Inuit e Giochi senza frontiere: differenze tra le pagine

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{{F|programmi televisivi|ottobre 2012}}
{{Avvisounicode}}
{{Programma
{{Popolo
|titolo italiano = Eurogames
|nome = Inuit
|altri nomi = Giochi senza frontiere
|immagine = Qamutik 1 1999-04-01.jpg
|titolo originale = Jeux sans frontières
|didascalia = Qamutik tradizionale (slitta), [[Cape Dorset]]
|immagine = Jsf.gif
|alternativi =
|sottogruppipaese =
|regioneanno prima visione = [[Stati Uniti1965]]<br />-[[Canada1982]]<br, />[[Groenlandia1988]]-[[1999]]
|genere = Game show
|periodo =
|edizioni = 30
|popolazione = 118.426
|puntate =
|lingua = [[lingua inuit]], [[Lingua danese|danese]], [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua francese|francese]] e varie altre
|durata =
|religione = [[cristianesimo]], [[animismo]]
|lingua originale =
|correlati = [[Aleuti]] e [[Yupik]]<ref name=ethno>[https://www.ethnologue.com/subgroups/eskimo-aleut "Eskimo-Aleut."] ''Ethnologue.'' Retrieved 17 Oct 2013.</ref>
|conduttore = [[#Conduttori|Vari]]
|distribuzione1 = {{USA}}
|produttore = Unione Europea di Radiodiffusione
|popolazione1 = 16.581
|rete TV =
|distribuzione2 = {{CAN}}
|rete TV italiana = [[Rai 2]] (1965-1982)
|popolazione2 = 50.480
|rete TV italiana 2 = [[Rai 1]] (1988-1999)
|distribuzione3 = {{GRL}}
|rete TV italiana 5 = [[Canale 5]] (2019)
|popolazione3 = 51.365
|distribuzione... =
|popolazione... =
|distribuzione40 =
|popolazione40 =
|note =
}}
{{Citazione|Attention! Trois, deux, un... (fischio d'inizio)|La frase di partenza dettata in francese da [[Gennaro Olivieri]] e [[Guido Pancaldi]] prima della partenza dei concorrenti}}
 
'''''Giochi senza frontiere''''' (in [[lingua francese|francese]] ''Jeux sans frontières'', in sigla ''JSF'') era un programma televisivo prodotto dall'[[Unione Europea di Radiodiffusione]] (UER) e derivato dal programma francese ''[[Intervilles]]'', a sua volta ispirato all'italiano ''[[Campanile sera]]''. Nel [[Regno Unito]] andava in onda con il titolo ''It's a Knockout'' (titolo anche del ''Campanile sera'' locale), mentre in tutti gli altri paesi era la traduzione fedele di quello francese. Il programma è andato in onda dal [[1965]] al [[1982]] e successivamente dal [[1988]] al [[1999]].
'''Inuit''' ('''ᐃᓄᐃᑦ''' in [[lingua inuktitut]]; singolare '''''inuk''''' o '''''inuq''''') (parola che significa uomini/umanità) è il piccolo popolo dell'[[Artide|Artico]] discendente dei [[Thule (popolo)|Thule]]. Gli Inuit sono uno dei due gruppi principali nei quali sono divisi gli [[Eschimesi]], insieme agli [[Yupik]]: il termine "eschimesi" (che secondo alcuni, significa "mangiatori di carne cruda", secondo altri "fabbricante di racchette da neve") fu usato dai [[nativi Americani]] [[Algonchini]] del [[Canada]] orientale per indicare questo popolo loro vicino, che si vestiva di pelli ed era costituito da esperti cacciatori. Gli Inuit e gli Yupik non amano essere chiamati "eschimesi" considerato che hanno, appunto, un proprio nome specifico.
 
== Storia ==
Gli Inuit sono gli originari abitanti delle regioni costiere artiche e subartiche dell'[[America settentrionale]] e della punta nord orientale della [[Siberia]]. Il loro territorio è principalmente composto dalla [[tundra]], pianure basse e prive di alberi dove il terreno è perennemente ghiacciato, il cosiddetto [[permafrost]], salvo pochi centimetri in superficie durante la breve stagione estiva. Attualmente vivono in [[Alaska]] ([[Stati Uniti d'America|U.S.A]].), in [[Groenlandia]] ([[Danimarca]]) ed in [[Canada]] dove risultano concentrati in particolare nel Territorio del Nord-Ovest, nel vicino Nunavut e nella regione settentrionale del Labrador della Federazione Canadese.
{{Vedi anche|Edizioni di Giochi senza frontiere}}
L'idea del programma fu del presidente francese [[Charles de Gaulle]], che voleva che i giovani francesi e tedeschi si incontrassero in un torneo di giochi allo scopo di rafforzare l'amicizia tra [[Francia]] e [[Germania]]. Nel 1965, tre francesi ([[Pedro Brime]], [[Claude Savarit]] e [[Jean-Louis Marest]]) proposero l'idea dei giochi anche ad altri paesi europei<ref>{{cita web|http://www.giochisenzafrontiere.net/storia.htm|Jsfnet Italia - Storia}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/GIOCHI-.aspx|titolo=La sfida europea dei "Giochi senza frontiere"|autore=Fulvio Fulvi|sito=avvenire.it|accesso=27 novembre 2015}}</ref>.
 
La prima edizione andò in onda nel [[1965]] e poi ogni estate ininterrottamente fino al [[1982]]; dopo una sospensione di alcuni anni, il programma riprese nel [[1988]] e andò avanti fino al [[1999]]. Essi erano una sorta di [[Giochi olimpici|olimpiadi]] dove ogni nazione partecipante era rappresentata, in ogni puntata, da una diversa città o (più spesso) cittadina che sfidava in prove molto divertenti e bizzarre le città delle altre nazioni. In quasi tutte le edizioni ciascuna puntata veniva ospitata in una delle città partecipanti alla puntata stessa; nelle ultime quattro edizioni i giochi furono disputati in un'unica sede. Alla prima edizione parteciparono [[Belgio]], [[Francia]], [[Germania Ovest]] e [[Italia]], e nel corso degli anni si avvicendarono in totale 20 nazioni. L'Italia è stata l'unica nazione che ha partecipato a tutte le edizioni estive della manifestazione che, inizialmente limitata a nazioni del [[Mercato Europeo Comune]], [[Regno Unito]] (poi entratovi) e [[Svizzera]], venne poi abbandonata da alcune di queste, sostituite da altre nazioni europee.
==Cultura==
Gli inuit non possiedono il concetto di possesso o [[proprietà privata]] con riferimento tanto a cose materiali, quanto a persone.
 
