|Disciplina = Alpinismo
|Specialità = roccia e ghiaccio
{{Prestazione|''Conosciuto per''| essere stato un forte e meticoloso scalatore di vie nelle [[Alpi Bavaresi]], nelle Dolomiti e per aver perso la vita nella sfortunata [[spedizione alpinistica tedesca al Nanga Parbat del 1937]]|}}
|Record =
|TermineCarriera =
}}
{{Bio
|Nome = Martin
|Cognome = Pfeffer
|Soprannome =
|Sesso = M
|GiornoMeseNascita = 20 ottobre
|AnnoNascita = 1908
|LuogoMorte = Nanga Parbat
|GiornoMeseMorte = 15 giugno
|AnnoMorte = 1937
|Attività3 =
|Nazionalità = tedesco
|PostNazionalità = , abile scalatore diede l'arrampicata alle montagne classiche delle Alpi e fu un componente della [[spedizione alpinistica tedesca al Nanga Parbat del 1937]], trovando la morte nel tentativo di arrampicarsi sulla settima vetta più alta del mondo<ref name="Von Herbert Rösler 1937">Von Herbert Rösler, Thale am Harz, Das Ein kleiner Bodengecko erzählt von einer Bergsteiger-Tragödie: Das kurze Leben des Adolf Göttner (1914-1937), 2024.</ref><ref> name="Peter Mierau 2006">Peter Mierau: ''Nationalsozialistische Expeditionspolitik. Deutsche Asien-Expeditionen 1933–1945''. Herbert Utz Verlag, München 2006, ISBN 3-8316-0409-6 (zugl. Dissertation, Universität München 2003).</ref><ref name="Hermann Schaefer 1987">Hermann Schaefer: ''Die weiße Kathedrale. Abenteuer Nanga Parbat.'' Nymphenburger, München 1987, ISBN 3-485-01697-7.</ref>
|Immagine =
}}
==Biografia==
Membro dell'"Akademischer[[Associazione AlpenvereinAccademica München"Alpina di [[Monaco di Baviera]], laureato in architettura esercitò la professione a [[Schleißheim]]. Era appena sposato da pochi mesi quando partì per l'impresa dell'[[Himalaya]]. Martin Pfeffer dopo aver messo in mostra le sue qualità di scalatore sulle Alpi, non mancò alla chiamata per la [[spedizione alpinistica tedesca al Nanga Parbat del 1937]] guidata da [[Karl Wien]]. Fu selezionato con [[Hans Hartmann]] e [[Günther Hepp]] in quanto membri del prestigioso '"Akademischer Alpenverein München" e poichèpoiché avevano già svolto un ruolo chiave nell'organizzazione delle due precedenti spedizioni al [[Nanga Parbat]] nel 1932 e nel 1934. Tutti i membri della spedizione appartenevano alla cerchia di amici del capo spedizione [[Karl Wien]]: [[Günther Hepp]] e [[Adolf Göttner]] erano stati con lui nella regione del [[ Sikkim]] in India settentrionale nel 1936; [[PeterRupert Fankhauser]] dal [[Tirolo]], aveva stretto amicizia con lui nelle scalate più difficili del [[Wilder Kaiser]]; [[Peter Müllritter]] era stato sul [[Nanga Parbat]] già nel 1934: in quell'occasione era stato lo spettatore impotente, in alto sulla montagna, del disastro per i suoi amici; e ora sarebbe stato il fotografo ufficiale della spedizione. Il professor [[Karl Troll]], il geografo e botanico, era stato con Wien per molti mesi negli altipiani dell'[[Africa orientale]]. Era una squadra potente e godeva del sostegno di tutta la nazione tedesca. Vienna aveva personalmente selezionato un ottimo team di [[sherpa]] l'anno precedente e gran parte dell'attrezzatura era già stata spedita. Le speranze del successo erano alte<ref name="Von Herbert Rösler 1937">Von Herbert Rösler, Thale am Harz, Das Ein kleiner Bodengecko erzählt von einer Bergsteiger-Tragödie: Das kurze Leben des Adolf Göttner (1914-1937), 2024.</ref>.
Martin Pfeffer morì il [[15 giugno]] con altri sedici alpinisti, solamente [[Uli Luft.]] il fisiologo della squadra sopravvisse, travolto da una valanga di ghiaccio al campo IV sul [[Nanga Parbat]] a un'altitudine di 6.200 m. a soli 1.940 metri dalla vetta del monte. Una piccola cornice sospesa dalla cresta orientale del [[Rakhiot Peak]] si staccò e, raccogliendo un 'enorme valanga sul suo percorso lungo e relativamente pianeggiante, si diressero direttamente al campo IV, seppellendo gli uomini lì mentre dormivano nelle tende<ref>Hermann Schaefer:name="Peter ''DieMierau weiße Kathedrale. Abenteuer Nanga Parbat.'' Nymphenburger, München 1987, ISBN 3-485-01697-7.</ref2006"><ref> Peter Mierau: ''Nationalsozialistische Expeditionspolitik. Deutsche Asien-Expeditionen 1933–1945''. Herbert Utz Verlag, München 2006, ISBN 3-8316-0409-6 (zugl. Dissertation, Universität München 2003).</ref><ref name="Hermann Schaefer 1987">Hermann Schaefer: ''Die weiße Kathedrale. Abenteuer Nanga Parbat.'' Nymphenburger, München 1987, ISBN 3-485-01697-7.</ref>. Fu una delle tragedie più grandi nella storia degli [[ottomila]]. Pfeffer tenne un diario della spedizione che poi fu rinvenuto e recuperato dai soccorritori e consentì di ricostruire gli avvenimenti di quei giorni<ref name="Von Herbert Rösler 1937">Von Herbert Rösler, Thale am Harz, Das Ein kleiner Bodengecko erzählt von einer Bergsteiger-Tragödie: Das kurze Leben des Adolf Göttner (1914-1937), 2024.</ref><ref> name="Peter Mierau 2006">Peter Mierau: ''Nationalsozialistische Expeditionspolitik. Deutsche Asien-Expeditionen 1933–1945''. Herbert Utz Verlag, München 2006, ISBN 3-8316-0409-6 (zugl. Dissertation, Universität München 2003).</ref><ref name="Hermann Schaefer 1987">Hermann Schaefer: ''Die weiße Kathedrale. Abenteuer Nanga Parbat.'' Nymphenburger, München 1987, ISBN 3-485-01697-7.</ref>.
