Utente:FT608/Sandbox e Ondata di freddo del gennaio 1985: differenze tra le pagine

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Il '''gennaio 1985''' è stato uno dei mesi più freddi della storia in [[Italia]] e in molte aree dell'[[Europa]] dal punto di vista [[meteorologia|meteorologico]], con [[temperatura dell'aria|temperature]] ovunque abbondantemente al di sotto delle medie stagionali fino al giorno 17 per l'[[ondata di freddo]] che la caratterizzò assieme all'[[nevicata del 1985|omonima concomitante "nevicata del secolo"]] nel nord Italia.
{{Corpo celeste
|tipo = [[pulsar]]
|nome = PSR J1023 +0038
|costellazione = [[Sestante (costellazione)|Sestante]]<ref name="inaf.it" />
|distanza_anniluce = 4000 [[anno luce|anni luce]]<ref name="inaf.it" />
|scoperta_autore = [[Istituto nazionale di astrofisica]] (INAF)<ref name="inaf.it"> {{cita web |titolo="Raffiche di luce dalla pulsar al millisecondo" |url=https://www.media.inaf.it/2017/10/03/psr-j1023-0038/ |data= 3 ottobre 2017 }}</ref>
|data = 2007 <ref name="nrao.edu"> {{cita web |titolo="Missing Link" Revealing Fast-Spinning Pulsar Mysteries |url=https://www.nrao.edu/pr/2009/mspulsarbirth/ |data= 21 maggio 2009 }}</ref>
}}
'''''PSR J1023 +0038''''' è una [[pulsar]] emettente impulsi periodici sia nella gamma dei [[raggi X]], sia in quella della [[spettro visibile|luce visibile]]<ref name="inaf.it" />; osservata per la prima volta da un team di ricerca internazionale nel 1999, giungendo ad uno stato di conferma della scoperta nel 2007.<ref name="nrao.edu" />
==Scoperta==
{{Citazione|''Questa scoperta è importante non solo perché dimostra che anche i campi magnetici di stelle di neutroni in rotazione rapida possono generare pulsazioni di luce visibile, aprendo un campo di investigazione totalmente nuovo''
 
== Dicembre 1984: inizio d'inverno con temperature insolitamente miti ==
''Apre infatti anche la possibilità che una radio pulsar sia attiva nonostante la presenza di un disco. Un risultato totalmente inaspettato che costringerebbe a rivedere molte delle nostre convinzioni sulla interazione tra dischi e campi magnetici delle pulsar.''
Nella prima parte del [[dicembre]] [[1984]], l'[[anticiclone]] russo-siberiano non si spinse oltre il [[mar Caspio]] mentre in [[Europa occidentale]] permanevano condizione d'alta pressione con centro sui [[Penisola balcanica|Balcani]], che determinava in tutta [[Italia]] temperature sensibilmente superiori alle medie stagionali. Perfino in [[Scandinavia]], le temperature scendevano difficilmente sotto lo zero per un vigoroso flusso di correnti miti sud-occidentali che raggiungevano anche le alte [[latitudine|latitudini]] europee (isoterme a 1500 metri del [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841201.gif 1], [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841208.gif 8] e [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841214.gif 14 dicembre]).
|Filippo Ambrosino, ricercatore dell’Inaf – Iaps di Roma, sulla scoperta}}
Ad esempio martedì 11 dicembre [[Stazione meteorologica di Torino Caselle|Torino Caselle]] registrò una massima di +17,6&nbsp;°C, una massima che sembrava più tipica di [[marzo]] o [[aprile]] che non di dicembre (per dicembre la massima normale è di circa di +7&nbsp;°C).
 
Nell'ultima parte del mese, si approfondì un'intensa depressione a est della [[Sicilia]] (isobare del [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00119841225.gif 25 dicembre]), che determinò insistenti piogge torrenziali sulle regioni joniche e in [[Basilicata]], con [[neve]] sui relativi rilievi e nelle zone interne della [[Puglia]]; l'aria fredda richiamata da questa bassa pressione portò la neve anche in [[Lombardia]] (15&nbsp;– 20&nbsp;cm).
PSR J1023 +0038 si tratta di una pulsar al millisecondo, una stella di neutroni in rapidissima rotazione; questa stella stabilisce un primato: è una pulsar che emette circa 590 impulsi di luce visibile ogni secondo; la scoperta viene effettuata grazie al telescopio nazionale Galileo dell'INAF alle isole Canarie.
 
