Elisabetta I d'Inghilterra e Virgilio Malvezzi: differenze tra le pagine

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{{Infobox militare
{{Monarca
|Nome = Virgilio Malvezzi
| nome = Elisabetta I
| immagine Immagine = Elizabeth1EnglandVirgilio_Malvezzi.jpg
|Didascalia =
| legenda = ''Elisabetta I con l'ermellino''. Olio su tela attribuito a William Segar, 1585
|Soprannome =
| titolo = [[Sovrani del Regno Unito|Regina d'Inghilterra e d'Irlanda]]
|Data_di_nascita = 8 settembre 1595
| stemma = Coat of Arms of England (1558-1603).svg
|Nato_a = [[Bologna]]
| regno = 17 novembre [[1558]] –<br />24 marzo [[1603]]
|Data_di_morte = 11 agosto 1654
| incoronazione= 15 gennaio [[1559]]
|Morto_a = [[Castel Guelfo di Bologna]]
| predecessore = [[Maria I d'Inghilterra|Maria I]]
|Cause_della_morte =
| successore = [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Basilica di San Giacomo Maggiore]], [[Bologna]]
| nome completo= ''Elizabeth Tudor''
| trattamentoReligione = [[Sua Maestà|MaestàCattolicesimo]]
|Nazione_servita = [[Spagna]]
| data di nascita = 7 settembre [[1533]]
|Forza_armata =
| luogo di nascita= [[Palace of Placentia]], [[Greenwich]]
|Arma =
| data di morte = 24 marzo [[1603]]
|Corpo =
| luogo di morte = [[Richmond Palace]], [[Richmond upon Thames|Richmond]], [[Londra]]
|Specialità =
| luogo di sepoltura = [[Abbazia di Westminster]], [[Londra]]
|Unità =
| casa reale = [[Casato dei Tudor|Tudor]]
|Reparto =
| padre = [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]
|Anni_di_servizio =
| madre = [[Anna Bolena]]
|Grado =
| religione = [[Anglicanesimo|Anglicana]]
|Ferite =
| firma = Autograph of Elizabeth I of England.svg
|Comandanti = [[Gómez Suárez de Figueroa y Córdoba]]
|}}
|Guerre =
|Campagne =
|Battaglie = Presa di Acqui, Assedio di Verrua
|Comandante_di =
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = [[Storico]], [[scrittore]]
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Elisabetta IVirgilio
|Cognome = TudorMalvezzi
|Sesso = M
|ForzaOrdinamento = Elisabetta 01 d'Inghilterra
|LuogoNascita = Bologna
|Sesso = F
|GiornoMeseNascita = 8 settembre
|LuogoNascita = Greenwich
|AnnoNascita = 1595
|GiornoMeseNascita = 7 settembre
|LuogoMorte = Castel Guelfo di Bologna
|AnnoNascita = 1533
|GiornoMeseMorte = 11 agosto
|LuogoMorte = Richmond upon Thames
|AnnoMorte = 1654
|GiornoMeseMorte = 24 marzo
|AnnoMorteEpoca = 16031600
|Attività = scrittore
|Attività2 = militare
|Nazionalità =
|Attività3 = politico
|Categorie = no
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stata [[Regno d'Inghilterra|regina d'Inghilterra]] e d'[[Regno d'Irlanda|Irlanda]] dal 17 novembre [[1558]] fino alla sua morte
}}
 
==Biografia==
Figlia di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e di [[Anna Bolena]], e talvolta chiamata "regina vergine", "Gloriana" o "la buona regina Bess", Elisabetta fu la quinta e ultima monarca della [[dinastia Tudor]]; liberata dalla prigionia alla quale era stata sottoposta nel [[1558]] per evitare che prendesse il potere, succedette nello stesso anno alla [[sorellastra]] [[Maria I d'Inghilterra]], morta senza eredi. Il suo regno fu lungo e segnato da molti avvenimenti importanti. La sua politica di pieno sostegno alla [[Anglicanesimo|Chiesa d'Inghilterra]], dopo i tentativi di restaurazione cattolica da parte di Maria Tudor, provocò forti tensioni religiose nel regno e vi furono parecchi tentativi di congiure contro di lei, in cui fu coinvolta anche la cugina [[Maria Stuarda]], che ella fece giustiziare dopo averla confinata per molti anni.
[[File:Coa fam ITA malvezzi2.jpg|thumb|upright=0.5|Stemma della [[Malvezzi (famiglia)|famiglia Malvezzi]]]]
Figlio di Piriteo, barone di Taranta, e della sua seconda moglie, Beatrice Orsini, nel 1613 ottenne il dottorato ''[[in utroque iure]]'' all'[[Università di Bologna]] e poi si recò a Siena, dove il padre prestava servizio come governatore al servizio di [[Cosimo II de' Medici]]. A Siena divenne amico intimo dell'umanista [[Papa Alessandro VII|Fabio Chigi]], il futuro papa Alessandro VII. A contatto con gli ambienti culturali senesi<ref>A Siena Malvezzi si dedicò allo studio dei classici: « oltre a Tacito, soprattutto Seneca, il cui studio il M. approfondì grazie a un'altra conoscenza senese, Ettore Nini, e Plutarco » (Clizia Carminati, voce su Virgilio Malvezzi nel {{Cita|DBI}})</ref>, nel 1622 pubblicò la sua prima opera, i ''Discorsi sopra Cornelio Tacito'' dedicati al [[Sovrani di Toscana|Granduca di Toscana]]. Nel 1625 partì per militare sotto il comando del [[Gómez Suárez de Figueroa y Córdoba|duca di Feria]], [[governatore di Milano]], ma a causa di problemi di salute - era debole, mangiava poco e soffriva di frequenti capogiri<ref>{{Cita|Elliott (1990)|p. 559}}</ref> - dopo un solo anno abbandonò la carriera militare per fare ritorno a Bologna.
 
Alla morte del padre, nell'ottobre del 1627, ereditò insieme al fratello Marco Antonio i suoi titoli e il feudo di Castel Guelfo, dove si dedicò allo studio delle opere di [[Tito Livio]] senza perdere il contatto con i circoli intellettuali bolognesi. Strinse amicizia con importanti [[Pittore|pittori]] bolognesi, come [[Alessandro Tiarini]] e [[Guido Reni]], che fu poi autore dei [[Frontespizio|frontespizi]] delle sue opere maggiori e di un suo ritratto.<ref>{{Cita libro|autore= Silvia Bulletta|titolo= Virgilio Malvezzi e la storiografia classica|anno=1995|editore= Istituto di propaganda libraria|p= 22|citazione= L'amore per la pittura spinse il Malvezzi a stringere amicizia con i più illustri pittori bolognesi del tempo, in particolare con Guido Reni, il quale disegnò «tutti li frontespizi per le opre sue famose», affidandone l'esecuzione alla bottega dei [[Bartolomeo Coriolano|Coriolani]]. Dall'epistolario dello scrittore si evince che il Reni dovette ritrarre il Malvezzi stesso.|ISBN= 978-88-7836-410-3}}</ref><ref>{{Cita web|url= http://www.italianisti.it/upload/userfiles/files/2_Ripari%20%28Giunta_Campana%29.pdf|titolo= Virgilio Malvezzi (1595-1653) tra letteratura, politica e pittura|accesso=10 marzo 2019|data=|autore=Edoardo Ripari}}</ref> Iniziò anche un rapporto epistolare con Juan Antonio de Vera y Figueroa, ambasciatore di Spagna a Venezia, che gli fornì l'aiuto necessario per la stesura del ''Ritratto del privato politico christiano''.
Coinvolta a più riprese nei conflitti religiosi della sua epoca, uscì vittoriosa dalla [[Guerra anglo-spagnola (1585-1604)|guerra contro la Spagna]]; sempre durante il suo regno furono poste le basi della futura potenza commerciale e marittima della nazione ed ebbe inizio la colonizzazione dell'America settentrionale.<ref>Erickson, p.41</ref> La sua epoca, denominata ''[[età elisabettiana]]'', fu anche un periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale: [[William Shakespeare]], [[Christopher Marlowe]], [[Ben Jonson]], [[Edmund Spenser]], [[Francesco Bacone|Francis Bacon]] sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno.
 
Il successo editoriale del ''Ritratto'', immediatamente tradotto in spagnolo da Francisco de Balboa y Paz con il titolo ''Retrato del privado Christiano Político deducido de las acciones del Conde Duque'' (Napoli, 1635), garantì al Malvezzi la protezione del [[Gaspar de Guzmán y Pimentel|Conte di Olivares]], e gli aprì le porte della Corte di Madrid, dove si recò nel luglio 1636. A Madrid Olivares gli commissionò una storia della Spagna dal Regno di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]], che Malvezzi iniziò a scrivere in [[Lingua spagnola|castigliano]], lasciandola tuttavia incompiuta per far fronte ai nuovi incarichi che gli furono affidati.
Il nome della prima colonia inglese in America, la [[Virginia]], fu scelto in onore alla "regina vergine".<ref>[[Adriano Prosperi]] e [[Paolo Viola]], ''Dalla Rivoluzione inglese alla Rivoluzione francese'', Einaudi, Torino, 2000, ISBN 978-88-06-15509-4, p. 5.</ref>
 
[[File:Arolsen Klebeband 01 055.jpg|thumb|left|Filippo IV di Spagna]]
== Biografia ==
Nel 1639 diede alle stampe ''La libra'', analisi delle vittorie e delle sconfitte della Spagna durante il «felice regno di Filippo IV il Grande», con un bilancio decisamente favorevole alle armi spagnole nel confronto con la Francia e ad Olivares come grande architetto dei suoi successi militari, primo fra tutti la vittoriosa difesa di [[Hondarribia|Fuenterrabìa]] assediata dall'esercito francese.<ref>{{Cita|Elliott (1990)|p. 528}}</ref> La stessa intenzione propagandistica e polemica hanno i ''Sucesos principales de la monarquia de España en el año 1639'', pubblicati in spagnolo a Madrid, nel 1640, e in italiano un anno dopo, ad [[Anversa]].<ref>{{Cita|Elliott (1990)|p. 537}}</ref>
=== Infanzia e giovinezza ===
[[File:El bieta I lat 13.jpg|thumb|left|Elisabetta a tredici anni.]]
 
