Storia della Società Sportiva Lazio e Cristo non si è fermato a Eboli: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
m Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta15)
 
Riga 1:
{{Film
{{P|toni altamente poco consoni per un'enciclopedia|società calcistiche|luglio 2012}}
|titolo italiano= Cristo non si è fermato a Eboli
{{F|società calcistiche italiane|data=febbraio 2010|commento=22 note sono troppo poche per una voce così estesa.}}
|lingua originale= <!--Italiano-->
{{Torna a|Società Sportiva Lazio}}
|paese= [[Italia]]
Questa pagina tratta la '''storia della Società Sportiva Lazio''' dal [[1900]] ai nostri giorni.
|anno uscita= [[1952]]
 
|tipo colore= B/N
== Le origini e i primi anni ==
|genere = Documentario
La Società Sportiva Lazio nasce a [[Roma]] il 9 gennaio [[1900]] come ''Società Podistica Lazio''; la fondazione avviene su una panchina di [[Piazza della Libertà (Roma)|Piazza della Libertà]],<ref>[http://www.sslazio1900.it/lazio_fondazione.asp 9 gennaio 1900: la fondazione]</ref> nel rione [[Prati (rione di Roma)|Prati]], ad opera di nove giovani atleti romani: [[Luigi Bigiarelli]], Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones, Enrico Venier.
|regista= [[Michele Gandin]]
 
|soggetto= [[Muzio Mazzocchi Alemanni]]
[[File:Targalazio.jpg|thumb|left|upright=1.3|La targa affissa in [[Piazza della Libertà (Roma)|Piazza della Libertà]] con i nomi dei fondatori dell'allora ''Società Podistica Lazio''.]]
|sceneggiatore= Michele Gandin, Muzio Mazzocchi Alemanni
 
|produttore= AICS UNLA
A loro ricordo nel [[2000]], in occasione del centenario del sodalizio biancoceleste, è stata affissa in Piazza della Libertà una targa con i loro nomi, voluta dall'allora presidente della Lazio [[Sergio Cragnotti]].
|fotografo= [[Giuseppe Rotunno]]
 
|montatore=
Successivamente alla sua fondazione, la società capitolina vede pian piano aumentare le discipline praticate dai suoi atleti ([[nuoto]], [[atletica leggera]] e [[Calcio (sport)|calcio]] furono le prime sezioni istituite), divenendo così a tutti gli effetti una [[Società polisportiva|polisportiva]], che nel corso dei decenni arriverà a diventare la più antica e grande d'Europa.<ref name="PolisportivaSSLaziolapiuanticaegrandedeuropa">{{Cita web|url=http://www.societasportivalazio.it/|titolo=Storia della Società Sportiva Lazio|editore=societasportivalazio.it|accesso=5 settembre 2015|data=9 gennaio 2016}}</ref>
|effetti speciali=
 
|musicista= [[Mario Nascimbene]]
Vengono scelti come colori sociali il [[bianco]] e il [[celeste (colore)|celeste]], in omaggio alla [[Grecia]], patria dei [[Giochi olimpici]], al cui spirito i padri della Lazio si ispirano; la fondazione avviene infatti tra la [[Giochi della I Olimpiade|I Olimpiade]] disputata ad [[Atene]] nel [[1896]], e la [[Giochi della II Olimpiade|II]], che si sarebbe tenuta a [[Parigi]] nell'estate del [[1900]]. Di conseguenza come simbolo viene scelta l'[[Aquila (araldica)|Aquila]] che, secondo la simbologia antica, rappresenta la figura di [[Zeus]], principale divinità del pantheon ellenico.
|cortometraggio= sì
 
In principio, il club si sarebbe dovuto chiamare ''Società Podistica Romana''.<ref>Fatto riportato da Luigi Bigiarelli nell'autobiografia "Mie memorie".</ref> Il nome ''Lazio'' è stato, di fatto, un'opzione di ripiego da parte dei fondatori per evitare problemi di omonimia con un'altra polisportiva, la [[Società Ginnastica Roma]] (fondata nel [[1890]]), già vincitrice, nel maggio del 1899, del Campionato di Calcio del Lazio disputatosi presso Villa Doria Pamphili. Un altro motivo per la scelta della ragione sociale fu la volontà esplicita del presidente Bigiarelli di andare "oltre" la città di Roma ed abbracciare l'intero territorio del Lazio, così da coinvolgere nelle attività della nuova società anche gli abitanti dell'intera [[Latium|regione storica laziale]].
 
<div style="float:right; font-size:75%; width:220px; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:10px;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|align=left|width=50%|border=1px|col1=#77BBFF|col2=white|col3=white|sfondo=|font-size=100%|titolo=15 maggio [[1902]] – Campo di Piazza d'Armi, [[Roma]]|contenuto=
 
<div align="center">'''{{simbolo|600px Bianco e Celeste con aquila.svg}} SP Lazio - Virtus CS {{simbolo|600px Bianco e Nero.svg}}'''
'''3 – 0'''</div>
 
<!----FORMAZIONE----->
<div style="position: relative;">
[[File:Soccer Field Transparant.svg|210px]]
{{Image label|x=0.35|y=0.13|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''[[Arturo Balestrieri|Balestrieri]]'''</span>}}
{{Image label|x=0.15|y=0.28|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Grifoni'''</span>}}
{{Image label|x=0.37|y=0.28|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''D'Amico'''</span>}}
{{Image label|x=0.63|y=0.28|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Grassi'''</span>}}
 
{{Image label|x=0.21|y=0.50|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Mariotti'''</span>}}
{{Image label|x=0.53|y=0.50|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Pellegrini'''</span>}}
 
{{Image label|x=0.26|y=0.73|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Ricci'''</span>}}
{{Image label|x=0.53|y=0.73|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Pollina'''</span>}}
 
{{Image label|x=0.09|y=0.85|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''[[Sante Ancherani|Ancherani]]'''</span>}}
{{Image label|x=0.41|y=0.86|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Masini'''</span>}}
{{Image label|x=0.68|y=0.85|scale=250|text=<span style="color:Black; font-size:1em">'''Golini'''</span>}}
</div>
 
'''Arbitro''': (sconosciuto)
 
'''Marcatori''': {{goal}} {{goal}} {{goal}} [[Sante Ancherani|Ancherani]]
}}
</div>
 
'''''Cristo non si è fermato a Eboli''''' è un [[film documentario|corto documentario]] del 1952 diretto da [[Michele Gandin]].
L'inizio dell'attività calcistica della Lazio avvenne nel pomeriggio del 6 gennaio [[1901]] (anche se la sezione dedicata venne ufficializzata solo nel gennaio [[1910]]),<ref name="crlazio">{{cita web|url=http://www.crlazio.info/wp/?page_id=1767|titolo=Storia del Comitato Regionale Lazio – capitolo II|editore=crlazio.info|accesso=18-06-2013}}</ref><ref name="crlazio2">{{cita web|url=http://www.crlazio.info/wp/?page_id=1747|titolo=Storia del Comitato Regionale Lazio – capitolo I|editore=crlazio.info|accesso=08-07-2013}}</ref><ref name="fontanelli">Fontanelli, Simoncini, ''I colori del calcio 1898-1929'', GEO Edizioni, pag. 28</ref> quando [[Bruto Seghettini]], già socio e giocatore del [[Racing Club de France Football|Racing Club di Parigi]] nonché fondatore dell'''Audace Club Podistico'' (ed in seguito del [[Club Sportivo Audace Roma]]), si presentò nella sede societaria in Via Valadier, 6.<ref>[http://www.polisportivasslazio.it/index.php/joomla-license/71-circolo-canottieri-lazio Polisportiva S.S. Lazio: sorge un astro biancoceleste]</ref> Avendo appreso dai soci laziali che il ''[[Calcio (sport)|football]]'' non era ancora praticato, decise di raccontare loro gli aneddoti delle origini, di insegnare le regole basilari di questo recente [[sport]] nato in [[Inghilterra]], ma soprattutto mostrò lo strumento con cui si praticava: una palla di corda annodata che rimbalzava ogni qual volta toccava terra.
 
== Trama ==
Gli sportivi biancocelesti furono subito entusiasti e cominciarono a far pratica sul campo di Piazza d'Armi, spesso causando anche problemi di ordine pubblico. La Lazio comunque proseguì negli allenamenti e Seghettini si vide ben presto superato in abilità, poiché gli aspiranti calciatori erano anche mezzofondisti, velocisti e marciatori.
Un maestro dell'[[Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo]] (UNLA) torna al suo paese, [[Savoia di Lucania]], dopo aver frequentato un corso di "Preparazione per l'Educazione degli Adulti" organizzato dall'Unione con il compito di istituire il Centro di Cultura Popolare. Attraverso la sua storia il documentario narra come i centri sorgano, come attraverso i corsi di istruzione e di cultura, la biblioteca, i laboratori e le iniziative di carattere civico, si sviluppino e come progressivamente, l'interesse della popolazione analfabeta e semianalfabeta si faccia sempre più vivo e profondo fino ad arrivare ad una vera elevazione del livello culturale e sociale dell'intera popolazione.
 
== Premi ==
Quell'undici era una squadra dal profilo internazionale, difatti facevano parte della formazione capitolina tre [[Argentina|argentini]] di origine italiana: i fratelli Cerruti (Pietro, Ernesto e Felice); completavano la rosa: [[Arturo Balestrieri|Balestrieri]], D'Amico, Grassi, Grifoni, [[Olindo Bitetti|Bitetti]], Mariotti, Pellegrini, [[Sante Ancherani|Ancherani]], De Mori, Golini, Masini, Pollina, Ricci.
''Gran Premio'' per il miglior film documentario alla IV Mostra internazionale del Film Documentario e del cortometraggio di Venezia.<ref>{{cita web|url=http://www.archiviosonoro.org/basilicata/archivio-sonoro-della-basilicata/fondo-museo-nazionale-delle-arti-e-delle-tradizioni-popolari/le-ricerche-visive-di-michele-gandin|titolo=Le ricerche visive di Michele Gandin|pubblicazione=Archivio Sonoro Basilicata|accesso=3 ottobre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304074431/http://www.archiviosonoro.org/basilicata/archivio-sonoro-della-basilicata/fondo-museo-nazionale-delle-arti-e-delle-tradizioni-popolari/le-ricerche-visive-di-michele-gandin|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
==Note==
[[File:Sante Ancherani 3.jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Sante Ancherani]], uno dei pionieri della sezione calcio della ''Società Podistica Lazio''.]]
 
Il primo torneo calcistico disputato in assoluto dalla Lazio si svolse il 27 gennaio [[1901]], in occasione dei ''Ludi Sportivi al Secolo Nascente'', e vide le ''Aquile'' contrapposte alle società ''Veloce Club Podistico'' e ''Forza e Coraggio''. Altri incontri avvennero contro i [[seminario|seminaristi]] [[Scozia|scozzesi]], che giocavano da tempo a [[Roma]], dai quali i calciatori della Lazio impararono ad occupare e controllare le zone del campo e passarsi la palla piuttosto che eccedere in individualismi, pur tenendo conto del fatto che i più bravi potessero risolvere la partita (era il caso del centrattacco Sante Ancherani, vera punta di diamante di quella squadra). Intanto il calcio attirava sempre più nuove leve e praticanti e, a partire dal novembre [[1901]], il club biancoceleste organizzò un'''Accademia del Football'' in collaborazione con la Forza e Coraggio, la [[Ginnastica Roma]] e lo Sporting Club.<ref name=autogenerato1>Pietro Straboni, ''Calcio Romanus Sum. Ricerca storica sui pionieri dell'antica Lazio ''. Edizioni EnneBi</ref>
 
La prima importante partita della storia biancoceleste, seppur non ufficiale, fu, però, quella giocata tra Lazio e [[C.S. Virtus]] il 15 maggio [[1902]]<ref>[http://www.sslaziofans.it/contenuto.php?idContenuto=26472 I derby della storia: 15 maggio 1902, Lazio-Virtus 3-0 raccontata dal mito Ancherani]</ref> in Piazza d'Armi, nelle vicinanze di Piazza Mazzini. Questo incontro, che alcune fonti affermano essere stato giocato il 15 maggio [[1904]],<ref name=autogenerato1 /> è da molti considerato impropriamente come il primo [[Derby di Roma|Derby della Capitale]]. La Virtus era nata proprio nel 1902, a seguito di una scissione interna alla Lazio, ed i suoi fondatori erano gli "ammutinati" Mesones, Monarchi, Venarucci e Zanchi. La partita finì 3-0 per i laziali con una tripletta di Ancherani. Il giorno seguente la cronaca del match venne riportata sui giornali locali. Successivamente il socio e calciatore [[svizzero]] [[Oscar Frey]] fece arrivare direttamente dalla [[Gran Bretagna]] i regolamenti ufficiali, indispensabili per una corretta pratica.
 
Nel [[1907]] venne organizzato un campionato romano ufficioso che la Lazio vinse battendo in finale ancora una volta la Virtus.<ref name="crlazio"/> Il 7 giugno dell'anno successivo la compagine biancoceleste sconfisse in un solo giorno [[Associazione Sportiva Lucchese Libertas 1905|Lucca FC]], [[SPES Livorno]] e [[Virtus Juventusque]], vincendo così il ''Campionato Interregionale Centro-sud'' e al contempo segnando un vero e proprio record.<ref>{{cita news|url=http://www.novegennaiomillenovecento.it/ricerche-storiche-1908-il-torneo-di-pisa/1|titolo=Ricerche Storiche: 1908: il Torneo di Pisa|editore=novegennaiomillenovecento.it|data=6 febbraio 2013|accesso=2 giugno 2016}}</ref> Almeno dal [[1908]] si affiliò alla [[FIGC|FIF]] (pur costituendo ufficialmente il suo settore calcistico due anni più tardi),<ref name="crlazio2"/><ref name="fontanelli"/><ref name="fif1908">Va fatto presente che, in tale data, oltre al club biancoceleste, altre polisportive elencate nel documento non risultano aver fondato ufficialmente settori calcistici: l'[[Associazione Calcio Voghera#Cronistoria|Unione Ginnastica Vogherese]] e la ''Società Ginnastica e Scherma'' di [[Novara]]</ref> Nel 1910 venne organizzato un campionato romano ufficiale di III Categoria<ref name="crlazio"/><ref name="fontanelli"/> e la Lazio lo vinse agevolmente con questi risultati: Lazio-[[Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo Roma|Fortitudo]] 11-0 e 4-1; Lazio-[[Roman Football Club|Roman]] 6-1 e 6-0; Lazio-[[Società Sportiva Juventus Roma|Juventus Roma]] entrambe le gare si sono concluse col punteggio di 2-0 per le ''Aquile''. La formazione biancoceleste vinse anche le edizioni del [[1911]] e [[1912]] dimostrando di essere chiaramente la squadra più forte e rappresentativa dell'''Urbe''.
 
