Girifalco e Template:Basket Azzurra Brindisi: differenze tra le pagine

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{{Band sport
{{nota disambigua|il rapace chiamato anche Girifalco|Girfalco}}
|sport = pallacanestro
{{Divisione amministrativa
|nome = Azzurra Brindisi
|Nome = Girifalco
|voce = Azzurra Brindisi
|Panorama = Girifalco - vista centro storico.jpg
|imm = 600px White with HEX-0434B1 big v-shape.svg
|Didascalia = Vista su una parte del centro storico
|Bandieranobordo = 1
|cat = dell'Azzurra Brindisi
|Voce bandiera =
|pos = {{{1|}}}
|Stemma = Girifalco-Stemma.png
}}<noinclude>
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Calabria
|Divisione amm grado 2 = Catanzaro
|Amministratore locale = Pietrantonio Cristofaro
|Partito =
|Data elezione = 31/05/2015
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Abitanti = 5860
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 agosto 2017.
|Aggiornamento abitanti = 31-8-2017
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Amaroni]], [[Borgia (Italia)|Borgia]], [[Cortale]], [[San Floro]], [[Squillace]], [[Vallefiorita]]
|Zona sismica = 1
|Gradi giorno =
|Nome abitanti = girifalcesi
|Patrono = [[San Rocco]]
|Festivo = 16 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Girifalco (province of Catanzaro, region Calabria, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Girifalco all'interno della provincia di Catanzaro
|Sito = http://www.comune.girifalco.cz.it/
|Diffusività =
}}
 
[[Categoria:Template stemmini squadre di pallacanestro italiane|Brindisi Azzurra]]</noinclude>
'''Girifalco''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[ʤiriˈfalko]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/ricerca?lemma=Girifalco|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana}}</ref>, ''Girifarcum'' in [[Lingua latina|latino]]<ref>[http://books.google.it/books?id=4EVkhIl-TN4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, composto dall'Abate D. Francesco Sacco e dedicato alla maestà di Ferdinando IV Re delle Sicilie, 1795, p. 347]</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:5860}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Catanzaro]] in [[Calabria]].
 
== Geografia fisica ==
 
=== Territorio ===
Il territorio di Girifalco si estende tra la zona montana e submontana del monte Covello (sottogruppo montuoso del monte Serralta nelle [[Serre calabresi|Serre settentrionali]]) e l'altopiano che degrada verso est e in direzione della valle, detta ''Carìa'', che scende verso il [[Golfo di Squillace]]. Storicamente da questa valle passava l'antica via istmica greca che collegava, passando per il pianoro di Girifalco e attraversando l'[[Istmo di Catanzaro]], lo [[Mar Ionio|Ionio]] al [[Mar Tirreno|Tirreno]].<ref name=":1" /> Proprio al centro dell'Istmo si trova Girifalco adagiato a 456 m s.l.m. ai piedi del monte Covello, con una superficie di 43,1 km².<ref>{{Cita web|url=http://www.italiapedia.it/comune-di-girifalco_079-059|titolo=Italiapedia, Descrizione territorio di Girifalco}}</ref> Nel territorio comunale nasce il [[Alessi (torrente)|torrente Alessi]].
 
== Storia ==
 
=== Antichità e origini ===
Come dimostrato da alcuni ritrovamenti in contrada ''Carìa'', nella parte alta del [[Alessi (torrente)|torrente Alessi]], vi erano degli insediamenti precedenti alla [[Magna Grecia]]. La necropoli rinvenuta risale al [[Neolitico]] superiore e consente di affermare che nel territorio erano presenti delle popolazioni autoctone che si erano stanziate nelle valli fluviali.<ref name=":1" /><ref>{{Cita libro|titolo=Storia della Calabria: dall'antichità ai giorni nostri|editore=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.calabriaonline.com/col/lacalabria/regione/arte_img01.php|titolo=Vaso del Neolitico Superiore (IV- III millennio a. C.)
Girifalco}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.circoloculturalelagora.it/pelasgi.htm|titolo=I Pelasgi o popoli del mare}}</ref>
 
Tuttavia per avere una prima testimonianza scritta sulle origini dell'insediamento bisogna fare riferimento ad un vecchio articolo del giornale [[La Tribuna illustrata|''La tribuna illustrata'']] del 7 febbraio del 1937, in cui si legge:<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=|data=7 febbraio 1937|titolo=Girifalco|rivista=La Tribuna Illustrata|volume=Anno XV|numero=6}}</ref>
 
{{Citazione|Girifalco deve la sua nascita alla morte di due paesi, Toco e Carìa, distrutti dai Saraceni nell'836. Gli scampati, all'incendio ed al macello, si rifugiarono sopra una rupe chiamata Pietra dei Monaci; e respinsero ogni assalto lanciando, in disperata difesa, le pietre strappate alla montagna. Furono chiamati, quei prodi, una "Sacra Falange", e, da quel loro nome, detto in greco, venne il nome del loro nuovo nido: Girifalco.|Girifalco, La Tribuna Illustrata, 7 febbraio 1937, anno XV}}
[[File:Girifalco from "chjiuppi viacchji" - panoramio.jpg|sinistra|miniatura|231x231px|Località ''Pietra dei Monaci'' con il centro storico sullo sfondo]]
[[File:Girifalco rione Pioppi Vecchi.jpg|sinistra|miniatura|231x231px|Antico rione ''Pioppi Vecchi'', primo nucleo urbano di Girifalco]]
La presenza di questi due antichi villaggi è stata suffragata dai ritrovamenti effettuati in località ''San Vincenzo'', sotto la rupe ''Pietra dei Monaci'', dove sono state ritrovate delle tombe a camera risalenti alla metà del [[VII secolo]], circa due secoli prima delle invasioni saracene. Gli abitanti dei villaggi, ''Toco'' e ''Carìa'' posti di fronte al [[golfo di Squillace]] verso est, risalivano ai tempi delle migrazioni greche ed erano insediamenti presenti nella vallata, i quali probabilmente non vennero mai conquistati dai [[Bruzi]] perché si trovavano nei pressi dell'antica [[Squillace]], essendo questi in continuo conflitto con le città della Magna Graecia. Questo spiega la decisione del console [[Marco Claudio Marcello|Claudio Marcello]], nel mentre della [[seconda guerra punica]] contro [[Annibale]], di porre i suoi presidi militari sul monte Covello per la particolarità di poter controllare contemporaneamente i due golfi dell'istmo, in una località chiamata in epoca attuale ''setto di Marcello'', dove sono state ritrovate delle punte di lancia e delle piccole anfore.<ref>{{Cita web|url=http://www.sapere.it/enciclopedia/Girifalco.html|titolo=Girifalco su sapere.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.quicalabria.it/ilterritorio_dett_art.asp?id_s=11&id_a=438&id_p=2&id_c=31&id_l=0&id_ctc=7|titolo=La storia di Girifalco}}</ref> Prima dell'arrivo dei Normanni in Calabria, in piena epoca [[Thema di Calabria|Bizantina]], per difendersi dalle incursioni dei [[Saraceni]] che infestavano quelle contrade tra il [[IX secolo|IX]] e il [[X secolo]], la popolazione si rifugiò in un luogo più alto e sicuro dal quale era visibile l'intera valle. Quel luogo era una rupe che denominarono ''Terravecchia'' e che in seguito sarà conosciuta come ''Pietra dei Monaci'' (probabilmente perché in quella zona sorse un cenobio o un convento in epoca bizantina o medioevale del quale sono visibili delle mura e un pozzo). In quel luogo nacque il primo nucleo abitativo, ''Pioppi'', tipicamente medioevale adagiato su uno sperone roccioso, che si popolò degli abitanti della vallata.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.comune.girifalco.cz.it/index.php?action=index&p=76|titolo=Storia - Comune di Girifalco|sito=www.comune.girifalco.cz.it|accesso=29 maggio 2017}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|autore=|titolo=Aspetti e momenti del Risorgimento a Girifalco: il 1848|anno=|editore=|città=}}</ref>
 
