Arte romana e Albo d'oro della Coppa di Francia: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
cambio grigio
 
Riga 1:
{{torna a|Coppa di Francia}}
{{Artestoria antica}}
Per '''arte romana''' (senza ulteriori aggettivi) si intende l'arte della [[Roma]] antica, dalla fondazione alla caduta dell'[[Impero Romano d'Occidente|Impero d'Occidente]], sia nella città di Roma che nel resto d'Italia e nelle province orientali e occidentali. L'arte nella parte orientale dell'Impero, dopo la caduta dell'Occidente, sebbene sia in continuità con la Roma imperiale, viene indicata come [[arte bizantina]].
 
La tabella sottostante riporta lo storico delle finali della Coppa di Francia di calcio.
Le forme artistiche autoctone, nella fase delle origini e della prima repubblica, sono piuttosto elementari e poco raffinate. Con il contatto con la civiltà greca Roma avrà un atteggiamento ambivalente nei confronti della "superiore" arte greca: progressivamente ne apprezzerà le forme, mentre proverà disprezzo per gli autori, artisti greci socialmente inferiori nei confronti dei conquistatori romani (lo stesso atteggiamento era tenuto verso filosofi e poeti ellenici). Con il passare dei secoli l'arte greca avrà un sempre maggiore apprezzamento, anche se non mancheranno tendenze autoctone "anticlassiche" che costituiranno un elemento di continuità con l'[[arte romanica]].
{|align=right
|[[Immagine:FuseliArtistMovedtoDespair.jpg|thumb|200px|left|Fussli: artista commosso davanti ad un frammento romano]]
|}
==Elementi dell'arte romana==
===Arte di Roma o arte dell'Impero romano?===
[[Immagine:Roman Republic Empire map fast.gif|thumb|300px|Evoluzione territoriale dell'Impero romano]]
Parlare di arte romana implica di trattare della produzione artistica nell'arco temporale di circa un millennio, con confini geografici di volta in volta più estesi.
 
Nei casi in cui siano indicate due partite di finale per la stessa edizione, la seconda è una ripetizione della prima terminata in parità.
All'inizio di questo svolgimento il problema sul quale si sono soffermati gli studi è quello di individuare un momento di stacco tra la produzione genericamente italica (intesa come ''koinè'' tra l'arte campana, etrusca e laziale) e la nascita di un accento peculiare legato all'insediamento di Roma, diverso dagli altri e dotato di una propria specificità.
Tutte le finali terminate in parità alle quali abbia fatto seguito la ripetizione sono finite ai [[tempi supplementari]], senza eccezione alcuna.
 
Per le finali spareggiate tramite i [[tiri di rigore|calci di rigore]] si indicano solo i marcatori eventuali fino a tutti i tempi supplementari.
Via via che il territorio amministrato da Roma si faceva più ampio sorge un altra questione negli studiosi, cioè quella se comprendere o meno tutte le forme artistiche dei popoli assoggettati a Roma. Ciò porterebbe a comprendere sotto la stessa la civiltà artistiche più antiche, come quelle legate all'[[ellenismo]] ([[Grecia]], [[Asia Minore]], [[Egitto]], e produzioni più incolte, messe in contatto con l'ellenismo proprio dai romani (come la penisola iberica, la [[Gallia]], la [[Bretagna]], ecc.).
 
== Elenco delle finali ==
I due orizzonti (arte della città di Roma e arte antica in età romana) vanno entrambe tenute presenti, anche per il continuo intrecciarsi delle esperienze legate alla produzione artistica da Roma alle province e viceversa. Tutta l'arte romana è infatti intessuta da un continuo scambio tra il centro e la periferia: da Roma partivano le indicazioni ideologiche e di contenuto che influenzavano la produzione, senza però proibire una certa diversità e autonomia di espressione legata alle preesistenti tradizioni. In particolare i Romani arrivarono a influenzare anche i centri ellenistici tramite un nuovo concetto dell'arte, intesa come celebrazione dell'individuo "nello Stato" e dello Stato come propulsore del benessere collettivo.
{|class="wikitable" style="width:auto;margin:auto;clear:both;text-align:center;font-size:85%"
 
|- style="background: #efefef;"
===Differenze con l'arte greca===
! Edizione
{{quote|È uso greco non coprire il corpo [delle statue], mentre i Romani, in quanto soldati, aggiungono la corazza.|[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', XXXIV, 18|lingua=la|Greaca res nihil velare, at contra Romani ac militaris thoracis addere.}}
! Vincitore
{|align=right
! Data
|[[Immagine:Statue-Augustus.jpg|thumb|180px|L'''[[Augusto di Prima Porta]]'']] ||[[Immagine:Doryphoros.jpg|thumb|110px|Il ''[[Doriforo]]'' di [[Policleto]]]]
! Incontro
|}
! Marcatori
La vittoria romana in [[Asia Minore]] sui [[Seleucidi]] a [[Magnesia]] nel 189 a.C. e la conquista della Grecia nel 146 a.C., con la presa di [[Corinto]] e di [[Cartagine]] costituiscono due date fondamentali per l'evoluzione artistica dei Romani. Fino a quest'epoca il contatto con l'arte greca aveva avuto un carattere episodico, o più spesso mediato dall'arte etrusca e italica. Ora Roma possedeva direttamente i luoghi in cui l'arte ellenistica aveva avuto origine e sviluppo e le opere d'arte greche vennero portate come bottino a Roma. La superiorità militare dei romani cozzava con la superiorità culturale dei greci. Questo contrasto venne espresso efficacemente da [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], quando scrisse che la Grecia sconfitta aveva sottomesso il fiero vincitore ([[Graecia capta ferum victorem cepit]]). Per qualche tempo la cultura ufficiale romana disprezzò pubblicamente l'arte dei greci vinti, ma progressivamente il fascino di questa arte raffinata conquistò, almeno nell'ambito privato, le classi dirigenti romane favorendo una forma di fruizione artistica basata sul [[collezionismo]] e sull'[[eclettismo]]. In un certo senso i Romani si definirono in seguito i continuatori dell'arte greca in un arco che da [[Alessandro Magno]] giungeva fino agli imperatori.
|- style="background:#FFFFFF"
 
| [[Coppa di Francia 1917-1918|1917-18]]
Ma, come riconosciuto da numerosi studiosi<ref>Rodenwaldt, 1942; Scweitzer, 1950.</ref>, vi sono alcune differenze sostanziali tra arte greca e romana, a partire in primo luogo dal tema principale della rappresentazione artistica stessa: i Greci rappresentavano un ''[[logos]]'' immanente, i Romani la ''res''. In parole più semplici, i Greci trasfiguravano in [[mitologia greca|mitologia]] anche la storia contemporanea (le vittorie sui [[Persiani]] o sui [[Galati]] diventavano quindi [[Centauromachia|centauromachie]] o lotte fra Dei e Giganti o ancora [[amazzonomachia|amazzonomachie]]), mentre i Romani rappresentavano l'attualità e gli avvenimenti storici nella loro realtà.
| align="left" | '''{{Calcio Olympique de Pantin}}'''
 
| 5 maggio 1918
La forza morale e il senso di eticità delle rappresentazioni dei miti greci si era già comunque logorata nei tre secoli dell'[[ellenismo]], quando da epressione comunitaria l'arte si era "soggettivata", diventando cioè espressione di volta in volta della potenza economica e piolitica di un sovrano, della raffinatezza di un collezionista o dell'ingegnosità di artefice. In questo solco i Romani procedettero poi ancora più a fondo, arrivando a rappresentare l'attualità concreta di un avvenimento storico: prima di loro solo alcuni popoli del Vicino Oriente avevano praticato tale strada, rifiutata dai Greci.
| {{Calcio Olympique de Pantin|N}} — {{Calcio Lyon|N}} 3-0
 
| align="left" | Fievet (2), Darques
L'uso "personale" dell'arte nell'arte romana permise alla fioritura dell'arte del [[ritratto]], che si sostituì all'astrazione formale delle teste nelle statue greche. L'aggiungere teste realistiche a corpi idealizzati (come nella [[statua di personaggio romano da Delos]]), se avrebbe fatto rabbrividire un greco di età classica, era però ormai praticato dagli artisti [[neoattici]] della fine del II secolo a.C., per committenti soprattutto romani.
|-
 
| [[Coppa di Francia 1918-1919|1918-19]]
===''Ars gratia artis''?===
| align="left" | '''{{Calcio CASG Paris}}'''
[[Immagine:RomaAraPacis ProcessioneSudParticolare.jpg|thumb|250px|Rilievo dell'''Ara Pacis'']]
| 6 aprile 1919
La produzione artistica romana non fu mai "gratuita", cioè non era mai rivolta a un astratto godimento estetico, tipico dell'arte greca. Dietro le opere d'arte si celava sempre un fine politico, sociale, pratico. Anche nei casi del migliore artigianato di lusso (vasi di metalli preziosi e caramici, cammei, gemme, statuette, vetri, fregi vegetali architettonici, ecc.) la bellezza era connessa al concetto di sfarzo, inteso come autocelebrazione del committente della propria potenza economica e sociale.
| {{Calcio CASG Paris|N}} — {{Calcio Olympique de Paris|N}} 3-2
 
| align="left" | Devic, Darques, Dewaquez, Hatzfeld (2)
Nelle sculture ufficiali, per quanto valide esteticamente, vi erano sempre compresi intenti celebrativi, se non addirittura [[propaganda|propagandistici]], che in un certo senso pesavano più dell'astratto interesse formale.
|- style="background:#FFFFFF"
 
| [[Coppa di Francia 1919-1920|1919-20]]
Ma ciò non toglie che l'arte romana fosse comunque un'arte "bella" e attenta alla qualità: la celebrazione imponeva scelte estetiche curate, che si incanalavano nel solco dell'ellenismo di matrice greca.
| align="left" | '''{{Calcio CA Paris}}'''
 
| 9 maggio 1920
Ma i modelli greci, persa la loro concezione astratta e oggettiva, subirono una sorta di "svuotamento", che ha alimentato a lungo un'impostazione degli studi sull'arte romana detta "neoclassica", la quale inquadrava la produzione artistica romana nell'orbita di una decadenza dell'ellenismo. In realtà, come ha dimostrato la [[Scuola di Vienna]], artefice del superamento della concezione "neoclassica", i modelli greci, perso un significato originario, ne acquistarono un'altro concreto e soggettivo; e questa libertà nellla reinterpretazione di schemi iconografici del passato sfocerà poi, in epoca cristiana, nel riciclo e quindi nella continuità di questi modelli: la ''[[Nike (mitologia)|Nike]]'' alata che diventa [[angelo]], il filosofo barbuto che diventa apostolo, ecc.
| {{Calcio CA Paris|N}} — {{Calcio Le Havre|N}} 2-1
 