''Classifiche Campionato Romano ufficiale di III Categoria 1910, 1911 e 1912:''<br />
{| table width=100%
| width=33% valign="top" |
'''Edizione 1910'''
{| border=2 cellspacing=0 cellpadding=2 style="border-collapse: collapse;" width=90%
|- bgcolor="FFFFFF"
! align=left| !! !!
|- bgcolor=#efefef
| '''1°'''||'''[[Società Sportiva Lazio|LAZIO]]''' || '''12'''
|- bgcolor=#efefef
| 2°||[[Roman Football Club|Roman]]|| 7
|- bgcolor=#efefef
| 3°||[[Società Sportiva Juventus Roma|Juventus RM]]|| 3
|- bgcolor=#efefef
| 4°||[[Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo Roma|Fortitudo RM]]|| 2
|}
| width=33% valign="top" |
'''Edizione 1911'''
{| border=2 cellspacing=0 cellpadding=2 style="border-collapse: collapse;" width=90%
|- bgcolor="FFFFFF"
! align=left| !! !!
|- bgcolor=#efefef
| '''1°'''||'''[[Società Sportiva Lazio|LAZIO]]'''|| '''8'''
|- bgcolor=#efefef
| 2°||[[Società Sportiva Juventus Roma|Juventus RM]]|| 4
|- bgcolor=#efefef
| 3°||[[Roman Football Club|Roman]]|| 0
|}
| width=33% valign="top" |
'''Edizione 1912'''
{| border=2 cellspacing=0 cellpadding=2 style="border-collapse: collapse;" width=90%
|- bgcolor="FFFFFF"
! align=left| !! !!
|- bgcolor=#efefef
| '''1°'''||'''[[Società Sportiva Lazio|LAZIO]]'''|| '''18'''
|- bgcolor=#efefef
| 2°||[[Club Sportivo Audace Roma|Audace RM]]|| 16
|- bgcolor=#efefef
| 3°||[[Società Sportiva Juventus Roma|Juventus RM]]|| 12
|- bgcolor=#efefef
| 4°||[[Roman Football Club|Roman]]|| 5
|- bgcolor=#efefef
| 4°||[[Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo Roma|Fortitudo RM]]|| 5
|- bgcolor=#efefef
| 6°||[[Società Sportiva Alba Roma|Alba RM]]|| 4
|}
|}
 
=== 1912-13: il primo campionato di massima serie ===
[[File:Finale 1913.jpg|thumb|right|upright=1.4|''La Stampa Sportiva'' presenta sulle sue pagine la ''finalissima'' nazionale del [[1913]].]]
 
Nella stagione [[Prima Categoria 1912-1913|1912-13]], dopo vari campionati di [[Terza Categoria]], la Lazio partecipò per la prima volta al campionato di [[Prima Categoria]]. La [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]], difatti, organizzò il primo vero campionato nazionale consentendo, per la prima volta, alle squadre del Centro-Sud di giocarsi il titolo di Campione d'[[Italia]] con le grandi squadre del Nord. La Lazio, naturalmente, venne inserita nel Girone laziale del Torneo del Sud Italia. Vinse senza difficoltà il girone eliminatorio e si qualificò alle finali del Torneo del Sud a cui partecipavano anche le vincenti del Girone toscano e del Girone campano. In semifinale affrontò la vincente del Girone toscano, la [[Virtus Juventusque]] di [[Livorno]]. Se ne sbarazzò battendola in entrambe le gare per 3-1 e 3-0 e si qualificò alla finale dove affrontò la vincente del Girone campano, il [[Naples Foot-Ball & Cricket Club|Naples]].
 
La Lazio ipotecò la vittoria del Torneo del Sud e la qualificazione alla ''[[finalissima]]'' per lo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'', vincendo per 2-1 in casa del Naples (reti di Coraggio e [[Marcello Consiglio|Consiglio]]). Bastò poi un pareggio a [[Roma]] per vincere il Torneo del Sud e a qualificarsi alla ''finalissima'' nazionale contro la fortissima [[Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio|Pro Vercelli]]; i ''Leoni Bianchi'' piemontesi erano però troppo forti per la Lazio che solo un anno prima militava in Terza Categoria, così nel match disputatosi a [[Genova]] il 1º giugno [[1913]] la compagine biancoceleste subì una pesante sconfitta per 6-0 dallo squadrone vercellese.
 
=== 1913-14: secondo primato consecutivo e record di vittorie ===
 
Nella stagione [[Prima Categoria 1913-1914|1913-1914]] la Lazio primeggiò nel Girone laziale vincendo tutte le partite e vinse anche le finali del Torneo del Sud battendo lo [[SPES Livorno]] in semifinale (1-0 e 3-0) e l'[[Unione Sportiva Internazionale Napoli|Internazionale Napoli]] in finale (1-0 e 8-0). In tal modo, oltre a conquistare il Torneo del Sud per la seconda volta consecutiva e a qualificarsi per la ''finalissima'', vinse ben 14 partite consecutive, record battuto dall'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] solo nel campionato [[Serie A 2006-2007|2006-07]].
 
=== 1914-15: il torneo sospeso per cause belliche ===
 
Nella stagione [[Prima Categoria 1914-1915|1914-15]] la Lazio giunse seconda nel Girone laziale dietro il [[Foot Ball Club di Roma|Roman]], qualificandosi alle finali del Torneo dell'Italia Centrale a cui partecipavano anche le prime due del Girone toscano, [[Pisa Calcio|Pisa]] e [[Associazione Sportiva Lucchese Libertas 1905|Lucca]]. Ancora una volta la formazione biancoceleste si dimostrò superiore alle altre compagini, ottenendo il primo posto in classifica grazie ai 10 punti totalizzati, guadagnando così l'accesso alla finale Centro-Sud. Tale incontrò, tuttavia, non fu disputato a causa del mancato completamento della semifinale del Torneo dell'Italia Meridionale tra [[Unione Sportiva Internazionale Napoli|Internazionale Napoli]] e [[Naples Foot-Ball Club|Naples]], la vincente delle quali avrebbe dovuto affrontare proprio le ''Aquile''. I risultati delle partite del 16 e del 23 maggio (Internazionale-Naples 3-0 e Naples-Internazionale 4-1) determinarono la necessità di spareggio, il quale però non venne mai disputato poiché il campionato venne sospeso in seguito all'entrata dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]].<ref>Cfr. i relativi articoli pubblicati su ''La Gazzetta dello Sport'' e ''Il Mattino'' del 17 maggio 1915, nonché su ''Il Mattino'' e il ''Corriere di Napoli'' del 24/25 maggio 1915.</ref>
 
Il titolo di campione d'Italia venne, pertanto, assegnato d'ufficio al [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]], in testa ad una sola giornata dal termine nel Girone finale dell'Italia Settentrionale; con una delibera emanata al termine della Grande Guerra, si assegnò la vittoria ai ''rossoblu'' non tenendo in considerazione il Torneo del Centro-Sud. Proprio in virtù di tale decisione, viene avviata nel dicembre del [[2015]] un'indagine della FIGC per valutare la possibilità di assegnare il titolo 1914-15 ''ex aequo'' a Lazio e [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]].<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Lazio/20-07-2016/lazio-campione-d-italia-1915-un-secolo-albo-d-oro-puo-cambiare-160422534599.shtml|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|titolo=Lazio Campione d'Italia 1915: dopo un secolo, l'albo d'oro può cambiare|data=20 luglio 2016}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.iltempo.it/sport/calcio/2016/07/20/ora-lo-scudetto-1914-15-e-piu-vicino-1.1560217|pubblicazione=[[Il Tempo]]|titolo=Ora lo scudetto 1914-15 è più vicino|data=20 luglio 2016}}</ref>
 
Furono molti i calciatori biancocelesti che partirono per il fronte, tra questi i fratelli Di Napoli (Vincenzo e Leonardo Luigi), Levi (Guido e Mario), Zoppi (Ezio ed Attilio) e Zucchi (Luigi ed Angelo), il centrocampista [[Augusto Faccani|Faccani]] e gli attaccanti Coraggio, [[Marcello Consiglio|Consiglio]] e Corelli I; durante la Grande Guerra è stato acclarato che furono ben 30 i caduti del sodalizio biancoceleste fra atleti, soci e dirigenti, e 13 i feriti in combattimento.<ref>{{cita libro|titolo=Dal Tevere al Piave 1915-1918 - Gli atleti della Lazio nella Grande Guerra|autore=F. Munno|autore2=F. Bellisario|editore=Eraclea|anno=2015}}</ref> Alcuni dei giocatori, al loro ritorno, decisero di abbandonare l'attività agonistica.
 
=== 1919-20: la ripresa delle attività sportive ===
Alla fine della "[[I Guerra Mondiale|Grande guerra]]" il campionato riprese, ma la Lazio fu indebolita dal conflitto mondiale, durante il quale persero la vita alcuni suoi campioni e quelli che invece riuscirono a tornare dal fronte si ritirarono dalla carriera agonistica; di conseguenza la squadra capitolina perse la supremazia nel Girone laziale e in quello meridionale. Nell'annata [[Prima Categoria 1919-1920|1919-20]], pur avendo calciatori di talento, tra cui un giovane [[Fulvio Bernardini]] (che allora giocava in porta), non riuscì neanche a qualificarsi alle semifinali del Torneo del Centro-Sud.
 
== Gli anni 1920 ==
=== 1920-1925 ===
[[File:Lazio 1922-23.jpg|thumb|upright=1.4|La formazione della Lazio [[Prima Divisione 1922-1923|1922-23]], per la terza volta finalista nazionale.]]
[[File:Ezio Sclavi.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Ezio Sclavi]], una delle storiche "bandiere" del club biancoceleste.]]
 
Nell'annata [[Prima Categoria 1920-1921|1920-21]] le sorti laziali furono migliori, difatti la formazione romana stavolta riuscì ad arrivare tra le prime due nel Girone laziale e a qualificarsi alle semifinali interregionali. Si trovò di fronte però il fortissimo [[Livorno Calcio|Livorno]], che l'anno prima aveva perso la ''[[finalissima|finalissima nazionale]]'' contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] solo per 3-2, e il [[Naples Foot-Ball & Cricket Club|Naples]]. Arrivò terza ed ultima in questo girone, venendo così eliminata.
 
Una curiosità: in seguito alla partita Naples-Lazio 4-2 il portiere laziale [[Fulvio Bernardini|Bernardini]], umiliato per le quattro reti subite, decise di cambiare ruolo e giocare in attacco. Saggia fu la sua decisione poiché negli anni successivi mise a segno molti gol diventando uno dei bomber più prolifici del campionato meridionale.
 
Nella stagione [[Prima Divisione 1921-1922|1921-22]] la Lazio prese parte al torneo [[Confederazione Calcistica Italiana|CCI]] non riuscendo a qualificarsi però alle finali di Lega Sud, mentre nell'annata [[Prima Divisione 1922-1923|1922-23]] la formazione biancoceleste, la quale poteva avvalersi di giocatori di livello come i fratelli [[Fernando Saraceni|Fernando]] e [[Luigi Saraceni]], [[Carlo Maranghi|Maranghi]] e Bernardini, riuscì a vincere il campionato di Lega Sud battendo in finale il [[Football Club Savoia 1908|Savoia]] di [[Torre Annunziata]] per 3-3 e 4-1 e a qualificarsi ancora una volta per la ''finalissima'' contro il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]; gli squadroni del Nord erano però ancora troppo forti per le compagini centro-meridionali e così i genoani si imposero nettamente in gara doppia per 4-1 e 2-0.
 
Nella stagione [[Prima Divisione 1923-1924|1923-24]] la Lazio si rinforzò ingaggiando altri calciatori di talento come il portiere [[Ezio Sclavi]] e l'attaccante [[Antonio Vojak]]. L'apporto di questi due elementi non bastò però alle ''Aquile'' per qualificarsi alla finale di Lega Sud. Nell'annata [[Prima Divisione 1924-1925|1924-25]] la società capitolina si rinforzò ulteriormente con gli arrivi dell'emergente allenatore [[Ungheria|magiaro]] [[Dezső Kőszegy]], che prese il posto del tecnico [[Guido Baccani]], passato alla guida della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], e dei giocatori [[Odoacre Pardini|Pardini]] e Cattaneo. Ancora una volta però fu eliminata nelle semifinali di Lega Sud. Intanto Bernardini, con le sue numerose reti, si mise ben in mostra e il 22 marzo [[1925]] debuttò addirittura con la [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale italiana]] nell'amichevole contro la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]], diventando il primo calciatore laziale e centro-meridionale a riuscire nell'impresa d'indossare la maglia azzurra.
 
=== 1925-1930 ===
 
Al termine della stagione [[Prima Divisione 1925-1926|1925-26]], a causa di una riforma dei campionati voluta dalla [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] (la cosiddetta [[Carta di Viareggio]]) ed alle partenze di [[Ezio Sclavi|Sclavi]], [[Antonio Vojak|Vojak]] e Cattaneo, arrivò così la retrocessione nella nuova [[Prima Divisione]]. La Lazio però, malgrado indebolita ulteriolmente dall'addio di [[Fulvio Bernardini|"Fuffo" Bernardini]] (ceduto all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]), riuscì dopo una sola stagione a tornare nella massima serie grazie al primo posto ottenuto nel Girone D di Prima Divisione. Nell'annata [[Divisione Nazionale 1927-1928|1927-28]] i capitolini vennero retrocessi, ma furono poi ripescati per il contemporaneo allargamento del numero di squadre in campionato. Da registrare durante quella stagione la mancata fusione con altre società romane, che si unirono andando a creare quella che sarà la storica rivale cittadina: l'[[Associazione Sportiva Roma|A.S. Roma]]. Il Generale [[Giorgio Vaccaro]], socio del club laziale, fu l'artefice del rifiuto alla fusione e, con queste parole, volle sottolineare la differenza tra lo storico sodalizio biancoceleste e la neonata compagine giallorossa:
 
[[File:Vaccaro.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Giorgio Vaccaro]], impedì la fusione con l'A.S. Roma.]]
<div style="float:right; font-size:90%; width:320px; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:5px;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|allign=left|width=50%|border=1px|logo=|col1=#77BBFF|col2=#E1FFFF|col3=white|font-size=120%|titolo=La mancata fusione nell'AS Roma|contenuto=Sulle ragioni della mancata fusione della Lazio con la [[Fortitudo Pro Roma|Fortitudo]] e con l'[[Unione Sportiva Alba Audace|Alba]], varie spiegazioni furono date dagli interessati.
 
