Unabomber (Italia): differenze tra le versioni

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'''Unabomber''' è un [[Bomba (ordigno)|bombarolo]] seriale non identificato, autore di numerosi [[attentato|attentati dinamitardi]] commessi nelle [[Regioni d'Italia|regioni]] [[italia]]ne del [[Veneto]] e del [[Friuli-Venezia Giulia]] tra gli [[anni 1990]] e [[Anni 2000|2000]]. La sua [[strategia]], priva di un chiaro movente, consisteva nel collocare [[Ordigno esplosivo improvvisato|ordigni esplosivi improvvisati]] in luoghi aperti al pubblico, che hanno procurato lesioni e menomazioni a chi ne è stato vittima. Il nome Unabomber è stato utilizzato dalla [[Giornalismo in Italia|stampa italiana]] in analogia con il caso dello statunitense [[Theodore Kaczynski]].<ref>{{Cita web|url=https://www.linkiesta.it/it/article/2017/12/16/la-vera-e-incredibile-storia-di-unabomber-che-ha-fatto-nascere-matrix-/36514/|titolo=la-vera-e-incredibile-storia-di-unabomber}}</ref>
 
Le azioni attribuitegli sono, secondo le ricostruzioni<ref>{{cita web|url=http://www.italiacriminale.it/unabomber/|titolo=Unabomber|editore=italiacriminale.it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304122101/http://www.italiacriminale.it/unabomber/|urlmorto=sì}}</ref>, 31 o 33, distribuite su un arco temporale che va dal 1993 al 2007, con un periodo di quiescenza tra il 1997 e il 1999 compresi. L'autore (o gli autori) delle azioni è sempre stato ignoto, non ha rivendicato i suoi atti, non ha lasciato tracce tali da portare alla sua identificazione e ha seminato il panico in una vasta zona dell'[[Italia nord-orientale]], incentrata sull'asse [[Pordenone]]-[[Portogruaro]]-[[Lignano Sabbiadoro]].
 
Il suo caso è una delle vicende di [[cronaca nera]] che più hanno impressionato l'[[opinione pubblica]] italiana a cavallo fra gli anni 1990 e gli anni 2000, per l'inestricabilità, l'apparente irrazionalità e il terrore instillato nella popolazione dagli attentati, capaci di ferire obiettivi casuali e indifesi. L'autore, inoltre, ha colpito spesso in occasioni festose e più di una volta ha scelto come bersaglio i bambini.
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== Il personaggio ==
=== Il soprannome ===
Nel 2005 il direttore del ''[[Il Gazzettino|Gazzettino]]'' [[Luigi Bacialli]] decise di adoperare il nome di ''Monabomber'', mutuandolomutuato dall'espressione volgare in [[lingua veneta]] ''mona'', usata, in senso figurato, per indicare una persona sciocca. La scelta intendeva screditare l'attentatore ed evitarne la gratificazione: in questo senso fu condivisa da firme autorevoli<ref>{{Cita news|autore=[[Sandro Veronesi]]|titolo=L'arma del ridicolo per battere il terrorista|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/16/arma_del_ridicolo_per_battere_co_9_050316060.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=16 marzo 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141109113716/http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/16/arma_del_ridicolo_per_battere_co_9_050316060.shtml|dataarchivio=9 novembre 2014|urlmorto=sì|accesso=17 gennaio 2011}}</ref><ref>[[Michele Serra]]. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/16/amaca.html|titolo=«L'amaca»}}. ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 16 marzo 2005, p. 18.</ref> ma rigettata da altre, che la ritennero una violazione della [[deontologia]] [[giornalismo|giornalistica]].<ref>{{Cita news|autore=[[Sebastiano Vassalli]]|titolo=Sua Eccellenza il bombarolo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=2 aprile 2005|p=39|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141109113811/http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/02/Sua_Eccellenza_bombarolo_co_9_050402816.shtml|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/02/Sua_Eccellenza_bombarolo_co_9_050402816.shtml}}</ref> L'appellativo incontrò inoltre la contrarietà degli stessi giornalisti del ''Gazzettino'', che si rifiutarono di utilizzarlo negli articoli,<ref>Comitato di redazione del Gazzettino di Venezia. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/17/INTERVENTI_REPLICHE_co_9_050317097.shtml|titolo=«Interventi e repliche»}}. ''Corriere della Sera'', 17 marzo 2005, p. 43.</ref> del sindacato dei giornalisti del Veneto e della [[Federazione Nazionale Stampa Italiana]].<ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/15/ribattezziamolo-monabomber.html|titolo=«Ribattezziamolo Monabomber»}}. ''La Repubblica'', 15 marzo 2005, p. 4.</ref> Nel luglio 2006 Bacialli fu sostituito da Roberto Papetti e la testata ricominciò ad utilizzare il nome Unabomber.
 