Sembrava probabile che l'[[Aria artica continentale|aria polare]] dell'anticiclone-russo siberiano potesse entrare dalla [[bora|porta della bora]] direttamente nel [[Mar Mediterraneo]], dove avrebbe colpito soprattutto le regioni adriatiche.
PSR J1023 +0038 è una '''radio-pulsar''': una stella che ruota abbastanza velocemente da poter accelerare le particelle ad altissima energia (ben maggiore di scale di energia ottenebili al [[CERN]] di Ginevra), producendo impulsi di radiazioni (da [[onde radio]] a [[raggi gamma]]) osservabili, consentendo di conoscere il periodo di rotazione della stella di provenienza con grande precisione; alcune pulsar presentano periodi di qualche millisecondo, con la conseguenza di poter far viaggiare un eventuale oggetto sul loro equatore ad una velocità pari al 10% della [[velocità della luce]].<ref name="inaf.it" />
Queste elevatissime velocità sono il risultato di una fase evolutiva lunga miliardi di anni, dove l'originedella rotazione sarebbe da accreditare alla presenza di una "stella compagna", che "scarica" materiale sulla stella di neutroni e facendola ruotare, formando un [[disco di accrescimento]] attorno a quest'ultima, rendendo le caratteristiche onde radio invisibili, con una ripresa dell'emissione corrispondente a uno stazionamento della materia del disco di accrescimento.<ref name="nrao.edu" />
Nel 2013 vengono osservate alcune pulsar '''transizionali''', ovvero capaci di alternare, in meno di qualche settimana, fasi pulsar con emissione di raggi X e fasi radio-pulsar alimentate dalla sola rotazione del loro immenso campo magnetico. Questa natura variabile colloca queste stelle tra i sistemi incrementanti di materia e le normali radio-pulsar. Per una più accurata osservazione il telescopio Galileo viene equipaggiato con tecnologia Sifap (''Silicon Fast Astronomical Photometer''): un fotometro ottico ad alta risoluzione, capace di misurare l'arrivo dei singoli fotoni da una sorgente luminosa con una precisione di circa 25 [[nanosecondo|nanosecondi]]. Grazie a questa tecnologia viene registrato un segnale pulsato di luce visibile, presentando un comportamento radio-pulsar, nonostante la presenza del disco di accrescimento.<ref name="inaf.it" />
 