I suoi servizi alla monarchia spagnola vennero ricompensati nel 1640 con un seggio nel Consiglio di Stato e Guerra di Filippo IV e la nomina ad ambasciatore straordinario a [[Londra]]<ref>{{Cita libro|autore=[[Benedetto Croce]]|titolo=Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento|anno=1931|editore=[[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli]]|p=98}}</ref>, affiancato dall'ambasciatore ordinario, Alonso Cárdenas, con l'incarico di concludere un'alleanza con [[Carlo I d'Inghilterra]] contro le [[Repubblica delle Sette Province Unite|Province Unite]] dopo la sconfitta inflitta inflitta dalla [[Koninklijke Marine|Marina Olandese]] all'[[Armada Española]] nella [[Battaglia delle Dune (1639)|battaglia delle Dune]], avvenuta in acque territoriali inglesi, violando la neutralità dell'Inghilterra. Malvezzi doveva anche entrare in contatto con gli esuli francesi, che la Spagna si offriva di sostenere. La missione si concluse con un fallimento, a causa delle eccessive richieste inglesi e delle difficoltà economiche che la Spagna stava attraversando, e Malvezzi fu inviato nelle [[Fiandre]] come consigliere di [[Ferdinando d'Asburgo (1609-1641)|Ferdinando d'Asburgo]].<ref>{{Cita|Elliott (1990)|pp. 558-561}}</ref>
Elisabetta fu l'unica figlia sopravvissuta di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] e della sua seconda moglie, [[Anna Bolena]], con la quale il sovrano si era segretamente sposato tra la fine del [[1532]] e l'inizio del [[1533]]. Nacque nel [[palazzo di Placentia]] a [[Greenwich]], il 7 settembre 1533 e venne battezzata tre giorni dopo con il nome delle nonne [[Elisabetta di York]] ed [[Elisabetta Howard]]. Enrico VIII avrebbe desiderato un maschio per assicurare la successione, ma dato che [[Maria I d'Inghilterra|Maria]] era stata dichiarata illegittima con l'annullamento del matrimonio dei genitori, Elisabetta era, all'epoca, l'erede presunta. Dopo la nascita di Elisabetta, Anna Bolena rimase incinta almeno altre due o forse tre volte, ma tutte le gravidanze si conclusero con aborti spontanei o bambini nati morti.
Dopo l'ultimo aborto, nel gennaio [[1536]] Anna Bolena cadde definitivamente in disgrazia; accusata di [[stregoneria]], [[alto tradimento]], [[incesto]] con il proprio fratello [[George Boleyn]] e di adulterio con numerosi cortigiani, il 2 maggio venne rinchiusa nella [[torre di Londra]] e il 19 maggio fu decapitata; il giorno successivo Enrico si fidanzò con [[Jane Seymour]], che era stata dama di compagnia di Anna Bolena e di [[Caterina d'Aragona]]<ref>Erickson, p.14</ref>
 
Dopo la morte di Ferdinando nel novembre del 1641 Malvezzi rimase in carica sotto il nuovo governatore [[Francisco del Melo]], ma dopo la caduta in disgrazia di Olivares gli fu ordinato di tornare in Spagna e nel 1645, dopo aver rinunciato per motivi di salute a una nuova missione diplomatica presso il [[duca di Baviera]], fu autorizzato a tornare a Bologna, dove fu nominato Senatore e Gonfaloniere di Giustizia. Fu eletto principe dell'Accademia dei Gelati, con il nome di ''Esposto''.
Elisabetta, che allora aveva tre anni, fu dichiarata illegittima, perse il titolo di principessa e fu cresciuta in esilio nel palazzo di [[Hatfield (Hertfordshire)|Hatfield]] con la sorellastra Maria, fino a che [[Jane Seymour]] non diede alla luce un figlio maschio, [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo]], morendo pochi giorni dopo di [[febbre puerperale]]. In seguito alle poco fortunate nozze del re con [[Anna di Clèves]], nobildonna tedesca, avvenute nel [[1540]], Elisabetta fu ammessa a corte e allacciò con la matrigna un'amicizia che durò fino alla morte di questa nel luglio [[1557]].
In seguito, la sesta moglie di Enrico, [[Caterina Parr]], riconciliò il re con la figlia che, assieme alla sorellastra Maria, fu reinserita nella linea di successione dopo il principe [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo]], con l'[[atto di successione]] del [[1544]].
Grazie a Caterina Parr, Elisabetta ricevette un'educazione in un ambiente rigidamente protestante, sotto la guida dell'insegnante umanista [[Roger Ascham]], studiando latino, greco, francese, italiano<ref>«''Se testimonianze della sua perfetta padronanza del latino, greco e francese non mancano, sino ad ora erano però pochissime le testimonianze di una conoscenza realmente approfondita dell’italiano, in particolare a livello scritto.''» Trenta lettere dell'epistolario di Elisabetta, alcune olografe, «''Ci restituiscono una Elisabetta che usava la nostra lingua con straordinaria abilità, oltre che con gusto per il gioco retorico e per le citazioni erudite da Petrarca e Tasso''». I destinatari sono importanti personaggi dell'epoca quali [[Ferdinando I de' Medici]], [[Antonio, priore di Crato]], pretendente al trono del Portogallo, [[Wanli]], Imperatore della Cina, il [[Doge]] di Venezia per i reciproci interessi commerciali e lettere scritte di sua mano ad [[Alessandro Farnese]], Principe e Duca di Parma (capo delle truppe spagnole nei Paesi Bassi).(In Carlo Maria Bajetta, docente di letteratura inglese dell’Università della Valle d’Aosta, autore del libro ''Elizabeth I’s Italian Letters'', per i tipi di Palgrave Macmillan, New York, 2017 )</ref>. Elisabetta era eccezionalmente intelligente e oltre a essere molto colta aveva una memoria prodigiosa.
 
A Bologna non perse i contatti con la Spagna, come dimostrano, tra le altre cose, le lettere che Malvezzi ricevette da [[Diego Velázquez|Velázquez]], che aveva avuto occasione di incontrare a Madrid, nelle quali il pittore sivigliano gli parlava di [[Pietro da Cortona]] e della possibilità, suggerita da Malvezzi e infine scartata, di chiamarlo in Spagna per lavorare agli affreschi del [[Real Alcázar di Madrid]], che furono infine realizzati dai bolognesi [[Angelo Michele Colonna]] e [[Agostino Mitelli]].
{{Casato dei Tudor}}
 
Malvezzi morì a Castel Guelfo l'11 agosto 1654.
La prima governante di Elisabetta fu lady Bryan, che poco dopo fu sostituita da Katherine Champernowne, la quale strinse un profondo legame con Elisabetta e rimase per tutta la vita sua intima confidente. Un altro personaggio importante nei primi anni di Elisabetta fu [[Matthew Parker]], il sacerdote prediletto di Anna Bolena, che, prima di morire, gli aveva raccomandato di vegliare sulla salute spirituale della figlia; dopo l'ascesa di Elisabetta al trono, Parker divenne il primo [[arcivescovo di Canterbury]].<ref>Fraser, p.55</ref> Enrico VIII morì nel [[1547]] e gli succedette [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo VI]]. Caterina Parr sposò Thomas Seymour, zio di Edoardo, e tenne Elisabetta con sé e finché Edoardo VI visse, la situazione di Elisabetta rimase sicura.
 
==Opere==
Nel [[1553]] Edoardo, non ancora sedicenne, di salute sempre più cagionevole, morì probabilmente di [[vaiolo]], lasciando un testamento che annullava le volontà del genitore e dichiarava sua erede lady [[Jane Grey]], che ascese al trono, ma fu deposta meno di due settimane dopo. Resa forte dal sostegno popolare, Maria d'Inghilterra entrò trionfalmente a Londra con la sorellastra al fianco ma il suo matrimonio con [[Filippo II di Spagna|Filippo di Spagna]] risultò molto sgradito ai sudditi protestanti, tanto che ella, temendo di poter essere deposta e sostituita dalla sorella Elisabetta, la fece imprigionare nella [[Torre di Londra]] anche a seguito della fallita ribellione guidata da Thomas Wyatt un giovane un protestante che si opponeva al giogo cattolico e ai relativi roghi, promossi da Maria e Filippo. Gli spagnoli chiesero l'esecuzione di Elisabetta, ma pochi inglesi desideravano mettere a morte un membro della popolare dinastia Tudor e anche i tentativi di rimuoverla dalla successione fallirono a causa dell'opposizione del [[Parlamento inglese|Parlamento]] <ref>Kotnik, p.57</ref> e inoltre Maria I non firmò mai il documento dell'esecuzione.
{{quote|Il gusto poi che si riceve dal modo di Tacito consiste prima nello stile laconico, il quale tanto più piace dello [[Asianesimo|asiatico]] quanto il vino puro dell'inacquato. Secondo, è di gran sodisfazione il non perder tempo a legger molte righe nelle quali non sia qualche insegnamento. Terzo, l'oscurità sua dà grandissimo gusto a chiunque, affaticandosi, ne trova il vero senso, giudicandolo parto del proprio intelletto; il quale, ricevendo occasione da quelle sentenze d'uscir fuori della cosa che legge ed uscendo senza ingannarsi, riceve quel godimento che trar sogliono gli uditori delle metafore per consentimento di chi ne ha scritto.|Virgilio Malvezzi, Venezia, ''Discorsi sopra Cornelio Tacito'', Presso Marco Ginammi, 1635, introduzione.}}
 
Notevole storico e [[moralista]], dallo stile preciso e profondo nella sua concisione, Malvezzi è da considerare uno dei maggiori "[[Lucio Anneo Seneca|senechisti]]" del Seicento.<ref>{{Treccani}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Natalino Sapegno]]|titolo=Compendio di storia della letteratura italiana|volume= 2|anno=1974|editore=[[La Nuova Italia]]|p=74|citazione=Assai più sostanziosa e ricca d'anima, pur nella sua preziosità formale, è la prosa del primo e maggiore fra i nostri « senechisti », il bolognese Virgilio Malvezzi (1595-1654), che piacque al Graciàn, e influì per i modi stilistici su di lui e sul Quevedo e in genere sullo svolgersi in Ispagna del «cultismo» e del «concettismo».|ISBN=88-221-0500-1}}</ref> Scrisse in italiano e spagnolo, e fu presto tradotto in latino, spagnolo, tedesco, olandese e inglese.<ref>{{Cita libro|autore=Howard D. Weinbrot|titolo=Augustus Caesar in Augustan England: The Decline of a Classical Norm|anno=2015|editore=[[Princeton University Press]]|lingua=en|pp=42 e sgg.|url=https://books.google.it/books?id=u6F9BgAAQBAJ&pg=PA42&dq=virgilio+malvezzi&f=false#v=onepage&q=virgilio%20malvezzi&f=false|ISBN=978-0-691-06344-7}}</ref><ref name="y"/>
Dopo due mesi nella Torre, a Elisabetta furono concessi gli arresti al castello di Woodstock (il [[Blenheim Palace]], a [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]] nello [[Oxfordshire]]), sotto la custodia di sir Henry Bedingfield; alla fine dell'anno, quando Maria si riteneva in attesa di un figlio,<ref>{{cita web|url=http://www.historyextra.com/article/sex-and-love/mary-i%E2%80%99s-phantom-pregnancy|titolo=Mary I’s phantom pregnancy|autore=Emma Mason|data=12 maggio 2015|accesso=9 settembre 2016}}</ref> Elisabetta poté tornare a corte con l'assenso di Filippo, che, preoccupato che la moglie potesse morire di parto, preferiva che la corona inglese passasse a lei piuttosto che a [[Maria Stuarda]], regina di Scozia.
 
