattata anche con «l'intenzione di dare al fatto di sangue radici mitiche, senso divino».<ref>{{cita libro|titolo=Il Sole nero dei poeti: saggi sulla letteratura francese dell'Otto-Novecento|autore=Maria Luisa Belleli|editore=S. Sciascia|città=Caltanissetta|anno=1975|p=305}}</ref> Nel 1925, durante una corrida ad [[Albacete]], un toro gli perforò il polmone destro, ferendolo gravemente.<ref name=brullo/>
Testimonianze successive si possono ricostuire grazie alla presenza delle necropoli con le tombe a tholos e a forno nel [[Cultura di Castelluccio|periodo castellucciano]], risalenti al XIII secolo. A conferma di ciò, un passo del ''Dizionario Topografico della Sicilia'', redatto da [[Vito Amico]] riporta: «sia nei fianchi che nelle falde del colle occorrono sepolcri anche per corpi giganteschi, monete di ogni metallo, vasi, lucerne, ampolle, e più di un pavimento saccheggiato coll'epigrafe Alba si è rinvenuto».
 
Divideva il suo tempo tra il circolo sportivo «L'Auto» e il patronato cattolico «Le Bon Conseil», leggendo avidamente, disegnando e facendo i primi tentativi di scrittura giovanile (''La vie de Scipion'' – mai pubblicato – quando aveva appena dieci anni e ''Pro Unà Terrà'', in collaborazione con Faure-Biguet, nel 1907)<ref name=Nicoletti/>; a venti anni pubblicò a sue spese, dopo il rifiuto di undici editori, ''La Releve du Matin'', un omaggio ai soldati della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]]<ref>{{Cita|Vat|p. 15}}.</ref>, a cui aveva preso parte, volontario, come soldato semplice.
A seguito della conquista normanna, il nome della città divenne, con diploma del [[1143]], ''Nixenum''. Diventato un feudo rustico il territorio subì radicali mutamenti fin quando, nel 1324, un ramo della famiglia Branciforte, si trasferì da Piacenza in Sicilia (XIII secolo) e comprò la terra di Nixenum.
 
Rimpiangendo lo spirito della guerra e trovando il mondo del dopoguerra abietto, Montherlant sentì la necessità di dar vita con alcuni amici ad una società segreta, che fu chiamata «l'Ordre».
Ma la tradizione fa risalire la nascita del paese al racconto che nel [[1599]], Andrea Armao, un pastore del bosco di ''Santa Maria'' (che divenne poi il nome della città), avesse smarrito un bue, di nome Portagioia, e, dopo averlo cercato invano nella boscaglia, lo trovò chino davanti a una fonte di acqua dove vi era l'immagine di una Madonna, secondo la leggenda dipinta da mani angeliche su una tela di seta. Lì venne costruita una chiesa che rappresentò il centro del piccolo nucleo di abitazioni. Anche in tempi attuali, nonostante la posizione in periferia, la chiesa ricopre una notevole importanza simbolica per gli abitanti di Niscemi<!--<ref>[http://www.comune.niscemi.cl.it/_citt%C3%A0/_citt%C3%A0.htm http://www.comune.niscemi.cl.it/_citt%C3%A0/_citt%C3%A0.htm]</ref>-->.
 
I membri de «l'Ordre» si richiamavano ai [[Cavalleria medievale|cavalieri]] o ai [[samurai]] e al pari di questi disprezzavano la società borghese; «non potrebbe essere altrimenti per uno che possiede una civiltà interiore più rara e più avanzata di quella che circola intorno a lui». Alla base dell'«Ordre» erano sottesi valori come la ''droiture'', la ''fierté'', il ''courage'', la ''sagesse'', poi la ''fidélité'', il ''respect de sa parole'', il ''maîtrise de soi'', il ''désintéressement'' e la ''sobriété''. I colori erano il nero e il bianco; le donne non erano ammesse e il cristianesimo – «tra le cause dell'indebolimento dell'esercito romano alla fine dell'Impero» – era assente. La vita dell'«Ordre» durò circa dieci mesi.<ref>{{cita web|lingua=fr|titolo=En 1919, création de l’Ordre|url=http://www.montherlant.be/biographie-03-voyageur.html}}</ref>
Nel [[1627]] Giuseppe Branciforte, allora principe di Butera, ottenne dal sovrano [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]] la nomina di principe di Niscemi.
 
[[File:Montherlant par J-Emile Blanche 1922.jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Jacques-Émile Blanche]], ''Ritratto di Henry de Montherlant'' (1922), Musée des Beaux-Arts de Rouen.]]
Nel [[1693]] si verificò il [[terremoto del Val di Noto]] che distrusse buona parte della [[Sicilia orientale]] e danneggiò in larga misura il borgo feudale di Niscemi. Si rese necessaria la ricostruzione di gran parte dell'abitato, tuttavia la planimetria non mutò, ma le principali chiese furono ricostruite nel luogo originale di edificazione.
Nel [[1922]] scrisse ''Le songe'' e nel [[1923]] ''Les Olympiques'', opera nella quale celebrava i cultori dell'[[atletica leggera]]. Entrambi i testi sono una rassegna dei sogni eroici del giovane Montherlant. Egli cesella personaggi còlti nella solennità, quasi religiosa, dei campi di battaglia o delle palestre, esalta lo sforzo fisico, il coraggio, la virile abnegazione, il gusto dell'avventura, il superamento delle debolezze tipiche degli uomini comuni.<ref name=giorgetto>{{Cita libro|autore=Giorgetto Giorgi|capitolo=Montherlant|titolo=Dizionario critico della letteratura francese: diretto da Franco Simone, I|città=Torino|editore=U.T.E.T.|anno=1972|p=835}}</ref> Parallelamente, in ''Aux fontaines du désir'' ([[1927]]), abbracciò il culto della rinuncia come dominio di sé; il rifiuto, per Montherlant, è più nobile del desiderio.
 
I suoi primi successi furono la [[tetralogia]] ''[[Ragazze (tetralogia)|Les jeunes filles]]'' ([[1936]]-[[1939]]; composto da: ''Le ragazze da marito'', ''Pietà per le donne'', ''Il demone del bene'', ''Le lebbrose'') e ''[[Gli scapoli|Les célibataires]]'' ([[1934]]). In ''Les jeunes filles'' Montherlant si scaglia contro il richiamo della ''tendresse'', contro il sentimentalismo, particolarmente vivi nell'animo femminile e che rischiano di corrompere l'uomo («La storia dell'umanità, da [[Eva]] in poi, è la storia degli sforzi fatti dalla donna, perché l'uomo sia sminuito e soffra, e divenga il suo uguale»).<ref name=giorgetto/>
=== Età contemporanea ===
Il 10 [[ottobre]] [[1838]] re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] con tutto il suo seguito passò da Niscemi. Il 12 [[gennaio]] [[1848]] la città prese parte all'insurrezione popolare contro il governatore borbonico e il 24 [[maggio]] [[1860]] aderì alla rivoluzione garibaldina. Negli [[anni 1940|anni quaranta]] imperversò il [[banditismo]] nel territorio, con la famosa Banda dei Niscemesi di Rosario Avila e Salvatore Rizzo.
 
Montherlant, in quest'opera, alza la sua protesta contro un'epoca in cui i grandi valori individuali vanno spegnendosi e la democrazia diffonde [[conformismo]]. All'anticonformismo [[Virilità|virile]] si contrappone, secondo l'autore, il conformismo femminile: cioè la mimetica capacità delle donne di adattarsi alla vita, di sposarla nella sua contradditorietà e mediocrità, senza mai misurarla al paragone di un'ideologia, di un assoluto. Uno dei protagonisti principali è Pierre Costals, un alter ego dell'autore, una sorta di esteta [[D'Annunzio|dannunziano]] simile ad [[Il_piacere_(romanzo)#Andrea_Sperelli|Andrea Sperelli]]<ref>[https://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/171/8845915646.htm Henry de Montherlant. Le ragazze da marito - recensione]</ref> che proclama: {{quote|Una donna deve essere trattata come un'amante, e ciò non per un capriccio passeggero, ma costantemente.|H. de Montherlant, ''Le ragazze da marito''}}
Il [[12 ottobre]] [[1997]] si verificò a Niscemi una [[Frana di Niscemi|frana]] di vaste proporzioni che lasciò senza casa centinaia di persone. La chiesa delle Sante Croce subì gravi danni e in seguito fu abbattuta assieme ai fabbricati più pericolanti.
L'opera, tacciata di [[misoginia]], fu definita da [[Simone de Beauvoir]] una «cafoneria».<ref>{{cita libro|autore=Simone de Beauvoir|capitolo=Miti: Montherlant o il pane del disprezzo|titolo=Il secondo sesso|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1961|pp=249-263}}</ref> In questo periodo lo scrittore viaggiò molto, specie in [[Spagna]], [[Italia]] ed [[Algeria]].
 
Da cattolico, con venature pagane, Montherlant vide nella [[Cattolicesimo|Chiesa romana]] l'erede ideale della [[Impero romano|tradizione imperiale]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/henri-de-montherlant_(Enciclopedia-Italiana)/ ''MONTHERLANT, Henri de''], in «[[Enciclopedia Italiana]]», Appendice I, Roma 1938, ''ad vocem''.</ref> Nella sua opera risentì molto degli scritti di [[Paul Adam]]<ref>{{cita libro|autore=Jean-François Domenget|titolo=Montherlant critique|capitolo=Sous la bannière de la droite|città=Genève|editore=Droz|anno=2003|p=40}}</ref>, [[Maurice Barrès]] (dal quale ereditò il culto dell'individualismo e della forza<ref name=lauro>{{Cita news|autore=Carlo Lauro|titolo=La coppia è un ingranaggio di avventure |pubblicazione=L'Indice dei libri del mese|anno= 2000|numero= 12|p=11|url=
Nell'ultimo decennio, il paese è stato soggetto a una escalation di problemi di legalità, fino a portare nel [[2003]] al commissariamento dell'interno della giunta comunale e alla sfiducia del sindaco per condizionamento mafioso.
http://www.digibess.it/fedora/repository/lindicescarl:LINDICE-00187-0011}}</ref>), [[Paul Bourget]]<ref>{{fr}}{{cita news|autore=Henry de Montherlant|titolo=Charles Maurras|pubblicazione=Le Nouveau Mercure|data=n. 4, aprile 1923|pp=9-12}}</ref><ref>{{Cita|Pas|p. 69}}</ref>, [[André Gide]]; ma anche dell'influsso della grande tradizione religiosa del Seicento francese, da [[Jean Racine|Racine]] e [[Pierre Corneille|Corneille]] a [[Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet]] – soprattutto per lo splendore magniloquente della sua prosa e per la statura grandiosa dei suoi personaggi –, di [[Marco Aurelio]] e [[Seneca]], dei poeti persiani [[Firdusi]], [[Saˁdi]], [[Hafez]], dei cinesi [[Li Bai]] e [[Du Fu]], della cultura giapponese dell'epoca [[Periodo Edo|Tokugawa]].<ref>{{cita web|titolo=Ce que je dois aux maîtres de l’Iran (I)|url=http://www.teheran.ir/spip.php?article287#gsc.tab=0}}</ref>
 
Non bastano tuttavia questi autori a spiegare interamente in Montherlant l'uomo e l'artista. Ad essi si aggiungono lo [[Stendhal]] dei cinici e risoluti [[eroi]], e [[Charles Maurras|Maurras]], evidente nella sua influenza quando Montherlant si dichiara cattolico di tradizione ma incredulo cattolico, per la difesa di un determinato ordine temporale ma anticristiano. Su tutto incombe l'ombra di [[Nietzsche]] e quella di [[Gabriele d'Annunzio]], che si spinse d'altra parte a complimentarsi con lui e a cui Montherlant rese ampiamente omaggio negli ultimi ''carnets''.<ref>«I miei due primi libri, ''La Relève du Matin'' e ''Le Songe'', sono addirittura impregnati del ''Fuoco'' fino all'intossicazione. Lo stesso si dica del capitolo finale dei ''Bestiaires''. Nelle ''Olympiques'' vi è l'influenza di un altro D'Annunzio. [...] D'Annunzio riappare nel ''Solstice de Juin''. [...] A partire dal ''Solstice'', l'influenza di D'Annunzio su me sparisce. Io scrivo, da allora, per il Teatro, e penso che nel Teatro bisogna rifuggire dalla poesia, come dal diavolo. Ma avevo subito quella influenza fino a quarantacinque anni!». {{Cita|Maurizio Serra|p. 211}}; {{cita news|autore=Henri de Montherlant|titolo= D'Annunzio ed io|pubblicazione=Il Giornale d'Italia|data=9-10 luglio 1963|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/ritagliostampa/BNCR_1968218/BNCR_1968218/1/original}}</ref><ref>{{Cita news|autore=[[Francesco Casnati]]|titolo=Montherlant|pubblicazione=Vita e Pensiero|data=febbraio 1952|p=91}}</ref>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Centro storico ===
[[File:Comuneniscemi.jpg|right|200px|thumb|Piazza Vittorio Emanuele III]]
Il [[centro storico]] risale alla seconda metà del [[XVII secolo]]. La piazza Vittorio Emanuele III ha forma rettangolare e su di essa si affacciano la Chiesa Santa Maria d'Itria e la Chiesa dell'Addolorata, oltre che il Palazzo di Città. Quest'ultimo fu costruito tra il [[1870]] e il [[1882]], in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]].
 
===Avant-guerre===
=== Architetture religiose ===
{{Citazione|Scolaro, la mia famiglia mi assegnò un padre spirituale gesuita di destra al fine di controbilanciare l'influenza del collegio democristiano (di sinistra) in cui mi trovavo. Ciò ha influito nella mia vita facendomi di volta in volta apparire ambiguo ed equilibrato.|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=La Marée du soir|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|pp=74-75}}}}
* Chiesa Santa Maria D'Itria, sorge in piazza Vittorio Emanuele III. Ricostruita dopo il [[Terremoto del Val di Noto|terremoto del 1693]] a partire dal [[1742]] con il contributo della popolazione e sotto la direzione dell'architetto [[Messina|messinese]] Giuseppe La Rosa, è una chiesa a croce latina con tiburio centrale, presenta quattro nicchie laterali con le statue degli evangelisti [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]] e [[Marco evangelista|Marco]] e gli apostoli [[Pietro apostolo|Pietro]] e [[Paolo apostolo|Paolo]]. La facciata è incompleta nel fastigio terminale. Gli interni furono decorati tra il [[1863]] e il [[1864]].
 
