Legge di Pedersen: differenze tra le versioni
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La '''legge di Pedersen''' è una legge fonetica definita da [[Christianus Cornelius Uhlenbeck|Christian Uhlenbek]] nel 1894 e da Holger Pedersen nel 1895<ref>Holger Pedersen, «Das indogermanische ''s'' im Slavischen», ''Indogermanische Forschungen'', vol. 5, 1895, p. 33-87.</ref> per le [[lingue slave]]. Poiché l'articolo di Pedersen che la formulava si diffuse prima nel mondo scientifico, questa legge porta il suo nome. Più avanti, nel 1922<ref>Antoine Meillet, ''Les dialectes indo-européenns'', 2ª ed., Parigi, Champion, 1922.</ref>, è stata generalizzata da [[Antoine Meillet|Meillet]] per tutte le [[Isoglossa centum-satem|lingue satem]]<ref>{{cita libro| N. E.| Collinge| The Laws of Indo-European|città=Amsterdam e Philadelphia|editore=John Benjamins|anno=1985|p=143}}</ref><ref>R. Lazzeroni, «Meillet indoeuropeista», in ''L'opera scientifica di Antoine Meillet'', a cura di A. Quattordio Moreschini, Pisa, Giardini, 1987.</ref>. La sua applicazione in tali lingue non è uniforme e le condizioni alle quali si verificano i suoi effetti variano da idioma a idioma<ref>{{cita libro|autore=Чекман В. Н.|titolo=Древнейшая балто-славо-индоиранская изоглосса (*s<sub>i-k</sub> > *š)|edizione=Балто-славянские исследования. 1980|anno=1981|p=27}}</ref>.
== Lingue slave ==
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Gli effetti della legge di Pedersen hanno dotato il sistema fonetico del proto-slavo della terza [[consonante velare]], ossia la ''*х''.
La retroflessione della ''*s'' a ''*x'' è avvenuta in forme grammaticali come il caso [[Locativo|prepositivo]] [[plurale]] dei nomi in -u-, -i- e -o-, il [[genitivo]] plurale e il prepositivo plurale dei pronomi indicativi nonché nell'[[aoristo]] di alcuni [[Verbo|verbi]].
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Lo stesso H. Pedersen aveva ipotizzato che questa retroflessione si svolgesse in due fasi: [[Fricativa alveolare sorda|''*s'']] > ''*š'' ([[Alfabeto fonetico internazionale|ʃ]]) > ''*[[Alfabeto fonetico internazionale|ɧ]]'' > ''*x''. In seguito la sua ipotesi è stata sostenuta da altri studiosi, tra cui [[Antoine Meillet|Meillet]], Selishchev e Savchenko. Meillet ha inoltre supposto che il [[Lingua proto-slava|protoslavo]] abbia ereditato la ''*š'' «orientale», retroflettendola in ''*х'' davanti alle vocali anteriori, ma conservandola davanti alle vocali posteriori per analogia con le alternanze ''*k'' ~ ''*č'' e ''*g'' ~ ''*ž''. Così Meillet stabilisce una cronologia standard in base a cui la ''š'' di asl. ec. бышѧ e ''uši'' (оуши) avrebbe carattere primario e la ''х'' in asl. ec. быхъ e ''uxo'' (оухо) ‘orecchio’ avrebbe carattere secondario. Lo Shevelev ritiene assai improbabile questa ipotesi dal momento che, nell'evoluzione del protoslavo, si riscontrano passaggi dalle velari alle palatali, ma non viceversa.<ref name="Shevelov127"/>.
Infine, secondo alcuni studiosi, in mancanza di analogie fonetiche tra i suoni ''*u'', ''*i'', ''*r'', da una parte e ''*k'' dall'altra, si sarebbero verificati due mutamenti diversi o un mutamento articolato in due fasi<ref name="Shevelov128">{{cita libro| G. Y.| Shevelov| A Prehistory of Slavic|editore=Carl Winter|città=Heidelberg|anno=1964|p=128}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Панов М. В.|titolo=О причинах фонетических изменений|edizione=Влияние социальных факторов на функционирование и развитие языка|anno=1988|pp=53–54}}</ref>.
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==== Cronologia relativa ====
Anche la legge di Pedersen ha influito su processi fonetici dello slavo antico come la monottongazione dei dittonghi, la palatizzazione delle velari e la semplificazione dei nessi consonantici in base alla legge della sillaba aperta.
# La retroflessione non ha luogo nei germanismi del protoslavo nei quali sono presenti le condizioni per il mutamento a *x. Per esempio pslav. *''userędzь'' ‘orecchino’ < [[Lingua gotica|gotico]] *''ausihriggs''; asl. ec. ''cěsarĭ'' (цѣсарь) ‘[[zar]]’ < got. ''kaisar'' < [[greco bizantino]] ''kaîsar'' (Καῖσαρ) ‘re, imperatore’.
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=== Altre origini del suono *''х'' nel protoslavo ===
[[File:Velaar.svg|thumb|Il suono ''х'', ottenuto in seguito all'applicazione della legge di Pedersen nel protoslavo]]
La legge di Pedersen non rappresenta l'unico fenomeno all'origine del suono ''*х'' in protoslavo, che poteva formarsi anche:
* dalla combinazione ''s'' mobile + velare sonora in inizio di parola;
* per analogia<ref name="Moszyński228">{{cita libro| L.| Moszyński|titolo=Wstęp do filologii słowiańskiej|editore=Państwowe Wydawnictwo Naukowe|città=Varsavia|anno=2006|p=228|isbn=83-01-14720-2}}</ref><ref>{{cita libro| G. Y.| Shevelov|titolo=A Prehistory of Slavic|editore=Carl Winter|città=Heidelberg|anno=1964|pp=131–132}}</ref>
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* Nei prestiti. Per esempio, pslav. *''xlěbъ'' ‘pane’ < got. ''hlaifs'' ‘pagnotta’; pslav. *''xlěvъ'' ‘pane’ < got. ''hlaiw'' ‘tomba, grotta’;
* In alcuni casi la ''*x'' si è prodotta all'interno di onomatopee. Per esempio in ''*xoxotati'' ‘ridacchiare’, ''*xъrkati'' ‘russare, tossire’ ecc.
Per un certo tempo gli studiosi hanno sostenuto che la pslav. *''x'' derivasse anche dalla ie. *''kʰ'', ma hanno poi abbandonato questa ipotesi dopo che è stato dimostrato che in [[Lingua protoindoeuropea|protoindoeuropeo]] non esistevano consonanti aspirate sorde.
== Lingue baltiche ==
Nelle [[lingue baltiche]], per la legge di Pedersen, la ''*s'' è passata a ''*š'', ma in lituano vi sono esempi in cui tale passaggio non avviene dopo ''*u'' e ''*i'' (gli esempi [[lingua lettone|lettoni]] e [[lingua prussiana|prussiani]] non sono significativi perché in queste lingue la ''š'' è tornata ''s''):
== Note ==
<references/>
{{portale|linguistica}}
[[Categoria:Fonetica]]
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