Se da un lato [[Italo Foschi]], all'epoca presidente della Fortitudo, constatava che «da parte dei dirigenti della Lazio si voleva più che una fusione dei due enti, un vero e proprio assorbimento della Fortitudo della quale non sarebbe rimasto che il nome aggiunto a quello della Lazio per la sola sezione Calcio»,<ref>{{Cita news|titolo=La fusione Alba-Fortitudo-Roman|pubblicazione=Il Tevere|giorno=14|mese=6|anno=1927|pagina=5}}</ref> il Generale [[Giorgio Vaccaro]] asserì che tale questione «non fu neppure sollevata perché le trattative caddero sulla questione finanziaria per la quale i rappresentanti della Fortitudo avevano chiesto la precedenza».<ref>{{Cita news|titolo=Vaccaro Giorgio, dopo la fusione Alba-Fortitudo-Roman|pubblicazione=Il Tevere|giorno=15|mese=6|anno=1927}}</ref> La questione finanziaria verteva sulla richiesta, da parte dei dirigenti della Fortitudo che la Lazio si facesse carico dei debiti della stessa e dell'[[Unione Sportiva Alba Audace|Alba]], di cui tutelavano gli interessi nel corso della trattativa, debiti che ammontavano a [[lire]] 100.000 più «altre somme imprecisate aggiratesi sulle lire 300.000».<ref name="ReferenceA">{{Cita news|titolo=Dopo la fusione Alba-Fortitudo-Roman|pubblicazione=Il Tevere|giorno=11|mese=6|anno=1927}}</ref>
 
Giorgio Vaccaro spiegò, sulle pagine de ''Il Tevere'' del 15 giugno, come le sue intenzioni fossero di «non creare un nuovo organismo che iniziasse con la sua attività con un passivo ingentissimo» facendo l'offerta di coprire solo 100.000 lire dei debiti. Un'offerta che la Fortitudo non prese in considerazione, lasciando la riunione in corso ritenendo inutile ogni ulteriore trattativa.<ref name="ReferenceA"/>
 
In seguito Foschi contatta colui che sarà probabilmente l'uomo-chiave della fusione, il banchiere e dirigente del Roman [[Renato Sacerdoti]], la cui società sarà destinata a far parte della fusione ma che fino a quel momento è rimasta fuori dalle trattative con la Lazio. Il dirigente, tramite il "Banco Sacerdoti", finanzierà l'AS Roma per 500.000 lire, garantendo presso il "Banco Crostarosa" un ulteriore esposto di 50.000 lire.<ref name=AC>{{cita news|url=http://www.ilromanista.it/?section=news&id=7875|titolo=La chiameremo AS Roma|pubblicazione=[[Il Romanista]]|autore=Massimo Izzi|data=21 luglio 2007}}</ref>
 
Nacque così, anche se involontariamente, quello che può essere considerato il campionato parallelo romano. La corsa cioè contro la Roma, l'altra squadra della [[Roma|Capitale]], con la quale si sarebbero misurati fino ad oggi i trionfi e le sconfitte.
}}
</div>
 
{{citazione|La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è.
Prima è nata la Lazio: i tifosi sono venuti dopo.
Per gli altri c'erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare.}}
 
Dopo la nascita della Roma ([[1927]]), le differenze esistenti tra i sostenitori delle varie formazioni romane si acuirono: la denominazione cittadina fu inevitabilmente un traino importante per la nuova compagine, la quale trovò sede quasi naturale – campo di gioco compreso – nel popolare quartiere di [[Testaccio]], mentre la Lazio, nata e cresciuta nella zona settentrionale della città e che giocava allo [[Stadio della Rondinella]] (nei pressi dell'attuale [[Stadio Flaminio]]) conservava i suoi sostenitori soprattutto nei quartieri [[Prati (rione di Roma)|Prati]] e [[Trionfale]]. Tuttavia durante il [[ventennio fascista]] queste differenze erano decisamente sgradite al regime che, almeno all'apparenza, trattava ogni club allo stesso modo, purché contribuisse a portare lustro alla nazione, considerandolo rappresentativo della propria città. In realtà i campanilismi esistevano eccome, e portatori ne erano proprio quei gerarchi che, in teoria, avrebbero dovuto combatterli. Fortunatamente queste "guerre" più o meno sotterranee restituirono al gioco quella sua componente aleatoria e competitiva che, a dispetto di una rigida pianificazione centrale, contribuirono alla sua fortuna.<ref>Simon Martin - ''Calcio e fascismo'' - [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]</ref>
 
Nell'annata [[Divisione Nazionale 1928-1929|1928-29]], dopo non poca fatica, la Lazio evitò per un soffio la retrocessione in Prima Divisione e venne ammessa nel nuovo massimo torneo calcistico a girone unico, istituito a partire dalla stagione [[Serie A 1929-1930|1929-30]]. L'esordio nel campionato di [[Serie A]] delle ''Aquile'' avviene in casa il 6 ottobre [[1929]], allo Stadio della Rondinella, contro il [[Bologna Football Club|Bologna]], campione italiano in carica. Gli inizi sono dei più beneauguranti, il risultato è infatti di 3-0 in favore della Lazio; il resto della stagione culminerà in un quindicesimo posto raggiunto all'ultima giornata di campionato.
 
== Gli anni 1930 ==
=== 1930-1935 ===
[[File:Blason viani piola levratto ferraris.jpg|left|thumb|upright=1.2|5 acquisti per la stagione [[Serie A 1934-1935|1934-35]]: [[Giacomo Blason]], [[Giuseppe Viani]], [[Silvio Piola]], [[Virgilio Felice Levratto]] e [[Attilio Ferraris]] (detto Ferraris IV).]]
 
I primi del decennio sono gli anni della ''Brasilazio'', una squadra imbottita di calciatori [[Brasile|brasiliani]] che però non riesce ad ottenere il successo sperato. Le sue infatti sono prestazioni altalenanti, ed i risultati a fine anno sono: un ottavo posto nel campionato [[Serie A 1930-1931|1930-31]] ed un tredicesimo nell'[[Serie A 1931-1932|annata successiva]].
Nell'estate del [[1932]] l'[[austria]]co [[Karl Stürmer]] sostituisce come allenatore il [[Brasile|carioca]] [[Amílcar Barbuy|Amílcar]] e nello stesso anno la Lazio batte la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] per 2-1 nel [[Derby di Roma|derby]] casalingo, ottenendo il primo successo contro i cugini giallorossi.
A dimostrazione di come la stracittadina fosse già molto sentita, nonostante si giocasse solo da pochi anni, ''[[Il Littoriale]]'' descriveva così l'ingresso in campo:
 
{{citazione|Sventolio di bandiere biancocelesti e giallorosse, un gigantesco telone con scritto «Forza Lazio» a caratteri cubitali. Si calcola che siano presenti venticinquemila spettatori per un incasso record di 218 mila lire, alle quali bisogna aggiungere le ventimila lire dei soci e degli abbonati.}}
 
Nell'estate dello stesso anno è da ricordare una storica partita disputata dalla Lazio allo [[Ernst Happel Stadion|Stadio Prater]] di [[Vienna]] contro la formidabile formazione giovanile del [[Sportclub Wacker|Wacker]]. Il tecnico Stürmer mise in campo giovanissimi calciatori, di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, da lui soprannominati "''Pulcini''", i quali costrinsero al pareggio (1-1) i ben più esperti giocatori austriaci: per la Lazio segnò il centrocampista Capponi. I dirigenti del Wacker rimasero impressionati dalla prestazione delle giovani ''Aquile'', e da quella sera il gruppo di quei piccoli eroi laziali prese il nome di "''Pulcini di Vienna''".
 
Con l'insediamento di [[Eugenio Gualdi]] alla presidenza aumentano notevolmente le ambizioni di classifica, con la Lazio che, reduce da due annate vissute a metà classifica, torna ai vertici del calcio italiano. Nell'estate del [[1934]], la società dà il via ad una poderosa campagna di rafforzamento: addirittura si propone di acquistare dall'[[Società Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana-Inter]] l'attaccante [[Giuseppe Meazza]], autentica "bandiera" nazionale, orgoglio del [[Regime fascista|regime]] e fresco trionfatore al [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiale]]. L'acquisto sfuma per "ragioni delicatissime", comunque la Lazio riesce a soffiare proprio alla società milanese, dalla quale acquistò [[Virgilio Felice Levratto]] e [[Giuseppe Viani|Gipo Viani]], l'ambitissimo centravanti [[Silvio Piola]], proveniente dalla [[Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio|Pro Vercelli]]; questo avvenne indubitabilmente per l'intervento diretto del segretario amministrativo del [[Partito Nazionale Fascista]], [[Giovanni Marinelli]], il quale in una lotta senza esclusione di colpi prevalse sulla volontà stessa del calciatore di accasarsi a [[Milano]] e sulle pressioni del federale di [[Torino]], che a sua volta si mosse per avere Piola in maglia granata.<ref>Mario Pennacchia, ''Storia della Lazio'' - I edizione - [[1969]]</ref> Dalla Roma viene anche acquistato l'esperto centrocampista della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], nonché ex [[Capitano (calcio)|capitano]] giallorosso, [[Attilio Ferraris|Attilio Ferraris IV]], mentre dalla [[Società Sportiva Dilettantistica Unione Triestina 2012|Triestina]] arriva il portiere [[Giacomo Blason]].
 
=== 1935-1940 ===
[[File:Lazio 1936-1937 Mitropa.jpg|left|thumb|upright=1.2|La formazione della [[Società Sportiva Lazio 1936-1937|Lazio 1936-37]], finalista di [[Coppa dell'Europa Centrale]].]]
[[File:Alfredo Monza.jpg|thumb|upright=0.7|[[Alfredo Monza]], una delle colonne difensive negli anni 1930 e 1940.]]
 
Dopo il settimo posto ottenuto nella stagione [[Serie A 1935-1936|1935-36]], nell'annata [[Serie A 1936-1937|1936-37]] la Lazio raggiunge la seconda piazza alle spalle del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], all'epoca una delle squadre più forti d'[[Europa]], dopo aver terminato il girone d'andata in testa ed aver visto sfumare lo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'' a causa degli infortuni capitati a giocatori titolari e al conseguente inserimento di riserve non all'altezza.
 
In quel periodo la formazione romana fu trascinata da uno dei migliori attaccanti della storia del calcio: [[Silvio Piola]]. Il bomber lombardo a [[Roma]] gioca per nove lunghe stagioni e vanta tuttora il record di marcature in [[Serie A]] con la Lazio (143 su 274 sue reti in totale in A tra [[Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio|Pro Vercelli]], Lazio, [[Juventus Football Club|Juventus]] e [[Novara Calcio|Novara]] a cui dovrebbero aggiungersi i 27 gol segnati dal centrattacco azzurro con la maglia del [[Torino Calcio|Torino]] nell'annata [[Campionato Alta Italia 1944|1943-44]] ed i 16 con la casacca juventina del campionato [[Divisione Nazionale 1945-1946|1945-46]] a due gironi geografici, i cui risultati non furono mai conteggiati a fini statistici).
 
In quello stesso anno la squadra fa anche le prime esperienze europee ad alti livelli, partecipando alla [[Coppa Europa Centrale 1937|Coppa dell'Europa Centrale]] (competizione antesignana della [[Coppa Mitropa]]), e cede solamente nella doppia finale alla fortissima compagine [[Ungheria|ungherese]] del [[Ferencvárosi Torna Club|Ferencváros]].
 
Gli anni seguenti sono privi di particolari soddisfazioni, con i capitolini che si attestano a metà classifica, ed uno dei momenti di maggior gloria risulta essere il [[Derby di Roma|derby]] del 15 gennaio [[1939]], in cui i ''biancocelesti'' si impongono al [[Campo Testaccio]] con un secco 2-0.
La [[Serie A 1939-1940|stagione seguente]], invece, viene raggiunto un buon quarto posto dietro le tre grandi formazioni dell'epoca: l'[[Società Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana-Inter]], il Bologna e la Juventus.
 
== Gli anni 1940 ==
=== 1940-1945 ===
 
È l'epoca del [[Grande Torino]], e la Lazio si attesta in posizioni di metà classifica, alternando annate esaltanti, come quelle [[Serie A 1941-1942|1941-42]] e [[Serie A 1949-1950|1949-50]], in cui la formazione biancoceleste raggiunge due quarti posti, ed altre in cui riveste in campionato un ruolo di secondo piano. Nel [[1943]] il campionato viene sospeso per cause belliche. A livello locale viene organizzato il [[Campionato romano di guerra]], che la Lazio vince nella stagione [[Campionato romano di guerra#Edizione 1943-1944|1943-44]], tornando così all'epoca pioneristica. La notizia che però sconvolse il mondo biancoceleste è che [[Silvio Piola]], goleador di tutti i tempi della Lazio in [[Serie A]] e del calcio italiano in generale, dopo nove stagioni ininterrotte in maglia laziale, decide di trasferirsi in [[Piemonte]] immediatamente dopo l'8 settembre 1943.
 
=== 1945-1950 ===
[[File:Enrique Flamini 2.jpg|thumb|left|upright=0.7|L'oriundo [[Enrique Flamini]], ''El Flaco''.]]
[[File:Sentimenti IV.jpg|thumb|right|upright=0.7|[[Lucidio Sentimenti|Lucidio Sentimenti IV]], esperto portiere degli anni 1950.]]
 
Conclusasi la [[Seconda guerra mondiale]], nel campionato [[Divisione Nazionale 1945-1946|1945-46]], diviso in due gironi, la Lazio non riesce a raggiungere la fase finale.
Anche quella del [[Serie A 1948-1949|1948-49]] è una stagione difficile, con stipendi al minimo e giocatori che scioperano, cosicché a metà stagione la Lazio si ritrova ultima nonostante l'illusione degli otto gol rifilati al [[Bologna Football Club|Bologna]].
 
Tocca al presidente Zenobi ricostruire e ricompattare un ambiente logoro, ed i risultati non tardano ad arrivare. La compagine capitolina chiude il campionato al tredicesimo posto, ma è da ricordare una partita casalinga in cui costringe al pari il leggendario undici granata del [[Grande Torino]].
 
Nella stagione seguente ([[Serie A 1949-1950|1949-1950]]) la Lazio guidata dal tecnico [[Mario Sperone|Sperone]] si classifica al quarto posto, mostrando una solida difesa, con le "colonne" [[Francesco Antonazzi|Antonazzi]] e [[Leandro Remondini|Remondini]], protetta dai centrocampisti [[Romolo Alzani|Alzani]] e [[Enrique Flamini|Flamini]]. Inoltre furono grandi le prestazioni del portiere [[Lucidio Sentimenti|Sentimenti IV]], che era stato scartato dalla [[Juventus Football Club|Juventus]] perché giudicato ormai troppo avanti con gli anni.
 
== Gli anni 1950 ==
=== 1950-1955 ===
 
Nel frattempo, complice una defezione internazionale della [[Juventus Football Club|Juventus]], la Lazio si riaffaccia nel panorama internazionale giocando la [[Coppa Latina]] del [[Coppa Latina 1950|1950]] (antesignana della [[Coppa dei Campioni (calcio)|Coppa dei Campioni]]). I risultati non sono quelli sperati, ma il misurarsi con altre importanti realtà calcistiche contribuisce alla crescita sportiva del club romano, confermata dal quarto posto in campionato raggiunto ancora una volta nella stagione [[Serie A 1950-1951|1950-51]]), alle spalle delle grandi del Nord, ovvero [[Associazione Calcio Milan|Milan]], [[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e Juventus.<ref>La Coppa Latina vedeva ogni anno sfidarsi i campioni nazionali di Francia, Italia, Portogallo e Spagna. La Lazio, già priva dei nazionali (impegnati nel campionato del mondo in Brasile) Sentimenti IV, Remondini e Furiassi (sostituiti dai prestiti temporanei Sandroni e Fioravanti del Venezia e Trevisan della Triestina) sulla strada per Lisbona, sede di quell'edizione della Coppa, andò a giocare la Coppa Teresa Herrera a La Coruña contro i campioni di Spagna dell'Atletico Madrid. La partita fu vinta, ma una doccia troppo fredda dopo l'incontro causò una faringite ad alcuni giocatori. La squadra arrivò così a Lisbona in condizioni fisiche precarie e non poté evitare, malgrado l'impegno in campo, di essere battuta dallo stesso Atlético e dal Benfica, che poi vinse la Coppa.</ref>
 
Nel [[1953]] termina l'era del presidente Zenobi, durante la quale la Lazio era riuscita a ridurre la differenza con le grandi del calcio italiano e vincere ben sette [[Derby di Roma|derby]] su otto. Gli succede Costantino Tessarolo, la cui squadra ottiene il 12º posto nella stagione [[Serie A 1954-1955|1954-1955]].
 
=== 1955-1960 ===
[[File:Arne selmosson.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Arne Selmosson]], ''Raggio di Luna''.]]
[[File:Lazio Coppa Italia 1958.jpg|thumb|right|upright=1.2|La formazione della Lazio che il 24 settembre [[1958]] conquistò la [[Coppa Italia 1958|Coppa Italia]], primo trofeo ufficiale della storia biancoceleste.]]
 
Nella stagione [[Serie A 1955-1956|1955-56]] il presidente Tessarolo effettua un'onerosa campagna acquisti, che vede spiccare i nomi di [[Arne Selmosson|Selmosson]] e [[Ermes Muccinelli|Muccinelli]]. Il campionato, malgrado si svolgerà tra alti e bassi, si concluderà con un sorprendente terzo posto.
L'estate successiva, con altre importanti acquisizioni, si cerca di consegnare al tecnico inglese [[Jesse Carver]] una squadra che possa vincere finalmente lo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'' ma, complice una partenza a rilento, al termine del campionato sarà ancora terzo posto nonostante le prestigiose vittorie entrambe per 3-0 su [[Associazione Calcio Milan|Milan]] e [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], le prime due classificate al termine del torneo. Il patron Tessarolo, dopo gli ingenti sforzi in sede di calciomercato, lascia la società con un grave deficit di bilancio.
 
