Libro: differenze tra le versioni
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Un [[negozio]] che vende libri è detto [[Libreria (negozio)|libreria]], termine che in italiano indica anche il [[Mobile (arredamento)|mobile]] usato per conservare i libri. La [[biblioteca]] è il luogo usato per conservare e consultare i libri. [[Google]] ha stimato che al 2010 sono stati stampati approssimativamente 130 milioni di titoli diversi.<ref>{{Cita web|url=https://booksearch.blogspot.com/2010/08/books-of-world-stand-up-and-be-counted.html |data=5 agosto 2010 |titolo=Books of the world, stand up and be counted! All 129,864,880 of you.|accesso=15 agosto 2010 |citazione=After we exclude serials, we can finally count all the books in the world. There are 129,864,880 of them. At least until Sunday. |editore=Inside Google Books}}</ref> Con la diffusione delle tecnologie digitali e di [[Internet]], ai libri stampati si è affiancato l'uso dei libri elettronici, o ''[[e-book]]''.<ref>{{Cita libro|cognome1=Curtis|nome1=George|titolo=The Law of Cybercrimes and Their Investigations|data=2011|p=161}}</ref>
== Etimologia
La parola italiana ''libro'' deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''liber''. Il vocabolo originariamente significava anche "[[Corteccia (botanica)|corteccia]]", ma visto che era un materiale usato per scrivere testi (''in libro scribuntur litterae'', [[Tito Maccio Plauto|Plauto]]), in seguito per estensione la parola ha assunto il significato di "[[opera letteraria]]". Un'evoluzione identica ha subìto la parola [[Lingua greca|greca]] βιβλίον (''biblìon''): si [[veda]] l'[[etimologia]] del termine [[Biblioteca#Etimologia del termine|biblioteca]].
In [[lingua inglese|inglese]], la parola "book" proviene dall'[[antico inglese]] "bōc" che a sua volta si origina dalla radice [[Lingue germaniche|germanica]] "*bōk-", [[Parole imparentate|parola imparentata]] con "beech" (''[[Fagus|faggio]]'').<ref>{{Cita web|url=http://dictionary.reference.com/browse/book |titolo=Book |editore=Dictionary.com |data= |accesso=5 giugno 2012}}</ref><!-- lasciare il termine inglese interlinkato a en:wiki --> Similmente, nelle [[lingue slave]] (per es., [[lingua russa|russo]], [[lingua bulgara|bulgaro]]) "буква" (bukva—"lettera") è imparentata con "beech". In russo ed in [[lingua serba|serbo]], altra lingua slava, le parole "букварь" (bukvar') e "буквар" (bukvar), si riferiscono rispettivamente ai libri di testo scolastici che assistono gli alunni di [[scuola elementare]] nell'apprendimento delle tecniche di [[lettura]] e [[scrittura]]. Se ne deduce che le prime scritture delle [[lingue indoeuropee]] possano esser state intagliate su legno di faggio.<ref>[https://web.archive.org/web/20081103044850/http://www.northvegr.org/holy/b.php Northvegr - Holy Language Lexicon: B] archiviato 03/11/2008 dall'[http://www.northvegr.org/holy/b.php originale] {{en}}</ref> In maniera analoga, la parola [[lingua latina|latina]] ''[[codex]]/[[codice (filologia)|codice]]'', col significato di libro nel senso moderno (rilegato e con [[Pagina (carta)|pagine]] separate), originalmente significava "blocco di legno".
== Storia
[[File:European Output of Books 500–1800.png|miniatura|Livelli di produzione libraria europea dal [[500]] al [[1800]]. L'evento chiave fu l'invenzione della [[stampa a caratteri mobili]] di [[Johannes Gutenberg|Gutenberg]] nel [[XV secolo]].]]
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Il [[papiro]], fatto di materiale spesso simile alla [[carta]] che si ottiene tessendo insieme gli steli della pianta di papiro, poi battendolo con un attrezzo simile al martello, veniva utilizzato in [[Antico Egitto|Egitto]] per scrivere, forse già durante la [[I dinastia egizia|Prima dinastia]], anche se la prima prova proviene dai libri contabili del re [[Neferirkara Kakai]] della [[V dinastia egizia]] (circa 2400 a.C.).<ref>{{Cita libro| editore = American Library Association; The British Library| ISBN = 978-0-8389-0522-7| cognome = Avrin| nome = Leila| titolo = Scribes, script, and books: the book arts from antiquity to the Renaissance| url = https://archive.org/details/scribesscriptboo0000avri| città = New York, New York| anno = 1991| pagine = 83|cid=Avrin}}</ref> I fogli di papiro venivano incollati insieme a formare un rotolo (scrollo). Erano utilizzate anche le cortecce di albero, come per esempio quelle della [[Tilia]], e altri materiali consimili.<ref>[[Dard Hunter]], ''Papermaking: History and Technique of an Ancient Craft New ed.'' Dover Publications 1978, p. 12 {{en}}</ref>
Secondo [[Erodoto]] (''Storie'' [https://web.archive.org/web/20120114082232/http://dariosoldani.interfree.it/erodoto/storieV.html 5:58]), i [[Fenici]] portarono in [[Grecia]] la scrittura ed il papiro verso il [[X secolo a.C.|X secolo]] o il [[IX secolo a.C.]] La [[lingua greca|parola greca]] per papiro come materiale di scrittura (''biblion'') e libro (''biblos'') proviene dal porto fenicio di [[Biblo]], da dove si esportava il papiro verso la Grecia.<ref>{{Cita|Avrin|pp.