== 1°-4 gennaio: aria artica sull'Italia ==
==Osservazione==
Nei primi giorni del [[gennaio]] [[1985]], lo scenario meteorologico europeo cambiò. Un improvviso riscaldamento della [[stratosfera]] (''[[stratwarming]]'') provocò un rapido riscaldamento dell'aria sovrastante alla [[Groenlandia]]. Questo causò la rottura del [[vortice polare]], al cui posto si formò un'insolita area di pressioni alte e livellate, in congiungimento con l'[[Anticiclone delle Azzorre]] che si dispose in senso meridiano fino a raggiungere il [[Polo nord]]. A questo punto l'[[aria artica marittima]], fredda e umida, poté giungere sul Mediterraneo scendendo lungo il lato occidentale del continente europeo ed entrando in Europa occidentale a più riprese attraverso la [[valle del Rodano]], grazie ad un'area di bassa pressione che si stava approfondendo sui [[Paesi Bassi]].
La formazione ed evoluzione delle pulsar al millisecondo (MSP) è stata materia di dibattito; la teoria più accreditata è quella che vede sistemi binari di stelle di neutroni a bassa massa (LMXB) accelerate fino a periodi di millisecondi grazie al momento angolare ottenuto dal materiale proveniente dalla stella compagna.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850101.gif 1º gennaio] il tempo risultava stabile e soleggiato sulle regioni settentrionali, sulla [[Toscana]], sull'Alto [[Lazio]] e sulla [[Sardegna]], con ventilazione da debole a moderata nord-orientale, temperature minime quasi ovunque prossime allo zero e massime tra i 5 e i 10&nbsp;°C. Sulle regioni del medio e basso versante adriatico, sul [[Lazio meridionale]] e su tutte le regioni meridionali il cielo si presentò da parzialmente nuvoloso a molto nuvoloso con piogge e nevicate sparse, anche a quote molto basse.
PSR J2013 +0038 viene inizialmente identificata come stella a bassa massa, con periodo orbitale di poco meno di 5 ore. Qualche anno più tardi viene osservata una pulsazione di circa 1.70 millisecondi. In seguito a queste osservazioni PSR J1023 +0038 viene confermata come sistema appena nato di pulsar al millisecondo e immesso come anello mancante tra stelle a bassa massa e pulsar; la transizione tra i due stati è molto recente, ma è convinzione diffusa che il disco di accrescimento dovrebbe riformarsi in tempi brevi a causa di un aumento del trasferimento di massa, con conseguente spegnimento, come un "faro cosmico" <ref name="inaf.it" />, della pulsar, in attesa di una nuova accelerazione della rotazione.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850102.gif 2 gennaio] l'aria artica, proveniente dal [[Mare di Kara]] in [[Russia]] settentrionale cominciò a scendere verso l'Europa. Le temperature scesero repentinamente in modo vistoso: [[giorno di ghiaccio]] a [[Bolzano]] e [[Torino]], che registrarono massime rispettivamente di -1,8&nbsp;°C e -1&nbsp;°C. Intanto fronti freddi collegati all'aria artica cominciavano a scendere dalla Scandinavia, portando condizioni di tempo perturbato sull'Italia. Neve con accumulo di 2&nbsp;cm a [[Grosseto]] (non accadeva dal [[1963]]), su quasi tutte le zone interne peninsulari e lungo tutta la costa adriatica.
Dal giugno 2013 le pulsazioni oscillano tra 350 [[hertz|MHz]] e 5 GHz, le spettroscopie indicano la formazione del disco di accrescimento, produzione di raggi X, un aumento di luminosità ed emissione di [[raggi UV]], puntando al passagio da pulsar a stella di bassa massa, viene individuata, grazie al ''Fermi Large Area Telescope'' (LAT) un'anomala produzione di raggi gamma (che dovrebbe, come le onde radio, cessare); nessuna stella di bassa massa era infatti mai stata osservata dal Fermi.<ref name="iopscience.org"> {{cita web |titolo=MULTI-WAVELENGTH EMISSIONS FROM THE MILLISECOND PULSAR BINARY PSR J1023+0038 DURING AN ACCRETION ACTIVE STATE |url=https://iopscience.iop.org/article/10.1088/0004-637X/785/2/131 |data= 3 aprile 2014 }} </ref>
===Analisi spettrale===
Al fine di un completo resoconto energetico si osservano, grazie al telescopio Fermi, due diversi periodi: dal 14 agosto 2008 fino al 31 maggio 2013 e dal 1 luglio 2013 fino al 12 novembre 2013, ovvero prima e dopo il cambio di stato della stella. Durante entrambi gli intervalli, vengono creati due diversi modelli di PSR J1023 +0038, secondo una [[legge di potenza]] semplice e una con ''cutoff'' esponenziale. Entrambe le equazioni forniscono risultati coerenti con le osservazioni, individuando un preciso profilo energetico stellare<ref name="iopscience.org" />
===Analisi radio===
Le emissioni radio di PSR j1023 +0038 vengono osservate dal '''FIRST''' VLA (''Very Large Array'') nel 1999, mostrando la variabilità dell'emissione proveniente dal sistema, capace di modificarsi di un fattore 4 nell'arco di unasignola settimana. Nonostante la manacnza di risultati spettroscopici, si era quasi sicuri che la stella fosse in stato d'accrescimento, dato che durante lo stadio rotatorio le emissioni radio sono più frequenti e più intense. Un nuovo intervallo osservativo, dal 2008 fino a metà del 2012, fornisce nuove informazioni su alcune interruzioni del segnale, queli eclissi variabili, sparizioni a breve termine dell'emissione e dispersione eccessiva a intervalli casuali della fase orbitale.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850103.gif 3 gennaio] s'intensificò il freddo. A [[Torino]] la minima crollò a -10,5&nbsp;°C. In nottata, nevicò addirittura sull'[[Isola d'Elba]] e sul suo capoluogo [[Portoferraio]].
Nel 2013 non viene rilevato alcun segnale pulsato, questo risvolto non necessariamente indica un cambiamento di fase, dato che un fallimento di risposta può avvenire a causa del materiale espulso dalla rotazione della pulsar, offuscando ciò che gli strumenti dovrebbero rilevare.<ref name="iopscience.org" />
==Modello teorico==
In seguito alle osservazioni del 2013 viene teorizzato un modello in linea con i riscontri delle lunghezze d'onda, implementando i risultati delle analisi riguardanti le emissioni di raggi UV, la pressione del gas e la rapidità di perdita di massa da parte del disco di accrescimento. Dai calcoli si evince che il disco non si estende fino alla pulsar, dato che renderebbe non rilevabili le emissioni; la spettroscopia evidenzia che le radiazioni dei raggi gamma causano l'evaporazione del disco di accrescimento di una stella a bassa massa in stato [[quiescenza|quiescente]] (questo processo avviene solo se il disco risulta troppo denso), la materia evaporata tende a nascondere il segnale pulsato di svariati GHz (come dimostra il fatto che sotto a 5 GHz non siano stati rilevati segnali da stelle in stato accrescitivo, anche a rotazione in corso).
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850104.gif 4 gennaio], temperature basse su tutta l'Europa e l'Italia, ma non da primato. Tuttavia insistettero le nevicate sulla [[Toscana]] nord-occidentale (compresa la [[Costa apuana]] e la [[Versilia]]), sulla [[Sardegna]] (ad [[Alghero]], dove non accadeva dal [[1971]]) e anche sui rilievi dell'[[Isola d'Ischia]]. Nella stessa giornata, vennero completamente imbiancate anche la [[Corsica]] e le [[isole Baleari]].
L'aspettativa è che, al di sotto del raggio critico, il disco di accrescimento debba muoversi verso la pulsar, diminuando il tasso di accrescimento. La massa persa dal disco a causa dei raggi gamma è più moderata di quella prevista dalla teoria. La materia però, durante lo stato accrescitivo non entra nellamagnetosfero, anche dopo la sparizione della pulsazione. L'aumento di un fattore 10 del flusso dopo la cessazione della pulsazione indica la presenza di un nuovo componente dominante nella parte magnetosferica: il [[effetto Compton|processo Compton]] inverso, imputato della produzione aggiuntiva di raggi gamma a causa dello spargimento di fotoni dal disco attraverso il vento pulsar relativistico (situazione che avviene se il disco ha una misura del raggio minore di 3 × 10^9 cm). Il vento pulsar è costituito di [[elettroni]], [[positrone|postitroni]] e campo magnetico, formando una funzione monoenergetica.<ref name="iopscience.org" />
==Conclusioni==
I riscontri pratici puntano ad un nuovo disco di accrescimento associato alle emissioni UV, producendo raggi gamma attraverso effetto Compton inverso, a metà strada tra il processo di emissione UV e il vento pulsar. Allo stesso tempo una parte del vento viene bloccata dalle onde intrabinarie, provocando un incremento di radiazioni X. Il modello standard del disco implica che le emissioni UV/ottiche provengono principalmente dalla [[simmetria assiale|distanza assiale]], corrispondete ad un periodo orbitale di ''''160(R/5 × 10^9)^3/2 s''', consistente con il periodo osservato.<ref name="iopscience.org" />
 