Dal 1966 al 1982 gli arbitri ufficiali furono gli [[Svizzera|svizzeri]] [[Gennaro Olivieri]] e [[Guido Pancaldi]]<ref>{{cita web|url=http://www.tvblog.it/post/28211/guido-pancaldi-morto|titolo=È morto Guido Pancaldi, arbitro di Giochi senza frontiere|editore=tvblog.it|accesso=20 ottobre 2013}}</ref>. Alla ripresa vi fu il belga Denis Pettiaux (già concorrente nel 1981 e 1988) affiancato prima da Bernard Galley poi da Carlo Pegoraro.
Abituati ad autogestirsi, non hanno capi e faticano a concepire l'idea di una struttura politica che regoli la loro vita dall'alto.
 
In Italia il programma venne trasmesso, dall'inizio fino al [[1982]] (anno in cui terminò la prima serie), sul Secondo Programma, l'odierna [[Rai 2]]; dal [[1971]] al [[1977]] venne condotto da [[Giulio Marchetti]] e [[Rosanna Vaudetti]] e trasmesso [[televisione a colori|a colori]] già dal [[1973]], nonostante la Rai non avesse ancora adottato ufficialmente il colore; con l'inizio del secondo ciclo, nel [[1988]], venne trasmesso su [[Rai 1]]. L'Italia ha vinto 4 volte: nel [[1970]], [[1978]], [[1991]] e [[1999]].
L'educazione dei bambini riveste una grande importanza e i piccoli, pur ricevendo attenzioni continue, crescono liberi di fare di tutto privi di inibizioni e di limiti imposti ed ignari dei concetti di punizione e castigo.
 
Vennero disputate anche venti edizioni invernali, chiamate ''Giochi sotto l'albero'' e ''Questa pazza pazza neve''.
Attualmente la cultura inuit e la stessa sopravvivenza di queste popolazioni risultano fortemente minacciate a causa dei mutamenti economico-sociali e delle condizioni di vita derivanti in gran parte dai cambiamenti climatici e ambientali, dalla maggiore influenza e penetrazione della cultura e degli stili di vita occidentali, oltreché dalle forti pressioni provenienti dalle potenze economiche interessate ad un più libero e disinvolto sfruttamento delle risorse naturali di cui le loro terre sono ricchissime. A causa di ciò le popolazioni stanno progressivamente modificando i propri stili di vita adattandosi a nuovi modelli culturali, perdendo di fatto il contatto con le proprie radici ancestrali. Questo progressivo snaturamento della cultura inuit e delle abitudini di vita sta portando ad una evidente alienazione sociale che si manifesta con altissimi tassi di [[alcoolismo]] e di [[suicidio]]<ref>Robert Peroni, G.Frinchillucci, Il ruolo del Museo Polare per la ricerca negli ambienti estremi,2004, Atti del convegno: La ricerca scientifica negli ambienti estremi,Il Veltro Editrice,Roma</ref>. Anche la campagna di [[Greenpeace]] che ha portato al divieto della caccia alle foche, ha creato dei gravissimi problemi di sopravvivenza ai nativi a cui è venuto a mancare il principale mezzo di sostentamento che per secoli ha consentito loro di sopravvivere in un ambiente estremo e inospitale<ref>[http://www.unimondo.org/Notizie/Inuit-e-Greenpeace-i-lati-oscuri-di-una-campagna-e-il-nuovo-nemico-comune-147561 Inuit e Greenpeace: i lati oscuri di una campagna e il nuovo nemico comune / Notizie / Home - Unimondo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Di questi pericoli si è fatto portavoce [[Robert Peroni]], un alpinista altoatesino che da oltre 30 anni, dopo essersi lasciato tutto alle spalle, si è trasferito a [[Tasiilaq]] in Groenlandia per conoscere da vicino questo popolo e farsi promotore delle loro istanze dando vita a progetti per la salvaguardia della loro cultura.<ref>''http://viaggi.corriere.it/viaggi/vacanze/groenlandia-casa-rossa-peroni/''</ref><ref>''http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2011/07/18/news/robert-peroni-un-altoatesino-tra-gli-inuit-1.4262833''</ref>
 
Il successo di ''Giochi senza frontiere'' superò qualsiasi previsione e risultò travolgente in tutta [[Europa]]. Nel [[1977]] una puntata di ''Giochi senza frontiere'' fece segnare un'audience di 17 milioni di spettatori, ma secondo {{chiarire|alcune fonti|quali?}} la trasmissione avrebbe toccato i venti milioni. Anche con la ripresa del 1988 il programma ebbe un notevole successo, nonostante il periodo estivo.
== Abitazione ==
{{vedi anche|Iglù}}
Durante la stagione invernale, prima degli anni '70, gli Inuit vivevano in case di ghiaccio chiamate [[iglù|igloo]] che avevano la forma di una cupola sferica a pianta circolare ed erano costruite con blocchi di ghiaccio incastrati perfettamente tra di loro a formare una [[volta (architettura)|volta]]. Vi si accedeva grazie ad un corridoio basso fatto anch'esso di neve e sulla parete di fronte a questo vi era una finestra, chiusa con una sottile lastra di ghiaccio o con pelli di [[Phocidae|foca]]. L'interno era foderato di pelli di [[Rangifer tarandus|renna]] e vi erano dei letti di pelliccia di renna che dovevano ospitare tutta la famiglia. Il riscaldamento, l'illuminazione e la cucina erano ottenuti grazie alla lampada alimentata a [[grasso di foca]]: gli Inuit, nonostante le leggende, amavano infatti cucinare tutte le loro bevande e cibo. D'estate vivevano in tende, con coperture di pelli di foca, di [[caribù]] o di altri animali e sostenute da costole di [[balena]] o da legname.
 
