Cefalù e Governatorato di Kiev: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Clima
 
FrescoBot (discussione | contributi)
 
Riga 1:
{{F|politica|luglio 2017}}
{{Controlcopy|mese=agosto 2006|firma=L. M.|motivo=la sezione sulle chiese presenta errori tipici da OCR, vedi [[Discussione:Cefalù#piccole_modifiche_alla_sezione_Cefalù|discussione]]|argomento=geografia}}
{{Provincia storica
<!-- Il testo commentato è SOLO UN ESEMPIO -->
|nomeCorrente = Governatorato di Kiev
{{Comune
|nomeCompleto =
|nomeComune = Cefalù
|nomeUfficiale = Кіевская губернія
|panorama = Cefalù_dall'alto.JPG
|linkStemma = Cefalu-StemmaKyiv Governorate coat of arms (Benke).png
|siglaRegionepaginaStemma = SIC
|linkBandiera =
|siglaProvincia = PA
|paginaBandiera =
|latitudineGradi = 38
|linkLocalizzazione =
|latitudineMinuti = 2
|didascalia localizzazione =
|latitudineSecondi = 0
|linkMappa = Gubernia_de_Kiev_-_Imperio_ruso.png
|longitudineGradi = 14
|didascalia mappa =
|longitudineMinuti = 1
|motto =
|longitudineSecondi = 0
|capitale principale = [[Kiev]]
|mappaX = 182
|capitaleAbitanti = 248.000
|mappaY = 297
|capitaleAbitantiAnno = [[1897]]
|altitudine = <!-- solo valore numerico dell'altitudine -->
|altre capitali =
|superficie = 65
|superficie =
|abitanti = 13.774
|superficieAnno =
|anno = <!-- solo valore numerico dell'anno di riferimento -->
|popolazione = 3.559.229
|densita = 212
|popolazioneAnno = [[1897]]
|frazioni = [[Sant'Ambrogio (PA)|Sant'Ambrogio]], [[Santuario di Gibilmanna (Cefalù)|Gibilmanna]]
|dipendente da = [[Impero russo]]
|comuniLimitrofi = [[Castelbuono]], [[Gratteri]], [[Isnello]], [[Lascari]], [[Pollina]]
|suddiviso in = 12 contee
|cap = 90015
|formaAmministrativa =
|prefisso = 0921
|titoloGovernatori =
|istat = 082027
|elencoGovernatori =
|fiscale = C421
|organiDeliberativi =
|nomeAbitanti = cefaludesi, cefalutani
|inizio = [[30 novembre]] [[1796]]
|patrono = [[Immacolata]]-8 dicembre, ([[SS. Salvatore]], patrono storico-4,5,6 agosto)
|primo governatore =
|festivo = [[8 dicembre]]
|provincia precedente = [[Voivodato di Kiev]]
|sito = http://www.comune.cefalu.pa.it
|evento iniziale =
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
|fine = [[1923]]
'''Cefalù''' ('''''Cifalù''''' in [[Lingua siciliana|siciliano]]) è un comune di 13.774 abitanti in [[provincia di Palermo]]; è situato sulla costa [[Sicilia|siciliana]] settentrionale, a circa 70 km da [[Palermo]], ai piedi di un promontorio roccioso.
|ultimoGovernatore =
 
|provincia successiva = [[RSS Ucraina]]
Fa parte del [[Parco delle Madonie]].
|evento finale =
 
[[Immagine:Cefalu-bjs2007-01.jpg|thumb|300px|Panorama dalla spiaggia]]
[[Immagine:Panoramacefaluavant1950.jpg|thumbnail|right|300px|Cefalù prima degli anni 50]]
 
 
=== Geografia ===
 
==== Clima ====
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Cefalù}}
 
=== Storia di Cefalù ===
[[Immagine:Perspettivacattedraledicefalu.JPG|thumbnail|right|300px|Perspettiva della cattedrale di Cefalu]]
[[Immagine:Palazzovescovile.JPG|thumbnail|right|300px|Particolare del portale del palazzo vescovile]]
[[Immagine:Ingressoseminario.JPG|thumbnail|right|300px|Ingresso del seminario vescovile]]
Tracce di frequentazione del sito risalgono all'epoca [[Preistoria|preistorica]], in particolare in due grotte che si aprono sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città. A un insediamento pre-ellenico si riferisce la cinta muraria di tipo [[megalitico]], datata alla fine del [[V secolo a.C.]], che circonda l'attuale centro storico ed è in gran parte ancora conservata, e il contemporaneo "tempio di Diana", un santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo [[Dolmen|dolmenico]] che ospita una precedente [[cisterna]] più antica ([[IX secolo a.C.]]).
 
Nel [[IV secolo a.C.]] i [[Grecia antica|Greci]] diedero al centro indigeno il nome di ''Kefaloidion'', dal [[lingua greca|greco]] ''kefalé'', ovvero "capo"; riferito probabilmente al suo promontorio.
 
Nel [[307 a.C.]] venne conquistata dai [[Siracusa|Siracusani]] e nel [[254 a.C.]] dai [[Roma antica|Romani]], che le diedero in [[Lingua latina|latino]] il nome di ''Cephaloedium''. La città [[Ellenismo|ellenistico]]-romana ebbe una struttura [[urbanistica]] regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria.
 
Nel periodo del dominio [[Impero bizantino|bizantino]] l'abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca e restano tracce di lavori di fortificazione di quest'epoca (mura [[merlo|merlate]]), oltre a [[chiesa (architettura)|chiese]], [[caserma|caserme]], cisterne per l'acqua e [[forno|forni]]). La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano, con pavimento in mosaico policromo risalente al [[VI secolo]].
 
Nell'[[858]], dopo un lungo [[assedio]], venne conquistata dagli [[Arabi]], che le diedero il nome di ''Gafludi'', e fece parte dell'[[emirato]] di [[Palermo]]. Di questo periodo si hanno tuttavia notizie scarse e frammentarie e mancano anche testimonianze monumentali.
 