=== Le attività ===
Unabomber colpiva con regolarità, ma non è ritenuto un [[serial killer]], poiché probabilmente le sue azioni non hanno mai causato direttamente nessun decesso e probabilmente erano finalizzate non ad uccidere ma a ferire, anche se apiù volte hanno sfiorato l'esito mortale; potrebbe non essere considerato propriamente neppure un [[terrorista]], avendo agito per un moventemoventi oscurooscuri e non rivendicando i gesti criminali e il loro significato. Gli inquirenti ritengono tuttavia possibile contestargli l'[[aggravante]] della finalità di [[terrorismo]],<ref name="FolliaEsplosiva">[[Giovanni Minoli]] e altri. {{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/follia-esplosiva/885/default.aspx|titolo=«Follia esplosiva»|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141016211214/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/follia-esplosiva/885/default.aspx }}. ''[[La Storia siamo noi]]'', 25 marzo 2009.</ref> che però non è mai stata inserita in un'[[imputazione]] formale o in una [[sentenza]]. Ad alcune vittime di Unabomber lo Stato ha riconosciuto un [[risarcimento]] in denaro, come in genere avviene per le vittime del terrorismo. La prima donna gravemente ferita, Anna Pignat, è deceduta nel 2008 senza averlo ricevuto; l'hanno ottenuto invece Anita Buosi (90.466 euro), Ludovica Gianni (38.418) e le due bambine di nove e sei anni ferite nel 2003 e nel 2005 (rispettivamente 190.455 e 53.786).<ref name="LaNuovaVenezia">{{cita testo|url=http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2010/10/28/news/tempi-lunghi-per-il-risarcimento-2625865|titolo=«Tempi lunghi per il risarcimento»}}. ''[[La Nuova di Venezia e Mestre]]'', 28 ottobre 2010.</ref><ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/13/fu-uno-dei-primi-bersagli-di-unabomber.html|titolo=«Fu uno dei primi bersagli di Unabomber: scompare la donna colpita 13 anni fa»}}. ''La Repubblica'', 13 aprile 2008, p. 21.</ref>
 
Unabomber è ricercato per una serie di reati inerenti [[lesione personale|lesioni personali]] di varia gravità e per [[Delitto tentato|tentato]] [[omicidio]].
 
L'ultimo attentatoepisodio compiutocriminale daricondotto ad Unabomber risale al 628 maggioottobre 20062007; la lunga inattività si presta a svariate interpretazioni. Tra le possibili spiegazioni vi sono quelle secondo cui l'attentatore potrebbe essere morto, oppure potrebbe essere stato arrestato e incarcerato per un altro reato e non identificato, aver perso l'interesse a colpire o essere semplicemente in pausa.<ref>Massimiliano Melilli. {{cita testo|url=http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2010/24-novembre-2010/unabomber-silenzio-piu-morto-no-sonno-1804233405816.shtml|titolo=«Unabomber, il silenzio più lungo: È morto. No, in sonno»}}. ''[[Corriere del Veneto]]'', 24 novembre 2010.</ref> C'è però chi formula ipotesi più complesse, sostenendo che possa trovarsi in psicoterapia o anche in terapia farmacologica.<ref>Ivan Vadori. {{cita testo|url=http://affaritaliani.libero.it/cronache/anteprima_maschera_unabomber_libro260111.html|titolo=«Dietro la maschera di Unabomber»|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110131061917/http://affaritaliani.libero.it/cronache/anteprima_maschera_unabomber_libro260111.html }} (intervista allo scrittore Francesco Altan). ''[[Affaritaliani.it]]'', 26 gennaio 2011.</ref> Alcuni inquirenti, come Domenico Labozzetta, dichiarano un sostanziale agnosticismo sul fatto che le indagini non si siano mai realmente avvicinate al responsabile degli attentati. Gli investigatori ritengono comunque aperto il caso Unabomber, sostenendo la necessità di riprenderlo periodicamente in esame.<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
=== Il profilo criminologico ===
Un elemento che distingue Unabomber è stato l'impossibilità per gli inquirenti di delineare un preciso [[modus operandi|schema operativo]] dei suoi attacchi. Si possono solo notare alcune peculiarità, come il fatto che le località più colpite siano state [[Pordenone]] e [[Portogruaro]]. Si può inoltre ipotizzare che mirasse ai piccoli centri più che alle città, per terrorizzare più efficacemente la popolazione. Tra i caratteri comuni degli attentati, spicca la tendenza ad attuarli nei giorni di festa o durante la stagione estiva, in luoghi particolarmente affollati e particolarmenteed importanti nel periodo dell'anno in corso (le chiese nelle festività religiose, le spiagge durante l'estate, le piazze nel periodo di [[Carnevale]]). Il fatto che non abbia colpito tra il 1997 e il 1999 ha indotto alcuni a ipotizzare un impedimento (ad esempio una detenzione, oppure il servizio o una missione militare). In aggiunta sembrava conoscere bene il territorio, quindi potrebbe essere legato al [[Friuli]] occidentale o alla stessa città di [[Pordenone]].
 