{| class="wikitable sortable"
== Attività ==
!Paese
Le attività principali praticate dagli Inuit sono la caccia e la pesca. Alcuni gruppi praticano la pesca sui fiumi pescosi dell'interno, altri cacciano [[caribù]] nelle zone interne, benché tradizionalmente l'attività più diffusa è la [[caccia]] di mammiferi marini (foche, [[tricheco|trichechi]] e balene), così come la loro struttura sociale e l'etica della loro cultura si sono sempre rivolte al mare.
!Anni di partecipazione
Durante le battute di caccia in mare usano aspettare l'uscita delle foche in prossimità delle aperture nella banchina di ghiaccio, utilizzano per gli spostamenti mezzi a motore o il [[kayak]] ( [[umiak]] ) ed utilizzano gli [[iglù]] per ripararsi.
!Edizioni
!Vittorie
|-
| {{BEL}}
| 1965-1982, 1988-1989
| 20
| 2
|-
| {{FRG}}
| 1965-1980
| 16
| 6
|-
| {{FRA}}
| 1965-1968, 1970-1982, 1988-1992, 1997-1999
| 25
| 3
|-
| {{ITA}}
| 1965-1982, 1988-1999
| 30
| 4
|-
| {{CHE}}
| 1967-1982, 1992-1999
| 24
| 2
|-
| {{GBR}}
| 1967-1982
| 16
| 4
|-
| {{NLD}}
| 1970-1977, 1997-1998
| 10
| 0
|-
| {{LIE}}
| 1976
| 1 (una puntata)
| 0
|-
| {{YUG 1943-1992}}
| 1978-1982, 1990
| 6
| 0
|-
| {{PRT}}
| 1979-1982, 1988-1998
| 15
| 5
|-
| {{ESP}}<ref>La Spagna avrebbe dovuto partecipare già nel 1971, ma poi, per motivi mai del tutto chiariti, la TVE ritirò la sua adesione.</ref>
| 1988, 1990-1992
| 4
| 1
|-
| {{SMR}}
| 1989-1991
| 3
| 0
|-
| {{WAL}}
| 1991-1994
| 4
| 0
|-
| {{TUN}}
| 1992
| 1
| 0
|-
| {{CSK}}
| 1992 (ma con sole città ceche)
| 1
| 1
|-
| {{CZE}}
| 1993-1995
| 3
| 2
|-
| {{GRC}}
| 1993-1999
| 7
| 0
|-
| {{HUN}}
| 1993-1999
| 7
| 3
|-
| {{SVN}}
| 1994, 1996-1997, 1999
| 4
| 0
|-
| {{MLT}}
| 1994-1995
| 2
| 0
|}
 
== Formula ==
La capacità degli Inuit di adattamento a un ambiente freddo e difficile è legata alla loro particolare abilità nel costruire attrezzi e altri utili oggetti con ogni tipo di materiale naturale. Vestiti di pelli, arpioni d'[[avorio]] o di corno, lame di pietra, pattini di [[slitta|slitte]] fatti all'occorrenza con strisce di carne gelata, sono esempi dell'adattamento indigeno all'ambiente naturale.
Il gioco consisteva in una serie di prove che le nazioni dovevano affrontare per guadagnare punti. Nelle prove in cui le nazioni si sentivano più forti potevano giocare (in molte edizioni) il ''[[jolly]]'', che faceva raddoppiare il punteggio totalizzato, mentre, a turno, saltavano una prova per giocare (se presente) il ''fil rouge'', una prova speciale che ogni squadra doveva affrontare individualmente. Nella seconda serie, il gioco finale prevedeva punteggi raddoppiati. Nel 1988, 1989 e 1994 fu introdotta la "scommessa": la squadra che non giocava puntava su un'altra, ottenendo così gli stessi suoi punti conteggiati ad esclusione dell'eventuale jolly (es. nella puntata di Roma nel 1994 il Portogallo scelse di puntare sull'Italia e avendo essa vinto 18 punti con il jolly, ne ricevette 9)<ref>{{cita web|http://www.lettera43.it/gossip/cine-tivu/giochi-senza-frontiere-otto-curiosita-sul-programma_43675232478.htm|Giochi senza frontiere, otto curiosità sul programma}}</ref>.
 
== LinguaAltre caratteristiche ==
Fino al 1995 la trasmissione è stata itinerante: in ogni edizione, ciascuna puntata veniva ospitata a rotazione da ognuna delle diverse nazioni partecipanti, cosicché di puntata in puntata i Giochi si svolgevano sempre in scenari diversi. Durante la seconda serie, la prima puntata di ogni edizione si tenne sempre in Italia, tranne il 1994 quando si partì dal Portogallo. Dal 1996 si è optato per una sede fissa: [[Torino]] nel 1996, [[Budapest]] nel 1997 (con finale però a [[Lisbona]]), [[Trento]] nel 1998, [[Isola di Capo Rizzuto]] nel 1999. Alla puntata finale di ogni edizione accedevano le squadre che per ciascuna nazione avevano ottenuto i risultati migliori nel corso delle puntate "eliminatorie", indipendentemente dai punteggi. Ogni nazione era indicata con la rispettiva [[sigla automobilistica internazionale]].
{{vedi anche|Lingua inuit}}
La lingua inuit è tradizionalmente parlata in tutta l'Artide nordamericana e in alcune parti della zona subartica, nel Labrador. In passato era parlata in qualche misura nella Russia orientale, in particolare nelle [[isole Diomede]], ma oggi è quasi sicuramente estinta in Russia. Gli Inuit vivono principalmente in tre paesi: [[Groenlandia]] (una provincia autonoma della [[Danimarca]]), [[Canada]] e [[Alaska]].
 
==Copertura televisiva==
Secondo l'antropologo Hugh Brody<ref>[http://www.theguardian.com/books/2001/jan/28/society Review: The Other Side of Eden by Hugh Brody | Books | The Observer<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> “nella lingua inuktitut esistono molte parole per descrivere le diverse forme e condizioni della neve. C'è la neve che scende, la neve che segna la fine della bella stagione, la neve appena caduta, la neve soffice su cui si fa fatica a camminare, i cumuli di neve morbida, la neve dura e cristallina, quella che si è sciolta e poi ricongelata, la neve su cui è piovuto sopra, la neve farinosa, la neve trasportata dal vento, la neve con cui il vento copre gli oggetti, la neve dura che cede sotto il peso dei passi, la neve fusa per essere bevuta, la neve ammucchiata e la neve più adatta a costruire gli iglù. In inuktitut ci sono anche molti verbi con la radice “neve”, come scrollarsi la neve di dosso, lavorare la neve con un qualsiasi attrezzo, o mettere un po' di neve in una bevanda calda per raffreddarla. Gli Inuit distinguono tutte queste varietà di neve e di ghiaccio. Le persone devono scegliere le rotte delle slitte, individuare i luoghi adatti a costruire le case, valutare le superfici più sicure per camminare o passarvi sopra con le slitte e decidere dove posizionarsi accanto alle brecce del ghiaccio da cui le foche escono a respirare, senza emettere rumori che le orecchie sensibili degli animali possano sentire. Devono anche prevedere il tempo, e adeguarsi ai suoi capricci. Le definizioni di neve sono parte integrante del processo decisionale che determina il successo o il fallimento di una battuta di caccia, e hanno un'importanza vitale nella valutazione del possibile livello di benessere, disagio o pericolo, anche nel caso di un viaggio breve. Non ci si può sorprendere della ricchezza dell'inuktitut quando si parla di neve!”<ref>Hugh Brody, ''The Other Side of Eden:Hunter-gatheres, Farmers and the Shaping of the World'', North Point Press, 2002.</ref><ref>La traduzione del brano di Hugh Brody è tratta dal libro “Siamo tutti uno”, a cura di Joanna Eede e Survival International. http://www.survival.it/siamotuttiuno
</ref>
 