=== Periodo Normanno ===
Non molto è documentato sulla dominazione [[Normanni|Normanna]] nella terra di Girifalco. Tuttavia uno scrittore e viaggiatore inglese, [[Edward Lear]], percorse a piedi il sud Italia, e così scrisse nel suo ''Diario di un viaggio a piedi<ref>{{Cita libro|autore=Edward Lear|titolo=Diario di un viaggio a piedi|anno=|editore=|città=}}</ref>'':
{{Citazione|Arrivai ad una città di montagna chiamata col delizioso nome di Girifalco... probabilmente se uno potesse scavare nella sua storia, potrebbe trovare che il nome arrivi ai Normanni o probabilmente al più grande dei falconieri, Federico II.|Edward Lear, ''Diario di un viaggio a piedi''}}
Per il sovrano svevo, Girifalco, trovandosi nel [[Istmo di Catanzaro|punto più stretto]] della Calabria, poteva costituire una postazione strategica, infatti, dall'alto del Monte Covello si scorgono l'uno e l'altro mare e una guarnigione, quindi, sarebbe stata molto utile. All'epoca era diffusa la caccia con il falco e nella corte di [[Federico II di Svevia|Federico II]] vi erano dei falconieri, ufficiali preposti all'allevamento e addestramento dei falconi per le battute di caccia. Essendo il sovrano di Sicilia lui stesso un grande falconiere, aveva creato una grande riserva di caccia fino ai territori confinanti ed è dunque molto probabile che dei falconieri normanni risiedessero nella terra di Girifalco, visto che il territorio costituisce tutt'ora un passaggio obbligato per questi rapaci.<ref name=":0" />
 
Intorno al 1220 Federico II, una volta domati i [[Saraceni]] e riconquistato le roccaforti musulmane in [[Sicilia]], ne trasferì una parte a Girifalco, oltre a quelli di Lucera (che era la [[Insediamento musulmano di Lucera|colonia principale]]) e Acerenza, per evitare un loro ritorno sull'isola dando inizio a nuove rivolte. Ma questi iniziarono a spingersi di nuovo troppo a sud verso la Sicilia costringendo così il sovrano di Svevia, il 25 dicembre del 1239, a emanare un decreto in base al quale tutti i Saraceni del continente dovevano essere rigorosamente confinati nella città di Lucera, la più distante delle tre località iniziali dall'isola. Questo sancì l'abbandono della colonia di Girifalco, insieme a quella di Acerenza.<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/35556653/Massimiliano_Monaco_Luceria_saracenorum|titolo=Massimiliano Monaco, Luceria saracenorum}}</ref>
 
Con il sistema feudale, che in Calabria era stato diffuso durante il periodo normanno, la terra di Girifalco venne temporaneamente assegnata al feudo di Maida.
 
=== Dal 1300 al 1500 ===
All'inizio del [[XIV secolo]], Girifalco fu possedimento di Caterina Niceforo, figlia del tiranno e despota dell'Epiro. Successivamente fece parte, fino al 1494, della Contea di Arena. Da quell'epoca, con la dominazione spagnola nel Meridione, passò al Principato di Squillace sotto la [[Borgia (famiglia)|famiglia dei Borgia]] fino al 1506. In quell'anno [[Ferdinando II d'Aragona|il Re Cattolico]] la staccò per annetterla alle terre che costituivano la Contea di Soriano, sotto il dominio dei [[Carafa]]. Nel 1526 la terra di Girifalco appartenne a un certo Camillo de Gennaro per poi ritornare sotto i Carafa fino al 1609.<ref>{{Cita web|url=http://www.italiapedia.it/comune-di-girifalco_Storia-079-059|titolo=Italiapedia, Girifalco - Storia|sito=www.italiapedia.it|accesso=29 maggio 2017}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Contributo alla storia feudale della Calabria nel sec. XVII}}</ref>
 
Durante il dominio dei Carafa, nel 1548, il vescovo [[Marco Lauro|Marco Laureo]], fratello del cardinale [[Vincenzo Laureo]], fece erigere in Girifalco il convento di San Domenico, che fu anche centro di studi teologici nel quale pare vi abbia dimorato il frate domenicano [[Tommaso Campanella]], nativo di Stilo, di ritorno in Calabria sul finire del secolo per partecipare a un convegno contro la dominazione spagnola ed esporre il suo piano di rivolta.<ref name=":1" /><ref name=":2">{{Cita libro|autore=Giovanni Fiore|titolo=Della Calabria illustrata|anno=|editore=|città=}}</ref>
 