Che fossero fatti di papiro, pergamena o carta, i [[rotulus|rotoli]] furono la forma libraria dominante della cultura [[Ellenismo|ellenistica]], [[Impero romano|romana]], [[Cina|cinese]] ed [[ebraismo|ebraica]]. Il formato di [[codex]] si stabilì nel mondo romano nella [[tarda antichità]], ma il rotolo persistette molto più a lungo in [[Asia]].
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I codici di cui parlava erano fatti di [[pergamena]]; nei distici che accompagnavano il regalo di una copia di [[Omero]], per esempio, Marziale la descrive come fatta di "cuoio con molte pieghe". Ma copie erano anche fatte di fogli di [[papiro]]. In [[Antico Egitto|Egitto]], dove cresceva la pianta del papiro ed era centro della sua manifattura per materiale scrittorio, il codex di tale materiale era naturalmente più comune della pergamena: tra le migliaia di frammenti di scrittura [[lingua greca|greca]] e [[lingua latina|latina]] rinvenuti tra le sabbie egiziane, circa 550 sono di codici e appena più del 70% di questi sono fatti di papiro.<ref name="cass"/> Si presume inoltre che il codice papiraceo fosse maggiormente comune anche fuori dall'Egitto. Quando i [[Antica Grecia|greci]] ed i romani disponevano solo del rotolo per scrivere libri, si preferiva usare il papiro piuttosto che la pergamena. È quindi logico credere che la stessa preferenza venisse usata per il codex quando questo divenne disponibile.
I ritrovamenti egiziani ci permettono di tracciare il graduale rimpiazzo del rotolo da parte del codice. Fece la sua comparsa in Egitto non molto dopo il tempo di Marziale, nel [[II secolo|II secolo d.C.]], o forse anche prima, alla fine del [[I secolo]]. Il suo debutto fu modesto. A tutt'oggi sono stati rinvenuti
==== Papiro e pergamena ====
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Deios, a quanto pare un libraio ambulante, voleva vendere una quantità di almeno quattordici codici di pergamena, che interessavano a un residente del villaggio egiziano. Il codex tanto apprezzato da Marziale aveva quindi fatto molta strada da [[Roma]].
Nel terzo secolo, quando tali codici divennero alquanto diffusi, quelli di pergamena iniziarono ad essere popolari. Il numero totale di codici sopravvissuti correntemente ammontano a più di cento; almeno 16 di questi sono di pergamena, quindi il 16%. Nel quarto secolo la percentuale si alza al 35% - di circa 160 codici, almeno 50 sono di pergamena - e rimane allo stesso livello nel [[V secolo]]. In breve, anche in [[Antico Egitto|Egitto]], la fonte mondiale del [[papiro]], il codice di pergamena occupava una notevole [[quota di mercato]].<ref name="cass"/><ref name="cod"/>
==== Era cristiana ====
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La [[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|caduta dell'Impero romano]] nel [[V secolo|V secolo d.C.]], vide il declino della cultura della [[Roma antica]]. Il [[papiro]] divenne difficile da reperire a causa della mancanza di contatti con l'[[Antico Egitto]] e la [[pergamena]], che per secoli era stata tenuta in secondo piano, divenne il materiale di scrittura principale.
I [[monastero|monasteri]] continuarono la tradizione scritturale [[letteratura latina|latina]] dell'[[Impero romano d'Occidente]]. [[Cassiodoro]], nel [[Monastero di Vivario]] (fondato verso il 540), enfatizzò l'importanza della copiatura dei testi.<ref>{{Cita|Avrin|pp.