La gestione successiva, nella persona del presidente Leonardo Siliato e dell'industriale e consulente societario Antonio Alecce, si occupa soprattutto di ripianare i debiti, ma arriva comunque la conquista del primo trofeo ufficiale, la [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] del [[Coppa Italia 1958|1958]],<ref>Nell'estate del 1958 la Federazione decise di ripristinare la Coppa Italia che dopo la guerra non era più stata organizzata</ref> con l'ex attaccante biancoceleste [[Fulvio Bernardini|"Fuffo" Bernardini]] in panchina; con questa vittoria, ottenuta battendo la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] per 1-0 grazie alla rete di [[Maurilio Prini]], i ''biancocelesti'' furono anche la prima squadra italiana a poter sfoggiare sulle maglie la [[Coccarda italiana tricolore|coccarda tricolore]] per il successo nel torneo. La gioia dura poco, poiché in estate si materializza una clamorosa cessione del beniamino [[Svezia|svedese]] Arne Selmosson alla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], generando una vera e propria rivolta dei tifosi laziali. Insieme a lui partono anche altri giocatori di esperienza, e la Lazio si affida così, oltre al suo "portierone" nonché capitano [[Roberto Lovati]], anche a calciatori promettenti e di prospettiva che raggiungeranno alla fine un piazzamento di metà classifica.
 
Al termine dell'annata [[Serie A 1959-1960|1959-60]] il club romano, a causa delle perduranti difficoltà economico-finanziarie, cede anche il centravanti brasiliano [[Humberto Tozzi]], uno dei pochi calciatori di livello rimasto alla corte biancoceleste ed utile per rimpinguare le cassa societarie. Fece ritorno in patria tra le file del [[Sociedade Esportiva Palmeiras|Palmeiras]], squadra in cui aveva già militato per due stagioni e dalla quale fu prelevato proprio dalla Lazio. Il campionato si conclude per le ''Aquile'' con il dodicesimo posto in classifica; una delle poche soddisfazioni per i colori biancocelesti arriva dalla [[Coppa dell'Amicizia italo-francese 1960|Coppa dell'Amicizia]], competizione internazionale fra compagini italiane e [[Francia|francesi]]. Il torneo fu conquistato dalla [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federazione italiana]], e la Lazio contribuì alla vittoria battendo il [[Club Sportif Sedan Ardennes|Sedan]] sia nella gara d'andata (3-1 allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]]) che in quella di ritorno (4-2 in terra di [[Francia]]).
 
== Gli anni 1960 ==
=== 1960-1965 ===
[[File:Orlando Rozzoni.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Orlando Rozzoni]], prolifico centravanti degli anni 1960.]]
[[File:Diego Zanetti.jpg|thumb|right|upright=0.7|[[Diego Zanetti]], terzino della Lazio dal [[1961]] al [[1969]].]]
 
È sicuramente un decennio tra i più negativi della storia della Lazio: nella disastrosa annata [[Serie A 1960-1961|1960-61]], durante la quale si vede l'avvicendamento ai vertici societari tra l'uscente Siliato e l'ex presidente Tessarolo in veste di commissario straordinario, arriva la prima retrocessione in [[Serie B]], che condanna così la squadra al primo dei suoi 11 campionati nella serie cadetta (l'ultimo nel [[Serie B 1987-1988|1987-88]]). Proprio nel [[1961]] però, la compagine capitolina contribuisce alla vittoria della [[Coppa delle Alpi]] da parte della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federazione italiana]], a scapito di quella [[Associazione Svizzera di Football|svizzera]], battendo in gara doppia la compagine transalpina del [[Grasshopper Club Zürich|Grasshopper]], superata nella gara d'andata con un rotondo 5-0 ed "amministrata" al ritorno, quando è stata costretta al pareggio (3-3) dalle ''Aquile''. Nello stesso anno la Lazio arrivò anche in finale di [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]], nella quale però fu sconfitta ad opera della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] col punteggio di 2-0.
 
Il cammino della Lazio, che intanto vede un nuovo cambio in società con l'insediamento del commissario straordinario Massimo Giovannini, seppur condotto con discreti risultati presenta un continuo alternarsi di allenatori: dall'ex milanista [[Paolo Todeschini|Todeschini]] a [[Alfonso Ricciardi|Ricciardi]] per poi arrivare a [[Carlo Facchini (allenatore)|Facchini]]. È proprio quest'ultimo a sfiorare l'immediato ritorno nella [[Serie A|massima serie]], se non fosse per l'arbitro Iginio Rigato, che nella partita decisiva contro il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] non vide il pallone calciato dal [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Gianni Seghedoni|Seghedoni]] infilarsi in porta per poi uscire a causa di un buco nella rete.<ref>Seghedoni tirò un potente calcio di punizione che si infilò in porta per poi uscire, forse a causa della rete allentata dalla pioggia. Tutti si accorsero che il pallone era entrato (clamoroso il gesto del portiere del Napoli con le mani tra i capelli), tranne l'arbitro Rigato che non convalidò la rete</ref>
 
Nella stagione [[Serie B 1962-1963|1962-63]] la squadra, dopo il prematuro esonero di Facchini, viene affidata dal neo-patron laziale [[Ernesto Brivio]] all'[[Argentina|argentino]] [[Juan Carlos Lorenzo]], reduce dall'esperienza come [[commissario tecnico|CT]] dell'''[[Nazionale di calcio dell'Argentina|Albiceleste]]'', il quale conduce la Lazio, anche grazie alle reti del suo bomber [[Orlando Rozzoni]] e alle prestazioni dei vari [[Claudio Bizzarri|Bizzarri]], [[Idilio Cei|Cei]] e [[Diego Zanetti|Zanetti]], al raggiungimento del secondo posto, terminando così il purgatorio della B. L'aritmetica promozione è stata conquistata nel match casalingo contro la [[Aurora Pro Patria 1919|Pro Patria]] davanti ad un [[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]] riempieto da oltre 60.000 spettatori.
 
Nel campionato di Serie A [[Serie A 1963-1964|1963-64]] il tecnico Lorenzo ottiene, con una squadra formata da molti giovani, un buon ottavo posto, malgrado in ambito societario si verifica l'ennesimo cambio apicale con [[Angelo Miceli]] che diverrà prima commissario straordinario e poi presidente.
L'[[Serie A 1964-1965|anno successivo]], sotto la presidenza di [[Giorgio Vaccaro]], Lorenzo si trasferisce clamorosamente sulla sponda giallorossa del [[Tevere]], e la Lazio ne sentirà la mancanza, visto che al termine di quella stagione, sotto la guida di [[Umberto Mannocci]], si piazzerà al quattordicesimo posto in classifica.
 
=== 1965-1970 ===
[[File:Juan Carlos Morrone 2.jpg|thumb|left|upright=0.7|L'argentino [[Juan Carlos Morrone]], ''El Gaucho''.]]
[[File:Governato.jpg|thumb|upright=0.7|[[Nello Governato]], ''Il Professore''.]]
 
Nel novembre del [[1965]] il giovane commissario straordinario [[Gian Chiarion Casoni]], il quale riuscì a gestire l'ennesima crisi economica grazie ad un piano di dilazionamento dei contratti e degli stipendi, affidò la società biancoceleste ad un imprenditore italo-americano, [[Umberto Lenzini]], un personaggio che da lì a poco cambierà la storia laziale. Con [[Umberto Mannocci|Mannocci]] allenatore e in campo con i vari [[Paolo Carosi|Carosi]], [[Nello Governato|Governato]] e [[Pierluigi Pagni|Pagni]], le ''Aquile'' vivono un'annata di metà classifica, ma nel successivo torneo [[Serie A 1966-1967|1966-67]] arriva, malgrado l'avvicendamento in panchina tra Mannocci e [[Maino Neri]], una nuova retrocessione in [[Serie B|serie cadetta]].
 
Nella stagione [[Serie B 1967-1968|1967-68]] la Lazio, partita per vincere il campionato, si ritrova a lottare nelle parti basse della classifica, quindi a [[Renato Gei]] subentra alla guida della squadra [[Roberto Lovati|Bob Lovati]] il quale, alla sua prima esperienza da allenatore, riesce a condurre la compagine capitolina verso la salvezza, anche se questo importante risultato non gli garantì la ricoferma, difatti la dirigenza laziale decise di chiamare in panchina il grande ex [[Juan Carlos Lorenzo|"Toto" Lorenzo]], proveniente dalla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] dove aveva decisamente fallito.
 
L'annata [[Serie B 1968-1969|1968-69]] rappresenta per la squadra romana l'anno del riscatto infatti, anche grazie ad acquisti finalmente adeguati alla causa biancoceleste, la Lazio torna in [[Serie A]] con due giornate d'anticipo, terminando al primo posto il campionato cadetto, vinto anche grazie alle giocate e ai goal di [[Giuseppe Massa]] e dell'[[Argentina|argentino]] [[Juan Carlos Morrone]], soprannominato dai tifosi ''El Gaucho''. Morrone si legherà fortemente ai ''biancocelesti'', infatti diventerà allenatore delle giovanili e per breve tempo anche tecnico della prima squadra.
 
== Gli anni 1970 ==
=== 1970-1975: dalla Serie B al primo scudetto ===
 
Nel campionato [[Serie A 1969-1970|1969-1970]] la Lazio, contando sui gol del centravanti [[Giorgio Chinaglia]] e sulle chiusure del difensore [[Giuseppe Wilson|Pino Wilson]], arrivati in estate un po' in sordina dall'[[Internapoli Camaldoli Società Sportiva Dilettantistica|Internapoli]], raggiunge la salvezza.
 
Nel [[Serie A 1970-1971|1970-1971]] la formazione capitolina retrocede nuovamente in [[Serie B]]; la Lazio comunque riesce a conquistare la [[Coppa delle Alpi]] del [[Coppa delle Alpi 1971|1971]] sotto la guida provvisoria di [[Roberto Lovati]], il quale aveva preso il posto dell'esonerato [[Juan Carlos Lorenzo|Lorenzo]].
 
L'ambiente ha però bisogno di una svolta, ed è così che il presidente [[Umberto Lenzini]], che intanto chiama in società [[Antonio Sbardella]] come [[direttore sportivo]], pensa a [[Tommaso Maestrelli]], uno degli allenatori in ascesa in quel periodo. Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio, classificatasi seconda nel campionato [[Serie B 1971-1972|1971-72]], torna subito in [[Serie A]]. In estate, tra non poche polemiche, viene ceduto [[Giuseppe Massa]] all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], mentre a [[Roma]] arrivano il portiere [[Felice Pulici]], i difensori [[Luigi Martini]] e [[Sergio Petrelli]], i centrocampisti [[Mario Frustalupi]] (come contropartita tecnica nell'affare Massa) e [[Luciano Re Cecconi]], e l'attaccante [[Renzo Garlaschelli]].
 
[[File:SS Lazio - Scudetto 1974 - Tommaso Maestrelli.jpg|thumb|left|[[Tommaso Maestrelli]] assiste ai festeggiamenti allo Stadio Olimpico per lo ''Scudetto'' vinto dalla "sua" Lazio il 12 maggio [[1974]].]]
 
{| class="toccolours" style="float: right; width: 200px; margin-left: 1em; margin-bottom: 0.5em;"
|-
| <div style="position: relative;">
[[File:Soccer Field Transparant.svg|200px]]
{{Image label|x=0.27|y=0.08|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Felice Pulici|'''Pulici''']]</span>}}
{{Image label|x=0.26|y=0.17|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Giuseppe Wilson|'''Wilson''']]</span>}}
{{Image label|x=0.28|y=0.24|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Giancarlo Oddi|'''Oddi''']]</span>}}
{{Image label|x=0.44|y=0.25|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Luigi Martini|'''Martini''']]</span>}}
{{Image label|x=0.12|y=0.37|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Franco Nanni (1948)|'''Nanni''']]</span>}}
{{Image label|x=0.24|y=0.43|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Mario Frustalupi|'''Frustalupi''']]</span>}}
{{Image label|x=0.38|y=0.37|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Luciano Re Cecconi|'''Re Cecconi''']]</span>}}
{{Image label|x=0.08|y=0.25|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Sergio Petrelli|'''Petrelli''']]</span>}}
{{Image label|x=0.07|y=0.53|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Renzo Garlaschelli|'''Garlaschelli''']]</span>}}
{{Image label|x=0.43|y=0.53|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Vincenzo D'Amico|'''D'Amico''']]</span>}}
{{Image label|x=0.25|y=0.60|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Giorgio Chinaglia|'''Chinaglia''']]</span>}}
|-
|style="font-size:90%"|La formazione della Lazio che nella stagione [[Serie A 1973-1974|1973-74]] si laurea per la prima volta Campione d'Italia.
|}
 
Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Maestrelli, allenatore-psicologo e tuttofare, che dà alla squadra un gioco brillante molto simile al [[calcio totale]] reso famoso dagli [[Paesi Bassi|olandesi]] di quella generazione ai [[Coppa del Mondo FIFA 1974|mondiali di Germania del 1974]].
 
Nel [[Serie A 1972-1973|1972-73]], appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare fino all'ultima giornata per lo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]''.
Prima dell'ultima partita del torneo "comanda" il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] con 44 punti, seguono Lazio e [[Juventus Football Club|Juventus]] appaiate ad un solo punto.
La fine del primo tempo vede i ''rossoneri'' ed i ''bianconeri'' perdere rispettivamente a [[Verona]] e a [[Roma]] contro i ''giallorossi'', mentre la Lazio pareggia a reti bianche a [[Napoli]].
Nel secondo tempo i torinesi ribaltano il risultato, il gol del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] "consegna" di fatto un contestatissimo ''Tricolore'' alla Juventus, con la Lazio che termina al terzo posto.
 
Il campionato riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica che non crede ad una riproposizione ad alti livelli della Lazio. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare.
L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è il giovane fantasista [[Vincenzo D'Amico]], proveniente dalle giovanili.
La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza evidenziate in alcune gare. La vittoria per 3-1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel [[Derby di Roma|derby]] di ritorno, in cui la Lazio è capace di ribaltare il risultato contro una [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] che vuole arrestare a tutti i costi la marcia dei ''biancocelesti'', portano saldamente la squadra in testa alla classifica.
La Lazio perde alla terz'ultima partita con il [[Torino Football Club|Torino]] ma riesce comunque a laurearsi Campione d'[[Italia]],<ref>Tuttavia, la Lazio non poté partecipare alla Coppa dei Campioni 1974-75 a causa di una squalifica di un anno subita dall'UEFA a seguito di incidenti avvenuti in un incontro di coppa della stagione 1973-74 contro l'Ipswich Town.</ref> con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il [[Unione Sportiva Foggia|Foggia]] (1-0 con gol di "Giorgione" Chinaglia) in uno [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]] pieno in ogni ordine di posto.<ref>Erano presenti 78.886 spettatori, record tuttora imbattuto per una partita disputata allo Stadio Olimpico</ref><ref>{{cita web|url=http://www.novegennaiomillenovecento.it/lazio-foggia-1974-il-guinness-dellolimpico/|titolo=Lazio-Foggia 1974. Il Guinness dell’Olimpico|editore=novegennaiomillenovecento.it|accesso=15-05-2017|}}</ref>
 
Nonostante lo ''Scudetto'' ed i relativi incassi, la società, rimasta intanto orfana del dimissionario d.s. Sbardella, non gode di grande floridezza economica, difatti in estate è pressoché immobile sul mercato. Il campionato [[Serie A 1974-1975|1974-75]] non è trionfale come quello precedente, inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento della squadra. La stagione si conclude con un quarto posto ed il vice-allenatore Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente alle condizioni fisiche del ''Maestro''.
 
=== 1975-1980 ===
[[File:Luciano Re Cecconi.gif|thumb|left|upright=0.7|[[Luciano Re Cecconi]], uno dei pilastri della "banda Maestrelli".]]
 
