Anzio (città antica) e Categoria:Detenuti di Alcatraz: differenze tra le pagine

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{{NotaBiografie|NomeCategoria=Detenuti di Alcatraz |Benito Troncone}}
{{F|storia antica|maggio 2014|A causa della scarsità di fonti storiche attendibili contemporanee, la voce si configura, almeno in parte, come una [[WP:RO|ricerca originale]], composta attraverso estrapolazioni di citazioni classiche e moderne, interpretate, talvolta personalmente, dagli autori della voce attraverso le proprie conoscenze personali sulla topografia delle attuali Anzio e Nettuno. Sono inoltre ancora presenti diversi passi del tutto privi di riferimenti}}
{{L|storia|maggio 2014|non rara insistenza su notazioni di interesse prettamente locale sull'attuale collocazione (attestata o presunta) degli edifici antichi}}
{{P|Almeno in parte è una voce a tesi, mirante ad affermare la titolarità dell'odierna Nettuno a proclamarsi l'erede più diretta (comunque non esclusiva), in termini in cronologici, della città antica.|storia antica|maggio 2014}}
{{Sito archeologico
|Nome = Antium
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|Didascalia = I ruderi della Domus Neroniana, oggi nell'odierna [[Anzio]]
|Civiltà = [[Latini|latino]]-[[Volsci|volsca]] e [[civiltà romana|romana]]
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L'antica '''Anzio''' ([[Lingua latina|latino]] '''''Antium''''') era una città [[Italici|italica]], che sorgeva sulla costa tirrenica del [[Latium|Lazio antico]], fondata dai [[Latini]] agli inizi del primo millennio a.C., e in seguito occupata dagli antichi [[Volsci]], che erano giunti nella zona costiera tra il VI e il V secolo a.C.
In epoca romana, luogo termale e di villeggiatura, era frequentato dai nobili. La città copriva un territorio oggi occupato dalle odierne città di [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], che ne conservano le vestigia e ne sono quindi eredi.<ref>[[Antonio Nibby]], ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma'', Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1848, Vol. II; [[Giuseppe Tomassetti]], ''La Campagna romana antica, medioevale e moderna'', a cura di L. Chiumenti e F. Bilancia, Firenze, Olschki, 1979-’80, vol II; Brandizzi Vittucci Paola, ''Antium. Anzio e Nettuno in epoca romana'', Bardi Editore, Roma, 2000, ISBN 88-85699-83-9 </ref>.
== Storia ==
=== Età latino-volsca ===
 
[[Categoria:Criminali statunitensi]]
Secondo la tradizione leggendaria di [[Xenagora]], Antium (che per [[Plinio il Vecchio]] era la città di ''Afrodisio''<ref name="PlinioNatHistIII,57">[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 57.</ref>) venne fondata da [[Anteo]], figlio di Ulisse e della maga Circe<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I, 63.</ref>, mentre un'altra leggenda del ciclo troiano indica della città un diverso fondatore: [[Ascanio]], figlio di [[Enea]]. Anche se la scoperta di reperti archeologici risalenti all'età della pietra testimoniano la presenza dell'uomo fin da quella lontana epoca, certo è che le fonti storiche hanno accertato la fondazione della città vera e propria, chiamata Antium, durante la [[cultura laziale|civiltà laziale]].
Situata su quel promontorio che interrompe il piatto scorrere della costa laziale, agli inizi del primo millennio a sud di Roma, dalla foce del Tevere fino al Circeo, Antium deve a tale posizione la propria origine ed il proprio sviluppo.
Fin dalle origini notevole centro commerciale, in epoca pre-romana la città si estendeva approssimativamente da Capo d'Anzio, nell'odierna Anzio, al fiume [[Loricina]], oggi a Nettuno. Vi era un primo [[oppidum]], chiamato ''[[Cenone|Caenon (Cenone)]]'' (con relativo porto), la cui localizzazione è ancora oggi oggetto di dibattito<ref>Per alcuni storici, tra cui [[Giuseppe Tomassetti]] e Brandizzi Vittucci Paola, il Cenone si trovava nei pressi del fiume Loricina; per altri, come [[Antonio Nibby]], era invece situato nel luogo poi occupato dal porto neroniano.</ref>; il porto fin dal periodo latino fungeva da arsenale navale, da foro per il mercato e da deposito per i viveri; fonte di ricchezza, da esso partivano le scorrerie piratesche per tutto il Mediterraneo<ref>In passato ''Antium'' era stata una località dove si raccoglievano numerose imbarcazioni, da cui partivano incursioni di pirateria ([[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,5).</ref>.
Un "aggere", muro di difesa rafforzato da un terrapieno e completato da un fossato, a protezione della città, detto "vallo volsco" (iniziato dai Latini e poi migliorato dai Volsci, per cui l'espressione alternativa potrebbe essere "vallo latino-volsco") si estendeva per gran parte nel territorio dell'odierna Anzio (sull'altopiano delle "Vignacce", occupato in parte dall'attuale zona di S. Teresa, primo nucleo di Antium, meglio difendibile per le sue caratteristiche naturali - i resti dell'opera sono visibili lungo Via dell'oratorio di S. Rita<ref>La tesi di Brandizzi Vittucci Paola (''Op.cit''.) sostiene in effetti che l'insediamento con ''vallum'' e necropoli, cioè a dire l'''oppidum'' protostorico e la prima colonia latina (467 a.C.) sono ubicabili nel sito di Anzio odierna (cui in parte rientra il Colle delle Vignacce)</ref>).
 