Dal [[1932]] al [[1940]] visse l'avant-guerre dialetticamente. Rinunciò alla pubblicazione integrale della ''Rose de sable'', perché conteneva pagine a favore dei musulmani dell'Africa del Nord, quindi un atteggiamento critico nei riguardi della dominazione francese in Algeria («In guerra, negli stadi, avevo visto la violenza solo da pari a pari: violenza sana. Nel Nord Africa la vedo esercitata dal forte, dall'europeo, sul debole, sul nativo»<ref>{{cita libro|lingua=fr|titolo=Montherlant par lui-même|autore2=Henry de Montherlant|autore1=Pierre Sipriot
* Chiesa dell'Addolorata, fondata nel [[1753]], sul sito di una rusticana ''aedicula'', ad opera dell'architetto [[Caltagirone|calatino]] Silvestro Giugliara. La sua architettura si sviluppa intorno ad uno spazio centrale a forma di ottagono allungata a navata unica con portale ad arco. All'esterno esibisce un raffinato prospetti settecentesco della [[Sicilia]] [[Tardo barocco|barocca]]. La facciata presenta una convessità rimarcata dalle quattro lesene, concluso dal profilo ondulato del coronamento della cella campanaria raccordata alla fabbrica da eleganti volute. Una mostra in pietra incornicia il portale d’ingresso e la finestra sovrastante.
|editore=Éditions du Seuil|città=Paris|anno=1966|p=101}}</ref>); inoltre l'autore non gradiva che il suo nome fosse associato alla categoria degli scrittori di [[sinistra (politica)|sinistra]].<ref name="Vin">{{cita|Vin|p. 103}}.</ref> Prese a collaborare a periodici di opposte tendenze politiche (''L'Echo de Paris'', ''Le Figaro'', ''L'Intransigeant'', ''Le Jour'', ''Candide'', ma anche ''Le Quotidien'', ''La Volonté'' e ''Marianne''). Si compiaceva nel ricordare che il suo ''Le Songe'' era stato ammirato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] e [[Tomáš Masaryk|Masaryk]]; il ''Chant funèbre'' da [[Raymond Poincaré|Poincaré]] e [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]], ma anche da [[Romain Rolland]] e [[Emile Vandervelde|Vandervelde]].<ref>{{Cita libro|titolo=Un écrivain dans le siècle: Henry de Montherlant|autore=Jean-Louis Garetvt
Éditions des Écrivains|città=Paris|anno=1999|p=86}}</ref> Rifiutò premi non compatibili con alcune sue convinzioni, versandone l'ammontare equamente a soldati francesi e marocchini perché, per quanto nemici, «avevano fatto ugualmente il loro dovere»; firmò manifesti pro russi bianchi e rossi; ruppe il secondo fidanzamento nel [[1934]], dopo averne rotto un altro dieci anni prima.
 
Pur non aderendo alle battaglie portate avanti dagli intellettuali vicini all'[[Action française]], sembrò risentirne in alcune dichiarazioni (ma non condivideva né lo spirito [[Germania|germanofobo]] né il «nationalisme attentiste»<ref>{{Cita|Vin|p. 99}}.</ref>) nelle quali si scagliò contro la democrazia e il pacifismo, ritenuti tra le cause della mancanza di qualità e dell'onore nella Francia contemporanea. In una intervista rilasciata al quotidiano algerino ''Oran-Matin'', pose a confronto l'efficacia delle misure di governo della Germania con la politica di ''sabotage'' della vita morale e dei regimi economico e sociale condotta dall'élite francese.<ref>''Oran-Matin'', 26 marzo 1933. {{Cita|Vin|p. 90-91}}.</ref>
* Chiesa di Sant'Antonio da Padova, ricostruita anch'essa dopo il terremoto, a partire dal [[1746]], fu restaurata nel [[XX secolo]]. È una chiesa a navata unica, a pianta rettangolare, con campanile a torre (posto insolitamente nel lato posteriore dell'edificio) e sagrestia addossata. La facciata è in intonaco liscio, con fastigio terminale in forma di piccolo frontone triangolare. Il portale in conci di pietra è decorato a bassorilievo.
 
L'8 maggio [[1933]], sbarcato dall'Algeria, incontrò [[Roger Martin du Gard|Martin du Gard]] con il quale commentò l'ascesa dei [[NSDAP|nazionalsocialisti]]: «Mi sono sempre rifiutato di andare in Germania dopo questa guerra; eppure ero persuaso che la vita nuova... sì, che la vita era lì. Oggi non voglio andarci perché, in questo momento, mi piacerebbe troppo».<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Calasso|capitolo=La società viennese del gas|titolo=L'innominabile attuale|città=Milano|editore=Adelphi Editore|anno=2017|p=56|url=https://books.google.it/books?id=xec2DwAAQBAJ&lpg=PT56&dq=inauthor%3A%22roberto%20calasso%22%20montherlant&hl=it&pg=PT56#v=onepage&q&f=false}}</ref>
* Chiesa Maria SS. della Grazia, edificata nel [[1773]], sorge ad ovest di piazza Vittorio Emanuele III e fu salvata dall'abbandono nel [[1947]]. Fu edificata sui resti di una primitiva chiesetta rustica della Niscemi feudale per volontà del barone Iacona con il consenso del principe Ercole Michele Branciforte. La facciata fu completata nel [[XIX secolo]] ed è ripartita in tre ordini, di cui l'ultimo accoglie la cella campanaria ed il secondo un'edicola con la statua di [[San Gaetano]]. L'interno è ad un'unica navata, con volte a botte e ricca decorazione a fresco tipicamente barocca. Ci si riferisce ad essa, pur inappropiatamente, come Chiesa di [[Santa Lucia]].
 
Nel [[1935]] firmò, più per solidarietà verso gli indigeni che per convinzione politica<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 214}}.</ref>, un manifesto che criticava il [[colonialismo]] in genere e la politica coloniale dell'Italia in [[Etiopia]]. Critico verso lo schieramento capeggiato dai franchisti durante la [[guerra civile spagnola]], rifiutò tuttavia l'invito di [[Louis Aragon]] a nome del governo spagnolo a recarsi a Barcellona per una conferenza, «presentendo – scrive nei ''Carnets'' – che una volta laggiù mi farebbero fare un giro nelle trincee, e allora sarebbe più forte di me, prenderei un fucile e ci resterei».<ref>{{Cita|Luigi Bàccolo|p. 187}}.</ref> Nel [[1938]] pubblicò ''L'Equinoxe de septembre'', contro la [[Conferenza e accordo di Monaco|pace di Monaco]] e il pacifismo francese, in cui accusò i suoi compatrioti di opporre alla «morale leonina» degli [[totalitarismo|Stati totalitari]] una morale da «provinciali»<ref>{{es}}{{Cita libro|titolo=Literatura y espiritualidad|autore=Ignacio Elizalde|editore=España|anno=1983|p=420|url=https://books.google.it/books?id=cv4KAAAAIAAJ&q=%22oponer+a+la+moral+leonina+de+los+Estados+totalitarios%22&dq=%22oponer+a+la+moral+leonina+de+los+Estados+totalitarios%22&hl=it&sa=X&redir_esc=y}}</ref>. La storica inimicizia tra Francia e Germania avrebbe dovuto risolversi, in modo cavalleresco<ref>{{Cita|Vin|p. 114}}.</ref>, sul campo di battaglia. Montherlant parlava di una guerra «onorevole» contro l'«onorevole» nemico tedesco; «l'élite tedesca, affermò, aveva salvato la Germania dalle conseguenze della sua sconfitta».<ref>{{cita libro|titolo=La crise de l'humanisme: 1914-1939|autore=Micheline Tison-Braun|città=Paris|editore=Nizet|anno=1967|p=342}}</ref> La [[Francia]] stava disertando la guerra, minata dall'«étranger de l'intérieur», da un nemico interno; si trattava di uno dei temi [[Affaire Dreyfus|anti-dreyfusard]] per eccellenza propagandati dall'[[Action française]].<ref>{{cita libro|autore=Jean-François Domenget|capitolo=Sous la bannière de la droite|titolo=Montherlant critique|città=Genève|editore=Droz|anno=2003|p=43}}</ref> Nel [[1940]], inabile al servizio militare, si fece inviare come corrispondente di guerra del settimanale ''Marianne'' in [[Oise|Oise-et-Aisne]], dove fu ferito leggermente da una bomba.<ref>{{Cita|Nic|p. 440}}</ref>
* Santuario Maria SS. del Bosco, sorge su resti di una piccola cappella distrutta dal terremoto. Fu edificato tra il [[1749]] ed il [[1758]] sotto la direzione del capomastro e architetto Silvestro Gugliara. La chiesa è ad una sola navata con pianta ellittica allungata, la facciata è in stile barocco e presenta un'equilibrata compostezza e sobrietà nelle decorazioni. La chiesa conserva in una piccola nicchia le pietre costituite da due candelieri e dalla base che sosteneva la croce, rinvenute, secondo la tradizione, nel [[1599]] in occasione del rinvenimento del quadro della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. L'altare maggiore raffigura angeli che, guidati dalla mano di [[Dio]], reggono il sacro dipinto della Madonna nel gesto di portarlo verso la fonte del ritrovamento. Dietro la pala, una nicchia custodisce una copa del quadro, opera di un monaco di [[Caltagirone]], perché l'opera originale si perse in occasione di un incendio verificatosi nel [[1769]] mentre si trovava presso la chiesa Santa Maria d'Itria. I due altari laterali sono dedicati a [[San Benedetto]] e [[San Giovanni Nepomuceno]]. La cripta sottostante conserva il pozzetto con la vena d'acqua in cui, si narra, venne trovato il sacro velo con l'immagine della Madonna: indicata come ''Cappella dell'acqua Santa'', dal [[1998]] è anche battistero.
 
Scrisse inoltre per il teatro, specie dopo la [[seconda guerra mondiale]], pubblicando opere come ''La reine morte'' ([[1934]]), ''Pasiphaë'' ([[1949]]), ''Malatesta'' ([[1950]]) e la trilogia - segnata da un rigorismo di derivazione [[giansenismo|giansenista]]<ref>{{Cita web|titolo=Montherlant, Henry Millon de|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/henry-millon-de-montherlant/|sito=Enciclopedia on line [http://www.treccani.it Treccani.it]|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]}}</ref> - dei «drammi sacri»; ovvero: ''[[Il gran maestro di Santiago|Le Maître de Santiago]]'' ([[1947]]), ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La ville dont le prince est un enfant]]'' ([[1951]]), ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' ([[1954]]).
Sono presenti altre architetture religiose di valore artistico e monumentale nella città.
 
Tra gli ultimi eredi del [[decadentismo]] europeo, Montherlant unì il gusto estetizzante del passato a una vena di inquieto [[moralismo]], che lo portò sia nei romanzi che nel teatro a scrutare il dramma di anime belle e tormentate, superiori alla comune umanità: nei suoi romanzi, in particolare, amava ritrarre personaggi eroici e moralmente perfetti.
* Chiesa di San Giuseppe
* Chiesa Anime del Purgatorio
* Chiesa Sante Croci (danneggiata dalla [[Frana di Niscemi|frana]] del [[1997]] e successivamente demolita)
* Chiesa San Francesco
* Chiesetta Madonna dello Spasimo
* Convento di San Francesco
* Convento Maria SS. delle Grazie
 
Questo culto per l'[[eroismo]] lo portò a pubblicare nel [[1941]], su ''[[Le Gerbe]]'' e sulla ''[[Nouvelle Revue Française]]'' diretta da [[Pierre Drieu La Rochelle]], ''Le solstice de Juin''; un saggio in cui esprimeva la sua ammirazione per l'esercito [[Germania|tedesco]], dichiarava che la Francia era stata giustamente sconfitta e conquistata<ref>{{Cita|Loc}}.</ref> e auspicava che i [[Germania nazista|tedeschi]] (eredi ideali di [[Licinio]]) giungessero a far sventolare la «[[Svastica|ruota solare]]» su Notre-Dame per instaurare un nuovo ordine.<ref name=lauro/><ref>Nella «ruota solare» l'autore vide però, secondo una sua personale interpretazione, un simbolo di uno dei concetti chiave che caratterizzarono sia la sua vita sia le sue opere: e cioè l'alternanza. Tutto ciò che esiste è, per l'autore, «sottomesso all'alternanza. Chi lo comprende ha compreso tutto. Gli antichi Greci ne sono impregnati. E sembra che la Cina antica assunse come emblema il drago dalla coda oscillante, per testimoniare tale principio. La natura avanza di contrario in contrario. Nell'uomo, quel segreto piacere che egli prova a "rinnegarsi", che non è niente altro che portare alla luce le parti di se stesso che prima soffocava, è il piacere di sentire il proprio accordo profondo con l'ordine delle cose». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il solstizio di giugno|traduttore= Claudio Vinti|editore=Akropolis|città=Napoli|anno=1983|p=195}}</ref>
=== Architetture civili ===
* Palazzo Branciforte, costruito nel [[1824]] è il più antico edificio civile sopravvissuto. Fu fatto realizzare da Margherita Branciforte, duchessa di [[Mondragone]].
 
In quest'opera riprendeva anche alcune argomentazioni già affrontate in precedenza (in ''Chant funèbre pour les morts de Verdun'', ''L'Exil'' e ''L'Equinoxe de septembre'') come l'impossibilità di bandire la [[guerra]] dalla vita umana in quanto connaturata a quest'ultima.<ref name=vin58>{{Cita|Vin|p. 58}}</ref>
Sono presenti altri edifici storici di rilevanza culturale.
 