| align="left" | Thorel, Bard (2)
===Innovazione nell'arte romana===
|-
Senza considerare l'architettura e soffermandosi solo sulle arti più propriamente figurative ([[pittura]] e [[scultura]]), appare chiaro che nell'arte romana la creazione ''ex-novo'', a parte alcune rare eccezioni (come la [[Colonna Traiana]]), non esiste, o per lo meno si limita al livello più superficiale del mestierante. Manca quasi sempre una cosciente ricerca dell'ideale estetico, tipica della cultura greca. Anche il momento creativo che vide la nascita di una vera e propria arte "romana", tra la metà del II secolo a.C. e il [[secondo triumvirato]], fu dovuto in massima parte alle ultime maestranze greche e italiote, nutrite di ellenismo.
| [[Coppa di Francia 1920-1921|1920-21]]
 
| align="left" | '''{{Calcio Red Star}} '''
In questo i Romani seguirono il solco degli [[arte italica|italici]], presso i quali la produzione artistica era sempre rimasta qualcosa di artigianale, istintivo, condizionato da fattori pratici esterni.
| 24 aprile 1921
 
| {{Calcio Red Star|N}} — {{Calcio Olympique de Paris|N}} 2-1
Ma la freschezza dell'arte romana è data comunque dalla straordinaria aderenza alle tematiche e dalla mirabile capacità tecnica, anche in schemi ripetuti infinite volte.
| align="left" | Claver, Naudin, Landauer
 
|- style="background:#FFFFFF"
===Produzione di copie===
| [[Coppa di Francia 1921-1922|1921-22]]
[[Immagine:Pothos Apollo Musei Capitolini MC649.jpg|thumb|150px|left|Copia romana del ''Pothos'' di [[Skopas]]]]
| align="left" | '''{{Calcio Red Star}}'''
Un fenomeno tipicamente romano fu la produzione in quantità di massa di copie dell'arte greca, soprattutto del periodo classico databile tra il V e il IV secolo a.C. Questo fenomeno prese avvio nel II secolo a.C. quando crebbe a Roma una schiera di collezionisti appassionati di [[arte greca]], per i quali ormai non bastavano più i bottini di guerra e gli originali provenienti dalla [[Grecia]] e dall'[[Asia Minore]]. Il fenomeno delle copie ci è giunto in massima parte per la scultura, ma dovette sicuramente riguardare anche la pittura, gli elementi architettonici e le cosiddette arti applicate. Le copie di statue greche di epoca romana hanno permesso la ricostruzione delle principali personalità e correnti artistiche greche, ma hanno anche perpetrato a lungo tempo negli studiosi moderni alcune idee errate, come la convinzione che le tipologie dell'arte greca fossero caratterizzate dalla fredda accademicità delle copie, o che l'arte romana stessa fosse un'arte dedita principalmente alla copiatura, falsandone la prospettiva storica.
| 7 maggio 1922
 
| {{Calcio Red Star|N}} — {{Calcio Rennes|N}} 2-0
Per i romani non esisteva lo [[storicismo]] e in nessuna fonte antica si trovano echi di un diverso apprezzamento tra opera originale e copia, che evidentemente erano considerati pienamente equivalenti. Non mancarono esempi però di raffazzonature, pasticci e modifiche arbitrarie, come nel caso di un ''[[Pothos]]'' di [[Skopas]], del quale esistono copie simmetrice usate per fare ''pendant'' nella decorazione architettonica.
| align="left" | Nicolas, Sentubéry
 