Antium, che nel periodo volsco osteggiò lungamente Roma, per lungo tempo fu la capitale dei Volsci Anziati (stanziati sulla costa tirrenica, e distinti dai Volsci Ecetrani, dell'entroterra); si pose alla guida di altre città divenute volsche e intraprese una belligeranza che vide numerosi episodi, tra cui il più noto è quello del patrizio [[Gneo Marcio Coriolano|Coriolano]], il quale, esiliato presso gli Anziati, fu accolto dal nobile [[Attio Tullio]] e con lui organizzò la strategia di guerra contro Roma; il primo, ora comandante delle loro truppe volsche, tra il [[489 a.C.]] e il [[488 a.C.]] arrivò a minacciare seriamente l'Urbe, portando i Volsci ad arrivare al IV miglio della [[via Latina]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], VIII, 1-36.</ref>. Ad Antium Coriolano fu poi ucciso, mentre si apprestava a difendere il proprio operato al Foro<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], VIII, 58.</ref>.
 
Nel [[484 a.C.]], nel territorio antistante la città, i Volsci inflissero in battaglia una dura sconfitta alle legioni romane, condotte da [[Lucio Emilio Mamercino]], costringendole ad una fuga notturna.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], VIII, 83-85.</ref>.
 
Nel [[469 a.C.]] i Romani conquistarono e distrussero la città volsca di Cenone (che, come detto, era emporio e porto di Antium)<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], IX, 56.</ref>. Nel [[468 a.C.]], dopo aver perso la [[Battaglia di Anzio (468 a.C.)|battaglia di Antium]], gli Anziati si arresero ai Romani, che stabilirono un presidio armato in città<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], IX, 57-58.</ref>. L'anno seguente Roma fondò una [[colonia latina|colonia di diritto latino]] nel territorio di Antium<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], III, 1.</ref>, che in seguito, nel [[459 a.C.]], assediò nuovamente e conquistò (dopo aver già preso [[Ardea]] e sottomesso i [[Rutuli]], e dopo che i Volsci anziati coi coloni romani si erano ribellati al suo controllo)<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], III, 22.</ref><ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], X, 21.</ref>.
 
Nel [[338 a.C.]] il console [[Lucio Furio Camillo]], nel contesto delle [[guerra latina]], guidava l'esercito contro gli Anziati, cui erano confederati i [[Lanuvium|Lanuvini]], i [[Velletri|Veliterni]] e gli [[Ariccia|Aricini]]: assaliti all'improvviso presso il fiume Astura, li vinceva e mandava in rotta. Antium capitolava definitivamente<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], VIII, 13.</ref>. Nello stesso anno, il console [[Gaio Menio Publio]], fece poi installare i rostri bronzei delle più vecchie navi anziati nel Foro romano (che furono posti in esposizione permanente al basamento della tribuna, da allora in poi detta "rostra"); mentre con quelle pienamente operative, le migliori, si organizzò la prima militare militare romana.
 
