Valencia e Luigi Canali (partigiano): differenze tra le pagine

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{{citazione| Non ricordo che dei popoli siano riusciti a molto con la sola disciplina. Sono anzi sicuro che senza un substrato nel campo economico, o sociale, o morale, o religioso, nulla di veramente notevole possa attuarsi. Anzi sono convinto che, senza tale substrato, la disciplina non sia altrimenti attuabile che come manifestazione della paura e dell'ignoranza|Luigi Canali<ref>Luciano Garibaldi, ''La pista inglese'', ARES, Milano, 2002, pag. 149.</ref>}}
{{Avvisounicode}}
{{Infobox militare
{{nota disambigua}}
|Nome = Luigi Canali
{{nota disambigua|la città italiana|[[Valenza (Italia)]]}}
|Immagine = Neri0.jpg
{{nota disambigua|la provincia romana|[[Valentia (provincia romana)]]|Valentia}}{{Divisione amministrativa
|Nome = Valencia
|Nome ufficiale = {{Va}} València
|Panorama = Collagevalencia.JPG
|Didascalia =
|Soprannome = ''Capitano Neri''
|Stemma = Coat of Arms of Valencia (Spain).svg
|Data_di_nascita = 6 marzo [[1912]]
|Bandiera = Flag of the Land of Valencia (official).svg
|StatoNato_a = ESP[[Como]]
|Data_di_morte = ''presumibilmente'' 7 maggio [[1945]]
|Grado amministrativo = 3
|Morto_a =
|Divisione amm grado 1 = Valencia
|Cause_della_morte = probabile omicidio
|Divisione amm grado 2 = Valencia
|Luogo_di_sepoltura = ignoto
|Amministratore locale =
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Partito =
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Data elezione =
|Nazione_servita = [[Italia]]
|Data istituzione =
|Forza_armata =
|Latitudine decimale = 39.483333
|Arma =
|Longitudine decimale = -0.366667
|Corpo = [[Corpo volontari della libertà|CVL]]
|Altitudine = 16
|Specialità =
|Superficie = 134.65
|Note superficieUnità =
|AbitantiReparto = 810064
|Anni_di_servizio =
|Note abitanti =
|Grado = [[Capo di stato maggiore]]
|Aggiornamento abitanti = 2008
|SottodivisioniFerite =
|Comandanti =
|Divisioni confinanti = [[Albal]], [[Albalat dels Sorells]], [[Alboraya]], [[Albuixech]], [[Alfafar]], [[Alfara del Patriarca]], [[Almàssera]], [[Bétera]], [[Bonrepòs i Mirambell]], [[Burjassot]], [[Catarroja]], [[Foios]], [[Godella]], [[Massalfassar]], [[Massamagrell]], [[Massanassa]], [[Meliana]], [[Mislata]], [[Moncada (Spagna)|Moncada]], [[Museros]], [[Paiporta]], [[Paterna]], [[Picanya]], [[Quart de Poblet]], [[Rocafort]], [[Sedaví]], [[Silla (Spagna)|Silla]], [[Sollana]], [[Sueca]], [[Tavernes Blanques]], [[Vinalesa]], [[Xirivella]]
|Guerre = [[Resistenza italiana]]
|Lingue =
|Campagne =
|Codice postale = da 46000 a 46026
|Battaglie =
|Prefisso = (+34) 96
|Comandante_di = [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"]]
|Fuso orario = +1
|Decorazioni =
|Codice statistico =
|Studi_militari =
|Codice catastale =
|TargaPubblicazioni = V
|Frase_celebre =
|Nome abitanti = valenciani ([[lingua italiana|ita.]]), valencianos ([[lingua spagnola|spa.]]), valencians ([[lingua valenziana|val.]])
|Altro_lavoro = Ragioniere
|Patrono =
|FestivoAltro_campo =
|RaggruppamentoAltro =
|MappaNote =
|Ref =
|Didascalia mappa =
}}
|Sito =[http://www.visitvalencia.com/it/home Informazione Turistica di Valencia]
{{Bio
|Nome = Luigi Pietro
|Cognome = Canali
|PostCognomeVirgola = nome di battaglia '''Neri''' ma comunemente chiamato '''Capitano Neri'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Como
|GiornoMeseNascita = 16 marzo
|AnnoNascita = 1912
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 7 maggio
|AnnoMorte = 1945
|Epoca = 1900
|Attività = partigiano
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = intellettuale, attivo militante comunista e antifascista. Fu [[Capo di stato maggiore]] della [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"]], vice Comandante del Raggruppamento Brigate d'Assalto Garibaldi Lombardia del Comasco e della bassa Valtellina e Comandante della 1ª Divisione Garibaldi
}}
'''Valencia'''<ref>Come da lemma [http://www.treccani.it/enciclopedia/valencia http://www.treccani.it/enciclopedia/valencia/] dell'[[Enciclopedia Treccani]].</ref> (in [[valenziano|valenciano]] '''València''', [[International Phonetic Association|IPA]] {{IPA|[vaˈɫensia]}},<ref>Nonostante lo standard di scrittura imponga l'accento grave, a València il nome della città viene pronunciato con e chiusa. L'omografo "valència", con il significato di "valenza [chimica]" è regolarmente pronunciato con vocale aperta.</ref> in [[lingua castigliana|castigliano]] '''Valencia''' {{IPA|[baˈlenθja]}}, in <nowiki>[[Lingua italiana|italiano]]</nowiki> (desueto) '''Valenza''') è la terza [[città della Spagna]] [[Lista dei comuni spagnoli con più di 50.000 abitanti|per numero di abitanti]], dopo [[Madrid]] e [[Barcellona]]. È il capoluogo della [[Comunità Valenzana]] o Paese Valenziano, ed è situata nella parte sud-orientale del paese. La popolazione della città è di 810.064 abitanti ([[2008]]); l'[[area metropolitana]] ha 1.832.274 abitanti in 1.407 [[chilometro quadrato|km²]], con una densità di 1.302 ab./km².
 
== [[Toponimo]] ==
I [[Civiltà romana|Romani]], che fondarono la città nel [[II secolo a.C.]], la chiamarono ''Valentia Edetanorum'', che significa "città forte degli [[Edetani]]", una tribù iberica insediata nella zona.
 
Sotto i [[Mori (storia)|Mori]] fu nota come ''Balansiya''. Tramite cambiamenti di suono regolari è diventata quindi ''Valencia''.
 
Attualmente viene ufficialmente riconosciuta la denominazione bilingue València/Valencia, che vale anche per la provincia omonima. Colloquialmente in valenziano la città è chiamata anche ''Cap i Casal'', ossia [[capitale (città)|capitale]].
 
== Storia ==
=== I Romani ===
''Valentia Edetanorum'' venne fondata dai Romani nel [[138 a.C.]], sotto il console [[Decimo Giunio Bruto Callaico]], lungo la riva destra del fiume [[Turia (fiume)|Turia]], sul luogo di un antico insediamento [[iberi]]co. Nel [[75 a.C.]] la città fu distrutta nel corso della guerra tra [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] e [[Quinto Sertorio|Sertorio]], e il sito abbandonato per almeno cinquant'anni. A metà del [[I secolo]] d.C. la città rifiorì, con l'arrivo di nuovi abitanti dalle zone vicine, l'ampliamento urbano e la costruzione di grandi opere pubbliche.
 
Con la crisi dell'[[Impero romano]] nel [[III secolo]] per Valencia iniziò un lungo periodo di decadenza. Il numero degli abitanti diminuì, interi quartieri si spopolarono, le infrastrutture pubbliche caddero in abbandono. A quel periodo si può far risalire la prima comunità [[Cristianesimo|cristiana]] a Valencia, che ebbe in San Vincenzo martire, ucciso nel [[304]], la sua prima figura di riferimento. Fu proprio la chiesa, nei secoli successivi, a riempire il vuoto di potere lasciato dall'impero, prendendo in mano l'amministrazione della città e dando impulso ad un parziale recupero urbano con la costruzione di templi cristiani sui ruderi di quelli romani.
 
=== I visigoti ===
All'inizio del [[V secolo]] cominciarono le invasioni dei [[visigoti]] nella [[penisola iberica]], che dominarono fino al [[711]], quando furono cacciati dagli [[arabi]]. Nel periodo visigoto Valencia assunse importanza dal [[554]] al [[625]], quando, grazie alla sua posizione strategica, fu sede di contingenti militari e fortificazioni contro le truppe dell'[[Impero Romano d'Oriente]]. Queste ultime erano riuscite infatti a portare la frontiera dell'Hispania [[bizantina]] fino a una ventina di chilometri a sud della città, a ridosso del fiume Xúquer (Júcar).
 
