Cimarroni: differenze tra le versioni
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[[File:Tropenmuseum Royal Tropical Institute Objectnumber 10024950 Portret van drie Marron mannen en een.jpg|thumb
'''Cimarroni''' (dallo [[lingua spagnola|spagnolo]] d'[[America]] ''
I cimarroni si organizzarono in comunità indipendenti che
== Etimologia ==
Nella variante [[Hispanidad#L'hispanidad nel mondo#America|americana]] della [[lingua spagnola]] il vocabolo ''cimarrón'' indica genericamente qualsiasi animale importato dai colonizzatori nelle Americhe/[[Antille]] si sia dato alla macchia (''cimarra'' significa appunto "[[boscaglia]]"): [[canis lupus familiaris|cani]] (tale è il caso del [[cimarrón uruguayo]], cane rinselvatichitosi in [[Uruguay]]), [[bos taurus|buoi]]<ref>Butel, Paul (1983), ''I pirati dei Caraibi : le favolose gesta della filibusta nei mari dell'America Centrale'', Milano, Mondadori, pp. 89-99 : Il fenomeno dei
Il termine passò poi
Il vocabolo "cimarroni", adattato direttamente dall'originale spagnolo, appare nella [[lingua italiana]] sin dal [[XVII secolo]] per tramite delle relazioni dei missionari cattolici nelle Americhe<ref>A titolo di esempio:
== Storia ==
[[File:A Rebel Negro armed and on his guard, (Francesco Bartolozzi, 1796).jpg|thumb|Cimarrone in fuga - disegno del [[XVIII secolo]].]]
La [[colonizzazione spagnola delle Americhe]] utilizzò fin dal principio manodopera
Il
# il
# tra il [[1650]] ed il [[1660]], il crollo del prezzo degli schiavi africani al banco della [[Barbada]] favorì il definitivo passaggio delle piantagioni antillesi dal salariato allo schiavismo<ref>Butel (1983), pp. 252-259.</ref>.
Nel rapido volgere di un decennio, il numero di schiavi africani nelle Antille crebbe vertiginosamente con conseguente aumento delle fughe.
In '''[[Messico]]''', le regioni montagnose di [[Veracruz (stato)|Veracruz]] iniziarono a riempirsi di cimarroni. <br>▼
In '''[[Brasile]]''' s'intensificò il fenomeno dei ''[[quilombo]]s'', comunità di schiavi fuggiaschi rifugiatisi nella foresta pluviale, in particolare negli attuali stati dell'[[Amazonas (Brasile)|Amazonas]], [[Bahia (stato)|Bahia]], [[Goiás]], [[Mato Grosso]], [[Minas Gerais]], [[Pará]], [[Rio de Janeiro]] e [[São Paulo]]. Il più famoso, il '''''[[Quilombo di Palmares]]''''', divenne un vero e proprio stato, occupante una vasta area nella zona nordorientale del Brasile, tra gli odierni stati dell'[[Alagoas]] e [[Pernambuco]], arrivando a contare 30.000 abitanti. Era un regno retto da un [[sovrano]] di nome ''[[Zumbi]]'' che resistette per quasi un secolo come nazione indipendente, per essere poi cancellato da un esercito europeo alleato composto di [[portoghesi]], [[olandesi]], [[inglesi]] e altri.<br>▼
In '''[[Giamaica]]''', i cimarroni si unirono agli ''indios'' [[arawak]] e [[miskito]], combattendo poi contro la schiavitù e per l'indipendenza dell'isola dalla Gran Bretagna. L'unico eroe nazionale giamaicano donna, [[Granny Nanny]], era il ''leader'' dei cimarroni giamaicani nel [[XVIII secolo]], ed ebbe un ruolo fondamentale nella [[Prima guerra dei cimarroni]] nel [[1731]].<br>▼
Anche nel sud della '''[[Florida]]''' i cimarroni si unirono agli ''indios'' locali, i [[Seminole]], dando origine ai [[Seminole Neri]] (ing. ''Black Seminole'') ma si trattò di un insediamento "programmato". Gli spagnoli incoraggiarono l'insediamento degli africani fuggiaschi nelle paludi affinché affiancassero/soppiantassero l'elemento ''indios'' onde porre un freno all'espansione verso sud degli [[Stati Uniti d'America]]. Sin dal [[1689]], gli schiavi africani erano fuggiti dal [[South Carolina]] in Florida in cerca di libertà. Gli spagnoli li rilocalizzarono nelle loro terre dando così origine all'etnia [[Gullah]]<ref>Opala, J.A. ''Black Seminoles - Gullahs Who Escaped From Slavery. The Gullah: Rice, Slavery, and the Sierra Leone-American Connection'', Gilder Lehrman Center Website (Yale University) [http://www.yale.edu/glc/gullah/07.htm ]</ref>. Nel [[1693]], [[Carlo II di Spagna]] garantì ai cimarroni la libertà in cambio di un servizio di milizia in supporto ai coloni spagnoli di [[St. Augustine (Florida)]]<ref>Landers, Jane (1999), ''Black Society in Spanish Florida'', Urbana, University of Illinois Press, p. 25.</ref>. Nel [[1738]], quei medesimi cimarroni ottennero la libertà di costituire una propria comunità a Gracia Real de Santa Teresa de Mosé, la prima libera comunità di [[afro-americani]] sul territorio degli attuali USA.▼