Nell'estate del [[1975]] viene ceduto [[Mario Frustalupi|Frustalupi]], punto di riferimento del centrocampo, mentre la panchina è affidata al giovane tecnico [[Giulio Corsini|Corsini]], con la "bandiera" [[Giorgio Chinaglia|Chinaglia]] che emigra negli [[USA|States]] tra le file dei [[New York Cosmos|Cosmos di New York]]. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, ed è necessario il ritorno di [[Tommaso Maestrelli|Maestrelli]] perché venga raggiunta la salvezza, ed il "''Maestro''" vi riesce quando all'ultima giornata di campionato i suoi ragazzi pareggiano in casa del [[Calcio Como|Como]] per 2-2, rimontando il doppio svantaggio grazie alle reti di un giovane [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]], che aveva ormai raccolto in tutto e per tutto la pesante eredità di ''Long John'', e di [[Roberto Badiani]].
 
Nel campionato [[Serie A 1976-1977|1976-77]] Lenzini chiama il [[Brasile|brasiliano]] [[Luís Vinício]] in panchina e strappa clamorosamente [[Franco Cordova|Ciccio Cordova]] alla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]; è una Lazio che fa forza sul proprio vivaio, cosicché oltre al bomber Giordano e il nº 10 D'Amico si mettono in luce anche i promettenti [[Lionello Manfredonia|Manfredonia]] ed [[Andrea Agostinelli|Agostinelli]]. A fine stagione le ''Aquile'' arrivano quinte, ma due lutti sconvolgono l'ambiente: quelli di Maestrelli e [[Luciano Re Cecconi|Re Cecconi]], il secondo ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina.
 
[[File:Derby Roma-Lazio 28-10-1979.jpg|thumb|[[Giuseppe Wilson|Pino Wilson]], capitano della Lazio, sotto la Curva Nord dello [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]] dopo la sospensione del [[Derby di Roma|derby]] del 28 ottobre [[1979]].]]
 
Quella squadra che solo pochi anni prima aveva conquistato uno storico traguardo si viene a sgretolare, difatti [[Felice Pulici|Pulici]] viene ceduto al [[Associazione Calcio Monza Brianza 1912|Monza]] e sostituito da [[Claudio Garella]], fortemente voluto dal tecnico Vinicio. L'allenatore sudamericano con i suoi metodi rigidi non ha più il controllo dello spogliatoio, e così viene sostituito da [[Roberto Lovati|Bob Lovati]], che ancora una volta viene in soccorso della squadra capitolina, riuscendo a conquistare la salvezza.
Viene confermato anche nella [[Serie A 1978-1979|stagione seguente]], quando la Lazio si classifica con un buon ottavo posto, ed il suo bomber Giordano diventa capocannoniere del campionato con 19 gol.
 
La stagione [[Serie A 1979-1980|1979-80]] è forse la più drammatica di tutta la storia laziale: il 28 ottobre [[1979]], poco prima dell'inizio di un attesissimo [[Derby di Roma|derby]] si consumò un episodio tragico che coinvolse un sostenitore biancoceleste: Vincenzo Paparelli. Mentre i tifosi erano in attesa dell'ingresso delle due squadre in campo, dalla Curva Sud dello [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]] un tifoso romanista, dopo uno scambio di insulti tra le due tifoserie a suon di striscioni e croci piantate sul campo, spara un razzo che attraversa l'intero impianto e va a colpire fatalmente ad un occhio il supporter della Lazio nella curva opposta, uccidendolo all'istante. Autoriparatore, 33 anni, condotto inutilmente all'ospedale romano di [[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Santo Spirito]], Vincenzo Paparelli lascia la moglie e due figli. Nonostante la notizia fosse giunta anche negli spogliatoi, l'arbitro D'Elia decise di far giocare comunque la gara che, immersa in un'atmosfera surreale, terminò col punteggio di 1-1. Paparelli fu la seconda vittima italiana della violenza negli stadi.
Il responsabile materiale dell'uccisione, un giovane diciassettenne di nome Giovanni Fiorillo, aveva acquistato con alcuni amici una partita di razzi nautici da segnalazione contrabbandati da un rivenditore di materiali agricoli. Il commerciante se la caverà con una lieve condanna, mentre Fiorillo verrà condannato a sette anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e non [[Omicidio colposo (ordinamento penale italiano)|colposo]].
 
== Gli anni 1980 ==
=== 1980-1985 ===
[[File:Lionello Manfredonia Lazio.jpg|thumb|left|upright|[[Lionello Manfredonia]], difensore o centrocampista della Lazio dal 1975 al 1985.]]
 
Dopo il drammatico avvenimento della morte di Paparelli, un'altra disgrazia, seppur di carattere sportivo, si abbatte sulla Lazio. Sul finire dell'anno esplode lo scandalo del “[[Scandalo del calcio italiano del 1980|Totonero]]”, e la squadra biancoceleste viene retrocessa in [[Serie B]] insieme al [[Associazione Calcio Milan|Milan]], inoltre alcuni suoi giocatori vengono squalificati per delibera della [[Commissione di Appello Federale|CAF]].<ref>Squalifica a vita per Wilson, 5 anni per Cacciatori, 3 per Giordano e Manfredonia</ref>
[[File:Michael Laudrup - SS Lazio 1984-85.jpg|thumb|upright|Il danese [[Michael Laudrup]], talentuoso fantasista nella prima metà degli anni 1980.]]
 
La stagione [[Serie B 1980-1981|1980-81]], dopo un periodo di grave incertezza manageriale tra i fratelli Lenzini (il dimissionario [[Umberto Lenzini|Umberto]], il suo sostituto alla presidenza Aldo e il consigliere Angelo) e il vicepresidente Loreto Rutolo, sembra promettere un rapido ritorno nella [[Serie A|massima serie]]: la compagine capitolina, guidata in campo dal [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Alberto Bigon]], con [[Ilario Castagner]] in panchina ed attrezzata adeguatamente in sede di mercato dal [[direttore sportivo]] [[Luciano Moggi]], prende largamente il comando della classifica. Al girone di ritorno però i meccanismi sembrano rompersi (come anche il [[tendine di Achille]] del portiere titolare [[Maurizio Moscatelli|Moscatelli]]) e comincia così un lento ed inesorabile declino fino al fatale rigore, fallito alla penultima, decisiva, giornata di campionato dall'attaccante [[Stefano Chiodi]] nella gara pareggiata per 1-1 in casa contro il [[Lanerossi Vicenza|L.R. Vicenza]], che di fatto condanna la Lazio alla permanenza in serie cadetta. Il glorioso club romano faticherà non poco a riaversi: alla fine gli anni di Serie B saranno tre, durante i quali ci sarà anche un cambio ai vertici con l'acquisizione della società, attraverso una finanziaria, da parte di [[Gian Chiarion Casoni]], il quale volle il ritorno nei quadri dirigenziali biancocelesti di [[Antonio Sbardella]] in veste di direttore generale.
 
La Lazio torna in [[Serie A]] nel [[1983]] e [[Giorgio Chinaglia]], tra i maggiori artefici in campo dello storico ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'' del [[Serie A 1973-1974|1974]], diviene azionista di maggioranza e ne assume la presidenza. L'esperienza dirigenziale di ''Long John'' non sarà però all'altezza delle aspettative suscitate nei tifosi. La Lazio, che oltre ai vari [[Vincenzo D'Amico|D'Amico]], [[Bruno Giordano (calciatore)|Giordano]] e [[Lionello Manfredonia|Manfredonia]] poteva contare sul talento del centrocampista della [[Nazionale di calcio del Brasile|Nazionale brasiliana]] [[João Batista da Silva|Batista]] e su quello del danese [[Michael Laudrup]], in prestito dalla [[Juventus Football Club|Juventus]], ottiene una stentata salvezza nel campionato [[Serie A 1983-1984|1983-84]] con allenatore [[Paolo Carosi]], subentrato a stagione in corso al ''Gaucho'' [[Juan Carlos Morrone]]. Segue un'estate di polemiche con Giordano e Manfredonia in bilico tra Juventus e [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], e con i conti del bilancio in rosso fisso: prodromi di un campionato assai difficile.
 
Nell'annata [[Serie A 1984-1985|1984-85]] la formazione laziale, che vede alternarsi in panchina i vari Carosi, [[Juan Carlos Lorenzo]] e la coppia [[Giancarlo Oddi|Oddi]]-[[Roberto Lovati|Lovati]], retrocede di nuovo in Serie B; alla luce della delicata condizione economico-finanziaria, il bomber Giordano prende la strada di [[Napoli]] tra mille polemiche, e lasciano la squadra anche altri importanti calciatori del calibro di Manfredonia e "Michelino" Laudrup, entrambe accasatisi alla Juventus, oltre al [[Brasile|brasiliano]] Batista.
 
=== 1985-1990 ===
[[File:Serie B 1986-87 - Lazio vs L.R. Vicenza - Giuliano Fiorini.jpg|thumb|left|[[Giuliano Fiorini]] esulta dopo la rete dell'1-0 contro il [[Lanerossi Vicenza|L.R. Vicenza]] nell'ultima, decisiva gara del campionato [[Serie B 1986-1987|1986-87]].]]
 
Una volta retrocessa nel campionato cadetto, la squadra viene affidata a [[Luigi Simoni]] che ottiene il dodicesimo posto finale nell'annata [[Serie B 1985-1986|1985-86]]. A metà stagione vi sarà l'addio del presidente [[Giorgio Chinaglia]], il quale cederà il pacchetto azionario di maggioranza al gruppo finanziario guidato da Franco Chimenti che, anche se per pochi mesi, sarà il nuovo patron biancoceleste. Nell'estate 1986, dopo che la Lazio viene rilevata dall'imprenditore ligure [[Gianmarco Calleri]], insieme al fratello Giorgio e al finanziere Renato Bocchi, alla vigilia della nuova stagione viene travolta nel cosiddetto “[[Scandalo del calcio italiano del 1986|Totonero-bis]]” causa il coinvolgimento del centrocampista [[Claudio Vinazzani|Vinazzani]]: il club viene penalizzato di 9 punti per il campionato [[Serie B 1986-1987|1986-87]], rischiando seriamente di sprofondare in [[Serie C]] per la prima volta nella sua gloriosa storia.
[[File:Serie A 1988-89 - Derby di Roma - SS Lazio vs AS Roma - Paolo Di Canio.jpg|thumb|[[Paolo Di Canio]] esulta sotto la Curva Sud dell'Olimpico, dopo aver segnato alla Roma la rete del definitivo 1-0 nel [[derby di Roma|derby]] del 15 gennaio [[1989]].]]
 
Di nuovo il crocevia della stagione è la partita con il [[Lanerossi Vicenza|L.R. Vicenza]] in uno [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]] completamente esaurito dai tifosi biancocelesti che sosterranno ininterrottamente la squadra del mister [[Eugenio Fascetti]].<ref>Erano presenti ufficialmente 62.000 spettatori paganti, ma le presenze arrivarono a 80.000, record tuttora imbattuto per una partita di [[Serie B]]</ref><ref name="80mila anime per Lazio-L.R. Vicenza">{{cita web|url=http://www.europaoggi.it/content/view/105/54/|titolo=80.000 anime per Lazio-L.R. Vicenza: record di spettatori per la B.|editore=europaoggi.it|accesso=5-12-2009|}}</ref> La Lazio attacca per tutta la partita ed il portiere vicentino [[Ennio Dal Bianco|Dal Bianco]] risponde colpo su colpo, ma proprio nel finale di gara, quando l'ombra della retrocessione si fa sempre più cupa, al minuto 82', il ''Bomber'' [[Giuliano Fiorini]] diventa protagonista non solo della giornata, ma di un'intera storia, raccogliendo un tiro sporco di [[Gabriele Podavini|Podavini]] e girando abilmente il pallone in fondo al sacco. Tredici anni più tardi, nel giorno del centenario laziale, sarà ricordato come uno dei personaggi più importanti nella storia del club. Questa rete di vitale importanza consente alla formazione biancoceleste di raggiungere il quart'ultimo posto insieme a [[Taranto Sport|Taranto]] e [[Polisportiva Nuovo Campobasso Calcio|Campobasso]], contro i quali è costretta a spareggiare a [[Napoli]] nel giugno del [[1987]] per non retrocedere in C. Il primo incontro è giocato contro gli ionici, che riescono a battere gli uomini di Fascetti per 1-0 con una rete di [[Antonio De Vitis|De Vitis]] alquanto contestata. Nella partita decisiva, quella da vincere e basta, la Lazio, grazie al goal segnato su stacco di testa da [[Fabio Poli]] al minuto 53', batte il Campobasso, riuscendo con una vera e propria impresa sportiva a mantenere la Serie B;<ref>[http://www.laziopress.it/2015/07/05/5-luglio-1987-il-san-paolo-si-tinge-di-biancoceleste-fotogallery/ 5 luglio 1987: il San Paolo si tinge di biancoceleste]</ref> i giocatori di quella squadra guadagnarono il soprannome di ''Eroi del -9''.
 
Dopo aver conquistato la drammatica salvezza arriva la tanto attesa promozione in Serie A, conquistata al termine della stagione [[Serie B 1987-1988|1987-88]] grazie al raggiungimento del terzo posto. Il patron Calleri, che intanto a causa di forti contrasti allontana il tecnico Fascetti, provvede a un'efficace opera di risanamento economico della società nonché di rilancio sportivo della squadra, affiancando ai veterani [[Angelo Gregucci|Gregucci]], il [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Raimondo Marino|Marino]], [[Fernando Orsi|Orsi]] e [[Gabriele Pin|Pin]], oltre ai giovani talenti [[Paolo Di Canio|Di Canio]] e [[Antonio Rizzolo|Rizzolo]], giocatori di caratura internazionale come [[Gustavo Dezotti|Dezotti]], [[Nelson Gutiérrez]], [[Rubén Sosa Ardaiz|Rubén Sosa]] e [[Pedro Troglio|Troglio]], mettendoli a disposizione di un emergente allenatore come [[Giuseppe Materazzi|Beppe Materazzi]]; tuttavia nell'immediato i risultati non sono quelli sperati, con la Lazio che si attesta in posizioni di metà classifica.
 
== Gli anni 1990 ==
=== L'inizio dell'era Cragnotti (1990-1994) ===
[[File:Dino Zoff - 1991 - SS Lazio.jpg|left|thumb|[[Dino Zoff]] è stato allenatore e presidente della Lazio durante la gestione Cragnotti.]]
 
Dopo alcune stagioni trascorse a centro classifica, con il nono posto miglior piazzamento della gestione Calleri ottenuto alla fine dell'annata [[Serie A 1989-1990|1989-90]], arriva quella che sarà la svolta più importante della storia laziale: il 20 febbraio del [[1992]], il finanziere romano [[Sergio Cragnotti]], uscito dalla [[Enimont]], una società del gruppo alimentare [[Ferruzzi]]-[[Raul Gardini|Gardini]], con 100 miliardi di lire e all'epoca proprietario delle alimentari [[Cirio]] e Del Monte Food, al termine di un'estenuante trattativa con il patron Calleri, rileva il club biancoceleste. L'intera operazione costò al facoltoso imprenditore capitolino circa 25 miliardi di [[lire]].
 
Cragnotti arriva alla Lazio nel [[1992]], gli fu suggerito di investire nel mondo del calcio, dato che all'epoca si occupava di risanare e vendere società produttive ma in difficoltà; decise di acquistare una Lazio reduce dalla [[Serie B]], con lo scopo di riportarla in alto e rivenderla al miglior offerente. Presto però il patron romano, come racconta nel suo ultimo ed unico libro autobiografico, si ritrovò costretto a tenere la Lazio per lungo tempo e ad abbandonare l'idea di una sua pronta cessione, così con stile e spregiudicatezza costruirà una delle realtà calcistiche più forti a livello mondiale.
 