Con i ''Discorsi sopra Cornelio Tacito '' (1622), opera "dall'elegante laconismo"<ref>George Alexander Kennedy, ''The Cambridge History of Literary Criticism'', vol. III, 1989, p. 357.</ref><ref>Jon R. Snyder, ''Mare Magnum: the arts in the early modern age'', p. 162, in John A. Marino, editor, Early modern Italy, 2002.</ref> inaugurò quello stile spezzato e aforistico che avrebbe caratterizzato tutta la sua produzione successiva.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Silvia Bulletta|titolo= Etica, retorica e 'dramma' politico nelle storie romane di Virgilio Malvezzi |pubblicazione=Studi Secenteschi|città=[[Firenze]]|editore=[[Leo S. Olschki]]|numero=36|anno=1995|p=5|citazione=Senechismo, tacitismo, magistero aristotelico e pensiero moderno sono i grandi poli fra i quali si muove la prosa del Malvezzi, che, a partire dal ''Romulo'', diviene modello di stile laconico, ossia di quella maniera spezzata che si era imposta in alternativa all'ortodossia ciceroniana.}}</ref> [[John Milton]], che corredò di ampie postille la sua copia dei ''Discorsi'' nella traduzione inglese di sir [[Richard Baker]], si riferì a Malvezzi come a "colui che è capace di ridurre [[Tacito]] in mille pezzi" (''Malvezzi that can cut Tacitus into slivers and steaks'').<ref>John Milton, ''Of Reformation in England'', Book II. Cfr. J. Milton, ''Marginalia on Virgilio Malvezzi'', in ''The Works of John Milton'', edited by Th. O Mabbot and J. Milton French, New York, Columbia University Press, 1938, vol. XVIII, pp. 346, 493-500, 574, 640. Si veda altresì J. Milton French, ''The life records of John Milton'', Gordian Press, 1966, vol. II, p. 52.</ref>
Tale preferenza, da parte del cattolicissimo Filippo, nasceva da motivi strettamente politici: sebbene la giovane Stuarda fosse cresciuta alla corte francese, era promessa al delfino, il futuro Francesco II, e una sua ascesa al trono d'Inghilterra avrebbe portato le isole britanniche interamente nella sfera d'influenza della Francia, con la quale la Spagna era in guerra dall'inizio del secolo (la [[pace di Cateau-Cambrésis]] sarebbe stata firmata solo nel [[1559]]). Per tutta la durata del suo regno Maria continuò a perseguitare i protestanti, guadagnandosi il soprannome di "Maria la Sanguinaria", e tentò di convertire Elisabetta, che si finse cattolica, ma mantenne il suo credo protestante.<ref>Fraser, p-180</ref>
 
Notevoli ''Il ritratto del privato politico christiano'' (1635), biografia del [[Gaspar de Guzmán y Pimentel|conte-duca di Olivares]], e soprattutto le biografie moralizzate di personaggi della storia antica: il ''Romulo'' (1629), il ''David perseguitato'' (1634), il ''Tarquinio il Superbo'' (1634) e le ''Considerationi con occasione d'alcuni luoghi delle vite d'Alcibiade, e di Coriolano'' (1648), parte del progetto mai realizzato di discutere le ''[[Vite parallele|Vite]]'' di [[Plutarco]].<ref>Nel Preambolo «Al Lettore» alle ''Considerationi con occasione d'alcuni luoghi delle vite d'Alcibiade, e di Coriolano'' Malvezzi riferisce di avere "discorso sopra otto di quelle ''Vite'' che ha scritto Plutarco d'huomini segnalati.", ma le altre vite risultano oggi perdute.</ref> « La riflessione etico-politica che correda le vite malvezziane è un interessante tentativo di coniugare l'eredità classica con le acquisizioni del pensiero del [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] e del [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]], sotto l'influsso della rinascita stoica cristiana promossa a livello europeo da [[Giusto Lipsio]], il grande studioso di Seneca e Tacito. »<ref>{{cita pubblicazione|autore=Silvia Bulletta|titolo= Etica, retorica e 'dramma' politico nelle storie romane di Virgilio Malvezzi|pubblicazione=Studi Secenteschi|città=[[Firenze]]|editore=[[Leo S. Olschki]]|numero=36|anno=1995|pp=4-5}}</ref>
=== Primi anni di regno ===
[[File:Elizabeth I in coronation robes.jpg|thumb|La regina Elisabetta nel giorno della sua incoronazione. Il ritratto è del primo decennio del [[XVII secolo]] ed è una copia dell'originale del [[1559]], andato perduto.]]
[[File:Elizabeth I Halfgroat.jpg|thumb|Mezzo groat con l'effigie della regina]]
 
Malvezzi scrisse anche opere di storia contemporanea, come i ''Successi principali della monarchia di Spagna nell'anno 1639'' (1641), già pubblicato nel 1640 in lingua spagnola, e ''Introduttione al racconto de' principali successi accaduti sotto il comando del potentissimo re Filippo IV'' (1651).
Il 17 novembre [[1558]], alla morte di Maria per un tumore, Elisabetta ascese al trono. Elisabetta fu incoronata il 15 gennaio [[1559]]. All'epoca non c'era un [[arcivescovo di Canterbury]]. Dal momento che i vescovi più anziani rifiutarono di partecipare alla cerimonia (perché illegittima secondo il diritto canonico, e perché protestante) fu il vescovo di Carlisle, una figura poco importante, a incoronarla, mentre la comunione fu celebrata non dal vescovo, ma dal cappellano personale della regina, per evitare di celebrare con il rito cattolico. L'incoronazione di Elisabetta fu l'ultima ad avvenire con il rituale latino: le successive incoronazioni si svolgeranno secondo il rito di lingua inglese. Più tardi Elisabetta persuase il cappellano della madre, Matthew Parker, a diventare il primo arcivescovo anglicano di Canterbury. Egli accettò solo per lealtà alla memoria di [[Anna Bolena]], dato che trovava spesso difficile trattare con Elisabetta.
 
Malvezzi «godette non poca reputazione, che non fu già quella vana e fittizia degli elogi iperbolici allora assai comuni, ma la reputazione presso gl'intendenti, i quali in lui salutarono un moralista e stilista che rinnovava ed emulava Seneca, e il maggiore, se non il primo per tempo, dei «senechisti» italiani.»<ref>{{cita|B. Croce, S. Caramella (1930)|p. 310}}</ref> Le sue opere furono lette e ammirate da scrittori come [[Baltasar Gracián]]<ref>{{Cita libro|autore= Baltasar Gracián y Morales|titolo= Agudeza y arte de ingenio|anno=1947|editore= Espasa Calpe Austral|lingua=es|p=331|citazione= En otro género, el Rómulo y Tarquino, del marqués Virgilio Malvezzi, en la profundidad, en la concisión, en la sentencia, deja otros muchos poemas, y de quien se puede decir con verdad, que nihil molitur inepte, pues no tiene palabra que no encierre un alma; todo es viveza y espíritu.}} Cfr. anche B. Gracián, ''L'acutezza e l'arte dell'ingegno'', trad. it. G. Poggi, Palermo, Aesthetica, 1986, pp. 365-366.</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Andrea Battistini]]|titolo=Vico tra antichi e moderni|anno=2004|editore=[[Il Mulino]]|p=109|citazione=Nelle sue ''Considerazioni d'alcuni luoghi delle vite d'Alcibiade e Coriolano'' edite nel 1648 Malvezzi mette a frutto le sue ardite competenze letterarie che ne fanno il capofila dello stile laconico, e al tempo stesso la sua esperienza politica svolta ai massimi livelli europei, da cui trae materia per i suoi densi aforismi ispirati alla prudenza della ragion di stato, meritandosi tutto l'apprezzamento di Graciàn, entusiasta per il «mixto admirado» che scaturisce dalla congiunzione del «estilo sentencioso de los filósofos con el critico de los historiadores»|isbn=978-8815101969}}</ref>, [[Francisco de Quevedo]] (che nel 1632 tradusse in spagnolo il ''Romulo'')<ref>{{Cita web|url= http://www.biblioteca.org.ar/libros/140895.pdf|titolo= Quevedo lector de Malvezzi|accesso=6 marzo 2019|data=2008|pubblicazione=Alicante : Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes|autore= Mercedes Blanco}} Carmen Isasi ha recentemente curato un'edizione critica della traduzione Quevediana del ''Romulo'' (Francisco de Quevedo, ''El Rómulo de Virgilio Malvezzi'', a cura di C. Isasi Martínez, Bilbao: Universidad de Deusto, 1993), e uno studio linguistico-stilistico molto rigoroso de "Il Romulo" di Malvezzi nella traduzione di Quevedo.</ref>, Charles de Vion d'Alibray (che tradusse in francese il ''Romulo'' e il ''Tarquinio'')<ref name="y">{{Cita web|url=http://www.bibliomanie.it/virgilio_malvezzi_bologna_europa_edoardo_ripari.htm|titolo=Virgilio Malvezzi da Bologna all'Europa|autore=Edoardo Ripari|data=|accesso=6 marzo 2019}}</ref>, [[Nicolas Caussin]]<ref name="y"/> e [[Diego de Saavedra Fajardo]].<ref>{{Cita|Maravall (1986)|pp. 424-425}}.</ref> [[Benedetto Croce]] inserisce Malvezzi tra i grandi [[Moralista|moralisti]] del seicento (cfr. B. Croce e [[Santino Caramella|S. Caramella]] (a cura di), ''Politici e moralisti del Seicento. Strada-Zuccolo-Settala-Accetto-Brignole Sale-Malvezzi'', Bari 1930, pp. 255 sgg.).»<ref>{{Cita libro|autore=AA. VV.|titolo=Letteratura italiana: Le questioni|anno=2015|editore=[[Giulio Einaudi Editore]]|curatore=[[Alberto Asor Rosa]]|p=861|ISBN=9788806551865|anno=1986}}</ref>
Una delle più importanti preoccupazioni dei primi anni di regno di Elisabetta fu la religione: la giovane si appoggiò a [[William Cecil, I barone Burghley|William Cecil]] per consigli in materia. L'[[Atto di uniformità del 1559]], rese obbligatorio l'uso del "''[[Book of Common Prayer]]''" per i servizi religiosi, ovvero una sintesi fra tradizione cattolica e innovazioni protestanti pensata per garantire da una parte l'uniformità religiosa e dall'altra un'ampia tolleranza di fedi. Il controllo papale sulla Chiesa d'Inghilterra, ripristinato da Maria, fu definitivamente abolito da Elisabetta. La regina assunse il titolo di "Supremo Governatore della Chiesa d'Inghilterra", piuttosto che di "Capo Supremo", prevalentemente perché diversi vescovi e molti membri della comunità ritenevano che una donna non potesse essere il capo della Chiesa.
 
== Note ==
L'[[Atto di Supremazia]] (in realtà il secondo, dopo quello del padre), sempre del 1559, prescrisse inoltre che i pubblici ufficiali prestassero giuramento riconoscendo il controllo del sovrano sopra la Chiesa pena severe punizioni.<ref>Erikson, p.40</ref> Molti vescovi opposero resistenza alla politica religiosa elisabettiana e furono rimossi dai loro uffici e rimpiazzati da nuovi incaricati che si sarebbero sottomessi alla supremazia della regina. Ella nominò inoltre un [[Consiglio privato]] interamente nuovo, rimuovendone molti cattolici. Sotto Elisabetta le lotte di fazioni nel Consiglio e i conflitti a corte diminuirono grandemente.
<references />
 
==Opere principali==
I più importanti consiglieri di Elisabetta furono William Cecil, Segretario di Stato, e [[Nicholas Bacon]], il [[Lord del sigillo privato|Lord Guardasigilli]]. Elisabetta ridusse anche l'influenza spagnola sull'Inghilterra. Sebbene Filippo II l'avesse aiutata ponendo fine alle [[Guerre Italiane]] con la [[pace di Cateau Cambrésis]], Elisabetta rimase indipendente nella sua diplomazia e respinse la proposta di matrimonio del cognato. Adottò il principio dell'"Inghilterra per l'Inghilterra", principio di cui il suo altro regno, l'[[Irlanda]], non beneficiò mai. L'imposizione dei costumi inglesi e le politiche religiose della regina furono ampiamente impopolari tra gli irlandesi.
 
