Breda Ba.88 e Utente:TheVibesMan/Sandbox: differenze tra le pagine

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{{Edificio civile
{{Infobox aeromobile
|nome edificio = Villa Trossi Uberti
|Aeromobile=aereo_militare
|immagine = Facciata della Villa Trossi Uberti.jpg
|Nome = Breda Ba.88 "Lince"
|didascalia = Facciata della Villa Trossi Uberti
|Immagine = Breda Ba.88 (1939).jpg
|paese = ITA
|Didascalia = Un Ba.88 in livrea prebellica a terra; si notino le [[cappottatura NACA|cappottature]] con le caratteristiche [[bugna|bugne]] delle teste del motore [[Piaggio P.XI]]
|divamm1 = {{Bandiera|Toscana|nome}}
|Tipo = [[aereo da caccia|caccia pesante]]<br />[[aereo da attacco al suolo]]
|città = Livorno
|Equipaggio = 2
|Progettistaindirizzo = [[Via Giuseppe Panzeri]]<br/>[[AntonioRavizza, 76, Ardenza, Parano]]Livorno
|stato = <!-- di default è "in uso" -->
|Costruttore = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Breda]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[IMAM]]
|periodo costruzione = 1889
|Data_ordine =
|uso = Sede della [http://www.fondazionetrossiuberti.org Fondazione d'Arte Trossi-Uberti]
|Data_primo_volo = ottobre [[1936]]
|ingegnere = Giorgio Gori<ref name="Magonzi">{{cita|Magonzi|p. 65|mag}}</ref>
|Data_entrata_in_servizio = [[1938]]
|committente = Luisa Carlotta Coventry marchesa Santisalia
|Data_ritiro_dal_servizio =
|Utilizzatore_principale = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regia Aeronautica]]
|Altri_utilizzatori =
|Esemplari = 149
|Costo_unitario =
|Sviluppato_dal =
|Altre_varianti =
|Tavole_prospettiche =
|Lunghezza = 10,79 [[metro|m]]
|Apertura_alare = 15,60 m
|Larghezza =
|Diametro_fusoliera =
|Freccia_alare =
|Altezza = 3,00 m
|Superficie_alare = 33,34 [[metro quadrato|m²]]
|Carico_alare =
|Efficienza =
|Allungamento_alare =
|Peso_a_vuoto = 4&nbsp;650 [[chilogrammo|kg]]
|Peso_carico = 6&nbsp;750 kg
|Peso_max_al_decollo = problematico, mai definito
|Passeggeri =
|Capacità =
|Capacità_combustibile =
|Motore = 2 [[Piaggio P.XI|Piaggio P.XI RC.40]]
|Potenza = 1&nbsp;000 [[cavallo vapore|CV]] (735 [[chilowatt|kW]]) ciascuno
|Spinta =
|Velocità_max = 490 [[chilometro orario|km/h]]
|VNE =
|Velocità_crociera =
|Velocità_salita =
|Decollo =
|Atterraggio =
|Autonomia = 1&nbsp;640 [[chilometro|km]]
|Raggio_azione =
|Tangenza = 8&nbsp;000 m
|Mitragliatrici = 3 [[Mitragliatrice Breda-SAFAT|Breda-SAFAT]] da 12,7 mm<br />1 Breda-SAFAT da 7,7 mm dorsale
|Cannoni =
|Bombe = fino a 1&nbsp;000 [[chilogrammo|kg]] all'interno della [[fusoliera]]
|Missili =
|Piloni =
|Impieghi_sperimentali =
|Record =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note = Nel 1942 venne allestita la versione modificata '''Ba.88M'''
|Ref = i dati sono estratti da ''Guida agli Aeroplani d'Italia dalle origini ad oggi''<ref>{{Cita|Apostolo 1981|p. 195|Apostolo}}.</ref>
}}
Il '''Breda Ba.88''' "Lince" era un [[aereo da attacco al suolo|assaltatore]] bimotore prodotto dall'azienda [[italia]]na [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Società Italiana Ernesto Breda]] ed impiegato durante la [[seconda guerra mondiale]] dalla [[Regia Aeronautica]]. Dopo il suo esordio nel [[1937]], questo aereo stabilì diversi primati mondiali di velocità <ref name = "Angelucci and Matricardi p. 201">{{Cita|Angelucci e Matricardi 1978|p. 201|Angelucci}}.</ref>, mentre la sua linea estremamente aerodinamica e il carrello retrattile lo facevano apparire molto avanzato per i suoi tempi.
Ma quando venne installato l'armamento, l'aumento di peso provocò gravi problemi di stabilità. Le prestazioni scadettero a tal punto che il "Lince" ben presto non poté essere più utilizzato in combattimento. Il Breda fu quindi impiegato come “aereo civetta” ai lati degli aeroporti, per ingannare i ricognitori nemici.<ref name="Angelucci and Matricardi p. 201"/> Il Ba.88 ha rappresentato, forse, il più vistoso fallimento tra tutti gli aerei italiani della seconda guerra mondiale.<ref name = "Mondey p.28">{{Cita|Mondey 1996|p. 28|Mondey}}.</ref>
 