[[File:Nesta lazio.jpg|thumb|upright=0.7|[[Alessandro Nesta]], cresciuto nelle giovanili e divenuto il capitano più vincente nella storia della Lazio.]]
 
La sua prima stagione alla Lazio, malgrado un quinto posto, non è certo scintillante sul piano del gioco, nonostante una campagna acquisti faraonica. La cessione dell'attaccante uruguayano [[Rubén Sosa Ardaiz|Rubén Sosa]] all'Inter è pesante, tuttavia la sua partenza viene compensata dall'approdo sulla sponda biancoceleste del [[Tevere]] di [[Diego Fuser|Fuser]], prelevato dal [[Milan]], [[Paul Gascoigne|Gascoigne]], acquistato dal [[Tottenham]], [[Giuseppe Signori|Signori]], prelevato dal [[Foggia Calcio|Foggia]], e [[Aaron Winter|Winter]], proveniente dall'[[AFC Ajax|Ajax]], i quali costituiranno la base della Lazio per gli anni successivi, e che si vanno a integrare su di un'intelaiatura che già vede i tedeschi [[Thomas Doll|Doll]] e [[Karl-Heinz Riedle|"Kalle" Riedle]]. In panchina siede ormai già da due stagioni uno dei simboli del calcio italiano e mondiale, [[Dino Zoff]]. Alla fine dell'annata [[Serie A 1992-1993|1992-93]] la formazione romana si classifica quinta, guadagnandosi l'agognato ingresso nelle [[coppe europee]] che le ''Aquile'' non raggiungevano ormai da quasi quindici anni.
 
L'[[Serie A 1993-1994|anno successivo]] la rosa si arricchisce con altri innesti "pesanti", quali il portiere [[Luca Marchegiani|Marchegiani]], il difensore [[Paolo Negro|Negro]], il centrocampista [[Roberto Di Matteo|Di Matteo]] e gli attaccanti [[Alen Bokšić|Bokšić]] e [[Pierluigi Casiraghi|Casiraghi]], ma è dalle giovanili che proviene un calciatore di fondamentale importanza: [[Alessandro Nesta]], il vero uomo immagine, [[Capitano (calcio)|capitano]] e "bandiera" della Lazio fino alla sua triste e malinconica cessione avvenuta il 31 agosto [[2002]], nell'ultima giornata di calciomercato, quando il club era avviato verso il crack economico-finanziario.
 
=== L'arrivo di ''Zemanlandia'' (1994-1997) ===
[[File:SS Lazio - 1995 - Paul Gascoigne e Zdeněk Zeman.jpg|thumb|left|[[Zdeněk Zeman]], tecnico boemo, insieme all'estroso centrocampista inglese [[Paul Gascoigne]].]]
 
A partire dalla stagione [[Serie A 1994-1995|1994-95]] la Lazio decide di puntare su un tecnico emergente, che proviene da stagioni esaltanti nel [[Unione Sportiva Foggia|Foggia]]: è il turno del [[Repubblica Ceca|ceco]] [[Zdeněk Zeman]] il quale, più tardi, affermerà che la Lazio è stata la squadra più forte che abbia mai allenato.
Il suo arrivo scuote il gioco, si passa dalla tattica difensivista di [[Dino Zoff|Zoff]] (che intanto passa dietro la scrivania nel ruolo di presidente) al [[4-3-3]] sbilanciato del boemo, che esalterà le qualità di attaccanti come [[Alen Bokšić|Bokšić]], [[Pierluigi Casiraghi|Casiraghi]], [[Roberto Rambaudi|Rambaudi]] e [[Giuseppe Signori|Signori]]. L'emergente ex tecnico dei ''rossoneri'' pugliesi alterna alcuni risultati nettamente posiviti, tra i quali un clamoroso 8-2 inflitto alla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], un 7-1 al "suo" Foggia, un 5-1 al [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], 4-1 all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] ed un rotondo 3-0 in casa della [[Juventus Football Club|Juventus]], a prestazioni decisamente meno convincenti. Troppo spesso la Lazio butta via delle partite nelle quali forse un po' più di elasticità tattica le sarebbe stata sufficiente per conquistare il bottino pieno.
 
Il primo anno di Zeman si concluderà con il secondo posto a 10 punti dalla ''Vecchia Signora'', tale risultato sarà oggetto di discussione negli anni successivi: i più accaniti fan di Zeman sostengono che tale ''Tricolore'' andrebbe assegnato alla formazione biancoceleste, dato che molti calciatori juventini, durante quell'annata, avrebbero fatto uso di sostanze stupefacenti. Quello fu il miglior piazzamento di tutta la carriera del tecnico boemo. In [[Coppa UEFA]] la Lazio arriverà fino ai quarti di finale, mai raggiunti prima di allora, eliminata dai tedeschi del [[Ballspiel-Verein Borussia 09 Dortmund|Borussia Dortmund]] per un gol subito negli ultimi minuti. La partita fu giocata di martedì ed alla Lazio, che la domenica sera precedente aveva giocato la partita di campionato a [[Napoli]], non fu concesso di spostare l'incontro.
 
Nella stagione a seguire ([[Serie A 1995-1996|1995-96]]), gli uomini di Zeman continuano ad offrire uno spettacolo simile a quello della precedente annata, con altrettanti bizzarri risultati; in [[Europa]] si ferma ai sedicesimi di finale e in campionato conclude con il terzo posto, che gli permette di accedere ancora una volta in UEFA.
 
[[File:Pierluigi Casiraghi Lazio.jpg|thumb|upright=0.7|[[Pierluigi Casiraghi|Gigi Casiraghi]], centravanti laziale dal [[1993]] al [[1998]].]]
 
L'[[Serie A 1996-1997|anno successivo]] segna la fine dell'avventura dell'allenatore boemo sulla panchina biancoceleste, costatagli dopo una sconfitta per 2-1 con il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]]. Nei tre anni della gestione Zeman la Lazio aveva brillato ed incantato col suo gioco spumeggiante ma non aveva ottenuto comunque alcun trofeo; l'unica magra consolazione è la vittoria di Beppe Signori nella classifica dei capicannonieri del campionato 1995-96. Il traghettatore di quella squadra, dodicesima in classifica fino a quel momento, è una vecchia conoscenza dell'ambiente laziale, ossia l'esperto Dino Zoff, il quale conclude la stagione al quarto posto in classifica, grazie ad un gran girone di ritorno, ma con la cocente eliminazione ai sedicesimi di finale di Coppa UEFA per mano del [[Club Deportivo Tenerife|Tenerife]].
 
=== Il ciclo di Sven-Göran Eriksson (1997-2000) ===
==== La Coppa Italia e la Coppe delle Coppe (1997-1999) ====
Nel [[Serie A 1997-1998|1997-98]] la Lazio decide che è giunta l'ora di puntare su un tecnico esperto sia a livello nazionale che internazionale, e la scelta ricade sullo "stratega" [[svezia|svedese]] [[Sven-Göran Eriksson]], un allenatore, fino a quel momento, che viene descritto come un eterno perdente; per lui il ritorno a [[Roma]], stavolta sponda biancoceleste, è però una vera benedizione. È infatti proprio nella Lazio che Eriksson conosce il periodo più felice della sua carriera. Con l'allenatore svedese in panchina, le ''Aquile'' iniziano un ciclo vincente che dura per 4 anni, dal [[1997]] al [[2001]]. Durante questo arco di tempo, i biancocelesti conseguono almeno un trofeo a stagione.
[[File:Sven Göran Eriksson.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Sven-Göran Eriksson]], vincitore di sette trofei con la Lazio, compreso il secondo ''Scudetto'' biancoceleste.]]
 
Il suo arrivo spinge ancor di più il presidente [[Sergio Cragnotti|Cragnotti]] ad investire nel proprio sogno, ossia condurre la Lazio verso il secondo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]''. Arrivano quattro acquisti di una caratura notevole: [[Matías Almeyda]], [[Vladimir Jugović]], [[Roberto Mancini]] ed [[Alen Bokšić]], con quest'ultimo di ritorno dalla [[Juventus Football Club|Juventus]], i quali vanno ad aggiungersi ad una rosa già formata da importanti giocatori come [[Pavel Nedvěd]], [[Pierluigi Casiraghi]], [[Luca Marchegiani]] ed il giovane [[Alessandro Nesta]]. La Lazio, per bocca del suo patron, punta già quell'anno al titolo, ed infatti lotta per questo traguardo fino a sette giornate dal termine, quando viene sconfitta in casa dalla Juventus. Nelle giornate successive gli uomini di Eriksson, demoralizzati dopo la gara contro i rivali bianconeri, raccolgono un solo punto contro il [[Brescia Calcio|Brescia]], abbandonando definitivamente il sogno ''Scudetto''. La Lazio però, oltre a raggiungere il record di quattro [[Derby di Roma|derby]] vinti in una sola stagione, conquista la [[Coppa Italia (calcio)|Coppa Italia]] e giunge ad un passo dal sollevare la [[Coppa UEFA]], persa solamente in finale contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] del ''Fenomeno'' [[Ronaldo]] la notte del 6 maggio [[1998]] al [[Parco dei Principi|Parc des Princes]]. Curiosamente, in quello stesso giorno, la Lazio fa il suo ingresso sul mercato economico di [[Borsa Italiana|Piazza Affari]], prima società calcistica italiana ad essere quotata in Borsa.<ref>[http://www.lalaziosiamonoi.it/news/lazio-in-borsa-era-il-6-maggio-del-98-fu-la-prima-societa-italiana-ad-essere-quotata-82922 Lazio in Borsa, era il 6 maggio del '98: fu la prima società italiana ad essere quotata]</ref>
 
La [[Coppa Italia 1997-1998|Coppa Italia]] viene conquistata ai danni del [[Associazione Calcio Milan|Milan]] dopo un'incredibile rimonta nella gara di ritorno, vinta per 3-1 grazie alle reti di [[Guerino Gottardi|Gottardi]], Jugović e Nesta, in seguito ad una beffarda sconfitta con gol di [[George Weah|Weah]] allo scadere nel match d'andata, mentre nella finale UEFA contro i ''nerazzurri'' milanesi la Lazio esce sconfitta con un rotondo 3-0, abbandonando il sogno del presidente Cragnotti di portare il primo titolo europeo a Roma, anche se l'appuntamento è solo rimandato di un anno.
 
[[File:Pavel Nedvěd - SS Lazio 1996-97.jpg|thumb|upright=0.7|[[Pavel Nedvěd]], sua la rete del definitivo 2-1 nella finale di [[Coppa delle Coppe 1998-1999|Coppa delle Coppe 1998-99]] vinta contro il [[Real Club Deportivo Mallorca|Real Mallorca]].]]
 
La stagione successiva ([[Serie A 1998-1999|1998-99]]), inaugurata subito con un trofeo, la [[Supercoppa Italiana]] conquistata in casa dei Campioni d'[[Italia]] in carica della Juventus sconfitti per 2-1, avrà però un sapore a metà tra il dolce e l'amaro. In sede di campagna acquisti, Cragnotti effettua una vera e propria rivoluzione. Ceduti Jugović all'Inter, Fuser al [[Parma Calcio|Parma]] e Casiraghi al [[Chelsea]], il patron laziale potenzia e ringiovanisce l'organico con calciatori importanti come [[Iván de la Peña]], all'epoca considerato un potenziale fenomeno, [[Siniša Mihajlović]], fedelissimo del tecnico Eriksson, i portoghesi [[Fernando Couto]] e [[Sérgio Conceição]], il centrocampista [[Dejan Stanković]], strappato in extremis ai "cugini" romanisti, nonché sostituto di Jugović e l'attaccante cileno [[Marcelo Salas]], notato durante il campionato mondiale, appena terminato, di [[Campionato mondiale di calcio 1998|Francia '98]]. La faraonica campagna acquisti si conclude con l'approdo del giocatore italiano che meglio aveva fatto nei mondiali francesi: [[Christian Vieri]]. Al termine di una trattativa lampo e tenuta in gran segreto, il presidente laziale ufficializza l'acquisto del forte centravanti.
 
Tutto sembra presupporre che la squadra romana sia finalmente attrezzata per la conquista del ''Tricolore'', e la stagione va confermandolo, dato che la Lazio, dopo un primo periodo caratterizzato da numerosi infortuni e qualche passo falso, domina il campionato senza rivali, e in [[Europa]] convince passando man mano tutti i turni della [[Coppa delle Coppe 1998-1999|Coppa delle Coppe 1998-99]], ultima edizione della prestigiosa rassegna continentale. Non tutto però va come sperato: le ''Aquile'' vivono un finale di stagione infelice, con due sconfitte consecutive contro [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e Juventus (entrambe per 3-1), con il Milan che si avvicina giornata dopo giornata. Alla penultima di campionato il vantaggio è ormai ridotto all'osso e, mentre i milanisti sconfiggono in casa l'[[Empoli Football Club|Empoli]] per 4-0, la Lazio viene bloccata in trasferta dalla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] per 1-1, dopo aver rimontato lo svantaggio grazie al "solito" Vieri, facendosi superare così dal ''Diavolo''. Nella giornata successiva gli uomini di Eriksson battono il [[Parma Football Club|Parma]] per 2-1 in un [[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]] pieno di speranza, risultato che però non basterà per la vittoria finale, visto il successo, seppur sofferto, del Milan a [[Perugia]]. Il secondo posto conquistato garantisce comunque ai romani l'accesso alla più importante ribalta calcistica europea: la [[UEFA Champions League|Champions League]].
 
<div style="float:left; font-size:90%; width:400px; border:0px; padding:0px; margin-right:1em; margin-left:5px;margin-bottom:0px; text-align:left">
{{finestra|align=left|width=50%|border=1px|logo=|col1=#77BBFF|col2=white|col3=white|font-size=120%|titolo=<span style="color:white">Coppa delle Coppe 1998/1999 - Finale</span>|contenuto=
[[Birmingham]], [[Villa Park]], 19 maggio [[1999]]
 
'''{{Calcio Maiorca}} - {{Calcio Lazio}} 1-2'''
 
Marcatori:
{{simbolo|Soccerball shade.svg|10}} 7' [[Christian Vieri|Vieri]]
{{simbolo|Soccerball shade.svg|10}} 11' [[Daniel García Lara|Dani]]
{{simbolo|Soccerball shade.svg|10}} 80' [[Pavel Nedvěd|Nedvěd]]
 
'''MAIORCA''': [[Carlos Roa|Roa]], [[Javier Olaizola|Olaizola]], [[Marcelino Elena|Marcelino]], [[Gustavo Siviero|Siviero]], [[Miquel Soler|M. Soler]], [[Lauren (calciatore)|Lauren]], [[Vicente Engonga|Engonga]], [[Jovan Stanković|J. Stanković]], [[Ariel Ibagaza|Ibagaza]], [[Daniel García Lara|Dani]], [[Leonardo Biagini|Biagini]] (72' [[Veljko Paunović|Paunović]]). Allenatore: [[Hector Cuper|Cuper]].
 
'''LAZIO''': [[Luca Marchegiani|Marchegiani]], [[Giuseppe Pancaro|Pancaro]], [[Alessandro Nesta|Nesta]], [[Siniša Mihajlović|Mihajlović]], [[Giuseppe Favalli|Favalli]], [[Dejan Stanković|D. Stanković]] (56' [[Sérgio Conceição|S. Conceição]]), [[Matias Almeyda|Almeyda]], [[Roberto Mancini|R. Mancini]] (90' [[Fernando Couto|F. Couto]]), [[Pavel Nedvěd|Nedvěd]] (83' [[Attilio Lombardo|Lombardo]]), [[Marcelo Salas|Salas]], [[Christian Vieri|Vieri]]. Allenatore: [[Sven-Göran Eriksson|Eriksson]].
 