=== Età romana ===
{{Vedi anche|Torre Astura}}
[[File:Anzio - grotta di Nerone.JPG|thumb|upright=1.3|La villa e le grotte di Nerone, nell'odierna città di Anzio]]
[[File:Domus libreria 3.JPG|thumb|upright=1.3|Le biblioteche nella Domus Neroniana, nell'attuale Anzio]]
 
Antium, che era stata tra le prime [[colonia romana|colonie romane]] (fu dedotta come tale nel [[338 a.C.]]<ref>In virtù di una politica di integrazione, inviati già ad Antium circa trecento coloni, Roma concesse agli anziati superstiti (tra quelli non ridotti in schiavitù né uccisi) la cittadinanza e, per rispondere alle loro richieste, il senato gli accordò la concessione di "patroni" al fine di riorganizzare le leggi della nuova colonia ([[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], IX, 12). In tal modo, Roma si valse dell'esperienza cantieristica anziate, per creare una valida flotta in grado di primeggiare nel Mediterraneo.</ref>), ospitò, tra i romani più eminenti che vi costruirono molte ville in riva al mare, [[Cicerone]] e [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]]; ma furono soprattutto gli imperatori della [[dinastia Giulio-Claudia]] ad avere frequenti contatti con la città marittima.
 
Agli inizi del [[I secolo a.C.]], durante la guerra civile tra il democratico [[Gaio Mario]] e l'aristocratico [[Lucio Cornelio Silla]], gli anziati si erano schierati col secondo, e per questo la loro città aveva conosciuto serie devastazioni da parte dell'esercito mariano<ref>[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''[[Storia romana (Appiano)|Historia romana]]'', ''De bellis civilibus, Liber I''.</ref>; di conseguenza Antium aveva subito una battuta d'arreso nel suo sviluppo turistico.
 
Superata la crisi locale, la città riprese poi il ruolo di soggiorno marino, per poi conoscere il massimo sviluppo durante il periodo imperiale, fin da [[Augusto]]<ref>[[Svetonio]], ''[[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''De vita Caesarum libri VIII'' (testo latino)]]'', II, 58.</ref>. Anche [[Tiberio]] vi trascorreva brevi periodi di riposo, dopo le fatiche del governo. Ad Antium nacquero [[Nerone]] (15 dicembre dell'anno [[37 d.C.]]<ref>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', XV, 23; durante l'incendio di Roma del 64 d.c., Nerone, si trovava ad Antium ([[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', XV, 38, 42).</ref>) che vi condusse una colonia militare <ref>[[Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', XIV, 27</ref>, e, secondo [[Svetonio]] e [[Tito Livio|Livio]], [[Caligola]] (31 agosto dell'anno [[12]])<ref>“[...] tanto più che Antium fu, tra tutti, il luogo e il ritiro da lui preferito, proprio come si predilige il luogo della propria nascita. Si dice persino che, annoiato dell’Urbe, abbia pensato di trasferirvi la sede dell’Impero” ([[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], IV, 8); [[Svetonio]], ''[[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''De vita Caesarum libri VIII'' (testo latino)]]'', IV.</ref>, il quale vi sposò [[Lollia Paolina]].
 
Pare che, meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell'anno [[68]], Antium fosse caduta quasi tutta in rovina <ref>"..Dopo l'epoca di Nerone niuna notizia ci resta più di Anzio, che meriti di essere menzionata..." ([[Antonio Nibby]], ''Viaggio antiquario ne' contorni di Roma di Antonio Nibby membro ordinario dell'Accademia Romana di Archeologia''. Roma, Vincenzo Poggioli stampatore camerale, 1819, Tomo II che contiene il viaggio a [[Frascati]], [[Tuscolo|Tusculo]], [[Monte Algido|Algido]], [[Grottaferrata]], alla Valle Ferentina, al [[Lago Albano]], ad [[Alba Longa|Alba]], [[Aricia]], [[Nemi]], [[Lanuvio]], [[Cora]], [[Anzio]], [[Lavinio]], [[Ardea]], [[Ostia (città antica)|Ostia]], [[Laurento]], e [[Porto (città antica)|Porto]], p. 232)</ref>.
 