'''Villa Trossi Uberti''', nota anche come '''Villa Trossi''', è una villa situata a [[Livorno]], in via Giuseppe Ravizza, nel quartiere di [[Ardenza]].
== Storia del progetto ==
Il periodo interbellico vide, in Italia, il crescente entusiasmo legato alle imprese aeree, come le Crociere transoceaniche e il conseguimento di vari primati mondiali, che indirettamente davano lustro al regime fascista andato al governo dai primi anni venti. L'apporto allo sviluppo dell'aviazione italiana dato da [[Italo Balbo]] si concretizzo in una serie di sviluppi di velivoli inizialmente destinati al mercato civile che venivano ottimizzati in aerei da primato come i [[Savoia-Marchetti S.M.79]], [[CANT Z.501]] e [[CANT Z.506]], trasformati in seguito in versioni militari.<ref name = "Stocchetti">Breda 88 in ''Ali e uomini''.</ref>
 
È attualmente sede della [http://www.fondazionetrossiuberti.org/ Fondazione d'Arte Trossi-Uberti].
In quest'ambito venne concepito il Ba.88 che però, al contrario dei citati predecessori, risultò una conversione bellica dai risultati estremamente infelici.<ref name="Mondey p.28"/><ref name="Stocchetti"/>
 
=== SviluppoStoria ===
Progettato dagli ingegneri [[Giuseppe Panzeri]] e [[Antonio Parano]], il Breda Ba.88 derivava dal precedente [[Aereo da caccia|caccia]]/[[Aereo da ricognizione|ricognitore]] monomotore [[Breda Ba.75]], del quale riprendeva l'impostazione generale della fusoliera, la pianta alare e i piani di coda. Come il predecessore, il Ba.88 era caratterizzato da una particolare struttura mista della fusoliera e delle ali, composta da un traliccio interno di tubi d'acciaio saldati, simile a quello usato negli aerei con copertura in tela, ricoperto da un moderno [[rivestimento lavorante]] in [[leghe di alluminio|lega leggera]], rinforzato a sua volta da cerchi avvolgenti collegati da listelli longitudinali.
 
=== '''Costruzione della villa''' ===
Il [[prototipo]], matricola militare MM.302, viene portato in volo per la prima volta, ai comandi del [[pilota collaudatore]] dell'azienda [[Furio Niclot Doglio|Furio Niclot]], nell'ottobre 1936. Nella sua prima configurazione, il velivolo presenta un [[impennaggio]] mono[[deriva (aeronautica)|deriva]] ed è equipaggiato con una coppia di [[motore aeronautico|motori]] [[motore radiale|radiali]] [[Isotta Fraschini K.14]] da 900&nbsp;CV (662&nbsp;kW).<ref name = "Brotzu p.23">{{Cita|Brotzu, Caso e Cosolo 1973|p. 23|Brotzu}}.</ref>
La villa venne fatta edificare nel 1889 da Luisa Carlotta Coventry marchesa Santisalia.
 
Le informazioni principali riguardo alla storia della villa sono rintracciabili nell'atto di compravendita, datato 31 agosto 1918, relativo al passaggio della proprietà ai Trossi:{{Citazione|…che con atto 28 ottobre 1888 la sig.ra Coventry Luisa Carlotta marchesa Santisalia, acquistava dai sigg. avv Dario Cassuto e di lui sorella Marietta nei Disegni un appezzamento di terreno fabbricativo di mq.3252 <br /> ai quali venditori era pervenuto per successione del padre sig. Salomone Cassuto che lo aveva acquistato con atto 17 novembre 1870 dalla Società dei Casini e Bagni di Mare di Ardenza. <br />
Nel [[1937]] il Ba.88 riesce a conquistare, sempre con Niclot ai comandi, alcuni primati mondiali di velocità. Nell'aprile di quell'anno raggiunge la velocità media di 517&nbsp;km/h su un circuito di 100&nbsp;km e di 475&nbsp;km/h sui 1&nbsp;000&nbsp;km, quindi, in dicembre, nonostante il carico di 1&nbsp;000&nbsp;kg i valori vengono migliorati rispettivamente a 554 ed a 524&nbsp;km/h.<ref name="Brotzu p.23" />
Nell’aprile del 1889 la marchesa ampliò quelle proprietà con altri due appezzamenti di terreno acquistandoli dal nobile sig. Paolo Michon, che succesivamente la sig.ra Coventry fece edificare in quel terreno una villa composta di un fabbricato di tre piani e in seguito vi aggiunse una casa per il custode ed altri comodi…|Atto compravendita del 31/8/1918 registrato a Livorno dal Notaio Ugo Capuis e attualmente conservato presso archivio notarile di Via Diaz, 7 Livorno}}
 