Essendo un programma dell'[[Unione europea di radiodiffusione|UER]] (Unione europea di radiodiffusione) , a trasmetterla erano le tv affiliate. Come detto l'Italia trasmise la prima serie su Rai 2, la seconda su Rai 1. In Svizzera la situazione è stata particolare: dal 1967 al 1982 accadeva che li trasmettessero tutte le tv [[SRG SSR]], oppure solo la francese [[Télévision Suisse Romande|TSR]] o solo l'italiana [[Radiotelevisione svizzera di lingua italiana|TSI]]; nel 1992 invece li trasmise solo TSR, affiancata l'anno dopo da TSI (nella sigla unificata del Te Deum di tale anno compariva il logo comune SSR), che poi rimase fino al 1999 la sola tv svizzera presente, con conseguente partecipazione, almeno dal 1994, di città italofone. Il Belgio partecipò per anni con entrambe le sue tv pubbliche, la vallona [[RTBF]] e la fiamminga [[Vlaamse Radio-en Televisieomroep|BRT]], per poi chiudere con la sola tv francofona.
== Organizzazione ==
L'organizzazione della società si basa sulla solidarietà fra villaggi; la proprietà è, per la maggior parte, collettiva, la [[famiglia (società)|famiglia]] in genere è poco numerosa.
 
Alla ripresa degli [[anni 1990|anni novanta]], il Regno Unito ([[BBC]]) non prese più parte, ma partecipò per un breve periodo il Galles con la consociata di [[Channel 4]], [[S4C]], e come sigla della nazione appariva GB. Nei Paesi Bassi invece li trasmise NCRV/[[Nederlandse Omroep Stichting|NOS]] nella prima serie, quindi il breve ritorno nella seconda fu opera di TROS/NOS. Nel 1992 la Cecoslovacchia unita, che debuttò nell'ultima edizione invernale, li trasmise su CST, ma partecipavano solo città ceche, cosa confermata dopo la pacifica dissoluzione del paese, quando [[Česká televize|CT]] divenne tv pubblica della Repubblica Ceca. Dopo lo scioglimento dell'ORTF nel 1975, la Francia ha trasmesso i giochi su Antenne 2, l'antesignana di [[France 2]] (che torna attiva dal 1997 al 1999). La Spagna ha trasmesso le edizioni a cui ha partecipato su [[TVE 1]], il Portogallo su [[Rádio e Televisão de Portugal|RTP]] 1. Per 6 edizioni è presente la Jugoslavia (paese non allineato ma membro EBU) con JRT, poi ritiratasi causa guerra: delle repubbliche nate dopo la scissione partecipa quattro volte [[RTV Slovenija]].
Gli Inuit hanno una loro [[religione]] che si basa sulla credenza che molti animali e fenomeni naturali abbiano un'anima o uno spirito. La principale personalità religiosa è lo [[sciamanesimo|sciamano]], spesso di sesso femminile, che durante le cerimonie può cadere in ''trance'' grazie all'ausilio del suono del [[tamburo]]. In questo stato, lo sciamano, sarebbe in grado di contattare l'[[aldilà]] popolato dalla [[dio|dea]]-[[tricheco]] [[Sedna (mitologia)|Sedna]] per porgerle le istanze della sua gente e prevedere il futuro.<ref>Maria Antonia Capitanio, ''Popoli che scompaiono'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1975 (pag. 84, 89 alla voce «eschimesi»).</ref>
 
Come tutti i programmi prodotti dalle tv EBU, era introdotto dal ''[[Te Deum]]'' di [[Marc-Antoine Charpentier|Charpentier]]. Nella prima serie ogni paese trasmetteva la propria sigla eurovisiva. Nella seconda serie ogni stagione ebbe un'unica sigla grafica, con il logo EBU-UER e quelli delle tv partecipanti, con varie versioni della melodia.
A salvaguardia della propria cultura e del loro ambiente gli Inuit hanno costituito l'[[Inuit Circumpular Council|ICC]] (''Inuit Circumpular Council''), organizzazione non governativa e plurinazionale che opera attivamente a livello internazionale per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni indigene e la difesa del loro ambiente naturale fortemente minacciato dai cambiamenti climatici e dalle attività di estrazione e sfruttamento delle risorse naturali e delle materie prime. Al di là dei confini politici, tale organizzazione rappresenta approssimativamente circa 160.000 nativi che vivono nelle regioni artiche della [[Groenlandia]], del [[Canada]], dell'[[Alaska]] e della penisola [[Chukotka]] in [[Siberia]].<ref>''http://inuit.org/about-icc/''</ref>
 
== La lunga assenza dei Giochi ==
== Cinema ==
[[File:Ettore Andenna cropped.jpg|thumb|[[Ettore Andenna]], storico presentatore del programma prima nel 1978 e poi dal 1991 al 1996]]
Nel 2001 è uscito il film ''[[Atanarjuat]]'', o anche ''[[Atanarjuat il corridore]]'' (in inglese ''Atanarjuat the fast runner'') basato su un'antica leggenda inuit tramandata oralmente da tempo immemorabile. In tale leggenda, si narra di un Inuit che riesce a sfuggire ad un tentativo di omicidio, correndo nudo tra la neve, per poi tornare a vendicarsi. Il film rappresenta un caso cinematografico importante, perché non solo descrive la vita di questo popolo, ma è girato in [[lingua inuit]] (con sottotitoli in varie lingue), oltre ad essere il primo film di un regista inuit ([[Zacharias Kunuk]]) che narra del suo popolo. Ideato in particolare per consentire ai giovani Inuit moderni di comprendere la lingua antica e la cultura del loro popolo, in ogni fase di creazione del film il regista si è consultato con gli anziani riguardo alla lingua, ai modi di vita e ad altri particolari.<ref>[http://www.centraldocinema.it/recensioni/19set02/atanarjuat.htm Atanarjuat]</ref>
L'assenza dei Giochi dai palinsesti televisivi europei aveva causato in questi anni non poche proteste. In un'intervista del 2005 [[Ettore Andenna]], storico conduttore per l'Italia con all'attivo 103 puntate, ha dichiarato: «La Rai ha ricevuto in una sola estate, l'anno dopo che erano finiti i ''Giochi Senza Frontiere'', {{Cn|ben 7.000 lettere di telespettatori che rivolevano i giochi}}; e la Grecia, la Svizzera e la Slovenia vorrebbero ripartire». Ed effettivamente nel 2001 il programma sembrava sul punto di tornare dato che sei nazioni erano disposte a partecipare (anche l'Italia, sebbene con lo spostamento della programmazione da Rai 1 a Rai 3, e avrebbero debuttato Romania e Israele), ma poi il progetto non si realizzò.
 