|-
===Eclettismo===
| [[Coppa di Francia 1922-1923|1922-23]]
{|align=right
| align="left" | '''{{Calcio Red Star}}'''
|colspan=2| [[Immagine:Ara di domizio enobarbo, lustrum censorio.jpg|thumb|300px|center|[[Ara di Domizio Enobarbo]], il ''lustrum'' censorio]]
| 6 maggio 1923
| {{Calcio Red Star|N}} — {{Calcio Sete|N}} 4-2
| align="left" | Naudin (2), Cordon, Cornelius, Joyaut, Kramer
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1923-1924|1923-24]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 13 aprile 1924
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Sete|N}} 3-2 d.t.s.
| align="left" | Crut (2), Cazal, Boyer, Torta
|-
| rowspan="2" | [[Coppa di Francia 1924-1925|1924-25]]
| rowspan="2" align="left" | '''{{Calcio CASG Paris}}'''
| 26 aprile 1925
| {{Calcio CASG Paris|N}} — {{Calcio Rouen|N}} 1-1
| align="left" | Boulanger, Auger
|-
| 10 maggio 1925
|[[Immagine:Ara di domizio enobarbo, thiasos marino 01.jpg|thumb|120px|La ''Thiasos'' ellenistica]] ||
| {{Calcio CASG Paris|N}} — {{Calcio Rouen|N}} 3-2
[[Immagine:Ara di domizio enobarbo, thiasos marino 02 (neptune and aphitrite on a car with tritons).jpg|thumb|120px|La ''Thiasos'' ellenistica]]
| align="left" | —
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1925-1926|1925-26]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 9 maggio 1926
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Valentigney|N}} 4-1
| align="left" | Dewaquez (2), De Ruymbecke, Boyer, Chavey
|-
| [[Coppa di Francia 1926-1927|1926-27]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 6 maggio 1927
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Quevilly|N}} 3-0
| align="left" | Durand, Gallay, Dewaquez
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1927-1928|1927-28]]
| align="left" | '''{{Calcio Red Star}}'''
| 6 maggio 1928
| {{Calcio Red Star|N}} — {{Calcio CA Paris|N}} 4-2
| align="left" | Wartel, Lund, Bertrand, Brouzes
|-
| [[Coppa di Francia 1928-1929|1928-29]]
| align="left" |''' {{Calcio Montpellier}}'''
| 5 maggio 1929
| {{Calcio Montpellier|N}} — {{Calcio Sete|N}} 2-0
| align="left" | A. Kramer, E. Kramer
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1929-1930|1929-30]]
| align="left" | '''{{Calcio Sete}} '''
| 27 aprile 1930
| {{Calcio Sete|N}} — {{Calcio RC Paris|N}} 3-1 d.t.s.
| align="left" | Lhottka, Friedman, Bek (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1930-1931|1930-31]]
| align="left" | '''{{Calcio Club Français}}'''
| 3 maggio 1931
| {{Calcio Club Français|N}} — {{Calcio Montpellier|N}} 2-1
| align="left" | Boros, Parker, [[Robert Mercier|Mercier]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1931-1932|1931-32]]
| align="left" |''' {{Calcio Cannes}}'''
| 24 aprile 1932
| {{Calcio Cannes|N}} — {{Calcio Roubaix|N}} 1-0
| align="left" | Cler
|-
| [[Coppa di Francia 1932-1933|1932-33]]
| align="left" | '''{{Calcio Excelsior Roubaix}}'''
| 7 maggio 1933
| {{Calcio Excelsior Roubaix|N}} — {{Calcio Roubaix|N}} 3-1
| align="left" | Langiller, Bugé, van Caeneghem, van Vooren
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1923-1934|1933-34]]
| align="left" | '''{{Calcio Sete}}'''
| 6 maggio 1934
| {{Calcio Sete|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-1
| align="left" | Zermani, Lukácks (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1934-1935|1934-35]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 5 maggio 1935
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Rennes|N}} 3-0
| align="left" | Roviglione, Kohut, Laurent
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1935-1936|1935-36]]
| align="left" | '''{{Calcio RC Paris}}'''
| 3 maggio 1936
| {{Calcio RC Paris|N}} — {{Calcio Charleville|N}} 1-0
| align="left" | Couhard
|-
| [[Coppa di Francia 1936-1937|1936-37]]
| align="left" | '''{{Calcio Sochaux}}'''
| 9 maggio 1937
| {{Calcio Sochaux|N}} — {{Calcio Strasburgo|N}} 3-1
| align="left" | [[Oskar Rohr|Rohr]], Lauri, Williams
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1937-1938|1937-38]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 8 maggio 1938
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Metz|N}} 2-1 d.t.s.
| align="left" | Kohut, Rohrbacher, Aznar
|-
| [[Coppa di Francia 1938-1939|1938-39]]
| align="left" | '''{{Calcio RC Paris}}'''
| 14 maggio 1939
| {{Calcio RC Paris|N}} — {{Calcio Lilla|N}} 3-1
| align="left" | Perez, Kalocsai, [[Émile Veinante|Veinante]], Mathé
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1939-1940|1939-40]]
| align="left" | '''{{Calcio RC Paris}}'''
| 5 maggio 1940
| {{Calcio RC Paris|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-1
| align="left" | Perez, Roulier, Mathé
|-
| [[Coppa di Francia 1940-1941|1940-41]]
| align="left" | '''{{Calcio Bordeaux}}'''
| 18 maggio 1941
| {{Calcio Bordeaux|N}} — {{Calcio Tolosa (1937-1967)|N}} 3-1
| align="left" | Pruvot, Dolly (2), Arnaudeau
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1941-1942|1941-42]]
| align="left" | '''{{Calcio Red Star}}'''
| 12 aprile 1942
| {{Calcio Red Star|N}} — {{Calcio Stade Reims|N}} 1-0
| align="left" | Simonyi
|-
| rowspan="2" | [[Coppa di Francia 1942-1943|1942-43]]
| rowspan="2" align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 9 maggio 1943
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 2-2
| align="left" | Pironti, Robin, Patron, Persillon
|-
| 22 maggio 1943
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 4-0
| align="left" | Aznar (2), Dard, Pironti
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1943-1944|1943-44]]
| align="left" | '''{{Calcio Nancy (1943-1944)}}'''
| 7 maggio 1944
| {{Calcio Nancy (1943-1944)|N}} — {{Calcio Reims (1943-1944)|N}} 4-0
| align="left" | Parmeggiani, Poblomme (2), Jacques
|-
| [[Coppa di Francia 1944-1945|1944-45]]
| align="left" | '''{{Calcio RC Paris}}'''
| 6 maggio 1945
| {{Calcio RC Paris|N}} — {{Calcio Lilla|N}} 3-0
| align="left" | Philippot, Ponsetti, Heisserer
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1945-1946|1945-46]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 26 maggio 1946
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio Red Star|N}} 4-2
| align="left" | Tempowski, Bihel, Moulet, Vandooren (2), [[Lucien Leduc|Leduc]]
|-
| [[Coppa di Francia 1946-1947|1946-47]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 11 maggio 1947
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio Strasburgo|N}} 2-0
| align="left" | Vandooren, Lang
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1947-1948|1947-48]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 10 maggio 1948
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio Lens|N}} 3-2
| align="left" | Vandooren, [[Stefan Dembicki|Stanis]] (2), Baratte (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1948-1949|1948-49]]
| align="left" | '''{{Calcio RC Paris}}'''
| 8 maggio 1949
| {{Calcio RC Paris|N}} — {{Calcio Lilla|N}} 5-2
| align="left" | Gabet (2), Quenolle, Vaast, Jadrejak, Lechantre, [[André Strappe|Strappe]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1949-1950|1949-50]]
| align="left" | '''{{Calcio Stade Reims}}'''
| 14 maggio 1950
| {{Calcio Stade Reims|N}} — {{Calcio RC Paris|N}} 2-0
| align="left" | Meano, Petitfils
|-
| [[Coppa di Francia 1950-1951|1950-51]]
| align="left" | '''{{Calcio Strasburgo}}'''
| 14 maggio 1951
| {{Calcio Strasburgo|N}} — {{Calcio Valenciennes|N}} 3-0
| align="left" | Bihel, Krug, Nagy
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1951-1952|1951-52]]
| align="left" | '''{{Calcio Nizza}}'''
| 4 maggio 1952
| {{Calcio Nizza|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 5-3
| align="left" | Nurenberg, Baillot (2), [[Luis Carniglia|Carniglia]], Belver, Kargu, Ben Tifour, Césari
|-
| [[Coppa di Francia 1952-1953|1952-53]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 31 maggio 1953
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio Nancy|N}} 2-1
| align="left" | [[Jean Vincent|Vincent]], Belaid, Lefèvre
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1953-1954|1953-54]]
| align="left" | '''{{Calcio Nizza}}'''
| 4 maggio 1954
| {{Calcio Nizza|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-1
| align="left" | Nurenberg, [[Luis Carniglia|Carniglia]], [[Gunnar Andersson|Andersson]]
|-
| [[Coppa di Francia 1954-1955|1954-55]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 29 maggio 1955
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 5-2
| align="left" | [[Jean Vincent|Vincent]], Douis (2), Bourbotte (2), Wozniesko, Skander
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1955-1956|1955-56]]
| align="left" | '''{{Calcio Sedan}}'''
| 27 maggio 1956
| {{Calcio Sedan|N}} {{Calcio Troyes|N}} 3-1
| align="left" | Cuenca, Thuane, Tillon, De Vlaeminck
|-
| [[Coppa di Francia 1956-1957|1956-57]]
| align="left" | '''{{Calcio Tolosa (1937-1967)}}'''
| 26 maggio 1957
| {{Calcio Tolosa (1937-1967)|N}} — {{Calcio Angers|N}} 6-3
| align="left" | Dereuddre (2), Bouchouk, Biancheri, Bocchi, Boucher, Di Loreto, Bourrigault, Brahimik
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1957-1958|1957-58]]
| align="left" | '''{{Calcio Stade Reims}}'''
| 18 maggio 1958
| {{Calcio Stade Reims|N}} — {{Calcio Nimes|N}} 2-0
| align="left" | Bliard (2), Mazzouz, [[Just Fontaine|Fontaine]]
|-
| rowspan="2" | [[Coppa di Francia 1958-1959|1958-59]]
| rowspan="2" align="left" | '''{{Calcio Le Havre}}'''
| 3 maggio 1959
| {{Calcio Le Havre|N}} — {{Calcio Sochaux|N}} 2-2
| align="left" | Ferrari, Eloy, Gardien, Bouchache
|-
| 18 maggio 1959
| {{Calcio Le Havre|N}} — {{Calcio Sochaux|N}} 3-0
| align="left" | Meyer, N'Doumbé, Navarro
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1959-1960|1959-60]]
| align="left" | '''{{Calcio Monaco}}'''
| 15 maggio 1960
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio Saint-Etienne|N}} 4-2 d.t.s.
| align="left" | Roy (2), Liron, Domingo, Blancheri, Ludo
|-
| [[Coppa di Francia 1960-1961|1960-61]]
| align="left" | '''{{Calcio Sedan}}'''
| 15 maggio 1961
| {{Calcio Sedan|N}} — {{Calcio Nimes|N}} 3-1
| align="left" | Fulgenzi, Brény, Salem, Constantino
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1961-1962|1961-62]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 13 maggio 1962
| {{calcio Saint-Etienne|N}} — {{calcio Nancy|N}} 1-0
| align="left" | Baulu
|-
| rowspan="2" | [[Coppa di Francia 1962-1963|1962-63]]
| rowspan="2" align="left" | '''{{Calcio Monaco}}'''
| 13 maggio 1963
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio Olympique Lione|N}} 0-0
| align="left" | —
|-
| 23 maggio 1963
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio Olympique Lione|N}} 2-0
| align="left" | [[Lucien Cossou|Cossou]], [[Georges Casolari|Casolari]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1963-1964|1963-64]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Lione}}'''
| 10 maggio 1964
| {{Calcio Olympique Lione|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 2-0
| align="left" | [[Nestor Combin|Combin]] (2)
|-
| rowspan="2" | [[Coppa di Francia 1964-1965|1964-65]]
| rowspan="2" align="left" | '''{{Calcio Rennes}}'''
| 23 maggio 1965
| {{Calcio Rennes|N}} — {{Calcio Sedan|N}} 2-2
| align="left" | Marie, Perrin, Ascensio, Rodighiero
|-
| 26 maggio 1965
| {{Calcio Rennes|N}} — {{Calcio Sedan|N}} 3-1
| align="left" | Herbet, Rodighiero (2), Loncle
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1965-1966|1965-66]]
| align="left" | '''{{Calcio Strasburgo}}'''
| 22 maggio 1966
| {{Calcio Strasburgo|N}} — {{Calcio Nantes|N}} 1-0
| align="left" | Sbaïz
|-
| [[Coppa di Francia 1966-1967|1966-67]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Lione}}'''
| 21 maggio 1967
| {{Calcio Olympique Lione|N}} — {{Calcio Sochaux|N}} 3-1
| align="left" | Rambert, Leclerc, Perrin, [[Fleury Di Nallo|Di Nallo]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1967-1968|1967-68]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 12 maggio 1968
| {{Calcio Saint-Etienne|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 2-1
| align="left" | Wojciak, [[Rachid Mekhloufi|Mekhloufi]] (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1968-1969|1968-69]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 18 maggio 1969
| {{calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Bordeaux|N}} 2-0
| align="left" | G. Papin ([[autogol|a]]), Joseph
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1969-1970|1969-70]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 31 maggio 1970
| {{Calcio Saint-Etienne|N}} — {{Calcio Nantes|N}} 5-0
| align="left" | [[Patrick Parizon|Parizon]], [[Georges Béréta|Béréta]], [[Robert Herbin|Herbin]], [[Hervé Revelli|H. Revelli]] (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1970-1971|1970-71]]
| align="left" | '''{{Calcio Rennes}}'''
| 20 giugno 1971