=== 1600 e 1700 - Epoca Ducale ===
{{Citazione|Sulla terra della Calabria, legata alle sorti di Napoli, si susseguono varie dominazioni fino a che, per via di trapassi ereditari, Girifalco diventa feudo dei Caracciolo, e Fabrizio Caracciolo, legato a quel feudo da titolo ducale, innalza su di una altura vicino al primo nucleo del paese, un castello; e fa anche costruire un convento pei religiosi che si piantano lassù. Il castello non avrà una vita molto lunga perchè il luogo è franoso e si trova in una zona battuta dal terremoto; ma, del suo nascere, resterà un segno nella scheda di un notaio (notar Fausto). Di don Fabrizio Caracciolo, duca di Girifalco, rimarrà invece un ricordo nella statua, mutilata, erettagli, in senso di riconoscenza, nel convento da lui donato che poi diventerà sede dell'Ospedale psichiatrico della provincia di Catanzaro.|Girifalco, La Tribuna Illustrata, 7 febbraio 1937, anno XV}}
[[File:Ospedale Psichiatrico Girifalco.jpg|sinistra|miniatura|376x376px|Il convento dei frati minori riformati divenuto in seguito ospedale psichiatrico]]
Nel 1609 il banchiere e [[Patrizio (titolo)|patrizio]] Pier Francesco [[Ravaschieri (famiglia)|Ravaschieri]] dei Conti di Lavagna acquistò la terra di Girifalco per 25.000 ducati dal Conte di Soriano. Non avendo avuto figli gli subentrò alla guida del feudo la nipote Virginia Ravaschieri, la quale con privilegio di [[Filippo IV di Spagna|Re Filippo IV]], nel 1624 ottenne il titolo Ducale di Girifalco per lei e i suoi discendenti. La prima Duchessa espanse i possedimenti feudali di Girifalco acquistando, nel 1631, la terra di San Vito e il casale di Lucenadi (Cenadi). In virtù del matrimonio tra la Duchessa Ravaschieri di Girifalco con un certo Annibale [[Caracciolo]], nel 1607 nacque Fabrizio Caracciolo, secondo Duca di Girifalco, patrizio napoletano e consigliere del [[Sacro regio consiglio|Sacro Regio Consiglio]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=La famiglia Ravaschieri|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno III - Giugno 1999|numero=6}}</ref>Fu Duca dal 1634 (anno in cui morì la madre Virginia) al 1683 divenendo artefice di un periodo fiorente per il Ducato consolidando lo sviluppo socio economico della cittadina con la presenza della ''[[universitas]]'' e dell'istituzione feudale. Il Duca fece costruire, nel 1635, un convento (divenuto successivamente, nel [[XIX secolo]], ospedale psichiatrico) e lo concesse ai [[frati minori riformati]] che, per ringraziarlo, nel 1669 fecero erigere una statua in suo onore e la collocarono all'interno del convento stesso.<ref name=":5" /><ref>{{Cita web|url=https://gw.geneanet.org/fcicogna?lang=en&n=caracciolo+pisquizi&oc=0&p=fabrizio|titolo=Duca Fabrizio Caracciolo}}</ref>Fu costruttore anche di un castello in una zona non precisata di Girifalco, probabilmente nella zona più antica del paese, ''Pioppi'', ma ebbe breve durata per via di eventi sismici. Durante quel periodo, Girifalco venne colpita dal terremoto nel [[Terremoto del 1638|marzo del 1638]], dove venne gravemente danneggiata quasi la totalità del centro e soprattutto il rione ''Pioppi'' con l'annessa chiesa Matrice, la quale venne successivamente ricostruita. L'evento è citato da un certo Lutius De Urso:{{Citazione|Girifalco di fuochi 180. Fu negli anni addietro poco men che disfatto dal terremoto (anno 1626); la terra si fracassò e particolarmente una torre altissima di fabbrica assai antica; in una delle due parti della terra si è spezzato il monte e fatta apertura, molti cittadini hanno fatto le case in altro luogo. Il Duca Fabritio dell'illustrissima famiglia Caracciolo che ne è padrone, l'avea non solo restaurata, ma abbellita; ma in questo 27 marzo rovinò con la morte di 50 persone ordinarie|Lutius De Urso}}
[[File:Statua Duca Caracciolo - Portale Palazzo Ducale.jpg|miniatura|280x280px|Portale del Palazzo Ducale con la statua del Duca Fabrizio Caracciolo |alt=]]
La torre menzionata dal De Urso probabilmente era un'antica torre difensiva o parte di un castello situata in località ''Pietra dei Monaci'' dalla cui sommità si poteva osservare tutta la vallata fino al Golfo di Squillace. Questo spiega la presenza delle torri nello stemma cittadino.<ref>{{Cita libro|autore=G. Boca|titolo=Luoghi sismici della Calabria|anno=|editore=|città=}}</ref>
 
Contemporaneamente il sindaco Carlo Pacino fece realizzare delle opere di grande importanza come la monumentale fontana Barocca nel 1663, la prima Casa Comunale nel 1665 e l'ampliamento della chiesa di [[San Rocco]]. Nel XVII secolo dunque il centro abitato si andava sempre di più espandendo e vi era la presenza di diverse importanti strutture sia religiose che civili: due conventi, quello dei padri domenicani e quello dei frati minori riformati; le chiese maggiori erano cinque, la Matrice dei ''Pioppi Vecchi'' con la limitrofa chiesa dell'Immacolata, la chiesa di San Rocco, la chiesa del convento dei frati minori riformati e la chiesa di Santa Maria delle Grazie del convento dei domenicani (chiesa Matrice attuale); la prima casa comunale, il palazzo Ducale e la fontana Barocca. In quel periodo venne anche realizzato lo stemma della città con le tre torri sorvolate dal falco.
 