* {{Cita libro|editore= Marco Ginami
=== Guerra con la Francia e la Scozia ===
|cognome= Malvezzi
[[File:MaryStuartbyClouet.jpg|thumb|left|Maria Stuarda, regina di Scozia e cugina in secondo grado di Elisabetta. Ritratto di [[François Clouet]].]]
|nome= Virgilio
La regina trovò una pericolosa rivale nella cugina, la cattolica [[Maria Stuart]], regina di Scozia e moglie del re di Francia [[Francesco II di Francia|Francesco II]], la quale aveva un carattere impulsivo in antitesi con la prudenza tipica della cugina Elisabetta. Nel 1559 Maria si era proclamata regina d'Inghilterra avvalendosi della controversa legittimità di Elisabetta (che era illegittima per le norme cattoliche, in quanto il matrimonio di Enrico VIII con [[Caterina d'Aragona]] non aveva mai ottenuto l'annullamento papale, ma non lo era per le leggi della Chiesa d'Inghilterra, che invece lo aveva annullato), con il supporto dei francesi, previsto dagli accordi nuziali tra Maria e Francesco II.
|titolo= Discorsi sopra Cornelio Tacito del conte Virgilio Maluezzi. Al serenissimo Ferdinando II. Gran duca di Toscana
|città= Venezia
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1622
|url= https://books.google.it/books?id=Q19Birc4wwQC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore=
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Il Romulo del marchese Virgilio Maluezzi
|città= Bologna
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1629
|url= https://books.google.it/books?id=Z2RrTK_zC_AC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore= Giacomo Monti
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Dauide perseguitato del marchese Virgilio Maluezzi dedicato alla cattolica maesta' di Filippo IIII. il grande
|città= Bologna
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1634
|url= https://books.google.it/books?id=8IKZ_tUELuIC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore=
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Il Ritratto del Privato politico christiano
|città= Bologna
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1635
|url= https://books.google.it/books?id=OdrYK-EaDmEC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore= Imprenta Real
|lingua= es
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Sucesos principales de la monarquia de España en el año 1639
|città= Madrid
|accesso= 14 marzo 2019
|data= 1640
|url= https://books.google.it/books?id=aQtYAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore= Giacomo Monti
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Successi principali della Monarchia di Spagna nell'anno 1639
|città= Bologna
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1651
|url= https://books.google.it/books?id=jFtBAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore=
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Considerationi con occasione d'alc.i luoghi delle vite d'Alcibiade, e di Coriolano le fece il marchese Virgilio Maluezzi
|città= Bologna
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1648
|url= https://books.google.it/books?id=CFad24hwkT8C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
* {{Cita libro|editore= per gl'heredi del Corbelletti
|cognome= Malvezzi
|nome= Virgilio
|titolo= Introduttione al racconto de' principali successi accaduti sotto il comando del potentissimo re Filippo quarto
|città= Roma
|accesso= 2 marzo 2019
|data= 1651
|url= https://books.google.it/books?id=ZWhnAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
}}
 
== Edizioni moderne ==
In Scozia la madre di Maria, [[Maria di Guisa]], che aveva governato la Scozia come reggente, tentò di aumentare l'influenza francese in Gran Bretagna concedendo all'esercito francese fortificazioni in Scozia. Un gruppo di lord scozzesi (protestanti) alleati di Elisabetta deposero Maria di Guisa e, posti sotto pressione dagli Inglesi, i rappresentanti di Maria firmarono il [[Trattato di Edimburgo]], in base a cui le truppe francesi dovevano essere ritirate dalla Scozia. Sebbene Maria rifiutasse di ratificare il trattato, esso ottenne l'effetto desiderato e la minaccia francese fu allontanata dall'Inghilterra.<ref>Fraser>p. 77</ref>
* {{cita libro|cognome=Malvezzi|nome=Virgilio|titolo=Historia de los primeros años del reinado de Felipe IV|curatore=D. L. Shaw|città=London|editore=[[Boydell & Brewer]]|anno=1968|url=https://books.google.it/books?id=bYrNcgJ1NbYC&printsec=frontcover&hl|isbn=9780900411014|lingua=es}}
* {{cita libro|cognome=Malvezzi|nome=Virgilio|titolo=Il ritratto del privato politico cristiano|città=Palermo|editore=[[Sellerio]]|curatore=[[Maria Luisa Doglio]]|anno=1993|isbn=978-8838909351}}
* {{cita libro|cognome=Malvezzi|nome=Virgilio|titolo=L'Alcibiade e altre prose politiche|città=Lavis-Trento|editore=[[La Finestra editrice]]|curatore=Diego Varini|anno=2010|isbn=9788895925196}}
* {{cita libro|cognome=Malvezzi|nome=Virgilio|titolo=Opere|volume=1|città=Bologna|editore=Persiani editore|curatore=Edoardo Ripari|altri=presentazione di [[Andrea Battistini]]. Con uno scritto di Riccardo Castagnetti|anno=2013|isbn=978-8896013687}}
* {{cita libro|cognome=Malvezzi|nome=Virgilio|titolo=Opere|volume=2|città=Bologna|editore=Persiani editore|curatore=Edoardo Ripari|altri=presentazione di Francesco Sberlati|anno=2015|isbn=978-8898874118}}
 
==Bibliografia==
Dopo la morte del marito Francesco II Maria Stuarda ritornò in Scozia, mentre per la Francia cominciava il periodo delle [[Guerre di Religione]]: temendo ulteriori possibili minacce da parte francese, Elisabetta diede segretamente aiuto agli [[Ugonotti]]. Fece pace con la Francia nel [[1564]], rinunciando all'ultimo possedimento inglese in territorio francese, [[Calais]], ma non abbandonò la rivendicazione formale al trono di Francia che i monarchi inglesi mantenevano dal regno di [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]], durante la [[Guerra dei Cent'Anni]], e che fu abbandonata solo da [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]], nel 1802 col [[Trattato di Amiens (1802)|Trattato di Amiens]].
* {{cita libro|curatore1=[[Benedetto Croce]]|curatore2=[[Santino Caramella]]|titolo=Politici e moralisti del Seicento. Strada-Zuccolo-Settala-Accetto-Brignole Sale-Malvezzi|città=Bari|editore=[[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli]]|anno=1930|oclc=971190518|cid=B. Croce, S. Caramella (1930)}}
* {{cita libro|cognome=Brändli|nome=Rodolfo|titolo=Virgilio Malvezzi, politico e moralista|città=Basilea|editore=Tipografia del'USC|anno=1964|isbn=}}
* {{cita libro|cognome=Elliott|nome=John Huxtable|linkautore=John Elliott|titolo=El Conde-Duque de Olivares. El político en una época de decadencia|città=Barcelona|editore=Editorial Crítica|anno=1990|isbn=84-7423-439-5|lingua=es|cid=Elliott (1990)}}
* {{cita libro|cognome=Antón Martínez|nome=Beatriz|titolo=El tacitismo en el siglo XVII en España. El proceso de receptio|città=Valladolid|editore=Secretariado de Publicaciones de la Universidad|anno=1991|isbn=84-7762-226-4|lingua=es}}
* {{cita libro|cognome=Maravall|nome=José Antonio|titolo=La cultura del Barroco. Análisis de una estructura histórica|città=Barcelona|editore=Editorial Ariel|edizione=4|anno=1986|isbn=84-344-8339-4|cid=Maravall (1986)|lingua=es}}
* {{cita libro|cognome=Belligni|nome=Eleonora|titolo=Lo scacco della prudenza: precettistica politica ed esperienza storica in Virgilio Malvezzi|città=Firenze|editore=Olschki|anno=1999|isbn=978-8822247797}}
* {{cita libro|cognome=Cid Vázquez|nome=María Teresa|titolo=Tacitismo y razón de Estado en los comentarios políticos de Juan Alfonso de Lancina|città=Madrid|editore=Fundación Universitaria Española|anno=2002|isbn=84-7392-494-0|lingua=es}}
 
==Altri progetti==
=== Complotti e ribellioni ===
{{interprogetto}}
[[File:Queen Elizabeth I (1533-1603) by Steven van der Meulen (FL.1543-1568).jpg|thumb|left|La regina Elisabetta in un ritratto di Steven van der Meulen, 1563. Si tratta della prima raffigurazione ufficiale della sovrana a figura intera.]]
Alla fine del [[1562]] Elisabetta aveva contratto il [[vaiolo]], ma ne era guarita, anche se la malattia le lasciò il volto deturpato. Nel [[1563]], allarmato per la malattia quasi fatale della regina, il Parlamento chiese che si sposasse o che nominasse un erede per evitare una guerra civile alla sua morte. Ella rifiutò di fare entrambe le cose e il [[Parlamento inglese|Parlamento]] non fu riunito fino a quando Elisabetta non ebbe bisogno della sua approvazione per alzare le tasse nel [[1566]]. La [[Camera dei Comuni]] minacciò di trattenere i fondi fino a quando la regina non avesse preso provvedimenti per la successione, ma Elisabetta rifiutò ancora.
 
Durante il regno di Elisabetta furono prese in considerazione diverse linee di successione. Una possibile era quella di [[Margherita Tudor]], la sorella maggiore di Enrico VIII: erede in quel caso sarebbe stata [[Maria Stuarda]]; una linea alternativa era quella di [[Maria Tudor]], la sorella minore di Enrico VIII: l'erede in tal caso sarebbe stata lady [[Catherine Grey]]; un altro possibile successore era Henry Hastings, conte di Huntingdon, che poteva invocare la sua discendenza da [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]]. Tutti e tre i possibili eredi presentavano problemi: Maria era cattolica, Catherine Grey si era sposata senza il consenso della regina e il puritano Huntingdon non voleva la corona.<ref>Orieux, p.53</ref>
 
Maria Stuarda, nel frattempo, aveva i suoi problemi in Scozia. Elisabetta aveva suggerito che, se avesse sposato il protestante [[Robert Dudley, I conte di Leicester|Robert Dudley, conte di Leicester]], un favorito della stessa Elisabetta, lei avrebbe "proceduto a considerare il suo diritto e titolo a essere la sua cugina più prossima ed erede." Maria rifiutò e sposò il cattolico [[Enrico Stuart, Lord Darnley|Henry Steward]] o Stuart, conte di Darnley, suo cugino e, in quanto nipote di Margherita Tudor, anch'egli possibile pretendente al trono inglese.
Il matrimonio però non fu felice: lui era iroso e violento al punto che si ritenne necessario ucciderlo. Difatti il 9 febbraio [[1567]] la residenza del conte andò a fuoco e lui fu strangolato mentre tentava la fuga. Non è chiaro se dietro l'assassinio ci fosse stata la stessa Maria oppure la nobiltà scozzese. In seguito Maria sposò il presunto assassino dell'ex marito, James Hepburn, conte di Bothwell, causando la sollevazione dei nobili protestanti scozzesi che esiliarono James e costrinsero lei ad abdicare in favore del figlio ancor bambino.
 