=== Gli arabi ===
Nel [[711]] il regno dei visigoti venne schiacciato dall'invasione araba e berbera. Valencia, ovvero ''Balansiya'' (la denominazione in uso presso i musulmani) progressivamente assorbì gli usi, la lingua, la cultura e la religione dei suoi nuovi abitanti. Anche l'assetto urbanistico cambiò: fu costruito il palazzo della Rusàfa (che, riprendendo il nome d'una residenza califfale a [[Damasco]], diede il nome a uno dei quartieri della città), venne creata una prima cerniera di coltivazioni al di fuori della città (in corrispondenza dell'attuale ''barrio del Carmen'') e l'antica sede episcopale visigota fu convertita nella piazza della residenza del governatore (''wālī''), nominato dal califfo di [[Cordova]] nel periodo del [[califfato di Cordova]].
 
Valenzia tornò in auge dopo la caduta degli [[Omayyadi]] di [[Cordova]] nel [[1010]], con la creazione di una propria ''[[taifa]]'' o regno indipendente che si organizzò grazie a due liberti di [[Almanzor]] (al-Mansūr Ibn Abī 'Āmir), il grande Reggente dell'ultimo periodo califfale.
Dopo la morte del primo, Mubārak, il secondo (Muzaffar) fu cacciato dalla popolazione che chiamò alla guida del regno valenziano Labīb, anch'egli un affrancato di origine slava che si pose sotto la protezione del [[conte di Barcellona]].
 
Nel corso delle agitate vicende che contrassegnarono per i musulmani la seconda metà dell'XI secolo, Valencia dovette difendersi dal sovrano [[Ferdinando I di Castiglia]], alleato per l'occasione al sovrano musulmano di [[Toledo]], al-Mà'mūn ibn Dhū l-Nūn che riuscì però a detronizzare il giovane sovrano valenziano 'Abd al-Malik ibn 'Abd al-'Azīz, detto al-Muzaffar (il Trionfatore).
 
Dopo un periodo in cui Valencia fu governata dai signori musulmani di Toledo, la città cadde sotto il controllo del re di [[Castiglia]] [[Alfonso VI di Castiglia|Alfonso VI]] nel [[1085]].
La città in tutto questo periodo si ampliò e fu necessario costruire una nuova cinta muraria. Nel [[1094]] Rodrigo Díaz de Vivar, detto [[El Cid]], conquistò Valencia (la sua vittoria venne immortalata nel poema ''[[Poema del mio Cid|Cantar de mio Cid]]''), ma la città ritornò ancora una volta sotto controllo musulmano quando, nel [[1102]], l'arrivo dei [[berberi]] [[Almoravidi]] dal Nordafrica mutò ancora gli equilibri istituzionali del regno, con la conquista di Valenzia, abbandonata dalla vedova di El Cid, [[Jimena Díaz|Jimena]], dopo essere stata data alle fiamme.
Fino a metà del XII secolo Valenzia fu retta da governatori almoravidi e, dopo un breve periodo in cui la città recuperò una sua autonomia legando la sua sorte a quella di [[Murcia]], Valenzia si pose per 4 anni sotto la sovranità di [[Ibn Mardanīsh]] prima di ribellarsi a lui.
Con l'arrivo dal Nordafrica dei soldati berberi musulmani degli [[Almohadi]] verso il [[1172]], Valenzia perse di nuovo la sua indipendenza fino al 28 settembre [[1238]] allorché la città cadde definitivamente nelle mani del re [[Aragona|aragonese]] [[Giacomo I d'Aragona]] entrando definitivamente a far parte dei suoi domini.
 
=== Il regno di Valencia ===
{{vedi anche|Regno di Valencia}}
Re [[Giacomo I di Aragona]] conquistò la città nel [[1238]] e la incorporò nell'appena costituito [[Regno di Valencia|Regno di Valenzia]], uno dei regni che formavano la [[Corona d'Aragona]]. Dopo cinque secoli finiva così la dominazione araba, e gli abitanti musulmani furono presto espulsi dalla città. Il Re promulgò nuove leggi per la città, note come ''els Furs'', che in seguito vennero estese a tutto il regno.
 
Dopo, nel secolo XIV/XV, il re diede alla città una nuova bandiera: quattro sottili bande rosse orizzontali su campo giallo con a sinistra un'ornata banda verticale azzurra. Il drappo rappresentava l'[[Aragona]] (la cui bandiera era formata da quattro strisce rosse verticali su campo giallo) che raggiungeva il mare. La punta dell'asta della bandiera era decorata con un [[pipistrello]] (''rat penat''), simbolo del regno, che sarebbe poi stato aggiunto, a partire dal [[XVI secolo]], allo stemma della città.
 
Il secolo XIV fu abbastanza travagliato per Valenzia. La [[peste nera]] del [[1348]] e le successive epidemie ne dimezzarono la popolazione. Venne costruita una nuova cinta muraria per difendersi dagli attacchi dei [[castiglia]]ni, che vennero respinti per due volte, nel [[1363]] e nel [[1364]]. Come riconoscimento, il re concesse alla città il titolo di ''dos veces leal'' ("due volte leale"), rappresentato dalla due L che tuttora campeggiano nello stemma cittadino. Nel [[1391]], in seguito ad un tumulto popolare, gli [[ebrei]] che vivevano in città furono cacciati o costretti a convertirsi forzatamente al cristianesimo.
 
=== Il secolo d'oro ===
[[File:Llonja2.jpg|thumb|La ''Lonja de la Seda'', simbolo del periodo d'oro valenziano]]
A un periodo così negativo seguì uno straordinario rinascimento economico e culturale, al punto che il [[XV secolo]] è chiamato "il secolo d'oro valenciano".
 
Grazie al suo porto sul Mediterraneo, Valencia divenne uno dei principali centri commerciali d'[[Europa]]. Già dal [[1283]] era attivo il ''Consolat de Mar'', istituzione mercantile che regolava il commercio marittimo. Nel [[1408]] venne creata anche la ''Taula de Canvis i Deposits'', una banca municipale destinata a finanziare le attività mercantili. Furono i banchieri valenciani a prestare denaro a [[Isabella I di Castiglia]] per il viaggio di [[Cristoforo Colombo]] del [[1492]]. La [[Lonja de la Seda]] (la'' Borsa della [[Seta]]''), [[architettura gotica|edificio gotico]] destinato alle contrattazioni mercantili, venne costruita alla fine del secolo; il monumento, simbolo del potere e del prestigio di Valencia in quell'epoca, è stato inserito dall'[[UNESCO]] nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|Patrimoni dell'umanità]].
 
Lo sviluppo economico favorì le arti e la cultura. A Valencia si trovava la prima pressa da stampa della [[penisola iberica]]; nel [[1478]] venne stampata la prima Bibbia in una [[lingua neolatina]], attribuita a [[Bonifaci Ferrer]]. Lo scrittore [[Joanot Martorell]], autore di ''[[Tirant lo Blanch]]'', ed il poeta [[Ausiàs March]] furono famosi valenciani dell'epoca. La città si arricchì di monumenti: oltre alla Lonja, risalgono a quel periodo il ''[[Micalet]]'' (il campanile della [[cattedrale di Santa Maria (Valencia)|cattedrale di Santa Maria]]) e le ''[[Torres dels Serrans]]''.
 
=== L'età moderna ===
Ironia della sorte, la spedizione di Colombo finanziata dai capitali valenciani determinò la fine del periodo d'oro della città. Con la [[scoperta dell'America]] l'asse del commercio mondiale si spostò dal Mediterraneo all'[[Oceano Atlantico]]. Valencia rimase fuori dalle principali rotte internazionali, e l'attività mercantile si contrasse notevolmente.
 
La città perse di importanza economica e culturale. Nei due secoli seguenti passò vicende storiche analoghe a quelle di altre città spagnole: l'[[Inquisizione]], la [[Controriforma]], il processo di [[castiglianizzazione]], l'espulsione degli ultimi ebrei e arabi, le crescenti proteste popolari contro la monarchia e la nobiltà.
 