Il frate [[Giovanni Fiore da Cropani]] nella sua opera storiografica, ''[[Della Calabria illustrata]]'', nel [[XVII secolo]] scriveva su Girifalco:<ref name=":2" />
 
{{Citazione|Terra molto antica, e forse ò ristretta, ò mutata di sito dalla sua prima fondazione, e può trarsene conghiuttura dalle rovinate fabriche, che se le veggono all'intorno, avvertito, e notate dal Marafioti; Nel rimanente, Ella è Abitazione Civile, con buone Famiglie, ed abbondante di molte cose al necessario vivere. Accresce i titoli della Famiglia Napolitana, con quel di Duca. Numeroso di duecento ventidue fuochi.|Giovanni Fiore da Cropani, ''Della Calabria illustrata''}}
[[File:Stemma Caracciolo di Girifalco.jpg|sinistra|miniatura|240x240px|Stemma dei Caracciolo di Girifalco]]
Dopo la morte del Duca Fabrizio Caracciolo, ereditò il ducato il nipote Nicola Maria, figlio di Maria Virginia detta Cilla (figlia del Duca Fabrizio) e di un Caracciolo di Gioiosa, che divenne il terzo Duca di Girifalco. Il nuovo Duca nei primi anni del [[XVIII secolo]] riuscì a ingrandire il patrimonio feudale, che già comprendeva le terre di San Vito e Cenadi, annettendo le Baronie di San Demetrio, Stefanaconi e San Floro. Durante il suo Ducato, precisamente nel 1723, a Girifalco venne fondata la [[Massoneria in Italia|loggia massonica]] denominata ''Fidelitas'', la prima nata sul suolo Italico (all'epoca sul suolo del [[Regno di Napoli]]). I Caracciolo erano signori della cittadina da quasi un secolo e la loggia nacque grazie al loro potere e prestigio, ma anche e soprattutto per il loro spirito anticonformista e rivoluzionario contro l'aristocrazia di cui essi stessi ne facevano parte, impregnando l’ambiente cittadino con il loro modo di essere che si poneva in una posizione rispettabile nella società, atteggiamento rivoluzionario per quell'epoca. Questo dimostra proprio la fondazione della Loggia, considerando che i principi e le finalità della Massoneria sono sempre andati contro la visione etica e sociale dei padroni, per i quali esisteva solo la propria libertà, ritenendo la fratellanza un’eresia.<ref>{{Cita libro|autore=Rocco Ritorto|titolo=Tavole Massoniche 2|anno=|editore=|città=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=204:in-calabria-la-prima-loggia-massonica-ditalia&catid=86:storia-xviii-sec&Itemid=28|titolo=In Calabria la prima Loggia Massonica d’Italia}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.grandeorienteitaliano.com/storia/massoneria-italiana/|titolo=La Massoneria Italiana}}</ref>
 
Il Ducato di Nicola Maria durò fino al 1736, anno della sua morte e a succedergli fu il nipote Gennaro Caracciolo, quarto Duca di Girifalco, figlio di Francesco Antonio il quale mori un anno prima del padre, nel 1735. Il Duca Gennaro Caracciolo, contrariamente a quanto usavano fare i suoi avi, ossia sposare donne della stessa famiglia dei Caracciolo, decise di prendere in moglie una donna esterna alla famiglia, donna Olimpia Colonna Barberini dei Conti di Palestrina. Donna Olimpia era una dama di alto rango raffinata e gentile, mentre il Duca Gennaro era un uomo geloso, avvezzo a modi rozzi e da guerra. Per questi motivi e probabilmente per l'impossibilità della consorte di mettere al mondo un erede, il Duca prese una decisione atroce. Un giorno si sparse la voce che donna Olimpia fosse morta tant'è che le furono celebrati solenni funerali e dopo qualche tempo della dama non se ne parlò più. In realtà fu rinchiusa da don Gennaro nei sotterranei del palazzo Ducale. Il Duca aveva una cattiva fama, tanto grande da offuscare anche quella importante dell'avo materno, il Duca Fabrizio Caracciolo. La leggenda vuole che due frati, del convento dei domenicani o del convento dei riformati, udirono i lamenti di donna Olimpia da un piccolo lucernario delle segrete del palazzo Ducale e per evitare le ire del Duca ritornarono al convento dove confidarono il tutto ai padri superiori, i quali sospettando che la dama fosse ancora in vita, allertarono le autorità massime a Napoli che mandarono il Preside della Calabria a controllare se fosse davvero viva e rinchiusa nei sotterranei del palazzo Ducale di Girifalco. Donna Olimpia fu liberata e trascorse il resto della sua vita in un monastero a Roma, mentre il Duca Gennaro morì nel suo Ducato nell'anno 1766.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=7 febbraio 1937|titolo=La prigioniera muta|rivista=La Tribuna Illustrata|volume=Anno XV|numero=6}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Gennaro Maria Caracciolo, quarto duca di Girifalco|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno III - Settembre 1999|numero=9}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://genealogy.euweb.cz/italy/colonna5.html|titolo=Famiglia Colonna, sezione E1}}</ref>
 
Gli successe, essendo morto senza eredi, la sorella Margherita, quinta Duchessa di Girifalco dal 1766 al 1802. Essendo l'ultima del suo ramo, da li a poco con la sua morte, scomparvero i Caracciolo di Girifalco dopo quasi due secoli e subentrarono i [[Piccolomini]] d'Aragona per il matrimonio della Duchessa con don Pompeo, Principe di Maida e Duca di Amalfi. La Duchessa Margherita fu anche l'ultima intestataria per diritto e di fatto delle terre di Girifalco, che comprendevano le Baronie di San Demetrio, Stefanaconi, San Floro, le terre di San Vito e il casale di Lucenadi (Cenadi), a causa delle [[leggi eversive della feudalità]] che sarebbero state emanate nel 1806. Margherita Caracciolo è ricordata soprattutto per aver donato un ''tesoro'' alla Chiesa di San Rocco, in particolare alla Cappella di San Michele con il relativo altare, su cui i Caracciolo esercitavano il ''[[Diritto di patronato|ius patronatus]].'' Queste donazioni, la Duchessa, le ordinò da Napoli, capitale del [[Regno di Napoli|Regno]], dove si era trasferita assieme alla figlia, mentre l'amministrazione feudale fu temporaneamente affidata alla famiglia dei Magno Oliverio.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Margherita, quinta Duchessa di Girifalco|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno III - Ottobre 1999|numero=10}}</ref><ref name=":1" />
 
Sul finire del XVIII secolo un altro terremoto colpì gravemente la Calabria, quello del [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|28 marzo 1783]], con epicentro proprio a Girifalco. Il centro venne distrutto o danneggiato gravemente, come il rione ''Pioppi'' con la chiesa Matrice (già danneggiata gravemente nel terremoto del 1638) che si decise di non ricostruire più. Per il graduale abbandono dei ''Pioppi Vecchi'' a causa del sisma e per l'espansione del borgo in direzione del convento dei padri domenicani, si decise di trasferire le funzioni di Matrice alla chiesa di quel convento, essendo in una zona più centralizzata.<ref name=":6" />
 