== 5-9 gennaio: grandi nevicate su gran parte d'Italia ==
==Vedi anche==
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850105.gif 5 gennaio] un'irruzione di aria artica molto fredda colpì in pieno l'Italia, passando prima attraverso la porta del [[Rodano]] e poi anche quella della [[Bora]]. Il contrasto tra l'aria fredda e quella assai più calda del [[mar Mediterraneo]] provocò nevicate su tutta la [[Toscana]] centro-settentrionale (comprese [[Firenze]] e [[Pisa]]) e anche a [[Bordighera]], in [[Liguria]]; mentre a [[Trieste]] la [[bora]] raggiunse i 100&nbsp;km/h, a [[Città di Castello]] la neve raggiunse i 100&nbsp;cm. Il [[Veneto]] e la [[Sardegna]], a parte qualche zona, vennero coperti di neve. Qualche fiocco arrivò anche a [[Ragusa]], nella [[Sicilia]] meridionale.
*[[Fermi Gamma-ray Space Telescope]]
 
*[[Osservatori astronomici]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850106.gif 6 gennaio] una perturbazione di origine africana raggiunse il [[Lazio]] e l'Italia centro-meridionale richiamando aria calda da sud che strisciò sopra l'aria gelida. Questo provocò intense nevicate lungo il litorale tirrenico laziale, compresa [[Roma]], nelle [[Marche]], in [[Abruzzo]], [[Molise]], [[Campania]], [[Puglia]], [[Calabria]], [[Basilicata]] e anche sull'isola d'Ischia. Insolita e suggestiva fu la neve con accumulo a [[Orbetello]] e [[Civitavecchia]] che, statisticamente, vivono questo evento assai raramente.<br />Lo stesso sistema nuvoloso, prima di raggiungere l'Italia centro-meridionale, aveva portato nuove nevicate anche lungo le coste mediterranee della [[Spagna]] e della [[Francia]] e perfino in [[Marocco]], [[Algeria]] e [[Tunisia]], sui cui altopiani vi fu un accumulo di quasi un metro. Particolarmente colpite da nevicate eccezionali furono [[Marsiglia]] e [[Barcellona]]. Nel capoluogo catalano la coltre di neve rimane sul suolo più di una settimana, cosa non vista dall'800. Proprio in [[Piazza San Pietro]] a Roma viene ricordato l'[[Angelus]] celebrato da [[Papa Giovanni Paolo II]] sotto la neve.<ref>[http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Quell-Angelus-sotto-la-neve-6-gennaio-1985/35920/ Quell'Angelus sotto la neve: 6 gennaio 1985 - Previsioni Meteolive.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
*[[supernovae]]
 