Nel [[1063]] fu liberata dai [[Normanni]] di [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero I]] e, nel [[1131]], fu rioccupato l'antico abitato sulla costa, rispettando la struttura urbana preesistente: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini, quali:
*la chiesa di [[San Giorgio]] e il lavatoio di via [[Vittorio Emanuele]]
*Il [[chiostro]] del [[duomo]] e il "Palazzo Maria" (forse ''[[Reggia|domus regia]]'' di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]]) in piazza del Duomo
*l'Osterio Magno sul corso Ruggiero.
Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale.
 
Tra la metà del [[XIII secolo]] e il [[1451]] passò sotto il dominio di diversi [[Feudalesimo|feudatari]] e da ultimo divenne possedimento del [[vescovo]] di [[diocesi di Cefalù|Cefalù]].
 
La storia successiva di Cefalù si può assimilare a quella della Sicilia e del resto dell'[[Italia]]. Nel [[1752]] vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri ([[Francia]], [[Danimarca]], [[Olanda]], [[Norvegia]] e [[Svezia]]) e la città diventa meta del ''[[Grand Tour]]''. Durante il [[Risorgimento]] vi venne fucilato il 14 marzo [[1857]] il patriota [[Salvatore Spinuzza]]. Dopo lo sbarco di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] la città proclamò la sua adesione al [[Regno d'Italia]] nel gennaio del [[1861]].
 
Oggi è una località marina e una meta [[Turismo|turistica]] per le sue spiagge e le opere d'arte che conserva.
 
==Evoluzione demografica==
{{Demografia/Cefalù}}
 
== Monumenti ==
 
[[Immagine:Marinadicefalu.JPG|thumbnail|right|300px|Marina di Cefalù]]
[[Immagine:Piccolamarinadicefalu.jpg|thumbnail|right|300px|Piccola marina di Cefalù]]
[[Immagine:Kalura.JPG|thumbnail|right|300px|Kalura]]
Il centro storico di Cefalù, ha un impianto [[medioevo|medievale]] caratterizzato da strade strette, pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca.
 
===Basilica-Cattedrale===
Secondo la leggenda il [[duomo]] ("[[basilica]] [[cattedrale]]") di Cefalù sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di [[fortezza]].
 
Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l’edificio non fu mai completato definitivamente. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tre [[Tetto|tetti]], di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto.
 
====Storia costruttiva====
Il duomo sorse su un’area già da tempo urbanizzata, al di sopra dei resti di una strada [[Roma antica|romana]] ed un [[mosaico]] [[Arte paleocristiana|paleocristiano]]).
 
L'edificazione ebbe inizio nel [[1131]] e nel [[1145]] furono realizzati i [[Mosaico|mosaici]] nell’[[abside (architettura)|abside]] e sistemati i [[Sarcofago|sarcofagi]] [[Porfido|porfiretici]] che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie.
 
Dal [[1172]] si ebbe un progressivo abbandono e nel [[1215]] [[Federico II di Sicilia|Federico II]] trasferì a [[Palermo]] i due sarcofagi reali. Subito dopo, probabilmente, fu intrapresa la definitiva sistemazione della parte esterna e la facciata fu completata nel [[1240]]. La Cattedrale venne consacrata nel [[1267]] dal cardinale Rodolfo, vescovo di Albano. Infine tra le due torri fu inserito nel [[1472]] un portico, opera di [[Ambrogio da Como]].
 
====Il mosaico paleocristiano====
Le esplorazioni condotte nel duomo hanno portato alla luce un lacerto di [[mosaico]] policromo assegnabile al [[VI secolo]]: un campo centrale di cui si conservano alcune figure (un colombo in atto d’abbeverarsi, resti di almeno altri due volatili, due alberelli e un fiore gigliato), incorniciato da una motivo di ogive e squame nei colori rosso, bianco e nero e, almeno su un lato, da una fila di quadrati in diagonale con rosetta centrale. Il repertorio decorativo trova confronti in [[Sicilia]] (basilica della Pirrera a [[Santa Croce Camerina]]) e, in [[Africa settentrionale]], (edifici di culto di [[El-Djem]], [[Sbeitla]] e [[Cartagine]]).
 
Il mosaico è da porre in relazione con una struttura muraria e con tre sepolture ed era verosimilmente pertinente ad una basilica bizantina, della quale non è però possibile ricostruire la planimetria a causa della presenza delle sovrastanti strutture del duomo. I materiali rinvenuti nei sondaggi attestano una frequentazione nell’area almeno fino all’[[VIII secolo]], epoca in cui Cefalù divenne sede episcopale.
 
====Descrizione====
L’edificio è preceduto da un ampio [[sagrato]] a terrazzo, detto “turniali”, che in origine svolgeva la funzione di cimitero. Secondo la tradizione era stato realizzato con terra portata appositamente da [[Gerusalemme]], sia per motivi religiosi, sia per la sua particolare composizione (forse la presenza di composti di [[arsenico]]) che le dava la caratteristica di [[Mummificazione|mummificare]] rapidamente i corpi che vi erano sepolti. Nel 1851 era stato circondato da una recinzione in [[ferro battuto]] dal vescovo Proto. Successivamente venne ampliato e assunse l'attuale dimensione.
 
La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel [[XV secolo|Quattrocento]] e diverse l'una dall'altra: una a pianta quadrata e con [[Merlo (architettura)|merli]] a forma di fiammelle, che simboleggerebbe la [[mitria]] [[Papa|papale]] e il potere della [[Chiesa]], mentre l'altra, a pianta ottagonale e con merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale. Il portico [[XV secolo|quattrocentesco]] precede la facciata, con tre archi (due [[Arco ogivale|ogivali]] ed uno [[Arco a tutto sesto|a tutto sesto]]) sorretti da quattro colonne e con [[Volta|volte]] a costoloni. Sotto il portico rimane la “Porta Regum”, impreziosita da un portale marmoreo finemente decorato, e con pitture ai lati.
 
Le [[abside (architettura)|absidi]], in particolare quella centrale, dovevano avere in origine uno slancio ancora maggiore. Le due laterali sono decorate superiormente da archetti incrociati e da mensoloni scolpiti: databili fra il [[1215]] e il [[1223]], raffigurano maschere, teste d’animali e figure umane in posizioni contorte. Più recenti i mensoloni dell'abside centrale, disposti inoltre in modo casuale sia sopra che sotto il cornicione. L'abside centrale aveva in origine tre grandi finestre, che vennero sbarrate per la realizzazione del mosaico absidale, ed una più grande ad arco ogivale. Altre due coppie di finestre circolari sono all’estremità del transetto. Altre merlature si trovano anche su uno dei fianchi.
 