Negli ultimi anni del '700 il Regno di Napoli decise di andare verso la soppressione del patrimonio ecclesiastico, che rimase alla mercé degli avvenimenti politici insieme ai beni del feudo, causando delle tensioni all'interno della società girifalcese. Inoltre, nel 1799, i [[Borbone delle Due Sicilie|Borbone]] fuggirono a Palermo, mentre a Napoli nacque la [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Partenopea]], alla quale aderirono numerosi comuni della Calabria. Girifalco, insieme ad altri centri, rimase invece fedele ai Borbone e furono organizzate delle spedizioni che si unirono al [[Fabrizio Ruffo|Cardinale Ruffo]] e al suo [[Esercito della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo|Esercito Sanfedista]], il quale si stava dirigendo verso Napoli contro i Francesi.<ref name=":1" />
 
=== 1800 - Fine del feudo dei Caracciolo e istituzione del comune ===
La Duchessa Margherita morì nel 1802 e le successe la figlia Anna Maria Piccolomini d'Aragona, sesta Duchessa e ultima feudataria di Girifalco. Nel febbraio del 1806 [[Giuseppe Bonaparte]] invase il Regno di Napoli e attuò le leggi eversive della feudalità decretando la fine dei feudi, compreso quello di Girifalco che vide così definitivamente la fine dei Caracciolo e dei Duchi nel proprio territorio. La Duchessa Anna Maria morì ultima della sua casata nel 1812 e si era unita in matrimonio con la [[Pignatelli (famiglia)|famiglia Pignatelli]] dei Duchi di [[Vibo Valentia|Monteleone]], passando tutta la titolatura nobiliare dell'estinta casa dei [[Caracciolo]] di Girifalco ai Pignatelli d'Aragona Cortez.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Anna Maria Piccolomini d'Aragona, ultima feudataria di Girifalco|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno III - Novembre 1999|numero=11}}</ref> Nei primi anni dell'[[XIX secolo|Ottocento]] si chiude, dunque, l'epoca Ducale di Girifalco, importante era che ha segnato la storia della cittadina.
 
Nel decennio francese (1806 - 1815) divenne dunque comune della [[Calabria Ulteriore]] con la legge del 4 maggio 1811, per la nuova circoscrizione delle quattordici province del Regno di Napoli. Durante il [[Regno delle Due Sicilie]] (1816 - 1861) a Girifalco, che rientrava nella [[Calabria Ulteriore Seconda]], ci furono dei cittadini che parteciparono ai [[Moti del 1820-1821|moti di Napoli del 1821]] e soprattutto a quelli del 1848. Nel mese di febbraio di quell'anno, dopo che [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] dovette concedere nuovamente la Costituzione al Regno, a Girifalco nacque una setta [[Carboneria|carbonara]], ''Gioventù italica e fratellanza'', che cospirava contro il governo borbonico per i disagi generali che affliggevano la popolazione. Dopo vari tumulti cittadini una spedizione di volontari partì per Filadelfia, dove era stanziato un accampamento delle armate di rivoluzione della provincia di Catanzaro, con il compito di ostacolare i movimenti dell'esercito borbonico guidato dal generale [[Alessandro Nunziante|Nunziante]] che stava per approdare e collocare una base operativa a [[Vibo Valentia|Monteleone]].<ref name=":0" /><ref name=":1" />
[[File:Manicomio di Girifalco a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento.jpg|miniatura|338x338px|Manicomio di Girifalco a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento]]
In seguito all'unità d'Italia, negli anni '70 del XIX secolo, il Prefetto di Catanzaro Colucci fu promotore dell'istituzione di un [[Ospedale psichiatrico di Girifalco|manicomio]] interprovinciale nella Calabria. Dopo la verifica di varie strutture presenti in altri comuni più o meno nella zona, nel 1878 venne ritenuto idoneo il convento dei frati minori riformati di Girifalco, costruito dal Duca Fabrizio Caracciolo più di due secoli prima, che nel 1881 venne così trasformato nel manicomio interprovinciale diretto dallo psichiatra [[Dario Maragliano]]. L'ospedale rappresentò una grande fonte di beneficio per Girifalco, dando inizio allo sviluppo e alla modernizzazione dell'economia cittadina.<ref name=":4">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=48228|titolo=SIUSA - Ospedale psichiatrico di Girifalco|sito=siusa.archivi.beniculturali.it|accesso=29 maggio 2017}}</ref>
 
=== Simboli ===
[[File:Girifalco-Stemma.png|sinistra|212x212px|alt=|Stemma araldico]]
 
Lo stemma araldico di Girifalco raffigura tre torri sorvolate da un falco.
 
La blasonatura del gonfalone recita:
{{Citazione|Drappo di azzurro riccamente ornato di ricami d'oro caricato dallo stemma comunale che è racchiuso in una circonferenza all'interno di una pergamena, ornata da fogliame di colore verde a sua volta sovrastata da elmo piumato di rosa e con al vertice l'iscrizione centrata in oro recante: "Comune di Girifalco". La cravatta e i nastri tricolore sono fregiati di color oro.|Blasonatura del gonfalone}}
Nello stemma comunale venne accolta la leggenda dalla quale pare discenda il nome della cittadina girifalcese, che vuole un falco volteggiare ad ali spiegate nel cielo, dall'alto di tre torri.<ref>{{Cita web|url=http://girifalco.asmenet.it/index.php?action=index&p=76|titolo=}}</ref>
<ref>{{Cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/079/059/stemma.html|titolo=Comuni italiani.it - Stemma di Girifalco}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.notiziarioaraldico.info/2019022614058/studio-comparato-di-due-stemmi-calabresi/|titolo=Studio comparato di due stemmi calabresi}}</ref><br />
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di San Rocco ====
[[File:Chiesa di San Rocco - Girifalco.jpg|miniatura|Chiesa di San Rocco nei primi anni del '900]]Gioiello di architettura barocca tutelata ipso-jure, come attesta il [[Ministero per i beni culturali e ambientali]], soprintendenza per i beni architettonici artistici e storici della Calabria. Al suo interno custodisce la pregevole statua di [[San Rocco]], opera d'arte realizzata in legno massiccio che risale al '500, epoca di fioritura artistica.
 