I tentativi di [[profilazione criminale|profilazione]] hanno restituito il ritratto di una persona di età tra i 35 e 50 anni, visto il prolungato tempo di attività e le conoscenze dimostrate nel realizzare gli attentati. Il modo in cui venivano preparati i suoi ordigni esplosivi rivelava non solo grande manualità e perizia nella [[chimica]], maed anche cura maniacale dei dettagli. Considerando il tempo e la dedizione necessari per la preparazione di dispositivi del genere, è probabile che vivesse da solo o con qualcuno non in grado di intralciarlo, come un genitore anziano o un figlio piccolo, oppure che avesse a disposizione un luogo isolato. Non si esclude che abbia osservato da lontano alcune delle esplosioni: una vittima ha affermato di aver visto un uomo che le sorrideva prima che lei raccogliesse quello che poco dopo si sarebbe rivelato uno degli oggetti esplosivi incriminati. Nel suo [[modus operandi]], tuttavia, non è emersa alcuna tendenza all'esibizionismo o l'intenzione di lasciare una firma.
 
Molte le ipotesi sui moventi, basate sul fatto che gran parte delle vittime sono state colpite in occasione di festività cristiane o in luoghi di aggregazione collettiva. Le vittime preferite non appartengono a categorie sociali ricorrenti, contro le quali vi potrebbe essere un accanimento causato dal disprezzo, ma sono persone comuni o bambini. Secondo alcuni [[psicologia|psicologi]] potrebbe soffrire di un trauma o di una [[disabilità|menomazione]], che lo spingerebbero a colpire senza mirare ad alcun obiettivo specifico.<ref name=serialkiller>{{Cita libro |titolo =I serial killer|autore1=Vicenzo Maria Mastronardi|autore2=Ruben De Luca| editore =[[Newton Compton Editori]]|città=[[Ariccia]]|anno=2013|pp=807-809|ISBN =978-88-541-6121-4 }}</ref>
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Fin dall'inizio le indagini sul caso Unabomber furono penalizzate dall'impossibilità di individuare un [[movente (diritto)|movente]]. Questo dato, pur avendo minore importanza sotto il profilo processuale, è fondamentale in fase investigativa, dal momento che permette di limitare le ricerche a un numero circoscritto di persone sospettabili.<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
Anche la sospensione degli attentati si rivelò un problema, poiché se da un lato essi erano l'unica fonte di indizi, dall'altro gli inquirenti stessi si persuasero che gli episodi fossero terminati e l'inchiesta entrò in una fase di quiescenza., L'inchiestavenendo fupoi ulteriormente danneggiata da una serie di errori degli stessi inquirenti e delle forze dell'ordine, oltre che da fughe di notizie.<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
Anche la partecipazione di associazioni e cittadini, in particolare attraverso l'istituzione di taglie, non fu utile: quando Unabomber colpì a Fagarè, nel più drammatico dei suoi attentati, alcuni supposero si fosse attivato per vendetta contro la taglia di 50.000 euro posta sul suo capo, attraverso il quotidiano ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'', dall'imprenditore [[Giorgio Panto]], la cui fabbrica si trovava nelle vicinanze.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/aprile/27/Forse_colpito_per_vendicarsi_della_co_0_030427059.shtml|titolo=«Forse ha colpito per vendicarsi della taglia messa su di lui»}}. ''Corriere della Sera'', 27 aprile 2003, p. 1.</ref> Le varie taglie sarebbero state rese inutili anche dall'inesistenza di un fenomeno di [[omertà]] intorno al caso.<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
Oltre a ciò, la vicenda fu complicata dalla dispersione geografica degli episodi, che finirono per coinvolgere ben quattro [[Procura della Repubblica|procure]]: il fatto di [[Sacile]] (21 agosto 1994) attivò la procura di [[Pordenone]], quello di [[Aquileia]] (11 dicembre 1995) coinvolse la procura di [[Udine]], quello di [[Bibione]] (26 dicembre 1995) chiamò in causa la procura di [[Venezia]] e infine quello di [[Motta di Livenza]] (2 novembre 2001) riguardò la procura di [[Treviso]]. Un altro problema fu rappresentato dal ricambio dei magistrati, troppo frequente rispetto alla lunga durata delle indagini sul caso. Per ovviare a questi inconvenienti, anche sulla spinta dell'indignazione generale seguita alall'attentato casocompiuto dia Fagarè (il 25 aprile 2003), fu istituita una superprocura con il compito di coordinare le indagini. Lo speciale ufficio però finì per naufragare, inaspettatamente travolto dall'esito imbarazzante del [[#Elvo Zornitta|caso Zornitta]].<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
=== Indizi ===
I principali indizi in mano alle autorità inquirenti sul caso Unabomber sono:
* i reperti obiettivi degli ordigni esplosi e inesplosi,
* il [[DNA]] repertato dal [[Reparto investigazioni scientifiche|RIS]] di [[Parma]] a partire dal capello e dalle tracce di saliva trovate nell'uovo -bomba dell'ipermercato di [[Portogruaro]],
* una parziale [[impronta digitale]] rilevata da uno degli oggetti,<ref>Fiorenza Sarzanini. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/06/Unabomber_mezza_impronta_puo_tradire_co_0_030506041.shtml|titolo=«Unabomber, mezza impronta lo può tradire»}}. ''Corriere della Sera'', 6 maggio 2003, p. 16.</ref>
* i profili criminologici dell'attentatore, la sua tempistica, la sua territorialità, i materiali e le tecniche usate per confezionare gli ordigni.
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Indizi minori sono rappresentati da varie testimonianze oculari che portarono anche alla formazione di alcuni [[identikit]]. Alcune di esse vennero raccolte in occasione dell'attentato al tribunale di [[Pordenone]] (24 marzo 2003), occasione nella quale furono esaminati anche i video del sistema di sicurezza. Questi, però, restituirono immagini confuse, nelle quali parve solo possibile intravedere un uomo che indossava un abbigliamento mimetico con un paio di baffi all'apparenza posticci.<ref>Luca Fazzo. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/03/26/unabomber-avra-presto-un-volto.html|titolo=«Unabomber avrà presto un volto»}}. ''La Repubblica'', 26 marzo 2003, p. 25.</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/27/Unabomber_volto_sospetto_ripreso_dalle_co_0_030327042.shtml|titolo=«Unabomber, volto sospetto ripreso dalle telecamere»}}. ''Corriere della Sera'', 27 marzo 2003, p. 20.</ref>
 