Durante la [[guerra di successione spagnola]], Valencia si schierò con [[Carlo VI d'Austria|Carlo d'Austria]]. Dopo la vittoria dei [[Borbone|Borboni]] nella [[battaglia di Almansa]] il 25 aprile [[1707]], la città ed il regno persero i privilegi (''els Furs'') concessi quattro secoli prima da Giacomo I d'Aragona e dovette accettare le leggi e gli usi della [[Castiglia]].
 
Nel [[XVIII secolo]] ci fu una ripresa economica legata alle attività manifatturiere, in particolare l'[[industria tessile]] della [[seta]] che, secondo fonti dell'epoca, dava lavoro (anche grazie all'indotto) a più di 25.000 persone. Il porto rimaneva però in disuso, al punto che le sete prodotte a Valencia venivano trasportate via terra fino a [[Cadice]], dove poi venivano imbarcate ed esportate nel resto del mondo.
 
Dopo lo sconvolgimento della [[Rivoluzione Francese]], e l'insurrezione popolare di [[Madrid]] del 2 maggio [[1808]], anche i valenciani preserono le armi e si sollevarono il 23 maggio [[1808]]. Resistettero per due volte agli assalti delle truppe di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], ma al terzo attacco, il 9 gennaio [[1812]], i francesi riuscirono ad entrare in città. Se ne andarono un anno dopo.
 
Il re [[Ferdinando VII di Spagna|Ferdinando VII]] rientrò in Spagna nel [[1814]] proprio da Valencia, e ripristinò la [[monarchia assoluta]]. Seguì un periodo di forti conflitti tra opposte fazioni in tutta la Spagna. A Valencia il rappresentante del re venne incarcerato e giustiziato nel [[1820]] all'inizio del cosiddetto "triennio liberale", a cui seguì dal [[1823]] al [[1833]] un decennio di restaurazione e repressione.
 
La morte di Fernando VIII nel 1833 pose fine alla monarchia assoluta. Si aprì così un'epoca di grandi cambiamenti per tutta la Spagna, quindi anche a Valencia, con la riforma delle cariche pubbliche e dell'amministrazione statale e locale. Grazie anche all'economia fiorente, la popolazione raddoppiò e la città si espanse, incorporando i paesi della periferia. Vennero realizzate importanti infrastrutture, tra cui la rete dell'acqua potabile nel [[1850]] e della corrente elettrica nel [[1882]]. Nel [[1865]] vennero abbattute le antiche mura cittadine, e cominciò l'urbanizzazione delle zone a ovest e a sud del centro storico. Fu creato il quartiere [[Architettura modernista|modernista]] dell'''Ensanche'' o ''Eixample''. Nella seconda metà del secolo nacque un movimento di riscoperta della lingua e delle tradizioni valenciane, detto ''[[Renaixença]]''.
 
=== Il XX secolo ===
[[File:Estació del Nord (Ciutat de València), vista exterior.jpg|thumb|La ''Estación del Norte'']]
Il ''boom'' edilizio continuò nei primi decenni del secolo successivo. Vennero costruiti il mercato centrale e il mercato Colon; nel [[1921]] venne terminata la stazione ferroviaria detta ''[[Estación del Norte]]''. L'economia fiorente si basava principalmente sull'agricoltura (soprattutto agrumi, esportati in tutto il mondo), sulla metallurgia e sull'industria di lavorazione del [[legno]].
 
Nel novembre [[1936]], dopo la caduta di [[Madrid]] nella [[guerra civile spagnola]], la capitale della Repubblica venne spostata a Valencia. La città soffrì per oltre due anni il blocco e l'assedio delle forze di [[Francisco Franco]], che entrarono in città il 30 marzo [[1939]]. Il periodo postbellico fu duro per i valenciani, a cui il regime tolse anche la libertà linguistica: parlare o insegnare il catalano era proibito, usare tale lingua era un [[reato]].
 
Il 14 ottobre [[1957]] il fiume Turia straripò, uccidendo molti valenciani in quella che viene considerata la peggiore alluvione della storia della città. In seguito il fiume venne deviato lungo un corso alternativo, lontano dalla città; il vecchio letto asciutto venne convertito in un parco, il ''[[Jardin del Turia]]'', che attraversa la città e ne è una delle principali attrattive.
 
Dopo la morte di Franco nel [[1975]] e l'approvazione della [[Costituzione spagnola]] nel [[1978]], venne riconosciuta alla [[Comunità Valenciana]], di cui Valencia è capoluogo, lo statuto di autonomia.
 
Tra la fine del XX secolo e l'inizio del [[XXI secolo]] a Valencia sono stati realizzati numerosi progetti architettonici e urbanistici, che hanno trasformato ulteriormente la città. Il più imponente è la [[Città delle Arti e delle Scienze di Valencia|Città delle Arti e delle Scienze]], un nuovo quartiere a sud est del centro progettato dall'architetto valenziano [[Santiago Calatrava]].
[[File:Dalla Torre del Micalet cut.jpg|thumb|center|upright=3.2|Panoramica della città, dalla [[Torre del Micalet]]]]
 
== Clima ==
Valencia gode di un [[clima mediterraneo]] mite e umido. La temperatura media annuale è di 17,8&nbsp;°C, con valori che oscillano dagli 11,5&nbsp;°C di gennaio ai 25,5&nbsp;°C di agosto. Le precipitazioni, con una media di 454&nbsp;mm all'anno, si concentrano nella stagione autunnale, dove di solito sono molto intense.
 
{| style="text-align:right;width=100%"
|+ Osservatorio di Valencia (città)<br />Valori medi mensili (1971-2000)
|- style="background:#efefef;"
! !! gen !! feb!! mar!! apr !! mag !! giu !! lug !! ago !! set !! ott !! nov !! dic !! media
|-
| align=left| Massima (°C) ||16,1 || 17,2 || 18,7 || 20,2 || 22,8 || 26,2 || 29,1 || 29,6 || 27,6 || 23,6 || 19,5 || 16,8 || 22,3
|-
| align=left| Minima (°C) ||7,0 || 7,9 || 9,0 || 10,8 || 14,1 || 17,9 || 20,8 || 21,4 || 18,6 || 14,5 || 10,4 || 8,1 || 13,4
|-
| align=left| Precipitazioni (mm)||36|| 32|| 35|| 37|| 34|| 23|| 9|| 19|| 51|| 74|| 51|| 52|| 38
|}
 
[[File:Clima Valencia (España).PNG|left|380px]]<br clear="all" />
 
== Economia ==
Valencia ha goduto di una forte crescita economica nell'ultimo decennio, dovuta in gran parte a turismo e costruzioni, secondo un modello di sviluppo che ha portato all'occupazione con edifici di molte aree rurali. Inoltre, l'implementazione della Legge regolatrice della attività urbanistica (LRAU) da parte del governo di Valencia, è stata altamente controversa per i meccanismi espropriativi che metteva in opera. La questione fu oggetto di uno scottante documentario trasmesso nel 2005 dal secondo canale televisivo nazionale (TVE2).
 
I critici sostengono che questa legislazione (concepita, in teoria, per proteggere il terreno rurale) viene abusata a favore di un grande sviluppo urbano e industriale. Il Comitato delle Petizioni dell'[[Unione Europea]] ha prodotto nel 2004 una relazione sulla questione, sostenendo che il governo valenziano stava infrangendo dei diritti basilari europei. Gli ambasciatori degli stati membri dell'UE, in rappresentanza dei loro cittadini, hanno protestato con le autorità spagnole e la questione è stata deferita alla [[Corte Europea dei diritti dell'uomo]]. L'ampia copertura del caso offerta dai media esteri minaccia la locale industria del "turismo residenziale".
 
I prodotti agricoli prevalenti sono gli agrumi, mentre i principali distretti industriali riguardano le raffinerie.
 