L’interno è "a croce latina", diviso in tre [[Navata|navate]] da due file di colonne antiche riutilizzate: quattordici fusti di [[granito]] rosa e due di [[Marmo cipollino|cipollino]], con [[Base (architettura)|basi]] e i [[Capitello|capitelli]] del [[II secolo]] d.C. Due grandi capitelli figurati reggono l’[[arco trionfale]] e sono probabilmente prodotti di una bottega [[Puglia|pugliese]] e risalgono alla metà del [[XII secolo]].
 
Il [[transetto]] ha un’altezza maggiore rispetto alle navate ed uno slancio ancora maggiore era previsto nel progetto originario.
 
====Il mosaico del presbiterio====
La [[Mosaico|decorazione musiva]], forse prevista per tutto l’interno, fu realizzata solamente nel [[presbiterio]] e ricopre attualmente l’abside e circa la metà delle pareti laterali. Per la sua realizzazione, Ruggero II chiamò maestri [[Arte bizantina|bizantini]], di [[Costantinopoli]], che adottarono ad uno spazio architettonico per loro anomalo, di tradizione nordica, cicli decorativi di matrice orientale.
[[Immagine:Meister von Cefalù 001.jpg|thumbnail|right|300px|Pantocratore di Cefalù]]
La figura dominante è quella del Cristo [[Pantocratore]] che, dall’alto dell’abside, benedice con la destra alzata mentre con la sinistra regge il Vangelo aperto sulle cui pagine si legge, in greco e latino: “Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8, 12).
 
Al centro, nel registro inferiore, è la Vergine orante elegantemente panneggiata e scortata dai quattro [[Arcangelo|arcangeli]].Nel secondo e terzo registro, ai lati del finestrone centrale, sono figure di [[Apostolo|apostoli]] ed [[Evangelisti|evangelisti]], distribuite secondo un preciso programma [[Teologia|teologico]]. Nelle pareti laterali sono invece figure di [[Profeta|profeti]] e [[Santo|santi]]. Nella decorazione della crociera sono raffigurati quattro [[cherubini]] e quattro [[Serafino|serafini]].
 
Sui due lati si contrappongono figure regali (parete destra, opposta al [[trono]] reale) e figure [[Sacerdozio|sacerdotali]] (parete sinistra, opposta al seggio episcopale. Tutte le figure sono accompagnate da scritte, in [[Lingua greca|greco]] o in [[Lingua latina|latino]], che indicano il nome del personaggio.
 
La decorazione musiva fu realizzata entro il [[1170]], ma nella parte inferiore e sulla metà anteriore delle pareti del [[presbiterio]] venne completata nel [[XVII secolo|Seicento]], al di sopra di precedenti decorazioni pittoriche di cui restano scarse tracce.
 
====Opere conservate====
Della decorazione pittorica rimangono una figura di "''[[Papa Urbano V|Urbano V]]''", della fine del [[XIV secolo]], dipinta su una colonna della navata di sinistra, ed una "''Madonna in trono''" del [[XV secolo]] nel braccio sinistro del transetto.
 
All'interno il duomo ospita alcuni monumenti funerari, tra cui un [[sarcofago]] tardo antico, un altro medievale e il pregevole sepolcro del vescovo Castelli, opera dello scultore Leonardo Pennino ([[XVIII secolo]]).
 
Il [[fonte battesimale]], ricavato da un unico grande blocco di [[calcare a lumachelle]], è decorato da quattro leoncini scolpiti ([[XII secolo]]). Si conserva inoltre un dipinto con "''Madonna''" della bottega di [[Antonello Gagini]] ([[XVI secolo]]).
 
Si conservano ancora due [[Organo (musica)|organi]] dipinti, [[XVIII secolo|settecenteschi]], che chiudono le navate verso il transetto, e una croce lignea dipinta, opera di [[Guglielmo da Pesaro]] (1468 circa)
 
La cappella del Santissimo Sacramento (protesi) conserva la decorazione a [[stucco]] [[Neoclassicismo|neoclassica]], realizzata per tutto l'interno e successivamente asportata altrove. La cappella conserva inoltre un [[altare]] d'[[argento]] del [[XVIII secolo]], opera di artigiani [[Palermo|palermitani]].
 
Il soffitto della navata centrale presenta una decorazione dipinta con busti, animali fantastici e motivi decorativi, opera di maestranze [[Arabi|arabe]].
 
====Chiostro====
Annesso al duomo è un elegante [[chiostro]] con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.
 
===Altre chiese===
 
====L'Itria====
[[Immagine:Itria.JPG|300px|thumb|right|Chiesa dell'Itria]]
La chiesa sorge nella piazzetta Crispi, addossata al bastione di capo Marchiafava. In origine si trattava di due chiese contigue, San Giovanni Evangelista e Santa Maria dell'Odigitria, comunemente detta "dell’Itria". La prima, probabilmente di origini [[XVI secolo|cinquecentesche]], apparteneva alla [[confraternita]] dello stesso titolo, citata in atti notarili del [[1509]] e del [[1535]]. La seconda era in origine una cappella, intitolata a San Michele Arcangelo, anch'essa di proprietà della confraternita. In seguito ceduta al vescovo Ottaviano Preconio, che istituì la confraternita di Santa Maria dell’Itria (o di S. Nicola da Tolentino) e la cappella venne presto trasformata in chiesa e oratorio.
 
Le due chiese divennero un'unica parrocchia nel [[1961]], con il titolo dell’Itria e di San Giovanni e i due edifici vennero unificati, aprendo delle arcate sulla parete in comune e creando all'esterno con un unico, anonimo prospetto.
 
====Sant'Oliva====
Si trova sul lato sud di via Candeloro (in origine un torrente), alle spalle dei Seminario Vescovile. Fu edificata nel [[1787]] ed è sede della devozione del "settenario".
 