Movente a parte, è facile riconoscere gli obiettivi di Unabomber dagli effetti delle esplosioni, dalle caratteristiche delle vittime, dai tempi e dai luoghi degli attentati. Gli ordigni sono esplosi tipicamente in direzione della persona, spesso provocando lesioni permanenti alle mani (tipicamente la perdita delle prime tre dita) e agli occhi. Le vittime sono individui comuni, selezionati dal caso, a volte bambini.; Comecome già detto, tempi e luoghi dimostrano una marcata preferenza per i periodi di festa o di vacanza e non escludono bersagli legati al mondo della [[religione]].<ref name=FolliaEsplosiva/>
 
Su queste basi è stato stilato il profilo dell'attentatore, sfruttando a tal fine anche l'esperienza degli esperti nella caccia agli [[serial killer|assassini seriali]]; come già accennato, nel corso del tempo si è supposto trattarsi di un soggetto di [[Uomo (genere)|sesso maschile]], di età compresa fra i 35 e i 50 anni, appassionato di esplosivi e forse con manie di protagonismo.<ref name=FolliaEsplosiva/> Si è ritenuto che vivesse solo o con qualcuno non in grado di intralciarlo nelle sue attività (ad esempio un genitore anziano o un figlio piccolo), che collezionasse gli articoli delle testate informative sui propri atti criminali e che possa aver commesso altri reati oltre a quelli per cui è diventato noto.<ref>Alessandro Russello. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/05/Caccia_Unabomber_lui_sappiamo_tutto_co_0_0111057806.shtml|titolo=«Caccia a Unabomber: Di lui sappiamo tutto, presto cadrà in trappola»}}. ''Corriere della Sera'', 5 novembre 2001, p. 16.</ref> Ne furono tracciati anche profili [[psicopatologia|psicopatologici]].<ref>Carlo Bonini. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/05/11/un-bimbo-dai-traumi-irrisolti-ecco-chi.html|titolo=«Un bimbo dai traumi irrisolti: ecco chi c'è dietro Unabomber»}}. ''La Repubblica'', 11 maggio 2003, pag. 15.</ref> Non tutti hanno però escluso la possibilità che si trattasse invece di una [[donna]].
 