Il libro non piacque però ai tedeschi che ne vietarono la circolazione in Francia, anche se per sole tre settimane. In Belgio e in Olanda, l'interdizione durò fino alla fine della guerra. Tuttavia, [[André Gide]] accusò l'autore di ''désinvolture'' e nel dopoguerra [[André Rousseaux]] lo attaccò violentemente in un articolo, per «sottomissione al nemico»; nel 1962 [[Philippe Soupault]] e [[Robert Kanters]] istituirono una sorta di processo contro di lui sul settimanale ''Arts''.<ref>{{Cita|Vin|pp. 95-97}}.</ref>
{{div col}}
* Palazzo Iacona-Giardini
* Palazzo Romano
* Palazzo Malerba Alfonso
* Palazzo Masaracchio (via Regina Margherita)
* Palazzo Camiolo
* Palazzo Malerba Antonio
* Palazzo Iacona-Castronovo
* Palazzo Iacona-Gallo
* Palazzo Saita (via Garibaldi)
* Palazzo della Pretura
* Palazzo Preti
* Palazzo Runza
* Palazzo Malerba (via IV novembre)
* Palazzo Vacirca
* Palazzo Saita (piazza Vittorio Emanuele III)
* Palazzo Samperi
* Palazzo Masaracchio (piazza Vittorio Emanuele III)
* Palazzo Gagliano (piazza Vittorio Emanuele III)
* Palazzo Le Moli (via Le Moli)
* Palazzo Gagliano (via Gagliano)
* Palazzo Cavalieri
* Palazzo Tinnirello
* Villa Vacirca
* Villa Camiolo
* Villa Iacona-Gallo
* Palazzo Conti
* Casa Guariglia
* Palazzo Buscemi (via Regina Margherita)
* Palazzo Malerba (via Buonarroti)
* Palazzo La Rosa
* Palazzo Spinello
* Palazzo Polizzi (via Samperi)
* Palazzo Costa
* Palazzo Buscemi (via XX settembre)
* Palazzo Polizzi (via XX settembre)
* Palazzo Fragale (via XX settembre)
* Palazzo Fragale (via Rossini)
* Palazzo Crescimone (via Umberto I)
* Palazzo Galasso
* Palazzo Buscemi (via Popolo)
* Palazzo Crescimone (via Umberto)
* Villa Samperi
* Casina Samperi
* Villa Gualato
* Palazzo Disca
* Casa Iacona
* Casa Stizza
* Casa Malerba
* Casa Masaracchio
* Casa Romano
* Villa Gioconda
* Villa Fragale
* Fontana Madonna SS. del Bosco
* Cimitero monumentale
{{div col end}}
 
===Gli Belvedereanni del dopoguerra===
{{quote|Sai qual è la più grande forza che ci sia al mondo? L'indifferenza. Con l'indifferenza io non muoio vinto.|da ''Il caos e la notte''<ref name=brullo>Davide Brullo, [http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/montherlant-nobile-forza-torero-indifferente-1364321.html ''Montherlant: la nobile forza di un "torero" indifferente'']</ref>}}
[[Immagine:belvederepanorama.jpg|thumb|right|200px|Panorama dal Belvedere]]
Accusato di [[Collaborazionismo in Francia|collaborazionismo]]<ref>[[Eugenio Di Rienzo]], [http://www.ilgiornale.it/news/resistenti-indifferenti-e-collab-l-intellighenzia-francese.html ''Resistenti, indifferenti e «collabò» L'intellighenzia francese sotto Hitler''], ''[[Il Giornale|il Giornale.it]]'', 31 agosto 2011.</ref><ref>{{cita news|autore=Pierre Vial|url=http://www.centrostudilaruna.it/jean-giono-e-%e2%80%9cle-chant-du-monde%e2%80%9d.html|titolo=Jean Giono e "Le Chant du Mond"|pubblicazione=Centro Studi La Runa|data=10 dicembre 2009}}</ref>, finito sulla lista di proscrizione<ref>{{Cita|Pas|p. 68}}.</ref>, nel dopoguerra gli fu proibito di pubblicare per un anno. L'adesione dello scrittore al governo del Maréchal [[Philippe Pétain|Pétain]] fu essenzialmente «morale» e «spirituale»<ref name="Vin" /><ref>{{cita news|autore=Paul Gentizon|titolo=Ai miei amici italiani. Sguardi sulla Francia: La casa capovolta|pubblicazione=Corriere della Sera|data=a. 69, n. 244, 12 ottobre 1944|p=1}}</ref>; a Pétain lo legava l'aver preso parte, in qualità di segretario generale, alle operazioni di allestimento dell'[[Ossario di Douaumont]], ma non ebbe incarichi attivi nel regime come altri, ad esempio [[Robert Brasillach]], e difficili furono i suoi rapporti con [[Louis-Ferdinand Céline]].<ref>{{Cita|Vin|p. 105}}</ref>
Il Belvedere (anticamente ''Tunnu'') è una terrazza panoramica che offre una magnifica vista sulla [[piana di Gela]] e sulla vallata del fiume Maroglio. È uno dei più bei panorami della Sicilia. Fu costruito in stile barocco, all'inizio del [[XIX secolo]], ed è a forma rotondeggiante contornata da ringhiera e panche in ferro battuto. Rappresenta la meta finale della passeggiata nel [[centro storico]].
[[Immagine:Scalevilla.jpg|thumb|right|200px|Scalinata del viale Angelo D'Arrigo]]
Nella zona sottostante al belvedere hanno recentemente costruito un viale dedicato all'aviatore italiano Angelo D'Arrigo, offrendo sempre di più una vista panoramica sulla piana di Gela.
 
Non mancheranno critiche dell'autore al regime di Pétain, soprattutto in merito all'educazione dei giovani: Montherlant ritenne degradanti la produzione cinematografica (il suo giudizio sul cinema fu in generale negativo: definì il cinematografo «fogna del XX secolo» e [[Charlie Chaplin]] «un mediocre pagliaccio di cinema»<ref>{{Cita libro|titolo=Chapliniana: Chaplin e la critica|città=Bari|editore=Laterza|anno=1979|p=100}}</ref>), le riviste e le trasmissioni radiofoniche e detestabile l'istituzione della ''Loterie Nationale''.<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Abrami|titolo=A colloquio con Montherlant|pubblicazione=Il Popolo|data=26 ottobre 1963|p=5|url=http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19631026/20/5/acoll}}</ref> In linea con la politica famigliare del regime fu invece la seguente dichiarazione rilasciata a ''Radio-Jeunesse'': «Con le signorine farò in fretta: quando avrò detto loro "tenete in ordine la casa, fate la cucina, dei figli e l'amore", avrò detto loro tutto».<ref>{{Cita libro|autore=Maurizio Serra|titolo=Una cultura dell'autorità: la Francia di Vichy|città=Bari|editore=Laterza|anno=1980|p=118}}</ref> Ma le critiche non riguardarono mai la politica estera; egli si limitò a denunciare gli stessi mali che avevano condotto alla disfatta della [[Terza Repubblica]], invocando misure da parte del regime.<ref>{{Cita|Vin|p. 105}}.</ref>
=== Siti archeologici ===
In contrada Pitrusa, alle pendici di Niscemi, si trova un sito archeologico di epoca tardo antica.
Sono stati ritrovati i bolli su anfora dei ''Praedia Galbana'' , poderi che appartenevano allo stato e che al loro interno erano stanziati magazzini annonari. Rimangono odiernamente i resti di una [[Mansio]], ovvero una stazione di sosta (età imperiale), gestita dallo Stato per i viaggiatori. Accanto alla mansio sorgeva una stazione per il cambio dei cavalli. Si pensa esistesse un'antica strada, che portava alla contrada Piano Camera, altra zona archeologica.
I recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce un [[terme romane|complesso termale]], sempre in contrada Petrusa. Secondo gli archeologi sono ben visibili e riconoscibili il [[calidarium]] (parte delle terme destinate ai bagni caldi o ai bagni di vapore) con il forno di combustione, un vasto vano di [[tepidarium]] (parte delle terme destinate ai bagni tiepidi) e le [[suspensura]] (pilastri a base quadrata che fungevano da sostegno al pavimento) che spargeva il calore sotto il pavimento, potendo riscaldare così l'acqua.
 
Nella [[Campagna di Francia|Parigi occupata]] dai nazisti svolse un ruolo di mediatore tra la cultura francese e quella tedesca e collaborò con il ''Deutschland-Frank-reich'', l'annuario edito dall'Istituto tedesco di Parigi.<ref>{{Cita libro|autore=Ernst Jünger, Antonio Gnoli, Franco Volpi|titolo=I prossimi titani: conversazioni con Ernst Jünger|editore=Adelphi|città=Milano|anno=1997|p=94}}</ref> L'invito alla collaborazione con il nemico è stato individuato in un passaggio del ''Solstice de juin'' in cui Montherlant afferma che si deve «fare tutto ciò che è necessario per annientare l'avversario. Ma una volta che questi ha dimostrato di avere in mano la partita, allearsi con lo stesso spirito con lui».<ref>{{Cita|Luigi Bàccolo|p. 190}}; {{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Il solstizio di giugno|traduttore=Claudio Vinti|città=Napoli|editore=Akropolis|anno=1983|p=183}}</ref> In una conferenza del Comité France-Allemagne, introducendo l'ambasciatore tedesco [[Otto Abetz]]<ref name=serra216>{{Cita|Maurizio Serra|p. 216}}.</ref>, ribadì quanto aveva già affermato nel 1929 in una allocuzione agli studenti tedeschi sulla ''Europäische Revue'': ossia il rispetto del nemico secondo un codice dei [[samurai]] del [[XVI secolo]].<ref>{{Cita|Vin|p. 94}}.</ref> Durante gli anni di Vichy fu rappresentata in serata di gala alla [[Comédie-Française]], davanti ad una sala occupata in massima parte da ufficiali della [[Wehrmacht]], la [[dramma|pièce]] ''La reine morte'', diretta da [[Jean-Louis Vaudoyer]], che raccolse consensi da parte di [[Pierre Drieu La Rochelle]] e [[Lucien Rebatet]].<ref>{{Cita libro|autore=Mary Ann Frese Witt|titolo=The Search for Modern Tragedy: Aesthetic Fascism in Italy and France|città=New York|editore=Cornell University Press|anno=2001|p=206|url=https://books.google.it/books?id=x7AMFccO-IcC&lpg=PA206&dq=%22Rebatet%22%20reine%20morte&hl=it&pg=PA206#v=onepage&q&f=true}}</ref> Tuttavia l'opera conteneva riflessioni amare, ma non golliste, che la censura tedesca non scoprì. Nel marzo [[1944]] lo scrittore subì anche una perquisizione da parte della Gestapo nella sua abitazione, ma senza conseguenze.<ref>{{Cita|Pas|pp. 73-74}}.</ref>
=== Aree naturali ===
{{vedi anche|Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi}}
A Niscemi è presente un'[[area naturale protetta]] della [[Regione Siciliana]] denominata Sughereta. La Riserva sorge a 330&nbsp;m [[sul livello del mare|s.l.m.]], nella parte meridionale dell'altopiano su cui si colloca il centro abitato e costituisce e, assieme al [[Bosco di Santo Pietro]] di Caltagirone, il residuo di quella che un tempo era la più grande sughereta della Sicilia centro-meridionale.
 
Nel dopoguerra, nel rispondere alle accuse di collaborazionismo, Montherlant sostenne che la libertà di espressione sulla stampa collaborazionista era così grande da consentirgli anche di esprimere idee opposte alla politica del regime. Tra gli articoli critici verso la dominazione tedesca l'autore indicò ''Redevenons une insolente nation'' e un articolo sui moralisti persiani; a proposito del quale Montherlant affermò che nulla vi è di più contrario al [[nazionalsocialismo]] della morale e della civiltà persiana del Medioevo. Ribadì, tuttavia, il proprio rispetto verso l'avversario.<ref>In un articolo scritto in occasione della morte del suo traduttore per il tedesco, lo storico Karl-Heinz Bremer, raccolto in volume nel [[1943]] in Belgio, scrisse: «Un giorno i nugoli (le ideologie) che riempiono il cielo al di sopra di coloro che combattono si riuniranno. E saranno solamente uno. Poi questo nugolo si dissiperà. Di questi corpi e di questi nugoli, resterà solamente un orribile distillato di reminiscenze vaghe: Cesare era per la libertà ed il Papa era ghibellino. Non c'è nulla di duraturo che lo svanire delle cose». In altri termini, sotto l'occupazione tedesca, Montherlant sostenne che la morte dei combattenti tedeschi era una morte inutile. I tedeschi accettarono questa indipendenza di atteggiamento. Tuttavia, dopo tale articolo, nove suoi articoli su dieci furono vietati dalla censura. {{cita libro|titoloTextes sous une occupation, 1940-1944|autore=Henry de Montherlant|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1953|p=151}}</ref>
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Niscemi}}
 
Affascinato dalla figura di [[Sigismondo Pandolfo Malatesta|Sigismondo Malatesta]], al quale si sentiva unito da un fantasioso legame di sangue<ref>«[...] ho accolto un giorno la notizia che, se nel latte è contenuto il sangue, in me c'era qualche goccia di sangue malatestiano, dal momento che un'amica di mia madre, che mi allattò, discendeva dai Malatesta». {{Cita news|autore=H. de Montherlant|titolo=Il Malatesta di Montherlant|pubblicazione=Il Resto del Carlino|data=28 luglio 1969|p=3}}</ref>, nel [[1950]] fece mettere in scena il dramma in quattro atti ''Malatesta'', che ripercorreva gli ultimi mesi di vita, dal giugno all'ottobre 1468, del condottiero e signore di Rimini. L'opera fu rappresentata eccezionalmente a Rimini, all'anfiteatro romano di Lecce, a Pescara, a Fano (che fu tra i possedimenti di Malatesta) e al Teatro Romano di Gubbio.<ref>{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|capitolo=Malatesta chez Malatesta|titolo=La tragédie sans masque|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|p=74}}</ref>
=== Etnie e minoranze straniere ===
A Niscemi è presente una folta comunità straniera fin dalla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]], pricipalmente proveniente dai paesi dell'area nordafricana ([[Tunisia]] e [[Marocco]] principalmente), ma anche da [[Romania]], [[Polonia]] e [[Cina]].
 
Inquadrabile nel contesto dell'[[anarchismo]] di destra<ref>{{Cita|Vin|p. 98}}</ref> o del [[Rivoluzione conservatrice|radicalismo]] politico<ref>{{Cita|Sip|p. 251}}</ref>, estraneo ai movimenti politici o d'avanguardia e lontano dalla vita mondana della capitale, Montherlant fu vivacemente contestato per le sue posizioni conservatrici durante una rappresentazione del ''Cardinale di Spagna'' ([[1960]]) alla Comédie-Française. Più che di vero conservatorismo, per Montherlant, si può parlare di un superbo, anche se anacronistico, tentativo di riportare nelle lettere francesi, in piena civiltà di massa e letteratura sperimentale, lo splendore della tradizione.
=== Lingue e dialetti ===
Oltre alla [[lingua italiana]] ufficiale, a Niscemi si parla la [[lingua siciliana]] nella sua variante metafonetica sud-orientale. Altre lingue parlate, ma poco diffuse, sono l'[[arabo]], il [[Lingua francese|francese]] (parlate principalmente dalla comunità nordafricana).
 
