Mohammed Omar: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|l'omonimo calciatore|Mohammed Omar Ahmed}}
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|Nome = Mohammed Omar
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|Data_di_nascita = 18 maggio
|Nato_a = [[Nodeh]]
|Data_di_morte = 23 aprile
|Morto_a = [[Karachi]]
|Cause_della_morte = [[Tubercolosi]]
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|Unità =
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|Guerre = [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)]] <br/> [[Guerra civile in Afghanistan (1989-1992)]] <br/> [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)]]
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▲{{Carica pubblica
▲|nome = Mohammed Omar
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▲|didascalia =
▲|carica = Capo del Consiglio supremo dell'[[Emirato islamico dell'Afghanistan]]
▲|mandatoinizio = 27 settembre 1996
▲|mandatofine = 13 novembre 2001
▲|predecessore = [[Burhanuddin Rabbani]] <small>(come ''Presidente'')</small>
▲|successore = [[Burhanuddin Rabbani]]<br /><small>(come ''Presidente'')</small>
▲|titolo di studio = Diploma di scuola coranica
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{{Bio
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|AnnoMorte = 2013
|NoteMorte = <ref name=morte>{{Cita web |url = http://www.corriere.it/esteri/15_luglio_29/afghanistan-media-ucciso-leader-talebani-mullah-omar-460bdb24-35c9-11e5-b050-7dc71ce7db4c.shtml |titolo = Il governo afghano conferma: «Il mullah Omar è morto nel 2013» |sito = corriere.it |data = 29 luglio 2015 |accesso = 30 gennaio 2018}}</ref>
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|Epoca2 = 2000
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== Biografia ==
ʿOmar apparteneva al gruppo etnico [[pashtun]]. Figlio di braccianti, è cresciuto tra le capanne del villaggio di [[Singesar]], dove non esistevano scuole e le donne dovevano abbigliarsi velate (secondo altri verrebbe invece da [[Nodeh]]), presso [[Kandahar]]. Perse il padre da giovane ed ebbe la responsabilità di mandare avanti la famiglia.
=== Invasione sovietica e radicalizzazione ===
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=== Leader dei talebani ===
Il 4 aprile 1996 i sostenitori del mullah ʿOmar lo acclamano con il titolo di ''Amīr al-Muʾminīn'' (أمير المؤمنين, "comandante dei credenti") - titolo usato storicamente per i [[Califfo|califfi]] - dopo che egli davanti alla folla di mullah dal tetto di un palazzo aveva indossato il mantello (''[[Burda (abbigliamento)|burda]]'') del [[profeta]] [[Maometto]]<ref>Un'altra reliquia invece si trova a [[Istanbul]], nel [[Palazzo Topkapı|Museo Topkapı]].</ref>, esposto in rare occasioni, l'ultima nel 1935, che si trovava nel Santuario del Mantello, uno dei luoghi di culto più importanti dell'Afghanistan a Kandahar. Con questa esibizione si arroga il diritto di guidare non solo gli afgani ma tutti i musulmani . Questo titolo gli fornirà una legittimazione mistica di superiorità sugli altri leader, che si manifesterà con la sua politica intransigente e la sua vita appartata<ref>Ahmed Rashid, ''Talebani: Islam, il petrolio e il Grande scontro in Asia centrale'',traduzione di Bruno Amato,Giovanna Bettini,Stefano Viviani,pagina 62, Feltrinelli , 2001, ISBN 88 07 17063 9</ref>.
ʿOmar rinominò l'Afghanistan come ''Emirato Islamico dell'Afghanistan'' nell'ottobre 1997. Nonostante questo il mullah ʿOmar non si trasferì a Kabul. Infatti, visitò Kabul solo due volte durante il regime talebano che durò dal 1996 al 2001. ʿOmar governò ritirato nella sua base di Kandahar.
Sotto il mullah ʿOmar le autorità talebane applicarono la [[shari'a]], la legge islamica con un'interpretazione singolare e estrema mai applicata altrove. Alle donne non fu concesso lavorare, eccetto che nella cura della salute, o frequentare scuole assieme ai maschi. Fu applicata un'interpretazione radicale del codice del vestiario islamico: le donne potevano uscire di casa solo se coperte da un [[hijab]] (la legge non prevedeva il [[burqa]], ma spesso le donne - di loro spontanea volontà o costrette dai mariti - indossavano questo). Gli uomini erano obbligati a lasciarsi crescere la barba e ad evitare vestiti o acconciature in stile occidentale. I cinema furono chiusi e la musica vietata. Il furto veniva punito con l'amputazione di una mano, lo stupro e l'omicidio con la pubblica esecuzione. Gli adulteri venivano [[lapidazione|lapidati]]. A Kabul le pene venivano eseguite di fronte alla folla in quello che era stato lo stadio di calcio della città.
Allo stesso tempo, bandì formalmente la coltivazione del papavero da oppio dall'Afghanistan.<ref>{{Cita web|autore =|url =http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/28/Oppio_Afghanistan_anno_calato_del_co_0_0110281804.shtml|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20140907164926/http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/28/Oppio_Afghanistan_anno_calato_del_co_0_0110281804.shtml|titolo =«Oppio in Afghanistan, in un anno è calato del 94 per cento»|accesso =|data =|urlmorto =sì
=== Dopo il 2001 ===
Da quando nel 2001 è iniziata la guerra all'Afghanistan, ʿOmar mantiene dalla clandestinità il ruolo di capo della resistenza. Gli Stati Uniti offrono 10 milioni di dollari di ricompensa per informazioni che aiutino a catturarlo e di 25 milioni per la sua cattura.
Il 23 maggio 2011 la televisione afghana ''Tolo tv'', basandosi su fonti anonime, ha erroneamente annunciato l'uccisione del Mullah in Pakistan due giorni prima, notizia successivamente smentita dai portavoce dei talebani, i quali hanno ribadito come egli si trovi in Afghanistan e continui a guidare la resistenza.
=== Morte ===
Il 29 luglio 2015 fonti vicine ai vertici della sicurezza afghana hanno confermato la morte del Mullah ʿOmar. Secondo tali fonti, poi confermate dai talebani stessi, il mullah è morto per [[tubercolosi]]
== Note ==
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