La semplice facciata, affiancata da due piccoli [[Campanile|campanili]], presenta un portale in [[Tufo (roccia)|tufo]] con [[arco a tutto sesto]], sormontato da una finestrella ad arco ribassato e con coronamento a timpano. Lo scalino di ingresso reca la data di edificazione della chiesa. L'interno è a [[navata]] unica.
 
====San Sebastiano====
 
[[Immagine:Sansebastianocefalu2.JPG|300px|thumb|right|Particolare superiore della facciata della chiesa di San Sebastiano]]
Prospetta su piazza Marina e risale forse al [[1523]], data che si leggeva sull'antica facciata. Dipende attualmente dal "[[collegio]] di Santa Maria", istituito ([[1743]]-[[1770]]) dal vescovo Gioacchino Castelli nell'adiacente '''convento di Santa Maria di Monte Carmelo'''. Il convento era stato fondato nel [[1578]] ad opera di frate Alberto da Monaco e fu successivamente ingrandito da Matteo Orlando, vescovo di Cefalù ([[1674]] -[[1694]]).
 
La chiesa ha navata unica, con due nicchie affrescate per lato sulle pareti laterali. Sull'altare maggiore si conserva un [[tabernacolo]] dorato tardo-[[XVII secolo|seicentesco]].
 
====Sant'Andrea====
Sorge in fondo a via Porto Salvo, quasi in asse con Porta Pescara o Porta di Mare. La chiesa apparteneva al convento dei frati Minori Osservanti, fondato nel [[1560]] presso la precedente chiesa di Santa Maria di Porto Salvo. Il convento è oggi scomparso e la chiesa è sconsacrata e utilizzata come sede dell'"Associazione dei marinai d'Italia": ne restano visibili solo due portali architravati. Da qui proviene forse una statua marmorea di "''Madonna con il Bambino''", oggi nel Palazzo vescovile.
 
====San Leonardo====
[[Immagine:Sansebastiano.JPG|300px|thumb|right|Dettaglio della Chiesa di San Leonardo]]
Si trova sul lato sud di via Porto Salvo. Originariamente dedicata a San Giorgio, viene citata in documenti del [[1159]] e del [[1252]] ed è attribuita (Fazello, Carandino, Passafiume, Auria) ad una fondazione di [Ruggero II di Sicilia|Ruggero II] precedente a quella del duomo. Venne restaurata nel [[1558]] e sembra aver quindi ricevuto la titolatura attuale. Nel [[1648]] fu annessa alla "Casa delle orfanelle riparate" dal vescovo Marco Antonio Gussio e nel [[1875]] fu nuovamente restaurata dal vescovo Ruggero Biundo.
 
Restano tracce dell'originario portale centrale, attualmente tamponato, con [[arco a sesto acuto]] in conci di pietra e colonnine binate con capitelli a motivi floreali, poggianti su palmette che richiamano simili decorazioni del duomo. L'interno a [[navata]] unica, presenta sul fondo un coro con due tribune sovrapposte:, quella superiore affacciata sulla navata con un profondo arcone. La parte inferiore dell'arcone è chiusa da un muro sul quale si aprono tre arcate della tribuna inferiore, più grande quella centrale: le arcate sono decorate da cornici in stucco e danno accesso a [[Cantoria|cantorie]] [[XVIII secolo|settecentesche]] in legno scolpito, sporgenti sulla navata.
 
====Immacolatella====
 
[[Immagine:Immacolatella.JPG|300px|thumb|right|Dettaglio della Chiesa dell'Immacolatella]]
[[Immagine:Immacolatella2.JPG|300px|thumb|right|Dettaglio della Chiesa dell'Immacolatella]]
 
Sul lato nord di via Mandralisca, di fronte al palazzo Piraino, venne edificata nel [[1661]] dal sacerdote Matteo Piscitello e dedicata all'[[Immacolata]], dichiarata patrona della città nel [[1655]]. Ospitava la congregazione del Santissimo Salvatore, che aveva il compito di assistere i moribondi. La chiesa è stata restaurata nel [[1986]].
 
La semplice facciata ha un portale cuspidato, sormontato da un piccola finestra circolare, e cantonali a freccia terminanti con una palla in pietra. L'interno è ad una sola navata e sopra l'altare si conserva in una nicchia una statua della Vergine con decorazioni in argento.
 
====Oratorio del Santissimo Sacramento====
[[Immagine:Oratoriodelsantissimosacramento.JPG|300px|thumb|right|Oratorio del santissimo sacramento]]
L'[[oratorio]] si trova in via Passafiume e venne edificato nel [[1688]] come sede della "confraternita del Santissimo" (o "confraternita dei Bianchi", in contrapposizione a quella "dei Neri" della chiesa del Purgatorio).
 
Nel basamento è stato [[Reimpiego|reimpiegato]] un blocco in calcare con l'[[iscrizione funeraria]] in [[Lingua greca|greco]] a "Sosis il ghiottone", proveniente dalla [[necropoli]] ellenistica.
 
La facciata, preceduta da una breve scala, presenta due portali gemelli scolpiti, sormontati da un occhio circolare, e termina superiormente con un cornicione molto sporgente. Al di sopra un [[Frontone|timpano]] mistilineo, dove si aprono tre finestre arcuate, quella centrale con [[Campana (strumento musicale)|campana]].
 
====Cappella di San Biagio====
Presso il Lavatoio Medievale, sul lato nord di via XXV Novembre, risulta dall'unione delle due piccole chiese dedicate a San Crispino (fondata nel [[1580]]) e a San Biagio (del [[1502]], in seguito al trasferimento della dedica di una precedente chiesa extraurbana), entrambe di proprietà della famiglia Martino. Secondo il Bianca, nel [[1660]] la chiesa avrebbe accolto delle reliquie del santo portate da Roma.
 
La chiesa ha semplice facciata a capanna, con portale timpanato, sormontato da un'ampia finestra arcuata. Il campanile, poco più alto della facciata, presenta una finestra semicircolare alla sommità. Su uno dei fianchi sono presenti altre due finestre semicircolari. L'interno, a pianta quadrata e decorato da modanature in [[stucco]], ha un ingresso delimitato da due colonne che sorreggono un arcata, mentre un ambiente sul fondo, di modeste dimensioni, ospita l'altare.
 