Le sue origini si perdono nel tempo e sulla sua prima fondazione non si hanno fonti certe (probabilmente [[XVI secolo]]), ma è comunque assai remota e resta uno dei monumenti più antichi di Girifalco. Edificata, secondo la leggenda, dopo il ritrovamento di un'effige del Santo di Montpellier tra gli arbusti di un pantano nel luogo dove in seguito fu innalzata la chiesa. Di certo si sa che l’antica chiesa, di maggiori proporzioni dell’attuale, venne distrutta o pesantemente danneggiata da un terremoto nel [[XVII secolo]], probabilmente quello del 1626 con epicentro proprio a Girifalco o il sisma del 1638<ref>{{Cita web|url=https://www.calabriaportal.com/statistiche-calabria/2589-terremoti-piu-forti-della-calabria.html|titolo=Terremoti più forti della Calabria - righe 8, 9}}</ref>. Nel 1672 per l’estendersi del paese e della popolazione, per l’incremento del culto del Santo e per l'importanza assunta dalla chiesa, la medesima venne elevata a Parrocchia. Riedificata in quel secolo con grandi sacrifici di tutto il popolo senza subire più gravi danneggiamenti, nonostante la spaventosa potenza di terremoti come quello del 1783 che distrusse quasi l’intero paese e non venne modificata in modo rilevante fino al 1860. Fu consacrata solennemente nel 1914 dal cardinale e arcivescovo [[Eugenio Tosi|Mons. Eugenio Tosi]], in quell'epoca vescovo di Squillace.
 
Sulla facciata ci sono quattro colonne con capitello, il portale lapideo è sormontato da una grande finestra a mezzaluna e sulla sinistra il campanile decorato con delle trabeazioni presenta un orologio posto nella parte superiore. L'interno, che è costituito dalla grande navata centrale e una laterale sul lato del campanile, custodisce varie opere di grande pregio oltre la statua del Santo, tra cui un ostensorio barocco, l'altare maggiore opera di scalpellini di Serra San Bruno, cinque altari laterali tra cui l'altare di San Michele Arcangelo, che fu l'antico patrono del paese, adornato con candelieri in ottone. Nell'abside è presente un grande quadro di San Rocco.<ref name=":3" /><ref>{{Cita web|url=http://sanroccodigirifalco.it/StoriaeCultura.html|titolo=Chiesa di San Rocco}}</ref>
 
==== Chiesa Matrice Santa Maria delle Nevi ====
[[File:Chiesa Matrice o Santa Maria delle Nevi.jpg|miniatura|Chiesa Matrice Santa Maria delle Nevi (a sinistra) e chiesa del SS. Rosario (a destra)]]
La sua prima fondazione risale al [[XVI secolo]] ed è dedicata alla [[Madonna della Neve|Madonna delle Nevi]] (titolo che ha ereditato dalla distrutta chiesa Matrice del rione ''Pioppi Vecchi''). Sul finire del [[XVIII secolo]] venne riedificata sul sedime della chiesa di [[Madonna delle Grazie|Santa Maria delle Grazie]] del convento di San Domenico, costruito nel 1548 per volere del vescovo [[Marco Lauro|Marco Laureo]]. Della vecchia struttura del convento dei [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]] esistono ancora oggi interessanti ruderi e arredi, tra i quali l'ampio giardino interno delimitato dalle antiche mura con al suo interno il pozzo e la fossa comune per le sepolture. La facciata un tempo era di stile [[barocco]] (oggi presenta uno stile tipicamente moderno essendo stata restaurata negli anni cinquanta del '900) e possiede un grande portale lapideo affiancato da due nicchie al quale si accede tramite una doppia scalinata. L'ingresso laterale è incorniciato in un portale bugnato e si trova nella struttura del campanile dove sono presenti tre campane e l'orologio. L'interno è tipicamente bianco sia per il richiamo al titolo stesso della chiesa, Madonna delle Nevi, e sia per il richiamo all'ordine dei domenicani, dai quali la chiesa deriva, il cui colore simbolo è il bianco. La grande navata è adornata da una serie di archi con fregi e capitelli dorati. Adiacente alla chiesa Matrice è situata la chiesa del SS. Rosario.<ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.movio.beniculturali.it/ascz/cartografiaarchiviodistatocatanzaro/it/53/chiesa-di-girifalco|titolo=Progetto di ricostruzione della Chiesa Madre di Girifalco}}</ref><ref name=":3" />
 
==== Chiesa del SS. Rosario ====
Fu edificata alla fine del [[XVIII secolo]]. Nella ''Lista di Carico'' della [[cassa sacra]], al capitolo ''Fabriche Religiose,'' non ne viene fatta alcuna menzione e la sua costruzione è, dunque, posteriore al [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto del 1783]], ossia in seguito alla promozione della chiesa del convento dei domenicani (chiesa di Santa Maria delle Grazie) a Matrice. Pertanto, i confratelli ne costruirono una nuova dedicandola alla [[Madonna del Rosario|Beata Vergine del Rosario]]. La chiesa presenta due navate in stile [[barocco]] e sulla facciata il portale in pietra chiara è sormontato da una monofora circolare affiancata da due nicchie. Sul soffitto, proprio al di sopra dell'altare principale, si può leggere l'antifona biblica ''Domus mea domus orationis vocabitur'', mentre alla sommità dell'arco centrale è presente lo stemma dei [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]].<ref name=":3" />
 
==== Chiesa dell'Addolorata ====
La sua prima edificazione risale al [[XV secolo]], epoca in cui era situata poco al di fuori del centro urbano, mentre oggi delimita il versante occidentale del centro storico. Adagiata su una piccola collina, venne più volte riedificata nel tempo e l'attuali struttura e aspetto risalgono al [[XVIII secolo]]. L'interno è composto da tre navate di piccole dimensioni abbellite da colonne e decori in oro. Al di sopra dell'altare, che è di color rosa antico e bianco, è riposta la statua della [[Maria Addolorata|Madonna Addolorata]]. Sull'ala di sinistra si erge il campanile, mentre di fronte la facciata ci sono delle interessanti icone sormontate da croci che raffigurano alcune scene del calvario di Gesù Cristo.<ref name=":3" />
 
==== Chiesa dell'Annunziata ====
Risale al [[XVIII secolo]]. Nella ''Lista di Carico'' della [[cassa sacra]], redatta dopo il [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto del 1783]], si rileva che in epoca antecedente al sisma al posto della chiesa attuale ne sorgeva un’altra, ossia una cappella rurale con delle proprie rendite. Infatti fino agli anni ’60 del [[XX secolo]] era fuori dal centro abitato, in mezzo agli ulivi in contrada ''Conella,'' prima che l'espansione urbana la circondasse. Annessa alla chiesa c'era una celletta per il ''Romito'', l’eremita'''.'''
 