=== Piste seguite ===
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Nel 2010 alcuni giornali ipotizzarono una riapertura del caso Zornitta in seguito alla pubblicazione di un video nel quale si vedeva l'ingegnere intento a strofinare un paio di forbici con un oggetto. Il gesto fu interpretato come una limatura e le forbici, a detta degli inquirenti, sarebbero state identificate con un paio che sarebbe stato sottratto ai carabinieri nel corso di una perquisizione, successiva a tutti gli attentati: l'azione, compiuta dopo aver appreso la notizia della compatibilità tra le forbici e il lamierino, parve insomma un'ammissione di responsabilità. Secondo l'avvocato Paniz, tuttavia, il video, girato durante il periodo di sorveglianza dell'uomo, era già agli atti con il resto del materiale esaminato, l'atto era stato eseguito mesi dopo il sequestro delle ormai famose forbici e nessuna prova della sottrazione di queste forbici a tale sequestro era mai stata dimostrata: poteva quindi consistere in una semplice manutenzione dei pochi oggetti ancora in mano all'ingegnere.<ref>{{cita testo|url=http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2010/10/28/news/zornitta-un-incubo-ma-sono-tranquillo-2619340|titolo=«Zornitta: Un incubo ma sono tranquillo»}}. ''La Nuova di Venezia e Mestre'', 28 ottobre 2010.</ref>
 
A seguito dell'[[archiviazione]], Elvo Zornitta si trova processualmente nella stessa situazione di qualsiasi altro cittadino: nei suoi confronti un processo per i reati di Unabomber non è precluso, ma al contempo non c'è alcuna ragione di eseguirlo, in quanto tecnicamente la sua innocenza non è mai stata messa in dubbio dalla formalizzazione di un'accusa. Zornitta ha lamentato seri danni personali e patrimoniali, tra cui la perdita del lavoro, a causa delle indagini a suo carico e delle continue dichiarazioni fatte dagli organi inquirenti e dalla stampa a suo carico, e si è costituito [[parte civile]] nel processo contro Zernar, chiedendo un ingente [[risarcimento]].<ref name=LaNuovaVenezia/> Nell'ottobre 2022 Zornitta ha ricevuto un risarcimento dallo Stato pari a € 300.000.<ref>{{Cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/friuli-venezia-giulia/unabomber-zornitta_56266106-202202k.shtml|titolo=Unabomber, Zornitta risarcito con 300mila euro. Lui: "Sono pochi"|accesso=1º novembre 2022}}</ref> Sia l'avvocatura dello Stato che quella di parte civile hanno impugnato la decisione sul ''quantum'' del risarcimento, dando avvio a gennaio 2026 a un nuovo procedimento presso il Tribunale di Venezia.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Andrea Pasqualetto|url=https://www.corriere.it/cronache/22_ottobre_20/unabomber-condannato-stato-zornitta-risarcito-300-mila-euro-ma-lui-non-ci-sta-troppo-pochi-c079f378-4f98-11ed-b010-6f56425cdcb2.shtml|titolo=Unabomber, lo Stato condannato: Zornitta risarcito con 300 mila euro. Ma lui: «Pochi»|sito=Corriere della Sera|data=2022-10-20|accesso=2025-10-07}}</ref>
 
Nel settembre 2025 Zornitta viene definitiamente scagionato dalla prova del DNA, in quanto su nessuno dei reperti è stata rilevata la presenza di materiale genetico a lui riconducibile.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.messaggeroveneto.it/nordest/unabomber-dna-indagine-notizie-scagionati-indagati-zornitta-hfviahhq|titolo=Niente corrispondenza con il Dna di Unabomber, scagionati gli indagati. Zornitta: «Sono felice»|sito=Messaggero Veneto|data=2025-10-07|accesso=2025-10-07}}</ref>
 