====Santo Stefano o chiesa del Purgatorio====
[[Immagine:Chiesadelpurgatorio.JPG|300px|thumb|right|Chiesa del purgatorio]]
La chiesa prospetta su una piazzetta aperta su corso Ruggero. L'isolato era in precedenza occupato da diverse costruzioni, tra le quali una precedente chiesa di Santo Stefano e la cappella di Santa Margherita, fondata nel [[1466]] dalla famiglia Giaconia e abolita agli inizi del [[XVII secolo|Seicento]].
 
La chiesa di Santo Stefano, inizialmente affidata alla omonima confraternita, era passata nel [[1601]] a quella "delli Nigri" (o "delle Anime purganti", fondata nel [[1596]] come continuazione della precedente confraternita "della morte"). La confraternita acquistò gli immobili adiacenti alla propria chiesa ed edificò la nuova chiesa del Purgatorio, la cui facciata venne terminata nel [[1668]]. Nel [[1868]] la pavimentazione della piazza esterna venne ribassata. Del [[1895]] è la sede anche della "congregazione della Vergine", appena istituita. Nel [[1927]] si svolse un restauro: furono fatti gli intonaci del prospetto esterno, messi in simmetria i muri della base e sistemata la finestra del prospetto.
La facciata è preceduta da una scenografica scalinata a doppia rampa e presenta un portale barocco. In origine aveva due torri: quella di destra, incompleta, è in parte nascosta da un edificio successivo, mentre quella di sinistra, culminante in una cuspide, svolge le funzioni di [[campanile]]. L'interno della chiesa è suddiviso in tre [[Navata|navate]] distinte da colonne con fusti monolitici.
Vi si trovano la cappella del Crocifisso e quella di San Pietro Apostolo, fondata nel [[1614]], che ospita una statua dell'Addolorata di cui aveva cura la "nazione dei macellai".
 
Sopra l'altare maggiore si trova un grande dipinto del [[1813]] ("''Cristo che impartisce l'eucaristia alle anime in pena''"). Nel [[1867]] vi fu traslata la sepoltura del barone Enrico Piraino di Mandralisca, con un [[sarcofago]] in marmo, opera di Emanuele Labiso.
 
====Santissima Trinità====
Si trova alle pendici della Rocca ed apparteneva in origine alla omonima confraternita, la cui esistenza è attestata già nel [[1430]]. La chiesa venne ricostruita nel [[XVI secolo]], secondo una tradizione non documentata con la collaborazione di [[Jacopo Del Duca]]. Era annessa al successivo convento di San Domenico; attualmente è oggetto di restauro.
 
La facciata, intonacata, presenta un portale decorato con motivi floreali, festoni e testine di angeli.
 
L'interno è a tre navate, separate da file di colonne sormontate da archi a [[serliana]], che sono stati attribuiti al progetto di Del Duca (Lanza Tomasi), mal realizzato. Le navate terminano in un [[abside (architettura)|abside]] centrale fiancheggiata da altre due più piccole
 
====Santissima Annunziata====
[[Immagine:Porta2.JPG|300px|thumb|right|Chiesa dell'annunziata]]
È ubicata lungo il corso Ruggero, di fronte al palazzo dell'ex Municipio. Costruita presumibilmente intorno al [[1511]], fu danneggiata nel [[1964]] per il crollo dell'edificio adiacente.
 
Sulla facciata presenta un grande rosone, che sormonta il portale scolpito con un rilievo dell'"''Annunciazione''", Il portale è stato smontato e rimontato più in basso nella seconda metà del [[XIX secolo]] in seguito all'abbassamento del piano stradale, che ha comportato anche la creazione di due scale interne. Il [[campanile]] non molto alto, fiancheggia la facciata e presenta una [[bifora]].
 
L'interno è a pianta rettangolare allungata e a navata unica, con abside sul fondo. Al di sotto della chiesa è un'ampia cripta destinata in passato alle sepolture: secondo la tradizione vi sarebbe stato sepolto Jacopo Del Duca e fino alla metà del [[XX secolo]] vi erano conservati i corpi mummificati dei membri di alcune famiglie nobili locali.
Nella chiesa era venerato anche [[san Rocco]], nominato patrono della città nel [[1530]] e vi era custodita inoltre una statua lignea dell'"''Addolorata''" (oggi nella chiesa di San Francesco) che tradizionalmente viene portata in processione il venerdì santo.
 
====Santissima Maria della Catena o dell'Addoloratella====
[[Immagine:Chpas.JPG|300px|thumb|right|Chiesa dell'Addoloratella]]
[[Immagine:Mariacatena.JPG|300px|thumb|right|Chiesa dell'Addoloratella]]
 
La chiesa sorge in piazza Garibaldi, dove venne fucilato il patriota [[Salvatore Spinuzza]], nei pressi della Porta Reale (demolita nel [[1787]]). A causa della sua posizione presso l'ingresso principale della città, i vescovi di Cefalù vi indossano i paramenti sacri prima del corteo del loro solenne ingresso nella diocesi.
 
La chiesa venne compiuta nel [[1780]] ad opera della famiglia Legambi, a cui si sostituì in seguito nel patrocinio la famiglia D'Anna. Nel [[1790]] Pietro Legambi vi fondò il "collegino dell'Addolorata", che doveva proseguire l'opera della "comunità della Santa Vergine Addolorata", fondata prima del 1642 presso la chiesa di Santa Maria di Gesù al Borgo). Nel [[1902]] vi venne istituito un altare con una statua dedicato a santa Maria della Catena, in ricordo di un miracolo avvenuto a Palermo alla fine del XIV secolo
 
La facciata in tufo giallo presenta una loggia di ingresso con ampio arco a tutto sesto sorretto da coppie di pilastri con capitelli ionici, ai cui lati sono nicchie con statue. Al di sopra della loggia un'altra nicchia fiancheggiata da due finestre ospita una statua della Madonna. Il portale di accesso, all'interno della loggia, è sopraelevato di alcuni gradini.
 
Sul campanile, che ingloba nella base resti delle mura megalitiche, furono collocati nel 1881 due orologi, per i quali fu necessario rialzare di un piano la torretta terminale e per la cui suoneria si riutilizzarono due delle tre campane del convento di Santa Caterina.
 