Anche all'estero l'assenza si è fatta sentire: in Slovenia, l'interesse per i Giochi è stato tale che [[RTV Slovenija|RTVSLO]], mandando in replica le registrazioni dei Giochi degli anni passati, ha realizzato alti picchi di ascolti; in Portogallo il canale pubblico RTP Memória manda in replica le varie puntate.
== Note ==
 
Il 20 luglio [[2006]], l'[[Unione Europea di Radiodiffusione|UER]] comunicò l'intenzione di riprendere le trasmissioni dei Giochi dopo un'assenza che durava dal 1999, grazie ad un accordo con la società di produzione Mistral: tuttavia alcuni problemi (in particolare di carattere finanziario) hanno bloccato l'edizione 2007.
 
Per la nuova edizione si parlava di otto puntate più quella finale: ogni puntata si sarebbe dovuta comporre di cinque giochi, più il classico ''fil rouge'' e che le squadre avrebbero potuto utilizzare un jolly ciascuna. L'Italia, unica nazione sempre presente nell'edizione estiva, era disponibile alla partecipazione (e secondo indiscrezioni avrebbe indossato il colore bianco come nelle ultime edizioni), e un interessamento pare vi fosse anche da San Marino, appoggiata stavolta da [[San Marino RTV|SMRTV]], e della croata [[HRT (azienda)|HRT]]. Inoltre due comuni, [[Rosolina]] e [[Catania]], avevano scritto alla RAI proponendosi come città ospitante nel caso la UER optasse per la sede fissa in Italia come in tre delle ultime quattro edizioni.
 
Il 27 dicembre 2007 il programma della RAI ''[[La storia siamo noi]]'' trasmette una puntata dedicata a JSF, replicata più volte, dove molti ricordano tale avventura.
Il 29 settembre 2009 parte della trasmissione televisiva ''[[Tutti pazzi per la tele]]'' condotta da [[Antonella Clerici]] è stata dedicata a JSF; hanno partecipato Ettore Andenna, Rosanna Vaudetti e Guido Pancaldi.
 
A dicembre 2016 l'UER nella pianificazione strategica 2017-2020 inserisce anche un nuovo format basato proprio sui famosi Giochi Senza Frontiere, denominato ''Eurovision Super Games'', nuovo tentativo di rivisitazione del programma tv andato in onda fino al 1999, su cui si stanno raccogliendo, dopo il sì dell'Italia le adesioni da parte dei principali Paesi europei (in particolare Francia, Germania, Spagna e UK) per un lancio previsto per il 2018 o gli anni a seguire.<ref>{{Cita web|url=http://www.eurofestivalnews.com/2016/12/25/eurovision-super-games-torna-vita-giochi-senza-frontiere/|titolo=Eurovision Super Games: torna in vita Giochi senza Frontiere|autore=Alex Pigliavento|sito=Eurofestival News|data=2016-12-25|accesso=2016-12-25}}</ref> Tuttavia, nonostante 12 Paesi avessero aderito e fossero coinvolti nella sua realizzazione, a causa delle mancate garanzie finanziarie, l'EBU nel giugno [[2017]] comunicò la rinuncia al progetto.<ref>{{Cita web|url=https://eurovoix.com/2017/06/26/eurovision-super-games-will-not-be-created/|titolo=Eurovision Super Games Will Not Be Created|autore=Anthony Granger|sito=Eurovoix.com|data=2017-06-26|accesso=2018-05-16}}</ref>
 
== Puntate ed edizioni speciali ==
Il 26 dicembre 1990 si svolse a [[Macao]], allora colonia portoghese (tornata alla Cina nel 1999), una puntata speciale dei Giochi: la città infatti, da oltre 400 anni legata al paese lusitano, rivendicava il proprio diritto ad organizzare una puntata. [[Ettore Andenna]] e [[Feliciana Iaccio]] presentano la puntata per l'edizione italiana; in quest'occasione partecipano:
* {{bandiera|ESP}} [[Jaca]]
* {{bandiera|YUG 1943-1992}} [[Traù]]
* {{bandiera|SMR}} [[Città di San Marino|San Marino]]
* {{bandiera|ITA}} [[Bergamo]]
* {{bandiera|PRT}} [[Guimarães]]
* {{bandiera|PRT}} [[Macao]]
La puntata venne vinta a pari merito da Bergamo e Traù con 46 punti; seguirono, ancora a pari merito per il terzo posto, [[Città di San Marino|San Marino]] e [[Guimarães]] con 34 punti, [[Jaca]] con 30 ed ultima [[Macao]], organizzatrice dei Giochi, con soli 20 punti.
 
Oltre a questa si sono spesso organizzate puntate speciali per ricordare qualcosa che avesse a che vedere con la trasmissione.
 
Inoltre negli [[anni 1980|anni ottanta]] e [[anni 1990|novanta]] si sono svolte venti edizioni invernali di JSF (14 come ''Giochi sotto l'albero'', 6 come ''Questa pazza pazza neve'') le quali erano ovviamente ambientate in località montane; l'ultima è del 1992 con Italia, Francia, Svizzera (francofona), e Cecoslovacchia (ma con soli paesi della parte ceca): vinse la ceca [[Nové Město na Moravě]].
 
== La formazione di una unità europea ==
La trasmissione ha sempre avuto un carattere ludico di programma di intrattenimento. Aveva, però, anche l'ambizione di avvicinare i popoli del continente europeo. Curiosamente, negli [[anni 1990|anni novanta]] le squadre partecipanti erano tra le altre quelle di [[Malta]], [[Ungheria]], [[Repubblica Ceca]] e [[Slovenia]], tutti paesi successivamente entrati nell'[[Unione europea]].
 
È molto significativo che quando, su proposta di [[Ettore Andenna]], divenuto [[eurodeputato]], il [[Parlamento Europeo]] ha emanato una direttiva comunitaria sulla televisione, ha dato come titolo ''[[Televisione senza frontiere]]'', chiaro ricalco del titolo della trasmissione che aveva condotto una prima volta nel 1978, per poi tornarvi stabilmente dalla puntata speciale di Macao del 1990 al 1996.
 