I [[Monachesimo irlandese|monaci irlandesi]] introdussero la spaziatura tra le parole nel [[VII secolo]]. Essi adottarono questo sistema perché leggevano con difficoltà le parole [[lingua latina|latine]]. L'innovazione fu poi adottata anche nei Paesi neolatini (come l'Italia), anche se non divenne comune prima del [[XII secolo]]. Si ritiene che l'inserimento di spazi tra le parole abbia favorito il passaggio dalla lettura semi-vocalizzata a quella silenziosa.<ref>Paul Saenger, ''Space Between Words: The Origins of Silent Reading'', Stanford University Press (1997) {{en}}</ref>
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Il processo della produzione di un libro era lungo e laborioso. Il supporto di scrittura più usato nell'Alto Medioevo, la pergamena, o ''[[vellum]]'' (pelle di [[Bos taurus|vitello]]), doveva essere preparato, poi le [[pagina (carta)|pagine]] libere venivano pianificate e rigate con uno strumento appuntito (o un piombo), dopo di che il testo era scritto dallo [[scriba]], che di solito lasciava aree vuote a scopo illustrativo e [[rubricazione|rubricativo]]. Infine, il libro veniva rilegato dal [[legatoria|rilegatore]].<ref>Edith Diehl, ''Legatoria: gli antecedenti e tecnica'', Dover Publications (1980), pp. 14-16.</ref> Le [[copertina|copertine]] erano fatte di legno e ricoperte di cuoio. Poiché la pergamena secca tende ad assumere la forma che aveva prima della trasformazione, i libri erano dotati di fermagli o cinghie.
In quest'epoca si usavano differenti tipi di [[inchiostro]], usualmente preparati con fuliggine e gomma, e più tardi anche con [[Galla (botanica)|noce di galla]] e [[solfato ferroso]]. Ciò diede alla scrittura un colore nero brunastro, ma nero o marrone non erano gli unici colori utilizzati. Esistono testi scritti in rosso o addirittura in oro, e diversi colori venivano utilizzati per le [[miniatura|miniature]]. A volte la pergamena era tutta di colore viola e il testo vi era scritto in oro o argento (per esempio, il ''[[Codex Argenteus]]'').<ref>{{Cita|Bischoff|pp.
Per tutto l'Alto Medioevo i libri furono copiati prevalentemente nei monasteri, uno alla volta. Con l'apparire delle [[università]], la cultura del [[manoscritto]] dell'epoca portò ad un aumento della richiesta di libri e si sviluppò quindi un nuovo sistema per la loro copiatura. I libri furono divisi in fogli non legati (''pecia''), che furono distribuiti a differenti copisti; di conseguenza la velocità di produzione libraria aumentò notevolmente. Il sistema venne gestito da corporazioni laiche di [[Cancelleria (ufficio)|cartolai]], che produssero sia materiale religioso che profano.<ref>{{Cita|Bischoff|pp.
L'[[ebraismo]] ha mantenuto in vita l'arte dello [[scriba]] fino ad oggi. Secondo la tradizione ebraica, il rotolo della [[Torah]] posto nella [[sinagoga]] deve esser scritto a mano su [[pergamena]] e quindi un libro stampato non è permesso, sebbene la congregazione possa usare [[siddur|libri di preghiere]] stampati e copie della [[Bibbia ebraica]] possano esser utilizzate per [[studio della Torah|studio]] fuori dalla sinagoga. Lo [[scriba]] ebraico (''sofer'') è altamente rispettato nell'ambito della comunità ebraica osservante.
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Anche gli [[arabi]] produssero e rilegarono libri durante il periodo medievale [[islam]]ico, sviluppando tecniche avanzate di [[calligrafia araba]], [[miniatura]] e [[legatoria]]. Un certo numero di città del [[mondo islamico]] medievale furono sede di centri di produzione libraria e di mercati del libro. [[Marrakech]], in [[Marocco]], ebbe una strada denominata ''Kutubiyyin'', o "venditori di libri", sulla quale nel [[XII secolo]] si affacciavano più di 100 librerie; la famosa Moschea Koutoubia è così chiamata a causa della sua posizione in quella strada.<ref name="cass">Lionel Casson, ''Libraries in the Ancient World'', [[Yale]] University Press (2002), ''passim'' {{en}}</ref>
Il mondo islamico medievale utilizzò anche un metodo di riproduzione di copie affidabili in grandi quantità noto come "[[Correttore di bozze|lettura di controllo]]", in contrasto con il metodo tradizionale dello scriba che, da solo, produceva una copia unica di un manoscritto unico. Col metodo di controllo, solo "gli autori potevano autorizzare le copie, e questo veniva fatto in riunioni pubbliche, in cui il copista leggeva il testo ad alta voce in presenza dell'autore, il quale poi la certificava come precisa".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Edmund Burke|titolo=Islam at the Center: Technological Complexes and the Roots of Modernity|rivista=[[Journal of World History]]|volume=20|numero=2|data=giugno 2009|editore=[[University of Hawaii]] Press|doi=10.1353/jwh.0.0045|pp=165–186 [43] |issn=1045-6007 }}</ref> Con questo sistema di lettura controllata, "un autore poteva produrre una dozzina o più copie di una data lettura e, con due o più letture, più di cento copie di un singolo libro potevano essere facilmente prodotte."<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Edmund Burke|titolo=Islam at the Center: Technological Complexes and the Roots of Modernity|rivista=[[Journal of World History]]|volume=20|numero=2|data=giugno 2009|editore=[[University of Hawaii Press]]|doi=10.1353/jwh.0.0045|pp=165–186 [44]}}</ref>
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In [[xilografia]], un'immagine a [[bassorilievo]] di una [[pagina (carta)|pagina]] intera veniva intagliata su tavolette di legno, inchiostrata e usata per stampare le copie di quella pagina. Questo metodo ebbe origine in [[Cina]], durante la [[Dinastia Han]] (prima del 220 a.C.), per [[stampa]]re su [[tessile|tessili]] e successivamente su [[carta]], e fu largamente usato in tutta l'[[Asia orientale]]. Il libro più antico stampato con questo sistema è il ''[[Sutra del Diamante]]'' (868 d.C.).