== Persone legate a Valencia ==
*[[Vincenzo Ferrer]], santo
*[[Giovanni de Ribera]], vescovo e santo
*[[Michelotto Corella]], sicario di [[Cesare Borgia]]
*[[Joanot Martorell]], scrittore
*[[Vicente Blasco Ibáñez]], scrittore
*[[Vicente March]], pittore
*[[Joaquín Sorolla]], pittore
*[[Concha Piquer]], cantante e attrice
*[[Luigi Bertrando]], missionario e santo
*[[Faustino Pérez-Manglano Magro]], venerabile
*[[Ignacio Pinazo Camarlench]], pittore
*[[Santiago Calatrava]], architetto
*[[Javi Navarro]], ex calciatore del Siviglia
*[[Lluís Dalmau]], pittore
*[[Victoria Francés]], illustratrice
*[[Micaela Desmaisières y López Dicastillo y Olmeda]], santa
*[[Paco Roca]], fumettista
 
Ebbe un ruolo di primo piano durante i "fatti di [[Dongo (Italia)|Dongo]]" e nell'esecuzione di [[Benito Mussolini]] il 28 aprile 1945. Secondo alcune versioni è ritenuto colui che scaricò due colpi di pistola ''di grazia'' sul corpo ormai agonizzante del Duce<ref>G. Cavalleri, F. Giannantoni, M. J. Cereghino, ''La fine. Gli ultimi giorni di Benito Mussolini nei documenti dei servizi segreti americani (1945-1946)'', Garzanti, 2009.</ref>.
== Cultura ==
Valencia è famosa per [[Las Fallas]]: una festa popolare che si celebra in onore a San Giuseppe tra il 15 ed il 19 marzo, per la ''[[paella]] valenciana'', per "l'[[horchata]] de [[chufa]]" (in valenziano "orxata") e per la nuova [[Città delle arti e delle scienze]].
 
== Biografia ==
Inoltre, a Valencia ha luogo ogni anno il prestigioso ''Certamen Internacional de Bandas de Música Ciudad de Valencia'', una manifestazione nata più di un secolo fa ([[1886]]) e che è considerata dagli esperti il più prestigioso concorso per orchestre di [[strumenti a fiato|fiati]] dopo il ''World Music Contest'' di [[Kerkrade]] ([[Paesi Bassi]]).
=== La giovinezza e la partecipazione alla Guerra d'Etiopia e alla spedizione in Russia ===
Luigi Pietro Canali nasce a [[Como]] in via Rienza il 16 marzo 1912 in una famiglia modesta e progressista. Suo padre Edoardo è infermiere, la madre Maddalena Zanoni tessitrice. A quindici anni trova lavoro come apprendista contabile in una piccola azienda, ma continua gli studi per corrispondenza per poter ottenere il diploma di ragioniere. Conosce discretamente il francese e l'inglese e si applica allo studio dell'esperanto. A sedici anni si trasferisce come impiegato alla Società [[Funicolare Como-Brunate]].
 
Nel [[1935]] viene chiamato alle armi e destinato al [[Guerra d'Etiopia|fronte etiopico]] dove rimarrà fino al luglio [[1938]] come sergente radiotelegrafista della 74ª Compagnia del [[Genio militare]] di stanza ad [[Amba Alagi]]. Il 22 aprile [[1936]] scrive alla madre:
Lo scrittore valenziano [[Vicente Blasco Ibáñez]] raccontò la città e il suo circondario in cinque romanzi: ''Arroz y tartana'' (1894), ''Flor de Mayo'' (1895), ''La barraca'' (1899), ''Entre naranjos'' (1900), ''Cañas y barro'' (1902).
{{citazione|Saremo in mezzo milione, contro negri forti della metà e male armati, senza aviazione. Loro muoiono a decine di migliaia. Noi facciamo ancora gli elenchi nominativi precisi delle vittime, tanto sono poche. E ciononostante gli eroi siamo noi. Personalmente, sento di aver fatto sforzi materiali e morali di maggior portata nella vita civile, senza che nessuno m'abbia detto niente<ref>Luciano Garibaldi, ''cit.'', p. 148.</ref>.}}
 
Al rientro dall'[[Africa]] trova lavoro presso la società idroelettrica "Comacina", ottiene il diploma di ragioniere alle scuole serali e si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, riuscendo a superare con successo alcuni esami. Durante il [[Seconda guerra mondiale|conflitto mondiale]] viene inviato sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]] come capitano del [[Genio militare|Genio]]. Qui tenta, senza riuscirci, di formare una banda partigiana antifascista con dei commilitoni. Rientra in Italia con gli ultimi contingenti il 26 luglio 1943 ed il [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|giorno dell'armistizio]] è a [[Como]] in licenza.
== Università ==
A Valencia esistono due università pubbliche. La storica [[Università di Valencia|Universitat de València]] (UV), fondata nel 1499 col nome di ''Estudi general'', ha tre campus principali ed è molto attiva in quasi tutti i campi del sapere. La si indica spesso col nome di "Universidad Literaria" per distinguerla dalla più recente [[Università politecnica di Valencia|Universidad Politécnica de Valencia]] (UPV), creata nel 1968 e più legata alla scienza e la tecnologia. Esistono, inoltre, un'università privata (la Universidad Católica de Valencia, inaugurata nel 2003) e una sede della UNED (Universidad Nacional de Educación a Distancia).
 
=== Canali comandante partigiano ===
La città ha inoltre una [[Escuela Oficial de Idiomas]], un Conservatorio Superiore di Musica e un Conservatorio Superiore di Danza. Valencia, infine, è sede di un campus della Berklee School of Music ed è sede principale di Musikeon, istituzione di riferimento per la formazione musicale specializzata nel mondo di lingua spagnola.
Canali aderisce al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] di cui diventerà nel settembre 1943 rappresentante del partito nel [[CLN]] comasco, nel giugno 1944 Capo della Giunta militare del [[Corpo volontari della libertà|CVL]] e responsabile militare provinciale all'interno del movimento resistenziale, di cui sarà il principale organizzatore, dimostrando straordinarie doti politiche e militari. Assumendo il nome di battaglia di ''"Capitano Neri"''; insieme a Luigi Clerici, Elio Zampiero, Pietro Terzi, Renato Morandi fonda la [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"|52ª Brigata Garibaldi]]. Quando Luigi Clerici viene arrestato e ucciso dai fascisti, Canali ne assume il comando, aggiungendo al nome della formazione quello del compagno ucciso.
 
Il 27 settembre 1943 sposa Giovanna Martinelli e ha una figlia, Luisella. Il 4 agosto 1944 viene nominato comandante di Brigata, nel settembre 1944 vice comandante del Raggruppamento Divisioni Brigate d'assalto Garibaldi Lombardia del Comasco e della bassa Valtellina, il mese successivo comandante della 1ª Divisione Garibaldi che si trovava in una grave crisi organizzativa e in seguito vice comandante del Raggruppamento lombardo Divisioni d'assalto Garibaldi.
== Trasporti ==
I trasporti pubblici sono forniti dalla ''Ferrocarrils de la Generalitat Valenciana'' (FGV) che opera con la [[metropolitana di Valencia]] (6 linee miste) e altri servizi di treni, tram e autobus. L'[[Aeroporto di Valencia]] è situato a 9&nbsp;km a ovest dalla periferia di Valencia raggiungibile con la metro 3 e 5. In centro alla città è presente la [[Stazione del Nord (Valencia)|stazione ferroviaria del nord]], capolinea delle [[Cercanías di Valencia]].
 
Nel settembre 1944, il comando [[Brigate Garibaldi|garibaldino]] di [[Milano]] gli affianca la staffetta [[Giuseppina Tuissi]] ''"Gianna"'' per i collegamenti tra i reparti<ref>I due vengono definiti "amanti" o "legati sentimentalmente" dalla letteratura. Ma, dalle testimonianze dei compagni che hanno vissuto con loro raccolte dallo storico Giorgio Cavalleri, oltre la certa simpatia e stima che si era creata tra loro, non è mai stato manifestato un comportamento che potesse far supporre che i due fossero amanti. Cfr.: Giorgio Cavalleri, ''Ombre sul lago'', Edizioni Arterigere, 2007, pag 82.</ref>. ''"Neri"'' e la Tuissi sono arrestati il 7 gennaio [[1945]], alla vigilia di un'importante e delicata missione a [[Lugano]], a Villa di [[Lezzeno]] dagli uomini della 11ª [[Brigate Nere|Brigata Nera]] "Cesare Rodini", portati in carcere a [[Como]] e crudelmente torturati<ref>Nell'ottobre 1946, la Corte d'Assise di Como recita in un processo contro aguzzini fascisti: "Le torture che indubbiamente raggiungono il diapason dell'efferatezza appaiono soltanto quelle inflitte al capo partigiano luigi Canali e alla sua compagna Tuissi "Gianna", v. Giorgio Cavalleri, ''Ombre sul lago'', p. 89.</ref>. Successivamente il ''capitano Neri'' riesce a fuggire dal carcere di Como-Borghi e ''"Gianna"'' è rilasciata. In seguito alla fuga, [[Paolo Porta]], con lo scopo di screditarlo presso il Comando delle Brigate Garibaldi, farà circolare la voce del suo tradimento<ref>Vittorio Roncacci, ''cit'', p 91.</ref>.
La città è collegata con l'Alta Velocità [[Alta Velocidad Española|AVE]] di [[Renfe Operadora|Renfe]] a [[Barcellona]] e [[Madrid]] direttamente dalla nuova stazione Joaquin Sorolla inaugurata recentemente.
 