==== Ruderi dell'antica chiesa Matrice dei ''Pioppi Vecchi'' ====
La Matrice che sorgeva ai ''Pioppi Vecchi'' era la principale chiesa di Girifalco fino al 1783 ed era dedicata alla [[Madonna della Neve|Madonna delle Nevi]], titolo che venne poi ereditato dall'attuale chiesa Matrice. Non molto si sa sulle sue origini e fu praticamente rasa al suolo dai due terremoti che si verificarono nel 1638 e nel 1783. Questi avvenimenti sono descritti nella ''Relazione ad Limina'' del vescovo della diocesi di Squillace nel 1661 e nel verbale che fu stilato dall'allora arciprete del paese dopo il sisma del 1783. Era annessa alla Matrice la chiesa dell'Immacolata, anch'essa distrutta.
 
Era risaputo che quella zona fosse molto a rischio, infatti, all'indomani del [[Terremoto del 1638|sisma del 1638]] in molti si chiesero se ricostruire la chiesa in quel luogo o altrove. Ventidue anni dopo ancora si stava discutendo sul da farsi, come documentato nella relazione del 1661 e alla fine si decise di ricostruirla nello stesso medesimo posto, i ''Pioppi Vecchi''. Ma nel secolo successivo, il [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto del 1783]] la distrusse nuovamente, lasciando il paese ancora una volta senza chiesa Madre. Si ripose quindi il problema della riedificazione nello stesso luogo o spostarne la parrocchia in una delle altre due chiese abbastanza grandi del paese, quella di San Rocco o quella del convento dei padri riformati (futuro ospedale psichiatrico). La prima fu ritenuta non molto grande per soddisfare le esigenze della popolazione nelle festività, mentre la seconda era troppo distante dal centro del paese che intanto si stava estendendo verso la collina del convento dei domenicani, la futura piazza Umberto I. Si decise alla fine di riedificare la chiesa di Santa Maria delle Grazie del sopracitato convento, che fu anch'essa distrutta dal sisma del 1783, trasferendovi le funzioni di chiesa Matrice e assegnandola alla Madonna delle Nevi, come la distrutta chiesa dei ''Pioppi Vecchi''. Questa decisione fu presa per la necessità di collocarne la sede in una zona più centrale, vista l'espansione del centro urbano e per il graduale abbandono del rione ''Pioppi'' dopo il tremendo sisma di fine [[XVIII secolo]].
 
Oggi sono ancora visibili i suoi ruderi e in particolar modo le mura della navata laterale sinistra.<ref name=":3" /><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Girifalco nel XVII secolo|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno VI - Aprile 2002|numero=4}}</ref>
 
=== Architetture civili ===
 
==== Complesso Monumentale - Ospedale Psichiatrico ====
[[File:Manicomio di Girifalco anni '40 del '900.jpg|miniatura|Ospedale psichiatrico intorno al 1940]]
Imponente struttura del vecchio [[Ospedale psichiatrico di Girifalco|manicomio provinciale]] istituito nel 1881. In passato era un convento dei [[frati minori riformati]]. [[Giovanni Fiore da Cropani|Giovanni Fiore]], nel suo scritto [[Della Calabria illustrata|''Della Calabria Illustrata'']], pone la fondazione del convento nel [[XVII secolo]], nel 1635. Tale convento era dedicato ai Santi Antonio ed Elena e sorgeva su un vasta area concessa ai frati dal Duca di Girifalco Fabrizio [[Caracciolo]], il quale non solo donò la terra per il convento ma lo fece anche costruire. All'indomani del [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto del 1783]] che distrusse gran parte dell'antico convento venne stilata una relazione, per conto della [[Cassa sacra]], della struttura conventuale e dell'annessa Chiesa. In questa relazione risultava che il convento aveva quattro sezioni e il braccio ovest era interamente costituito dalla Chiesa del convento. Questa Chiesa, la cui facciata corrispondeva all'entrata principale dell'odierna struttura, era di grandi dimensioni e al suo ingresso presentava un ampio atrio che dava accesso alla navata centrale, mentre il campanile venne distrutto dal sisma sopracitato. Al suo interno erano conservate le tre campane della distrutta Chiesa Matrice dei ''Pioppi Vecchi.''<ref name=":4" /><ref>{{Cita web|url=http://www.spazidellafollia.eu/it/complesso-manicomiale/ospedale-psichiatrico-provinciale-di-girifalco|titolo=Manicomio provinciale di Girifalco}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://architetturemanicomiali.altervista.org/manicomio-provinciale-di-catanzaro-in-girifalco/?doing_wp_cron=1557168071.0922479629516601562500|titolo=Manicomio Provinciale di Catanzaro in Girifalco}}</ref>
[[File:Fontana Barocca.jpg|miniatura|Fontana ''Carlo Pacino'' o ''del Diavolo'']]
 
==== Fontana Carlo Pacino ====
Monumentale fontana, realizzata in stile [[Barocco]] dai maestri scalpellini locali, sita nel centro storico in piazza Vittorio Emanuele II a fianco della chiesa di San Rocco. Fu costruita nel [[XVII secolo]] per volontà del sindaco di quell'epoca Carlo Pacino. La fontana è realizzata in pietra calcarea (travertino calabrese) con una pianta particolare a doppia forma, circolare all'interno e ottagonale all'esterno. Sulla vasca maggiore si legge la scritta ''Carolo Pacino MDCLXIII Sindico'', grazie alla quale la si può datare all'anno 1663. L'opera è stata eseguita in due tempi: la prima porzione fino alla vasca maggiore è del '600, mentre i tre pezzi superiori sono stati realizzati nell'anno 1830 come si può evincere dalla scritta ''MDCCCXXX''. Su quest'opera aleggia una leggenda popolare riguardo la sua realizzazione ad opera del diavolo (da dove nasce l'appellativo ''fontana del diavolo'') che l'avrebbe realizzata in una sola notte ponendola davanti alla chiesa di San Rocco quasi in segno di sfida e una volta terminata l'opera si sarebbe allontanato dal centro abitato a grandi passi, lasciando una delle orme sui gradoni della fontana e l'altra fino alla località ''Pietra dei Monaci''.<ref>{{Cita web|url=http://artbonus.gov.it/116-8-fontana-carlo-pacino.html|titolo=Fontana Carlo Pacino}}</ref><ref name=":3">{{Cita libro|titolo=Identità Storico-Culturali dei comuni nel territorio del G.A.L. Serre Calabresi|editore=}}</ref>
 