| {{Calcio Rennes|N}} — {{Calcio Olympique Lione|N}} 1-0
| align="left" | [[André Guy|Guy]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1971-1972|1971-72]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 4 giugno 1972
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Bastia|N}} 2-1
| align="left" | [[Didier Couécou|Couécou]], [[Josip Skoblar|Skoblar]], [[Georges Franceschetti|Franceschetti]]
|-
| [[Coppa di Francia 1972-1973|1972-73]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Lione}}'''
| 17 giugno 1973
| {{Calcio Olympique Lione|N}} — {{Calcio Nantes|N}} 2-1
| align="left" | [[Dobrivoje Trivić|Trivić]], [[Bernard Lacombe|B. Lacombe]], [[Didier Couécou|Couécou]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1973-1974|1973-74]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 8 giugno 1974
| {{Calcio Saint-Etienne|N}} — {{Calcio Monaco|N}} 2-1
| align="left" | [[Christian Synaeghel|Synaeghel]], [[Alain Merchadier|Merchadier]], [[Delio Onnis|Onnis]]
|-
| [[Coppa di Francia 1974-1975|1974-75]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 8 giugno 1975
| {{Calcio Saint-Etienne|N}} — {{Calcio Lens|N}} 2-0
| align="left" | [[Osvaldo Piazza|Piazza]], [[Jean-Michel Larqué|Larqué]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1975-1976|1975-76]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 23 giugno 1976
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Olympique Lione|N}} 2-0
| align="left" | [[Raoul Nougues|Nougues]], [[Saar Boubacar|Boubacar]]
|-
| [[Coppa di Francia 1976-1977|1976-77]]
| align="left" | '''{{Calcio Saint-Etienne}}'''
| 18 giugno 1977
| {{Calcio Saint-Etienne|N}} — {{Calcio Stade Reims|N}} 2-1
| align="left" | [[Santiago Santamaría|Santamaría]], [[Dominique Bathenay|Bathenay]], [[Alain Merchadier|Merchadier]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1977-1978|1977-78]]
| align="left" | '''{{Calcio Nancy}}'''
| 13 maggio 1978
| {{Calcio Nancy|N}} — {{Calcio Nizza|N}} 1-0
| align="left" | [[Michel Platini|Platini]]
|-
| [[Coppa di Francia 1978-1979|1978-79]]
| align="left" | '''{{Calcio Nantes}}'''
| 16 giugno 1979
| {{Calcio Nantes|N}} — {{Calcio Auxerre|N}} 4-1 d.t.s.
| align="left" | [[Éric Pécout|Pécout]] (3), Mesones, [[Oscar Muller|Muller]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1979-1980|1979-80]]
| align="left" | '''{{Calcio Monaco}}'''
| 7 giugno 1980
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio Orleans|N}} 3-1
| align="left" | Marette, Marette ([[autogol|a]]), [[Albert Emon|Emon]], [[Delio Onnis|Onnis]]
|-
| [[Coppa di Francia 1980-1981|1980-81]]
| align="left" | '''{{Calcio Bastia}}'''
| 13 giugno 1981
| {{Calcio Bastia|N}} — {{Calcio Saint-Etienne|N}} 2-1
| align="left" | [[Louis Marcialis|Marcialis]], [[Roger Milla|Milla]], [[Jacques Santini|Santini]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1981-1982|1981-82]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 15 maggio 1982
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Saint-Etienne|N}} 6-5 d.c.r.
| align="left" | [[Nabatingue Toko|Toko]], [[Dominique Rocheteau|Rocheteau]], [[Michel Platini|Platini]] (2)
|-
| [[Coppa di Francia 1982-1983|1982-83]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 11 giugno 1983
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Nantes|N}} 3-2
| align="left" | [[Pascal Zaremba|Zaremba]], [[Bruno Baronchelli|Baronchelli]], [[José Touré|Touré]], [[Safet Sušic|Sušic]], [[Nabatingue Toko|Toko]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1983-1984|1983-84]]
| align="left" | '''{{Calcio Metz}}'''
| 11 maggio 1984
| {{Calcio Metz|N}} — {{Calcio Monaco|N}} 2-0 d.t.s.
| align="left" | Hinschberger, Kurbos
|-
| [[Coppa di Francia 1984-1985|1984-85]]
| align="left" | '''{{Calcio Monaco}}'''
| 11 maggio 1985
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio PSG|N}} 1-0
| align="left" | [[Bernard Genghini|Genghini]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1985-1986|1985-86]]
| align="left" | '''{{Calcio Bordeaux}}'''
| 30 aprile 1986
| {{Calcio Bordeaux|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-1 d.t.s.
| align="left" | [[Abdoulaye Diallo (calciatore 1963)|Diallo]], [[Jean Tigana|Tigana]], [[Alain Giresse|Giresse]]
|-
| [[Coppa di Francia 1986-1987|1986-87]]
| align="left" | '''{{Calcio Bordeaux}}'''
| 10 giugno 1987
| {{Calcio Bordeaux|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-0
| align="left" | [[Philippe Fargeon|Fargeon]], [[Zlatko Vujović]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1987-1988|1987-88]]
| align="left" | '''{{Calcio Metz}}'''
| 11 maggio 1988
| {{Calcio Metz|N}} — {{Calcio Sochaux|N}} 5-4 d.c.r.
| align="left" | Paille, Black
|-
| [[Coppa di Francia 1988-1989|1988-89]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Marsiglia}}'''
| 10 giugno 1989
| {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} — {{Calcio Monaco|N}} 4-3
| align="left" | [[Jean-Pierre Papin|J.P. Papin]] (3), [[Klaus Allofs|Allofs]], [[Marcel Dib|Dib]] (2), [[Manuel Amoros|Amoros]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1989-1990|1989-90]]
| align="left" | '''{{Calcio Montpellier}}'''
| 2 giugno 1990
| {{Calcio Montpellier|N}} — {{Calcio RC Paris|N}} 2-1 d.t.s.
| align="left" | [[Laurent Blanc|Blanc]], Ferahoui, [[David Ginola|Ginola]]
|-
| [[Coppa di Francia 1990-1991|1990-91]]
| align="left" | '''{{Calcio Monaco}}'''
| 8 giugno 1991
| {{Calcio Monaco|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 1-0
| align="left" | Passi
|- style="background:#ddd"
| [[Coppa di Francia 1991-1992|1991-92]]
| colspan="4" align="left" | ''Non assegnata a seguito della [[tragedia di Furiani]]''
|-
| [[Coppa di Francia 1992-1993|1992-93]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 12 giugno 1993
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Nantes|N}} 3-0
| align="left" | [[Antoine Kombouaré|Kombouaré]], [[David Ginola|Ginola]], [[Alain Roche|Roche]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1993-1994|1993-94]]
| align="left" | '''{{Calcio Auxerre}}'''
| 14 maggio 1994
| {{Calcio Auxerre|N}} — {{Calcio Montpellier|N}} 3-0
| align="left" | [[Mustapha Saib|Saib]], [[Gérald Baticle|Baticle]], [[Corentin Martins|Martins]]
|-
| [[Coppa di Francia 1994-1995|1994-95]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 13 maggio 1995
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Strasburgo|N}} 1-0
| align="left" | [[Paul Le Guen|Le Guen]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1995-1996|1995-96]]
| align="left" | '''{{Calcio Auxerre}}'''
| 4 maggio 1996
| {{Calcio Auxerre|N}} — {{Calcio Nimes|N}} 2-1
| align="left" | Bebey, [[Laurent Blanc|Blanc]], [[Lilian Laslandes|Laslandes]]
|-
| [[Coppa di Francia 1996-1997|1996-97]]
| align="left" | '''{{Calcio Nizza}}'''
| 10 maggio 1997
| {{Calcio Nizza|N}} — {{Calcio Guingamp|N}} 4-3 d.c.r.
| align="left" | Salimi, [[Nicolas Laspalles|Laspalles]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1997-1998|1997-98]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 2 maggio 1998
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Lens|N}} 2-1
| align="left" | [[Raí]], [[Marco Simone|Simone]], [[Vladimír Šmicer|Šmicer]]
|-
| [[Coppa di Francia 1998-1999|1998-99]]
| align="left" | '''{{Calcio Nantes}}'''
| 15 maggio 1999
| {{Calcio Nantes|N}} — {{Calcio Sedan|N}} 1-0
| align="left" | [[Olivier Monterrubio|Monterrubio]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 1999-2000|1999-2000]]
| align="left" | '''{{Calcio Nantes}}'''
| 7 maggio 2000
| {{Calcio Nantes|N}} — {{Calcio Calais|N}} 2-1
| align="left" | Dutitre, [[Antoine Sibierski|Sibierski]], [[Alain Caveglia|Cavéglia]]
|-
| [[Coppa di Francia 2000-2001|2000-01]]
| align="left" | '''{{Calcio Strasburgo}}'''
| 26 maggio 2001
| {{Calcio Strasburgo|N}} — {{Calcio Amiens|N}} 5-4 d.c.r.
| align="left" | —
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2001-2002|2001-02]]
| align="left" | '''{{Calcio Lorient}}'''
| 11 maggio 2002
| {{Calcio Lorient|N}} — {{Calcio Bastia|N}} 1-0
| align="left" | [[Jean-Claude Darcheville|Darcheville]]
|-
| [[Coppa di Francia 2002-2003|2002-03]]
| align="left" | '''{{Calcio Auxerre}}'''
| 31 maggio 2003
| {{Calcio Auxerre|N}} — {{Calcio PSG|N}} 2-1
| align="left" | [[Hugo Leal|Leal]], [[Djibril Cissé|Cissé]], [[Jean-Alain Boumsong|Boumsong]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2003-2004|2003-04]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 29 maggio 2004
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Chateauroux|N}} 1-0
| align="left" | [[Pauleta]]
|-
| [[Coppa di Francia 2004-2005|2004-05]]
| align="left" | '''{{Calcio Auxerre}}'''
| 4 giugno 2005
| {{Calcio Auxerre|N}} — {{Calcio Sedan|N}} 2-1
| align="left" | [[Benjani Mwaruwari|Benjani]], Noro, [[Bonaventure Kalou|Kalou]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2005-2006|2005-06]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 29 aprile 2006
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 2-1
| align="left" | [[Bonaventure Kalou|Kalou]], [[Vikash Dhorasoo|Dhorasoo]], [[Toifilou Maoulida|Maoulida]]
|-
| [[Coppa di Francia 2006-2007|2006-07]]
| align="left" | '''{{Calcio Sochaux}}'''
| 12 maggio 2007
| {{Calcio Sochaux|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 5-4 d.c.r.
| align="left" | [[Djibril Cissé|Cissé]] (2), [[Moumouni Dagano|Dagano]], [[Anthony Le Tallec|Le Tallec]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2007-2008|2007-08]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Lione}}'''
| 25 maggio 2008
| {{Calcio Olympique Lione|N}} — {{Calcio PSG|N}} 1-0 d.t.s.
| align="left" | [[Sidney Govou|Govou]]
|-
| [[Coppa di Francia 2008-2009|2008-09]]
| align="left" | '''{{Calcio Guingamp}}'''
| 9 maggio 2009
| {{Calcio Guingamp|N}} — {{Calcio Rennes|N}} 2-1
| align="left" | [[Carlos Bocanegra|Bocanegra]], [[Eduardo Ribeiro dos Santos|Eduardo]] (2)
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2009-2010|2009-10]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 1º maggio 2010
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Monaco|N}} 1-0 d.t.s.
| align="left" | [[Guillaume Hoarau|Hoarau]]
|-
| [[Coppa di Francia 2010-2011|2010-11]]
| align="left" | '''{{Calcio Lilla}}'''
| 14 maggio 2011
| {{Calcio Lilla|N}} — {{Calcio PSG|N}} 1-0
| align="left" | [[Ludovic Obraniak|Obraniak]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2011-2012|2011-12]]
| align="left" | '''{{Calcio Olympique Lione}}'''
| 28 aprile 2012
| {{Calcio Olympique Lione|N}} — {{Calcio Quevilly|N}} 1-0
| align="left" | [[Lisandro López (calciatore 1983)|López]]
|-
| [[Coppa di Francia 2012-2013|2012-13]]
| align="left" | '''{{Calcio Bordeaux}}'''
| 31 maggio 2013
| {{Calcio Bordeaux|N}} — {{Calcio Evian|N}} 3-2
| align="left" | [[Cheick Diabaté|Diabaté]] (2), [[Yannick Sagbo|Sagbo]], [[Henri Saivet|Saivet]], [[Brice Dja Djédjé|Dja Djédjé]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2013-2014|2013-14]]
| align="left" | '''{{Calcio Guingamp}}'''
| 3 maggio 2014
| {{calcio Guingamp|N}} — {{Calcio Rennes|N}} 2-0
| align="left" | [[Jonathan Martins Pereira|Martins Pereira]], [[Mustapha Yatabaré|Yatabaré]]
|-
| [[Coppa di Francia 2014-2015|2014-15]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 30 maggio 2015
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Auxerre|N}} 1-0
| align="left" | [[Edinson Cavani|Cavani]]
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2015-2016|2015-16]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 21 maggio 2016
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Olympique Marsiglia|N}} 4-2
| align="left" | [[Blaise Matuidi|Matuidi]], [[Florian Thauvin|Thauvin]], [[Zlatan Ibrahimović|Ibrahimović]] (2), [[Edinson Cavani|Cavani]], [[Michy Batshuayi|Batshuayi]]
|-
| [[Coppa di Francia 2016-2017|2016-17]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 27 maggio 2017
| {{Calcio PSG|N}} — {{Calcio Angers|N}} 1-0
| align="left" | [[Issa Cissokho|Cissokho]] (a)
|- style="background:#FFFFFF"
| [[Coppa di Francia 2017-2018|2017-18]]
| align="left" | '''{{Calcio PSG}}'''
| 8 maggio 2018
| {{Calcio PSG|N}} - {{Calcio Les Herbiers|N}} 2-0
| align="left" | [[Giovani Lo Celso|Lo Celso]], [[Edinson Cavani|Cavani]]
|-
| [[Coppa di Francia 2018-2019|2018-19]]
| align="left" | '''{{Calcio Rennes}}'''
| 27 aprile 2019
| {{Calcio Rennes|N}} — {{Calcio PSG|N}} 8-7 d.c.r.
| align="left" | [[Dani Alves]], [[Neymar]], [[Presnel Kimpembe|Kimpembe]] ([[autogol|A]]), [[Mexer]]
|}
Con l'afflusso a Roma di opere greche provenienti da molte epoche e aree geografiche è naturale che si formasse una gusto [[eclettismo|eclettico]], cioè amante dell'accostamento di più stili diversi, con una certa propensione al raro e al curioso, senza una vera comprensione delle forme artistiche e dei loro significati.
 