Il 25 febbraio [[1945]], in un retrobottega milanese, si riunisce un tribunale del popolo istituito dalla delegazione per la [[Lombardia]] del comando generale delle Brigate Garibaldi e presieduto da Amerigo Clocchiatti ''"Ugo"''. Pietro Vergani ''"Fabio"'' assume il ruolo di pubblico accusatore dei due partigiani, in un sommario processo e viene emessa una sentenza di condanna a morte per tradimento. I garibaldini comaschi però, conoscendo il loro capitano e la sua staffetta, non sono dell'idea di rendere esecutiva la condanna, tanto che i due, dopo diverse peripezie, ritornano il 21 aprile tra i compagni di lotta che li accolgono e, poiché il grado di [[capitano]] era stato assunto da [[Pier Luigi Bellini delle Stelle]] ''"Pedro"'', nominano Luigi Canali [[Capo di stato maggiore]] della [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"|52ª Brigata]], carica del tutto inusuale tra le [[brigate Garibaldi]]. Al Comando generale non resta che prenderne atto.
== Musei ==
Valencia conta una cinquantina tra musei e sale espositive.
* IVAM, [[Instituto Valenciano de Arte Moderno]]
* Centre del Carme - [[Museo di belle arti di Valencia]]
* MUVIM, Museo valenziano dell'illuminismo e modernità
* [[Città delle Arti e delle Scienze]]
* [[Museo dell'Almoina]]
* [[Museo di preistoria di Valencia]]
 
=== Arresto e uccisione di Mussolini e di Clara Petacci ===
== Monumenti ==
{{Vedi anche|Morte di Benito Mussolini}}
In conseguenza della sua ricca storia e delle varie culture che l'hanno interessata, la città di Valencia è di per sé un museo a cielo aperto, in cui coabitano edifici monumentali centenari e costruzioni ultramoderne.
==== L'arresto e la custodia di Mussolini ====
Il 27 aprile [[1945]], a [[Musso]], ''"Neri"'' partecipa alle delicate trattative con i comandanti di una colonna motorizzata tedesca in ritirata verso il nord, in quanto la forza del nucleo dei partigiani del posto di blocco è decisamente inferiore a quella dei tedeschi. Le trattative si concludono con un accordo: i tedeschi avrebbero potuto proseguire subordinatamente alla consegna dei fascisti al loro seguito, al successivo posto di blocco di [[Dongo (Italia)|Dongo]], dopo alcuni chilometri. Tra i catturati, il partigiano [[Urbano Lazzaro]] riconosce ed arresta [[Benito Mussolini]]; al suo seguito, l'amante [[Claretta Petacci]] e sei ministri della [[Repubblica di Salò]], oltre a numerose altre personalità.
 
In attesa di decisioni in merito, e temendo per la sua incolumità, l'ex duce è trasferito nella caserma della [[Guardia di Finanza]] di [[Germasino]], un paesino sopra Dongo. Nello stesso tempo, i prigionieri rimasti a [[Dongo (Italia)|Dongo]], vengono interrogati e schedati dal ''"Capitano Neri"'' e separati in tre gruppi distinti: alcuni vengono trasferiti anch'essi a [[Germasino]], i ministri rimangono rinchiusi nei locali del municipio ed altri distribuiti nell'ex caserma del carabinieri ed in case private. ''"Gianna"'' esegue l'inventario di tutti gli ingenti [[Oro di Dongo|valori e beni, e documenti]] sequestrati ai componenti della colonna.
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File:Llonja2.jpg|''[[Llotja de la Seda]]'' ([[Patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]])
File:ValenciaLonja1_22-2-03.JPG|Llotja de la Seda (interno)
File:Mercado Central de Valencia1.JPG|Il mercato
File:Plaza de Toros 2.jpg| ''[[Plaza de Toros de Valencia]]'' costruita tra il [[1850]] e il [[1860]]
File:Catedral valencia.jpg|[[Cattedrale di Santa Maria (Valencia)|Cattedrale di Santa Maria]]
File:VALENCIA ES Cathedral alabaster windows.jpg|La cattedrale (interno)
File:Torres de Serrano.JPG|''[[Torres de Serrans]]''
File:Torres de Quart.png|''[[Torres de Quart]]''
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Alle 23.30 Mussolini viene condotto in cella per la notte ma, all'1.00, viene svegliato e fatto salire su una vettura, con il capo fasciato per non essere riconosciuto. Di nuovo a Dongo, Mussolini è riunito alla Petacci, su richiesta di quest'ultima; poi, i due prigionieri sono fatti salire su due vetture, con a bordo anche ''"Pedro"'', il partigiano [[Michele Moretti]] ''"Pietro"'', il ''Capitano Neri'' e la [[Tuissi]] '"Gianna'" Sandrino<ref>Ferruccio Lanfranchi, ''Parla Sandrino uno dei cinque uomini che presero parte alla seconda esecuzione di Mussolini'', in: ''Corriere d'Informazione'', 22-23 ottobre 1945</ref> e condotti verso il basso lago.
=== Architetture contemporanee ===
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File:Valencia-L'Oceanogràfic2.jpg|L'[[Parco oceanografico di Valencia|Oceanogràfic]]
File:ValenciaHemisphere2corr.jpg|L'[[Hemisfèric]]
File:Puente de las flores (valencia).png|[[Puente de las Flores]]
File:Ciutat de les Arts i les Ciències - L'Umbracle.jpg|'''[[L'Ombracolo]]'''
File:Valencia-L'Oceanogràfic.jpg|Entrata del [[Parco oceanografico di Valencia|Parco Oceanografico]]
File:Valencia ES L Hemisferic BIG.jpg|L'[[Hemisfèric]]
File:Puente de la Exposición (Calatrava).png|[[Puente de la Exposicion]]
File:IVAM 1.png|[[IVAM]]
File:Valencia Iberdrola.jpg|Modernissimo grattacielo in via de Menorca, sede dell'Iberdrola.
File:Ciudad de las Artes y las Ciencias, Valencia.jpg|Palau de les Arts Reina Sofía
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''Neri'', d'accordo con Moretti, è del parere di trasferire Mussolini in una baita a [[Brunate]], sopra Como, per consegnarlo alle forze alleate inglesi cui aveva avuto riparo durante la fuga dal carcere<ref> Franco Servello Luciano Garibaldi 'PERCHè UCCISERO MUSSOLINI E CLARETTA'</ref>. Giunti a [[Brienno]], tuttavia, ci si rende conto che è troppo rischioso procedere oltre<ref>Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni e Mario J. Cerighino, ''cit.'', pp. 57-58</ref>. L'intenzione di ''"Pedro"'' è invece di porre in salvo Mussolini, essendo stato contattato dal tenente colonnello Sardagna, rappresentante del CVL a Como - su ordine del comandante generale [[Raffaele Cadorna Junior|Raffaele Cadorna]] - che aveva predisposto un traghettamento del prigioniero dal molo di [[Moltrasio]] sino alla villa superprotetta sul [[Lago di Como]] dell'industriale Remo Cademartori. ''"Pedro"'' riesce quindi a convincere il gruppo a dirigersi verso Moltrasio ma, giunti sul molo, non viene rinvenuta nessuna imbarcazione<ref>Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni e Mario J. Cerighino, ''cit.'', pp. 56-57</ref>.
== Lingue ==
Nella città sono [[lingua ufficiale|ufficiali]] due [[Lingua (linguistica)|lingue]], il [[Lingua spagnola|castigliano]] (o spagnolo) e il [[valenziano|valenciano]], il nome storico e ufficiale utilizzato dalla [[Comunità Valenzana|Comunità Valenciana]] per indicare la lingua parlata, molto simile al catalano. La distinzione tra valenziano e [[lingua catalana|catalano]] è meramente politica: infatti secondo l'Accademia della Lingua Catalana il valenciano è una varietà del catalano strettamente imparentata alle parlate occidentali ([[Provincia di Lleida]] e della parte meridionale di quella di [[provincia di Tarragona|Tarragona]]) di tale lingua, mentre secondo l'[[Acadèmia Valenciana de la Llengua]], il catalano sarebbe nato cronologicamene dopo il valenciano.Non si sa con certezza quale delle due lingue sia nata prima, ma hanno una forte somiglianza. A causa della pressione politica e demografica del passato, il castigliano è predominante, ad eccezione delle zone circostanti l'area metropolitana della [[provincia di Valencia]] dove è parlato regolarmente il valenciano. Nonostante ciò, il governo locale incoraggia l'uso della lingua locale. Ad esempio, tutti i cartelli nella [[Metropolitana di Valencia|metropolitana]] (gestita dalla [[Ferrocarrils de la Generalitat Valenciana]]) sono scritti in valenziano, con la traduzione in castigliano scritta sotto, nelle scuole di Valencia la lingua "madre" (il valenciano) è insegnata regolarmente a tutti i bambini fin da piccoli.
 