La costruzione della villa si inseriva nel periodo, collocabile tra la seconda metà dell'[[Ottocento]] e i primi anni del [[Novecento]], in cui il [[Lungomare di Livorno|lungomare]] a sud del centro di [[Livorno]] conobbe un fiorente sviluppo urbanistico. Responsabile di questo sviluppo fu la forte attrazione che il lungomare labronico esercitava su molte famiglie benestanti livornesi, italiane e straniere.<ref name="Magonzi">{{cita|Magonzi|p. 65|mag}}</ref>
Il concorso indetto dallo lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica, nel gennaio 1936, per un nuovo [[Aereo da caccia|caccia pesante]]/[[bombardiere|bombardiere leggero]] plurimotore, che vide finalisti il Breda Ba.88 ed il [[Fiat C.R.25]], prevedeva requisiti molto stringenti. Era richiesta una velocità di 470 [[chilometro orario|km/h]] con i motori al 70% della potenza (corrispondenti a 530&nbsp;km/h di velocità massima), armamento interno costituito da 4 mitragliatrici da 12,7&nbsp;mm, oppure due cannoni da 20&nbsp;mm e due mitragliatrici da 12,7&nbsp;mm, possibilità di decollo e sostentamento in volo con uno dei motori in avaria, salita a 6&nbsp;000&nbsp;m di quota in 9 minuti, autonomia di 2&nbsp;000&nbsp;km e possibilità di sopportare accelerazioni di 12 [[accelerazione di gravità|g]].
 
Nel 1918 la villa venne venduta da Carlo Santisalia, figlio della marchesa Luisa, a Carlo Trossi.
I requisiti, in effetti, erano troppo stringenti (la sola velocità massima richiesta superava quella di qualsiasi aereo militare non solo esistente, ma anche solo annunciato fino a quel momento), sostanzialmente impossibili da rispettare con la tecnologia contemporanea, così da costringere i progettisti a decidere su quali dei requisiti richiesti concentrarsi e quali ignorare, cosa che, a posteriori, nel caso del Ba.88, si rivelò un errore fatale.
 
=== '''La famiglia Trossi''' ===
La struttura del Ba.88, paragonabile a quella di due aerei uno dentro l'altro, pur avendo il vantaggio di un innegabile robustezza, portava a diversi svantaggi, tra cui il peso eccessivo, lunghi tempi di costruzione, impossibilità di installare il carico di caduta in fusoliera (occupata dal traliccio d'acciaio) nonostante l'importante sezione (e conseguente resistenza aerodinamica) della stessa, e conseguente necessità di installare l'eventuale carico di bombe in un'installazione semicarenata a ridosso della fusoliera, ulteriormente peggiorativa dell'aerodinamica dell'aereo.
{{citazione|D’azzurro, alla fascia d’argento, caricata da una stella del campo, posta tra un volo di nero, accompagnata in punta da due tralci di vite, fogliati e fruttati d’oro, decussati e ridecussati, posti in palo. <br />
Ancora più penalizzante fu la scelta dei progettisti di adempiere pienamente al requisito (eccessivo) di robustezza strutturale, che ebbe l'effetto di appesantire ulteriormente la struttura. Quando il prototipo MM 302, privo di molte dotazioni belliche, fece registrare un peso a vuoto di 3&nbsp;980&nbsp;kg al posto dei 3&nbsp;000&nbsp;kg previsti, il destino dell'aereo poteva dirsi segnato. Il peso della struttura aveva preso il posto del normale carico bellico che, da quel momento, avrebbe potuto essere trasportato solo come sovraccarico.
Motto: Audendo proficit|[[Vittorio Spreti]], ''Enclopedia storico-nobiliare italiana''<ref name="spre">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 196, cfr. p. 55 sul Giuliano e Vianelli|giu}}.</ref>, ([[1932]]), descrizione dell'arma Trossi e del motto familiare}}
 