Ma l'eclettismo dei romani riguardava anche la presenza della tradizione italica, che si era inserita a uno strato molto profondo della società. Per i romani non solo era naturale accostare opere d'arte in stili diversi, ma l'eclettismo si ricontrava spesso anche nella medesima opera, assorbendo da più fonti diverse iconografie, diversi linguaggi formali e diversi temi.
 
L'importanza dell'eclettismo nella storia artistica romana è anche data dal fatto che, a differenzia di altre culture, non comparve, come di tendenza, al termine e al decadere culturale, ma all'inizio della stagione artistica romana. Uno dei più antichi esempi di questa tendenza si ha nell'[[ara di Domizio Enobarbo]], della quale è conservato parte del frontone al [[Louvre]] (presentazione di animali per un sacrificio, con uno stile di derivazione chiaramente realistico e plebeo) e due lastre del fregio a [[Monaco di Baviera]] (in stile ellenistico, un corteo di divinità marine). L'eclettismo si manifestò precocemente anche in opere della massima committenza pubblica, come nell<nowiki>'</nowiki>''[[Ara Pacis]]'' di [[Augusto]].
 
===Alle radici dell'arte romana: il rilievo storico===
[[Immagine:Affresco con scena storica della necropoli dell'esquilino.jpg|thumb|180px|Affresco con scena storica dalla [[necropoli dell'Esquilino]], tra le prime testimonianza di pittura su affresco romana pervenutaci]]
Il passo decisivo che segnò uno stacco tra arte greca e romana fu senz'altro la comparsa del rilievo storico, inteso come narrazione di un evento di interesse pubblico, a carattere civile o militare. Le prime testimonianze pervenuteci sono l'affresco nella [[necropoli dell'Esquilino]] (inizi del III secolo a.C.) o le pitture nelle tombe di [[Tarquinia]] della metà del II secolo a.C. (ormai sotto la dominazione romana). Ma inizialmente la reppresentazione storica fu sempre un'esaltazione gentilizia di una famiglia impegnata in quelle imprese, come la ''[[Gens Fabia]]'' nel citato esempio dell'Esquilino.
 
Gradualmente il soggetto storico si cristallizzerà in alcuni temi, entro i quali l'artista aveva limitato motivo di inserire varianti, a perte quelle particolarizzazioni legate ai luoghi, ai tempi ed ai personaggi ritratti. Per esempio per celebrare una guerra vittoriosa si seguiva lo schema fisso della:
*''Profectio'', partenza
*Costruzione di strade, ponti o fortificazioni
*''Lustratio'', sacrificio agli dei
*''Adlocutio'', incitamento delle truppe (allocuzione)
*''Proelium'', battaglia
*''Obsidio'', assedio
*Atto di sottomissione dei vinti
*''Reditus'', ritorno
*''Triumphus'', corteo trionfale
*''Liberalitas'', atto di beneficenza.
 
Tramite questi schemi fissi la rappresentazione diventava immediatamente esplicita e facilmente comprensibile a chiunque.
 
===Arte patrizia e arte plebea===
{{vedi anche|arte plebea}}
[[Immagine:StoryN 5.jpg|thumb|250px|left|Rilievi in stile "plebeo" nell'[[arco di Costantino]]]]
La società romana fu caratterizzata sin dalle origini da un dualismo, che si è manifestato pienamente anche nella produzione artistica: quello tra [[patrizi]] e [[plebei]] e quindi tra arte patrizia (o "aulica") e [[arte plebea]] (o "popolare" o, in epoca più avanzata, "provinciale"). Queste due correnti, la cui importanza storica è stata riconosciuta solo nella seconda metà del XX secolo, coesistettero fin dagli esordi dell'arte romana e gradualmente si avvicinarono, fino a fondersi nell'epoca [[arte tardoantica|tardoantica]].
 
Sarebbe sbagliato volere imporre una gerarchia assoluta in queste due correnti, essendo animate, a livello generico, da interessi e fini molto diversi: l'arte plebea aveva scopi di celebrazione inequivocabile del committente, di immediata chiarezza, di semplificazione, di astrazione intuitiva, che entreranno nell'arte ufficiale dei monumenti pubblici romana solo dal III secolo-inizi del IV secolo d.C. (a seguito di profondi mutamenti ideali e socilogici), provocando quella rottura con l'ellenismo che confluirà nell'[[arte medievale]]. L'arte plebea non seguiva il solco del naturalismo [[ellenistico]], anzi rappresentò il primo vero superamento dell'ellenismo "ormai priva di slancio e di possibilità di nuovi sviluppi artistici"<ref>Bianchi Bandinelli-Torelli, cit., pag. 75.</ref>.
 
La corrente più aulica invece sopravvisse nella nuova capitale [[Costantinopoli]], per poi uscire sublimata, tramite il contato con centrio artistici di lontana ascendenza iranica ([[Hatra]], [[Palmyra]], [[Doura]]), nell'[[arte bizantina]], dalle nuove ascendenze lineari.
 
==Storia dell'arte romana==
=== Arte delle origini e della monarchia ===
[[Immagine:Servian Wall-Termini Station.jpg|thumb|200px|Le mura serviane presso la stazione Termini]]
{{vedi anche|arte romana arcaica}}
Secondo la leggenda, la città di Roma venne fondata il [[21 aprile]] nell'anno [[753 a.C.]] Alle origini della città ebbe grande importanza il guado sul [[Tevere]], che costituì per molto tempo il confine tra [[Etruschi]] e [[Latini]], nei pressi dell'[[Isola Tiberina]], e l'approdo fluviale dell'''Emporium'', tra [[Palatino]] e [[Aventino]].
 
Nell'età protostorica e [[Età regia di Roma|regia]] non si può ancora parlare di arte "romana" (cioè con caratteristiche proprie), ma solo di produzione artistica "a Roma", dalle caratteristiche [[arte italica|italiche]], con notevoli influssi etruschi.
 
Presso l'emporio vicino all'attraversamento del fiume, il [[Foro Boario]], è stato scavato un tempio araico, nell'[[area di Sant'Omobono]], risalente alla fine del [[VII secolo a.C.|VII]]-metà del [[VI secolo a.C.]], con resti di età appenninica che documentano una continuità di insediamento per tutta l'epoca regia.
 
Sotto [[Tarquinio Prisco]] viene edificato sul [[Campidoglio]] il [[tempio di Giove Capitolino|tempio dedicato alla triade capitolina]], [[Giove (divinità)|Giove]], [[Giunone]] e [[Minerva]], nella data tradizionale del [[509 a.C.]], la stessa in cui viene collocata la cacciata del re e l'inizio delle liste dei magistrati. La data di fondazione del tempio poteva anche essere stata verificata dagli storici romani successivi grazie ai ''clavi'' i chiodi annuali infissi nella parete interna del tempio. I resti del [[podio]] del tempio sono ancora parzialmente visibili sotto il [[Palazzo dei Conservatori]] e nei sotterranei dei [[Musei Capitolini]]. Le sculture in [[terracotta]], altra caratteristica dell'[[arte etrusca]], che lo adornavano sono andate perdute, ma non dovevano essere molto diverse dalla scultura etrusca più famosa della stessa epoca, l'[[Apollo di Veio]] dello scultore [[Vulca]], anch'essa parte di una decorazione templare (il [[santuario di Portonaccio|santuario]] di [[Portonaccio]] a [[Veio]]). Anche la tipologia architettonica del tempio sul Campidoglio è di tipo etrusco: un alto [[podio]] con doppio colonnato sul davanti sul quale si aprono tre [[cella (architettura)|celle]].
 
Tra le opere più imponenti della Roma arcaica ci furono la [[Cloaca Maxima]], che permise l'insediamento nella valle del Foro, e le [[Mura serviane]], delle quali restano vari tratti.
 
Bisogna attendere il periodo tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. per trovare un'opera d'arte figurativa prodotta sicuramente a Roma: è la nota [[Cista Ficoroni]], contenitore in bronzo finemente cesellato col mito degli [[Argonauti]] (dall'iscrizione "''Novios Palutios med Romai fecit''", "Novio Plautio mi fece a Roma"). Ma la ipologia del contenitore è [[palestrina|prenestina]], l'artefice di origina osco-campana (a giudicare dal nome), la decorazione a [[bulino]] di matrice greca classica, con parti a rilievo inquadrabili pienamente nella produzione medio-italica.
 
===Arte repubblicana===
{{vedi anche|arte romana repubblicana}}
Il primo periodo dell'arte repubblicana fu una continuazione dello stile arcaico (come nei tempi gemelli dell'[[area di Sant'Omobono]] o quelli del [[largo Argentina]]). Una sostanziale rivoluzione si ebbe quando i roamni entrarono in contatto sempre più stretto coi greci, che culminò nella conquista della [[Magna Grecia]], della [[Grecia]] ellenica, della [[Macedonia]] e dell'[[Asia Minore]]. I bottini di guerra fecero arrivare in patria un'enorme afflusso di opere d'arte, che metteva i romani nell'imbarazzante questione di accettare come superiore una cultura da essi sconfitta. Nacquero due partiti, uno filoelleno, fine amante dell'arte greca, capeggiato dal circolo degli [[Scipioni]], e uno tradizionalista e filoromano cvapeggiato da [[Catone il Censore]] e i suoi seguaci. L'enorme afflusso di opere greche non si arrestò, anzi quando la domanda da parte di collezionisti appassionati superò l'offerta di opere originali, nacque il gigantesco mercato delle copie e delle opere ispirae ai modelli classici del V e IOV secolo a.C. ([[neoatticismo]]).
 
Fu solo dopo un certo periodo che i romani, "digerita" l'invasione di opere greche di tanti stili diversi (per epoca e per regione geografica) iniziarono a sviluppare un'ìarte peculiarmente "romana", anche se ciò fu dovuto in grande parte a maestranze greche e ellenistiche.
 
In particolare fu sotto il governo di [[Silla]] che si notano i primi albori dell'arte romana, che si sviluppò originalmente soprattutto in tre campi: l'architettura, il ritratto fisiognomico e la pittura.
 
====Architettura====
[[Immagine:Portico degli dei consenti sullo sfondo del tabularium.jpg|thumb|250px|Resti del ''Tabularium'' (in secondo piano, sotto il [[palazzo dei Senatori]])]]
Al tempo di Silla le strutture lignee con rivetimento in terracotta di matrice [[architettura etrusca|etrusca]], o quelle in [[tufo]] stuccato lasciarono definitivamente il passo agli edifici in [[travertino]] o in altre pietre [[calcare]]e, secondo forme desunte dall'[[architettura ellenistica]], ma adattate a un gusto più semplice con forme più modeste. A Roma si procedette con granbde libertà degli architetti usando gli elementi classici come figure puramente decorative, sollevate da esigenze statiche, che erano invece sopperite dalle rivoluzionarie [[Tecnica edilizia romana|tecnica muraria]]. Pur non mancando a Roma edifici sacri del periodo repubblicano, è nelle grandi opere pubbliche "infrastrutturali" che si espresse il genio costruttivo dei romani. Venne costruita la [[Strade romane|grande rete viaria]], tutt'ora esistente, a cui sono da aggiungere le opere collaterali come ponti, gallerie e acquedotti. Le città di nuova fondazione vengono costruite secondo uno schema ortogonale, basato sul tracciamento dei due assi principali del [[cardo]] e [[decumano]].
 
Al tempo di [[Ermodoro]] e delle [[guerre macedoniche]] sorsero i primi edifici in [[marmo]] a Roma, che non si distinguevano certo per grandiosità. Dopo l'incendio dell'[[83 a.C.]] venne ricostruito in pietra il [[tempio di Giove Capitolino]], con colonne marmoree venute da [[Atene]] e con un nuovo simulacro [[crisoelefantino]] di [[Giove (divinità)|Giove]], forse opera di [[Apollonio di Nestore]]. Risale al [[78 a.C.]] la costruzione del ''[[Tabularium]]'', quinta scenografica del [[Foro Romano]] che lo metteva in comunicazione col [[Campidoglio]] e fungeva da [[archivio]] statale. Vi si usarono semicolonne addossate sui pilastri dai quali partono gli archi, schema usato anche nel [[santuario di Ercole Vincitore]] a [[Tivoli]].
 