[[File:Henry de Montherlant - statue.jpg|thumb|Henry de Montherlant fra le statue antiche nell'appartamento sul Quai Voltaire, Parigi.]]
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
Nel [[1963]] pubblicò, con discreto successo, ''[[Il caos e la notte]]''; un ritratto, in parte grottesco, di un anarchico spagnolo incapace di approdare ad alcun significato universale; una critica sia del [[comunismo]] che della società [[statunitense]], ma anche della Chiesa cattolica e della Spagna franchista, soprattutto per la sua compromissione con gli Stati Uniti.<ref>«In Spagna come in Francia, e certamente anche altrove, delle cose per se stesse buone e impiantate da gran tempo nel paese, venivano soppresse con un tratto di penna, perché urtavano i turisti americani e Dio sa che turisti! Dio sa quali esemplari di umanità superiore! Don Celestino era mortificato per tanta insulsaggine internazionale». {{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il caos e la notte|città=Milano|editore=Club degli editori|anno=1966}}</ref><ref name=debella>{{Cita news|autore=Nino De Bella|titolo=Montherlant tra il caos e la notte|pubblicazione=La parola e il libro|data=a. 49, maggio 1966}}</ref>
==== Centro socio culturale ====
La costruzione del Centro socio culturale fu avviata sul finire degli [[anni 1990|anni novanta]] in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Intestato, nel [[2007]], alla memoria dell'ex sindaco [[Totò Liardo]], scomparso prematuramente tre anni prima attualmente è sede di uffici comunali e sale multimediali.
 
Appassionato di storia [[Roma antica|romana]], nel [[1965]] fece rappresentare a Parigi il dramma ''La Guerre civile'', la cui trama è imperniata sulla fase conclusiva del duello tra [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]]. Allo scrittore interessano non le alterne vicende belliche, bensì il conflitto fra le ambizioni rivali dei due aspiranti alla supremazia entro lo Stato romano. Nel dramma tale contrasto di idee e di programmi anima il dialogo tra Pompeo e [[Marco Porcio Catone Uticense|Catone]], uniti soltanto nell'avversione a Cesare che non figura sulla scena, ma la domina ed è presente come un incubo minaccioso.<ref>{{cita news|autore=[[Pietro De Francisci]]|titolo=La guerra civile|pubblicazione=Il Tempo|numero=78|data=20 marzo 1965|p=3}}</ref> Nel 1970 pubblicò ''Le Treizième César'', una raccolta di saggi composti fra il 1955 e il 1970 e consacrati a Roma antica. Nell'ultimo saggio, l'età del tredicesimo Cesare – che secondo l'autore si potrebbe chiamare anche «Progrès»<ref>{{Cita|Lettere a Luigi Bàccolo|p. 170}}.</ref> – egli condanna amaramente l'epoca contemporanea.
==== Associazione Maria SS. del Bosco ====
Istituita nel [[1879]], con il nome ''Società della Madonna'', si è retta su uno statuto originario aggiornato nel [[1913]] dal vescovo monsignor Mario Sturzo. Storicamente composta da soli uomini, denominati ''fratelli della Madonna'' e si occupa di promuovere il culto e le manifestazioni in onore della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]].
 
Esteta armato, «[[anarca]]» – [[Ernst Jünger]] vedrà nella prefazione di ''Service inutile'' il Montherlant più vicino al prototipo dell'«anarca»<ref name=serra216/>–, la sua vita fu segnata da uno spirito di profondo anticonformismo, che lo portò nella vita come nell'arte, a sdegnare ogni forma di convenzione in contrasto con le proprie convinzioni.<ref>{{Cita libro|autore=Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani|capitolo=La narrativa in Francia|titolo=La scrittura e l'interpretazione : storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea : Dall'ermetismo al postmoderno (dal 1925 ai giorni nostri). Tomo primo|città= Palermo|editore=Palumbo|anno=1997|p=502}}</ref>
== Cultura ==
 
Quando fu eletto nell'[[Académie française]] – di cui fu membro dal [[1960]] al [[1972]] –, senza aver proposto come da consuetudine la propria candidatura<ref>{{Cita news|autore=[[Daniel-Rops]]|titolo=L'Accademia di Francia ritorna alle origini|pubblicazione=L'Eco di Bergamo|data=31 marzo 1960|p=3}}</ref>, egli rifiutò di indossare l'uniforme di gala e anziché pronunciare, secondo la tradizione, l'elogio funebre del suo predecessore, non esitò ad esprimere la sua divergenza di idee verso il sociologo [[André Siegfried]].
=== Istruzione ===
 
{{Citazione|Non sono molto ottimista sulla durata del mio Teatro. La "pseudo-avanguardia" e il "terrore ideologico" [...] avranno facilmente ragione nell'avvenire degli scrittori che non gli convengono. Voi parlate della decisione che si deve prendere fra l'accademismo e il funambolismo, ma per quanto io so della Casa che in Francia porta il nome di Accademia, dirò che essa si sforza perdutamente di essere a sua volta funambola.|Da una lettera a [[Luigi Bàccolo]], 3 giugno 1970<ref>{{cita news|autore=Luigi Bàccolo|titolo=Montherlant è oggi inattuale|pubblicazione=La Fiera Letteraria|data=settembre 1973|p=12}}</ref>}}
==== Biblioteche ====
A Niscemi è presente una biblioteca comunale. Originariamente collocata in via Vacirca, nel [[2006]] è stata trasferita in via IV novembre, in un edificio risalente al [[XIX secolo]]. Sono presenti circa 16.000 volumi catalogati. La biblioteca è intitolata alla memoria di [[Mario Gori]].
 
====La Musei =morte===
{{Citazione|Il suicida è un vinto. Ma è davvero un vinto? Dovette essere un tema di scuola, a Roma... Rifletto un momento. Vinto, sia pure. Ma che male c'è, ad essere vinto? Dalla società? È un onore. Dalla malattia, dalla vecchiaia? È la natura. Da un nemico? È un soffio nel vento della morte, la vita è fatta di questo. Che il suicida sia o non sia sconfitto, ha poca importanza, se col suo suicidio ha testimoniato due cose: il suo coraggio, e il suo dominio. Allora, il suicidio è la consumazione della vita, come la fiamma consuma la torcia. E per questo che, nel fondo delle mie fantasticherie, si snoda una lunga processione di uomini romani. Essi marciano, a due per due, nella notte. Hanno quel viso sereno che i più coraggiosi offrono alla loro morte. Ciascuno di loro tiene nella destra una torcia viva. La sua fiamma, è la fiamma del suo suicidio, e illumina la loro strada.|{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Mort de Caton}}<ref>Citato in Piero Buscaroli, ''I 'Cari Romani' di Henry de Montherlant'', in H. de Montherlant, ''La guerra civile'', Torino, Fògola, 1976.</ref>}}
Sono presenti due importanti musei: il Museo della Civiltà Contadina ed il Museo Didattico di Storia Naturale.
 
[[File:Plaque Henry de Montherlant, 106 rue Lauriston, Paris 16.jpg|thumb|Targa commemorativa di Henry de Montherlant, in Rue Lauriston, Parigi.]]
Il Museo della Civiltà Contadina ripercorre la civiltà contadina di Niscemi. I pezzi che vi sono racchiusi sono stati donati da alcuni cittadini al Lions Club locale che ha provveduto a catalogarli. Attualmente dei circa 2.000 pezzi presenti, la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, con proprio decreto, ne ha vincolati oltre 650. Un'ala del museo è adibita a sala conferenze ed ospita una periodicamente eventi culturali che vedono partecipi i cittadini niscemesi.
 
Nel [[1971]] pubblicò il suo ultimo romanzo ''Un assassin est mon maître''; giudicato una satira della società psicanalitica, costituisce anche una presa d'atto dell'antitesi tra società umanistica e cristiana e società psicanalitica<ref>{{Cita|Lettere a Luigi Bàccolo|p. 175}}.</ref>, quest'ultima caratterizzata dalla assenza di [[carità]], scopo invece essenziale – [[Henry de Montherlant#La giustizia e la carità|secondo l'autore]] – di tutte le religioni, come sintetizzato anche dal detto musulmano: «Colui che avrà dato un sorso d'acqua a un cane, sarà salvato». Il protagonista, influenzato dall'''Introduzione alla psicoanalisi'' di [[Sigmund Freud|Freud]], finisce per credere di essere affetto da una nevrosi; ma in realtà non c'è alcuna nevrosi in lui, a parte quella che viene considerata una forma di nevrosi e che si chiama «delicatezza d'animo». All'origine della sua nuova condizione c'è il crollo delle difese psicologiche che permettono all'individuo di sopravvivere – anche aggredendo a sua volta – di fronte allo spettacolo dell'«eterna bassezza dell'uomo egoisticamente integrato nella società».<ref>Tutti i virgolettati sono di {{cita pubblicazione|autore=Luigi Bàccolo|titolo=Per De Montherlant l'assassino è Freud|pubblicazione=Gazzetta del popolo|data=5 gennaio 1972}}</ref>
Il Museo Didattico di Storia Naturale nasce nel dicembre del [[1989]] allo scopo di rendere noti gli aspetti geografici e naturalistici dell'area della Sicilia centro-meridionale ricadente per buona parte nel territorio della bassa provincia nissena e compresa tra i fiumi [[Salso (fiume)|Salso]] e [[Dirillo]], rispettivamente ad ovest ed est, e a nord limitata da corsi d'acqua minori (torrente Braemi e Nociara, fiume dell'Elsa e del Tempio).
Essa comprende ecosistemi ed emergenze floristiche e faunistiche che hanno giustificato la creazione di alcune riserve naturali, come la locale [[Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi|Sughereta]], il [[Riserva naturale orientata Bosco di Santo Pietro|Bosco di Santo Pietro]] e il [[Riserva naturale orientata Biviere di Gela|Biviere di Gela]]. Di suddetta zona è stata raccolta una grande messe di dati di ordine geografico, geologico, paleontologico, faunistico e floristico, che unitamente a reperti ritrovati sul campo o ricevuti in dono, ha costituito oggetto delle varie unità ostensive.
Il Museo, inizialmente gestito dalla locale sezione WWF, è passato in gestione, nel [[1995]], al Centro Educazione Ambientale.
 
In seguito a un'[[insolazione (medicina)|insolazione]] nel [[1959]], cominciò a soffrire di [[Vertigine|vertigini]] e di perdite d'equilibrio, a cui si aggiunsero l'[[agorafobia]] e la perdita quasi totale della vista in seguito a un [[ictus]] cerebrale nel [[1968]].<ref>Montherlant, Essais, L'Équinoxe de septembre, Bibliothèque de La Pléiade, 1976, p. 806.</ref>
==== Scuole ====
È presente a Niscemi l'Istituto di Istruzione Superiore [[Leonardo da Vinci]]. Sorto nel [[1970]] come [[Liceo Scientifico]], negli anni successivi ha arricchito la propria offerta formativa aprendo prima l’indirizzo linguistico, poi quello socio-psico-pedagogico e negli ultimi anni l’Istituto tecnico Commerciale e l’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente.
 
Divenuto quasi [[Cecità|cieco]], si suicidò nel [[1972]], ripetendo il gesto dei filosofi [[stoici]] che aveva pubblicamente ammirato per tutta la vita.<ref>{{Cita|Vin|p. 128}}.</ref> Quattro ore prima di morire dichiarò al pittore Mac'Avoy: «Sono sulla lista nera. [...] So che tutto è finito per me». [[Pierre Pascal]], amico dell'autore, additò [[Roger Peyrefitte]] – noto per le sue uscite diffamatorie<ref>Anche lo scrittore cattolico e premio Nobel [[François Mauriac]] e papa [[Papa Paolo VI|Paolo VI]] furono tra i bersagli di Peyrefitte. ''Cfr''. {{cita libro|autore=Frédéric Martel|titolo=Sodoma|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2019|url=https://books.google.it/books?id=wTqIDwAAQBAJ&lpg=PT189&dq=paolo%20vi%20mauriac%20peyrefitte&hl=it&pg=PT189#v=onepage&q&f=true}}</ref> – quale responsabile morale della morte<ref name=Pas>{{Cita|Pas|p. 73}}.</ref>: {{quote|Quel verme umano che fu cacciato dalla diplomazia per motivi che non ha raccontato e che gira per certe librerie di Roma, in compagnia di un ineffabile cugino in cerca di opere pornografiche rare, ha osato di recente, in un libro ignobilmente concepito e sporcamente scritto, scrivere su Henry de Montherlant un intero capitolo di infamie, che sono altrettante menzogne, rasentanti la polizia politica e che non meriterebbero altro che lo sfregio di una punta di spada attraverso le sue due facce… Egli ha la sua parte di responsabilità nella morte di Henry de Montherlant, e lo sa.|Pierre Pascal}}
==== Università ====
A Niscemi sono presenti una sezione distaccata dell'[[Università degli Studi Niccolò Cusano]] e una sezione distaccata della segreteria dell'[[Università degli Studi di Catania]].
 
Durante la sua vita Montherlant fu sempre molto riservato e non scrisse mai nulla sulla propria vita sentimentale e sessuale; nei romanzi ritenuti a sfondo autobiografico i personaggi praticano la sessualità [[eterosessuale]].<ref>Jean Cau, Croquis de mémoire (Biographie), Paris, Julliard, 1985, 261 p. (ISBN 978-2-260-00402-8, OCLC 13272050), pages 191 à 193 et biographie de Pierre Sipriot.</ref> Nel citato libro di memorie Peyrefitte alluse a un segreto, e nel [[1968]] pubblicò parte della corrispondenza, secondo lui cifrata, intercorsa con Montherlant tra il [[1938]] e il [[1941]], fornendo una chiave di decifrazione che accusava lo scrittore di discutere spesso della [[pederastia]] e, indirettamente nel romanzo ''[[Le amicizie particolari (romanzo)|Le amicizie particolari]]'' (trasposto in [[Le amicizie particolari|film nel 1964]]), sostiene implicitamente che Montherlant avesse avuto [[Omosessualità|rapporti]] con giovani ragazzi. Questo è riportato da [[Pierre Sipriot]] nella sua biografia di Montherlant.<ref>P. Sipriot, ''Propos secrets'', (tome 1), Éd. Albin Michel, 1977.</ref>
=== Arte ===
L'artista più noto a Niscemi è stato il pittore Giuseppe Barone. Originario di [[Caltagirone]], ma niscemese di adozione, nel [[1927]] dipinse le quattro tele a medaglione del Santuario SS. Maria del Bosco, raffiguranti vicende legate alla devozione verso la Madonna del Bosco e, nel [[1929]] una tela raffigurante la Madonna, collocata nella Cappella dell'acqua Santa. Delle tele dipinte, una raffigura la città di Niscemi durante il terremoto del 1693.
 