Arbitro: [[Günter Benkö]] ([[Austria]])<br />Ammoniti: Mihajlović (L), Siviero (M), Vieri (L), Marchegiani (L)<br />Spettatori: 33.021
}}
</div>
 
Nonostante lo ''Scudetto'' sfuggito all'ultima giornata, la formazione di Eriksson raggiunge la finale di Coppa delle Coppe, disputata allo [[Villa Park|Stadio Villa Park]] di [[Birmingham]], dove affronta il [[Real Club Deportivo Mallorca|Real Mallorca]] dell'allenatore [[argentino]] [[Hector Cuper]], un giovane tecnico che ha portato in finale una squadra da molti considerata una vera e propria sorpresa. Questa volta la Lazio non fallisce l'obiettivo: le prodezze di Bobo Vieri e della ''Furia ceca'' [[Pavel Nedvěd]] consentono alla compagine biancoceleste di portare a Roma l'ultima edizione del trofeo.
 
==== Il secondo scudetto (1999-2000) ====
 
Tra le tante annate della lunga storia laziale non vi è dubbio che quella che i tifosi biancocelesti ricorderanno come la più importante è proprio quella [[Serie A 1999-2000|1999-00]]: anno del Centenario, celebrato in grande stile il 9 gennaio [[2000]] allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]] con una serata di gala, del secondo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'', vinto all'ultimo respiro dopo un testa a testa con la [[Juventus Football Club|Juventus]] a distanza di ventisei anni dal primo ''Tricolore'', e della terza [[Coppa Italia 1999-2000|Coppa Italia]], conquistata nella doppia finale disputata contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], nonché quello della vittoria del secondo titolo internazionale, la [[Supercoppa Europea di calcio|Supercoppa UEFA]], alzata dal capitano [[Alessandro Nesta]] davanti agli ''"Invincibili"'' inglesi del [[Manchester United Football Club|Manchester United]] nell'affascinante scenario del [[Principato di Monaco]], invaso da circa 10.000 sostenitori laziali in festa.
 
{| class="toccolours" style="float: right; width: 200px; margin-left: 1em; margin-bottom: 0.5em;"
|-
| <div style="position: relative;">
[[File:Soccer Field Transparant.svg|200px]]
{{Image label|x=0.22|y=0.08|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Luca Marchegiani|'''Marchegiani''']]</span>}}
{{Image label|x=0.34|y=0.18|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Siniša Mihajlović|'''Mihajlović''']]</span>}}
{{Image label|x=0.15|y=0.18|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Alessandro Nesta|'''Nesta''']]</span>}}
{{Image label|x=0.45|y=0.25|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Giuseppe Pancaro|'''Pancaro''']]</span>}}
{{Image label|x=0.13|y=0.37|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Diego Simeone|'''Simeone''']]</span>}}
{{Image label|x=0.45|y=0.47|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Pavel Nedvěd|'''Nedvěd''']]</span>}}
{{Image label|x=0.38|y=0.37|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Juan Sebastián Verón|'''Verón''']]</span>}}
{{Image label|x=0.06|y=0.25|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Paolo Negro|'''Negro''']]</span>}}
{{Image label|x=0.05|y=0.47|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Sérgio Conceição|'''S. Conceição''']]</span>}}
{{Image label|x=0.17|y=0.61|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Marcelo Salas|'''Salas''']]</span>}}
{{Image label|x=0.35|y=0.61|scale=340|text=<span style="font-size:0.85em">[[Simone Inzaghi|'''S. Inzaghi''']]</span>}}
|-
|style="font-size:90%"|La formazione della Lazio Campione d'Italia [[Serie A 1999-2000|1999-00]] e vincitrice della [[Coppa Italia 1999-2000|Coppa Italia]] nello stesso anno.
|}
 
Durante il calciomercato estivo, [[Christian Vieri]] viene ceduto all'[[Inter]] per l'astronomica cifra di 90 miliardi di lire. La consistente somma di liquidi viene messa a disposizione per rinforzare ulteriormente l'organico. Ceduto Vieri, Cragnotti regala ad Eriksson gli argentini [[Néstor Sensini]], [[Juan Sebastián Verón]] e [[Diego Simeone]] (I primi due sono prelevati dal Parma, mentre il terzo dall'Inter), il centravanti svedese [[Kennet Andersson]] e l'attaccante [[Simone Inzaghi]], proveniente dal [[Piacenza Calcio|Piacenza]].
 
In campionato, dopo un inizio convulso ma alla pari con la [[Juventus Football Club|Juventus]], quest'ultima prende il largo, ed i tanti punti di distacco accumulati dalla formazione torinese fanno pensare che per un altro anno il sogno ''Tricolore'' rimarrà tale. Alla ventiseiesima giornata, la sconfitta al "Bentegodi" maturata contro il [[Hellas Verona|Verona]] e la contemporanea vittoria della ''Vecchia Signora'' nel [[Derby di Torino|derby]], fanno scivolare le ''Aquile'' a -9 dai ''bianconeri''. Tuttavia, la giornata successiva vede la Juventus soccombere al Meazza contro il Milan. La Lazio approfitta della ''débacle'' bianconera aggiudicandosi il [[Derby di Roma|derby]] in rimonta. Alla ventottesima giornata è in programma lo scontro diretto al "[[Stadio Delle Alpi|Delle Alpi]]". È il neoacquisto Simeone a scuotere l'ambiente, prima con le parole, pronunciando la sua famosa frase "''chi non se la sente alzi la mano''", eppoi con la testa, con la quale indirizza in rete il pallone che regala alla Lazio un insperato quanto importante successo proprio contro i diretti rivali juventini. La squadra di [[Sven-Göran Eriksson|Eriksson]] crede nella rimonta, ed i risultati sembrano girare decisamente a suo favore: sul finire della stagione le ''Zebre'' inciampano in una serie di battute d'arresto contro formazioni nettamente inferiori, depauperando in breve tempo il largo divario e riaprendo i giochi per il titolo.
 
Si arriva così al 14 maggio [[2000]], quando è in programma l'ultima giornata di un torneo ancora senza padrone. La compagine capitolina, che affronta una partita casalinga contro la [[Reggina Calcio|Reggina]], si presenta con un distacco di due punti dalla capolista, a sua volta impegnata in una trasferta sul campo di [[Perugia]]. I ''biancocelesti'' fanno il loro dovere e superano facilmente i calabresi, rimanendo in attesa di notizie dallo [[Stadio Renato Curi]] dove ricevono un'inaspettata sorpresa. Qui la Juventus, impegnata contro la formazione umbra del focoso presidente [[Luciano Gaucci]], si ritrova nel bel mezzo di un violento temporale che, a metà partita, costringe l'arbitro [[Pierluigi Collina|Collina]] a sospendere l'incontro. Alla ripresa delle ostilità la ''Vecchia Signora'' trova alcune difficoltà sino all'inaspettato gol del difensore perugino [[Alessandro Calori]]: l'1-0 degli uomini di [[Carlo Mazzone|Mazzone]] segnerà la fine delle speranze di vittoria della Juventus e porterà la Lazio ad un'incredibile, inattesa ed incessante festa: dopo ventisei anni lo scudetto ritorna nelle mani della compagine biancoceleste.
 
L'ultimo impegno della stagione vedrà una Lazio decisamente festante, con gran parte dei calciatori con i capelli tinti di biondo, pareggiare 0-0 a Milano con l'Inter del patron [[Massimo Moratti]] e dell'ex Bobo Vieri, conquistando la terza Coppa Italia della sua storia e centrando così il ''[[Double (calcio)|Double]]'', ovvero l'accoppiata ''Scudetto'' e coppa nazionale nella stessa annata.
 
[[File:Lazio vs Man Utd 1999-08-27.svg|thumb|left|upright=1.2|La formazione della Lazio contrapposta a quella degli ''"Invincibili"'' del [[Manchester United Football Club|Manchester United]], sconfitti dalle ''Aquile'' nella finale di [[Supercoppa UEFA 1999]].]]
 
In [[Europa]] però la storia è un'altra: la stagione inizia nel migliore dei modi, con un gol del ''Matador'' [[Marcelo Salas|Salas]] allo [[Stade Louis II|Stadio Louis II]] di Monaco che regala alla Lazio la [[Supercoppa UEFA 1999|Supercoppa UEFA]] ai danni dei campioni d'Europa del [[Manchester United]]. La Champions League vede i laziali trionfare nel proprio girone con 14 punti e nella fase successiva saranno ancora primi con 11. Il sorteggio dei quarti di finale sarà però beffardo per la Lazio: ancora [[Héctor Cúper|Cúper]], questa volta a guidare il [[Valencia Club de Fútbol|Valencia]], che vendica la sconfitta in [[Coppa delle Coppe 1998-1999|Coppa delle Coppe]] battendo le ''Aquile'' nella gara d'andata con un roboante 5-2. La vittoria per 1-0 nel ritorno a [[Roma]] sarà solo una magra consolazione per i capitolini, che salutano così il sogno di alzare la ''coppa dalle grandi orecchie'', il vero grande obiettivo che il presidente Cragnotti non ha visto raggiunto malgrado l'allestimento di una rosa altamente competitiva.
 
Il 9 gennaio del 2000 la Lazio, dopo aver battuto i ''rossoblù'' del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], festeggerà il suo centesimo compleanno. La festa, organizzata e dal patron [[Sergio Cragnotti]], vedrà partecipare tutte le sezioni della [[Polisportiva S.S. Lazio|Polisportiva biancoceleste]], oltre a numerose autorità e campioni del passato.
 
== Gli anni 2000 e 2010 ==
=== Gli ultimi anni di Cragnotti (2000-2004) ===
==== L'ultimo anno di Eriksson (2000-2001) ====
Il calciomercato estivo per la stagione [[Serie A 2000-2001|2000-01]] si apre con gli arrivi del portiere [[Angelo Peruzzi]], acquistato dall'Inter, del centrocampista [[Roberto Baronio]], reduce da un'ottima annata con la maglia della {{Calcio Reggina|N}}, e degli attaccanti [[Hernán Crespo]], acquistato per una cifra record dal Parma, e [[Claudio López]]. Quest'ultimo proveniente dal {{Calcio Valencia|N}}, formazione che ha eliminato la compagine biancoceleste nei quarti di finale della [[UEFA Champions League 1999-2000|Champions League 1999-00]].
[[File:Hernán Crespo - 07FEB2007 - Francia - presidencia-govar.jpg|thumb|upright=0.7|[[Hernán Crespo]], il giocatore più costoso della storia del club biancoceleste.]]
 
Con l'intento da un lato di far cassa e dall'altro di alimentare quel perverso meccanismo di aggiustamenti di bilancio che attraverso le plusvalenze permetteva al bilancio stesso di chiudersi in positivo ma, che al contempo, porterà negli anni seguenti la società verso la crisi economica, da [[Roma]] partono due importanti calciatori, tra i protagonisti della vittoria del secondo ''[[Scudetto (sport)|Scudetto]]'', ovvero [[Matias Almeyda]] e [[Sérgio Conceição]], entrambi destinati a vestire la casacca gialloblù del Parma. La trattativa viene conclusa in seguito al rifiuto di [[Marcelo Salas]] di trasferirsi in Emilia.
Intanto all'[[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]] la Lazio inizia nel migliore dei modi la nuova stagione mettendo in bacheca un nuovo trofeo. Grazie al trionfo sull'Inter per 4-3, firmato dalle reti di [[Siniša Mihajlović|Mihajlović]], [[Dejan Stanković|Stanković]] e alla doppietta del ''Piojo'' López, le ''Aquile'' riportano a Roma, dopo due anni, la [[Supercoppa Italiana]].
 
Nonostante il campionato sia iniziato, le trattative di mercato non si fermano, infatti a stagione in corso si registrano le acquisizioni di [[Dino Baggio]], [[Lucas Castromán]] e [[Karel Poborský]], mentre, sempre in corso d'opera, vengono ceduti altri componenti della rosa come [[Néstor Sensini|Sensini]], [[Attilio Lombardo|Lombardo]], [[Iván de la Peña|De la Peña]] e [[Fabrizio Ravanelli|Ravanelli]].
 
La Lazio concluse il suo campionato al terzo posto; fino all'ultima giornata le ''Aquile'' erano ancora matematicamente in corsa per il titolo, vinto alla fine dalla [[AS Roma|Roma]] con sei punti di vantaggio.
 
L'avventura della Lazio in [[Coppa Italia 2000-2001|Coppa Italia]] inizia dagli ottavi di finale contro la Sampdoria. Allo [[Stadio Luigi Ferraris|Stadio Ferraris]], dopo essere passati in vantaggio nei primi minuti con Salas, i ''biancazzurri'' subiscono nel finale l'1-1 di [[Francesco Flachi|Flachi]]. Nella gara di ritorno la Lazio mostra la propria supremazia estromettendo i ''doriani'' di [[Luigi Cagni (allenatore)|Gigi Cagni]] con un largo 5-2, frutto della rete di Sensini e delle doppiette di Lombardo e ''Penna bianca'' Ravanelli. Ai quarti di finale invece il cammino della Lazio si interrompe bruscamente per mano dell'Udinese che, allo [[Stadio Friuli]], rifila un pesante 4-1 alla formazione romana, alquanto rimaneggiata, messa in campo dall'allenatore Eriksson.
 
Senza dubbio l'intera stagione è caratterizzata dalle vicende contrattuali del tecnico [[svezia|svedese]] che, a campionato in corso, si era già accordato con la [[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Nazionale inglese]]. Eriksson si ritrova così ad essere contemporaneamente allenatore della Lazio e commissario tecnico dell'Inghilterra, ma la situazione non dura a lungo visti i risultati poco soddisfacenti. La dirigenza decide così di sostituirlo con [[Dino Zoff]], suo predecessore, il quale riuscì a condurre la Lazio al terzo posto finale, trascinata anche dai gol di Crespo, che a fine stagione si laureò capocannoniere della Serie A con 26 gol.
 
==== L'anno nero di Cragnotti (2001-2002) ====
[[File:Jaap Stam 3.jpg|thumb|left|[[Jaap Stam]], acquistato nell'agosto del [[2001]] dal Manchester United.]]
 
La [[Serie A 2001-2002|stagione successiva]] segna l'ultimo anno di [[Sergio Cragnotti]]. Nella sessione di calciomercato sono ceduti [[Pavel Nedvěd]], [[Juan Sebastián Verón]] e [[Marcelo Salas]], che fanno da contraltare agli acquisti del centrocampista [[Gaizka Mendieta]] dal Valencia, costato € 47 milioni, e del difensore [[Jaap Stam]] proveniente dal Manchester United e squalificato per doping nel corso del campionato. La stagione vede l'infortunio di [[Diego Simeone]] e le prestazioni negative dei centrocampisti Stefano Fiore e Mendieta, il cui rendimento è ritenuto sotto le aspettative. L'allenatore Zoff è sostituito da [[Alberto Zaccheroni]] nel corso dell'annata.
 
In Champions il club esce praticamente subito, mentre in campionato riesce comunque ad inserirsi nella lotta per lo ''Scudetto'': il 5 maggio 2002, una Lazio in lotta per un [[competizioni UEFA per club|posto in Europa]] batte 4-2 l'Inter consegnando di fatto il titolo alla Juventus ed il secondo posto alla Roma. Questa è anche l'ultima gara dello storico capitano Alessandro Nesta con la maglia della Lazio.
 
==== Il biennio di Roberto Mancini (2002-2004) ====
[[File:Roberto Mancini.jpg|thumb|[[Roberto Mancini]], è stato prima giocatore e poi allenatore laziale.]]
 
Cragnotti, ancora presidente, esonera Zaccheroni e lo rimpiazza con [[Roberto Mancini]], reduce da una non fortunata stagione alla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]. Lo stesso presidente decide di mettere in vendita il capitano Nesta, che appena tre anni prima fu anche nominato membro del consiglio d'amministrazione della Lazio,<ref>[http://www.repubblica.it/online/sport/nest/nest/nest.html Nesta: un calciatore nel consiglio della Lazio]</ref> e il bomber [[Hernán Crespo]] (per [[Bernardo Corradi|Corradi]] + € 13 milioni all'Inter). Arrivano inoltre l'attaccante [[Enrico Chiesa]] e il terzino [[Massimo Oddo]].
 