== Conduttori ==
{{Colonne}}
{|class="wikitable"
!style="background:#ffdead;width:25%"|Nazione
!style="background:#ffdead"|Conduttori (in ordine cronologico)<ref name="jsfcond">{{cita web|http://www.giochisenzafrontiere.net/presentat.htm|Jsfnet Italia - Pagina dei presentatori}}</ref>
|-
|{{BEL}}
|'''1965-1981:''' Paule Herreman, Jean-Claude Menessier, Michel Lemaire e Bérengère Pascal ([[RTBF]]); Jan Theys, Willy Dalabastitia, Mike Verdrengh, Marc Van Poucke, Regine Clauwaert, Ann Michel, Linda Lepomme, Walter Capiau ([[Vlaamse Radio-en Televisieomroep|BRT]])<br />'''1982:''' Paule Herreman (RTBF); Mike Verdrengh (BRT)<br />'''1988-1989:''' Sylvie Rigot, Thierry Tinlot
|-
|{{CSK}}
|'''1991 (edizione invernale):''' Martina Adamcová, Martin Dejdar<br />'''1992:''' Martina Adamcová, Pavel Zedniček
|-
|{{FRA}}
|'''1965-1970:''' [[Guy Lux]]<br />'''1971-1982:''' [[Guy Lux]], Claude Savarit, Simone Garnier<br />'''1988-1989:''' Fabrice, Marie-Ange Nardi<br />'''1990:''' Georges Beller, Marie-Ange Nardi<br />'''1991-1992:''' Georges Beller, Daniela Lumbroso<br />'''1997:''' Olivier Minne, Jean Riffel<br />'''1998:''' Jean-Luc Reichmann, Christelle Ballestrero<br />'''1999:''' Nelson Monfort, Fabienne Egal
|-
|{{WAL}}
|'''1991-1993:''' Nia Chiswell, Iestyn Garlick<br />'''1994:''' Nia Chiswell, Iestyn Garlick, Johnny Tudor
|-
|{{FRG}}
|'''1965-1980:''' Frank Elstner, Camillo Felgen, Erhardt Keller, Manfred Erdenberger, Hartmut Bruehl, Tim Elstner, Marie Louise, Brigitte Martz, Karl-Heinz Wocker, Heribert Fassbender
|-
|{{GRC}}
|'''1993:''' Dafne Bokota, Vera Stratakou, Angela Gerekou, Georgios Tsidimis<br />'''1994-1995:''' Dafne Bokota, Filippos Sofianos<br />'''1996:''' Dafne Bokota, Kostas Sgontzos<br />'''1997:''' Dafne Bokota, Kostas Sgontzos<br />'''1998-1999:''' Kostas Sgontzos
|-
|{{ITA}}
|'''''Giochi senza frontiere'''''<br /><br />'''1965-1966:''' [[Enzo Tortora]], [[Giulio Marchetti]]<br />'''1967-1968:''' [[Enzo Tortora]], [[Giulio Marchetti]], [[Renata Mauro]]<br />'''1969-1970:''' [[Giulio Marchetti]], [[Renata Mauro]]<br />'''1971-1977:''' [[Giulio Marchetti]], [[Rosanna Vaudetti]]<br />'''1978:''' [[Ettore Andenna]], [[Milly Carlucci]]<br />'''1979-1981:''' [[Michele Gammino]], [[Milly Carlucci]]<br />'''1982:''' [[Michele Gammino]], [[Simona Izzo]]<br />'''1988:''' [[Claudio Lippi]]<br />'''1989:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]], [[Paola Bulbarelli]]<br />'''1990:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]]<br />'''1991''' [[Ettore Andenna]], [[Feliciana Iaccio]]<br />'''1992:''' [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]]<br />'''1993''': [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]], [[Carlo Conti (conduttore televisivo)|Carlo Conti]]<br />'''1994:''' [[Ettore Andenna]], [[Monica Casti]]<br />'''1995:''' [[Ettore Andenna]], [[Simona Tagli]]<br />'''1996:''' [[Ettore Andenna]]<br />'''1997:''' [[Maria Teresa Ruta]], [[Antonello Dose]], [[Marco Presta]]<br />'''1998-1999:''' [[Mauro Serio]], [[Flavia Fortunato]]<br /><br />'''''Giochi sotto l'albero'''''<br /><br />'''1971-1975:''' [[Rosanna Vaudetti]], [[Giulio Marchetti]]<br />'''1976:'''[[Claudio Lippi]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1977:''' [[Ettore Andenna]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1978:''' [[Beppe Viola]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1979-1981:''' [[Claudio Lippi]]<br />'''1989:''' [[Claudio Lippi]], [[Feliciana Iaccio]]<br /><br />'''''Questa pazza pazza neve'''''<br /><br />'''1977-1978:''' [[Ettore Andenna]], [[Barbara Marchand]]<br />'''1979:''' [[Claudio Lippi]], [[Cecilia Bonocore]]<br />'''1980:''' [[Claudio Lippi]], [[Sabina Ciuffini]]<br />'''1981:''' [[Claudio Lippi]], [[Patricia Pilchard]]<br />'''1991:''' [[Ettore Andenna]], [[Maria Teresa Ruta]]
|}
{{Colonne spezza}}
{|class="wikitable"
!style="background:#ffdead;width:25%"|Nazione
!style="background:#ffdead"|Conduttori (in ordine cronologico)<ref name="jsfcond"/>
|-
|{{MLT}}
|'''1994:''' John Demanuele, Stephanie Spiteri<br />'''1995:''' John Demanuele, Charles Saliba, Louise Tedesco
|-
|{{NLD}}
|'''1970-1977:''' Dick Passchier, Dik Bikker, Barend Barendse<br />'''1978 (edizione invernale):''' Dick Passchier, Barend Barendse<br />'''1979-1981 (edizione invernale):''' Dick Passchier<br />'''1997:''' Jack Van Gelder<br />'''1998:''' Ron Boszhard
|-
|{{PRT}}
|'''1979:''' Eládio Clímaco, Maria Margarida Gaspar, Fialho Gouveia<br />'''1980:''' Eládio Clímaco, Fialho Gouveia<br />'''1981:''' Eládio Clímaco, Alice Cruz<br />'''1982:''' Eládio Clímaco, Alice Cruz, Maria João Carreira<br />'''1982 (edizione invernale):''' Eládio Clímaco e Ivone Ferreira<br />'''1988:''' Eládio Clímaco, Ivone Ferreira, Fialho Gouveia<br />'''1989:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo, Ana Zanatti<br />'''1990-1991:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo<br />'''1992:''' Eládio Clímaco, Ana do Carmo, Conceição Cabral<br />'''1993-1994:''' Eládio Clímaco e Cristina Lebre<br />'''1995:''' Eládio Clímaco, Anabela Mota Ribeiro, Luis de Matos<br />'''1996:''' Eládio Clímaco<br />'''1997:''' Ana do Carmo, Eládio Clímaco<br />'''1998:''' Maria João Silveira
|-
|{{CZE}}
|'''1993:''' Marcela Augustová, Petr Vichnar<br />'''1994:''' Marcela Augustová, Ota Jirak, Rudolf Papezik<br />'''1995:''' Barbora Kroužková, Petr Vichnar
|-
|{{GBR}}
|'''1967:''' David Vine, McDonald Hobley<br />'''1968:''' David Vine, Katie Boyle<br />'''1969-1971:''' David Vine, Eddie Waring<br />'''1972-1981:''' Stuart Hall, Eddie Waring<br />'''1982:''' Stuart Hall, Brian Cant<br />'''1982 (edizione invernale):''' Vince Hill
|-
|{{SMR}}
|'''1989-1990:''' Laura Fabbri<br />'''1990 (Macao)-1991:''' Silvia Battazza
|-
|{{SVN}}
|'''1994:''' Mario Galunič, Eva Longyka, Gregor Krajc, Špela Trefalt<br />'''1996:''' Gregor Krajc<br />'''1997:''' Eva Longyka<br />'''1999:''' Mojca Mavec
|-
|{{ESP}}
|'''1988:''' Ignacio Salas, Guillermo Summers, Carmen Otero<br />'''1990:''' Daniel Vindel, Carmen Otero<br />'''1991:''' Daniel Vindel, Isabel Gemio<br />'''1992:''' Cesar Heinrych, Elisa Matilla
|-
|{{CHE}}
|'''1967-1982:''' Georges Kleinmann, Claude Evelyne, Jacques Huwyer, Elisabeth Brindisi ([[SRG SSR|SSR]]); Jan Hiermeyer, Dorothea Furrer, Heidi Abel, Rosemarie Pfulger ([[SRG SSR|SRG]]); Tiziano Colotti, [[Ezio Guidi]], [[Enzo Tortora]], Mascia Cantoni ([[RSI (azienda)|TSI]])<br />'''1991 (edizione invernale):''' Olivier Grandjean<br />'''1992:''' Catherine Sommer, Ivan Fresard ([[RTS (Svizzera)|TSR]])<br />'''1993:''' Catherine Sommer, Ivan Fresard (TSR); [[Caterina Ruggeri]], [[Paolo Calissano]] (TSI)<br />'''1994:''' [[Caterina Ruggeri]], [[Paolo Calissano]] (TSI)<br />'''1995-1998:''' [[Caterina Ruggeri]] (TSI)<br />'''1999:''' [[Matteo Pelli]] (TSI)
|-
|{{TUN}}
|'''1992:''' Georges Beller, Daniela Lumbroso
|-
|{{HUN}}
|'''1993:''' Dorottya Geszler, Istvas Vago<br />'''1994:''' Gábor Gundel Takács, Dorottya Geszler<br />'''1995:''' Gábor Gundel Takács, Dorottya Geszler, Erika Balogh<br />'''1996:''' Csaba Marton, Beatrix Farkas, Gábor Gundel Takács<br />'''1997-1999:''' Gábor Gundel Takács, Maria Borbás
|-
|{{YUG 1943-1992}}
|'''1978-1979:''' Dragan Nikitović, Dunja Lango, Minja Subota<br />'''1980:''' Bruno Alesio, Dunja Lango, Mito Trefalt<br />'''1981:''' Dunja Figenvald, Mersiha Čolaković, Minja Subota<br />'''1982:''' Dunja Figenvald, Minja Subota<br />'''1990:''' Jovan Pavliček e Duška Markotić<br />'''1990 (Macao)''': Mladen Popović
|}
{{Colonne fine}}
 