L'interno è ad una sola navata, illuminata dalle finestre della facciata e del fianco meridionale.
 
====Monastero e chiesa di Santa Caterina====
Il monastero femminile [[ordine benedettino|benedettino]] occupa un'area di 2.500 mq di fronte al duomo. Dell'originaria costruzione del [[XII secolo|XII]]-[[XIII secolo]] restano il portale dell'ingresso principale, ad arco acuto in conci di pietra squadrata, un prospetto di una piccola finestra squadrata e i resti di quella che poteva essere una bifora. Il monastero accoglieva monache dalla famiglie nobili della città e nel [[XVIII secolo|Settecento]] venne modificato in modo da assumere le caratteristiche dei palazzi nobiliari del tempo. Con l'abolizione degli ordini religiosi nel [[1866]] divenne proprietà statale e fu adibito a distretto militare: per le nuove esigenze vi fu innalzata una torre quadrangolare addossata al muro di cinta. Dagli [[Anni 1950|anni Cinquanta]] vi ha sede il "Palazzo di Città".
 
Il [[chiostro]] di pianta rettangolare era di raccordo a tutti gli ambienti del complesso monastico (chiesa, ambienti per la vita comunitaria, officine, cellerie). La chiesa, attualmente sconsacrata ed utilizzata per mostre e convegni, presenta una pianta ottagonale, con un abside forse attribuibile all'architetto Giovanni Biagio Amico (1684-1754). Resta ben poco del decoro barocco e neoclassico.
 
====Chiesa di Santa Maria====
[[Immagine:Chsantamaria.JPG|300px|thumb|right|Chiesa Santa Maria]]
Edificio che si trova in via Umberto I, lachiesa fu costruita nel 1686, per volere di Monsignor Pietro Cimino, decano della cattedrale e menbro del tribunale dell'inquisizione.
là dove sorge ora la chiesa, un tempo vi era una cappella dedicata a san Vito. È una chiesa ad unica navata, con tetto in legno a capriate. All'interno, inoltre, possiamo ammirare quattro nicche contenenti ogniuna delle statue. La chiesa ha una facciata ad intonaco liscio, decorata in modo molto semplice. È stata restaurata recentemente, ma soltanto all'esterno. Internamente vi erano degli affreschi che andarono perduti.
 
===Altri edifici===
 
====Palazzo vescovile e seminario====
L'attuale impianto del Palazzo Vescovile si deve al vescovo [[Francesco Gonzaga]] alla fine del [[XVIII secolo|Cinquecento]] e l'edificio fu completato dal vescovo Francesco Vanni, alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]], dandogli forma di palazzo signorile secondo il gusto e lo stile del tempo. Il suo stemma con la data 1793 campeggia sopra il portale d’ingresso. Sul cortile prospettano le tre facciate interne del palazzo, ritmate dai balconi con cornici in tufo, con coronamento alternativamente a timpano e arcuato. Il lato in cui si apre il portale d’ingresso è dato da un corpo basso con copertura a terrazza, che permette la comunicazione con il contiguo seminario. Recentemente l’aggiunta di un piano ha appesantito il complesso.
 
Il [[seminario]] venne fondato presso il palazzo vescovile dallo stesso vescovo Francesco Gonzaga nel [[1590]]. Presenta una facciata suddivisa in tre settori di ampiezza irregolare. Il settore di destra, più ampio è ripartito da larghe lesene coronate da mensole sporgenti e ha al centro un balcone al [[piano nobile]], con cornice e timpano in [[tufo (roccia)|tufo]]; al di sotto si aprono un portale e due finestre, prive di decorazioni. Gli altri due settori sono ripartiti da lesene, più strette, limitate alla parte superiore e presentano balconi maggiormente articolati, con timpano ad arco spezzato e cornici marcate, in pietra lumachella; l’ultimo piano, ha una breve loggetta e una cornice aggettante.
 
====Monte di Pietà====
[[Immagine:Montedipieta.JPG|300px|thumb|right|Monte di Pieta, Via Mandralisca]]
Venne fondato sulla Via Mandralisca nel [[1703]] dal vescovo Matteo Mascella. Presenta un prospetto in pietra grigia, con portale barocco in pietra lumachella. Al secondo piano sono ancora conservati gli arredi settecenteschi e una [[cassaforte]] che serviva alla custodia degli oggetti più preziosi depositati.
 
====Palazzo Atenasio Martino====
Sito nella piazza del Duomo, risale al [[XV secolo]], ad opera della famiglia Burragato. Fu ampliato nel [[XVI secolo|Cinquecento]], inglobando alcuni edifici contigui, ad opera della famiglia Ruffino. Verso la fine del [[XVIII secolo|Settecento]] passò in proprietà ai baroni di Rocca e Valdina.
 
In origine il palazzo, limitato al piano nobile, si articolava attorno ad una corte quadrata con pozzo, che presentava un'imponente scalone di accesso in pietra lumachella. Nell’androne del cortile recentemente sono stati riportati alla luce degli affreschi del [[XVI secolo]].
Nella seconda metà dell’Ottocento fu soprelevato il secondo piano e per accedere ad esso il grande scalone d’accesso al primo piano fu coperto da una nuova scala e fu invasa in buona parte la corte originaria. Rimane sul prospetto il portale di tufo ottocentesco.
 
====Palazzo Legambi====
[[Immagine:Palazzolegambi.JPG|300px|thumb|right|Palazzo Legambi]]
È un palazzo settecentesco, innalzato presso la torre sud della cattedrale dalla famiglia Legambi in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]]. La facciata presenta sul piano nobile una partizione a lesene, che inquadrano balconi con timpani alternativamente triangolari e semicircolari. Le altre aperture sono delimitate da semplici cornici piatte. Interessanti il portale decentrato in relazione alla situazione topografica, e le decorazioni in conci di tufo giallastro, che spiccano sul resto delle parti intonacate.
 