I Trossi erano una nobile famiglia di origini [[Piemonte|piemontesi]]. Carlo, nato a [[Torino]] e residente a [[Biella]], era un imprenditore del settore della pettinatura della lana. Gestiva la "Pettinatura Italiana Ltd", società di famiglia con stabilimento a [[Vigliano Biellese]].<ref name=":0">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 63|giu|cid=}}</ref>
Per fugare i dubbi della Regia Aeronautica sulla validità dell'aereo, il prototipo, biposto, con [[impennaggio|impennaggio monoderiva]], dotato di motori [[Isotta Fraschini K.14]] da 900 [[Cavallo vapore|CV]], venne utilizzato dal collaudatore [[Furio Niclot Doglio|Furio Niclot]] per conquistare, nell'aprile del [[1937]], i primati di velocità sui 100&nbsp;km in circuito chiuso (distanza breve, che consentiva di ridurre quasi a zero il carico di benzina, tenendo quindi l'aereo leggero), a vuoto (518&nbsp;km/h) e con 1&nbsp;000&nbsp;kg di carico (476&nbsp;km/h). Nel dicembre dello stesso anno, il prototipo, rimotorizzato con i definitivi motori [[Piaggio P.XI|Piaggio P.XI RC.40]] da 1&nbsp;000 [[cavallo vapore|CV]] (735 [[chilowatt|kW]]) ciascuno e con [[impennaggio|impennaggio bideriva]], migliorò i due record, portandoli a 554&nbsp;km/h e 524&nbsp;km/h rispettivamente.
[[Immagine:Breda Ba88 3.jpg|thumb|left|Pilota e abitacolo del Breda 88 in volo]]
[[Immagine:Breda Ba88 4.jpg|thumb|left|Visuale dalla mitragliatrice dorsale]]
Questi risultati fecero ben sperare nell'impiego come caccia pesante e assaltatore veloce: l'aereo venne così dotato di tre mitragliatrici fisse sul muso ed una dorsale brandeggiabile. La coda sdoppiata venne adottata per consentire all'arma dorsale di sparare anche linearmente nel settore di coda, con l'alzo limitato da una barra sagomata su cui poggiava la canna per evitare di colpire le derive e i [[piano di coda|piani di coda]].
Proprio questa modifica fu però fonte di altri problemi. Ad alta velocità infatti le derive entravano nella scia aerodinamica delle grandi gondole motrici, con l'effetto di ridurre ulteriormente la già scarsa maneggevolezza dell'aereo.
 
Non vi sono elementi certi per determinare i motivi che spinsero i Trossi a spostarsi a Livorno. Tuttavia, è ragionevole correlare il loro trasferimento al già menzionato fascino turistico della città labronica, nota per il suo clima mite e per la sua ricchezza di attrattive mondane.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 55|giu}}</ref><ref name="Magonzi" />
A conti fatti, il Ba.88, una volta completato l'allestimento bellico non superava i 490&nbsp;km/h di velocità massima, mostrava intrinseci problemi aerodinamici ed un eccessivo [[carico alare]].
Nella configurazione militare proseguirono i voli di collaudo, durante i quali l'aereo incassò una lunga serie di valutazioni negative da parte dei collaudatori della Regia Aeronautica, in particolare il Tenente Colonnello Lippi precisò nelle sue osservazioni: {{Citazione|Nelle manovre di volo più o meno ardite la precisione di esse e la tranquillità nella condotta del velivolo risentono dei difetti precisati, tanto da dare al pilota, in alcuni assetti, la sensazione di non dominare la macchina.}} Durante uno dei voli di collaudo perse la vita il Maggiore Borgogno: il suo aereo entrò in vite piatta e, nel tentativo di lanciarsi, i cavi del paracadute vennero tranciati dall'ala.
 
La storia della famiglia Trossi si distingue per il frequente intervento in favore dei territori a loro più vicini. Carlo Trossi contribuì alla costruzione della scuola e dell'asilo di [[Gaglianico]], mentre a Biella realizzò il padiglione ospedaliero "Felice Trossi", intitolato al figlio scomparso a causa di un incidente stradale.
A fronte di questi "risultati" la Regia Aeronautica sospese le commesse dell'aereo. Queste vennero riprese, per decisione politica, solo nell'aprile del [[1939]], per non lasciare inoperose le linee produttive della Breda e della consociata [[IMAM]] (difficile immaginare motivo peggiore per selezionare un aereo militare).
 
