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{{S}}
 
{{Museo
|Nome = Museo di Arte Contemporanea all'Aperto
|Nome originale =
|Logo =
|Immagine = Scultura "Porta" del Museo di Morterone.jpg
|Larghezza =
|Didascalia = [[Scultura]] "Porta" dell'[[artista]] Iginio Legnaghi, prima [[scultura]] nel percorso del [[Museo]], realizzata nel [[1989]].
|Stato = Italia
|Località = [[Morterone]]
|Indirizzo =
|Latitudine =
|Longitudine =
|Tipologia = [[Arte]]
|Periodo storico =
|Superficie espositiva =
|Data di fondazione = [[1986]]
|Fondatori = Carlo Invernizzi e "Associazione Amici di Morterone"
|Data di apertura = [[1986]]
 
}}
 
{{S}}
 
 
 
 
Il ''[[Museo]] d'[[Arte contemporanea]] all'Aperto di [[Morterone]]'' è un progetto artistico realizzato a partire dagli anni ottanta dal Comune di [[Lecco]] e dal Comune di [[Morterone]] in collaborazione con l'Associazione Culturale Amici di [[Morterone]]. Il [[museo]], interamente all'aria aperta, si espande su tutto il territorio di [[Morterone]] e comprende trentadue opere distinte in pannelli e [[installazione (arte)|installazioni]]. <ref> http://www.comune.morterone.lc.it/index.php/scoprire-morterone/musei</ref>
{{Edificio religioso
|NomeEdificio = Santuario di Nostra Signora della Vittoria
|Immagine = 066LeccoSMariaVittoria.JPG
|Didascalia = Il santuario visto da piazza Manzoni
|Città = [[Lecco]]
|Regione = [[Lombardia]]
|SiglaStato = ITA
|Religione = [[Cattolicesimo|Cristiano cattolica]] di [[rito ambrosiano]]
|Diocesi = [[Arcidiocesi di Milano]]
|Architetto = Piero Palumbo
|InizioCostr = 1918
|FineCostr = 1932
|AnnoConsacr = 1932
}}
 
 
Il '''Santuario di Nostra Signora della Vittoria''' è un [[santuario|luogo di culto]] [[cattolicesimo|cattolico]] di [[Lecco]], situato in via Azzone Visconti, nei pressi del centro della città.
Fu eretto in memoria dei caduti durante la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]], infatti la [[campana]] della torre scocca ogni giorno alle sette di sera per commemorare le vittime della [[guerra]].
 
==Storia==
Il progetto venne avviato negli anni ottanta grazie ad un'idea di Carlo Invernizzi ,cittadino di [[Morterone]], che voleva trasformare il piccolo comune in un centro internazionale di [[poesia]] e [[cultura]].
Numerosi [[artisti]] italiani e stranieri si riunirono con l'intento di costituire una capitale dell'[[utopia]] in cui si fondono [[arte]], [[poesia]] e [[natura]]. Prese così vita un vero e proprio [[museo]] all'aperto, costituito da opere che interagiscono direttamente con l'[[ambiente (biologia)|ambiente]] circostante. Le sculture e i pannelli vengono collocati in anni differenti, rendendo possibile un continuo ampliamento del progetto.
<ref>{{cita|Morterone|pp. 17-20}} </ref>
 
==Descrizione==
Il terreno su cui si trova il [[santuario]] fu acquistato da Luigi Vismara in seguito alla donazione di Domenica Dionisi.
Alcune [[opera d'arte|opere]] non furono realizzate per il [[museo]] ma vennero inserite successivamente, altre furono create appositamente per il progetto del comune di [[Morterone]].
Il progetto fu affidato all'architetto Piero Palumbo. Il direttore dei lavori fu l'ingegnere [[Pietro Amigoni]] che, il 28 settembre del 1918, fece posare la prima pietra. La chiesa fu consacrata nel 1932 dal cardinale [[Alfredo Ildefonso Schuster]].
Le [[installazione (arte)|installazioni]] hanno strutture e forme semplici e sono costituite da materiale roccioso, plastico o metallico. Dal punto di vista della colorazione, le sculture sono talvolta policromatiche, talvolta monocromatiche e talvolta sono caratterizzate da contrasti di bianco e nero.
Nel 1937 il cardinale Schuster ha elevato la chiesa in Rettoria affidandone il governo spirituale ai Padri [[Oblati]].
Le [[opera d'arte|opere]] sono tutte accomunate dal tentativo degli [[artisti]] di relazionare [[arte]] e [[natura]], che diventa protagonista nella visione dell'[[opera d'arte|opera]] e rafforza il contenuto della stessa, secondo l'obiettivo originario degli [[artisti]]: creare una vera e propria fusione tra il paesaggio naturale e l'operato umano. Il [[museo]] si ispira ad una caratteristica tipica del [[movimento artistico]] della [[Land Art]]: si crea infatti una simbiosi tra paesaggio naturale e [[arte]]. A differenza di questo [[movimento artistico]], viene però modificato il contesto materiale: le [[opera d'arte|opere]] infatti non sono composte da elementi puramente naturali, ma da materiali industriali come cemento, ferro, alluminio e bronzo.
Il 4 novembre del 1940 fu benedetto il [[campanile]] ideato dallo stesso Piero Palumbo; trentadue anni dopo fu consacrato il nuovo [[altare]] maggiore progettato dall'architetto don Gaetano Banfi.
<ref>{{cita|Morterone|pp. 25-28}} </ref>
<ref>
{{cita libro
|nome=Franco
|cognome=Ghiliardi
|titolo=Il Santuario di Nostra Signora della Vittoria in "Archivi di Lecco"
|anno=1993
|pp=9-16
}} </ref>
 
