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<nowiki>{{P|eccessivamente apologetica|biografie|novembre 2010}}
{{Vescovo
{{W|biografie|novembre 2010}}
|nome=Beniamino Socche
{{F|argomento=cattolicesimo|data=novembre 2008}}</nowiki>
|immagine=Beniamino Socche.jpg
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|vescovo=Vescovo di [[Diocesi di Cesena-Sarsina|Cesena]]<br/>Vescovo di [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|Reggio Emilia]]
{{quote|''Chi dà al povero, riceverà da Dio.''|Don Cesare Carlo Baronio}}
|stemma=Bishopcoa.png
|ruolo=
|consacrato=
|nato=[[26 aprile]] [[1890]]
|deceduto=[[16 gennaio]] [[1965]]
|ch=socche
}}
{{Bio
|TitoloNome = '''Don'''Beniamino
|Cognome = Socche
|Nome = Cesare Carlo
|Cognome = Baronio
|Sesso = M
|LuogoNascita = CesenaVicenza
|GiornoMeseNascita = 1126 maggioaprile
|AnnoNascita = 18871890
|LuogoMorte = CesenaPietra Ligure
|GiornoMeseMorte = 716 febbraiogennaio
|AnnoMorte = 19741965
|Attività = vescovo cattolico
|Epoca = 1900
|Epoca2 =
|Attività = presbitero
|AttivitàAltre = ed [[educazione|educatore]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , venerato come [[Servo di Dio]] dalla [[Chiesa cattolica]]
|Immagine = Don Baronio foto del viso.PNG
}}
==Biografia==
===Gli anni giovanili: lo studio e la Grande Guerra===
'''Cesare Carlo Baronio''' nacque a [[Cesena]] (Forlì-Cesena, Italia) l'[[11 maggio]] [[1887]], da Pietro ed Emilia Franceschi. La sua é una famiglia benestante, di medi possidenti terrieri, che vive in un palazzo in Corso Cavour, nei pressi della Barriera, a Cesena <ref> vedi Dino Pieri, Don Baronio, Cesena, 1987, cap. intitolato: "Gli studi in seminaro e l'ambiente cattolico cesenate ai primi del secolo", pag. 15 </ref>. Carlo é l'ottavo di nove figli. Ragazzo "gaio e vivace, amante dell'esercizio fisico a contatto con la natura " <ref> vedi Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.2 </ref>, dopo la 5° Elementare si iscrive al Seminario. Il [[25 luglio]] [[1911]], davanti a un altare con effige della Madonna (oggi altare di san Giuseppe) nell'ambulacro della Basilica di [[Santa Maria del Monte]] a [[Cesena]], '''viene ordinato sacerdote''' dal Vescovo mons. Giovanni Cazzani che lo invia a Roma per continuare gli studi <ref> cfr. "Su le vie del Bene", XXVII, novembre - dicembre 1952, cit. in Dino Pieri, Don Baronio, Cesena, 1987, Apendice di scritti e documenti, pp. 227 e ss. </ref>.
===Gli anni giovanili e l'ordinazione sacerdotale===
Don Carlo '''si laurea in [[Lettere]]''', poi consegue altre due lauree: in '''[[Scienze Sociali]]''' e in '''[[Filosofia]]''' <ref> confronta Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio, Cesena, 2006, Profilo Biografico, p. 207. </ref>.
Durante la Grande Guerra ([[1915]]-[[1918]]), don Baronio é '''tenente cappellano al fronte'''. Qui si guadagnerà una '''Medaglia d' Argento al [[valor militare]]''' (e anche una piccola pensione come reduce), perché durante un bombardamento, pur essendo rimasto ferito soccorse gli altri soldati e diede loro i conforti religiosi <ref> vedi Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag. 3: "Per questo atto verrà decorato con medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: 'Sorpreso dallo scoppio di una granata di grosso calibro mentre, al posto di medicazione, attendeva all'esercizio del suo pietoso ministero presso i feriti, subito ripresosi dal primo sbigottimento, benché ferito da una scheggia alla guancia, affatto dimentico di sé, coraggiosamnente rimaneva sul posto a confortare ed a soccorrere le nuove vittime. Podgora, 21 luglio 1915 '." </ref>.
Al ritorno a Cesena, il sacerdote (che in dialetto romagnolo veniva chiamato ''Don Baroni'') trova una popolazione prostrata dalla guerra, dalla miseria e dalle epidemie <ref> idem pagg. 4 - 5 </ref>.