=== Altri sospettati ===
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=== 1994 ===
* [[Sacile]], 21 agosto 1994. È in corso la 721ª edizione della [[Sagra dei Osei (Sacile)|Sagra dei Osei]], a cui partecipano almeno 50.000 persone. Alle 10:45 una donna raccoglie un [[tubo]] di ferro nei pressi di un cespuglio di ortensie, tra una fontanella e una cabina telefonica. L'oggetto è, lungo circa 30&nbsp;cm, ed imbottito di esplosivo e biglie di vetro, e deflagra, ferendo lievemente la donna e due dei suoi figli. Si tratta del primo [[tubo bomba]] di Unabomber, che si rivelerà una costante dei suoi attentati. Il fenomeno criminale non è ancora noto e gli investigatori battono [[#Piste seguite|piste terroristiche]].<ref name=FolliaEsplosiva/><ref name=Corriere220894>Domenico Pecile. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/22/attentato_alla_Sagra_ombra_dell_co_0_9408226537.shtml|titolo=«Attentato alla Sagra, l'ombra dell'ecoterrorismo»}}. ''Corriere della Sera'', 22 agosto 1994, p. 9.</ref><ref name=Repubblica220894>Marco Pacini. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/22/pordenone-una-bomba-alla-sagra-degli.html|titolo=«Pordenone, una bomba alla Sagra degli Osei»}}. ''La Repubblica'', 22 agosto 1994, p. 13.</ref>
* [[Pordenone]], 17 dicembre. Un altro tubo bomba simile a quello di Sacile esplode davanti al supermercato [[Standa]] di piazza del Popolo, sotto una siepe, intorno all'ora di chiusura del punto vendita. Una ragazza resta lievemente ferita dai frammenti di una vetrina.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref name=Repubblica050896>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/05/sette-attentati-stessa-tecnica.html|titolo=«Sette attentati, stessa tecnica»}}. ''La Repubblica'', 5 agosto 1996, p. 6.</ref>
* [[Aviano]], 18 dicembre. Durante la quarta domenica dell'[[Avvento]], un terzo tubo esplode in un cespuglio vicino al sagrato della chiesa parrocchiale delle Sante Maria e Giuliana nella frazione Castello, proprio mentre i fedeli escono dalla messa. Non ci sono feriti.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref name=Repubblica050896/>
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=== 1995 ===
* [[Azzano Decimo]], 5 marzo 1995. La domenica di [[Carnevale]], due tubi esplodono a distanza di poche centinaia di metri l'uno dall'altro. Le detonazioni si confondono con i rumori della festa e nessuno resta ferito.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref name=Repubblica050896/>
* [[Pordenone]], 30 settembre. EsplodonoVengono ritrovati due tubi bomba nella stessa giornata e uno di essi determina il primo grave ferimento. Il primo viene collocato in via Fratelli Bandiera, nei pressi di un'abitazione e vicino a un cassonetto della spazzatura, dove viene raccolto intorno alle 16:30 dalla pensionata Anna Pignat; quando l'ordigno esplode, causa alla donna gravissime lesioni agli arti superiori. Il secondo tubo viene recuperato in via Fratelli Rosselli da un'altra donna, che non percepisce il pericolo e lo porta a casa. L'indomani, venuta a conoscenza del primo episodio, sistema il tubo ancora intatto sulla bicicletta e lo consegna ai [[Arma dei Carabinieri|carabinieri]]. I militari fanno brillare l'ordigno, perdendo l'occasione di mandarlo ad analizzare.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Domenico Pecile. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/ottobre/03/Altro_tubo_bomba_paura_Pordenone_co_8_9510033103.shtml|titolo=«Altro tubo bomba, paura a Pordenone»}}. ''Corriere della Sera'', 3 ottobre 1995, p. 15.</ref><ref>Marco Pacini. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/10/03/il-seminatore-di-bombe-colpisce-ancora.html|titolo=«Il seminatore di bombe colpisce ancora»}}. ''La Repubblica'', 3 ottobre 1995, p. 19.</ref>
* [[Aquileia]], 11 dicembre. Esplode una cabina telefonica.<ref name=Corriere031101>Alessandro Russello. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/03/Esplosivo_cimitero_torna_Unabomber_co_0_0111031502.shtml|titolo=«Esplosivo al cimitero, torna Unabomber»}}. ''Corriere della Sera'', 3 novembre 2001, p. 15.</ref>
* [[Latisana]], 24 dicembre. Alla [[vigilia di Natale]] un episodio analogo si verifica a Latisana, che come Aquileia è in [[provincia di Udine]].<ref name=Corriere031101/>
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* [[San Stino di Livenza]], 1 settembre. Un tubo bomba esplode in un vigneto nel corso della vendemmia, ferendo lievemente al tallone una donna.<ref name=Corriere051100>Domenico Pecile. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/05/Torna_Unabomber_due_ordigni_giorno_co_0_0011057574.shtml|titolo=«Torna Unabomber, due ordigni in un giorno»}}. ''Corriere della Sera'', 5 novembre 2000, p. 17.</ref>
* [[Portogruaro]], 31 ottobre. In questa data inizia una sequenza di tre attentati tutti compiuti nello stesso luogo, un ipermercato di Portogruaro. Il primo episodio conferma la svolta strategica di Unabomber, con gli esplosivi nascosti all'interno di oggetti comuni. In questo caso si tratta di una confezione di uova acquistata da un uomo di Azzano Decimo, che aprendola vi nota all'interno alcuni fili, si insospettisce e consegna il prodotto ai carabinieri. Viene scoperto un ordigno contenuto in un uovo lessato, svuotato e abilmente ricostruito. Insolitamente, nell'uovo sono presenti due tracce biologiche: un capello e della saliva, di cui viene repertato il [[DNA]].<ref name=FolliaEsplosiva/><ref name=Corriere051100/><ref>Mauro Manzin. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/05/uovo-bomba-al-supermercato.html|titolo=«Uovo bomba al supermercato»}}. ''La Repubblica'', 5 novembre 2000, p. 27.</ref>