A causa della crisi finanziaria di Cragnotti e della Cirio, in questa stagione la società inizia a non ricevere lo stipendio, pur chiudendo il campionato al quarto posto, raggiungendo la semifinale di [[Coppa UEFA 2002-2003|Coppa UEFA]] (persa contro il {{Calcio Porto|N}} di [[José Mourinho]], che si aggiudicherà poi la competizione), e la semifinale di [[Coppa Italia 2002-2003|Coppa Italia]] (eliminata dalla Roma). Nel gennaio del 2003, il presidente Cragnotti lascia la Lazio a causa dei debiti (€ 170 milioni). Chiuderà la sua storia in biancoceleste come il più vincente patron di sempre nella capitale, superando personaggi come [[Umberto Lenzini]] e [[Dino Viola]]. La carica presidenziale passa quindi all'avvocato [[Ugo Longo]], coadiuvato dal vicepresidente [[Roberto Pessi]] e dal nuovo amministratore delegato [[Luca Baraldi]].
 
Nell'[[Serie A 2003-2004|annata successiva]] la Lazio chiude al quinto posto, uscendo ai gironi di Champions, vincendo la [[Coppa Italia 2003-2004|Coppa Italia]] dopo aver battuto Milan in semifinale (6-1) e Juventus in finale (4-2). Al termine della stagione la squadra viene smantellata a causa dei problemi economici: se ne vanno Stam, Fiore, Corradi, [[Siniša Mihajlović|Mihajlović]], il capitano [[Giuseppe Favalli]], oltre al tecnico Mancini. La Lazio rischia il fallimento e necessita di un corposo aumento di capitale (circa € 80 milioni): si fanno avanti due investitori capitolini, Piero Tulli e [[Claudio Lotito]], quest'ultimo diviene il nuovo presidente del club.
 
=== L'era Lotito (2004-) ===
[[File:Paolo Di Canio Upton Park 11 September 2010.jpg|thumb|left|[[Paolo Di Canio]], tornato a vestire dopo 14 anni la maglia laziale.]]
 
Il 19 luglio 2004 Lotito è ufficialmente il nuovo proprietario della Lazio. Nonostante l'aumento di capitale di 21 milioni di euro arrivati dal neo presidente, la società rischia ancora di fallire a causa di un debito accumulato con l'[[erario]] di circa 110 milioni di euro. Per scongiurare questo rischio la dirigenza intraprende una trattativa con l'[[Agenzia delle Entrate]] che si conclude con l'ammissione della Lazio ai benefici del decreto legge 138 dell'agosto del 2002, convertito in legge 178/02.<ref>{{Cita news|lingua=|autore=|url=http://www.repubblica.it/2005/c/sezioni/sport/calcio/serie_a/laziosi/laziosi/laziosi.html|titolo=Lazio, chiusa la partita col fisco. Cacciato lo spettro del fallimento|pubblicazione=la Repubblica|giorno=29|mese=3|anno=2005|pagina=|accesso=4-5-2010|cid=}}</ref> In tal modo viene concessa una dilazione del debito in 23 anni e di conseguenza verranno tolti gli interessi di mora e le sanzioni.
[[File:Lotito claudio.JPG|thumb|upright=0.7|[[Claudio Lotito]], presidente della Lazio dal 19 luglio [[2004]].]]
 
Altri problemi, stavolta di natura tecnico-sportiva, sembrano attanagliare la società: all'arrivo del presidente Lotito l'organico conta solamente 13 giocatori privi di allenatore. Il neo-patron cerca di porre subito rimedio alla situazione mettendo sotto contratto [[Fernando Couto|Couto]] e [[Angelo Peruzzi|Peruzzi]], entrambi in attesa solo di una proposta, promuovendo alla guida della prima squadra il tecnico della Primavera, nonché uno degli ''Eroi del -9'', [[Domenico Caso|Mimmo Caso]] e provvedendo ad una difficile campagna acquisti. Arrivano alla corte laziale [[Paolo Di Canio]] dal {{Calcio Charlton|N}}, beniamino del tifo laziale, [[Goran Pandev]] dall'Inter e [[Tommaso Rocchi]] dall'{{Calcio Empoli|N}}, questi ultimi due in comproprietà. Gran parte dei giocatori (9) sono acquistati da Lotito all'ultimo giorno della sessione estiva di calciomercato.<ref>[http://www.lazionews.eu/2013/curiosita-rocchi-era-lultimo-superstite-dei-nove-acquisti-in-un-giorno/ Rocchi era l'ultimo superstite dei "nove acquisti in un giorno"]</ref>
 
La Lazio perde subito la [[Supercoppa italiana]] per 3-0 contro i campioni d'Italia del Milan, terminando in decima posizione nel campionato di Serie A.
 
==== 2005-2010 ====
Nonostante [[Giuseppe Papadopulo|Papadopulo]], sostituto di Caso nella stagione precedente, abbia centrato l'obiettivo salvezza e la qualificazione all'[[Coppa Intertoto|Intertoto]] (dove la Lazio esce in semifinale), viene esonerato e rimpiazzato da [[Delio Rossi]]. Nella stagione 2005-2006, la Lazio conclude il campionato al sesto posto, che vale la qualificazione europea. A fine stagione, il club biancoceleste è coinvolto in [[Scandalo del calcio italiano del 2006|''Calciopoli'']], scandalo calcistico riguardante il torneo di [[Serie A 2004-2005]]: la Lazio è punita con 11 punti di penalizzazione da scontare nella [[Serie A 2006-2007]], poi scontati a 3 dal [[CONI]] e con l'esclusione della Coppa UEFA. A fine campionato, la Lazio centra il terzo posto e la qualificazione in Champions League.
[[File:Delio Rossi.jpg|thumb|upright=0.7|left|[[Delio Rossi]], per quattro anni alla guida della Lazio.]]
 
In Champions, la squadra italiana supera il turno preliminare e si ritrova alla fase a gironi, incontrando {{Calcio Real Madrid|N}}, {{Calcio Werder Brema|N}} e {{Calcio Olympiakos|N}}: la Lazio conclude il proprio raggruppamento in ultima posizione ed è eliminata.
 
L'11 novembre 2007, alla dodicesima giornata di campionato, un grave lutto colpisce il calcio italiano e la società laziale: [[Gabriele Sandri]], tifoso della Lazio, viene ucciso da un colpo di pistola nella stazione di servizio nei pressi dello svincolo autostradale di [[Arezzo]]. Il club finisce il campionato 2008 nella parte bassa della graduatoria. In Coppa Italia, la Lazio perde in semifinale contro l'Inter.
 
L'annata seguente, caratterizzata dalla conquista della vetta per alcune giornate, si conclude con il decimo posto finale, impreziosito però dalla conquista della quinta [[Coppa Italia 2008-2009|Coppa Italia]] del club biancoceleste, battendo in finale dopo una lunga serie di rigori la {{Calcio Sampdoria|N}}. La partita si è conclusa con il risultato di 1-1 dopo i tempi supplementari, con i gol dell'asso [[Argentina|argentino]] ''Maurito'' Zárate e del bomber blucerchiato [[Gianpaolo Pazzini|Pazzini]]; nella serie dei calci di rigore la marcatura decisiva l'ha messa a segno l'esperto centrocampista [[Francia|francese]] [[Ousmane Dabo]], ultimo "superstite" insieme a Simone Inzaghi del trionfo di coppa nel 2004. Altro protagonista è stato il portiere [[Fernando Muslera]], autore di due parate sui tiri dal dischetto calciati da [[Antonio Cassano|Cassano]] e [[Hugo Armando Campagnaro|Campagnaro]].
 
Al termine della stagione 2008-2009 Delio Rossi è sostituito in panchina da [[Davide Ballardini]]. L'8 agosto 2009 la Lazio di Ballardini, battendo i campioni d'[[Italia]] in carica dell'Inter nell'avveniristico "[[Stadio nazionale di Pechino|Stadio Bird's Nest]]" di Pechino con il punteggio di 2-1, si aggiudica, dopo una gara sofferta, la Supercoppa italiana per la terza volta nella sua storia. I gol che hanno portato in bacheca il secondo trofeo della gestione Lotito sono state firmate da Matuzalem e da capitan Rocchi.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/08-08-2009/inter-sara-subito-milito-eto-o-50983975351.shtml|editore=Gazzetta dello Sport|titolo=Supercoppa alla Lazio. Battuta l'Inter 2-1|data=8-8-2009|accesso=21-2-2010}}</ref>
 
Il 20 agosto 2009 la Lazio fa il suo esordio nella nuova [[UEFA Europa League|Europa League]] facendo sua la partita d'andata dei [[play-off]] contro gli svedesi dell'{{calcio Elfsborg|N}} (4-0) e accede alla fase a gironi, dove incontra {{Calcio Villarreal|N}}, {{Calcio Levski Sofia|N}} e {{calcio Salisburgo|N}} e termina il girone in terza posizione. Nel corso dell'annata, [[Edoardo Reja]] è chiamato sulla panchina della Lazio al posto di Ballardini.<ref name="Rejaallenatore">{{cita web|url=http://www.sslazio.it/cms/view/home/news/archivio/elenco_news/la_s_s_lazio_comunica_che_edoardo_reja_nato_a_gorizia_il_10_ottobre_1945_e_il_nuovo_allenatore_della_squadra_biancoceleste/s152/c3397|titolo=La S.S.Lazio comunica che Edoardo Reja, nato a Gorizia il 10 ottobre 1945, è il nuovo allenatore della squadra biancoceleste|editore=sslazio.it|accesso=9-2-2010|}}</ref> La Lazio termina il campionato di Serie A salvandosi dalla zona retrocessione.
 
==== 2010-2015 ====
[[File:Lazio-Dnepr (3).jpg|thumb|upright=0.8|Il tedesco [[Miroslav Klose]], miglior marcatore straniero della Lazio in campionato.]]
 
Dopo un dodicesimo posto nel 2010, la Lazio torna in Europa nel 2011 raggiungendo il quinto posto in campionato che vale l'accesso all'Europa League. Edy Reja è quindi riconfermato sulla panchina della Lazio, rinforzata in attacco dagli acquisti di [[Miroslav Klose]] e [[Djibril Cissé]], la cui esperienza laziale è considerata deludente. Grazie a un buon organico, i laziali raggiungono i sedicesimi di Europa League e la quarta posizione in campionato, che vale nuovamente l'accesso in Europa League.
 
Nonostante Reja abbia centrato per il secondo anno consecutivo la qualificazione in [[Europa League]], il tecnico friulano e la Lazio decidono di comune accordo di intraprendere strade differenti in vista della stagione [[Serie A 2012-2013|2012-13]]: il patron Lotito e il direttore sportivo [[Igli Tare|Tare]] decidono così di puntare sull'allenatore bosniaco naturalizzato svizzero [[Vladimir Petković]]. Il nuovo coach biancoceleste imposta la propria formazione con un disegno tattico ben più offensivo rispetto al passato, che porta il club biancoceleste al settimo posto in campionato. In Europa League la Lazio si ferma ai quarti di finale contro il {{Calcio Fenerbahce|N}}. In [[Coppa Italia 2012-2013|Coppa Italia]] la Lazio supera {{Calcio Siena|N}}, {{Calcio Catania|N}}, {{Calcio Juventus|N}} e i rivali della Roma in finale, dove la sfida è decisa da un gol di [[Senad Lulić]], che porta in bacheca la sesta Coppa Italia nella storia del club.
[[File:Senad Lulic Lazio Auronzo 2016.jpg|upright=0.7|thumb|left|[[Senad Lulić]], colui che il 26 maggio 2013 ha deciso con la sua rete la finale di [[Coppa Italia 2012-2013]] in uno storico [[derby di Roma]].]]
 
Il 18 agosto [[2013]] viene battuta dalla Juventus per 4-0 nella [[Supercoppa italiana 2013|Supercoppa italiana]]. Petković, a campionato in corso, si era già accordato con la [[Nazionale di calcio della Svizzera|Nazionale svizzera]], ritrovandosi così ad essere contemporaneamente allenatore della Lazio e commissario tecnico della Svizzera, ma la situazione andrà avanti solo per poche settimane alla luce dei risultati poco soddisfacenti e di profonde incomprensioni con la dirigenza che porteranno anche alle vie legali. Il 4 gennaio 2014, il presidente Lotito decide così di sostituirlo con Edy Reja, già suo predecessore.
 
La squadra romana chiude il campionato 2014 al nono posto, raggiungendo i sedicesimi di finale di Europa League con Reja in panchina.
 
Il 12 giugno 2014 il tecnico friulano è rilevato dall'incarico e il suo posto affidato a [[Stefano Pioli]].<ref>[http://www.sslazio.it/news/news/1-news/4673-stefano-pioli-e-il-nuovo-allenatore-della-ss-lazio.html Stefano Pioli è il nuovo allenatore della S.S. Lazio]</ref> Al suo primo anno sulla panchina laziale, Pioli conquista il terzo posto e la conseguente qualificazione ai preliminari di Champions League. In [[Coppa Italia 2014-2015|Coppa Italia]] la Lazio arriva in finale dopo aver estromesso {{Calcio Bassano Virtus|N}}, {{Calcio Varese|N}}, {{Calcio Torino|N}}, {{Calcio Milan|N}}, perdendo con la Juventus per 2-1 ai supplementari.
 
==== 2015- ====
L'8 agosto 2015 la Lazio di Pioli perde la [[Supercoppa italiana 2015|Supercoppa italiana]] per 2-0 contro la Juventus, uscendo sia dalla Champions (contro il {{Calcio Bayer Leverkusen|N}} nei preliminari) sia dalla Europa League (contro lo {{Calcio Sparta Praga|N}} ai sedicesimi di finale). Il 3 aprile 2016, dopo la ''débacle'' nel [[Derby di Roma|derby]] perso per 4-1, il presidente Lotito decide per l'esonero di Pioli e promuove dalla squadra Primavera il tecnico [[Simone Inzaghi]]. Dopo una controversa estate che vede il mancato arrivo a Roma di [[Marcelo Bielsa]], scelto come tecnico ma che rassegna le sue dimissioni a pochi giorni dal ritiro precampionato, la squadra viene affidata nuovamente a Simone Inzaghi. ll tecnico piacentino partito tra lo scetticismo generale, guida la squadra ad una buona stagione, conquistando l'accesso all'Europa League con tre giornate di anticipo oltre a raggiungere una nuova finale di Coppa Italia persa ancora contro la Juve. Inzaghi inoltre fa esordire in prima squadra diversi ragazzi da lui allenati nelle giovanili ottenendo da loro buone prestazioni.
 
La stagione 2017-18 si apre con la conquista della [[Supercoppa italiana 2017|Supercoppa italiana]] ai danni della Juventus sconfitta 3-2 all'Olimpico.
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
=== Voci generiche e liste ===
* [[Storia del calcio italiano]]
* [[Evoluzione del calcio italiano]]
 
=== Voci affini ===
* [[Società Sportiva Lazio#Cronologia]]
* [[Palmarès della Società Sportiva Lazio]]
* [[Società Sportiva Lazio#La Lazio e la Nazionale italiana]]
* [[Società Sportiva Lazio#La Lazio nella cultura di massa]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.sslazio.it/|Sito ufficiale della Società Sportiva Lazio}}
* {{cita web|http://www.enciclopediadelcalcio.it/Lazio1.html|Enciclopedia del calcio}}
 
{{Sport Lazio navbox}}
{{Portale|calcio|Roma}}
 
{{portale|cinema}}
[[Categoria:S.S. Lazio (calcio)]]
[[Categoria:Storia delle squadre di calcio|Lazio]]