*[[nana bianca]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850107.gif 7 gennaio], crollò la temperatura a [[Stazione meteorologica di Genova-Sestri Ponente|Genova]], [[Trieste]], rispettivamente con -6,8&nbsp;°C, -8&nbsp;°C, città che raramente hanno minime molto basse a causa dello scarso fenomeno dell'irraggiamento notturno; record storico anche alla [[stazione meteorologica di Albenga]] con -12,4&nbsp;°C e presso la [[stazione meteorologica di Capo Mele]] con -4,5&nbsp;°C, mentre nella Riviera di Levante [[La Spezia]] registrò una temperatura minima di -7&nbsp;°C<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.annali.apat.gov.it/site/it-IT/annali/ge198501025_47536.html?cmbCompartimenti=Genova&cmbAnni=1985&cmbSezioni=1&pagina=25&Page=1 Riepilogo termometrico annuale della stazione idrologica di La Spezia] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. A Roma e ad [[Aosta]] le temperature minime furono rispettivamente di -8&nbsp;°C e -16,4&nbsp;°C. In montagna le temperature furono da primato: -21,4&nbsp;°C sul [[Monte Cimone (Appennino)|Monte Cimone]] e -33&nbsp;°C a Fusine di [[Tarvisio]] in [[Friuli]]. Il [[lago di Massaciuccoli]], in [[Versilia]], [[ghiaccio|gelò]] completamente a causa delle temperature bassissime (-15&nbsp;°C nei dintorni di [[Lucca]]).
==Note==
 
[[Categoria:Astronomia]]
L'[http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850108.gif 8 gennaio] continuarono le nevicate su [[Toscana]], [[Lazio]], [[Umbria]], [[Campania]] e [[pianura padana]] centro-orientale; temperature gelide su [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] (-30,0&nbsp;°C presso la [[stazione meteorologica di Dobbiaco]] e -15&nbsp;°C a [[Bolzano]]), in [[Veneto]] (-23&nbsp;°C a [[Cortina d'Ampezzo]], -27&nbsp;°C a [[Santo Stefano di Cadore]] e -31&nbsp;°C sul [[Passo Pordoi]]) e in [[Irpinia]] (-18&nbsp;°C). Cominciarono a gelare fiumi come il [[Po]], l'[[Arno]] e alcuni fiumi marchigiani. Nella [[Romagna Toscana]] furono raggiunti -26,0&nbsp;°C di temperatura minima presso la stazione idrologica di [[Firenzuola]]: tale dato risulta essere il valore ufficiale più basso registrato presso le varie stazioni meteorologiche della [[Toscana]] dall'inizio delle relative serie storiche.<ref>[http://193.206.192.243/annali/ Annali idrologici: compartimento di Bologna, Pisa e Roma] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110810152536/http://193.206.192.243/annali/ |data=10 agosto 2011 }}</ref>
Più a sud, la [[stazione meteorologica di Foggia Amendola]] raggiunse il record assoluto di -10,4&nbsp;°C.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850109.gif 9 gennaio] la coltre di neve raggiunse i 40&nbsp;cm su Firenze<ref>[http://www.aeris.toscana.it/articles.asp?id=5 Aeris - Articoli: La Neve a Firenze<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110722055600/http://www.aeris.toscana.it/articles.asp?id=5 |data=22 luglio 2011 }}</ref> e ben 80&nbsp;cm in [[val di Cecina]]. A [[Bologna]], caddero 30&nbsp;cm di neve in poche ore. Ancora neve su [[Roma]], [[L'Aquila]], dove ormai il manto bianco superava i 50&nbsp;cm, e anche su [[Napoli]] (10&nbsp;cm), a [[Capri (Italia)|Capri]] e lungo tutte le coste della [[Campania]]. Neve storica a [[Cagliari]] (dove il giorno precedente venne rilevata una minima di -2&nbsp;°C<ref>{{cita web|url=http://www.tutiempo.net/clima/Cagliari_Elmas/01-1985/165600.htm|titolo=Riepilogio mensile della stazione meteorologica di Cagliari Elmas AM}}</ref>) e su tutta la [[Sardegna]] che apparve completamente imbiancata fin sulle coste. L'Isola venne investita da tormente di neve e in molte località poste a quote collinari si raggiunsero i 50–60&nbsp;cm di manto nevoso, mentre nei paesi più alti si accumulo' circa un metro di neve; accumuli consistenti si ebbero anche nelle zone pianeggianti dell'Isola. Da segnalare lo storico record di freddo di -2,0&nbsp;°C lungo la costa orientale sarda presso la [[stazione meteorologica di Capo Bellavista]], che solo in occasione delle più violente ondate di freddo riesce a scendere al di sotto dello zero.
 