I templi romani sillani sopravvissuti sono piuttosto modesti (tempio di [[San Nicola in Carcere]], [[Largo_di_Torre_Argentina#Tempio_B|tempio B]] del [[Largo Argentina]]), mentre più importanti testimonianze si hanno in quelle città chew subirono meno trasformazioni in seguito: [[Pompei]], [[Terracina]], [[Fondi]], [[Cori]], [[Tivoli]] e [[Palestrina]]. Particolarmente significativo è il [[santuario della Fortuna Primigenia]] a Palestrina, dove le strutture interne sono in ''[[opus incertum]]'' e le coperture a volta ricavate tramite gittate di pietrisco e [[malta pozzolana]]: queste tecniche campano-laziali definivano le strutture portanti della grande massa architettonica, mentre le facciate erano decorate da strutture architravate in stile ellenistico, che nascondevano il resto. Solo in un secondo momento anche le tecniche costruttive romane ebbero una forma stilistica che non richiedeva più la "maschera" esterna, permettendo uno sviluppo autonomo e grandioso dell'[[architettura romana]].
 
Al tempo di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] si ebbe la creazione del sontuoso [[foro di Cesare|Foro]] e [[tempio di Venere Genitrice]], ma solo col restauro del [[tempio di Apollo Sosiano]] nel [[32 a.C.]] Roma ebbe per la prima volta un edificio di culto all'altezza dell'eleganza ellenistica.
 
====Ritratto====
[[Immagine:Ritratto repubblicano dal museo torlonia, roma.jpg|thumb|150px|Il [[patrizio Torlonia]]]]
{{vedi anche|ritratto romano repubblicano}}
 
L'altro importante traguardo raggiunto dall'arte romana a partire dall'epoca di Silla è il cosiddetto ritratto "veristico", ispirato alla particolare concezione "[[catone il Censore|catoniana]]" delle virtù dell'uomo patrizio romano: carattere forgiato dalla durezza della vita e della guerra, orgoglio di classe, inflessibilità, ecc. Il diverso contesto dei valori nella società romana portò però divergere dai [[ritratto ellenistico|modelli ellenistici]] con i volti ridotti a dure maschere, con una resa secca e minuziosa della superficie, che non risparmia i segni del tempo e della vita dura.
 
Tra gli esempi più significativi del "verismo patrizio" ci sono la [[patrizio Torlonia|testa 535]] del [[Museo Torlonia]] (replica tiberiana), il [[velato del Vaticano]] (replica della prima età augustea), il [[ritratto di ignoto di Osimo]], il busto 329 dell'[[Albertinum]] di [[Dresda]], ecc. Il crudo verismo di queste opere è mitigato in altri esempi ([[70 a.C.|70]]-[[50 a.C.]]) dal plasticismo più ricco e una rappresentazione più organica e meno tetra, con la rigidezza mitigata da un'espressione più serena: è il caso la testa 1332 del [[museo Nuovo dei Conservatori]] (databile [[60 a.C.|60]]-[[50 a.C.]]) o il [[ritratto di Pompeo]] alla [[Ny Carlsberg Glyptotek]] di [[Copenhagen]].
 
Nonostante la rilevanza solo in ambito urbano e la breve durata temporale, il ritratto romano repubblicano ebbe un riflesso e seguito notevole nel tempo, soprattutto nei monumenti funerari delle classi inferiori che guardavano al patriziato con aspirazione, come i [[liberto|liberti]].
[[Immagine:Casa di via graziosa, scena dell'odissea (attacco dei lestrigoni), I secolo ac.jpg|thumb|left|250px|Casa di via Graziosa, scena dell'Odissea (''Attacco dei [[Lestrigoni]]'')]]
 
====Pittura====
In questo periodo si colloca anche la costituzione di una tradizione pittorica romana. Essa viene detta anche "[[stili pompeiani|pompeiana]]", perché studiata nei cospiqui ritrovamenti di [[scavi di Pompei|Pompei]] e delle altre città vesuviane sommerse dall'[[Vesuvio#L.27eruzione_del_79_d.C.|eruzione del 79]], anche se il centro della produzione artistica fu sicuramente Roma.
 
Era tipico per una casa signorile avere ogni angolo di parete dipinta, da cui deriva una straordinaria ricchezza quantitativa di decorazioni pittoriche. Tali opere però non erano frutto dell'inventiva romana, ma erano un ultimo prodotto, per molti versi banalizzato, dell'altissima civiltà pittorica greca.
 
Si individuano quattro "[[stili pompeiani|stili]]" per la pittura romana, anche se sarebbe più corretto parlare di schemi decorativi. Il [[primo stile]] ebbe una documentata diffusione in tutta l'area ellenistica (incrostazioni architettoniche dipinte) dal III-II secolo a.C.. Il [[secondo stile]] (finte architetture) non ha invece lasciato tracce fuori da Roma e le città vesuviane, databile dal 120 a.C. per le proposte più antiche, fino agli esempi più tardi del 50 a.C. circa; è forse un'invenzione romana. Il [[terzo stile]] (''ornamentale'') si sovrappose al ''secondo stile'' ed arrivò fino alla metà del I secolo, all'epoca di [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]] ([[41]]-[[54]]). Il [[quarto stile]] (''dell’illusionismo prospettico''), documentato a Pompei dal [[60]] d.C., è molto ricco, ma non riporpone niente di nuovo che non fosse già stato sperimentato nel passato. In seguito la pittura, a giuidicare da quanto ci è pervenuto, si inaridì gradualmente, con elementi sempre più triti e con una tecnica sempre più sciatta; bisogna però anche sottolineare che per il periodo successivo [[79]] non abbiamo più l'unico e straordinario catalogo pittorico delle città vesuviane sepolte.
 
===Arte imperiale classica===
==== La prima fase dell'impero e il classicismo augusteo ====
{{vedi anche|arte augustea}}
=====Architettura=====
[[Image:800px-Pula-amfiteatar.JPG|thumb|200px|L'anfiteatro di Pola]]
Con il principato di [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] ebbe inizio una radicale trasformazione urbanistica di Roma in senso monumentale. Nel periodo da Augusto ai Flavi si nota un irrobustirsi di tutti quegli edifici privi dell'influenza del [[tempio greco]]: archi trionfali, terme, anfiteatri, ecc. Nell'[[arco partico]] del [[Foro Romano]] ([[20 a.C.]] circa) nacque una forma ancora embrionale dell'arco a tre [[fornice|fornici]]. Risalgono a questo periodo i più spettacolari edifici per spettacoli: il [[teatro di Marcello]] ([[11 a.C.]]), l'[[anfiteatro di Pola]], l'[[Arena di Verona]], il [[teatro di Orange]] e poco dopo il [[Colosseo]] (inaugurato da Tito nell'[[80]] e poi completato da [[Vespasiano]]).
 
[[Image:Statue-Augustus2.jpg|thumb|120px|left|Augusto loricato]]
=====Scultura=====
Anche nelle arti figurative si ebbe una grande produzione artistica, improntata ad un classicismo finalizzato a costruire un'immagine solida e idealizzata dell'impero. Si recuperò, in particolare, la scultura greca del V secolo a.C., [[Fidia]] e [[Policleto]], nella rappresentazione delle divinità e dei personaggi illustri romani, fra cui emblematici sono alcuni ritratti di [[augusto di via Labicana|Augusto come pontefice massimo]] e l'[[Augusto loricato]], quest'ultimo rielaborato dal [[Doriforo]] di [[Policleto]]. L'uso di creare opere nello stile greco classico va sotto il nome di [[neoatticismo]], ed è improntato a un raffinato equilibrio, che però non è esente da una certa freddezza di stampo "accademico", legata cioè alla riproduzione dell'arte greca classica idealizzata e priva di slanci vitali. Solo durante la [[dinastia giulio-claudia]] si ebbe un graduale attenuarsi dell'influenza neoattica permettendo la ricomparsa di un certo colore e calore nella produzione scultorea.
 
=====Pittura=====
[[Image:Villa di livia, affreschi di giardino, parete corta meridionale 01.jpg|thumb|180px|[[Villa di Livia]], [[Affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia|affreschi del ninfeo sotterraneo]]]]
Tra il [[30 a.C.|30]] e il [[25 a.C.]] poteva dirsi pienamente compiuto lo sviluppo del [[secondo stile pompeiano]]. Ascrivibile al [[terzo stile]] è la decorazione della [[Casa della Farnesina]] o la [[Casa del Criptoportico]] a [[Pompei]]. A cavallo tra la fine del regno di Augusto e l'epoca claudia si collocano gli [[Affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia|affreschi della grande sala]] della [[villa di Prima Porta]] di [[Livia]], con la veduta di un folto giardino, culmine della La [[Pittura romana di giardino|pittura di giardini illusionistici]]. Forse risale all'epoca di Augusto anche la famosa sala della [[villa dei Misteri]], dove sono mescolate copie di pitture greche e inserzioni romane.
 
Le ricostruzioni di Pompei dopo il terremoto del [[62]] videro nuove decorazioni, per la prima volta nel cosiddetto [[quarto stile]], forse nato durante la decorazione della [[Domus Transitoria]] e della [[Domus Aurea]].
 
=====Toreutica e glittica=====
Nel periodo di Augusto anche la [[toreutica]] e la [[glittica]] ebbero la migliore fioritura, con un notevole livello sia tecnico che artistico, con più naturalezza rispetto all'arte in grande formato. Tra i pezzi più pregiati il [[tesoro di Hildesheim]], la [[Gemma Augustea]] ([[29 a.C.]]), il [[cammeo di Augusto e Roma]] e il [[Grande cammeo di Francia]] (di epoca tiberiana).
 
==== I Flavi ====
[[Immagine:Colosseum-2003-07-09.jpg|thumb|200px|Il Colosseo]]
{{vedi anche|arte flavia}}
Gli imperatori della [[dinastia flavia]] proseguirono nell'edificazione di opere di grande impegno. Fra queste spicca il [[Colosseo]], il simbolo più famoso di Roma. In quell'epoca l'arte romana si sviluppò superando la pesante tutela dell'arte [[neoattica]], generando nuovi traguardi artistici. Nel campo della scultura non è ancora chiaro quanto fu determinante l'ispirazione al mondo ellenistico per superare la parentesi neoattica. In ogni caso nei rilievi nell'[[Arco di Tito]] ([[81]] o [[90]] d.C.) si nota un maggiore addensamento di figure e, soprattutto, una consapevole disposizione coerente dei soggetti nello spazio, con la variazione dell'altezza dei rilievi (dalle teste dei cavalli a tutto tondo alle teste e le lancie sagomate sullo sfondo), che crea l'illusione di uno spazio atmosferico reale.
[[Image:Sack of jerusalem.JPG|thumb|200px|left|Processione sull'Arco di Tito]]
Inoltre per la prima volta si trova portata a compimento la disposizione delle figure su una linea curva convessa (piuttosto che retta), come dimostra il rilievo della processione dove a sinistra le figure sono viste di tre quarti e di faccia, e all'estrema destra di dorso mentre entrano sotto il fornice della ''[[Porta Triumphalis]]''. Lo spettatore ha così la sensazione di essere circondato e quasi sfiorato dal corteo, secondo un tendenza che verrà ulteriormente sviluppata nel "barocco" antoniniano dal III secolo in poi.
 