Prevedendo in un certo senso queste "rivelazioni", negli ultimi ''Carnets'' Montherlant le descrisse come falsità e appuntò: {{quote|Appena sarò morto, due avvoltoi, la [[Calunnia]] e l'[[Odio]], copriranno il mio cadavere affinché appartenga del tutto e solo a loro, e lo lacereranno.<ref name=montbe>{{cita web|lingua=fr|titolo=La mort de Montherlant|url=http://montherlant.be/biographie-06-mort.html}}</ref>}} Tre mesi prima di togliersi la vita, trascrisse in un messaggio indirizzato a [[Gabriel Matzneff]] una frase di [[Ernst Jünger]] sul suicidio: «Le suicide fait partie du capital de l'humanité».<ref>{{Cita libro|autore=Christopher Gérard|titolo=La source pérenne|città=Lausanne|editore=L'Age d'Homme|anno=2007|p=159|url=https://books.google.it/books?id=PdRXi3iIO-kC&lpg=PA159&dq=%22Le%20suicide%20fait%20partie%20du%20capital%20de%20l'humanit%C3%A9%22&hl=it&pg=PA159#v=onepage&q&f=true}}</ref>
=== Cucina ===
Tipiche esclusivamente di Niscemi sono le cosiddette ''mpanate'' e i ''piruna''. Le prime sono sfogliate di cavolfiori mentre le seconde di spinaci. Differiscono dalle cosiddette ''scacce'', tipiche del circondario ed in particolare della [[provincia di Ragusa]], perché hanno la particolarità che il ripieno viene collocato crudo nell'impasto, prima di essere infornato. Inoltre le ''mpanate'' sono costituite da una pasta sfoglia sottilissima, probabilmente d'influenza orientale, lavorata sapientemente ed accuratamente.
 
L'ultimo giorno di vita lo scelse nell'estremo dell'estate, giovedì 21 settembre 1972. Come sempre, fece colazione in un ristorante vicino a casa, quindi dormì un poco secondo una sua abitudine. Poco prima delle quattro pomeridiane allontanò con un semplice pretesto la segretaria, poi ruppe tra i denti una capsula di [[Cianuro di potassio|cianuro]] e immediatamente si sparò un colpo di [[pistola]] alla gola.<ref name=montbe/> La segretaria, quando sentì l'esplosione del colpo, corse nella stanza da poco lasciata. La testa di Montherlant era rovesciata all'indietro e la pistola era ancora stretta nella mano.<ref name=montbe/>
=== Eventi ===
L'evento principale della città di Niscemi è la ''Festa della Madonna''. Anticamente veniva celebrata la terza domenica di [[agosto]] di ogni anno, ma negli ultimi decenni nella seconda domenica dello stesso mese. Durante la prima domenica di agosto il quadro della Madonna viene portato in processione dal Santuario di SS. Maria del Bosco alla Chiesa di Santa Maria d'Itria.
 
Accanto al corpo, insieme a tre lettere (una per la segretaria, una per l'ufficiale giudiziario, in cui spiega che trattasi realmente di suicidio per evitare aperture di indagini, e una per suo cugino, lo scrittore cattolico [[Michel de Saint Pierre]]), fu rinvenuto un documento firmato e datato diversi mesi prima in cui lasciò scritto:
Durante il ''mese della Madonna'' che si sviluppa tra il [[21]] [[aprile]] ed il 21 [[maggio]] di ogni anno, sempre il quadro della Madonna viene portato in processione tra le due principali chiese della città.
{{Citazione|Desidero espressamente che il mio cadavere non sia esposto al pubblico e che nessuno possa vederlo, salvo quelle persone che vi sono obbligate per dovere del loro ufficio. Il mio corpo dovrà essere condotto, senza alcuna cerimonia né civile né religiosa, direttamente dal luogo del mio decesso ad un cimitero dove possa essere cremato. Non mi importa di ciò che avverrà delle mie spoglie. Questa disposizione sottintende non c'è bisogno di dirlo che non dovranno esserci né fiori, né corone, né evidentemente discorsi.}}
 
Fu la coerente conseguenza di un particolare modo concepire la propria [[esistenza]]. L'idea del suicidio in Montherlant non nacque da un momento di debolezza, ma trovò la sua radice in una concezione pagana della vita e nel fortissimo [[ideale|ideale estetico]] che lo animava e che lo portava a respingere ogni appannamento, ogni deterioramento. A ciò si univa la convinzione di avere esaurito il proprio compito terreno: così egli volle uscire di scena, scegliendo il suicidio, una «particella di libertà, nella necessità».<ref>{{Cita|Rossellini|p. 11}}.</ref>
L'[[11]] [[gennaio]] di ogni anno, inoltre, viene organizzata un'ulteriore processione, analoga a quelle classiche che coinvolgono il quadro della Madonna, in occasione della ricorrenza del tragico [[Terremoto del Val di Noto|terremoto]] del [[1693]].
 
Montherlant tuttavia comprendeva le ragioni della morale [[cristianesimo|cristiana]] che si opponeva al suicidio: «Se ammiro il coraggio di coloro che si suicidano — aggiungeva nello stesso testo — ammiro anche il coraggio di coloro che per quindici secoli — secoli del cristianesimo — hanno sopportato tutto, perfino le cose più atroci, senza suicidarsi. Il coraggio di morire e di non morire».
Di rilevanza provinciale anche la ''Sagra del Carciofo'', organizzata annualmente, tra i mesi di marzo e aprile, e che coinvolge gente da tutto il circondario del paese.
 
Per questo motivo, Montherlant pensava che il suo gesto finale non contraddicesse i principii del cristianesimo. Egli stesso annota in ''La marée du Soir - Carnets 1968-1971''<ref name=PasSoir>{{Cita|Pas|p. 72}}.</ref>: {{Citazione|Mi comunicano questa frase, che ben si conviene a ciò che io ho spesso scritto del suicidio, ma che conviene meno, mi pare, ai commenti dei teologi: "È proibito uccidere e uccidersi, se non per ordine di Dio e per ispirazione dello Spirito Santo" (San Tommaso, ''Dei dieci comandamenti'', cap. V).}}
== Personalità legate a Niscemi ==
* [[Mario Gori]] ([[1926]] - [[1970]]), [[poeta]].
* [[Angelo Marsiano]] ([[1926]] - [[1993]]), storico e scrittore.
* [[Tommaso Masaracchio]], rivoluzionario.
* [[Vincenzo Crescimone]], filosofo.
 
Ma anche: «Quest'uomo che si considera cristiano, si è tirato un colpo di [[Rivoltella|revolver]] perché non era più d'accordo col mondo che è stato creato. Ha fatto un segno di croce sul revolver, l'ha baciato e se n'è andato».<ref name=montbe/>
== Geografia antropica ==
=== Suddivisioni storiche ===
Il comune di Niscemi è suddiviso in 28 quartieri storici e di recente urbanizzazione.
{{div col}}
*''Madrice''
*''Vacirca''
*''Sante Croci''
*''Canale''
*''Sperlinga''
*''Trappeto''
*''Firriato''
*''Macello''
*''Piano Mangione''
*''Poggio Placenti''
*''Pirillo''
*''Canalicchio''
*''Poggio Tripoli''
*''Serbatoio''
*''Vascelleria''
*''Fico Scibona''
*''Poggio Madrice''
*''Scoperto Maugeri''
*''Carbone''
*''Spasimo''
*''Cimitero Vecchio''
*''Cimitero Nuovo''
*''Purgatorio''
*''Madonna''
*''Grazie''
*''Addolorata''
*''S. Antonio''
*''S. Giuseppe
{{div col end}}
 
Inoltre, afferma di avere consultato un [[cattolicesimo|cattolico]] eminente: questi gli rispose che le cerimonie ufficiali che generalmente accompagnano la morte dei cattolici non erano necessarie e che contava soprattutto l'intenzione. Secondo questa spiegazione, che Montherlant fa sua, i funerali religiosi sono un onore che la Chiesa riserva ai suoi fedeli e che questi ultimi possono rifiutare.<ref name=paseyro>{{Cita news|autore=[[Ricardo Paseyro]]|titolo=Ricordo di Henry de Montherlant|anno=1972|numero=3|pubblicazione=Revisione|pp=165-166}}</ref>
[[Immagine:Niscemi_Quartiere_Sperlinga.jpg|thumb|right|200px|Quartiere Sperlinga]]
[[File:Niscemi_Sperlinga_07.JPG|thumb|right|200px|Scorcio di Via Li Causi]]
 
Negli stessi ''Carnets'', alla data del 14 gennaio 1971, è scritto<ref name=PasSoir/>: {{Citazione|C'è una parola che cito qui per la quarta volta almeno nei miei scritti, la parola di [[Louis Hubert Gonzalve Lyautey|Lyautey]] che muore: "Muoio della Francia". Mi dispiace solo che queste parole di Lyautey non siano quelle con cui finiscono non soltanto questi "carnets", ma tutta la mia opera. Tuttavia, anche se il caso farà che la mia opera si fermi per sempre su altre parole, sono queste che moralmente saranno state le ultime.}}
Il quartiere periferico ''Sperlinga'' è situato nell'area a Nord-Est della città ed è abitato da circa 4000 abitanti. Si snoda tra la via [[Aldo Moro]], collegata alla via [[Mario Gori]], e la via [[Pier Santi Mattarella]], da cui, si perviene ai quartieri ''Fico Scibona'' e ''Serbatoio''. Il quartiere ha avuto una notevole espansione urbanistica a cavallo tra gli [[anni 1980|anni ottanta]] e gli [[anni 1990|anni novanta]]. Attualmente è contraddistinto da uno stato di degrado, infatti sono presenti numerose discariche abusive a cielo aperto. In gran parte del quartiere le strade non sono asfaltate e sono assenti i marciapiedi, oltre che la segnaletica verticale ed orizzontale.
 
In un primo testamento aveva lasciato scritto: «Desidero che il volto del mio cadavere venga ricoperto con la maschera di guerriero romano, che mi si posi sul letto l'Eros funebre e sul basso ventre la testa di toro di Guadalest. Che le mie ceneri vengano disperse in Roma». Le sue ceneri furono così sparse dall'esecutore testamentario [[Jean-Claude Barat]] e dallo scrittore [[Gabriel Matzneff]] sulle lastre del pavimento del [[Tempio di Portuno]], nel [[Tevere]], nei pressi dell'[[Isola Tiberina]] e – come raccontò Matzneff nel ''[[Le Figaro|Figaro]]'' – sul Foro, lanciate da «un muretto a gomito che domina l'arco di [[Settimio Severo]] e la Curia e che, secondo una tradizione antica, è il punto preciso in cui Remo e Romolo furono allattati dalla Lupa». Era la notte tra il 21 e il 22 marzo [[1973]]. «La luna alta nel cielo» – scrive Matzneff – «rischiarava il paesaggio di morte ed un complice vento portò Montherlant verso l'angolo occidentale della basilica Emilia, là dove l'Argileto sfocia sul Foro... Simili alle ali diafane di una farfalla, alcune ceneri caddero volteggiando sulle foglie degli oleandri».<ref>{{Cita|Bernacconi|p. 192}}; {{Cita news|autore=Giorgio Locchi|titolo=Disperse ai piedi del Campidoglio le ceneri di Henri de Montherlant|pubblicazione=Il Tempo|numero=104|data=15 aprile 1973|p=24|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1973/n.104/24/original}} {{Cita news|autore=Manlio Triggiani|titolo=Quando Matzneff “officiò” i funerali dell’antico romano Henry de Montherlant|pubblicazione=Barbadillo|data=13 aprile 2016|url=http://www.barbadillo.it/55266-cultura-quando-matzneff-officio-i-funerali-dellantico-romano-henry-de-montherlant/}} ''Cfr.'' {{Cita news|autore=Tiziana Mian|titolo=Il samurai della letteratura|pubblicazione=Il Giornale|data=21 aprile 1995|p=14}} Matzneff: «Fu un atto quasi liturgico colmo di emozione e di ''pietas''. L'amore per Roma antica era stata la nostra complicità. Montherlant era innamorato di Roma, più ancora che della Grecia. Innamorato di Roma come lo fu della vita anche se il tema costante delle sue conversazioni era la morte. Si uccise proprio perché amava la vita. Perché non poteva più vivere la vita che amava. Per rispetto di sé e degli altri. Perché aveva l'orrore estetico della decadenza, proprio di uno stoico aristocratico. Sentì che era "ragionevole" concludere, poiché la sua opera era conclusa. Ma non voleva una tomba, voleva involarsi: lo spargimento delle ceneri era la forma più sicura per scomparire e anche la più asociale. Perché Montherlant fu asociale fin nella morte». (Gabriel Matzneff, ''Le défi'', Paris, La table ronde, 1988).</ref>
== Economia ==
 
Questo desiderio, «essere ridotto in ceneri dal fuoco, affinché fossero disperse a brezza leggera sul [[Foro Romano|Foro]], tra i Rostri e il Tempio di Vesta», riferito da Pierre Pascal a [[Julius Evola]] (autore ammirato da Montherlant), fu alla base della volontà testamentaria simile espressa dal filosofo italiano alla sua morte nel [[1974]].<ref>Pierre Pascal così ricorda Evola nei suoi ultimi giorni: «Gli dissi il desiderio supremo di Henry de Montherlant: essere ridotto in ceneri dal fuoco, affinché fossero disperse a brezza leggera del Foro, tra i Rostri e il Tempio di Vesta. Allora quest'uomo, che era davanti a me, disteso, con le belle mani incrociate sul petto mi mormorò dolcemente e quasi impercettibilmente: "Io vorrei... ho disposto... che le mie fossero lanciate dall'alto di una montagna"» (Riccardo Paradisi, ''Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio'', in Giovanni Conti, ''Evola tascabile'', Roma, Settimo Sigillo, 1998, p. 25.)</ref> I suicidi di [[Yukio Mishima]] ([[1970]]) e [[Dominique Venner]] ([[2013]]) sono stati paragonati all'estremo gesto di Montherlant, e in particolare si è sostenuta un'influenza sul pensiero di Venner dello scritto di Montherlant ''Il solstizio di un giugno''.<ref>{{cita web|url=https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45591|titolo=A proposito di Venner. “Il solstizio di giugno” di Henry de Montherlant}}</ref>
=== Agricoltura ===
L'[[economia]] del paese è prevalentemente di tipo agricolo. Fra i prodotti più coltivati vi sono [[carciofo|carciofi]], [[pomodoro|pomodori]], [[uva]] e [[olio di oliva]].
La produzione del carciofo costituisce il perno dell'economia niscemese: esso viene sponsorizzato e pubblicizzato in una sagra annuale (''Sagra del Carciofo''), che si tiene con cadenza annuale tra il mese di [[aprile]] ed il mese di [[maggio]].
 
