Jacques Callot: differenze tra le versioni

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Nel [[1612]] si trasferì a [[Firenze]], restandovi per nove anni sotto la protezione di [[Cristina di Lorena]]. Qui incise, presso l'incisore [[Giulio Parigi]], nel [[1616]] circa le ''Tentazione di sant'Antonio'', nel [[1617]] la serie dei ''Capricci di varie figure'', ispirata al teatro, al costume popolare e al Carnevale, tra il 1619 e il 1620 le sei tavole di corredo alla prima edizione del ''Solimano'' di [[Prospero Bonarelli della Rovere|Prospero Bonarelli]], infine nel [[1620]] la ''Fiera dell'[[Impruneta]]''. A [[Firenze]] sperimentò la tecnica dell'[[acquaforte]] che diverrà una delle sue modalità espressive preferite. Le sue [[Incisione francese nel XVII secolo|incisioni]] evidenziarono un linguaggio artistico piuttosto personale e originale, a metà strada tra il galante e il grottesco, sorretto da un gusto compositivo estremamente raffinato.<ref>"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.4</ref>
 
Nel [[1621]] tornò in [[Lorena (regione francese)|Lorena]] e si stabilì a Nancy, dove incise i disegni riportati dalla Penisola: i ''Gobbi'', i ''[[Balli di Sfessania]]'' e la ''Grande Passione''.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Ferrari-Barassi |nome=Elena |titolo=Black Slaves' Music and Dance in the Sixteenth and Sventeenth Centuries: Spanish, Italian and French Reflections |rivista=Music in Art: International Journal for Music Iconography |volume=45 |numero=1–2 |data=2020 |pp=87–11487-114 |issn=1522-7464 }}</ref> Con il ciclo degli ''Zingari'' intensificò il suo interesse per i fatti quotidiani e per una visione sempre più realistica del mondo.
 
Nel [[1624]] si sposò con Catherine Kuttinger.
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=== L'humour di Callot ===
Insieme a [[Stefano della Bella]] Jacques Callot si riallaccia all'attività di Annibale Carracci, l'unico caricaturista riconosciuto dei tre [[Carracci|fratelli bolognesi]], che dettero vita, a Bologna, all'[[Accademia degli Incamminati]]. La [[caricatura]], fino a quel momento, si era identificata con la rappresentazione della bruttezza, come nel caso di [[Leonardo da Vinci]]<ref>{{cita pubblicazione |nome= Michel|cognome=Melot |titolo=L'oeil qui rit. Le pouvoir comique des images |editore=Office du livre |città=Fribourg (Swisse) |anno= 1973|pp= 25 - 31 |lingua= fr}}</ref>, i cui disegni non «possono considerarsi vere e proprie caricature (...) rientrano piuttosto nell'orbita del [[Capriccio (pittura)|capriccio]], come intenzionale rovesciamento del bello nel brutto».<ref>{{cita pubblicazione |nome=Werner |cognome=Hofmann |titolo=Comico e caricatura |rivista=Vittorio Rubiu |editore=Sansoni Scuola aperta |città=Firenze |numero=31 |anno=1973 |p=48 |lingua=it |}}</ref> D'altra parte [[Victor Hugo]] nella sua Prefazione a [[Cromwell (dramma)|Cromwell]] definirà Callot il [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] burlesco.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Victor |cognome=Hugo |titolo=Cromwell |rivista=Prefazione |url=https://ecrivains-publics.fr/wp-content/uploads/2016/10/preface_de_cromwell_-_hugo.pdf |lingua=fr |accesso=20 marzo 2023}}</ref> Come emerge dalla serie dei tre ''Pantaloni'' prodotti nel suo soggiorno fiorentino nel 1611 presso i [[Medici]], è stato scritto che la comicità di Callot affonda le sue radici anche nella [[Commedia dell'arte|Commedia dell'Arte]].<ref>{{cita pubblicazione |nome=Charles L. |cognome=Mo |titolo=Mint Museum. Guide To the Collection |editore=Carleton English Montgomery |città= Charlotte|anno= 1985|mese= |p= 36|lingua=en}}</ref>
 
=== I Sette Peccati Capitali ===