====Palazzo Maria====
Il palazzo, di origini [[XIII secolo|duecentesche]], subì diverse modifiche nel corso del tempo. Passò in proprietà della famiglia Maria, dei baroni di Abburquia, che si era stabilita a Cefalù intorno al 1599. Nei primi anni dell’Ottocento fu soprelevato di un piano. Fu in seguito adibito a convitto maschile ed oggi è utilizzato come sede di uffici.
 
La facciata presentava in origine il piano nobile articolato dalla scansione delle bifore e il piano terra con la trasformazione a botteghe attuata nel Cinquecento. L’origine medievale è attestata dal portale ogivale in conci squadrati e cordoli concentrici sorretti da due leoni. Su un prospetto laterale si apre una finestra ogivale, con ghiera decorata a fogliame con una resa che richiama le decorazioni [[Catalogna|catalane]]; la finestra è inserita in un grande arco in conci di tufo squadrati, solo in parte leggibile, sopra la cui chiave di volta si trova a coronamento un fregio a fogliame sovrapposto, di forte vibrazione plastica.
 
====Palazzo Piraino====
[[Immagine:Palazzopiraino.JPG|300px|thumb|right|Ingresso Piazzaduomo del Palazzo Piraino]]
Il palazzo [[XVI secolo|cinquecentesco]] sorge in piazza del Duomo. La facciata presenta un [[Manierismo|manieristico]] portale bugnato in pietra tufacea, sormontato da uno stemma marmoreo (un albero a cui s’appoggia un leone rampante). Il cortile presenta una scala esterna di stile spagnolo ed una balconata su grosse mensole scolpite in pietra arenaria.
 
====Osterio Magno====
[[Immagine:OsterioMagno.jpg|300px|thumb|right|Osterio Magno vista dal Corso Ruggero]]
Secondo la tradizione il palazzo sarebbe stato costruito per ordine di [[Ruggero II]] per farne la sua dimora. Nel [[XIV secolo]] il palazzo fu di proprietà della famiglia [[Ventimiglia (famiglia)|Ventimiglia]] e venne forse in realtà costruito in quest'epoca.
All'inizio del [[XVII secolo]] il palazzo fu ceduto ai frati [[Ordine domenicano|domenicani]] e in seguito fu suddiviso in appartamenti e botteghe,
 
In pianta si presenta come un quadrilatero con corte interna, dove si trovava lo scalone di accesso al piano nobile. All'interno di una sala al pianterreno si conservano i resti di un pozzo. Sono forse di epoca normanna, fino ad una certa altezza, le mura della torre quadrangolare. Sia sui prospetti esterni che all'interno si conservano bifore e trifore e tracce di una decorazione lapidea bicromatica di vaga ascendenza [[Pisa|pisana]], che risalgono probabilmente alla prima fase del palazzo.
 
In seguito ad alcuni scavi effettuati all’interno della costruzione, sono venuti alla luce resti di edifici di epoca ellenistica, monete di bronzo del [[IV secolo a.C.]] e alcune ceramiche, in esposizione permanente all'interno dello stesso edificio
 
====Lavatoio medioevale====
[[Immagine:Cefalulavatoio1.jpg|300px|thumb|right|Dettaglio dell'antico lavatoio]]
Su via Vittorio Emanuele vi è il lavatoio pubblico conosciuto come “Lavatoio medioevale”, presso il tardo-[[Rinascimento|rinascimentale]] palazzo Martino. Nel [[1514]] fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto nel [[XVII secolo]]. Nell’estate del 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro.
 
Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra lavica che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l’acqua raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per strofinare i panni.
 
====Teatro comunale====
Sito in via Spinuzza, di proprietà dei baroni di Bordonaro, ha avuto una storia travagliata: chiuso e riaperto parecchie volte, fu addirittura adibito a [[lazzaretto]] in occasione di un’epidemia di peste. Dagli [[Anni 1920|anni '20]] fu utilizzato anche come [[Cinema#I cinematografi|cinema]], Fu abbandonato negli [[Anni 1980|anni '80]] e passò in proprietà del Comune che ne ha iniziato i restauri.
 
La sala ha tre ordini di palchi. Conserva una decorazione pittorica del [[1885]] di Rosario Spagnolo (tela del soffitto, fondali e sipario).
 
==Feste e folclore==
===''’A vecchia strina''===
[[Immagine:Vecchiastrina.JPG|300px|thumb|right|Vecchiastrina]]
Secondo il [[folklore]] cittadino, "'''a vecchia strina''" è una figura di vecchia benefica che la sera del [[31 dicembre]] porta doni ai bambini buoni e carbone e cenere per quelli cattivi, come in altre città [[Sicilia|siciliane]] fanno "i morti". Nei giorni precedenti ai bambini si raccomanda di non fare troppo rumore perché “''a vecchia strina du casteddu si ‘nna adduna''”: la sua dimora è infatti immaginata sulla Rocca. La sera della vigilia i ragazzi più grandi girano per le strade suonando "''i rinali''" (latte e vasi rotti), mentre ai bambini che vanno a dormire si raccomanda di tenere gli occhi chiusi, se non vogliono che la vecchia venga "''cu spitu infucatu''" a bruciare loro gli occhi.
[[Immagine:S.Salvatore fuori le mura.JPG|300px|thumb|right|Chiesa di S.Salvatore fuori le mura]]
 
===L’ottava del ''Corpus Domini''===
L’"ottava del ''Corpus Domini''" corrisponde agli otto giorni del mese di giugno, da giovedì a giovedì, nei quali si celebrava la festa del ''[[Corpus Domini]]'', con le processioni degli aderenti alle varie corporazioni che portavano i grandi stendardi custoditi all’interno della Cattedrale.
 