Nel corso della mattinata, si aprirono le prime schiarite in Toscana e sull'Italia settentrionale, che furono la causa dell'intenso raffreddamento durante le notti successive. La giornata si concludeva in serata con la [[neve]] che, con alcuni fiocchi, raggiungeva anche il litorale della [[Sicilia]], presso Punta Raisi,<ref>{{cita web|url=http://www.tutiempo.net/clima/Palermo_Punta_Raisi/01-1985/164050.htm|titolo=Neve segnalata a Palermo Punta Raisi il 9 gennaio 1985}}</ref> e nella [[Conca d'Oro]], a seguito di un brusco abbassamento di temperatura. Mentre praticamente tutta l'Europa era nel [[gelo]], in [[Groenlandia]] era "estate": [[Nuuk]] registrò una minima di 0&nbsp;°C e una massima di ben 9,6&nbsp;°C<ref>[http://www.tutiempo.net/clima/Godthaab_Nuuk/01-1985/42500.htm Clima en Godthaab / Nuuk durante Enero de 1985 - datos climáticos históricos<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== 10-13 gennaio: Italia centrale ed Emilia-Romagna nel gelo ==
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850110.gif 10 gennaio] furono toccati i -23,4&nbsp;°C dalla [[stazione meteorologica di Parma Panocchia]]<ref>{{cita web|url=http://climaintoscana.altervista.org/italia/stazioni-wmo/parma-panocchia/|titolo=Parma Panocchia: record mensili dal 1985|editore=climaintoscana.altervista.org}}</ref>;, mentre la [[stazione meteorologica di Piacenza San Damiano]] raggiunse lo storico record di freddo di -22,0&nbsp;°C. Notevoli anche i -16&nbsp;°C a Firenze (un primato che sarà presto battuto), i -15&nbsp;°C di [[Pontedera]] e i -10&nbsp;°C di [[Follonica]]<ref>{{cita web|url=http://www.idropisa.it/supporto/download/annali/annale_idrologico_1985_parte_prima.pdf|titolo=Annale idrologico del 1985 parte I relativo al compartimento di Pisa}}</ref>. Nella [[Liguria]] di levante la [[stazione meteorologica di Sarzana-Luni]] fece registrare lo storico record di -9,0&nbsp;°C. Il responsabile era l'effetto [[albedo]], ovvero la perdita di calore per irraggiamento dovuto alla spessa copertura nevosa.
 
L'[http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850111.gif 11 gennaio] a [[Firenze]] la temperatura minima all'[[aeroporto di Firenze-Peretola|aeroporto di Peretola]] precipitò a -22,2&nbsp;°C, mentre l'[[Osservatorio Ximeniano]] in città registrò -11&nbsp;°C. Le massime furono rispettivamente di -0,4&nbsp;°C e -1,2&nbsp;°C. L'[[Arno]] ghiacciò completamente; la [[stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco]] scese a -20,2&nbsp;°C; presso la [[stazione meteorologica di Pisa Facoltà di Agraria]] il termometro scese a -12,8&nbsp;°C.
In [[Pianura padana]], la [[stazione meteorologica di Brescia Ghedi]] scese a -19,4&nbsp;°C stabilendo così il nuovo record assoluto di freddo, mentre la [[stazione meteorologica di Verona Villafranca]] raggiunse una temperatura minima di -18,4&nbsp;°C eguagliando lo storico record del 15 febbraio [[1956]]. Gelo storico anche in [[Emilia-Romagna]], con la temperatura minima assoluta di -24,8&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di San Pietro Capofiume]]<ref>{{cita web|url=http://climaintoscana.altervista.org/italia/stazioni-wmo/san-pietro-capofiume/|titolo=San Pietro Capofiume: record mensili dal 1985|editore=climaintoscana.altervista.org}}</ref>; minima assoluta di -19,4&nbsp;°C anche alla [[stazione meteorologica di Ferrara San Luca]]; ad [[Anzola dell'Emilia]] la temperatura minima scese invece "soltanto" a -14,5&nbsp;°C, ben lontana sia dal record storico di -26,2&nbsp;°C del 15 febbraio [[1956]] che dal record mensile di -19,6&nbsp;°C del 25 gennaio [[1963]].
 