In architettura quest'epoca fu fondamentale per lo sviluppo di tecniche nuove, che permisero ulteriori sviluppi delle articolazioni spaziali. Lo stesso arco di Tito è impostato secondo uno schema più pesante e compatto dei precdeneti augustei, che si allontana sempre di più dall'eleganza di matrice ellenistica. Ma fu soprattutto con la diffusione delle [[cupole]] emisferiche ([[Domus Transitoria]], [[Domus Aurea]] e [[ninfeo di Domiziano]] a [[Albano Laziale]]) e la [[volta a crociera]] ([[Colosseo]]), aiutata dall'uso di archi trasversali in laterizio che creano le nervature e dall'uso di materiale leggero per le volte (anfore). Inoltre venne perfezionata la tecnica della [[volta a botte]], arrivando a poter coperire aree di grandi dimensioni, come la vasta sala (33 metri di diametro) del [[Gruppo di edifici domizianei nel Foro Romano|vestibolo domizianeo]] del [[Foro Romano]].
 
==== Il tempo di Traiano ====
{{vedi anche|arte traianea}}
[[Image:29 colonna traiana da sud 05.jpg|thumb|200px|Rilievi della [[Colonna Traiana]]]]
Sotto [[Traiano]] ([[98]]-[[117]] d.C.) l'impero conobbe il suo apogeo, ed anche l'arte riuscì, per la prima volta (stando a quanto ci è pervenuto) a staccarsi dall'influenza ellenistica, portando un proprio, nuovo prodotto artistico (il rilievo storico) ai livelli dei grandi capolavori dell'arte antica: i rilievi della [[Colonna Traiana]]. In questa opera, dove conflusice tutta la perizia tecnica ellenistica e la scorrevole narrazione romana, si svolge per circa duecento metri continui la narrazione delle [[guerre daciche|campagne in Dacia]] di Traiano, priva, come scrive [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]], "di un momento di stanchezza ripetitiva, di una ripetizione, insomma, di un ''vuoto'' nel contesto narrativo"<ref>Bianchi Bandinelli-Torelli, cit., apg. 92.</ref>.
 
Vi sono molte innovazioni stilistiche, ma è straordinario come anche il contenuto, per la prima volta in un rilievo storico, riesca a superare la barriera del freddo distacco un po' compassato delle opere augustee e ancora flavie: le battaglie sono veementi, gli assalti impetuosi, i vinti ammantati di umana pietà. Scene dure, come i suicidi di massa o la deportazione di intere famiglie, sono rappresentati con drammatica e pietosa partecipazione e la riccehzza di dettagli e accenti narrativi fu probabilmente dovuta a un'esperienza diretta negli avvenimenti<ref>O forse alla lettura dei commentari di Traiano stesso a proposito delle guerre daciche, non pervenutici.</ref>.
[[Image:Traiano mercati.jpg|thumb|200px|left|I Mercati di Traiano]]
 
I rilievi della Colonna, come anche la nuova tipologia di ritratto imperiale (il "[[ritratto del decennale di Traiano|ritratto del decennale]]"), sono caratterizzati da un senso di umana dignità e forza morale, che non ha niente di sovrumano, di tetrale, di retorico. Traiano è l' ''optimus princeps'' (il "primo funzionario" dello Stato) e amministra con la disciplina e la razionalità, senza richiami trascendeti o aloni augurali e religiosi.
 
In architettura [[Apollodoro di Damasco]] completò la serie dei [[Fori imperiali]] di Roma, con il vastissimo [[Foro di Traiano]], dalla pianta innovativa, priva di tempio all'estremità. Ancora più originale fu la sistemazione del fianco del [[colle Quirinale]] con i cosiddetti [[Mercati di Traiano]], un complesso amministrativo e commerciale che si componeva di sei livelli articolati organicamente in uffici, botteghe e altro. La ricchezza ottenuta con le campagne militari vittoriose permise il rafforzarsi di una classe media, che dieide origine a una nuova tipologia abitativa, con più abitazioni raggruppate in un unico edificio, sempre più simili alle ricche case patrizie.
 
Un'altra novità, per ragioni ancora non chiarite, fu la massiccia ripresa dell'inumazione e quindi della produzione di [[sarcofago romano|sarcofagi]], che tanta importanza rivestirono nella produzione artistica dei secoli successivi.
 
Lo sviluppo toccò anche le province, come dimostrano le cospicue pitture decorative di questo periodo ritrovate nelle zone più varie dell'impero.
 
==== Il tempo di Adriano ====
{{vedi anche|arte adrianea}}
[[Image:Pantheon rome.interior.jpg|thumb|200px|left|Interno del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]]]
Il successore, l'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] era appassionato di cultura [[Ellenismo|ellenistica]]. Fece edificare, prendendo parte alla progettazione, [[Villa Adriana]] a [[Tivoli]], grandioso complesso architettonico e paesaggistico le cui architetture riprendono ecletticamente modelli orientali ed ellenistici. Fece inoltre ricostruire il [[Pantheon (Roma)|Pantheon di Roma]], con la cupola perfettamente emisferica appoggiata ad un cilindro di altezza pari al raggio e pronao corinzio, uno degli edifici romani meglio conservati e il suo mausoleo, ora [[Castel Sant'Angelo (monumento)|Castel Sant'Angelo]], al [[colle Vaticano|Vaticano]]. In scultura tipici della sua epoca sono i ritratti di [[Antinoo]], suo giovane amante morto in circostanze misteriose e da lui divinizzato con un culto ufficiale per tutto l'Impero.
 
[[Image:Antinous Ecouen Louvre Ma1082 n3.jpg|thumb|150px|''Antinoo'' del [[Louvre]]]]
Il classicismo adrianeo si discostò abbastanza da quello dell'[[arte augustea]] ([[neoatticismo]]), più freddo e accademico, essendo anche ormai la società romana profondamente cambiata dai tempi del primo imperatore. Sotto Adriano infatti Roma aveva ormai consolidato una società articolata, una cultura propria e un livello artistico notevole e indipendente, non era più ai primi passi e non aveva quindi più bisogno del rigido sostegno degli artisti ateniesi come era avvenuto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. L'amore verso la Grecia classica di Adriano va comunque collocato nell'ambito dell'interesse privato del ''princeps'', non fu un evento di largo raggio che suscitò una vera e propria problematica artistica (un "rinascenza" o "rinascimento"), e svanì con la scomparsa del protagonista. Questa forma artistica era però espressione anche di un preciso programma politico, legato a un avvicinamento del sovrano (e quindi di Roma) alle province di cultura ellenica, come documentano anche i suoi frequenti viaggi.
 
====I primi Antonini====
[[Immagine:Base della colonna antonina, decursio.jpg|thumb|200px|La ''decursio'']]
{{vedi anche|arte dei primi Antonini}}
Sotto la [[dinastia degli Antonini]] (escludendo il periodo di [[Commodo]]), la produzione artistica ufficiale continuò nel solco del classicismo adrianea, con alcune tendenze che si svilupparono ulteriormente. Il gusto per il contrasto tra superfici lisce e mosse (come nel [[ritratto di Adriano (Museo delle Terme)|ritratto di Adriano]]), trasposto su una composizone d'insieme produsse il rilievo estremamente originale della ''decursio'' nella base della [[colonna Antoniniana]].
 
La [[Colonna di Marco Aurelio]], sebbene ispirata a [[colonna Traiana|quella Traiana]], presenta molte novità: scene più affollate, figure più scavate, con un chiaroscuro più netto e, soprattutto, la comparsa di elementi irrazionali (''Miracolo della pioggia'', ''Miracolo del fulmine''), prima avvisaglia di una società ormai in cerca di evasione da una realtà difficile, che di lì a poco, durante il successivo sfacelo economico e politico dell'impero, sarebbe sfociata nell'irrazionalismo anti-classico.
 
===Arte tardo-antica===
{{vedi anche|Arte tardoantica}}
[[Immagine:Gordian III Massimo.jpg|thumb|170px|left|''Testa di [[Gordiano III]]'', III secolo, [[Museo Nazionale Romano]], Roma]]
[[Immagine:Campitelli - 010218 campidoglio cortile dei conservatori.jpg|thumb|200|right|''[[Statua colossale di Costantino I|Testa colossale di Costantino I]]'', inizio del IV secolo, [[Palazzo dei Conservatori]], Roma]]
L'ultima fase dell'impero, a partire da [[Diocleziano]], [[Costantino]] fino alla caduta della parte occidentale, è caratterizzata dalla perdita delle certezze e dall'insinuarsi di una sensibilità nuova. In architettura si affermarono costruzioni per scopi difensivi, come le [[mura aureliane]] o il [[Palazzo di Diocleziano]] (293-305 circa) a [[Spalato]], provvisto di solide fortificazioni.
 
L'arte prese una direzione anti-ellenistica, cercando forme meno organiche, razionali e naturalistiche. Più che un momento di crisi artistica, fu un fenomeno di più ampio raggio, che vide confluire nella capitale un numero sempre maggiore di persone dalle province (funzionari, mercanti, artisti, ma anche gli stessi imperatori), i quali portarono nella capitale i modi dell'[[arte plebea|arte cosiddetta ''provinciale e plebea'']] che già da secoli era orientata verso un maggiore espressionismo opposto alla rappresentazione della natura. I ritratti imperiali in quegli anni divennero innaturali, con attenzione al dettaglio minuto piuttosto che all'armonia dell'insieme (come nella ''Testa di Gordiano III''), idealizzati, con sguardi laconici dai grandi occhi (come nella ''[[Statua colossale di Costantino I]]''). Non interessava più la rappresentazione della fisionomia, ma ormai il volto imperiale doveva esprimere un concetto, quello della santità del potere, inteso come emanazione divina.
 
Grande impatto ebbe infatti la nuova sensibilità religiosa, con il successo dei culti salvifici, cioè che promettevano la vita dopo la morte, quali i culti di [[Iside]], di [[Mitra (divinità)|Mitra]] e, in seguito, il [[Cristianesimo]]. Erano soprattutto i ceti più umili, gli schiavi e i soldati ad aderire in massa a queste religioni, che trovavano un riflesso filosofico nelle idee di [[Plotino]].
 
Già nei rilievi dell'[[Arco di Settimio Severo]] (202-203), si infittisce l'uso del trapano che crea solchi profondi e quindi toni più chiaroscurali; inoltre si afferma una rappresentazione della figura umana nuova, in scene di massa che annullano la rappresentazione individuale di matrice greca; anche la plasticità è diminuita. L'imperatore appare su un piedistallo circondato dai generali mentre recita l' ''[[adlocutio]]'' e sovrasta la massa dei soldati come un'apparizione divina.
 