Intorno alle ore 3.00 di notte del 28 aprile, Mussolini e la Petacci sono quindi fatti scendere ed alloggiare a [[Bonzanigo]], una frazione di [[Mezzegra]], presso una famiglia di conoscenti di lunga data del ''Capitano Neri'' (casa De Maria) e di cui il capo partigiano si fida ciecamente<ref>Successivamente Alice Canali, sorella del Neri, spiegò così la decisione del fratello: “Lia De Maria era nostra sorella di latte. Avevamo avuto la stessa balia. Mio fratello sapeva di potersi fidare ciecamente di lei e del marito” Cfr. Luciano Garibaldi, ''cit.'', p. 163</ref>. Due partigiani sono incaricati del piantonamento notturno.
Esistono anche due canali televisivi che trasmettono in valenciano: Canal 9 (Canal Nou) e Punt Dos.
 
==== La fucilazione ====
== Gastronomia ==
Alle 14.10 del 28 aprile, l'ufficiale del comando generale del [[Corpo volontari della libertà|CVL]], [[Luigi Longo]] ''colonello Valerio'', e l'ispettore del comando generale delle Brigate Garibaldi, [[Aldo Lampredi]] ''Guido'', giungono a Dongo, con il supporto di quattordici partigiani,<ref>Si trattava di partigiani provenienti dall'[[Oltrepò Pavese]], appartenenti alle brigate "Crespi" e "Capettini" giunti a Milano la mattina del 27 aprile. Vedi [http://lombardia.anpi.it/voghera/matres/materresist2000.pdf [[Paolo Murialdi]],''Prima e dopo la fucilazione di Mussolini'', Materiale resistente, ANPI Sezione di Voghera, Aprile 2000 ]</ref> agli ordini del comandante [[Alfredo Mordini]] ''"Riccardo"'', ispettore politico della 3ª Divisione Garibaldi-Lombardia "Aliotta", e di Orfeo Landini ''"Piero"''.
[[File:Paella hirviendo.jpg|thumb|Una ''paella'' in cottura.]]
 
A Dongo ''"Valerio"'' si incontra con il comandante Pier Luigi Bellini delle Stelle comunicandogli di aver avuto l'ordine di fucilare Mussolini e gli altri prigionieri dal partito comunista PCI. Dopo aver preso visione delle credenziali, e ritenendole sufficienti, ''"Pedro"'' - presenti ''Neri'' e Moretti - gli rilascia il suo consenso<ref>Ai fini di tale decisione, fu decisiva l'esibizione, da parte di Longo, del lasciapassare in lingua inglese, rilasciato dall'agente americano Emilio Daddario. Cfr.: Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni e Mario J. Cerighino, ''cit.'', pp. 69-70</ref>.
Il piatto più noto della cucina valenciana è la [[paella]]. Si tratta di una preparazione a base di [[Riso (alimento)|riso]], [[Crocus sativus|zafferano]] e [[olio d'oliva]], che prende il nome dal recipiente di metallo in cui viene cotta, detto in valenziano ''paellero''. Questo piatto, che internazionalmente viene associato alla [[cucina spagnola]], è originario proprio di Valencia, e si è diffuso nel resto della Spagna solo a partire dalla fine del [[XIX secolo]]. Ne esistono ormai numerose varianti, ma la ricetta tradizionale, che ha preso il nome di "paella alla valenciana", è condita con carne ([[Gallus gallus domesticus|pollo]] e [[coniglio]], costine di maiale e polpettine di carne con pinoli) e verdure (principalmente [[pomodoro]] e [[Taccola|taccole]]).
 
Alle 15.15 Longo si muove da Dongo con una ''[[Fiat 1100]]'' nera verso [[Mezzegra]], distante 21&nbsp;km, più a sud, dove - in frazione [[Bonzanigo]] - l'ex dittatore è prigioniero. Sono con lui Aldo Lampredi ''"Guido"'' e Michele Moretti ''“Gatti”'', che conosceva il luogo essendoci già stato la notte prima. Secondo la descrizione dei fatti data da Longo,<ref>''In nome del popolo italiano'', Teti Stampa, Milano, 1975</ref> sostanzialmente confermata dal memoriale di Aldo Lampredi, consegnato nel [[1972]] e pubblicato su "[[l'Unità]]" nel [[1996]], ''Valerio'' sarebbe stato l'unico esecutore della fucilazione, alle ore 16.00-16.30 del 28 aprile [[1945]], davanti al cancello di Villa Belmonte, in località [[Giulino di Mezzegra]].
Altre varianti della tipica paella sono l''''Arroz a banda''', piatto tipico dell'[[Albufera]] (valli a sud di Valencia) da mangiare accompagnata con la salsa Aioli, e la '''''Fideuá''''', paella fatta con la pasta tipo gramigna e pesce (si racconta che la fideuá sia nata perché alcuni pescatori andati al largo a pescare, all'ora di pranzo decisero di preparare una paella, ma accortisi che non avevano con sé il riso, decisero di prepararla con ciò che avevano: la gramigna).{{cn}}
 
Longo avrebbe scaricato sull'ex capo del fascismo e sulla Petacci una raffica mortale con il mitra di Michele Moretti – essendosi la sua arma inceppata – e poi inflitto un colpo di grazia sul corpo di Mussolini con la pistola (presumibilmente quella del Lampredi). Nel [[2009]], tuttavia, i ricercatori Cavalleri, Giannantoni e Cereghino, effettuarono un attento esame dei documenti dei servizi segreti americani degli anni 1945 e 1946, desecretati dall'amministrazione [[Bill Clinton|Clinton]]. Da tale esame è emerso un rapporto datato 30 maggio [[1945]] dell'agente dell'[[Office of Strategic Services|OSS]] Valerian Lada-Mokarski, che riferisce una differente versione di fatti, compreso un determinante ruolo rivestito dal ''"Capitano Neri".''
Un'altra specialità tipica di Valencia è l'horchata, una bevanda rinfrescante preparata con [[acqua]], [[zucchero]] e ''chufa'', un tubercolo di una pianta, il [[Cyperus esculentus]], diffusa nella piana di Valencia. Tradizionalmente si consuma come spuntino assieme a un paio di ''[[fartons]]'', "brioche" tipiche di forma allungata. Viene servita nella maggior parte dei bar, nei chioschi ambulanti, nonché in locali dedicati detti appunto ''horchaterías'': l'originale e migliore horchata è possibile degustarla in una delle numerosissime horchaterie (la più famosa è "Daniel") di Alboraya, una piccola cittadina adiacente a Valencia.
 