== Opere derivate ==
Il celebre brano di [[Peter Gabriel]] ''Games without Frontiers'', pubblicato sul suo album ''[[Peter Gabriel (1980)|Peter Gabriel]]'' del 1980, reinterpreta ''Giochi senza frontiere'' come metafora dello [[sciovinismo]] [[nazionalismo|nazionalista]].
 
[[Ocean Software]] pubblicò nel 1986 il videogioco ''[[It's a Knockout]]'', ispirato ufficialmente alla versione britannica del programma.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Gianni Magrin, ''Giochi senza frontiere-trent'anni di giochi'', centrooffset.
* {{Cita libro|cognome=Alia|nome=Valerie|anno=2009|titolo=Names and Nunavut: Culture and Identity in Arctic Canada|url=http://books.google.ca/books?id=rVoNxuS4n1gC&lpg=PA118&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=Berghahn Books|isbn=978-1-84545-165-3}}
 
* {{Cita libro|cognome=Billson|nome=Janet Mancini|coautori=Kyra Mancini|anno=2007|titolo=Inuit women: their powerful spirit in a century of change|url=http://books.google.ca/books?id=8M8aihnBACwC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=Rowman & Littlefield|isbn=978-0-7425-3596-1}}
== Voci correlate ==
* {{Cita libro|autore=Briggs, Jean L.|titolo=Never in Anger: Portrait of an Eskimo Family|editore=Harvard University Press|città=Cambridge, Massachusetts|anno=1971|url=http://books.google.ca/books?id=A9QuJjQbh7MC&lpg=PP1&dq=Never%20in%20Anger%3A%20Portrait%20of%20an%20Eskimo%20Family&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|isbn=0-674-60828-3}}
* [[Ettore Andenna]]
* {{Cita libro|autore=Forman, Werner; Burch, Ernest S.|titolo=The Eskimos|editore=University of Oklahoma Press|città=Norman|anno=1988|url=http://books.google.ca/books?id=BUDUvjJpnzUC&lpg=PA7&dq=The%20Eskimos&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|isbn=0-8061-2126-2}}
* [[Milly Carlucci]]
* [[Canadian Broadcasting Corporation|CBC]]. [http://www.cbc.ca/documentaries/natureofthings/2009/inuitodyssey/history.html History of the Thule Migration], ''The Nature of Things'', [[Canadian Broadcasting Corporation]]. Informational webpage related to the TV documentary, ''Inuit Odyssey''.
* [[Edizioni di Giochi senza frontiere]]
* {{Cita libro|cognome=Crandall|nome=Richard C|anno=2000|titolo=Inuit Art: A History|url=http://books.google.ca/books?id=M4p8ZrkbSCkC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=McFarland|isbn=0-7864-0711-5}}
* [[Claudio Lippi]]
* De Poncins, Gontran. ''Kabloona''. St. Paul, MN: Graywolf Press, 1996 (originally 1941). ISBN 1-55597-249-7
* [[Giulio Marchetti]]
* {{Cita libro|cognome=Eber|nome=Dorothy|anno=1997|titolo=Images of Justice: A Legal History of the Northwest Territories and Yellowknife|url=http://books.google.ca/books?id=g7Qcr7vzQbQC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=McGill-Queen's University Press|isbn=0-7735-1675-1}}
* [[Gennaro Olivieri]]
* {{Cita libro|cognome=Eber|nome=Dorothy|anno=2008|titolo=Encounters on the Passage: Inuit meet the explorers|url=http://books.google.ca/books?id=zG50985kCSUC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=University of Toronto Press|isbn=978-1-4426-8798-1}}
* [[Guido Pancaldi]]
* {{Cita libro|cognome=Hauser|nome=Michael|coautori=Erik Holtved, Bent Jensen|anno=2010|titolo=Traditional Inuit songs from the Thule area, Volume 2|url=http://books.google.ca/books?id=NjgysV2UGygC&lpg=PA1&dq=Inuit&pg=PA1#v=onepage&q&f=true|editore=Museum Tusculanum Press|isbn=978-87-635-2589-3}}
* [[Rosanna Vaudetti]]
* {{Cita libro|autore=Hessell, Ingo|titolo=Arctic Spirit: The Albrecht Collection of Inuit Art at the Heard Museum|editore=Douglas & McIntyre|città=Vancouver|anno=2006|isbn=1-55365-189-8}}
* {{Cita libro|autore=Hund, Andrew|anno=2012|titolo=Inuit.|editore=SAGE Publications, Inc.|isbn=978-1-4129-9261-9}}
* {{Cita libro|cognome=Kulchyski|nome=Peter Keith|coautori=Frank J. Tester|anno=2007|titolo=Kiumajut (talking back): game management and Inuit rights, 1900–70|url=http://books.google.ca/books?id=RGB7w2x0sa0C&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=UBC Press|isbn=978-0-7748-1241-2}}
* {{Cita libro|cognome=King|nome=J. C. H|coautori=Birgit Pauksztat, Robert Storrie|anno=2005|titolo=Arctic clothing of North America—Alaska, Canada, Greenland|url=http://books.google.ca/books?id=ZD2_7LRxGwsC&lpg=PA132&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=McGill-Queen's University Press|isbn=0-7735-3008-8}}
* {{Cita libro|autore=McGrath, Melanie|titolo=The long exile: a tale of Inuit betrayal and survival in the high Arctic|editore=Alfred A. Knopf|città=New York|anno=2007|isbn=1-4000-4047-7}}