Più a sud, freddo molto intenso anche a [[L'Aquila]] con -23,4&nbsp;°C, a [[Rieti]] con -20,0&nbsp;°C, a [[Frosinone]] con -19,0&nbsp;°C, a [[Guidonia Montecelio]] con -14,0&nbsp;°C e a [[Grosseto]] con -13,2&nbsp;°C presso l'aeroporto e con -10,0&nbsp;°C nel centro cittadino. La [[stazione meteorologica di Roma Ciampino]] fece registrare lo storico record di -11,0&nbsp;°C e quella di [[stazione meteorologica di Roma Urbe|Roma Urbe]] scese a -9,8&nbsp;°C; sul litorale laziale, record assoluto di -7,8&nbsp;°C presso la [[stazione meteorologica di Roma Fiumicino]].
 
Nella stessa giornata, la neve cadde anche sul tratto costiero jonico a valle della città di [[Catanzaro]], che a sua volta venne interessata da accumuli nevosi.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850112.gif 12 gennaio], complice il cielo sereno e l'effetto [[albedo]], a [[Aeroporto di Firenze-Peretola|Firenze-Peretola]] si raggiunsero i -23,2&nbsp;°C<ref>[http://www.mherrera.org/temp.htm Extreme Temperatures Around the World- world highest lowest temperatures<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, mentre l'[[Osservatorio Ximeniano]] nel centro cittadino registrò "soltanto" -10,6&nbsp;°C grazie all'effetto isola di calore. Presso la [[stazione meteorologica di Pisa San Giusto]] la temperatura scese al record storico di -13,8&nbsp;°C, mentre a Lucca la minima arrivò a -13,4&nbsp;°C. Più a sud, la [[stazione meteorologica di Viterbo]] fece registrare lo storico record di -12,7&nbsp;°C. In [[Romagna]] vennero registrate le minime assolute storiche di -19,0&nbsp;°C presso la [[stazione meteorologica di Forlì]], di -17,2&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Rimini Miramare]] e di -16,5&nbsp;°C presso la [[stazione meteorologica di Cervia]]; la [[stazione meteorologica di Ravenna Punta Marina]] scese a -13,8&nbsp;°C, facendo registrare il record mensile di [[gennaio]], a soli 0,2&nbsp;°C dal record assoluto del 15 febbraio [[1956]].
 
Gelo anche in [[Francia]], con -17&nbsp;°C a [[Marsiglia]], e in [[Spagna]], con -10&nbsp;°C nei dintorni di [[Barcellona]] a seguito di un accumulo di quasi 50&nbsp;cm di neve nei giorni precedenti. Nel frattempo, nel corso della giornata si verificò un graduale aumento della nuvolosità sulle [[Alpi Occidentali]] e sulla [[Riviera di Ponente]], per l'avvicinarsi di un nuovo corpo nuvoloso sui cui effetti nei giorni successivi le previsioni erano discordanti: alcuni modelli prevedevano l'arrivo di un'altra massa d'aria fredda con nevicate in pianura su tutta la penisola, altri prevedevano la risalita di aria calda con un sensibile aumento delle temperature e precipitazioni nevose soltanto dalle quote collinari in su.
 
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850113.gif 13 gennaio] l'attesa perturbazione giunse sull'Italia. Mentre la [[Sardegna]] era già uscita dalla morsa del gelo e nella vicina [[Corsica]] i venti di [[scirocco]] facevano salire le temperature fino ai 15&nbsp;°C di [[Ajaccio]] e ai 10&nbsp;°C di [[Bastia]], a Bologna la minima era di -14&nbsp;°C e a Milano di -12&nbsp;°C. Ricominciò a nevicare su tutta la Toscana centro-settentrionale: a Firenze 8&nbsp;cm di neve con la minima di -13,4&nbsp;°C, a Pisa 5&nbsp;cm di neve con la minima di -9&nbsp;°C. Tuttavia, la precipitazione cominciò a rallentare d'intensità e, spostandosi verso la zona meridionale della regione e il [[Lazio]], iniziava addirittura a cadere sotto forma di [[pioggia]] (in serata massima di 9&nbsp;°C a Grosseto). Nel frattempo, le nevicate si spostavano sulla [[Liguria]] e su tutta la pianura padana, fino ad allora poco interessata.
 
