Caffè Meletti: differenze tra le versioni

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L'edificio fu progettato dall'ingegner Marco Massimi ed elevato negli anni compresi tra il [[1881]] e il [[1884]] per ospitare il Palazzo delle Poste e Telegrafi. La fabbrica insiste sulla stessa area dove nei secoli precedenti insisteva il Picchetto della Dogana. L'edificio cessò la sua funzione postale nei primissimi anni del nuovo secolo, quando essa venne trasferita in un'ala del vicino Palazzo San Filippo.
 
La vita vera e propria del [[Bar (pubblico esercizio)|Caffè]] cominciò il 22 dicembre [[1903]], quando Silvio Meletti, industriale produttore di [[Liquore|liquori]] e fondatore dell'[[Silvio Meletti (azienda)|omonima azienda]], già titolare dal 1880 di un'attività di vendita dei suoi prodotti successivamente trasformata in ''caffè - birreria'', acquistò la palazzina a un'[[Asta (compravendita)|asta pubblica]]. Divenuto proprietario decise di destinare l'edificio all'apertura di un più grande caffè. Commissionò la trasformazione dell'edificio a [[Enrico Cesari]], ingegnere, e scelse come [[pittore]] il decoratore Pio Nardini, entrambi molto attivi ad Ascoli in quegli anni.
 
Il Caffè Meletti prese il nome dal suo proprietario e fu inaugurato la sera del 18 maggio [[1907]].
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Dopo 83 anni di attività fu chiuso nel [[1990]] lasciando un enorme vuoto nella vita sociale della cittadinanza ascolana. Sei anni più tardi, nel [[1996]], fu acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che lo sottopose a un particolareggiato [[restauro]] e lo restituì alla città il 19 dicembre [[1998]]. Il locale storico fu riaperto con una nuova inaugurazione da parte dell'allora sindaco [[Roberto Allevi]].
 
Il 21 settembre [[2010]], il Caffè Meletti è stato chiuso per essere restaurato e modernizzato, riaprendo il 20 novembre [[2011]] dopo alcuni mesi di interventi. La modifica più importante ha riguardato la fruibilità dell'ingresso su via del [[Trivio]] con il ripristino della galleria interna, dismessa nel [[1921]].<ref>{{sic|[http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2011/11/17/621505-caffe_meletti_rivede.shtml Il CafféCaffè Meletti rivede la luce dopo 11 mesi - Il Resto del Carlino]}}. Url consultato il 22 novembre 2011</ref>
 
Nel tempo della sua vita il Caffè ha conosciuto e annoverato fra i suoi illustri frequentatori occasionali anche [[Mario Del Monaco]], [[Beniamino Gigli]], [[Pietro Mascagni]], [[Ernest Hemingway]], [[Renato Guttuso]], [[Jean-Paul Sartre|Jean Paul Sartre]], [[Simone de Beauvoir]], [[Mario Soldati]], e politici di levatura nazionale come [[Sandro Pertini]] e [[Giuseppe Saragat]].<ref>[http://www.comune.ascolipiceno.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/188 Sito del Comune di Ascoli Piceno] Il caffè Meletti</ref>
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File:Caffè Meletti - Inside.jpg|interno
File:Caffè Meletti - dettaglio.jpg|Dettagli dell'arredo
File:Caffè_Meletti_-_gabbietta.jpg|Carillon della gabbietta con l'uccellino meccanico, arredo simbolo del Caffè Meletti
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==Cinema==
Il Caffè ha ospitato inoltre set cinematografici. Nell'anno [[1960]] vi furono girate, da [[Francesco Maselli]], alcune scene del film ''[[I delfini (film)|I delfini]]'' e, nel [[1971]], da [[Pietro Germi]], delle immagini di ''[[Alfredo Alfredo]]'' e nel 2022 il film ''[[L'ombra del giorno]]''.
 
==Note==
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*[[Ascoli Piceno]]
*[[Anisetta]]
*[[Silvio Meletti (azienda)]]
 
== Altri progetti ==