Basilio Curticio: differenze tra le versioni

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=== Gioventù ===
Non si sa molto della prima vita di Curticio. La sua famiglia, i [[Curticio (famiglia)|Curticio]], era di origine [[Armeni|armena]], essendo occasionalmente menzionata in ambito bizantino sin dalla fine del IX secolo.<ref>{{Cita|Kazhdan 1991|pp. 1157–1158}}.</ref>. Lo stesso Basilio proveniva da [[Edirne|Adrianopoli]] ed era cugino di [[Giorgio Paleologo]].<ref name=":0">{{Cita|Skoulatos 1980|p. 43}}.</ref>.
 
Curticio viene menzionato per la prima volta nel 1077, come partecipante alla rivolta di [[Niceforo Briennio il Vecchio]], dove si distinse nella cattura di [[Traianopoli]] da parte delle forze ribelli<ref name=":0" />. Dopo la sconfitta di Briennio da parte delle truppe imperiali di Alessio Comneno (imperatore nel 1081-1118) nella [[battaglia di Kalavrye]], Curticio si avvalse dell'amnistia dichiarata dall'imperatore [[Niceforo III Botaniate|Niceforo III Botaneiate]] (r. 1078-1081) ed entrò al servizio imperiale.<ref name=":1">{{Cita|Skoulatos 1980|p. 44}}.</ref>. Combatté presto, sotto Alessio Comneno, contro un altro generale ribelle, [[Niceforo Basilacio]], catturando il fratello di Basilacio nella battaglia che pose fine alla rivolta.<ref name=":1" />.
 
Nel 1080, Curticio partecipò a una campagna contro il generale ribelle [[Niceforo Melisseno]]. Insieme a suo cugino, Giorgio Paleologo, fu posto sotto il comando dell'incompetente [[eunuco]] di corte Giovanni, che si rifiutò di seguire i loro suggerimenti. Ben presto, però, Giovanni si spaventò per i continui attacchi dei [[Selgiuchidi|turchi]] e lasciò l'esercito nelle mani di Paleologo. Sebbene quest'ultimo riuscì a salvare l'esercito dal disastro, Giovanni si lamentò dei due a corte e, al suo ritorno a [[Costantinopoli]], li incolpò della sconfitta.<ref>{{Cita|Skoulatos 1980|pp. 44, 100}}.</ref>.
 
=== Alle dipendenze di Alessio I Comneno ===
Nel 1083, Curticio partecipò alla campagna di Alessio contro i [[siculo-normanni]] in [[Tessaglia]].<ref name=":1" />. Nella primavera del 1087, cercò di opporsi all'avanzata dei [[peceneghi]] in [[Tracia]] e, durante la campagna estiva dello stesso anno contro i peceneghi, fu uno dei sei guerrieri scelti da Alessio per formare le sue guardie del corpo.<ref name=":1" />. Curticio rimase probabilmente al fianco di Alessio durante le campagne dei due anni successivi contro i peceneghi. Quando Alessio lasciò l'esercito per Costantinopoli nell'inverno del 1090, Curticio e [[Nicola Maurocatacalo]] furono lasciati indietro come co-comandanti e incaricati di rifortificare le città dei [[Penisola balcanica|Balcani]] e di preparare la campagna dell'anno successivo.<ref>{{Cita|Skoulatos 1980|pp. 44–45}}.</ref>.
 
Curticio fu inviato come ambasciatore presso il sovrano selgiuchide, il [[sultano]] [[Malik Shah I]] (r. 1071-1092) per portare avanti il progetto di un'alleanza matrimoniale; ma non aveva ancora raggiunto la corte selgiuchide quando ricevette la notizia della morte del sultano e dovette tornare indietro.<ref name=":2">{{Cita|Skoulatos 1980|p. 45}}.</ref>. Nonostante l'alta considerazione di cui godeva e l'apparente fiducia che Alessio riponeva in lui,<ref>{{Cita|Skoulatos 1980|pp. 45–46}}.</ref>, Curticio partecipò alla congiura fallita dei fratelli [[Anema]], che lo portò all'arresto, all'umiliazione pubblica e all'imprigionamento; le sue proprietà vennero confiscate.<ref name=":2" />. Non si sa altro di lui.<ref name=":2" />.
 
== Note ==