Il Vescovo lo nomina '''[[Canonico]] della Cattedrale''' nel [[1920]] <ref> vedi Alfredo Calbucci, 2006, pag. 207 </ref> e il prete cesenate comincia a svolgere una serie di attività pastorali e caritative. '''Insegna Lettere e Francese al seminario di [[Cesena]].''' <ref> vedi Dino Pieri, 2002, pag. 5 </ref>
Diviene direttore de '''"Il Risveglio"''' ([[1924]]).
Seguendo l'esempio di don [[Giovanni Bosco]] a [[Torino]], don Carlo comincia ad avere a cuore '''l'infanzia abbandonata'''.
A partire dal [[1925]] costituisce un comitato e fonda un giornale ('''" Su le vie del Bene"''') per la raccolta di fondi destinati ad un Istituto che raccogliesse i bambini poveri <ref> idem pagg. 6 - 7 </ref>.
Nacque a Vicenza da un'umile famiglia nel 1890 <ref> P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, '' Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Stilgraf, 1998 </ref>, il padre si chiamava Anselmo e la madre Lucia Manetto. Frequentò la scuola elementare dai Padri Giuseppini di [[San Leonardo Murialdo]] presso il Patronato Leone XIII di Vicenza, per poi passare al seminario diocesano. Il [[20 luglio]] del [[1913]] venne ordinato sacerdote dal vescovo [[Ferdinando Rodolfi]].
===L'età matura: la fondazione degli istituti===
Durante la [[Grande Guerra]] prestò servizio al fronte come infermiere, dal 1915 al 1918.
E quell'Istituto nascerà nel [[1926]] a [[Cesena]] (poco fuori le mura del Centro Storico, in zona Porta Santi, alle pendici del Monte, poco distante dall' Ospedale) in subborgo Valzania, nel territorio della Parrocchia di San Pietro Apostolo.
In seguito fu cappellano e maestro elementare a [[S.Pietro in Gu]] fino al 1927.
Si chiamerà '''"Istituto Figli del Popolo"''' <ref> vedi Dino Pieri, Don Baronio, Cesena, 1987, cap. intitolato " L'Istituto 'Figli del Popolo' (1926- 1951)", pagg. 51 - 52 . </ref>.
In quell'anno venne trasferito a [[Marano Vicentino]] dove fu nominato economo spirituale. Dal 1928 al 1932 fu poi economo e delegato vescovile a [[Marostica]].
I ragazzi accolti (orfani o provenienti da famiglie povere) frequentavano da piccoli le scuole elementari, mentre da grandicelli erano avviati al lavoro. Diversi giovani faranno pratica del mestiere proprio presso la piccola tipografia <ref> vedi Dino Pieri, 2002, pag 7 .</ref>del Canonico, che stampava "Il Risveglio", "Su le vie del Bene", oltre a manifesti e avvisi funerari.
I ragazzi con don Baronio assistono alla S. Messa il mattino presto nella '''Parrocchia di San Pietro''', fanno colazione, vanno a scuola o al lavoro; nel pomeriggio gli scolari fanno i compiti, giocano, seguono il catechismo, c'é la ginnastica, la musica. Con don Baronio si fanno diverse e anche lunghe gite a piedi. Alla '''Basilica del Monte''' i fanciulli vengono portati per le confessioni. '''Il metodo pedagogico adottato é quello "preventivo" di don Bosco.''' <ref> cfr. A. Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pag. 59 : "Nello Statuto Organico del 1927, per la parte educativo-morale, il Canonico stabilisce: ' Il sistema che si adotta é quello del Beato don Bosco che si puo' compendiare nel motto "fortiter et suaviter" di maniera tale che i ragazzi s'accorgano che tutto quello che si fa nell'Istituto, si fa per il loro bene...' .</ref>
Dal 1932 al 1935 divenne parroco ad [[Arcole]], e poi arciprete di [[Valdagno]] (1935 - 1939)<ref> cfr. A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Teramo, 1989 e http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Conte, consultato il 26 aprile 2012 </ref>.
Nel [[1927]] aprì in un locale attiguo all'istituto un laboratorio di sartoria per ragazzine <ref> v. Dino Pieri, 2002, pag. 10 . </ref>. Durante la '''Seconda Guerra Mondiale''', don Carlo fu molto attivo presso i civili nei rifugi sparsi per la città, portando viveri e la S. Messa e i sacramenti. <ref> Dino Pieri, 1976, pagg. 131 e ss. </ref> Sembrava non temere le granate e andava di passo svelto (alcuni l'avrebbero sentito rispondere alla domanda se non corresse troppi rischi : "le granate vanno per la loro strada e...io vado per la mia" <ref> cfr. C. Bastelli, 2004 . </ref>).