Secondo Marie-Christine Giquel, figlioccia dell'autore, Montherlant avrebbe confidato a suo padre di avere due figli, la cui identità non è stata tuttavia stabilita.<ref>{{cita web|autore=Christian Lançon|titolo=Philippe Giquel, le Prince des Airs|url=http://www.montherlant.be/article_73_giquel.html|urlarchivio=https://archive.today/20130628001901/http://www.montherlant.be/article_73_giquel.html|sito=Montherlant.be|accesso=18 marzo 2019|dataarchivio=28 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref>
=== Turismo ===
Il turismo a Niscemi non è molto sviluppato. È presente un unico [[Bed and Breakfast]] nei pressi della riserva naturale. Il massimo dell'affluenza turistica, che coinvolge comunque cittadini provenienti dalla [[provincia di Caltanissetta]] e dalla vicina [[provincia di Ragusa]], si ha in occasione della Sagra del Carciofo e della Festa della Madonna. Per consentire la permanenza dei turisti, sono state costituite delle aree apposite predisposte per il camping.
 
==Temi==
== Infrastrutture e trasporti ==
{{quote|Baciamo la mano che non possiamo recidere.|Ferrante in ''La regina morta''<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Il gran maestro di Santiago. La regina morta. Malatesta|traduttore=Massimo Bontempelli e Camillo Sbarbaro|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1952|p=166}}</ref><ref name=brullo/>}}
Henry de Montherlant elabora una vasta opera narrativa in cui parla dei beni della vita con una lirica esaltazione che spesso rasenta l'[[estetismo]] ma anche un acuto senso di psicologia [[virilità|virile]]. Sull'alveo aperto da Barrès, Montherlant rende la sua materia con alta tenuta di stile, in forma brillante, densa e sostenuta nello stesso tempo.
 
Gli autori che preferiva erano [[Montaigne]], [[Racine]], [[Blaise Pascal|Pascal]]; i ''[[moralista|moralistes]]'' del XVI e del XVII secolo, [[François de La Rochefoucauld (scrittore)|La Rochefoucauld]], [[Jean de La Bruyère]], [[Luc de Clapiers de Vauvenargues|Vauvenargues]], [[Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort|Chamfort]], [[Antoine Rivaroli|Rivarol]], [[Joseph Joubert|Joubert]]. Nel XIX secolo [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]], [[Stendhal]], [[Maurice Barrès|Barrès]] (soprattutto il primo Barrès). In Svizzera, [[Henri-Frédéric Amiel|Amiel]]. In Germania, [[Goethe]] e [[Nietzsche]]. In Italia, [[D'Annunzio]].<ref>{{Cita news|autore=Vittorio Abrami|titolo=25 Quai Voltaire, una intervista di Montherlant|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=16|data=21 aprile 1963|p=1}}</ref> In ''La Marée du soir'' scrisse che [[Dante]] e Racine erano gli unici poeti che lo interessassero; e riteneva che il primo sarebbe stato odiato dai contemporanei per la sua «energia», il secondo sarebbe stato incompreso a causa della sua «sensibilità».<ref>{{Cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=La Marée du soir|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|pp=154-155}}</ref>
=== Strade ===
Niscemi non è direttamente collegata a nessuna arteria stradale statale. La [[Strada statale 117 bis Centrale Sicula|SS 117 bis]], che collega la vicina [[Gela]] con [[Enna]] è raggiungibile unicamente attraverso la SP 12 della [[provincia di Caltanissetta]], ma non dalla SP 10, che attraversa il comune lungo il viale [[Mario Gori]], attualmente chiusa al transito in quel tratto. La [[SS 115]] è invece raggiungibile, nel tratto che collega [[Gela]] con [[Vittoria (Italia)|Vittoria]], solo attraverso la SP 31, in quanto la SP 11, nel tratto in cui è attraversata da un ponte della [[ferrovia Catania-Caltagirone-Gela]], è chiusa al transito per problemi di sicurezza. Il confinante comune di [[Caltagirone]] è, invece raggiungibile attraverso la SP 10, proseguendo poi unicamente per la SP 227 della [[provincia di Catania]], non per la SP 39i, sempre della provincia di Catania, in quanto anche quest'ultima è chiusa al transito a causa del crollo di un'aracata del ponte della ferrovia che l'attraversa. Le strade provinciali SP 10, SP 11 e SP 12 sono, dunque le arterie stradali principali a cui la città di Niscemi è collegata, ma esse s'interecano con ulteriori strade provinciali secondarie, utilizzate principalmente dai proprietari terrieri, che versano in uno stato di totale abbandono.
 
Nel dopoguerra, scrive che gli scrittori che mancano oggi, della sua generazione, sono quelli che hanno scritto o fatto i più grandi «errori»: [[Pierre Drieu La Rochelle|Drieu]], [[Georges Bernanos|Bernanos]]; perché non hanno cercato di essere «importanti».<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|p=69}}</ref>
L'autostrada più vicina è la [[Autostrada A19|A19]] raggiungibile dal raccordo di [[Autostrada_A19#Raccordo_A19-Caltanissetta|Caltanissetta]].
 
===''Syncrétisme et alternance''===
La città è collegata attraverso i servizi di autolinee dell'azienda [[Etna Trasporti]] ai comuni di [[Gela]], [[Caltagirone]] e [[Catania]], ma non è presente un'autostazione.
All'incirca verso il [[1927]], con ''Aux fontaines du désir'' (1927), ''La petite infante de Castille'' (1929), ''Les Célibataires'' (1934) e soprattutto ''Service inutile'' (pubblicato nel 1935 in Francia e nel 1939 in Germania), Montherlant sembra attenuare il culto dell'eroismo e dell'onore per approdare a una riedizione del biblico «[[Vanitas vanitatum et omnia vanitas|vanità delle vanità, tutto è vanità]]».
 
Un solo valore, una sola realtà è degna di galleggiare sul mare del nulla<ref>Montherlant ha definito l'esistenza una «ricreazione fra due nulla». ''Cfr.'' [[Saʿdi|Sa'dī]] (''[[Il roseto|Gulistan]]'', VIII, 33): «Il mondo è un'esistenza tra due annientamenti».</ref>: l'individuo, singolo, l'[[anarca]], che sceglie la libertà di dire di no, privo di norme cui regolare la propria condotta, solo di fronte a se stesso, solo giudice di se stesso. Montherlant a questo punto si autoproclama cavaliere «du néant» e, sulla base di questa visione [[tragedia|tragica]], tenta di edificare una filosofia della prassi, che si sintetizza nel concetto di ''alternance'': dal momento che in assoluto non vi è nulla di vero, tutto è vero.
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Niscemi|Stazione Vituso|Stazione Priolo Soprano}}
A Niscemi sono presenti tre stazioni ferroviarie, una [[Stazione di Niscemi|centrale]] ed altre due al di fuori del centro urbano ma attualmente dismesse: la [[Stazione Vituso]] e la [[Stazione Priolo Soprano]]. L'unica linea ferroviaria che attraversa la città è la [[Ferrovia Catania-Caltagirone-Gela|Catania-Caltagirone-Gela]] nel tratto tra [[Caltagirone]] e [[Gela]] ma è attualmente non in uso a causa del crollo di un ponte tra Niscemi e Caltagirone. Le [[Ferrovie dello Stato]] coprono il percorso ferroviario attraverso un servizio sostitutivo mediante autobus. Il tratto di linea ferroviaria tra Caltagirone e Gela era stato inaugurato nel [[1979]], ma è dismesso dal [[2011]].
 
Centrale nelle sue opere, da questo momento, è il principio [[Eraclito|eracliteo]] dell'alternanza, teorizzato in ''Syncrétisme et alternance'', per cui valori incompatibili tra loro coesistono e si equivalgono<ref>{{Cita news|titolo=Montherlant di sé stesso|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=40|data=1º ottobre 1972}}</ref>; è la perpetua oscillazione tra i valori dell'azione e quelli della rinuncia, che consiste nel conquistare il mondo delle cose per misurarne la nullità. Perciò è stato affermato che egli ha fatto proprio lo sguardo nietzschiano del «biologista dei valori». Montherlant teorizza il suo ''service inutile'', la gratuità dell'azione; esemplare è in tal senso una frase dell'arcivescovo di Parigi [[Georges Darboy]], posta in epigrafe al saggio ''Service inutile'': «Il vostro errore consiste nel credere che l'uomo deve fare qualcosa in questa vita».<ref>{{cita libro|autore=Jean de Beer|titolo=Montherlant ou l'homme encombré de Dieu: avec des remarques par Henry de Montherlant|città=Paris|editore=Flammarion|anno=1963|p=436}}</ref> Il motto dell'autore è «vivere la vita come se ci si credesse», ma senza credervi veramente, affinché non diventi una cosa seria e non si disperda la gioia della sua «inconcludenza sublime».<ref name=sciacca52/> Da tale visione derivano il distacco e l'indifferenza verso la realtà circostante e l'azione intesa come diversivo:
=== Mobilità urbana ===
Il mezzo di trasporto più usato è l'[[automobile]], mentre l'unico mezzo pubblico è l'autobus, non molto utilizzato. È presente un'unica linea, la cui fermata principale è in via XX Settembre, in prossimità di Piazza Vittorio Emanuele III, ed è gestita da un'azienda di trasporti privata.
 
{{Citazione|I bambini trascorrono una giornata a costruire un fortino di sabbia, sapendo che la marea della sera lo distruggerà. Questa immagine mi ha sempre perseguitato, simbolo dell'azione intesa come gioco, che è in fondo l'unico modo che la giustifichi. Ma, a ben vedere, quel che c'è di meraviglioso è che sia la distruzione ad animare in parte i bambini. I loro occhi radiosi quando costruiscono il forte. I loro occhi radiosi quando lo vedono distruggere dalla marea. Che l'uomo ami distruggere quello che ha fatto o ciò che gli sta a cuore, questo è noto. ''Ædificabo et destruam''. "Costruirò. E poi distruggerò quello che ho costruito".|{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Carnets 1958-1964: Va a jouer avec cette poussiere|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1966|p=148}}}}
== Sport ==
 
Pur negando ogni prospettiva fideistica, Montherlant conserva nella sua opera il senso del religioso o del profondo, che gli suggerì la ''Présentation du Capitaine Romero'', una riflessione su un dipinto di [[El Greco]]:
=== Calcio ===
{{Citazione|Oltre il reale e oltre l'irreale, c'è il profondo. Al di là di una semplice realtà di impulsi fisici e relazioni quotidiane, oltre l'artificialità delle virtù di pura maniera e i codici di condotta, c'è questa profondità, accessibile solo mediante l'introspezione e la contemplazione di ciò che è. Questo paradiso del profondo può essere raggiunto solo dallo sforzo personale dell'individuo e la scoperta non può essere comunicata agli altri.<ref>{{Cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=XIV}}</ref>}}
La squadra più importante di Niscemi è il Real Niscemi che milita nel girone D del campionato regionale di Promozione. Le partite di casa sono giocate presso lo stadio comunale in contrada Ponte Longo.
 
Inoltre, la sua visione della realtà risente della filosofia stoica, delle opere di [[Seneca]] e di [[Marco Aurelio]], i cui insegnamenti egli considera fondamentali per il conseguimento della padronanza di sé.<ref name=juan09>{{Cita libro|autore=Pierangela Adinolfi|capitolo=La mort qui fait le trottoir (Don Juan) di Henry de Montherlant|titolo=Don Giovanni nelle riscritture francesi e francofone del Novecento : atti del Convegno internazionale di Vercelli (16-17 ottobre 2008)|curatore=Michele Mastroianni|città=Firenze|editore=Olschki|anno=2009|p=204}}</ref>
=== Parapendio ===
[[Immagine:Parapendioniscemi.jpg|thumb|right|200px|Parapendio ''Angelo D'Arrigo'']]
Nella zona sottostante tra il belvedere e il quartiere Sante Croci vi è situata una piccola sede per appassionati di [[parapendio]]. La sede è stata dedicata all'aviatore italiano Angelo D'Arrigo recentemente scomparso.
 
La morale di Montherlant è quella dell'agire per agire, senza alcuno scopo, per il puro gusto di agire, di muoversi; azione totalmente libera, priva di ragione. Cercare, «sapendo che il problema è insolubile»; servire, sorridendo all'ideale a cui si serve; ma «riconoscere, comprendere e sopportare» ciò avendo continuamente la «dolorosa e inutile» convinzione di essere nel giusto: infatti «è necessario che io conquisti un punto fermo da cui poter slanciare verso l'alto, superando finalmente me stesso. Ma come e con quale mezzo? [...] Io mi getto nelle braccia dell'assurdo. O anima!».<ref name=sciacca52/>
== Voci correlate ==
 
*[[Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi]]
Il concetto di alternanza ritorna più volte nelle sue opere, associato ora alla [[svastica|ruota solare]], ora all'[[equinozio d'autunno]], come nei saggi de ''L'Equinoxe de Septembre'': il 24 settembre, il giorno dell'equinozio, quando il giorno è uguale alla notte; «nella festa di questo santo mistero, nel quale il sì e il no si equivalgono. È il giorno della pace e la notte della guerra. Uno o l'altro, ''ni más, ni menos'', né più né meno, come è scritto nel famoso quadro di [[Juan de Valdés Leal]]».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=L'Equinoxe de Septembre|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=806}}</ref> Due concezioni opposte non sono che deviazioni differenti di una «stessa verità».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=Carnets XXXI|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=1205}}</ref>
*[[Stazione di Niscemi]]
 
*[[Stazione Vituso]]
Nei ''Carnets'' il medesimo concetto è reso mediante una metafora legata alle onde del mare: «Nel vederle così lontane [le onde], si penserebbe che copriranno la terra; arrivano, un movimento opposto le cancella; la più audace non ha guadagnato un metro in più delle altre, quando già si ritira e cessa di essere nel seno senza gloria del mare. L'uccello degli spazi guarda questo movimento eterno, e vede l'immobilità».<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Essais|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1963|p=XXXIX}}</ref>
*[[Stazione Priolo Soprano]]
 
*[[Frana di Niscemi]]
Esteta armato, i nemici di Montherlant sono tutti coloro che partecipano al mondo falso e convenzionale degli adulti: scrittori impegnati, politici, confessori, parentele, eredi. Al vertice quale nemico per antonomasia è il ''civis'' che insidia la cittadinanza poetica dell'eterno ''[[adolescenza|Jüngling]]''.
 