==Carriera alpinistica==
Pfeffer cominciò a scalare le pareti classiche delle [[Alpi]], come la parete sud della [[Marmolada]], tra l'altro con una salita diretta dalla [[Forcella Ombretta]], dove la famosa guida [[Domenico Zandonell]] dovette tornare indietro senza successo, la via [[Sassolungo]]-Pichl, la parete sud dell'Hohe Geif alla sua terza salita, la cresta della Val di Roda alla sua sesta salita e la parete nord della [[Pala di San Martino]] alla sua seconda salita, la parete nord del [[Laliderer]] e la parete sud del [[Shusselkar]]. Oltre a queste e molte altre spedizione estive, mostrò una particolare predilezione per le ascensioni invernali, tra le quali realizzò numerose prime ascensioni degne di nota come la Lanzinser Rothelspitze, lo Tschigat, il Predigtsuhl e altre.
Secondo [[Paul Bauer]] la sua forza motrice non fu l'ambizione esteriore del successo ma il desiderio di una degna prova di prestazione e un'innata vocazione alpinistica. Una dimostrazione delle sue capacità alpinistiche fu la prima scalata della parete del [[Campanile di Lastei]] alto nella [[Pala]] e la prima salita singolare e continua della cresta principale del [[Kawendel]], dove fu il primo a scalare la cresta est del [[Kuhkarlspitze]].
*1929 prima salita del Campanile Alto Lastei-Westverschneidungversante ovest "Pfeffer-Kamp", VI-/A0,330 HM, 2.830 m, (Pala, Dolomiti);
*1929 prima salita invernale dell'Erenspitze, 2.756 m, (Gruppo di Tessa, [[Alpi Venoste]])
*1929 prima salita del Kühkarlspitze-cresta est, 2.465 m, ([[Monti del Karwendel]]);
* 1929 prima salita del Sonnjoch-cresta sud-est, 2.457 m, (Monti del Karwendel);
*1929 prima salita del Plattenspitze Occidentale-parete sud, 2.493 m, ([[Alpi dell'Allgäu]]);
*1929 prima salita del Eastern Plattenspitze - diretta nel versante sud, 2.489 m, ([[Alpi di Allgäu]]);
*1930 salita a Fleischbank - versante sud "Wießner -Rossi", V+, 270 hm, 2.187 m, ([[Wilder Kaiser]]);
*1931 salita a Schüsselkarspitze - versante sud " Schaufelspitze - Southwest Edge, 2.306 m, ([[monti Karwendel]]);
*1932 tentativo di salita al [[monte Civetta]] - versante nord ovest "Solleder", VI, 1000 HM, 3218m, (Civetta, Dolomiti);
*1933 prima salita al Kaserjochspitze - versante nord " Arkopf - North Face, IV, 2.355 m, ([[Wetterstein]]);
*1933 salita al Laliderspitze - parete nord, 2.583 m, (Karwendel), salita al Wiesbachhorn - parete nord-ovest, ghiaccio 50°-55°, 400 HM, 3.564 m, (Alti Tauri); salita al [[monte Bianco]] - fianco Brenva "Sentinelle Rouge", III, fino a 55°, 1300 HM, 4.810 m, (zona monte Bianco)<ref>Stefano Ardito, Monte Bianco: Il gigante delle Alpi, 2024.</ref>; prima salita al Vogelkarspitze - parete nord, 2.522m, ([[Karwendel]]);
*1937 Partecipante alla spedizione [[Nanga Parbat]]<ref name="Von Herbert Rösler 1937">Von Herbert Rösler, Thale am Harz, Das Ein kleiner Bodengecko erzählt von einer Bergsteiger-Tragödie: Das kurze Leben des Adolf Göttner (1914-1937), 2024.</ref><ref> name="Peter Mierau 2006">Peter Mierau: ''Nationalsozialistische Expeditionspolitik. Deutsche Asien-Expeditionen 1933–1945''. Herbert Utz Verlag, München 2006, ISBN 3-8316-0409-6 (zugl. Dissertation, Universität München 2003).</ref>.
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
* Von Herbert Rösler, Thale am Harz, Das Ein kleiner Bodengecko erzählt von einer Bergsteiger-Tragödie: Das kurze Leben des Adolf Göttner (1914-1937), 2024.
*Stefano Ardito, Monte Bianco: Il gigante delle Alpi, 2024.
{{Portale|alpinismo|montagna}}
[[Categoria:Storia dell'alpinismo]]
[[Categoria:Nanga Parbat]]
|