Imperatori come [[Tito (imperatore romano)|Tito]], [[Vespasiano]] e [[Domiziano]] frequentarono la città; altri come [[Adriano]]<ref>Adriano ebbe un'illustre regia ad Antium ([[Lucio Flavio Filostrato|Filostrato]], ''Vita di Apollonio di Tiana'', cap. 8 </ref>, [[Settimio Severo]] e [[Commodo]] vi fecero costruire ancora, per poi, questi ultimi due, farla chiamare successivamente colonia Severiana e Commodiana<ref>[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio'', libb. VIII</ref>.
 
==== Costruzioni ====
Almeno ai tempi di [[Strabone]], la parte più importante della città di Antium (presumibilmente l'[[acropoli]]) si trovava forse sull'altura occupata oggi dalla Villa Bell'aspetto o Villa Borghese <ref>"...Tutto il tratto però fra Anzio, e Nettuno dovea essere occupato dall'antica città (Antium), come dalle rovine apparisce. Anzi da questa parte (a Nettuno) esister dovea l'antica città a' tempi di Strabone, che la dice posta sopra rupi ([[Antonio Nibby]], ''Op. cit'', pp. 235-236).</ref>.
La città, essendo destinata allo svago e al riposo dei nobili romani<ref>[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3, 5</ref> si estese ad occidente e ad oriente, da Lido dei Pini fino ad Astura, su tutto il territorio ora occupato dalle due cittadine di Nettuno e di Anzio:
 