Anche il figlio Felice fu responsabile di alcune opere di beneficenza: oltre a bonificare alcune aree dell'[[Agro romano|Agro Romano]] e del biellese, fece edificare un gruppo residenziale, denominato villaggio "Trossi", destinato ai lavoratori della fabbrica di famiglia.
Fu il preludio della sfortunata carriera di un aereo che rimase nonostante tutto interessante. In un libro pubblicato nel 1942, il comandante inglese P.F.M. Fellowes addirittura lo descrisse come {{Citazione|il miglior apparecchio da caccia di cui dispongano gli Italiani.}}
 
'''Il testamento di Corinna Trossi e il lascito al Comune di Livorno'''
Si può riscontrare però in questa frase un profondo disprezzo per la Regia Aeronautica, nel periodo in cui i [[Fiat G.55]], i [[Reggiane Re.2005]] ed i [[Macchi M.C.205]] (i modernissimi Caccia "Serie 5") erano solo in fase di sviluppo o stavano terminando i collaudi.
 
Nel 1927 la proprietà della villa passò a Corinna Trossi<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 13|giu}}</ref>, sposata con l'imprenditore di origini biellesi Dino Uberti. Sia Corinna che il marito coltivavano un grande interesse per l'arte<ref name=":0" /><ref>{{Cita|Sito della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|3=cor}}</ref>, che li portò a conservare nella villa opere di artisti di rilievo, alcune su loro commissione.
== Impiego operativo ==
Nel giugno 1940 erano operativi due gruppi, per un totale di 74 Ba.88, e già il 16 giugno partirono dalla Sardegna contro obiettivi terrestri in Corsica: attaccarono le basi di [[Porto-Vecchio]], [[Bonifacio (Francia)|Bonifacio]], [[Ghisonaccia]] e [[Travo (Francia)|Travo]], vicino a [[Ventiseri]], ripetendo più volte l'azione, ma cominciando a mostrare notevoli limiti nell'impiego bellico.
 
Dino Uberti, nato a Biella nel 1885, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano (presso la galleria Scopinich), Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel Dicembre del 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.<ref name=":0" /> I quotidiani locali espresso giudizi molto positive sulle opere di Uberti.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 63|giu}}</ref>
Ancora più difficile è l'esperienza del [[7º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre]], che con 32 Ba.88 venne inviato in Libia. Con i filtri anti-sabbia che riducono nettamente la potenza del motore, il rifornimento completo di carburante, 1&nbsp;500 munizioni e 250&nbsp;kg di bombe, alcuni apparecchi non riuscirono neanche a decollare o a guadagnare quota e velocità sufficienti per virare. Le prestazioni effettivamente ottenute sono riportate dai documenti redatti a suo tempo dal personale della [[Regia Aeronautica]]: salita a non più di 2 [[metri al secondo|m/s]] e 190&nbsp;km/h, velocità orizzontale di appena 250&nbsp;km/h.
 
Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di donare al Comune di Livorno, attraverso testamento, la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e un lascito economico affinché il Comune istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.<ref name="Magonzi" /><ref name=":1" />
Si cercò di alleggerirlo il più possibile, limitando il carburante, togliendo la mitragliatrice dorsale e di conseguenza il secondo membro dell'equipaggio, ma la situazione non migliorò di molto. Un Ba.88 venne abbattuto da fuoco amico, non essendo i mitraglieri della contraerea abituati a vederlo in volo.
Compirono così solo voli di intercettazione e ricognizione prima di rientrare in Italia alla fine del 1940. La produzione continuò comunque per tutto il 1939 dalla Breda e dall'[[IMAM]].
 
Il Comune di Livorno nel 1959 ricevette il lascito e istituì la ''Fondazione culturale d'arte Trossi-Uberti''.<ref name=":1">{{Cita|Magonzi|p. 68|mag}}</ref>
Entro la metà del novembre 1940, la maggior parte dei Ba.88 sopravvissuti - tra cui alcuni degli esemplari rientrati dall'Africa - erano stati spogliati di tutto l'equipaggiamento utile e erano stati sparsi attorno agli aeroporti operativi come aerei-civetta per gli aeroplani d'attacco britannici. Durante questo periodo, tuttavia, ulteriori quantitativi di Ba.88 furono consegnati, comprese 19 macchine costruite dalla Breda e 48 dalla IMAM (Meridionali). Ma la maggior parte di loro finì direttamente in demolizione per il recupero del materiale strategico.<ref name = "Mondey p.27">{{Cita|Mondey 1996|p. 27|Mondey}}.</ref>
 