==Itinerario==
 
[[File:Itinerario Morterone.jpg|thumb|Mappa dell'itinerario del Museo all'aperto di Morterone]]
==Descrizione==
 
 
Le [[sculture]] sono collocate in diverse località all'interno del comune di [[Morterone]] e costituiscono un vero e proprio percorso di riflessione artistica, articolato in diverse tappe. Le [[opera d'arte|opere]] sono disposte secondo quest'ordine:
===Esterno===
L’edificio è in [[architettura neoromanica|stile neoromanico]] con una [[facciata a capanna]] ,preceduta da un [[pronao]] a pilastri quadrangolari e da [[architrave|architravi]], che congiungono i tre ingressi con una struttura laterale concepita come [[Battistero]].
Il progetto dell'architetto prevedeva un contrasto derivato dall'alternanza di blocchi di [[granito]] bianco e pietre nere.
Le pietre provengono da Prada, nei dintorni di [[Chiavenna]] e il granito proviene dalle cave di [[Samolaco]] e di [[Chiavenna]].
 
*'''Località Foppo'''
La [[copertura]] è sorretta da grandi incavallature in [[calcestruzzo armato|cemento armato]].
1. Iginio Legnaghi, ''Porta'', [[1989]], ferro
Mentre i [[pilastri]], gli [[arco (architettura)|archi]], le [[cornice (architettura)|cornici]] in [[mattoni]] scoperti e i [[capitelli]] in pietra viva costituiscono un elemento suggestivo dell'ambiente che impone un senso di grandiosità e di raccoglimento.
*'''Località Bosco'''
2. [[Mauro Staccioli]], ''Forme Perdute'', [[2012]]-[[2013]], cemento colorato
*'''Località Medalunga'''
3. Carlo Ciussi, ''I'', [[1986]], ferro
*'''Località Gus'''
4. Nelio Sonego, ''Angoarcoli'', [[1994]], acrilico su alluminio
*'''Piazza della Chiesa'''
5. Rudi Wach,''Grande Madre'', [[1972]], bronzo
 
6. David Tremlett, ''Disegno per le montagne'', [[2010]], pastello
===Campanile===
*'''Località Pradello'''
Il [[campanile]] è alto 61 m e riprende i motivi di contrasto della [[facciata]]; si erge su una [[platea]] nervata in [[calcestruzzo]] che misura 13.20 m di lunghezza e 1,60 m di altezza. Sulla sommità della [[campanile|torre campanaria]] è situata una [[croce cristiana|croce]] ferrea di tre metri, all'interno della quale viene custodita la preziosa reliquia della [[Vera Croce]], chiusa in un cofanetto di rame circondato da quattro liste di pergamene firmate da numerosi cittadini lecchesi. Ogni sera, alle sette, viene fatta suonare la campana, per il ricordo dei caduti della [[Prima Guerra Mondiale]].
7. Nelio Sonego, ''Orizzontaleverticale'', [[2010]], acrilico su acciaio inox
 
8. Bruno Querci, ''Germinoluce'', [[2010]], acrilico su acciaio
 
9. Carlo Ciussi, ''Senza titolo'', [[2005]], ferro
 
10. [[Gianni Asdrubali]], ''Zuscanne'', [[2001]], acrilico su plexiglas
===Interno===
Il Santuario è composto da un'unica [[navata]], terminante con un [[presbiterio]] absidato, e da cappelle laterali semicircolari.
Il progetto originale prevedeva larghi rivestimenti lapidei e marmorei costituenti grandi pareti murarie completamente disadorne le quali conferiscono all'ambiente un carattere di semplicità grandiosa.
Il pavimento è formato da un'impalcatura fatta di cemento armato, continua, rigida e calcolata per sopportare grandi pesi pur lasciando posto sotto di sé ad ampi sotterranei.
L'altare ,con gradini grezzi di getto, è costituito da un'unica lastra marmorea sostenuta da piastri di serpentino e appoggiata ad una rustica struttura; inoltre l'Altare Maggiore comprende il [[Ciborio]] e la croce neomedievale sagomata.
Inoltre da parte all'altare si trova l'[[ambone]] in stile paleocristiano su cui sono stati rappresentati i quattro simboli degli [[Evangelisti]].
La [[cripta]], dedicata alla memoria dei Caduti Lecchesi, possiede un aspetto severo e monumentale, grazie ad un rivestimento in [[granito]]. Alla base delle gradinate d'accesso sono dipinte quattro figure di [[angelo|angeli]] vigilanti.
 