* [[Cicerone]] ebbe una villa con biblioteca (tornato poi dall'esilio, riorganizzò i resti delle sue biblioteche, per metterli in un posto sicuro) ove spesso si recava, quando non nell'altra di [[Torre Astura|Astura]]<ref>[[Cicerone]], ''Epistulae Ad Atticum'', II, 3, 6; IV, 8; XII, 19; XIII, 26, ecc.</ref><ref>Astura (che dall’età romana rappresentava il prolungamento e il confine ad oriente della colonia di Antium) fu teatro delle ultime fasi dell' inutile fuga di Cicerone da [[Antonio]], come riportato da [[Plutarco]] in ''Cicerone'', 47, 1-7.</ref>.
* Secondo un'interpretazione di [[Pirro Ligorio]], riferitaci da Calcedonio Soffredini, Caio Cilnio Mecenate possedeva una villa presso le acque Caldane, ove innalzò una statua ad Augusto come protettore della fonte<ref>Calcedonio Soffredini, ''Storia di Anzio, Satrico, Astura e Nettuno'', Roma, Tipografia della pace, 1879, p.34.</ref>.
* Nerone vi fece costruire dei palazzi, tra cui la sua villa sul mare <ref>Non può tuttavia essere identificata con certezza, sebbene venga generalmente posta nei pressi del cosiddetto Arco Muto, dove tuttora si trovano le rovine di un teatro. La dimora dell'imperatore si estendeva sul Capo d'Anzio lungo una fascia costiera di circa ottocento metri e venne edificata sul sito di una precedente villa dove [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] aveva ricevuto una delegazione da Roma per essere acclamato ''Pater Patriae''. Nerone volle erigere una villa degna, per dimensioni e magnificenza, del suo status di imperatore. Dopo la morte di Nerone tutti i Cesari romani la utilizzarono fino alla [[Dinastia dei Severi]]. Del famoso tempio della [[Dea Fortuna]], che molti storici studiosi del litorale laziale sostengono si trovi nell'attuale territorio di Nettuno, e citato da [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] nelle ''Odi'', non rimane traccia.</ref>, nonché templi e circhi <ref>In uno di quei circhi anziati Nerone fece un ingresso trionfale e ricevette gli applausi dal pubblico, allorché tornò dalla Grecia vincitore dei giochi olimpici ([[Svetonio]], ''[[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''De vita Caesarum libri VIII'' (testo latino)]]'', VI, 25).</ref>, oltre che il porto <ref>[[Svetonio]] giudicava il porto neroniano un'opera sontuosissima ([[Svetonio]], ''[[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''De vita Caesarum libri VIII'' (testo latino)]]'', VI, 9)</ref> (di cui ancora oggi si vedono i resti, ad ovest di Capo d'Anzio <ref>".. la periferia dell'antico porto fabbricatovi da Nerone [...] ad occidente del porto moderno.."([[Antonio Nibby]], ''Op.cit.'', p. 233).</ref>), e vi organizzò feste e giochi.
* Adriano vi edificò invece depositi di grano per gli eserciti, numerosi altri palazzi ed una biblioteca.
* Secondo gli storici, molti nobili romani avevano le loro ville nei pressi del fiume Loracina, oggi [[Loricina]] (che scorre a [[Est|levante]] del borgo nettunese), nei cui dintorni infatti sono stati trovati molti reperti archeologici. [[Tito Livio]] scrisse che il [[pretore romano]] Caio Lucrezio, nell'anno di Roma 583, si fece costruire una villa nei pressi del fiume detto Loracina, ove sorgeva un acquedotto<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], XLIII, 4, 6</ref>.
* Il questore di Antium Lucio Verazio Afro, secondo una tesi, avrebbe invece abitato nell'antica zona che nel 1877 era certamente chiamata San Biagio<ref>"..... Nell'Ottobre del 1877, sotto una piccola chiesa antica dedicata a S. Biagio, a breve distanza da Nettuno, si ritrovò un sepolcreto, e in questo due lapidi con iscrizioni latine, nonché il frammento di una terza. La prima, bene incisa e dei migliori secoli dell'impero, è la seguente: L • VERATIO C • F • QVI • AFRO FORO • IVLI ' VETERANO ■ DECVRIONI QVAEST0R ANTI L ■ MVNATIVS • SABINVS SPECVL. C MAMILIVS • NAVS COH * VII PR. N NAEVIVS • RVFVS COH ■ VI ■ VIG. L * VERATIVS • CERTVS LEG. HAEREDES IN • FRONTE • P • XX • IN • AGRO • P • XX .... " Tali iscrizioni, come riferisce Calcedonio Soffredini (''Op. cit.'', p. 182) furono riportate dall'archeologo [[Mariano Armellini]] (''Cronachetta mensile'' fase. XII. Dicembre 1877 e fase. III. Marzo 1878. pag. 182).</ref>.
* Pare che l'intera città di Nettuno sia attraversata da una grande rete di gallerie sotterranee, che dovrebbero essere che le rovine nettunesi dell'antica Antium (e che, altresì, sono state utilizzate dai soldati americani durante lo sbarco di Anzio e Nettuno).
* Cippi di legionari romani appartenenti alla XII Legione anziate, come risultava dalle loro iscrizioni, erano stati rinvenuti sotto la gradinata della Chiesa di San Giovanni, durante gli scavi del 1937.
* Opere d'arte come la ''La Fanciulla di Anzio'', ''Il Gladiatore Borghese'', oggi al [[museo del Louvre|Louvre]], e ''l'Apollo del Belvedere'', conservato in [[Vaticano]], furono tutte rinvenute in dimore [[patrizio (storia romana)|patrizie]] dell'antica ''Antium''<ref>[[Antonio Nibby]], ''Op.cit.'', p. 234.</ref>.
* Il teatro romano, le cui rovine si trovano nel luogo del cosiddetto Arco Muto.
 