Nel [[1568]] l'ultima possibile erede inglese al trono, Catherine Grey, morì: lasciava un figlio, che era però stato dichiarato illegittimo, e una sorella, nana e gobba. Elisabetta fu di nuovo costretta a prendere in considerazione un successore scozzese, nonostante la situazione confusa del paese. Maria, che era stata imprigionata dopo la sua abdicazione, riuscì a scappare e fuggì in Inghilterra, dove fu catturata da forze inglesi. A quel punto, Elisabetta si trovò di fronte a un grave dilemma. Riconsegnarla agli scozzesi era ritenuto un gesto troppo crudele, mandarla in Francia avrebbe significato mettere nelle mani del re francese una potente arma; reinsediarla con la forza sul trono di Scozia poteva essere un gesto eroico, ma avrebbe causato un conflitto troppo aspro con gli Scozzesi; imprigionarla in Inghilterra le avrebbe permesso di partecipare a complotti contro lei stessa. Elisabetta optò per l'ultima soluzione: Maria fu tenuta confinata per diciotto anni, per lo più nel castello di Sheffield, in custodia di George Talbot, conte di Shrewsbury, e della moglie.
[[File:Darnley stage 3.jpg|thumb|destra|Elisabetta I d'Inghilterra in un ritratto anonimo, attribuito a [[Federico Zuccari]] (c. 1575).]]
 
Nel [[1569]] Elisabetta fronteggiò una grande ribellione conosciuta come la ''[[Rivolta dei papisti|Ribellione settentrionale]]'', istigata dal [[Thomas Howard, IV duca di Norfolk|duca di Norfolk]], dal conte di Westmorland e dal conte di Northumberland. [[Papa Pio V]] aiutò la ribellione cattolica scomunicando la regina e dichiarandola deposta con una [[bolla papale]] del [[1570]], la ''[[Regnans in Excelsis]]'' che però fu promulgata solo dopo che la ribellione era stata domata. Dopo la bolla però Elisabetta poteva difficilmente continuare la sua politica di tolleranza religiosa e cominciò a perseguitare i suoi nemici religiosi, provocando così per reazione varie cospirazioni cattoliche volte a rimuoverla dal trono.<ref>Kotnik, p.88</ref>
 
Elisabetta trovò un nuovo nemico nel cognato, Filippo II di Spagna. Dopo che Filippo aveva lanciato un attacco a sorpresa contro i corsari inglesi [[Francis Drake]] e [[John Hawkins (ammiraglio)|John Hawkins]] nel [[1568]], Elisabetta ordinò di attaccare le navi spagnole nel [[1569]]. Filippo, già impegnato nella ribellione delle province olandesi, non poteva sostenere lo sforzo di una guerra contro l'Inghilterra. Filippo II prese parte, sebbene con riluttanza, ad alcune cospirazioni per deporre Elisabetta. Il [[Thomas Howard, IV duca di Norfolk|duca di Norfolk]] fu coinvolto nel primo di questi complotti, il [[complotto Ridolfi]], nel [[1571]]. Dopo che la cospirazione fu scoperta e sventata, con grande spavento di Elisabetta, il duca di Norfolk fu giustiziato e Maria Stuarda perse la poca libertà che le era rimasta. La Spagna, che era rimasta in termini amichevoli con l'Inghilterra dall'epoca del matrimonio di Filippo con Maria I, cessò di essere una potenza amica.
 
Nel [[1572]] William Cecil fu innalzato alla potente posizione di [[Lord Gran Tesoriere]]; il suo posto alla Segreteria di Stato fu preso dal capo della rete di spionaggio di Elisabetta, [[Francis Walsingham]]. Sempre nel [[1572]] Elisabetta strinse un'alleanza con la [[Francia]]. Il [[Massacro di San Bartolomeo]], in cui migliaia di protestanti francesi furono uccisi, incrinò l'alleanza ma non la spezzò, ed Elisabetta cominciò negoziazioni matrimoniali prima con [[Enrico III di Francia|Enrico III]], allora duca di Anjou, e più tardi con il fratello minore, [[Francesco Ercole di Valois|Francesco, duca di Alençon]] e le trattative parevano essere giunte a conclusione, ma dopo la sua visita nel [[1581]], Francesco ritornò in Francia e morì dopo tre anni senza che il matrimonio fosse celebrato.
 
=== Conflitto con la Spagna e l'Irlanda ===
[[File:Elizabeth I (Armada Portrait).jpg|upright=1.6|thumb|Il ritratto di Elisabetta, detto ''The Armada Portrait'', fu dipinto intorno al 1588 per commemorare la disfatta dell'[[Invincibile Armata]]. Elisabetta tiene la mano sul globo, simbolo di autorità, mentre sullo sfondo è raffigurato l'evento.|alt=]]
 
Nel [[1580]] [[papa Gregorio XIII]] inviò un contingente di truppe in aiuto delle [[Ribellioni Desmond]] in Irlanda, ma il suo tentativo fallì e la ribellione stessa fu domata nel [[1583]]. Nel frattempo Filippo II annetté il [[Portogallo]] e con il trono portoghese ottenne il controllo dei mari. Dopo l'assassinio dello [[Statolder]] [[Guglielmo I d'Orange]], l'Inghilterra cominciò a parteggiare apertamente per le [[Province Unite]] d'Olanda, che si erano ribellate alla dominazione spagnola. Questo, assieme al conflitto economico con la Spagna e la pirateria inglese contro le [[Impero spagnolo|colonie spagnole]] condusse allo scoppio della [[Guerra anglo-spagnola (1585-1604)|guerra anglo-spagnola]] nel [[1585]] e all'espulsione dell'ambasciatore spagnolo nel [[1586]] per la sua partecipazione ai complotti contro Elisabetta.
 
Temendo tali cospirazioni, il Parlamento aveva approvato l'Atto di Associazione [[1584]], in base al quale chiunque fosse stato coinvolto in un complotto per uccidere il sovrano sarebbe stato escluso dalla linea di successione. Nonostante l'Atto un nuovo complotto, il [[Complotto Babington]], fu ordito contro di lei, ma sventato da [[Francis Walsingham]], che controllava la rete di spie di Elisabetta. Maria Stuarda fu accusata di complicità nel complotto e giustiziata nel [[castello di Fotheringhay]], l'8 febbraio [[1587]].<ref>Erikson, p.120</ref> Nel suo testamento Maria lasciò in eredità a Filippo la sua rivendicazione del trono inglese e Filippo cominciò a progettare un'invasione.
 
[[File:Queen Elizabeth I ('The Ditchley portrait') by Marcus Gheeraerts the Younger.jpg|thumb|Ritratto di Elisabetta, detto ''The Ditchley Portrait''<br />(c. [[1592]])|266x266px]]
 
Nell'aprile 1587 Francis Drake bruciò la flotta spagnola alla fonda nel porto di [[Cadice]], ritardando i piani del re, ma nel [[1588]] l'[[Invincibile Armata]], una grande flotta di 130 navi e 24.000 uomini (20.000 soldati e 4.000 marinai) salpò nella speranza di aiutare l'esercito spagnolo, allora in Olanda sotto il comando di [[Alessandro Farnese, duca di Parma e Piacenza|Alessandro Farnese]], ad attraversare la Manica e invadere l'Inghilterra. Elisabetta, nel grande pericolo del momento, tenne un famoso discorso alle truppe inglesi radunate a [[Tilbury]], noto come [[Il discorso alle truppe a Tilbury]]. La flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, comandata da [[Charles Howard, I conte di Nottingham]] e da [[Francis Drake]], aiutati dal maltempo. L'Armada fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità di Elisabetta. La battaglia non fu però decisiva e la guerra con la Spagna continuò. La guerra continuava anche in Olanda, che combatteva per l'indipendenza ed in Francia, dove un protestante [[Enrico IV di Francia|Enrico di Borbone]], aveva rivendicato il trono. Elisabetta appoggiò con 20.000 uomini e 300.000 sterline Enrico e con 8.000 uomini e aiuti per oltre un milione di sterline gli olandesi.<ref>Fraser, p.200</ref>
 
Nel [[1594]], [[Robert Devereux, II conte d'Essex|Essex]] si recò a corte per comunicare alla regina una clamorosa notizia: il giovane conte riferì in pubblico una cospirazione sulla stessa monarca ad opera del medico di corte, il dottor [[Rodrigo Lopez]], accusato di favoreggiamento verso il governo spagnolo. Lopez dichiarò fin da subito di non aver niente a che vedere con tali accuse, ma Essex presentò alla regina alcuni documenti firmati da presunti complici del medico, documenti che riportarono chiaramente una confessione legata ad un malore che la regina riscontrò poco tempo prima, dove i confessori denunciarono un tentativo di avvelenamento. Lopez venne arrestato e condannato a morte per alto tradimento; poco più avanti si scoprì che Lopez era innocente e che in realtà i fatti emessi da Essex si trattavano di false accuse, rettificate poi come denunce infondate. Per via di questo assurdo errore, la regina tentò in qualche modo di risarcire la vedova di Lopez, partendo dalla restituzione dei beni confiscati allo stesso medico.
 
Nel frattempo, i corsari inglesi continuarono ad attaccare la flotta spagnola che ritornava carica d'argento dalle Americhe, con alterni esiti (nel [[1595]] morì Francis Drake); nel 1595 si verificò anche una modesta incursione della flotta spagnola in Cornovaglia. Nel 1596, l'Inghilterra si ritirò dalla Francia lasciando Enrico IV saldamente al potere e la Lega Cattolica, sua nemica, distrutta; altre battaglie seguirono fino al 1598, quando Francia e Spagna fecero pace. La morte di Filippo II l'anno successivo portò il conflitto tra Spagna e Inghilterra a un punto di stallo, che avrebbe trovato soluzione con il trattato di pace negoziato sotto [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]], noto come [[Trattato di Londra (1604)]].
 
=== Ultimi anni ===
[[File:Elizabeth-I-Allegorical-Po.jpg|thumb|Ritratto allegorico di Elisabetta anziana. Il Tempo la scruta, la Morte ghigna alle sue spalle e due cherubini sostengono la corona ormai troppo pesante.]]
 
Nel [[1598]] morì Cecil, il principale consigliere di Elisabetta. Il suo ruolo politico fu ereditato dal figlio, [[Robert Cecil, I conte di Salisbury|Robert Cecil]], che era divenuto Segretario di Stato nel [[1590]]. Elisabetta si era guadagnata una certa impopolarità per l'abitudine di garantire [[monopolio|monopoli]] reali. Il Parlamento continuò a richiedere l'abolizione dei monopoli. Elisabetta, nel suo famoso "Discorso d'Oro" promise riforme e poco dopo dodici monopoli reali furono aboliti, e ulteriori sanzioni rese possibili attraverso le corti di [[common law|diritto comune]]. Queste riforme, tuttavia, erano superficiali e la pratica di ricavare fondi dalla concessione di monopoli continuò.
 