Perciò, l'estata armato è costretto all'esilio permanente in luoghi che gli consentano di sfuggire al controllo e alle regole della società civile: ecco l'arena, lo stadio, la trincea, poi la fontana, il giardino, l'oasi nel deserto. Lo sfondo per eccellenza è quello dell'Europa mediterranea e del Nordafrica.<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 208}}.</ref>
 
===La guerra e lo sport===
Altro tema che caratterizza la sua opera e sul quale il suo giudizio rimase immutato è la centralità della [[guerra]] nella vita umana. Gli uomini, nel battersi tra loro, scoprono una realtà «familiare» alla loro natura più profonda, rimasta nascosta fino a quel momento dalle «sovrastrutture della società», ovvero dal «progresso civile» e dalle banalità da «midinettes» della vita borghese.<ref name=vin58/> Ai valori della [[pace]] Montherlant contrappone quelli della «civiltà della guerra» (coraggio, complicità, ''compagnonnage''<ref>{{Cita|Maurizio Serra|p. 211}}.</ref>) che i soldati sperimentano sul campo di battaglia.<ref>{{fr}}{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|capitolo=Chant funèbre pour les morts de Verdun|titolo=Essais|città=Parigi|editore=Gallimard|collezione=Bibliothèque de la Pléiade|anno=1963|p=183}}</ref>
 
Montherlant sembrava accettare l'idea della guerra secondo una visione [[futurismo|futurista]] quasi come «igiene del mondo», un fatto capace di rivelare negli uomini le loro qualità e soprattutto il loro coraggio poiché, a volte, proprio dalla guerra vengono i buoni e i migliori. Era senza dubbio una concezione [[aristocrazia|aristocratica]] che gli faceva considerare in teoria anche un principio autoritario. Non quello «biondo» come definiva il tedesco e neppure quello «dilettantistico» come supponeva il [[gollismo|gollista]] ma preferiva l'italiano sia per l'influenza che gli veniva dalla simpatia per [[D'Annunzio]] sia dalla comprensione per [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]].<ref>{{Cita|Bernacconi|p. 194}}.</ref>
 
L'esperienza della guerra non è connessa al patriottismo, ma piuttosto alla necessità di fuggire dalla mediocrità della vita quotidiana. La guerra si configura come un'esperienza «stimolante e purificatrice», di «elevazione spirituale e sfogo degli istinti, dedizione a un ideale»<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/Montherlant%2C+Henry+Millon+de-.html|titolo=Montherlant, Henry Millon de-|sito=Sapere.it}}</ref>. Essa va inoltre vissuta in modo cavalleresco, nel rispetto del nemico, secondo la lezione dei [[samurai]]; a tal proposito risulta esemplare l'aneddoto che Montherlant riporta in ''Le parapluie du samouraï'' (''L'équinoxe de septembre'', 1938): si racconta di due guerrieri giapponesi che si recano sul terreno per battersi, ma sopraggiunge la pioggia e dal momento che uno dei due è sprovvisto di ombrello l'altro lo ripara sotto il proprio, prima di sguainare la spada e di uccidersi l'un l'altro.
 
Alla cultura [[giappone|giapponese]] si richiamò anche quando ebbe a commentare amaramente il tramonto dell'[[onore]]. Nel saggio intitolato ''Un senso perduto'' commentò un fatto di cronaca con un altro, ma occidentale e non meno ammirevole: Montherlant elogiò lo [[stoicismo]] di una donna giapponese, moglie di un tenente, la quale si uccise affinché il marito si sentisse liberato di ogni preoccupazione nei suoi confronti, mentre era in servizio. Dopo essersi vestita con l'abito tradizionale ed essersi dedicata a preparativi estremamente complicati, la giovane donna si era seduta dinnanzi agli dèi della sua famiglia e si era recisa una arteria del polso.<ref>{{cita libro|autore=Shinshō Hanayama|titolo=La via dell'Eternità|traduttore=Pierre Pascal|altri=presentazione di Giovanni Artieri|editore=Circolo Gabriele D'Annunzio|città=Grosseto|anno=1975|p=374}}</ref>
 
Alla [[guerra]] segue l'elogio dello [[sport]], come mezzo di sviluppare, non solo fisicamente, ma intellettualmente la propria personalità; di evadere da un ambiente, da consuetudini di vita che su tale sviluppo sortiscono effetti perniciosi; di sottrarsi ai tormenti della cosiddetta età ingrata e di conquistare una castità che nulla abbia di morbosamente [[ascesi|ascetico]]. Montherlant richiama inoltre l'attenzione degli intellettuali sui campi sportivi dove ognuno di loro avrebbe dovuto trascorrere fin dall'adolescenza qualche giornata ogni mese; e il richiamo è carico di rimprovero in quanto il dualismo fra intellettualità e vita fisica è ritenuto una delle cause dirette della crisi di ogni cultura.
 
Ciò che viene attaccato è il disprezzo verso l'attività fisica, considerata come inferiore con il risultato che, ogniqualvolta si trova davanti a una prova seria, l'intellettuale dà in una crisi di coscienza o nell'isterismo. L'esperienza sportiva offre infine nuove possibilità di poesia, come nelle ''Olympiques'' e nel ''Songe'', in cui convergono tematiche tipiche degli autori greci [[Pindaro]] e [[Tirteo]].<ref>{{Cita web|titolo=Sport e letteratura nella storia|autore=Francesca Petrocchi|sito=Enciclopedia dello Sport - Treccani.it|anno=2003|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sport-e-letteratura-nella-storia_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/}}</ref>
 
Tuttavia, già in ''Aux fontaines du désir'' (1927), quello che pareva nato per esaltare tutti coloro che marciano, corrono, che diceva di voler morire da guerriero, per trovarsi poi un giorno nel paradiso all'ombra delle spade, non comprende più né la fretta né la smania, né la competizione né il record; e attribuisce al concetto della [[velocità]] la «même vulgarité que le concept de nombre», poiché entrambi farebbero «une figure d'une grande bassesse en face du concept de qualité». Infine sdegna e rifiuta l'intervento del cronometro nelle gare, chiamando ridicolo il mito che dà importanza alla differenza di un decimo di secondo.<ref>''cfr''. {{Cita news|autore=[[Adriano Tilgher (filosofo)|Adriano Tilgher]]|titolo=Attivismo in crisi, Montherlant pessimista|pubblicazione=La Cultura|numero=4|data=1º marzo 1928|pp=157-160}}</ref>
 
===La giustizia e la carità===
{{quote|Non esiste il potere, ma soltanto l'abuso di potere.|Cardona in ''Il Cardinale di Spagna''.<ref>{{cita libro|autore=Pierre J. Lapaire|titolo=Montherlant et la parole: étude d'un langage dramatique|città=Birmingham|editore=Summa Publications|anno=1993|p=17|url=https://books.google.it/books?id=foR-O4vcEZUC&pg=PA17&dq=%22y+a+l%27abus+de+pouvoir,+rien+d%27autre%22+cisneros&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw7Kzfho7hAhW4wAIHHZztCKYQ6AEIKDAA}}</ref><ref name=brullo/>}}
Nelle sue opere importanza è data anche alla giustizia e alla carità. Montherlant — ha scritto [[Kléber Haedens]] — ha cercato sempre, sia nei suoi romanzi sia nel suo teatro, di essere giusto con i suoi personaggi, dando a ciascuno i propri meriti. Montherlant pensava che gli scrittori d'oggi non amassero a sufficienza le loro creature. Infatti già dal 1929 aveva estratto dalla sua opera un intero volume di frammenti scelti dal titolo ''Pagine di tenerezza''.<ref name=paseyro/>
In tutta la letteratura di Montherlant ci sono momenti sublimi, nei quali si sente irradiare la dolcezza. Il suo amore per la gioventù che gli ispirò scene di collegio, di guerra, di arene di tori. Montherlant era un uomo generoso. Non c'è contraddizione nel fatto che quest'uomo generoso, amante di una vita che si esprime pienamente nella libertà della gioventù seguisse con tristezza l'evoluzione del mondo.
 
Montherlant soffriva davanti allo spettacolo della ''religio depopulata''<ref>{{cita web|url=http://www.montherlant.be/article-027-riviere.html|titolo=L'Abbé Rivière, “fils de la solitude rustique”, ange tutélaire de Montherlant}} {{Cita libro|titolo=Lettres à Michel de Saint Pierre|autore=Henry de Montherlant, Michel de Saint Pierre|editore=Editions Albin Michel|città=Paris|anno=1987|p=10}} ''Cfr.'' Montherlant: «Si sarebbe tentati di recarsi in una cappella buia, dietro l'altare maggiore, solo due vecchie e voi, qualche candela bruciata in onore dell'Altissimo a illuminare i vostri "peccati", e assistere a una [[messa bassa]] detta da un prete che crede. Ma con la reputazione che i sacerdoti e le chiese hanno oggi, c'è la paura di imbattersi in un burlone, in una chiesa saccheggiata, e si preferisce celebrare a casa propria, a modo proprio, un Dio che onoriamo e al quale non crediamo.». (H. de Montherlant, ''La marée du soir. Carnets 1968-1971'', Paris, 1972, p. 85.).</ref> e per l'avvilimento e la stupidità di dottrine che pretendono di ridurre l'uomo a uno stato di cellula meccanica di una società senz'anima. [[Roland Laudenbach]], che lo frequentò per trent'anni, offre una testimonianza significativa: «Per Montherlant tutto andava sempre peggio: Montherlant credeva che Tartufo aveva vinto e che le macchinazioni, gli imbrogli, la viltà e il disordine avrebbero finito per sommergere ogni cosa».<ref name=paseyro/>
 
Per Montherlant il fenomeno più rilevante del ventesimo secolo era l'onnipotenza della [[propaganda]], che porta a screditare l'uomo in quanto essere pensante. L'organizzazione della propaganda è di una così grande potenza e abilità internazionale che, ovunque nel mondo, l'uomo, anche quando ha un qualche valore, non è più in grado di resistervi.
 
Il mondo contemporaneo gli appare governato da [[snobismo]] sociale, politico, intellettuale, religioso, artistico, economico. Per snobismo intende l'inclinazione ad assumere un'opinione contraria ai propri convincimenti, soltanto perché sembra conveniente e accettata dalla maggioranza. Lo snobismo delle classi popolari è uguale e superiore a quello delle [[Élite (sociologia)|élites]].
 
Molte cose mancano – secondo Montherlant – nel mondo contemporaneo, soprattutto l'[[intelligenza]] – quella reale, non quella degli intellettuali – e la [[carità]], quella reale, e non quella delle persone che fanno carriera nell'[[altruismo]].<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|p=182}}</ref>
 
Quanto alle conquiste della [[scienza]] contemporanea, afferma di ammirarle nella stessa misura in cui ammira l'acrobata che si esibisce in un volteggio e per questo gli sembra una specie di essere mostruoso. Per Montherlant le cosiddette conquiste della scienza sono il prodotto di un'[[intelligenza]] deviata. Perché l'uomo che gira intorno alla Terra o alla Luna può essere allo stesso tempo un sciocco nella sua vita privata, uno sciocco nella sua assenza di pensiero o nel suo pensiero.
 
Montherlant è della stesso avviso della regina [[Giovanna di Castiglia|Jeanne]] che ne ''Le Cardinal d'Espagne'' afferma: «Andare a portare l'ordine nelle Indie quando non si è in grado di mettere ordine in casa!».<ref>{{cita libro|autore=H. de Montherlant|titolo=Va jouer avec cette poussière : Carnets 1958-1964|città=Paris|anno=1966|pp=80-81}}</ref>
 
Vi sono infine alcuni ideali ricorrenti a cui è rimasto fedele: austerità, coraggio e aristocrazia, riconducibili all'educazione impartitagli dalla madre, all'etica dei samurai e del mondo cavalleresco e nobile della Castiglia. Luogo della sua formazione spirituale resta pur sempre la Spagna classica – del ''[[Cid Campeador]]'', della ''[[Reconquista]]'', del misticismo castigliano e del ''[[Don Chisciotte]]'' – che lo ha educato al disprezzo della mondanità.<ref>{{Cita news|autore=[[Giovanni Allegra]]|titolo=La Spagna di Montherlant|pubblicazione=Il Tempo|numero=258|data=21 settembre 1973|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1973/n.258/3/original}} {{Cita|Vin|pp. 125-126}}.</ref>
 
=== Il teatro ===
Nel secondo periodo della sua vita, Montherlant realizza una serie di [[dramma|drammi]] che vengono rappresentati a distanza di tempo dalla loro composizione. I drammi dell'autore francese non appartengono all'attualità nel senso cronachistico del termine, in quanto non rispecchiano vicende di oggi. Ma lo stato d'animo di cui si fanno portavoce, la rivendicazione dell'[[onore]] e della [[dignità]] umana in senso rigoroso e formale contribuiscono a spiegare anche certi momenti del difficile dopoguerra francese.
 