== Descrizione ==
Tre Ba.88 vennero modificati dall'[[Agusta]] nel 1942 come aerei da attacco al suolo. L'apertura alare venne aumentata di 2 metri per alleviare i problemi di eccessivo carico alare, i motori vennero sostituiti con [[Fiat A.74|Fiat A.74 RC.38]], l'armamento sul muso portato a quattro 12,7&nbsp;mm, e furono installati freni di picchiata. Denominati Ba.88M, questi esemplari vennero consegnati al 103º Gruppo Autonomo Tuffatori a Lonate Pozzolo, il 7 settembre 1943, il giorno precedente l'armistizio. Furono sottoposti a test di volo da piloti della [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]], ma questa fu l'ultima occasione in cui si sentì parlare dei Breda Ba.88.<ref name="Mondey p.28" />
Villa Trossi Uberti è circondata da un parco a perimetro rettangolare, delimitato da un alto muro di recinzione.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 11|giu}}</ref>
 
L'accesso alla villa è garantito da due ingressi distinti: quello principale a ovest su via Ravizza (già via della Palazzetta Comunale) e quello secondario a est su via Pastrengo. L'ingresso principale dell'edificio presenta una particolarità architettonica: il progettista, attraverso l’utilizzo di un numero dispari di [[Colonna|colonne]] di [[ordine dorico]], ha suddiviso il [[portico]] in due [[Campata|campate]] di egual dimensione, realizzando quindi due ingressi di pari rilievo.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 14|giu}}</ref>
Vennero prodotti in totale 149 esemplari. Il Ba.88 fu certamente la maggiore delusione dell'industria aeronautica italiana. Il carico alare era elevato e la potenza installata insufficiente, ma confrontando i relativi valori con una macchina simile, il [[Messerschmitt Bf 110|Bf 110]], non si nota una grandissima differenza. Così, resta piuttosto difficile capire il totale fallimento di questo aereo, che evidentemente era assai difettoso già come progettazione di base da non essere né soddisfacente né migliorabile nemmeno con la riprogettazione allo standard '''M'''.
 
Entrando nella villa, al piano terra si nota un [[portale]] di importanti dimensioni che mette in comunicazione il salone principale e lo spazio contiguo a destra, evidenziando la concezione del progettista di considerare i due ambienti come un unico spazio.<ref name=":2">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 15|giu}}</ref> Sul lato sinistro si può osservare invece l’ultima stanza della villa in cui sono state mantenute le decorazioni della [[Volta (architettura)|volta]] a carrozza, ornata da motivi allegorici e grotteschi: tutte le altre stanze hanno perso le decorazioni in seguito agli interventi di restauro messi in atto dopo la Seconda Guerra Mondiale.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 16|giu}}</ref> L'ambiente centrale del piano terra è occupato dallo [[scalone]] in marmo, che collega il piano terra a quello superiore ("piano nobile").
== Versioni ==
 
;Ba.88
Di particolare rilievo è la disposizione che il progettista ha scelto per porte e finestre. Osservando la facciata posteriore (a est), si notano al piano terra due piccoli portoni di servizio che affiancano il portone di accesso secondario della villa: uno porta alla cucina, mentre l'altro funge da collegamento diretto verso il vano scala che conduce al secondo piano. Al primo piano, due finestre sormontate da [[Timpano (architettura)|timpani]] curvilinei sono collocate lateralmente rispetto a un infisso ad [[arco a tutto sesto]], realizzato in vetro piombato. Parte della vetrata dell'infisso è costituita da due [[Medaglione (architettura)|medaglioni]] raffiguranti due [[Veliero|velieri]]. Sempre in riferimento al primo piano, osservando le facciate laterali si notano tre finestre collocate sulla [[fascia marcapiano]], distinte da timpani di tipologia differente: curvilinei ai lati, triangolare al centro. Il secondo piano si caratterizza per una successione di piccole finestre quadrate sulle facciate, interrotta solamente da un'ampia portafinestra ad [[arco ribassato]].<ref name=":2" />
:versione da caccia e da assalto.
 
;Ba.88M
'''Modularità'''
:versione modificata, con ala allungata di oltre 2 m, nuova motorizzazione [[Fiat A.74]] e quattro mitragliatrici calibro 12,7 mm collocate nella parte anteriore della fusoliera.<ref name="Stocchetti"/>
 
;Ba.88 bicomando
La modularità è un elemento ricorrente nella struttura della villa Trossi Uberti.
:versione biposto da addestramento, caratterizzata da una postazione rialzata per l'istruttore e realizzata in 8 esemplari.<ref name="Stocchetti"/>
 
Anzitutto, il modulo quadrato è l'elemento chiave che costituisce la planimetria: riproposto continuamente dal progettista, suddivide in modo analogo gli spazi di piano terra e primo piano, oltre a caratterizzare le due campate del portico.<ref name=":2" /> Da notare inoltre la modularità di pianta e prospetto: così come il portico emerge dalla pianta dell'edificio, la torretta a pianta quadrata si erge dal prospetto.<ref>{{Cita|Giuliano e Vianelli|pp. 18-19|giu}}</ref>
 