Secondo il rapporto dell'agente segreto statunitense, infatti, la fucilazione sarebbe stata effettuata nel medesimo luogo e alla medesima ora, ma da tre uomini: un "capo partigiano" (secondo gli autori: Aldo Lampredi), un uomo in vestito civile (Walter Audisio), e un uomo in divisa da partigiano, (Michele Moretti). I colpi sparati dal "civile", armato di revolver, avrebbero raggiunto obliquamente Mussolini sulla schiena e, subito dopo, l'uomo in divisa da partigiano gli avrebbe sparato direttamente al petto con un mitra. Poi sarebbe stata la volta della Petacci, raggiunta da diversi colpi al petto. Il rapporto conclude che, in un secondo momento, sarebbe intervenuto un partigiano locale, che gli autori identificano proprio in Luigi Canali, il quale, dopo esser stato fatto avvicinare dal "capo partigiano", avrebbe scaricato due ultimi colpi con la sua pistola sul corpo del duce, che era ancora vivo<ref>Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni, Mario J. Cerighino, ''cit.'', pp. 205-210</ref>.
Esiste anche l'[[Agua de Valencia]], che letteralmente significa "acqua di Valencia", in realtà è un [[cocktail]] a base di succo d'[[arancia]], ''cava'' (lo [[spumante]] spagnolo) e [[vodka]].
 
Il rapporto conferma la presenza di Luigi Canali a Giulino di Mezzegra all'ora della fucilazione, così come dichiarato dal comandante ''"Pedro"'' in un'intervista al [[Corriere Lombardo]] del 1945<ref>Pierluigi Baima Bollone, ''Le ultime ore di Mussolini'', Mondadori, Milano, 2005, p. 145</ref>; spiega inoltre la laconica risposta data dallo stesso ''Neri'', alle ore 18.30 del 28 aprile, alla domanda postagli da Oscar Sforni e Cosimo De Angelis su come fosse finito Mussolini: "Male!"<ref>Pierluigi Baima Bollone, ''cit.'', p. 158</ref>.
== Sport ==
Il [[calcio (sport)|calcio]] è lo sport più popolare. Due sono le squadre principali della città, che giocano in due [[stadi]] differenti. La più antica è il [[Levante Unión Deportiva]], fondata nel [[1909]], che disputa le partite interne nel campo "Ciutat de Valencia"; per i risultati conseguiti, tuttavia, viene posta in secondo piano, a favore dell'altra, il [[Valencia Club de Fútbol]]. Quest'ultima compagine ha il suo quartier generale nello stadio "Mestalla"; vanta nel suo ''palmarès'' 6 titoli di [[Campionato di calcio spagnolo|Liga]], 7 [[Copa del Rey|Coppe del Re]] e 7 [[coppe europee]].
 
==== La versione dello storico Alessandro Zanella ====
Dalla sezione [[pallacanestro]] del Valencia CF nel [[1986]] nacque il [[Valencia Basket Club]], sponsorizzato Power Electronics, che milita nella [[Liga ACB]] spagnola. Ha in bacheca una [[Copa del Rey (pallacanestro)|Coppa del Re]] e una [[Coppa ULEB]].
Nel [[1993]] lo storico Alessandro Zanella sostenne che la duplice uccisione di Benito Mussolini e di Clara Petacci sia avvenuta intorno alle ore 5.30 del 28 aprile, in casa De Maria, ad opera di Luigi Canali ''"Neri"'', Michele Moretti ''"Gatti"'' e Giuseppe Frangi ''"Lino"''<ref>Alessandro Zanella, ''L'ora di Dongo'', Rusconi, 1993</ref>. Tale versione è frutto dell'attestazione del prof. Cattabeni, in sede di necroscopia del cadavere di Mussolini, in data 30 aprile [[1945]], relativa all'assenza di residui di cibo nel suo stomaco<ref>''Verbale della necroscopia n. 7241 dell'Obitorio comunale di Milano del 30 aprile 1945''</ref>; da ciò la deduzione di Zanella che il duplice omicidio si sia verificato in orario antimeridiano e non nel pomeriggio.
 
L'ipotesi è inoltre avvalorata da uno studio prodotto dal dr. Aldo Alessiani, medico giudiziario della magistratura di Roma, nel quale si attesta, in base all'esame delle foto scattate dalle ore 11.00 alle 14.00 circa del 29 aprile sui cadaveri appesi al traliccio di [[Piazzale Loreto]], che Mussolini e la Petacci fossero morti da circa trentasei ore, e cioè ben prima delle ore 16.00 del 28 aprile 1945<ref>Intorno alle 5.30 di mattina. Cfr. Aldo Alessiani, ''Il teorema del verbale n. 7241'', Roma, 1990 [http://www.larchivio.com/xoom/alessiani.htm]</ref>. Tuttavia nel 2005 Pierluigi Baima Bollone, ordinario di Medicina legale nell'Università di Torino, effettuò un riesame della necroscopia del 1945 sul cadavere dell'ex duce, e uno studio computerizzato sulle fotografie e sulle riprese cinematografiche dei corpi sospesi al traliccio di Piazzale Loreto e sul tavolo dell'obitorio di [[Milano]], sulle armi impiegate e i bossoli rinvenuti, nonché sulle cartelle cliniche di Mussolini in vita.
Valencia ha ospitato nel [[2007]] la trentaduesima edizione dell'[[America's Cup]] di vela. Con oltre 150 anni di storia, è il trofeo sportivo più antico del mondo e riunisce l'eccellenza del mondo della [[Vela (sport)|vela]]. La sede è stata scelta soprattutto per il concreto impegno dagli enti locali e nazionali, fattisi garanti della realizzabilità delle strutture idonee; la città è stata così preferita ad altre candidate come [[Napoli]] e [[Marsiglia]]. Tra il [[2004]] e il 2007, grazie alle regate della [[Louis Vuitton Cup]], i migliori equipaggi velici del mondo si sono affrontati nelle acque del porto di Valencia. Il vincitore di questa competizione, l'[[Emirates Team New Zealand]], ha poi affrontato il detentore del trofeo, l'equipaggio [[Svizzera|svizzero]] di [[Alinghi]], senza peraltro riuscire a sconfiggerlo.
 
Tale indagine ha condotto l'anatomopatologo torinese ad affermare che la circostanza della mancanza di cibo nello stomaco di Mussolini non sia determinante in rapporto alla individuazione dell'orario dell'uccisione, in quanto risulta senza ombra di dubbio che il capo del fascismo fosse sofferente di ulcera ed osservasse da anni una dieta tale da permettere al suo stomaco di svuotarsi del cibo in un paio d'ore circa. Inoltre il docente universitario smentisce lo studio del dr. Alessiani – e l'ipotesi Zanella del 1993 - sostenendo che al momento dello scatto delle foto e delle riprese in Piazzale Loreto, la rigidità del corpo dell'ex duce fosse ancora nella fase iniziale, a dimostrazione di un orario del decesso non anteriore alle 16.00-16.30 del giorno precedente, coincidente con quello della versione ufficiale fornita da [[Luigi Longo]]<ref>Pierluigi Baima Bollone, ''cit.'', pp. 219-220</ref> e risultante dal rapporto dell'agente dell'OSS, Lada-Mokarski.
A circa 20&nbsp;km da Valencia sorge l'[[Circuito di Valencia|autodromo "Ricardo Tormo"]], che ospita gare del [[campionato del mondo superbike]], [[motomondiale]], test di [[Formula 1]] e altri campionati minori di auto e moto.
 
=== Scomparsa del “Capitano Neri” ===
Il 24 agosto 2008 la città ha ospitato il suo primo Gran Premio d'Europa di [[Formula 1]], su un circuito cittadino ricavato dalle strade nella zona del porto, con i box localizzati presso gli hangar utilizzati dalle squadre della [[Louis Vuitton Cup]] e della [[XXXII America's Cup]].
Nel tardo pomeriggio del 28 aprile 1945 Canali firma un ordine di consegna temporaneo di tutti i beni recuperati tra quelli in possesso di Mussolini e i gerarchi al momento della cattura (cosiddetto “[[oro di Dongo]]”) ed inventariati dalla Tuissi, alla Federazione comunista di Como; si oppone con durezza ad un piano, avanzato da alcuni elementi comunisti, di far cadere in un agguato il camion con il carico dei beni – causando l'uccisione dei partigiani di scorta&nbsp;– per incamerare l'intera fortuna al PCI<ref>Luciano Garibaldi, ''cit.'', pp. 164-166</ref>. Il responsabile della Federazione di Como è [[Dante Gorreri]]; l'utilizzazione fatta di tali valori è tuttora oggetto di congetture. La sera del 6 maggio [[1945]] ''"Neri"'' confida alla madre di aver ancora ''“una missione da compiere”''. La mattina seguente esce di buon ora: non tornerà mai più, e il suo corpo non sarà ritrovato.
 