==== Edifici Storici ====
* Prima Casa Comunale: risale al 1665 ed è situata in piazza Vittorio Emanuele II. È fregiata dallo stemma della famiglia dei [[Caracciolo]]. Oggi al suo interno è presente un piccolo museo dell'epoca borbonica e in passato è stata biblioteca comunale.
* Palazzo Municipale: sede del comune e della biblioteca comunale.
* Palazzo Ducale: ubicato in piazza Umberto I è stato per lungo tempo residenza signorile. Risale al [[XIII secolo]], costruito dopo la [[VI crociata]]. Fu di proprietà della [[Ravaschieri (famiglia)|famiglia Ravaschieri]] e passò ai [[Caracciolo]] agli inizi del [[XVII secolo]]. Nel tempo ha subito diverse trasformazioni in particolare dopo il [[terremoto del 1783]]. Il portone d'ingresso è incorniciato da un portale bugnato e conserva al suo interno un altare palatino. All'esterno, a fianco al portone d'ingresso è collocata la statua del Duca Fabrizio Caracciolo risalente al 1669.
* Palazzo Spagnuolo
* Palazzo Ciriaco
* Palazzo Staglianò
* Palazzo Giampà - Valentini
* Palazzo Cefaly
*Palazzo Vaiti
 
==== Altre opere ====
 
* Statua marmorea del Duca Fabrizio Caracciolo risalente al 1669. Originariamente era posta all'interno del convento dei [[frati minori riformati]] (ex ospedale psichiatrico e attualmente Complesso Monumentale), i quali la fecero scolpire e la dedicarono come segno di riconoscenza al duca medesimo per avergli donato la terra e costruito il convento. Successivamente è stata prima posta all'esterno dell'ala est dell'ospedale psichiatrico e attualmente si trova adiacente alle mura del palazzo Ducale. Di fattura napoletana, è una delle sole due statue del genere presenti in Calabria.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=I monumenti di Girifalco|rivista=Pagine Bianche|volume=Anno VI - Giugno 2002|numero=6}}</ref>
 
* La ''Cannaletta'': fontana a sei cannali risalente al 1897. Nella parte superiore si può leggere la scritta ''salus publica suprema lex esto''.
 
* Località ''Vottandìari'': resti di un antico acquedotto del XVII secolo. Faceva parte dell'antica via dei mulini (13 in origine) che da monte Covello scendeva fino al centro abitato per poi dirigersi a valle.
 
* Monumento ai Caduti, situato in piazza Umberto I.
 
* Monumento ai Caduti di Monte Covello, situato in località ''Rimitello'' (Monte Covello) è dedicato ai Carabinieri caduti il 31 ottobre 1977 mentre con un elicottero sorvolavano l'entroterra calabrese.
<gallery widths="220" heights="220">
File:La Cannaletta.jpg|Fontana ''La Cannaletta''
File:Battandieri.jpg|Acquedotto località ''Vottandìari''
</gallery>
 
=== Siti archeologici ===
* Località ''Pietra dei Monaci'' e località ''Pioppi Vecchi'': distrutti dal [[terremoto del 1783]], molti ruderi sono ancora presenti tra i quali i resti dell'antica chiesa Matrice, della quale si possono ancora intravedere le mura di una delle navate laterali. Era annessa alla Matrice la chiesa dell'Immacolata, anch'essa distrutta dal sisma sopracitato.
* Località ''San Vincenzo'': resti di un antico Cimitero Ebraico databile al VII secolo D.C.
 
=== Aree naturali ===
 
==== Monte Covello ====
Sottogruppo montuoso del Monte Serralta, Monte Covello, che raggiunge l'altezza di 848 metri [[Livello del mare|s.l.m.]], è noto per la ricchezza della flora con abbondanti boschi, per la varietà faunistica e per la qualità delle acque oligominerali. È presente un centro ornitologico e inoltre è possibile attraversare suggestivi percorsi naturalistici.<ref>{{Cita web|url=https://www.turiscalabria.it/website/?lang=it&categoria=/dove-andare/paesi/&view_type=s&id=639&title=girifalco.html|titolo=GIRIFALCO su turiscalabria}}</ref>
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Girifalco}}
 
=== Eventi e tradizioni ===
* ''Festa di San Rocco'': 15-24 agosto
* ''Madonna del Rosario'': 1ª domenica di ottobre
* ''"Cumprunta"'': domenica di Pasqua
* ''Festa dell'Addolorata'': 15 settembre
*''Festa dell'Annunziata:'' 25 marzo
* ''"Azata"'': vigilia delle ceneri
* ''Festa di San Giuseppe'': 19 marzo
* ''Festa della Madonnina di Monte Covello'': 1ª domenica di agosto
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
* ''La Tribuna Illustrata - Anno XV - N° 6,'' 1937
* Giovanni Fiore, ''Della Calabria illustrata'', 1691
* Gabriele Barrio, ''De Antiquitate et Situ Calabriae'', 1571
* D. Francesco Sacco, ''Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli'', 1795
* M. Rosanò, ''Aspetti e momenti del Risorgimento a Girifalco: il 1848'', 1987
* G. Boca, ''Luoghi sismici della Calabria'', 1981
* Rocco Ritorto, ''Tavole Massoniche 2'', 1996
*J. Mazzoleni, ''Contributo alla storia feudale della Calabria nel sec. XVII'', 1963
* Augusto Placanica, ''Storia della Calabria dall'antichità ai giorni nostri'', 1994
 
== Voci correlate ==
 
* [[Ospedale psichiatrico di Girifalco]]
* [[Caracciolo]]
* [[San Rocco]]
*[[Provincia di Catanzaro]]
* [[Istmo di Catanzaro]]
*[[Lametino]]
* [[Comunità montana Fossa del Lupo/Versante Ionico|Comunità montana Fossa del Lupo]]
* [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|Terremoto del 1783]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Girifalco}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Cita web|url=http://www.comune.girifalco.cz.it|titolo=Sito del Comune di Girifalco}}
 
{{Cita web|url=https://www.tuttitalia.it/calabria/62-girifalco/|titolo=Comune di Girifalco}}
 
{{Cita web|url=https://www.tuttocitta.it/mappa/girifalco|titolo=Mappa di Girifalco}}
 
{{Comuni della provincia di Catanzaro}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Calabria}}
 
[[Categoria:Girifalco| ]]