==== Principali templi ====
Antium aveva molti templi dedicati alle divinità della mitologia romana:
* Il tempio della [[Dea Fortuna]]<ref>Il celebre tempio era dedicato alla Fortuna Anziate (che si contendeva la fama con la Fortuna di [[Palestrina]]), caratterizzata dalla duplice forma di divinità della buona e cattiva sorte, ed invocata da Orazio: “O diva gratum quae regis Antium” ([[Orazio]], I, [[Odi (Orazio)|Ode]] XXXV). </ref>, secondo molti storici, sorgeva nell'area della Chiesa di San Francesco, a Nettuno, e le sue vestigia si troverebbero al di sotto di essa;
* Il tempio di [[Ercole]], le cui rovine si troverebbero al di sotto dell'attuale [[Forte Sangallo (Nettuno)|Forte San Gallo]], dove nel [[1863]] fu rinvenuta una statua di questo dio, la cui gamba fu trovata più a ponente;
* Due templi del Dio [[Nettuno (divinità)|Nettuno]], uno dei quali fatto erigere da [[Nerone]], e le cui rovine sarebbero sotto l'attuale chiesa di San Giovanni, nel [[Borgo medievale di Nettuno|Borgo medievale]]<ref>Nel Borgo medievale era stata rinvenuta una lapide, riferita da [[Raffaele Fabretti]] (''Inscriptionum antiquarum quae in aedibus paternis asservantur explicatio et additamentum'', Biblioteca pubblica di Lione, 1699, pag. 405) e da [[Giuseppe Rocco Volpi]] (''Vetus Latium Profanum'', 1726-45, Lib. IV. eap. IV. pagg. 91-92): NEPTVNO . REDVCI SACRVM Q . MANILIVS . Q . F . PAL. VI . VIR . AVGVSTALIS . ET . FLAM . TITIAL. VOTVM . SOLVIT . LIBENS . MERITO.</ref><ref>Peraltro, [[Antonio Nibby]] decisamente afferma che: "..Nello sbarcare a Nettuno si veggono dentro il mare le sostruzioni del tempio di Nettuno...." ([[Antonio Nibby]], ''Op. cit.'', p. 236)</ref> (che secondo alcuni storici era l'antico quartiere Cenone<ref>Secondo la tesi di Brandizzi Vittucci Paola (''Op. cit.'', pp. 124-128) gli assi principali dell'assetto viario che collegava la colonia romana di Antium (costituita nel 338 a.C.) con altre città laziali convergono immediatamente a nord dell'attuale [[borgo medievale di Nettuno]]. L'antichità del sito sarebbe dimostrata dall'impianto ortogonale delle strade esterne al perimetro della cinta medievale del borgo, e da un importante cippo confinario con lunga iscrizione, scoperto di recente, che costituirebbe una solida controprova di operazioni di centuriazione note dalle fonti. Sempre secondo la Brandizzi Vittucci, anche la toponomastica più antica andrebbe a sostegno dell'ipotesi, essendo l'attuale piazza Mazzini invariabilmente denominata nella cartografia storica con il nome "Piazza dei Pozzi di grano"; il toponimo va collegato con le numerose allusioni alla produzione cerealicola di Antium ([[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], IV, 56, 6; VI, 3, 5-8.)</ref>);
* Il tempio di [[Esculapio]] e di [[Apollo]], del quale fu rinvenuta una statua in ottime condizioni <ref> Secondo una tesi, proposta, fra gli altri, da Calcedonio Soffredini: "...Il tempio di Esculapio e di Apollo doveva
sorgere nelle vicinanze del presente Nettuno ove era il Cenone, porto anziate in cui dovette approdare il naviglio venuto dalla Grecia, e sarebbe provato dalla [...] iscrizione rinvenuta presso questo tempio […] nella quale [...] è accennato il foro pel mercato dei buoi e dell'erbe, e i pozzi granai che esistevano nel Cenone (antico porto anziate), i quali essendo sotterra, tuttora si riconoscono colla loro superficie circolare innanzi l' antico castello di Nettuno nella piazza grande chiamata perciò dei Pozzi, ora della Indipendenza, cancellando così una memoria storica...." (Calcedonio Soffredini, ''Op. cit.'', pp. 64 - 65)</ref>;
* Il tempio di [[Venere (divinità)|Venere]] doveva trovarsi oltre le cosiddette Grotte di Nerone, nell'odierna Anzio;
 
==== Strade ====
* L'antica strada che univa Roma ad Antium era la via Romana, la quale finiva il suo percorso tra le vecchie mura dell'attuale Nettuno.
 
==== Età tardo-antica ====
Seguì la decadenza dei nuclei abitativi a partire già dal III secolo d.C. e lo sviluppo della comunità cristiana con sede vescovile, a cui vennero devoluti l'amministrazione e l'approvvigionamento annonario.<ref>Brandizzi Vittucci Paola, ''Op. cit.''</ref>
 
=== Distruzione di Antium ===
 
Il porto neroniano era certamente ancora agibile fino al [[536]], se [[Procopio di Cesarea]] scriveva che alcune navi vi erano approdate per mandare viveri a Roma assediata dai [[Goti]]<ref>[[Procopio di Cesarea]], ''De Bello Gothico'', I, Capo 26.</ref>.
 