=== Una serie misteriosa di delitti e un processo senza alcun esito ===
Ci sono tre club cittadini di rugby: [[Les Abelles]] che gioca nella División de Honor, la serie A del rugby in Spagna; il [[Cau Valencia]] che gioca nella serie B del rugby spagnolo e il [[Club de Rugby San Roque]].
Il 22 giugno successivo ''"Gianna"'' parte per Como, e porta con sé la ricevuta del "tesoro" che ha preteso dai capi del Pci la mattina del 29 aprile, dopo aver loro consegnato i pacchi di banconote, oro, monete e gioielli, dopo essere stata diffidata dall'intraprendere ricerche sulla fine dell'ex-comandante "Capitano Neri", nonché minacciata da Dante Gorreri e da Pietro Vergani, comandante delle formazioni garibaldine della [[Lombardia]], il 23 giugno accetta un passaggio da due "compagni" su una motocicletta rossa. I delinquenti le promettono di portarla a vedere il cadavere di Neri. Invece la conducono al Pizzo di Cernobbio e qui la uccidono, gettandone poi il corpo nel lago.<ref>Perché uccisero Mussolini e Claretta pp. 130</ref> Anche il suo corpo non sarà più ritrovato. Il 5 luglio riemerge invece dal lago il corpo di Anna Maria Bianchi, amica e confidente della Tuissi, annegata dopo essere stata torturata e ferita con due colpi di rivoltella. Lo stesso giorno è ritrovato anche il cadavere di uno dei custodi notturni di Mussolini e della Petacci, il partigiano Giuseppe Frangi, detto "Lino", mentre la notte successiva Michele Bianchi, padre di Anna Maria, è ucciso con due colpi alla nuca<ref>Pierluigi Baima Bollone, ''cit.'', pp. 111-112</ref>.
 
Il 12 dicembre [[1949]] vengono rinviati a giudizio, tra gli altri: Dante Gorreri in qualità di mandante dell'omicidio del ''“Capitano Neri”'' e per aver preso in consegna il cosiddetto “oro di Dongo” e averlo successivamente fatto sparire; Pietro Vergani, per aver disposto l'uccisione del Canali per motivi di odio e di vendetta, e in qualità di mandante degli omicidi della Tuissi e della Bianchi; Domenico Gambaruto quale esecutore materiale dell'uccisione del ''“Capitano Neri”''; Maurizio Bernasconi ''"Mirko"'', per l'uccisione della ''"Gianna"''; Natale Negri ed Ennio Pasquali per quello della Bianchi. La pubblica accusa, peraltro, non è riuscita ad individuare gli autori dell'omicidio del Frangi e di Michele Bianchi<ref>Pierluigi Baima Bollone, ''cit.'', pp. 115-116</ref>.
Soprattutto nei paesi di provincia è famoso lo sport popolare e antico chiamato ''Trinquete'' o Pilota valenciana. Vi sono altre varianti chiamate ''Raspall'' e ''Escala i Corda'', con regole simili al tennis e allo squash, che si giocano o singolarmente o a coppia.
 
Il 29 aprile [[1957]] si apre presso la [[Corte d'Assise]] di [[Padova]] il processo per la sparizione dell'"oro di Dongo" e i collegati delitti sopra riportati. Il 24 luglio successivo, uno dei giurati è ricoverato in ospedale e il processo è rinviato al 5 agosto. Tra le due date, il giurato ricoverato si "suicida" in ospedale e il processo è rinviato a nuovo ruolo. Non verrà più ripreso<ref>Luciano Garibaldi, ''cit.'', pp. 171-172</ref>.
== Gemellaggi ==
Valencia è gemellata con:<ref>{{cita web|url=http://www.valencia.es/ayuntamiento/rinternacionales_accesible.nsf/vDocumentosTituloAux/D80022569C2533B9C12571F100285E72?OpenDocument&bdOrigen=ayuntamiento/rinternacionales_accesible.nsf&idapoyo=&lang=1&nivel=2|titolo=città gemellate con Valencia|accesso=20 dicembre 2011}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Bologna|1976}}<ref>[http://www.comune.bologna.it/relazioni-internazionali/gemellaggi.php Gemellaggi del Comune di Bologna]</ref>
* {{Gemellaggio|Germania|Magonza|1976}}
* {{Gemellaggio|Stati Uniti|Sacramento (California){{!}}Sacramento|1989}}
* {{Gemellaggio|Ucraina|Odessa|1982}}
* {{Gemellaggio|Venezuela|Valencia (Venezuela){{!}}Valencia|1982}}
* {{Gemellaggio|Messico|Veracruz|1984}}
* {{Gemellaggio|Italia|Reggio Emilia}}
 
== Note ==
<references/>
 
==Voci correlateBibliografia ==
* Filippo Andreani, La storia sbagliata, con cd audio, Nodolibri, Como, 2010, ISBN 978-88-7185-173-0
* [[Rotta dei Borgia]]
* Mirella Serri, Un amore partigiano. Storia di Gianna e Neri, eroi scomodi della Resistenza, Longanesi, 2014
* G. Cavalleri, ''Ombre sul lago. I drammatici eventi del Lario nella primavera-estate 1945'', Edizioni Arterigere, 2007.
* G. Cavalleri, F. Giannantoni, ''Gianna e Neri fra speculazioni e silenzi: la verità è nella sentenza degli anni '70: fu il PCI e non la Resistenza a volere la morte dei due partigiani garibaldini'', Arterigere, 2002.
* G. Cavalleri, F. Giannantoni, M. J. Cereghino, ''La fine. Gli ultimi giorni di Benito Mussolini nei documenti dei servizi segreti americani (1945-1946)'', Garzanti, 2009.
* R. Festorazzi, ''I veleni di Dongo, ovvero, Gli spettri della Resistenza'', il minotauro, 2004.
* F. Giannantoni, ''"Gianna" e "Neri": vita e morte di due partigiani comunisti: storia di un "tradimento" tra la fucilazione di Mussolini e l'oro di Dongo'', Mursia, 1992. Nuova edizione 2019 [https://www.mursia.com/index.php/it/storia/storia-contemporanea/seconda-guerra-mondiale/resistenza/gianna-e-neri-vita-e-morte-di-due-partigiani-comunisti-detail EAN 9788842560470]
* F. Giannantoni, ''L'ombra degli americani sulla Resistenza al confine tra Italia e Svizzera'', Edizioni Arterigere, 2007.
* U. Lazzaro, ''Dongo: mezzo secolo di menzogne'', A. Mondadori, 1993.
* V. Roncacci, ''La calma apparente del lago: Como e il Comasco tra guerra e guerra civile 1940-1945'', Macchione, 2003.
* A. Zanella, ''L'ora di Dongo'', Rusconi, 1993.
 
== AltriVoci progetticorrelate ==
* [[Giuseppina Tuissi]]
{{interprogetto|commons=Valencia (capital)|wikt=Valencia|voy}}
* [[Enrico Caronti]]
{{Interprogetto/notizia|Almeno 30 morti a Valencia in un incidente della metropolitana|data=3 luglio 2006}}
* [[Morte di Mussolini]]
{{Interprogetto/notizia|Benedetto XVI è a Valencia per il V incontro mondiale delle famiglie|data=8 luglio 2006}}
* [[Oro di Dongo]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://www.italoeuropeo.it/fiera-dolce-vita-londra/giuseppina-tuissi-gianna-e-luigi-canali-capitano-neri-due-vittime-delloro-di-dongo/ | 2 = Giuseppina Tuissi (Gianna) e Luigi Canali (capitano Neri): due vittime dell’oro di Dongo | urlmorto = sì }}
* {{lingue|it|ja|zh|en|de|fr|es|pt}}[http://www.visitvalencia.com/it/home Punti d´Informazione Turistica di Valencia]
* {{cita web|https://antoniociancio.wordpress.com/2009/11/08/la-verita%E2%80%99-dei-servizi-segreti-americani-sulla-fucilazione-di-mussolini/|La verità dei servizi segreti americani sulla fucilazione di Mussolini}}
* [http://www.cac.es Città delle Arti e delle Scienze]
* {{cita web|http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2010/10/23-25_W.S..pdf|La vicenda del “Neri” e della “Gianna” due partigiani fatti sparire nel nulla}}
* [http://www.xarxamuseus.com/prehistoria Museo de Prehistoria de Valencia]
* {{cita web | 1 = http://www.storiain.net/arret/num143/artic2.asp | 2 = La notte di Moltrasio | urlmorto = sì }}
 
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