'''Materiali e decorazioni'''<br />Il materiale principale con cui è stata costruita la villa è la [[pietra panchina]] (diffusa nella zona livornese) mista a un tritume di gusci di conchiglie, trattata con intonaco.<ref name=":3">{{Cita|Giuliano e Vianelli|p. 19|giu}}</ref>
 
Il [[marmo]], invece, è utilizzato nei ricorrenti caminetti (al piano terra ne sono collocati due: uno realizzato in marmo rosa e uno in marmo nero<ref name=":2" />) e per il pavimento in [[Palladianesimo|palladiana]], costituito da un [[mosaico]] in graniglia di marmo.
 
Il basamento della villa e la seguente fascia marcapiano sono entrambi realizzati in finto [[bugnato]].
 
'''Parco'''[[File:Scorcio del giardino della Villa Trossi-Uberti.jpg|sinistra|miniatura|Scorcio del giardino della villa]][[File:La Fontana di Valmore Gemignani nella Villa Trossi Uberti.jpg|miniatura|292x292px|La fontana di Valmore Gemignani]]Il parco, di stile romantico ottocentesco, è attraversato nella sua estensione da viali curvilinei, contornati dalla presenza di [[Quercus ilex|lecci]]. Alcuni di questi viali ospitano dei busti che ritraggono personaggi di rilievo della storia cittadina, come Rosa e [[Vincenzo Malenchini]].<ref name=":3" />
Il visitatore che entra dall'ingresso principale del parco trova di fronte a sé una [[fontana]], realizzata dallo scultore carrarese [[Valmore Gemignani]].<ref>{{Cita|Magonzi|p. 67|mag}}</ref> Un robusto [[Basamento (architettura)|basamento]] di [[travertino]] sostiene il gruppo scultoreo in bronzo, raffigurante una scena a carattere faunesco: due [[Satiro|satiri]] reggono insieme un pesce, dal quale sgorga lo zampillo d'acqua della fontana. Il tema binario evocato dalla coppia dei satiri risponde perfettamente alla suddivisione in due campate del portico della villa. L'elemento marino suggerito dal pesce viene inoltre riproposto nella pavimentazione della vasca: le [[Mosaico|tessere colorate]] disposte sul fondo raffigurano alcuni delfini.{{clear|left}}La porzione nord del parco è dedicata all'orto e alla casa del custode.<ref name=":3" />
<br />
== La Fondazione ==
Nel 1959 il Comune di Livorno, ricevuto il lascito di Corinna Trossi, istituisce la Fondazione d'Arte Trossi-Uberti e la Libera Accademia di Belle Arti a essa collegata. La fondazione viene riconosciuta come personalità giuridica nello stesso anno, attraverso decreto di emanazione della Presidenza della Repubblica Italiana<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/atto/vediMenuHTML?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1959-11-20&atto.codiceRedazionale=059U0959&tipoSerie=serie_generale&tipoVigenza=originario|titolo=Riconoscimento della personalita' giuridica della fondazione
"Trossi-Uberti" di Livorno (GU n.280 del 20-11-1959)|accesso=18 maggio 2019}}</ref>.
 
L'accademia entra a pieno regime nel novembre del 1961, sotto la presidenza del ragioner Ercole Borra, esecutore testamentario della stessa Corinna Trossi.
 
Per quanto riguarda la demoninazione dell'accademia, venne chiamata ''Libera'' poich
 
== Note ==
;Fonti
<references />
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognomeautore1=AngelucciLaura Giuliano|nomeautore2=Enzo|coautori=PaoloDaniela MatricardiVianelli|titolo=GuidaVilla agliTrossi AeroplaniUberti ditra tuttoarte, ilcultura Mondoe (Vol.3)storia|anno=1998|editore=ArnoldoItinera Mondadoriscrl Editoreprogetti e richerche|città=Milano|anno=1976|volume=Vol. 3|pagine=201Livorno|cid=Angelucci 1976giu}}
* {{cita pubblicazione |autore=|nome=Gianfranco |cognome=Magonzi |titolo=Villa Trossi e la Fondazione Trossi-Uberti |rivista=CN – Comune Notizie. Rivista del Comune di Livorno |editore=Comune di Livorno |città=Livorno |volume=|numero=88 n.s. |anno=2014 |mese=ottobre-dicembre |pp=65-72 |url=http://www.comune.livorno.it/_livo/uploads/2015_01_21_10_55_46.pdf |cid=mag|accesso=13 maggio 2019}}
*{{cita libro|cognome=Angelucci|nome=Enzo|coautori=Paolo Matricardi|titolo=World Aircraft: World War II (Sampson Low Guides)|editore=Sampson Low|città=Maidenhead, UK|anno=1978|volume=Volume I|lingua=inglese|cid=Angelucci 1978}}
*{{Cita web|url=http://www.fondazionetrossiuberti.org/corinna-trossi/|titolo=Corinna Trossi - Fondazione d'Arte Trossi-Uberti|cid=cor}}
*{{cita libro|cognome=Apostolo|nome=Giorgio|titolo=Guida agli Aeroplani d'Italia dalle origini ad oggi|editore=Arnoldo Mondadori Editore|città=Milano|anno=1981|cid=Apostolo}}
 