Le corporazioni riconosciute dalla città, che si alternavano nei giorni di festa erano:
*“''i mastri nichi''”: i giovani "mastri" delle varie categorie artigiane;
*“''gli uccera''”: ossia i macellai,
*“''i piscatura''": i pescatori, un tempo considerato la forza economica della città;
*“''i viddani''”: i contadini, ai quali era affidata l’organizzazione dei carri allegorici ispirati alla vita dei campi e ai prodotti della terra, le primizie;
*“''i marinari di rivela''”: i marinai di velieri, che nonostante provenissero per la maggior parte dal ceto dei pescatori si distinguevano per la loro esperienza di navigazione;
*“'' parrini''”: i sacerdoti, che avevano un particolare riguardo sociale, oltre – s’intende – un certo rilievo economico;
*“''i valantuomini''” o galantuomini: un ceto aristocratico che in Sicilia, come pure a Cefalù, assolveva un ruolo di primo piano;
*“''i mastri granni''”: letteralmente i maestri grandi, ossia la maestranza per eccellenza, che si esprimeva perlopiù nel settore edile ed artigianale, specificatamente, nel settore dell’ebanisteria.
In occasione dell’ottava, ed esattamente la domenica si faceva la “''frottola''”, termine con cui si intendeva non una poesia suscettibile d’essere musicata, ma la sfilata di carri allegorici lungo le vie del paese, con in testa un tamburo rullante costantemente. I carri rappresentano con i fiori, il “Santissimo Sacramento” e la vita contadina. Subito dopo il suonatore di tamburo (“''tamburaro''”) vi sono “''frotte''” di bambini che portano i “''cucciddati''”, pani a forma di ciambella realizzati con la farina del primo frumento dell’anno, che vengono appesi su dei bastoni, e i bambini gridano l’espressione augurale: “''Viva ‘u pani''”. Anticamente, quando ogni strada aveva il nome di un santo, la "frottola" si fermava e venivano recitate delle nenie inneggianti alle virtù dei cristiani.
 
==Località e frazioni==
*Capo
*Cocuzzola
*[[Santuario di Gibilmanna (Cefalù)|Gibilmanna]]
*Kalura
*Mazzaforno
*Ogliastrillo
*Pisciotto
*[[Sant'Ambrogio (PA)|Sant'Ambrogio]]
*Settefrati
 
 
==Libri e film su Cefalù o ambientati a Cefalù==
===Libri===
*''Il sorriso dell'ignoto marinaio'' di [[Vincenzo Consolo]] (1976)
*''Nottetempo, casa per casa'' di [[Vincenzo Consolo]] (1992)
*''L'isola senza ponte'' di [[Matteo Collura]] (2007)
 
===Film girati a Cefalù===
*''[[Vacanze d'amore]]'' di [[Jean-Paul Le Chanois]] (1955)
*''[[A ciascuno il suo (film)|A ciascuno il suo]]'' di [[Elio Petri]] (1967)
*''[[Nuovo Cinema Paradiso]]'' di [[Giuseppe Tornatore]] (1989)
*''[[Il regista di matrimoni]]'' di [[Marco Bellocchio]] (2005)
 
==Personalità legate a Cefalù==
* [[Pasquale Culotta]]
* [[Aleister Crowley]]
 
==Amministrazione comunale==
<!-- per inserire i dati amministrativi del Comune bisogna modificare i parametri di questa tabella -->
<!--questa tabella memorizza solo i parametri - la struttura/layout è nel template ComuniAmministrazione-->
<!--se non si sa cosa scrivere in una riga, mettere lo spazio vuoto ( )-->
<!--NON inserire ritorni a capo e NON modificare il numero delle righe-->
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Giuseppe Guercio <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
|DataElezione= 15/05/2007 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|TelefonoComune= 0921 924139 <!--TELEFONO DEL CENTRALINO, usare il formato 02 12345678 cioè prefisso spazio numero telefonico-->
|EmailComune=info@comune.cefalu.pa.it <!--E-MAIL del comune-->
}}
Il '''governatorato di Kiev''' era una [[gubernija]] dell'[[Impero Russo]]. Il [[capoluogo]] era [[Kiev]].
 
==Bibliografia Popolazione ==
Secondo il censimento russo del 1897 nel governatorato vi abitavano 3.559.229 persone. Di questi, 459.253 vivevano in città, i restanti invece nelle vaste campagne. L'[[Lingua ucraina|ucraino]] era parlato da 2.819.145 persone, ossia il 79.2% della popolazione. Le minoranze etniche più importanti erano gli ebrei, 430.489 persone (il 12.1% della popolazione), i [[russi]] che ammontavano a 209.427 unità (il 5.9% della popolazione) e 68.791 [[polacchi]] (1.9% del popolazione).
*G. Misuraca, ''Cefalù nella Storia'', Roma 1962-1980 Ed. Misuraca
*G. Agnello di Ramata, ''Cefalù'', 1962 Palermo Ed. Flaccovio
*A. Tullio, ''Cefalù Antica'', Lions Cefalù 1984
*D. Portera, ''Cefalù: La città di Ruggero'', 1982 Ed. Misuraca
*D. Portera, ''Cefalù - Momenti storici'', Palermo 1988 Ed. La Bottega di Hefesto
*D. Portera, ''Gibilmanna - Monte della Fede'' 1979 Ed. Misuraca
 
==Voci correlate==
*[[Museo Mandralisca di Cefalù]]
*[[Gibilmanna]]
*[['Ntinna a mari]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Cefalù}}
 
==Collegamenti esterni==
* [http://www.comune.cefalu.pa.it Sito ufficiale del Comune di Cefalù]
 
== Altri progetti ==
{{Comuni del Parco delle Madonie}}
{{interprogetto}}
{{Provincia di Palermo}}
{{Portale|Sicilia}}
 
{{Suddivisioni dell'Impero russo}}
[[Categoria:Comuni della provincia di Palermo]]
{{portale|politica|Russia|storia}}
[[Categoria:Comuni della Sicilia]]
[[Categoria:Comuni italiani]]
[[Categoria:Cefalù| ]]
[[Categoria:Città romane in Italia]]
 
[[Categoria:Governatorati dell'Impero russo|K]]
[[ca:Cefalú]]
[[coCategoria:CifalùKiev]]
[[de:Cefalù]]
[[en:Cefalù]]
[[eo:Cefalù]]
[[es:Cefalú]]
[[fr:Cefalù]]
[[he:צ'פלו]]
[[hu:Cefalù]]
[[ja:チェファル]]
[[la:Cephaloedium]]
[[lt:Čefalu]]
[[nap:Cefalù]]
[[nl:Cefalù]]
[[pl:Cefalù]]
[[pt:Cefalù]]
[[ru:Чефалу]]
[[scn:Cifalù (PA)]]
[[sv:Cefalù]]
[[vo:Cefalù]]