Ma ancora più emblematico di questa progressiva perdita della forma classica è l'[[arco di Costantino]] (312-315), dove sono scolpiti bassorilievi con figure dalle forme tozze e antinaturalistiche, affiancate a materiale di spoglio dalle forme ancora classiche del II secolo. Nell<nowiki>'</nowiki>''Adlocutio'' l'imperatore si erge seduto al centro in posizione rialzata sulla tribuna, l'unico girato frontalmente assieme alle due statue ai lati del palco imperiale, raffiguranti (piuttosto grezzamente) [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] a destra e [[Marco Aurelio]] a sinistra. La posizione dell'Imperatore acquista una valenza sacrale, come di una divinità che si mostri ai fedeli isolata nella sua dimensione trascendente, sottolineata anche dalle dimensioni leggermente maggiori della sua figura. Si tratta infatti di uno dei primissimi casi a Roma nell'arte ufficiale di proporzioni tra le figure organizzate secondo [[gerarchia]]: la grandezza delle figure non dipende più dalla loro posizione nello spazio, ma dalla loro importanza. Un altro elemento interessante dei rilievi dell'arco di Costantino è la perdita dei rapporti spaziali: lo sfondo mostra i monumenti del [[Foro romano]] visibili all'epoca ([[basilica Giulia]], [[arco di Settimio Severo]], [[arco di Tiberio]] e [[monumento ai tetrarchi]] - gli ultimi due oggi scomparsi), ma la loro collocazione non è realistica rispetto al sito sul quale si svolge la scena (i [[rostra]]), anzi sono allineati parallelamente alla superficie del rilievo. Ancora più inconsueta è rappresentazione in "prospettiva ribaltata" dei due gruppi laterali di popolani, che dovrebbero stare teoricamente davanti alla tribuna ed invece sono ruotati e schiacciati ai due lati.
 
[[Immagine:Arch of Constantine forum frieze.jpg|thumb|center|620px|Arco di Costantino, Rilievo dell'''Adlocutio'', 312-315, marmo scolpito]]
 
Queste tendenze sono riscontrabili anche nel celebre [[gruppo dei tetrarchi]], già a [[Costantinopoli]] e ora murato nella [[Basilica di San Marco (Venezia)|basilica di San Marco a Venezia]].
 
L'allontanamento dalle ricerche naturalistiche dell'arte greca portava d'altro canto una lettura più immediata ed una più facile interpretazione delle immagini. Per lungo tempo questo tipo di produzione artistica venne vista come chiaro esempio di decadenza, anche se oggi studi più ad ampio raggio hanno dimostrato come queste tendenze non fossero delle novità, ma fossero invece già presenti da secoli nei territori delle province e che il loro emergere nell'arte ufficiale fu il rovescio di un processo di irradiazione artistica dal centro verso la periferia, con il sempre presente (anche in altre epoche storiche) ritorno anche in senso opposto di tendenze dalle periferie al centro.
 
Con l'[[editto di Milano|editto]] del [[313]] con il quale Costantino permise la libertà di culto ai cristiani si ebbe la formazione di un'arte pubblica del Cristianesimo, che si espresse nell'edificazione delle grandiose [[basiliche]] a Roma, in [[Terra Santa]] e a [[Costantinopoli]]: nacque l'[[arte paleocristiana]].
 
== Le forme artistiche ==
===La scultura===
Già nei periodi imperiali la scultura romana era in continuo progresso: i volti sono rappresentati con realismo al contrario dell'arte greca basata soprattutto sul corpo.
Ancora a differenza dell'arte greca classica la scultura romana non rappresenta solo la bellezza ideale ma anche le virtù morali.
 
===Il rilievo storico===
Il rilievo storico fu la prima vera e propria forma d'arte romana. Si sviluppò nel tardo periodo repubblicano, nel [[I secolo a.C.]] e, come per il ritratto romano, si formò dalla congiunzione del naturalismo [[arte ellenistica|ellenistico]] nella sua forma oggettiva, con i rilievi dell'[[arte plebea]], una corrente legata sia alla mentalità civile e al rito religioso dei romani, e si ha così il suo lo sviluppo.
 
Di questo stile i primi esempi che lo descrivono sono ben riassumibili nel piccolo fregio trionfale del [[tempio di Apollo Sosiano]], semplice ed incisivo, riferito appunto al trionfo di [[Sosio]] del [[34 a.C.]], ma forse di esecuzione più tarda del [[20 a.C.|20]]-[[17 a.C.]], simile anche a quello successivo dell'altare al centro dell'[[Ara Pacis]]. Per questo stile è buon uso ricordare la formula ''ogni genere letterario per metro diverso'', quindi ogni genere corrisponde ad uno stile diverso, causa la sua equità strutturale nel tempo.
 
Interessante è anche il fregio che doveva adornare un altare molto simile a quello dell'Ara Pacis, trovato sotto al "Palazzo della Cancelleria" e ora [[Musei Vaticani]], la cosiddetta [[base dei Vicomagistri]] ([[30]]-[[50]] d.C.): vi si legge una processioni per un sacrificio, dove si vedono gli animali, gli assistenti sacerdoti e i musicanti. Qui con lo scorcio delle trombe e la posizione dei suonatori di dorso, si ha uno dei pochi esempi di ''dilatazione spaziale'': il fondo non esiste, è uno spazio libero, entro al quale le figure si muovono.
 
=== Il ritratto ===
[[Immagine:Ritratto repubblicano dal museo torlonia, profilo, roma.jpg|thumb|left|150px|[[Patrizio Torlonia|Ritratto virile 535]] dal Museo Torlonia]]
[[Image:Altes Museum-Gallienus.jpg|thumb|150px|Busto di [[Gallieno]], [[Altes Museum]]]]
{{vedi anche|ritratto romano}}
Il ritratto, col ''rilievo storico'', è la forma più caratteristica dell'arte romana. Entrambi erano frutto della manifestazione di un forte legame oggettivo e pratico dei Romani, lontano da ogni astrazione metafisica. Il rilievo storico però ha le sue radici nell'arte plebea di tradizione medio-italica, il secondo è stato invece creato dall'ambiente patrizio a partire dal [[ritratto ellenistico]].
 
Vi sono precedenti del ritratto sia nella medio-italica ([[testa di Giunio Bruto]]), e in quella etrusca seppur non prima del IV secolo a.C.; ma il ritratto tipico romano è tutt'altra cosa, si rifà al culto familiare piuttosto che alla sfera onoraria e funerale, anche se poi queste lo assorbiranno. Direttamente collegato alla tradizione patrizia dello ''[[ius imaginum]]'', la sua nascita è strettamente connessa allo sviluppo nella età [[Silla]]na del patriziato, e si svilupperà fino al secondo triumvirato; per esempio nella [[statua di personaggio romano da Delos]] si notano le fattezze ben individualizzate della testa ritratta impostata su un corpo in posizione eroica di classica idealizzazione. A partire da queste esperienze i mercanti romani tornati in patria, divenuti nel frattempo "aristocrazia del denaro", impostarono le premesse per l'arte del ritratto. In quell'epoca si definì quindi una committenza alta e aristocratica, interessata a ritratti idealizzati e psicologici, nel ricco stile ellenistico "barocco", e una committenza "borghese", interessata a ritratti fedeli nella fisionomia, anche a scapito dell'armonia dell'insieme e della valenza psicologica, nello stile cosiddetto "verista" (come nel [[ritratto di ignoto di Osimo]]).
 
Dalla prima età imperiale avrà una stasi date le nuove richieste della classe dirigente, ma rimane statico fra le classi medie ed emergenti. Il ritratto è dotato di un minuzioso realismo, che ama descrivere le accidentalità della epidermide, una attenzione non all'effetto di insieme tipico del realismo ellenistico, ma alla minuziosità e alla estrema analisi descrittiva; tutto è celebrazione di austerità della vecchia stirpe di contadini forse in realtà mai esistita. Tutto è per la fierezza della propria stirpe. Proprio per queste caratteristiche tende ad adattarsi ad una sola classe sociale, e non è espressione di una società.
 
Il primo secolo è stato un secolo di varie aggregazioni stilistiche, un puro momento di formazione e quindi di incertezze e di varie convivenze prima di un completo assorbimento di ogni carattere, di ogni sfumatura di importazione, un fondo che incarna vari elementi culturali italici e ellenistici.
 
Il ritratto romano quindi, come tutta l'arte romana, si esprimeva con diversi linguaggi formali.
 
==Retaggio dell'arte romana==
{|align=right
|[[Immagine:Marcus.aurelius.horse.statue.rome.arp.jpg|thumb|200px|Officina romana, [[Statua di Marco Aurelio]], [[Roma]]]]
|| [[Immagine:Donatello, Monumento equestre al Gattamelata 03.JPG|thumb|200px|[[Donatello]], [[Monumento equestre al Gattamelata|Statua del Gattamelata]], [[Padova]]]]
|}
L'arte romana fu per la prima volta nel mondo europeo e mediterraneo, un'arte universale, capace di unificare in un linguaggio dai tratti comuni una vastissima area geografica, che travalica anche i meri confini dell'[[impero romano|impero]].
 
Ciò implicò che l'arte romana, grazie alla sua diffusione, fosse nelle generazioni future il diretto tramite con l'arte antica. Per gli artisti europei la produzione romana venne sempre considerata come "una seconda e più perfetta Natura dalla quale trarre insegnamento<ref>Bianchi Bandinelli-Torelli, cit., pag. 66.</ref>"; e grazie proprio ai monumenti ed alle opere d'arte romane si possono spiegare le rifiuriture "classiche" di civiltà come quella [[arte carolingia|carolingia]], [[arte gotica|gotica]] o [[arte rinascimentale|rinascimentale]].
 
L'arte greca rimase infattti oscura fino alla fine del XVIII secolo, quando avvenne il suo riconoscimento teorico, mentre la sua conquista documentata si data al XIX secolo. L'arte romana invece rimase sempre nota durante i secoli successivi, influenzando profondamente le generazione successivi di artisti e committenti.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]] e Mario Torelli, ''L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma'', Utet, Torino 1976.
*Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999
 
== Voci correlate ==
*[[Architettura romana]]
 
== Collegamenti esterni ==
{{Arte romana}}
* {{Cita testo | lingua = fr | url = https://www.fff.fr/coupes/fff/federation-francaise-de-football/2015/315643-coupe-de-france/details-articles/1596-2138-coupe-de-france | titolo = Albo d'oro della Coupe de France | sito = fff.fr | editore = [[federazione calcistica della Francia|Fédération Française de Football]] | accesso = 10 maggio 2019 }}
 
{{Portale|Antica Roma}}
 
{{Coppa di Francia}}
[[Categoria:Storia dell'arte romana| *]]
{{Da aggiornare|argomento=calcio|mese=05|anno=2020}}
{{portale|calcio}}
 
[[Categoria:Coppa di Francia| ]]
[[de:Römische Kunst]]
[[en:Roman art]]
[[fr:Art romain]]
[[hu:Az ókori Róma művészete]]
[[nl:Romeinse kunst]]
[[pt:Arte da Roma Antiga]]
[[sv:Romersk konst]]