*{{cita libro|cognome=Boroli|nome=Achille|coautori=Adolfo Boroli|titolo=L'Aviazione|editore=Istituto Geografico De Agostini|città=Novara|anno=1983|volume=Vol. 4|pagine=88|cid=Boroli}}
== Voci correlate ==
*{{cita libro|cognome=Brotzu|nome=Emilio|coautori=Michele Caso; Gherardo Cosolo (a cura di)|anno=1973|titolo=Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.1, Caccia-Assalto|editore=Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri|città=Roma|pp=21-26|cid=Brotzu}}
*[[Ville di Livorno]]
*{{cita libro|cognome=Mondey|nome=David|titolo=The Hamlyn Concise Guide to Axis Aircraft of World War II|editore=Bounty Books|città=London|anno=2006|lingua=inglese|isbn=0-7537-1460-4|cid=Mondey}}
*[[Ardenza]]
*{{cita libro|cognome=Pagliano|nome=Franco|titolo=Storia di 10 mila aeroplani|editore=Edizioni Europee|città=|anno=1947|isbn=no|cid=Pagliano}}
*[[Lungomare di Livorno]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto
|commons=Category:BredaDoge's Ba.88Palace (Venice)}}
{{VoceLibro|Sestopedia - Aerei Breda}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.fondazionetrossiuberti.org|Fondazione d'Arte Trossi-Uberti - sito ufficiale}}
*{{cita web|autore=Maksim Starostin|url=http://www.aviastar.org/air/italy/breda-88.php|titolo=Breda Ba.88 Lince|lingua=en|accesso=9 settembre 2008|editore=http://www.aviastar.org/index2.html|sito=Virtual Aircraft Museum}}
{{Portale|architettura|musei|Venezia}}
*{{cita web|autore=Roberto "Galland" Stocchetti|url=http://www.alieuomini.it/catalogo/dettaglio_catalogo/breda_,34.html|titolo=Breda 88|accesso=31 maggio 2010|editore=http://www.alieuomini.it//homepage|sito=Ali e uomini|data=}}
*{{cita web|url=http://www.ilvolo.net/scat_aer_ita_breda88.htm|titolo=Breda 88 "Lince"|accesso=9 settembre 2008|editore=http://www.ilvolo.net}}
*{{cita web|url=http://www.pilotfriend.com/photo_albums/timeline/ww2/Breda%20Ba.88%20RC.40%20Lince.htm|titolo=Breda Ba.88 RC.40 Lince|lingua=en|accesso=9 settembre 2008|editore=http://www.pilotfriend.com}}
*{{cita web|url=http://www.airwar.ru/enc/bww2/ba88.html|titolo=Breda Ba.88|accesso=24 maggio 2010|lingua=ru|editore=http://www.airwar.ru|sito=Уголок неба}}
 
==Galleria d'immagini==
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Immagine:Breda Ba 88 in flight (1940).jpg
Immagine:Breda Ba88.jpg
Immagine:Breda_Ba88_8.jpg|Atterraggio di fortuna di un Ba.88
Immagine:Breda_Ba88_2.jpg|Momento di relax durante l'armamento del Breda 88
Immagine:Breda88.jpg|Un Breda 88 nel campo di aviazione di Lonate Pozzolo, presumibilmente la foto risale al primo periodo del conflitto quando l'apparecchio era in dotazione VII Gruppo. In seguito venne ritirato dal servizio per notevoli problematiche che ne compromettevona l'efficienza: nell'A.S.I. venne utilizzato come aereo civetta per ingannare l'avversario.
</gallery></div>
 
{{Breda}}
{{Portale|Aviazione|guerra}}
 
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[[Categoria:AereiPalazzi costruitidi dalSan gruppoMarco Breda(Venezia)|Ducale]]
[[Categoria:Palazzi ducali|Venezia]] -->