All'inizio del [[VI secolo|VI secolo d.C.]] secolo l'antica città, fra molte altre, fu oggetto di saccheggio e distrutta dai Goti, che seminavano morte e distruzione per il Lazio<ref>Il [[Papa Gregorio I]] così descriveva: "Dovunque vediamo lutti, dovunque ascoltiamo gemiti: sono distrutte le città, abbattuti i castelli, devastate le campagne e la terra è ridotta a deserto. Da ogni parte siamo circondati di spade, da ogni parte ci si para davanti il pericolo di morte... Ahi, non mi regge più l'animo a parlarne".</ref>.
 
Fu così il quartiere di Nettuno a continuare la storia dell'antica Antium: l'antico porto venne abbandonato, mentre tutti i sopravvissuti si spostarono in un piccolo gruppo di case intorno al tempio del Dio Nettuno, che, dopo poco tempo, sarebbe diventato l'attuale borgo medievale di Nettuno<ref>Secondo Paola Brandizzi Vittuci, ad Antium, accanto alla civitas tardo-antica, sorgeva nel VI secolo il borgo fortificato (Brandizzi Vittucci Paola, ''Op. cit.'').</ref>. Il nome di Antium riaffiorò dall'oblio solo nel [[1827]], con la nascita del Comune di Nettuno e del Porto d'Anzio. Nel [[1857]], [[papa Pio IX]] istituì il Comune di Anzio, cedendogli circa 1/3 di Nettuno.
 
Nel [[Medioevo]] il borgo fu quindi ciò che rimase della vecchia Antium. Molte iscrizioni marmoree ritrovate recitano ''Neptunum olim Antium'' ossia "Nettuno una volta Antium", oppure ''Neptuno in Antium''. Infatti i sopravvissuti non fecero altro che cambiare il nome della città da Antium a Nettuno, probabilmente in onore del Dio Nettuno. I nettunesi avevano la consapevolezza di far parte di quel territorio una volta chiamato Antium, e ci tenevano a chiamarsi ''Nettunesi Antiatis'', per differenziarsi da tutti coloro che giunsero da altre località.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
*[[Raffaele Fabretti]], ''Inscriptionum antiquarum quae in aedibus paternis asservantur explicatio et additamentum'', Biblioteca pubblica di Lione, 1699 ([http://books.google.it/books?hl=it&id=W2YTgiqMmfIC&q=405+#v=snippet&q=405&f=false in rete ])
* [[Antonio Nibby]], ''Viaggio antiquario ne' contorni di Roma di Antonio Nibby membro ordinario dell'Accademia Romana di Archeologia''. Roma, Vincenzo Poggioli stampatore camerale, 1819, Tomo II che contiene il viaggio a [[Frascati]], [[Tuscolo|Tusculo]], [[Monte Algido|Algido]], [[Grottaferrata]], alla Valle Ferentina, al [[Lago Albano]], ad [[Alba Longa|Alba]], [[Aricia]], [[Nemi]], [[Lanuvio]], [[Cora]], [[Anzio]], [[Lavinio]], [[Ardea]], [[Ostia (città antica)|Ostia]], [[Laurento]], e [[Porto (città antica)|Porto]] ([http://books.google.it/books?id=g9MiqTD0NAMC&vq=VIAGGIO+AD+ANZIO&dq=antonio+nibby+antium&hl=it&source=gbs_navlinks_s in rete ])
*[[Antonio Nibby]], ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma'', Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1848, Vol. II.
*Calcedonio Soffredini, ''Storia di Anzio, Satrico, Astura e Nettuno'', Roma, Tipografia della pace, 1879
*[[Giuseppe Tomassetti]], ''La Campagna romana antica, medioevale e moderna'', a cura di L. Chiumenti e F. Bilancia, Firenze, Olschki, 1979-’80, vol II.
*Brandizzi Vittucci Paola, ''Antium. Anzio e Nettuno in epoca romana'', Bardi Editore, Roma, 2000. ISBN 88-85699-83-9 ([http://books.google.it/books/about/Antium.html?id=ZAIkAQAAIAAJ&redir_esc=y in rete ])
 
== Voci correlate ==
* [[Anzio]]
* [[Nettuno (Italia)|Nettuno]]
* [[Nettunia]]
* [[Satricum]]
* [[Via Severiana]]
 
[[Categoria:Anzio]]
[[Categoria:Nettuno (Italia)]]
[[Categoria:Città volsce]]
[[Categoria:Città romane del Lazio]]