* {{Cita libro|autore=Paver, Michelle|titolo=Chronicles of Ancient Darkness Omnibus Edition (Volume 1, 2, and 3)|editore=Orion|città=London|anno=2008|isbn=1-84255-705-X}}
* {{Cita libro|autore=Ruesch, Hans|titolo=Top of the World|editore=Pocket|città=New York|anno=1986|isbn=950-637-164-4}} ([http://www.webcitation.org/query?url=http://www.geocities.com/proppentrecker/ernenek-00.html&date=2009-10-26+01:03:35 Hebrew version])
* {{Cita libro|cognome=Stern|nome=Pamela R|coautori=Lisa Stevenson|anno=2006|titolo=Critical Inuit studies: an anthology of contemporary Arctic ethnography|url=http://books.google.ca/books?id=71lBFUBkrMwC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=University of Nebraska Press|isbn=0-8032-4303-0}}
* {{Cita libro|cognome=Steckley|nome=John|anno=2008|titolo=White Lies about the Inuit|url=http://books.google.ca/books?id=i-osjdNH3g8C&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=Broadview Press|isbn=978-1-55111-875-8}}
* {{Cita libro|cognome=Stern|nome=Pamela R|anno=2004|titolo=Historical dictionary of the Inuit|url=http://books.google.ca/books?id=Xa_Pq8X_MIsC&lpg=PP1&dq=Inuit&pg=PP1#v=onepage&q&f=true|editore=Scarecrow Press|isbn=0-8108-5058-3}}
* {{Cita libro|autore=Walk, Ansgar.|titolo=Kenojuak Ashevak|Kenojuak: the life story of an Inuit artist|editore=Penumbra Press|città=Manotick, Ontario|anno=1999|isbn=0-921254-95-4}}
* Hugh Brody, ''The Other Side of Eden: Hunter-gatheres, Farmers and the Shaping of the World'', North Point Press, 2002. ISBN 0865476381.
* [[Hans Ruesch]], [[Paese dalle ombre lunghe]] (titolo originale ''Top of the World''), traduzione di Nash Hercus (pseudonimo dello stesso Hans Ruesch), IV ed., collana Garzanti per tutti - romanzi e realtà, [[Garzanti Editore|Garzanti]], 1968, pp.&nbsp;197, cap. 14.
* Bibliografia sugli Inuit (a cura di Tatiana Cappucci): [http://www.tatianacappucci.it/Tatiyak/Letture/Letture.asp]
* Robert Peroni, Dove il Vento Grida più forte,Sperling e Kupfer
==Voci correlate==
* [[Mitologia inuit]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Inuit}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.sanfelicecirceo.eu/circeo-manifestazioni/94-giochi-senza-frontiere-2014-circeo.html|Giochi senza frontiere italiani - L'Italia Gioca 2014}}
*{{cita web|http://www.inuit.org|Inuit Circumpolar Council official website|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.museopolaregiochisenzafrontiere.itnet|Museo PolareSito Etnograficodi "SilvioJSFnet Zavatti"Italia}}
* {{cita web | 1 = http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giochi-senza-frontiere/713/default.aspx | 2 = Giochi senza frontiere - Una platea per l'Europa | accesso = 30 ottobre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121220095345/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giochi-senza-frontiere/713/default.aspx | dataarchivio = 20 dicembre 2012 | urlmorto = sì }}
*{{cita web|http://www.pbase.com/perrona/inuit__cree_rupert__river|"Foto di Inuit"}}
* {{cita web|http://wwwjsfnetfrance.racinefree.ra.itfr/planet/testi/inuit.htm|Inuit:Sito ildi loroJSFnet cielo, i loro mitiFrance|lingua=fr}}
* {{cita web|http://spielohnegrenzen.webs.com/|Sito di JSFnet Deutschland|lingua=de}}
* {{cita web|http://www.freewebs.com/jsfnet/|Sito di JSFnet Greece|lingua=el}}
* {{cita web|http://www.jsf.hiddentigerbooks.co.uk/|Sito di JSFnet United Kingdom|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.jsfcz.czechian.net/jsfnetcz.html|Sito di JSFnet Czechian|lingua=cz}}
* {{cita web|1=http://www.jatekhatarok.webs.com|2=Sito di JSFnet Hungary|lingua=hu|accesso=2 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170305182813/http://jatekhatarok.webs.com/|dataarchivio=5 marzo 2017|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://jsfnetyu.webs.com/|Sito di JSFnet Ex-Yugoslavia|lingua=sl}}
* {{cita web|1=http://jsfnetnl.webs.com/|2=Sito di JSFnet Netherlands|lingua=nl|accesso=17 febbraio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110819035601/http://jsfnetnl.webs.com/|dataarchivio=19 agosto 2011|urlmorto=sì}}
 
{{portale|Europa|televisione}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Artide}}
 
[[Categoria:InuitGiochi senza frontiere| ]]
[[Categoria:GruppiProgrammi etnicitelevisivi natividegli dell'Americaanni Settentrionale1960]]
[[Categoria:Programmi televisivi degli anni 1970]]
[[Categoria:Programmi televisivi degli anni 1980]]
[[Categoria:Programmi televisivi degli anni 1990]]
[[Categoria:Trasmissioni dell'UER]]