* [[San Stino di Livenza]], 1 novembre. Un altro ordigno viene scoperto nello stesso vigneto del precedente, dopo due mesi dadal questoprimo attentato in tale luogo e all'indomani dell'attentato di Portogruaro.<ref name=Corriere051100/>
* [[Portogruaro]]-Pinè ([[Cordignano]]), 7 novembre. Intorno alle 20:30 un tubetto di pomodoro acquistato all'ipermercato di Portogruaro esplode ferendo una donna, l'operaia Nadia Ros, che riporta gravi lesioni alla mano sinistra. Anche in questo caso l'attentatore ha operato con grande maestria, introducendo l'ordigno dalla giuntura inferiore della confezione per poi richiuderla perfettamente, ed anche il tappo del tubetto appare sigillato. Le forze dell'ordine setacciano l'ipermercato ed esaminano tutti gli articoli in vendita con il ''[[Cercametalli|metal detector]]'', senza però trovare nient'altro di sospetto.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Luigi Offeddu e Domenico Pecile. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/08/Incubo_Unabomber_esplosivo_nel_pomodoro_co_0_0011087693.shtml|titolo=«Incubo Unabomber: esplosivo nel pomodoro»}}. ''Corriere della Sera'', 8 novembre 2000, p. 15.</ref><ref>Fabrizio Ravelli. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/08/unabomber-torna-al-supermercato.html|titolo=«Unabomber torna al supermercato»}}. ''La Repubblica'', 8 novembre 2000, p. 13.</ref>
* [[Portogruaro]]-[[Roveredo in Piano]], 17 novembre. Nonostante la bonifica del locale, gli scaffali dell'ipermercato riservano un'altra sgradita sorpresa, questa volta ad una donna che vi ha acquistato un tubetto di maionese. Il marito della cliente, militare, insospettito dall'insolita durezza dell'oggetto, lo consegna ai carabinieri, che vi trovano all'interno una bomba.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Luciano Ferraro. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/19/Torna_Unabomber_esplosivo_nella_maionese_co_0_0011198143.shtml|titolo=«Torna Unabomber, esplosivo nella maionese»}}. ''Corriere della Sera'', 19 novembre 2000, p. 13.</ref><ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/19/la-nuova-beffa-di-unabomber.html|titolo=«La nuova beffa di Unabomber»}}. ''La Repubblica'', 19 novembre 2000, p. 28.</ref>
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=== 2002 ===
[[File:Cordenons 001.jpg|thumb|upright=0.8|[[Duomo di Santa Maria Maggiore (Cordenons)|La parrocchiale di Cordenons]] colpita il giorno di Natale del 2002.]]
* [[Porcia]], 23 luglio 2002. Unabomber torna a colpire i punti vendita della [[Grande distribuzione organizzata|grande distribuzione]]: è infatti all'[[Standa|IperStanda]] che, per la quarta volta, nasconde un ordigno nella confezione di un prodotto alimentare, in particolare in un vasetto di [[Nutella]] acquistato da una donna. Verso le 20:45, nel tentativo di aprire il barattolo, la cliente si accorge che da esso si sprigionano rumori e fumi e lo deposita sul davanzale esterno di una finestra della sua abitazione. L'oggetto esplode senza ferire nessuno. Le modalità dell'attentato inducono gli inquirenti a sospettare che il suo bersaglio fosse un bambino.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Costantino Muscau. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/25/Unabomber_voleva_colpire_bambino_co_0_020725431.shtml|titolo=«Unabomber voleva colpire un bambino»}}. ''Corriere della Sera'', 25 luglio 2002. p. 15.</ref>
* [[Pordenone]], 2 settembre. Gli attentati di Unabomber sembrano essere sempre più rivolti ai giovanissimi. Sono circa le 18:00 quando un bambino di cinque anni, Claudio Cicalò, resta ferito dallo scoppio di un tubetto di bolle di sapone, appena acquistato al Mercatone Zeta, sotto gli occhi della madre. Le ferite non sono gravi, ma l'accaduto desta enorme impressione nell'opinione pubblica.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Marisa Fumagalli. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/settembre/04/Unabomber_forse_altri_bambini_nel_co_0_0209046242.shtml|titolo=«Unabomber, forse altri bambini nel mirino»}}. ''Corriere della Sera'', 4 settembre 2002, p. 15.</ref><ref>Marco Mensurati. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/09/03/unabomber-sotto-tiro-bambini.html|titolo=«Unabomber, sotto tiro i bambini»}}. ''La Repubblica'', 3 settembre 2002, p. 20.</ref>
* [[Cordenons]], 25 dicembre. AllaDurante la messa di mezzanotte del giorno di [[Natale]], verso le ore 0:10, un tubo esplode sopra un confessionale della chiesa di Santa Maria Maggiore. Sul momento il parroco, don Giancarlo Stival, non comprende che cosa stia accadendo. Alcuni [[Arma dei Carabinieri|carabinieri]] in borghese presenti alla funzione impongono di evacuare l'edificio e proseguire le celebrazioni all'aperto. Non ci sono feriti.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Carlo Brambilla. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/12/27/natale-nel-mirino-di-unabomber.html|titolo=«Natale nel mirino di Unabomber»}}. ''La Repubblica'', 27 dicembre 2002, p. 29.</ref>
 