Contemporaneamente alla guerra in corso con la [[Impero Spagnolo|Spagna]], Elisabetta dovette far fronte a una ribellione conosciuta come la [[Ribellione di Tyrone|Guerra dei nove anni]]. Hugh O'Neill, secondo conte di Tyrone, si era proclamato re ed era stato dichiarato traditore nel [[1595]]. Cercando di evitare un'altra guerra, Elisabetta fece una tregua con Tyrone, che prontamente cercò l'aiuto spagnolo. La Spagna cercò di inviare due spedizioni in soccorso, ma entrambe furono fermate. Nel [[1598]] Tyrone offrì una tregua e al suo scadere inflisse agli inglesi la peggior sconfitta dell'intera ribellione nella battaglia di Yellow Ford.<ref>Orieux, p.270</ref>[[File:Elizabeth I of England grave (left) 2013 crop2.jpg|thumb|destra|Dettaglio del volto del ''[[gisant]]'' della regina|217x217px]]
 
Uno dei più importanti capi della marina, [[Robert Devereux]], secondo conte di Essex, fu nominato [[Lord Luogotenente d'Irlanda]] con il compito di domare la ribellione nel [[1599]]. Devereux fallì miseramente nel tentativo e, ritornato senza il permesso della regina nel [[1600]], fu punito con la perdita di tutti i suoi incarichi. L'anno successivo, infine, guidò una rivolta contro la regina, ma fu giustiziato. Al suo posto in Irlanda fu mandato Charles Blount, barone Montjoy: egli affrontò gli irlandesi e il contingente spagnolo di circa tremila uomini inviato in loro aiuto dalla Spagna e li sconfisse nella battaglia di Kinsale, obbligando Tyrone ad arrendersi pochi giorni dopo la morte di Elisabetta.
 
=== Morte ===
Elisabetta amava le imprudenze e soprattutto fare ciò che i medici le vietavano. Ma nel novembre del [[1602]] cadde in un profondo [[Disturbo depressivo|stato depressivo]]. Non sopportava più i discorsi di governo, sentiva la morte vicina e si lasciava andare. Morì il 24 marzo nel [[Richmond upon Thames|Palazzo di Richmond]] pronunciando la famosa frase "Chiamatemi un prete: ho deciso che devo morire". Prossima ai settant'anni, un'età che nel [[XVII secolo]] quasi nessuno arrivava a raggiungere, era la più anziana sovrana sino ad allora vissuta e non fu superata fino a che [[Giorgio II di Gran Bretagna|Giorgio II]] morì a settantasette anni nel [[1760]]. Secondo alcuni storici la morte della regina sarebbe dovuta all'uso quotidiano del "ceruso veneziano", un cosmetico a base di piombo molto diffuso all'epoca e utilizzato per sbiancare il volto<ref>Cfr. ad esempio [https://books.google.it/books?id=9wpdAgAAQBAJ&pg Alessandro Pedrazzi, ''Qualcosa da leggere'', p. 63.]</ref>. Elisabetta fu seppellita nell'[[Westminster Abbey|abbazia di Westminster]], di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione".
[[File:Funeral_Elisabeth.jpg|thumb|Raffigurazione del corteo funebre di Elisabetta]]
Il testamento di Enrico VIII dichiarava che a Elisabetta dovevano succedere i discendenti della sorella minore di Enrico, Maria Tudor, piuttosto che i discendenti scozzesi di Margherita Tudor, e all'epoca della morte della regina c'erano alcuni possibili pretendenti in vita, oltre a Giacomo Stuart. Alcune opere storiche riferiscono che Elisabetta dichiarò Giacomo suo erede nel suo letto di morte, altre invece sostengono che essa mantenne fino alla fine il silenzio su questo argomento. In ogni caso nessun pretendente era abbastanza forte da poter seriamente contrastare la rivendicazione al trono di Giacomo Stuart, che poco dopo la sua morte fu proclamato re [[Giacomo I d'Inghilterra]]. Tale proclamazione ruppe la consuetudine perché non fu fatta dal nuovo sovrano stesso, ma dal Consiglio di Accessione, come sarebbe poi divenuto consuetudine nella pratica moderna.<ref>Erickson, p.233</ref>
 
== Elisabetta e il matrimonio ==
[[File:Metsys Elizabeth I The Sieve Portrait c1583.jpg|left|thumb|Elisabetta I col setaccio di [[Tuccia]], simbolo di castità. Quentyn Metsys il Giovane, 1583.]]
Poco dopo la sua ascesa al trono, molti si chiedevano chi Elisabetta avrebbe sposato e i motivi per cui non si sposò restano oscuri anche se molte ipotesi in proposito sono state avanzate.
Forse ebbe il timore di subire la stessa sorte della madre [[Anna Bolena]] (giustiziata dopo un processo farsa perché [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] si era stancato di lei e temeva che non avrebbe potuto dargli più figli) e della matrigna [[Catherine Howard]], cugina della madre (decapitata appena ventenne con l'accusa di [[adulterio]]). Rimanendo nubile, inoltre, Elisabetta avrebbe evitato i rischi legati al [[parto]], che certo non le erano ignoti: due delle sue matrigne, [[Jane Seymour]] e [[Catherine Parr]] morirono di quella che all'epoca era chiamata [[febbre puerperale]], la Parr dopo essersi risposata con il suo antico pretendente [[Thomas Seymour, I barone Seymour di Sudeley|Lord Seymour]]; si può supporre inoltre che ella rimase psicologicamente traumatizzata dalla sua (presunta) relazione infantile con Lord Seymour (che provocò molti scandali).
 
== Eredità storica culturale==
Elisabetta è una dei sovrani più popolari dell'intera storia inglese. Tuttavia molti storici valutano il suo regno in modo non eccezionalmente positivo. Nonostante le vittorie militari, Elisabetta non ebbe un ruolo tanto decisivo quanto quello di altri re, come, ad esempio, suo padre [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]]. Nel complesso, ella si dimostrò una regina capace: aiutò a stabilizzare la situazione economica del paese dopo aver ereditato da sua sorella [[Maria I d'Inghilterra|Maria]] un enorme [[debito pubblico]]. Sotto di lei l'Inghilterra riuscì a respingere una pericolosa invasione da parte della Spagna e a evitare lo scoppio di guerre civili o religiose. Ma i suoi successi furono molto sopravvalutati dopo la sua morte.
[[File:Elizabeth_I_Rainbow_Portrait.jpg|thumb|''The rainbow portrait'', olio su tela 1600-1602]]
Negli anni successivi fu spesso descritta come grande sostenitrice del [[protestantesimo]] in [[Europa]], mentre, in realtà, i suoi interventi a favore degli alleati protestanti furono spesso decisi dopo molte esitazioni.
 
Molti artisti glorificarono Elisabetta e nascosero la sua età avanzata nei ritratti che le fecero, in cui è spesso dipinta in abiti sfarzosi e alla moda. Tra i musicisti, si ispirarono a lei [[Gioachino Rossini]] per la prima opera del suo periodo napoletano, ''Elisabetta, regina d'Inghilterra'' (1814-1815) e [[Benjamin Britten]], con l'opera ''Gloriana'', sulla relazione tra Elisabetta ed Essex, composta in occasione dell'incoronazione di [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]] nel [[1953]].
 
La figura carismatica della regina ha influenzato anche il folclore, facendo sorgere miti e leggende anche a notevoli distanze dal suo stesso regno. In [[Sicilia]]. in particolare tra [[Maletto]] e [[Bronte]], si racconta infatti della presenza di una sua pantofola indemoniata, capace di muoversi da sola e di volare<ref>Salvatore Spoto, ''[https://books.google.it/books?id=MmuEDAAAQBAJ&pg=PT147&dq=una+misteriosa+scarpa+sull%27Etna&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj41p34s4rdAhUM16QKHWx6CqAQ6AEIJzAA#v=onepage&q&f=false Una misteriosa scarpa sull'Etna]'', in Idem, ''Sicilia segreta e misteriosa'', Newton compton editori, 2016</ref>.
 
=== Letteratura ===
Tra i romanzi ispirati a Elisabetta si possono citare: ''Legacy'' di [[Susan Kay]], ''I, Elizabeth'' di [[Rosalind Miles]], ''The Virgin's Lover'' e ''The Queen's Fool'' di [[Philippa Gregory]], ''Queen of This Realm'' di [[Jean Plaidy]], e ''Virgin: Prelude to the Throne'' di [[Robin Maxwell]]. La storia di Elisabetta è abbinata a quella di sua madre nel libro di Maxwell ''The Secret Diary of Anne Boleyn''. ''The Queen's Bastard'', anch'esso di Maxwell, è la storia immaginaria del figlio di Elisabetta e Dudley. Alcuni decenni fa, [[Margaret Irwin]] scrisse una trilogia basata sulla giovinezza di Elisabetta: ''Young Bess'', ''Elizabeth, Captive Princess ''e ''Elizabeth and the Prince of Spain''.
Gli scritti di Elisabetta sono stati raccolti e pubblicati dalla University of Chicago Press con il titolo di ''Elizabeth I: Collected Works''. Elisabetta compare anche nell'ultimo capitolo della trilogia di Ken Follett "[[La colonna di fuoco|La Colonna di Fuoco]]", romanzo del 2017
 