11. [[Grazia Varisco]], ''Duetto - Tensioni Sfasciate'', [[1989]], acciaio corten
===Opere ed affreschi===
Nonostante le [[volta (architettura)|volte]] siano prive di [[affreschi]] e l'[[abside]] risulti quasi completamente spoglia, il [[santuario]] è riccamente decorato con [[opera d'arte|opere artistiche]], situate sulle pareti delle [[cappelle]] laterali, ed [[affreschi]].
 
12. Lucilla Catania, ''Cannocchiale'', [[1991]], travertino
Tra le principali opere troviamo:
*Il ''Compianto del Cristo morto'', [[pittura ad olio|olio su tela]], datata 1660 ca.
*La ''Paletta della Vittoria'', [[pittura ad olio|olio su tela]], datata 1530 ca.
*Lo ''Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria'', [[pittura ad olio|olio su tela]], databile inizio sec. XVII.
 
*'''Località Fraccia'''
Tra i principali affreschi possiamo evidenziare:
13. Iginio Legnaghi, ''Lettera agli amici: cara Monica...'', [[1986]], ferro
*I due [[affreschi]] di stile cinquecentesco dell' [[abside]] portico a destra, raffiguranti ''La Madonna con Bambino'' e ''San Rocco e San Lorenzo''.
 
*Gli affreschi del ''Ciclo della Passione'' sulla [[cappella]] della Crocefissione.
*'''Località Centro'''
*L'affresco dell' ''Incontro tra Cristo e la Veronica'' nella [[cappella]] delle Confessioni. <ref>http://www.eccolecco.it/arte-cultura/chiese-basiliche/santuario-nostra-signora-della-vittoria</ref>
14. Carlo Ciussi, quattro [[sculture]] ''senza titolo'', tra il [[1985]] e il [[2010]], ferro
 
15. [[Gianni Colombo (artista)|Gianni Colombo]], ''Architettura cacogoniometrica'', [[1988]], PVC
 
16. Nelio Sonego, ''Orizzontalverticale'', [[2006]], acrilico su alluminio
 
17. Rudi Wach, ''Wachter'', [[1996]], bronzo
 
18. Bruno Querci, ''Formaspazio'', [[2006]], acrilico su alluminio
 
19. [[Niele Toroni]], ''Impronte di pennello n.50 a intervalli di 30 cm - "Clessidra"'', [[2010]], acrilico su muro
 
20. [[Pino Pinelli]], ''Pittura R'', [[1997]]-[[1998]], ceramica semirefrattaria smaltata
 
21. Iginio Legnaghi, ''Uccellofiore'', [[1989]], ferro
 
22. Francesco Candeloro, ''Ricostruzione!?'', [[2010]], taglio laser su plexiglas e pietra
*'''Località Pra de l'Ort'''
23. [[Mauro Staccioli]], ''Tondi'', [[2010]], ferrocemento
 
24. [[Ulrich Rückriem]], ''Ohne Titel'', [[2008]], pietra dolomitica
 
25. Michel Verjux, ''Nocturne a Morterone'', [[2012]], proiettore
 
26. [[Niele Toroni]], ''Impronte di pennello n.50 a intervalli regolari di 30 cm'' - "Impronte di fuoco", [[2012]], acrilico
 
27. Franciois Morellet, ''La porte s'envole'', [[2012]], neon blu
 
28.Nicola Carrino, ''Ricostruttivo 2010. Progetto Paesaggio Morterone'', [[2010]]-[[2012]], acciaio inox e acciaio corten
 
<ref>{{cita|Morterone|pp. 38-39}} </ref>
 
==Note==
<references />
 
 
==Bibliografia==
*{{cita libro
|autore= Associazione Culturale Amici di Morterone
|titolo=Morterone: Una Soglia Poetica
|A cura di Epicarmo Invernizzi e Francesca Pola,
|anno=2014
|cid= Morterone
}}
*Antonio Carminati, Costantino Locatelli ''Morterone, sedici racconti di vita contadina sulle pendici del Resegone'' 2007
 
{{Portale|Lombardia|Arte|Scultura}}