=== 2003 ===
* [[Pordenone]], 24 marzo 2003. Un ordigno esplode alle 12:23 in una ''toilette'' del [[Tribunale|Palazzo di Giustizia]], al secondo piano, proprio nei pressi dell'ufficio del procuratore Domenico Labozzetta, che sta indagando su Unabomber. Sembra una sfida all'autorità giudiziaria; per la prima volta pare che Unabomber voglia accanirsi contro qualcuno che avrebbe scoperto essere sulle sue tracce. Gli inquirenti sperano di incastrare il responsabile grazie ai sistemi di sicurezza, in particolare grazie ai filmati delle videocamere di sorveglianza, che risultano però inservibili a causa dell'usura dei nastri.<ref name=FolliaEsplosiva/><ref>Marisa Fumagalli. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/25/Scoppio_Tribunale_sfida_Unabomber_co_0_030325067.shtml|titolo=«Scoppio in tribunale, la sfida di Unabomber»}}. ''Corriere della Sera'', 25 marzo 2003, p. 21.</ref><ref>Luca Fazzo. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/03/25/unabomber-sfida-magistrati.html|titolo=«Unabomber sfida i magistrati»}}. ''La Repubblica'', 25 marzo 2003, p. 24.</ref>
* [[Fagarè della Battaglia]] ([[San Biagio di Callalta]]), 25 aprile. Il giorno della [[Anniversario della liberazione|Liberazione]] alcune famiglie sono accampate lungo il [[Piave]]. Alle 11:30 una bambina di [[Oderzo]] di nove anni, Francesca Girardi, raccoglie ed apre un evidenziatore trovato sul greto del fiume e che fino a poco prima assentenon era presente, come da lei stesso pienamente asserito,. cheL'oggetto esplode procurandole gravissime lesioni alla mano e all'occhio destridestro. La bambina ferita racconterà anche che, poco prima che lei raccogliesse l'ordigno camuffato, un uomo brizzolato poco distante l'avrebbe osservata sorridendo, circostanza confermata anche da altre persone presenti sul luogo.<ref>Daniela Monti. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/aprile/26/Unabomber_torna_colpire_ferita_una_co_0_030426027.shtml|titolo=«Unabomber torna a colpire, ferita una bambina»}}. ''Corriere della Sera'', 26 aprile 2003, p. 9.</ref><ref>[[Piero Colaprico]]. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/26/torna-incubo-unabomber-bimba-di-anni.html|titolo=«Torna l'incubo Unabomber: bimba di nove anni mutilata»}}. ''La Repubblica'', 26 aprile 2003, p. 2.</ref>
 
=== 2004 ===
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=== 2006 ===
* [[Porto Santa Margherita]] ([[Caorle]]), 6 maggio. Sul litorale presso la foce del [[Livenza]] due fidanzati trovano una bottiglia che al suo interno sembra contenere un messaggio. Uno dei due, Massimiliano Bozzo, infermiere, la raccoglie e la apre: facendolal'oggetto esplodereesplode, ferendosiprocurandogli gravementegravi lesioni alla mano sinistra e al collo (una scheggia giunge molto vicino alla carotide) e provocando lesioni anche alla giovane. Poco prima l'oggetto era stato notato da un uomo, che non l'aveva toccato. Si trattaè trattato adper oggianni dell'ultima azione criminale ricondotta a Unabomber.<ref>Marisa Fumagalli. {{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/07/Ordigno_una_bottiglia_torna_Unabomber_co_9_060507275.shtml|titolo=«Ordigno in una bottiglia, torna Unabomber»}}. ''Corriere della Sera'', 7 maggio 2006, p. 11.</ref><ref>Marco Mensurati. {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/05/07/ultima-trappola-di-unabomber.html|titolo=«L'ultima trappola di Unabomber»}}. ''La Repubblica'', 7 maggio 2006, p. 12.</ref>
 
=== 2007 ===