=== Cinema e televisione ===
{| class="wikitable"
|- bgcolor=FFD700
!Anno!!Film!!Attore!!Note
|-
|[[1912]]||''[[La regina Elisabetta]]'' (Les Amours de la reine Élisabeth)||[[Sarah Bernhardt]]||&nbsp;
|-
|rowspan="2"|[[1913]]||''[[Drake's Love Story]]''||[[Violet Hopson]]||Distrutto nel 1924
|-
|''[[Mary Stuart (film 1913)|Mary Stuart]]''||[[Miriam Nesbitt]]||
|-
|[[1914]]||''[[The Life of Shakespeare]]''||[[Aimee Martinek]]||
|-
|[[1915]]||''[[Jane Shore (film)|Jane Shore]]''||[[Maud Yates]]||
|-
|rowspan="2"|[[1923]]||''[[The Virgin Queen (film 1923)|The Virgin Queen]]''||[[Diana Manners]]||
|-
|''[[The Loves of Mary, Queen of Scots]]''||[[Ellen Compton]]||
|-
|rowspan="2"|[[1924]]||''[[Old Bill Through the Ages]]''||[[Gladys Ffolliott]]||Film commedia
|-
|''[[Dorothy Vernon of Haddon Hall]]''||[[Clare Eames]]||
|-
|rowspan="2"|[[1935]]||''[[Royal Cavalcade]]''||[[Athene Seyler]]||
|-
|''[[Drake il corsaro]]'' (Drake of England)||[[Athene Seyler]]||
|-
|[[1936]]||''[[Maria di Scozia (film 1936)|Maria di Scozia]]'' (Mary of Scotland)||[[Florence Eldridge]]||
|-
|rowspan="3"|[[1937]]||''[[Elisabetta d'Inghilterra (film)|Elisabetta d'Inghilterra]]'' (Fire Over England)||[[Flora Robson]]||
|-
|''[[Le perle della corona]]'' (Les perles de la couronne)||[[Yvette Pienne]] ||
|-
|''[[Il principe e il povero (film 1937)|Il principe e il povero]]'' (The Prince and the Pauper)||[[Gwendolyn Jones]] ||
|-
|[[1938]]||''[[Will Shakespeare]]''||[[Nancy Price]]||Film TV
|-
|rowspan="2"|[[1939]]||''[[Il conte di Essex]]'' (The Private Lives of Elizabeth and Essex)||[[Bette Davis]]||
|-
|''[[I leoni dell'aria]]'' (The Lion Has Wings)||[[Flora Robson]]||Scene di repertorio
|-
|rowspan="2"|[[1940]]||''[[Lo sparviero del mare]]'' (The Sea Hawk)||[[Flora Robson]]||
|-
|''[[Cuor di regina]]'' (Das Herz der Königin)||[[Maria Koppenhöfer]]||
|-
|[[1942]]||''[[Musica sulle nuvole]]'' (I Married an Angel)||[[Edwina Coolidge]]||Film musical
|-
|[[1944]]||''[[Time Flies (film 1944)|Time Flies]]''||[[Olga Lindo]]||
|-
|[[1946]]||''[[The Dark Lady of the Sonnets]]''||[[Dorothy Black]]||Film TV
|-
|[[1951]]||"Mary of Scotland", episodio della serie ''[[Pulitzer Prize Playhouse]]''||[[Mildred Natwick]]||
|-
|rowspan="2"|[[1953]]||''[[La regina vergine]]'' (Young Bess)||[[Jean Simmons]]<br />[[Noreen Corcoran]] (bambina)||
|-
|"Will Shakespeare", episodio della serie ''[[BBC Sunday-Night Theatre]]''||[[Mary Clare]]||
|-
|[[1954]]||"The Execution of Mary, Queen of Scots (February 8, 1587)", episodio della serie ''[[You Are There (serie)|You Are There]]''||[[Carmen Mathews]]|
|
|-
|rowspan="2"|[[1955]]||''[[Il favorito della grande regina]]'' (The Virgin Queen)||[[Bette Davis]]||
|-
|"The Dark Lady of the Sonnets", episodio della serie ''[[BBC Sunday-Night Theatre]]''||[[Beatrix Lehmann]]||
|-
|rowspan="2"|[[1957]]||''[[Kenilworth (serie televisiva 1957)|Kenilworth]]''||[[Maxine Audley]]||Serie TV
|-
|''[[L'inferno ci accusa]]'' (The Story of Mankind)||[[Agnes Moorehead]]||Film horror
|-
|rowspan="2"|[[1958]]||"Betrayal", episodio della miniserie ''[[Queen's Champion]]''||[[Peggy Thorpe-Bates]]||Miniserie TV
|-
|"In the Shadow of the Axe", episodio della serie ''[[ITV Play of the Week]]''||[[Catherine Lacey]]||
|-
|rowspan="2"|[[1960]]
|"Mary Stuart", episodio della serie ''[[Play of the Week]]''
|[[Eva Le Gallienne]]
|
|-
|''[[Elizabeth Is Dead]]''||[[Mecha Ortiz]]||Film TV
|-
|[[1961]]-[[1962]]||''[[Sir Francis Drake (serie televisiva)|Sir Francis Drake]]''||[[Jean Kent]]||Serie TV
|-
|rowspan="4"|[[1962]]||"The Prince and the Pauper: The Pauper King", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]'' (Disneyland)||rowspan="3"|[[Katya Douglas]]||
|-
|"The Prince and the Pauper: The Merciful Law of the King", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]''||
|-
|"The Prince and the Pauper: Long Live the Rightful King", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]''||
|-
|''[[Il dominatore dei sette mari]]''||[[Irene Worth]]||
|-
|[[1964]]||"The Young Elizabeth", episodio della serie ''[[Thursday Theatre]]''||[[Valerie Gearon]]||
|-
|[[1965]]||"The Executioners", episodio della serie ''[[Doctor Who]]'' (Doctor Who)||[[Vivienne Bennett]]||Serie TV fantascientifica
|-
|[[1966]]||''[[Il principe di Donegal]]'' (The Fighting Prince of Donegal)||[[Catherine Lacey]]||
|-
|rowspan="7"|[[1967]]||''[[Kenilworth (serie televisiva 1967)|Kenilworth]]''||[[Gemma Jones]]||Serie TV
|-
|''[[The Queen's Traitor]]''||[[Susan Engel]]||Serie TV andata perduta<ref>[http://www.imdb.com/title/tt0420847/trivia?ref_=tt_trv_trv The Queen's Traitor (TV Series 1967– ) - Trivia - IMDb<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|-
|"The First Elizabeth", episodio della serie''[[The Golden Age (serie televisiva)|The Golden Age]]''||[[Ann Rye]]||
|-
|"The Arts and Leisure", episodio della serie''[[The Golden Age (serie televisiva)|The Golden Age]]''||[[Annette Kerr]]||
|-
|"The Fighting Prince of Donegal: Part 1", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]''||rowspan="3"|[[Catherine Lacey]]||rowspan="3"|Scene di repertorio
|-
|"The Fighting Prince of Donegal: Part 2", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]''
|-
|"The Fighting Prince of Donegal: Part 3", episodio della serie ''[[Disneyland (serie televisiva)|Disneyland]]''
|-
|[[1968]]||''[[Elizabeth the Queen]]''||[[Judith Anderson]]||Film TV
|-
|rowspan="2"|[[1969]]||''[[Anna dei mille giorni]]'' (Anne of the Thousand Days)||[[Amanda Jane Smythe]]||
|-
|"Mary Queen of Scots", episodio della serie ''[[BBC Play of the Month]]''||[[Pamela Brown]]||
|-
|[[1970]]||"Anne of Cleves", episodio della miniserie ''[[Le sei mogli di Enrico VIII (miniserie televisiva)|Le sei mogli di Enrico VIII]]''||[[Jody Schaller]]||Miniserie TV
|-
|[[1971]]||''[[Elisabetta Regina]]''||rowspan="2"|[[Glenda Jackson]]||Miniserie TV
|-
|rowspan="2"|[[1972]]||''[[Maria Stuarda, regina di Scozia]]'' (Mary, Queen of Scots)||
|-
||''[[Tutte le donne del re]]'' (Henry VIII and His Six Wives)||{{n/a}}||
|-
|[[1973]]||''[[III. Richárd]]''||[[Rita Békés]]||Film TV
|-
|rowspan="2"|[[1975]]||"Orgy and Bess", episodio della serie ''[[Carry on Laughing!]]''||[[Hattie Jacques]]||
|-
|''[[Roberto Devereux (film 1975)|Roberto Devereux]]''||[[Beverly Sills]]||Film TV
|-
|[[1976]]||''[[The Prince and the Pauper (serie televisiva)|The Prince and the Pauper]]''||[[Nina Thomas]]||Serie TV
|-
|[[1977]]||''[[Il principe e il povero (film 1977)|Il principe e il povero]]'' (Crossed Swords)||[[Lalla Ward]]||
|-
|rowspan="4"|[[1978]]||"Ghost Writer", episodio della serie ''[[The Ghosts of Motley Hall]]''||[[Christine Rose]]||
|-
|''[[Jubilee (film)|Jubilee]]''||[[Jenny Runacre]]||Film commedia
|-
|"Rebellion's Masterpiece", episodio della serie ''[[Life of Shakespeare]]''||rowspan="2"|[[Patience Collier]]||
|-
||"The Living Record", episodio della serie ''[[Life of Shakespeare]]''||
|-
|rowspan="2"|[[1980]]||''[[The Merry Wives of Windsor]]''||[[Diane Cameron]]||Film TV
|-
|''[[Drake's Venture]]''||[[Charlotte Cornwell]]||Film TV
|-
|[[1981]]||"Elizabeth I", episodio della serie ''[[Titans (serie televisiva inglese)|Titans]]''||[[Frances Hyland]]||
|-
|[[1982]]||''[[Maria Stuarda (film 1982)|Maria Stuarda]]'' (Mary Stuart)||[[Rosalind Plowright]]||Film TV
|-
|[[1984]]||''[[Gloriana (film 1984)|Gloriana]]''||[[Sarah Walker (attrice)|Sarah Walker]]||Film TV
|-
|[[1985]]||''[[Elisabetta, regina d'Inghilterra (film)|Elisabetta, regina d'Inghilterra]]''||[[Lella Cuberli]]||
|-
|rowspan="2"|[[1986]]||''[[Maria Stuart (film 1986)|Maria Stuart]]''||[[Daniela Ziegler]]||Film TV
|-
|''[[Blackadder II]]''||rowspan="2"|[[Miranda Richardson]]||Serie TV
|-
|[[1988]]||''[[Blackadder's Christmas Carol]]''||Film TV
|-
|[[1990]]||''[[Border Warfare]]''||[[Juliet Cadzow]]||Film TV
|-
|[[1992]]||''[[Orlando (film)|Orlando]]'' (Orlando)||[[Quentin Crisp]]||
|-
|[[1993]]||''[[Kings and Queens of England Volume I]]''||[[Kate Dunn]]||Uscito in home video
|-
|rowspan="2"|[[1994]]||"Famous People: Elizabeth I", episodio della serie ''[[Magic Grandad]]''||[[Robin Weaver]]||
|-
|"King Richard III",episodio della serie ''[[Shakespeare: The Animated Tales]]''||[[Sorcha Cusack]]||
|-
|[[1996]]||"An Evil Business", episodio della serie ''[[In Suspicious Circumstances]]''||[[Helen Baxendale]]||
|-
|[[1997]]||''[[Roberto Devereux (film 1997)|Roberto Devereux]]''||[[Alexandrina Pendatchanska]]||Film TV
|-
|rowspan="2"|[[1998]]||''[[Elizabeth (film 1998)|Elizabeth]]'' (Elizabeth)||[[Cate Blanchett]]||
|-
|''[[Shakespeare in Love]]'' (Shakespeare in Love)||[[Judi Dench]]||
|-
|[[1999]]||''[[Blackadder Back & Forth]]''||[[Miranda Richardson]]||Cortometraggio
|-
|rowspan="2"|[[2000]]||''[[Gloriana (film 2000)|Gloriana]]''||[[Josephine Barstow]]||Film TV
|-
|''[[Elizabeth (film 2000)|Elizabeth]]''||[[Saskia Backwell]] (giovane)<br />[[Imogen Slaughter]] (adulta)<br />[[Karen Archer]] (anziana)||Film TV
|-
|[[2001]]||"Her Grace Under Pressure", episodio della serie ''[[Mentors]]''||[[Margot Kidder]]||Serie TV fantascientifica
|-
|rowspan="2"|[[2003]]||''[[Henry VIII (miniserie televisiva)|Henry VIII]]''||[[Lorna Lacey]]||Film TV
|-
|''[[The Other Boleyn Girl (film 2003)|The Other Boleyn Girl]]''||{{n/a}}||Film TV
|-
|rowspan="2"|[[2004]]||''[[Gunpowder, Treason & Plot]]''||[[Catherine McCormack]]||Film TV
|-
|''[[Elizabeth Rex]]''||[[Diane D'Aquila]]||Film TV
|-
|rowspan="3"|[[2005]]||''[[Renaissance Girl: The Short Film]]''||[[Gay Linn Kirkpatrick]]||Cortometraggio
|-
|''[[Sword of Hearts]]''||[[Mary Kababik]]||
|-
|''[[Elizabeth I]]'' (Elizabeth I)||[[Helen Mirren]]||Miniserie TV
|-
|rowspan="3"|[[2006]]||''[[The Virgin Queen (miniserie televisiva)|The Virgin Queen]]''||[[Anne-Marie Duff]]||Miniserie TV
|-
|''[[Secret Mysteries of America's Beginnings Volume 1: The New Atlantis]]''||[[Gay Linn Kirkpatrick]]||Uscito in home video
|-
|"The Secret Life of Elizabeth I", episodio della serie ''[[Revealed]]''||[[Michelle Connolly]]||
|-
|rowspan="3"|[[2007]]||''[[Secret Mysteries of America's Beginnings Volume 2: Riddles in Stone - The Secret Architecture of Washington D.C.]]''||[[Gay Linn Kirkpatrick]]||Uscito in home video
|-
|''[[Elizabeth: The Golden Age]]'' (Elizabeth: The Golden Age)||[[Cate Blanchett]]||
|-
|"Il codice shakespeariano", episodio della serie ''[[Doctor Who]]'' (Doctor Who)||[[Angela Pleasence]]||Serie TV fantascientifica
|-
|rowspan="4"|[[2008]]||''[[Tudor Rose]]''||[[Mimi Forrester]]||
|-
|"Alto tradimento", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||rowspan="2"|[[Kate Duggan]]||
|-
|"L'ora di Anna Bolena", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|''[[L'altra donna del re]]'' (The Other Boleyn Girl)||[[Maisie Smith]]||
|-
|rowspan="3"|[[2009]]||"Dissenso e repressione", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||rowspan="3"|[[Claire Macaulay]]||
|-
|"La morte della regina", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|"La protestante Anna di Cleves", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|rowspan="8"|[[2010]]||"Momento di nostalgia", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||rowspan="8"|[[Laoise Murray]]||
|-
|"Qualcosa per te", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|"Natural Ally", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|"You Have My Permission", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|"Sixth and the Final Wife", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors) ||
|-
|"As It Should Be", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors)||
|-
|"Secrets of the Heart", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors) ||
|-
|"Death of a Monarchy", episodio della serie ''[[I Tudors]]'' (The Tudors) ||
|-
|rowspan="2"|[[2011]]||''[[Das Shakespeare Rätsel]]''||[[Janey Elizabeth Huscared]]||Film TV
|-
|''[[Anonymous (film)|Anonymous]]'' (Anonymous)||[[Vanessa Redgrave]]<br />[[Joely Richardson]] (da giovane)||
|-
|[[2013]]||"The Day of the Doctor", episodio della serie ''[[Doctor Who]]'' (Doctor Who)||[[Joanna Page]]||Serie TV fantascientifica
|-
|[[2015]]||"Burn", episodio della serie ''[[Reign]]'' (Reign)||[[Rachel Skarsten]]||Serie TV
|-
|[[2018]]||''[[Mary Queen of Scots (film 2018)|Mary Queen of Scots]]''||[[Margot Robbie]]||
|}
 