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==Cultura==▼
Molti degli schiavi che fuggivano erano appena giunti dall'Africa, conseguentemente, le comunità che da essi discendono hanno conservato molti tratti culturali del paese d'origine dei loro fondatori: l'uso di [[erbe medicinali]], pratiche [[magia|magiche]] e [[religione|religiose]], giochi (per esempio [[mancala]], vedi l'[[Adji-boto]]) e la stessa [[lingue africane|lingua]]. Spesso, soprattutto nella zona dei [[Caraibi]], gli schiavi si univano alle comunità tribali locali [[amerindi|amerindiane]], dando luogo a commistioni etniche e culturali uniche. Le caratteristiche delle comunità cimarrone sono quindi estremamente variabili a seconda della loro storia, della geografia dei luoghi in cui si sono insediate, della nazionalità originaria degli schiavi che le fondarono, e della cultura degli indigeni locali.▼
▲In
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▲Anche nel sud della
Nel [[Suriname]] nel 1762 {{senza fonte|il governo coloniale olandese dovette firmare il trattato di pace alla maniera africana bevendo il proprio sangue, riconoscendo l'autonomia di sei gruppi di cimarroni: [[Saramaccani]] e [[Ndyuka]].}}
▲== Cultura ==
▲Molti degli schiavi che fuggivano erano appena giunti dall'Africa, conseguentemente, le comunità che da essi discendono hanno conservato molti tratti culturali del paese d'origine dei loro fondatori: l'uso di [[erbe medicinali]], pratiche [[magia|magiche]] e [[religione|religiose]], giochi (per esempio [[mancala]], vedi l'[[Adji-boto]]) e la stessa [[lingue africane|lingua]]. Spesso, soprattutto nella zona dei [[Caraibi]], gli schiavi si univano alle comunità tribali locali [[amerindi
La nascita di comunità cimarrone è spesso coincisa con la nascita di nuove lingue. In particolare, molti cimarroni parlano [[lingua creola|lingue creole]] derivate da lingue europee e africane. Esempio importante in questo senso è il [[lingua saramaccana|saramaccano]], parlato dai [[Saramaccani]] del [[Suriname]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
=== Fonti ===
* Garzia, Francesco (1686), ''Istoria della conuersione alla nostra santa fede dell'Isole Mariane, dette de' Ladroni nella Vita, Predicatione, e morte gloriosa per Christo del venerabile Padre Diego Lvigi di Sanvitores...'', Napoli, per Camillo Cavallo e Michele Luigi Mutij [http://books.google.it/books?id=BJxRheNYz7YC&pg=PA122&dq=cimarroni&hl=it&sa=X&ei=iQ7AUpztCdCDyAPO_oGwCg&ved=0CEoQ6AEwAQ#v=onepage&q=cimarroni&f=false].
=== Studi ===
* Butel, Paul (1983), ''I pirati dei Caraibi : le favolose gesta della filibusta nei mari dell'America Centrale'', Milano, Mondadori.
* Campbell, Mavis Christine (1988), ''The Maroons of Jamaica, 1655–1796 : a history of resistance, collaboration & betrayal'', Granby, Bergin & Garvey, ISBN 0-89789-148-1.
* Dallas, R.C. (1803), ''The History of the Maroons, from Their Origin to the Establishment of Their Chief Tribe at Sierra Leone'', [[Londra]], Longman.
* Honychurch, Lennox (1995), ''The Dominica Story'', Londra, Macmillan, ISBN 0-333-62776-8.
* Learning, Hugo Prosper (1995), ''Hidden Americans : Maroons of Virginia'', New York, Carolinas Garland Publishing, ISBN 0-8153-1543-0.
* Price, Richard [a cura di] (1973), ''Maroon Societies : rebel slave communities in the Americas'', Garden City (NY), Anchor Books, ISBN 0-385-06508-6.
* Thompson, Alvin O. (2006), ''Flight to Freedom : African runaways and maroons'', Kingston, Americas University of West Indies Press, ISBN 976-640-180-2.
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▲==Collegamenti esterni==
▲*{{en}}[http://www.folklife.si.edu/resources/maroon/presentation.htm La cultura maroon nelle Americhe]
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[[Categoria:Storia afroamericana pre-emancipazione]]
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