== 14-17 gennaio: nevicate eccezionali sull'Italia settentrionale e piogge intense al centro-sud ==
{{vedi anche|Nevicata del 1985}}
[[File:Temperature minime 1985.png|thumb|Temperature minime registrate in alcune città italiane nel gennaio 1985.]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850114.gif 14], il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850115.gif 15], il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850116.gif 16 gennaio] si scatenò sull'[[Italia Settentrionale]], per l'azione di un [[ciclone]] centrato sul mare della [[Corsica]] che fece strisciare aria calda africana sopra l'aria fredda presente al suolo, un'autentica bufera di neve, considerata dagli abitanti come la "[[nevicata del 1985|nevicata del secolo]]<ref>Roberto Meda, Filippo Ricciardi, Gabriele Asnaghi, [http://www.nimbus.it/meteoshop/Estratti/nimbus3536/35NeveMi.pdf "1985-2005: vent'anni dalla nevicata del secolo a Milano"], Nimbus n. 35-36, [[Società Meteorologica Italiana]] (SMI), 2005</ref>". Nei primi due giorni caddero 20&nbsp;cm di neve a [[Genova]], 30&nbsp;cm a [[Verona]] e [[Venezia]], 40&nbsp;cm a [[Udine]], [[Treviso]] e [[Padova]], 55&nbsp;cm [[Vicenza]], 60&nbsp;cm a [[Belluno]], 62&nbsp;cm a [[Varese]] e 65&nbsp;cm a [[Como]]; la sera c'erano 70&nbsp;cm a [[Milano]] e addirittura 130&nbsp;cm a [[Trento]], mentre l'alta [[Valtellina]] con [[Bormio]] (dove a fine mese si sarebbero svolti i mondiali di [[sci]]) non vedeva ancora un fiocco. Intanto era già iniziato il riscaldamento che aveva già portato piogge in Toscana e nel Veneto, ma la neve continuò a cadere in alcune zone anche il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850117.gif giorno] successivo, portando l'accumulo totale a 100&nbsp;cm a Milano, 110&nbsp;cm a Como e a 150&nbsp;cm a Trento.
 
Sulle regioni centro-meridionali furono invece le abbondanti piogge, anche a carattere temporalesco, a caratterizzare lo scenario meteorologico, monitorato continuamente dagli esperti per il rischio alluvioni, amplificato dallo scioglimento delle nevi precedentemente accumulate.
 
== L'eccezionalità del periodo di freddo ==
L'eccezionalità del gennaio 1985 può essere evidenziata sia nei valori minimi di temperatura raggiunti che, per molte località, sono i primati storici, sia per le nevicate che hanno interessato zone dove tali eventi sono più unici che rari.
 
Nel centro-sud, le nevicate in pianura e lungo le fasce costiere interessano solitamente il versante adriatico e il sud peninsulare durante la discesa di aria fredda da nord-est, mentre il versante tirrenico centro-settentrionale rimane riparato dallo spartiacque [[appennini]]co che lascia il cielo sereno o poco nuvoloso con venti sostenuti di [[tramontana]] o [[grecale]].
 
Per assistere alle nevicate in pianura sul versante occidentale, deve verificarsi una situazione eccezionale come quella del gennaio 1985, con l'aria calda proveniente da ovest o da sud che scorre sopra la preesistente aria gelida al suolo (''cuscino freddo''). In queste condizioni, le temperature si mantengono prossime allo zero sia al livello del mare dove tende a scendere l'aria gelida, che alle quote superiori dove l'aria calda fa risalire le temperature che altrimenti sarebbero di gran lunga inferiori. Questa situazione, grazie anche all'umidità del Mediterraneo, determina nevicate intense a tutte le quote, pianure comprese.
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1511|titolo=E venne il grande gelo: dettagliata cronaca del gennaio 1985|accesso=19 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070515182615/http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1511|dataarchivio=15 maggio 2007|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=pMQG3P06S5k&feature=related|titolo=Previsioni meteorologiche e servizi dei telegiornali sul gennaio 1985}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=3mEY7O5A40c&feature=related|titolo=Immagini del satellite Meteosat dal 1° al 17 gennaio 1985}}
* {{cita web | 1 = http://www.meteo.it/Meteorologia-Neve/Il-freddo-in-Italia-le-nevicate-del-1956-e-1985/content/it/1-707-305332-57769 | 2 = Una pagina su Meteo.it | accesso = 7 gennaio 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121017053458/http://www.meteo.it/Meteorologia-Neve/Il-freddo-in-Italia-le-nevicate-del-1956-e-1985/content/it/1-707-305332-57769 | dataarchivio = 17 ottobre 2012 | urlmorto = sì }}
 
{{Portale|meteorologia}}
 
[[Categoria:Clima in Italia|Ondata di freddo 198501]]
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