[[File:Royal Monogram of Queen Elizabeth I of England.svg|thumb|Il monogramma personale della regina Elisabetta I.]]
 
=== Teatro ===
* {{Cita libro|autore=[[Ferdinand Bruckner]]|traduttore=Grazia e Fernaldo Di Giammatteo|titolo=Elizabeth von England (Elisabetta d'Inghilterra)|edizione=[[Collezione di teatro]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1952}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|lingua=en|autore=John Ernest Neale|titolo=Queen Elisabeth I: A Biography|editore=Jonathan Cape|città=Londra|anno=1934}}
* {{Cita libro|autore=[[Jacques Chastenet]]|traduttore=Antonio Cettuzzi|titolo=Elisabetta I d'Inghilterra|edizione=Collana Storica|editore=Dall'Oglio|città=Milano|anno=1959-1983}}
* {{Cita libro|autore=Maria Laura Tassi|titolo=Elisabetta I d'Inghilterra. La vergine dal pugno di ferro|editore=De Vecchi Editore|città=Milano|anno=1965}}
* {{Cita libro|autore=[[Lawrence Stone]]|titolo=La crisi dell'aristocrazia. L'Inghilterra da Elisabetta a Cromwell|edizione=Collana [[Biblioteca di cultura storica]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1972}}
* {{cita libro|autore=[[Ivan Cloulas]]|titolo=Caterina de' Medici|editore=Sansoni Editore|città=Firenze|anno=1980}}
* {{Cita libro|autore=[[Dara Kotnik]]|titolo=Elisabetta d'Inghilterra|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1984}}
* {{Cita libro|autore=Lorenzo Visconti|titolo=La vita di Elisabetta I d'Inghilterra. La più grande regina d'ogni tempo|editore=Alberto Peruzzo Editore|anno=1985|città=Milano}}
* {{Cita libro|autore=Williams Neville|titolo=Elisabetta I e la sua Corte|editore=Librex|città=Milano|anno=1975}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Jasper Godwin Ridley|titolo=Elisabeth I|editore=Constable|città=Londra|anno=1987}}
* {{Cita libro|autore=Janine Garrisson|titolo=Enrico IV e la nascita della Francia moderna|editore=Mursia|città=Milano|anno=1987}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Christopher Haigh|titolo=Elisabeth I|editore=Longman|città=Londra|anno=1988}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Maria Perry|titolo=The World of a Prince. A Life of Elisabeth I from Contemporary Documents|editore=Boydell Press|città=Woordbirdge|anno=1990}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Anne Somerset|titolo=Elisabeth I|editore=Knopf|città=Londra|anno=1991|isbn=0-385-72157-9}}
* {{en}} Lara E. Eakins, ''[http://tudorhistory.org/elizabeth/ Elizabeth I.]'' (2004)
* {{Cita libro|autore=[[Carolly Erickson]]|traduttore=Cristina Saracchi|titolo=Elisabetta I. La Vergine Regina|edizione=Collezione Le Scie|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1999|isbn=88-04-47749-0}}
* {{cita libro|Antonia|Fraser|Maria Stuart. La tragedia di una regina|1996|Mondadori|Milano|isbn=88-04-41332-8}}
* {{en}} Anniina Jokinen, ''[http://www.luminarium.org/renlit/eliza.htm Elizabeth I (1533–1603).]'' (2004)
* {{cita libro|Orsola Nemi|& Henry Furst|Caterina de' Medici|2000|Bompiani|Milano|isbn=88-452-9077-8}}
* {{cita libro|Jean|Orieux|Caterina de' Medici. Un'italiana sul trono di Francia|1988|Arnoldo Mondadori Editore|Milano|isbn=88-04-30464-2}}
* {{cita libro|Elisabetta|Sala|Elisabetta la sanguinaria. La creazione di un mito. La persecuzione di un popolo|2010|Ares|Milano|isbn=88-8155-506-9}}
* {{en}} David Starkey, ''Elizabeth: The Struggle for the Throne'', New York, HarperCollins Publishers, 2000.
* {{en}} Heather Thomas, ''[https://web.archive.org/web/20060827073748/http://www.elizabethi.org/uk/ Elizabeth I.]'' 2004.
* {{en}} Alison Weir, ''The Life of Elizabeth I'', (1st American edition) New York, Ballantine Books, 1998.
* {{Cita libro|autore=[[Richard Newbury]]|titolo=Elisabetta I. Una donna alle origini del mondo moderno|edizione=Piccola Collana moderna|editore=Claudiana|anno=2006|città=Torino|isbn=88-7016-623-6}}
* {{Cita libro|autore=Simon Adams|titolo=Elisabetta I. La reietta che divenne Regina d'Inghilterra|edizione=Collana Biografie|editore=IdeeeAli|anno=2010|isbn=978-88-6023-373-8}}
* {{Cita libro|autore=Elisabetta I d'Inghilterra|altri=a cura di Nicoletta Gruppi|titolo=Lettere ai fidi e agli infidi|editore=Archinto|città=Milano|anno=1988|isbn=978-88-7768-027-3}}
* {{Cita libro|autore=Hilaire Belloc|titolo=Elisabetta regina delle circostanze. Un mito creato dalla riforma protestante|città=Verona|editore=Fede & Cultura|anno=2015|isbn=88-6409-423-7}}
 
== Voci correlate ==
* [[EtàLetteratura elisabettianabarocca]]
* [[Teatro elisabettianoTacitismo]]
* [[StoriaBaltasar dell'InghilterraGracián]]
* [[Francisco de Quevedo]]
* [[Elisabetta - La regina che sposò la patria]]
*[[Concettismo]]
* [[On Monsieur's Departure]]
 
==Collegamenti esterni==
== Altri progetti ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{interprogetto|q|commons=Category:Elizabeth I of England}}
* {{cite encyclopedia|author=Louis-Gabriel Michaud, [[Joseph-François Michaud]]|editor-last= |editor-first= |editor-link= |encyclopedia=Biographie universelle ancienne et moderne|title=Malvezzi (Virgilio)|trans-title= |url=https://books.google.it/books?id=hBRUAAAAYAAJ&pg=PA420&dq=VikgilIo#v=onepage&q&f=false|access-date= |language=fr|edition= |date= |year=1820|publisher=Chez L. G. Michaud Libraire éditeur|series= |volume=26|___location=Paris|id= |isbn= |oclc= |doi= |pages=420-421|archive-url= |archive-date= |dead-url= |quote= |ref=}}
 
== Ascendenza ==
 
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="16" align="center"| '''Elisabetta I d'Inghilterra'''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Enrico VIII d'Inghilterra]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Enrico VII d'Inghilterra]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Edmondo Tudor]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Owen Tudor]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Caterina di Valois]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Margaret Beaufort]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[John Beaufort, I duca di Somerset|John Beaufort, duca di Somerset]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Margaret Beauchamp di Bletso]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Elisabetta di York]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Edoardo IV d'Inghilterra]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Riccardo Plantageneto, III duca di York|Riccardo Plantageneto, duca di York]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Cecily Neville]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Elisabetta Woodville]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Richard Woodville]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Giacometta di Lussemburgo]]
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Anna Bolena]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Thomas Boleyn, I conte del Wiltshire|Thomas Boleyn, conte del Wiltshire]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />Sir William Boleyn
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Sir Geoffrey Boleyn
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Anne Hoo
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />Margaret Butler
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Thomas Butler, conte di Ormonde
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Anne Hankford
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Elizabeth Howard]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Thomas Howard, II duca di Norfolk|Thomas Howard, duca di Norfolk]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[John Howard, I duca di Norfolk|John Howard, duca di Norfolk]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Catherine Moleyns
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Elizabeth Tilney]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Sir Frederick Tilney
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Elizabeth Cheney
|}
 
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani del Regno Unito|Regina d'Inghilterra]]
|periodo = [[1558]] – [[1603]]
|precedente = [[Maria I d'Inghilterra|Maria I]]
|successivo = [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]
|immagine = Royal Standard of England (1406-1603).svg
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani del Regno Unito|Regina d'Irlanda]]
|periodo = [[1558]] – [[1603]]
|precedente = [[Maria I d'Inghilterra|Maria I]]
|successivo = [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]]
|immagine = Royal Standard of Ireland (1542–1801).svg
}}
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Linea di successione al trono britannico|Erede al trono inglese e irlandese]]
|immagine = Tudor Rose.svg
|periodo = ''Erede presuntiva (de iure)''<br />[[1534]] – [[1536]]
|precedente = [[Maria I d'Inghilterra|Lady Maria Tudor]]
|successivo = [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo, principe di Galles]]
|periodo2 = ''Erede presuntiva''<br />[[1553]] – [[1558]]
|precedente2 = [[Maria I d'Inghilterra|Lady Maria Tudor]]<br />Poi sovrana col nome di Maria I
|successivo2 = ''[[Maria Stuarda|Maria I di Scozia]]''<br /><small>(''[[De facto]]'' potenziale erede di Elisabetta I)</small>
}}
 
{{Re d'Inghilterra}}
{{Re d'Irlanda}}
{{Anglicanesimo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portaleportale|biografie|rinascimentoletteratura}}
 
[[Categoria:TudorMalvezzi (famiglia)]]
[[Categoria:Sepolti nell'abbazia di Westminster]]
[[Categoria:Re d'Inghilterra]]