La formula drammatica di Montherlant oscilla tra l'obbedienza alla rigida struttura della [[tragedia]] classica francese e il richiamo a forme più libere del dramma [[romanticismo|romantico]] (rievocazione storica, costumi riccamente ricostruiti, atmosfere accese). Dal punto di vista tematico tutto il suo universo teatrale ruota attorno a un assunto fondamentale: alla mediocrità del mondo e del consorzio umano si oppone l'[[eroismo]] di un uomo solo, diviso tra il desiderio dell'azione e il dubbio rispetto alla sua stessa utilità.<ref>{{Cita libro|curatore=[[Silvio D'Amico]]|titolo=Enciclopedia dello spettacolo: Mal-Perg|città=Roma|editore=Le maschere|anno=1962|p=789}}</ref>
 
Viene ribadita dunque la tesi dell'universale vanità e il concetto di ''alternance''. Poiché il mondo sarebbe privo di ogni significato, l'individuo si trova di fronte ad un bivio: o soddisfare sino in fondo il suo amor proprio, il suo orgoglio, la sua sensualità, come l'insaziabile Don Juan in ''La Mort qui fait le trottoir'', oppure negare tutti i valori mondani e annullarsi misticamente nella divinità. Così, nella ''Regina morta'' (1942) vediamo il re Ferrante condannare a morte Inès, non tanto per esigenze di ragion di Stato, a cui lui stesso non crede affatto, bensì per orgoglio e per cinismo. Nel ''[[Il gran maestro di Santiago|Maestro di Santiago]]'' (1947), in ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La ville dont le prince est un enfant]]'' (1951), in ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' (1954), i protagonisti abbandonano invece ogni velleità di gloria mondana per sprofondare nella pace, ad un tempo dolce e austera dell'[[Essere]] o del [[nulla]], secondo la formula «Dieu est le rien» di [[Meister Eckhart]].<ref>{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Théâtre|città=Paris|editore=Gallimard|anno=1972|p=1189}}</ref> Tale concezione, [[eroica]] e [[tragedia|tragica]], rende insomma possibile, agli occhi di Montherlant, un'oscillazione tra [[epicureismo]] e [[giansenismo]], tra religione del piacere e religione dell'austerità.<ref>{{cita libro|autore=Giorgetto Giorgi|capitolo=Montherlant, Henry Millon de|titolo=Dizionario critico della letteratura francese: diretto da Franco Simone, I|città=Torino|editore=U.T.E.T.|anno=1972|p=835}}</ref>
 
I personaggi del teatro di Montherlant vivono, in genere, il dramma dello disfatta di fronte all'incomprensione e della conseguente solitudine.<ref name=sciacca52>{{cita libro|autore=Michele Federico Sciacca|capitolo=Correnti minori di irrazionalismo e di relativismo in Francia: L. Rougier, G. de Gaultier, E. de Montherlant|titolo=La filosofia, oggi : I|editore=Fratelli Bocca Editori|città=Roma-Milano|anno=1952-1954|pp=181-182}}</ref>
 
== Opere ==
=== Narrativa ===
* La Jeunesse d'Alban de Bricoule:
** ''Le Songe'' ([[1922]])
** ''[[Les Bestiaires]]'' ([[1926]])
** ''Les Garçons'' ([[1969]])
* ''[[Gli scapoli|Les Célibataires]]'' ([[1934]])
*''[[Ragazze (tetralogia)|Les Jeunes Filles]]'':
** ''Les Jeunes Filles'' ([[1936]])
** ''Pitié pour les femmes'' ([[1936]])
** ''Le Démon du bien'' ([[1937]])
** ''Les Lépreuses'' ([[1939]])
* ''[[Il caos e la notte|Le Chaos et la Nuit]]'' ([[1963]])
* ''La Rose de sable'' ([[1968]])
* ''Un assassin est mon maître'' ([[1971]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Thrasylle'' ([[1984]])
** ''Moustique'' ([[1986]])
 
===Teatro===
* ''L'Exil'' ([[1914]] - [[1929]])
* ''Pasiphaé'' ([[1936]])
* ''La Reine morte'' ([[1942]])
* ''Fils de personne'' ([[1943]])
* ''Un incompris'' ([[1943]])
* ''Malatesta'' ([[1946]])
* ''[[Il gran maestro di Santiago|Le Maître de Santiago]]'' ([[1947]])
* ''Demain il fera jour'' ([[1949]])
* ''Celles qu'on prend dans ses bras'' ([[1950]])
* ''[[La città che ha per principe un ragazzo|La Ville dont le prince est un enfant]]'' ([[1951]] - [[1967]])
* ''[[Port-Royal (Montherlant)|Port-Royal]]'' ([[1954]])
* ''Brocéliande'' ([[1956]])
* ''La Mort qui fait le trottoir (Don Juan)'' ([[1956]])
* ''Le Cardinal d'Espagne'' ([[1960]])
* ''La Guerre civile'' ([[1965]])
 
===Racconti===
* Les Voyageurs traqués:
** ''Aux fontaines du désir'' ([[1927]])
** ''La Petite Infante de Castille'' ([[1929]])
** ''Un voyageur solitaire est un diable'' ([[1961]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Mais aimons-nous ceux que nous aimons ?'' ([[1973]])
** ''Le Fichier parisien'' ([[1974]])
** ''Coups de soleil'' ([[1976]])
** ''Quelques mois de féerie, quelques jours de galère. Inédits nord-africains (1926-1940)'' ([[1995]])
 
===Saggi===
* ''La Relève du matin'' ([[1920]])
* ''Les Olympiques'' ([[1924]])
* ''La mort de Peregrinos'' ([[1927]])
* ''Mors et vita'' ([[1932]])
* ''Service inutile'' ([[1935]])
* ''L'Équinoxe de septembre'' ([[1938]])
* ''Les Nouvelles chevaleries'' ([[1941]])
* ''Le Solstice de juin'' ([[1941]])
* ''Notes de théâtre'' ([[1943]])
* ''Textes sous une occupation (1940-1944)'' ([[1963]])
* ''Discours de réception à l'Académie française et réponse du duc de Lévis Mirepoix'' ([[1963]])
* ''Le Treizième César'' ([[1970]])
* ''La Tragédie sans masque. Notes de théâtre'' ([[1972]])
* ''Essais critiques'' ([[1995]])
 
===''Carnets''===
* ''Carnets 1930-1944'' ([[1957]])
* ''[[Va jouer avec cette poussière|Va jouer avec cette poussière (1958-1964)]]'' ([[1966]])
* ''La Marée du soir (1968-1971)'' ([[1972]])
* Pubblicazioni postume:
** ''Tous feux éteints (1965, 1966, 1967, 1972 et sans dates)'' ([[1975]])
** ''Garder tout en composant tout (Derniers carnets, 1924-1972)'' ([[2001]])
 
===Poesia===
* ''Les Sauteurs de haies'' (1924)
* ''Encore un instant de bonheur'' ([[1934]])
 
===Lettere===
*''Correspondance (1938-1941)'', présentation et notes de R. Peyrefitte et Pierre Sipriot, Robert Laffont, 1983
* ''Lettres à Michel de Saint Pierre'', préface de Michel de Saint Pierre, Albin Michel, 1987
 
===Vari===
* ''Pages catholiques'', recueillies et présentées par Marya Kasterska, Plon, 1947
* ''Dessins'', préface de Pierre Sipriot, Copernic, 1979
 
== Traduzioni italiane ==
*{{cita news|titolo=Quelle che prendiamo tra le braccia: dramma in tre atti|traduzione=Camillo Sbarbaro|pubblicazione=Sipario|anno=1951|numero=63}}
*{{cita libro|titolo=Il gran maestro di Santiago; La regina morta; Malatesta|traduttore= [[Massimo Bontempelli]], [[Camillo Sbarbaro]]|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1952}} Riedito in parte: {{cita libro|titolo=Malatesta : dramma in quattro atti|traduttore=Camillo Sbarbaro|altri=con una nota critica di Luca Scarlini|città=Rimini|editore=Raffaelli|anno=1995}}
*{{cita libro|titolo=Gli scapoli|traduttore=Egidio Bianchetti|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1953}}
*{{cita libro|titolo=Ragazze|altri=con ''Pietà per le donne'', ''Il demone del bene'', ''Le lebbrose''|traduttore=Maria Luisa Cipriani Fagioli|città=Milano|editore= Mondadori|anno=1958}} Nuova traduzione: {{cita libro|titolo=Le ragazze da marito [Volume primo della tetralogia]|traduttore=Cesare Colletta|città=Milano|editore= Adelphi|anno= 2000}}
*{{cita libro|titolo=Il cardinale di Spagna; Port-Royal|traduttore= Giuseppina Gozzini, Camillo Sbarbaro|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1961}} Riedito in parte: {{cita libro|titolo=Port-Royal|traduttore=Camillo Sbarbaro|città=Torino|editore=Nino Aragno Editore|anno=2015}}
*{{cita libro|titolo=Il caos e la notte|traduttore=Giuseppe Mormino|città=Milano|editore=Bompiani|anno= 1965}}
*{{cita libro|titolo=La guerra civile : dramma in tre atti|altri=premessa e traduzione di [[Piero Buscaroli]]|città=Torino|editore= Fògola|anno=1976}}
*{{cita libro|titolo=Il solstizio di giugno|altri=introduzione e traduzione di Claudio Vinti|città=Napoli|editore= Akropolis|anno=1983}}
*{{cita libro|titolo=Pasiphaë|traduttore=Luca Coppola|altri=introduzione di Claudio Vinti|città=Palermo|editore=Novecento|anno=1990}}
*{{cita libro|titolo=L'infinito è dalla parte di Malatesta|altri=introduzione di [[Giuseppe Scaraffia]] e appendice a cura di Moreno Neri|città=Rimini|editore=Raffaelli|anno=2004}}
 
== Premi letterari ==
* [[1920]] - ''Prix Montyon''
* [[1934]] - [[Gran premio di letteratura dell'Accademia francese]]
* [[1934]] - ''Prix Northcliffe''
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{Cita news|autore=[[Giuseppe Prezzolini]]|titolo=H. de Montherlant, Le releve du matin, Paris, Joud, 1922|pubblicazione=Il Convegno|numero=11-12|data=25 dicembre 1922|p=690}}
* Salvatore Distefano, ''Niscemi – Appunti per una storia dell’Araldica secolare della Sicilia centro meridionale'' Archivio Storico Siracusano, 2003.
*{{Cita news|autore=[[Giacomo Prampolini]]|titolo=Doni dell'Africa|pubblicazione=La Fiera Letteraria|numero=42|data=14 ottobre 1928|p=8}}
*{{Cita libro|autore=[[Lorenzo Giusso]]|capitolo=Montherlant|titolo=Il viandante e le statue|città=Milano|editore=Corbaccio|anno=1929|pp=289-298}}
*{{Cita news|autore=[[Emilio Castellani (traduttore)|Emilio Castellani]]|titolo=La lezione dello stadio|pubblicazione=Corrente di vita giovanile|numero=12|data=15 luglio 1938|p=4}}
* {{Cita libro|autore=[[Michel de Saint Pierre|Michel de Saint-Pierre]]|titolo=Montherlant bourreau de soi-meme|città=Parigi|editore=Gallimard|anno=1949|lingua=fr}}
*{{Cita libro|autore=[[Indro Montanelli]]|capitolo=Montherlant|titolo=Tali e quali : 2|città=Milano|editore=Longanesi|anno=1956|pp=331-336}}
*{{Cita libro|autore=Antonio Corsaro|capitolo=Per Montherlant|titolo=Astrattismo nella poesia francese del Seicento e altri studi|città=Palermo|editore=Flaccovio|anno=1968|pp=255-259}}
*{{Cita libro|autore=[[Renzo Rossellini]]|titolo=Ultimi colloqui con Montherlant|città=Monte-Carlo|editore=Imprimerie Monegasque|anno=1972|cid=Rossellini}}
* {{Cita news|autore=Émile Lecerf, Jean Mabire, Michel Ciry, François d'Orcival, Michel Marmin, [[Jean Cau]], Michel Mourlet|titolo=Henry de Montherlant|pubblicazione=Nouvelle École|data=settembre 1972|numero=20|lingua=fr}}
*{{Cita news|autore=[[Giorgio Locchi]]|titolo=De Montherlant l'ultimo scrittore aristocratico|pubblicazione=Il Tempo|data=23 settembre 1972|p=3|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/CFI0415092/1972/n.242/3/original|cid=Loc}}
*{{cita news|autore=Pierre Pascal|titolo=In ricordo di Montherlant: XXI settembre MCMLXXII, sedicesima ora|pubblicazione=la Destra : rivista internazionale di cultura e politica|numero=10|data=ottobre 1972|url=https://ita.calameo.com/read/004801946880bd81cda37|cid=Pas}}
*{{cita libro|autore=Eric Vatré|titolo=Montherlant: entre le Tibre et l'Oronte|città=Parigi|editore=Nouvelles Éditions Latines|anno=1980|cid=Vat|lingua=fr}}
*{{Cita libro|autore=Luigi Bàccolo|capitolo=Mitologia politica di Montherlant|titolo=Il mormorio delle passioni nascenti e altre cose|città=Cuneo|editore=L'arciere|anno=1981|cid=Luigi Bàccolo}}
* {{cita libro|autore=Pierre Sipriot|titolo=Montherlant sans masque|editore=Éditions Robert Laffont|città=Paris|anno=1982|cid=Sip|lingua=fr}}
*{{Cita libro|autore=Gianni Nicoletti|capitolo=Henry Millon de Montherlant|titolo=I contemporanei: Letteratura francese II|città=Roma|editore=Lucarini|anno=1984|cid=Nic}}
*{{Cita libro|autore=Claudio Vinti|titolo=Il ventaglio del samurai: H. de Montherlant e l'ideologia della guerra|città=Napoli|editore=Edizioni scientifiche italiane|anno =1985|cid=Vin}}
*{{Cita libro|autore=Sergio Bernacconi|capitolo=A Lourdes: Zola, Carrel, Montherlant|titolo=Un gatto nel Parnaso|città=Ferrara|editore=SATE|data=1989|cid=Bernacconi}}
*{{Cita libro|autore=Maurizio Serra|capitolo=La dedica di D'Annunzio a Montherlant|titolo=L'esteta armato : il poeta-condottiero nell'Europa degli anni Trenta|città=Bologna|editore=Il Mulino|anno=1990|cid=Maurizio Serra}}
*{{cita libro|autore=[[Alain de Benoist]]|capitolo=Henry de Montherlant|titolo=Bibliographie générale des droites françaises, vol. 1|collana=Patrimoine des lettres|editore=Dualpha|città=Paris-Coulommiers|anno=2004|lingua=fr}}
*{{Cita news|autore=Pierangela Adinolfi|titolo=Bernanos e Montherlant: dai Dialogues des Carmélites a Port-Royal|pubblicazione=Studi Francesi|numero=148|data=gennaio-aprile 2006|pp=41-55}}
*{{cita libro|autore=Henry de Montherlant|titolo=Lettere a Luigi Bàccolo|altri=edizione critica a cura di Pierangela Adinolfi|editore=Nuova Trauben edizioni|città=Torino|anno=2018|cid=Lettere a Luigi Bàccolo}}
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|lingua=Fr|url=http://www.montherlant.be/|titolo=Montherlant.be: biografia, bibliografia, articoli e testimonianze}}
* [http://www.comune.niscemi.cl.it Portale] del Comune di Niscemi
*{{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Sicilia/Provincia_di_Caltanissetta}}
* [http://www.ceaniscemi.it/museo.htm Museo Didattico di Storia Naturale] di Niscemi
 
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|carica = Seggio 29 dell'[[Académie française]]
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