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Le macchine da stampa [[Macchina a vapore|a vapore]] diventarono popolari nel [[XIX secolo]]. Queste macchine potevano stampare {{formatnum:1100}} fogli l'ora, ma i tipografi erano in grado di impostare solo {{formatnum:2000}} lettere l'ora.
Le macchine tipografiche
I secoli successivi al [[XV secolo|XV]] videro quindi un graduale sviluppo e miglioramento sia della stampa, sia delle condizioni di [[libertà di stampa]], con un relativo rilassamento progressivo delle legislazioni restrittive di [[censura]]. A metà del [[XX secolo]], la produzione libraria europea era salita a oltre {{formatnum:200000}} titoli all'anno.
Nella seconda metà del XX secolo la tecnologia [[informatica]] ha reso possibile con la diffusione di libri in formato elettronico, poi chiamati ''[[eBook]]'' o ''e-book'' (da ''electronic book''), una rivoluzione in quanto come ha evidenziato il bibliofilo [[Nick Carr]] dalle caratteristiche della carta stampata ovvero: ''fissità della pagina, fissità dell'edizione, fissità dell'oggetto, fissità della realizzazione'', si passa alla: ''fluidità della pagina, fluidità dell'edizione, fluidità del contenitore, fluidità della crescita.''<ref>[[Kevin Kelly]], The Inevitable, (2016), ''L'inevitabile, le tendenze tecnologiche che rivoluzioneranno il nostro futuro'', (2017), Milano, Il Saggiatore, trad. Alberto Locca, ISBN 978-88-428-2376-6 ,
Nel 1971<ref name=USINFO>{{Cita web |cognome = Thomas |nome = Jeffrey |data = 20 luglio 2007 |url = http://usinfo.state.gov/xarchives/display.html?p=washfile-english&y=2007&m=July&x=200707201511311CJsamohT0.6146356 |titolo = Project Gutenberg Digital Library Seeks To Spur Literacy |editore = U.S. Department of State, Bureau of International Information Programs |accesso = 20 agosto 2007 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070819225531/https://usinfo.state.gov/xarchives/display.html?p=washfile-english&y=2007&m=July&x=200707201511311CJsamohT0.6146356|dataarchivio = 19 agosto 2007}}</ref> nasce il [[Progetto Gutenberg]], lanciato da [[Michael S. Hart]], la prima biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati. L'uso degli eBook al posto dei libri stampati si è tuttavia diffuso solo all'inizio del XXI secolo.<ref>[[Ted Nelson]] ''[[Literary Machines]]: The report on, and of, Project Xanadu concerning word processing, electronic publishing, hypertext, thinkertoys, tomorrow's intellectual... including knowledge, education and freedom'' (1981), Mindful Press, Sausalito ([[Baia di San Francisco]]), [[California]]. Altre edizioni: 1980–84, 1987, 1990–93 (edizione italiana, ''Literary machines 90.1. Il progetto Xanadu'', Franco Muzzio Editore, Padova 1992)</ref>
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=== Frontespizio ===
{{vedi anche|Frontespizio}}
[[File:
Il "frontespizio" è la pagina pari, di solito la prima (o la terza) di un libro, che presenta le informazioni più complete sul libro stesso.
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== Voci correlate ==
{{div col|3}}
* [[Audiolibro]]
* [[Bibliofilia]]
* [[Bibliotecario]]
* [[
* [[Johannes Gutenberg]]▼
* [[eBook]]
* ''[[Editio princeps]]'' ([[Prima edizione]])
* [[Formato_carta#Formati_dei_libri|Formati dei libri]]
▲* [[Johannes Gutenberg]]
* [[Libreria (negozio)]]
* [[Libri remainder]]
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