Nel [[1946]] aprì un collegio a Roncofreddo per bambine povere che poi si trasferì a Lizzano di Cesena.
Creò anche '''asili per l'infanzia''' che si reggevano sulla Provvidenza, cioé sulle offerte dei benefattori, a san Vittore di Cesena.
Per gli anziani abbandonati creò il '''"Ricovero di Sant'Anna"''' in alcune stanze sopra la tipografia dell' Istituto.
Nel [[1939]] era stata la volta di Montiano: qui fondò un collegio i cui allievi erano studenti <ref> Dino Pieri, 2002 . </ref>.
Nel suo percorso formativo conobbe, tra gli altri, don [[Giovanni Calabria]], proclamato santo nel 1999 da papa [[Giovanni Paolo II]] <ref> vedi http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Conte, consultato il 26 aprile 2012 </ref>.
Costituì poi istituti alle Balze di [[Verghereto]] ([[1942]]), a [[Faenza]] (nel [[1946]]), a [[Savignano sul Rubicone]] ([[1951]], nel borgo di San Rocco) e a [[Longiano]] ([[1966]]).
Perfino negli Abruzzi, a Villa Petto (comune di [[Colledara]], Teramo), aiutò bambine e fondò un collegio maschile ([[1958]]) <ref> confronta Alfredo Calbucci, 2006, pag. 207 . </ref>. Si prodigava per studenti poveri e seminaristi senza mezzi (un annuncio sul settimanale "[[Famiglia Cristiana]]", fatto pubblicare dal canonico, suonava pressappoco così: "Se c'é qualche giovane di buona volontà, ma sprovvisto di mezzi, che voglia studiare per diventare sacerdote, puo' scrivere per ricevere aiuto al Canonico Baronio- Cesena")<ref> cfr. Cesare Bastelli, Don Carlo Baronio, documentaro in VHS, Cesena, 2004 . </ref>. Anche dopo che i suoi bambinelli erano divenuti grandi e lasciavano l'Istituto, il sacerdote cesenate manteneva i contatti con loro, e al bisogno era disponibile ad aiutarli nuovamente <ref> Pieri, 2002, pag. 17. </ref>.
===L'etàLa avanzata:nomina a Vescovo di Cesena, viae gli anni della II° Guerra MuliniMondiale.===
Dal dopoguerra in poi, le condizioni dei cesenati migliorarono sempre di più e per fortuna l'infanzia abbandonata diminuiva.
Il Canonico allora decise di donare i beni di sua proprietà all'Opera che divenne, nel [[1964]], con Decreto del Presidente della Repubblica, '''Ente morale della Fondazione Istituto "Figli del Popolo"'''. La vecchia sede di subborgo Valzania (Porta Santi) fu venduta e fu costruita una grande nuova struttura in '''via Mulini''', su indicazione testamentarie del benefattore Cesare Martini. L'istituto invece di bambibi abbandonati cominciò ad ospitare adolescenti di famiglie problematiche. Fino a che si trasformò - come é ora - in '''"Fondazione Opera Don Baronio" per anziani soli e ammalati''': una struttura grande e moderna<ref> D. pieri, 2002, pag. 14 . </ref>.
Mons. Beniamino Socche venne nominato '''Vescovo di Cesena''' il [[4 febbraio]] [[1939]] da papa Pio XI, succedendo a mons. Alfonso Archi morto il [[4 dicembre]] del [[1938]]. Il [[9 febbraio]] la sua nomina venne pubblicata ufficialmente sull'Osservatore Romano, ma a causa della morte di Pio XI (il [[10 febbraio]]), fu il neo-eletto papa Pio XII a firmare la bolla apostolica di nomina in data [[16 marzo]][[1939]]<ref> v. A.Pirini, B.Socche, F.D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Teramo, 1989, nota a pag. 21 e P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, 1998, pag.516 </ref>.
Tra le numerose attività di caritativa che il presbitero romagnolo cercò di portare avanti si ricordano le visite ai '''carcerati''' della Rocca Malatestiana, e le elemosine fatte ai bisognosi nel suo "ufficio" di via Roverella <ref> D. Pieri, 2002, pagg. 21 - 22 . </ref>, nonché la premura per gli ammalati. Come confessore era cercato e stimato (anche per i "casi difficili"), e considerato benevolo, come scrisse il Vescovo Gianfranceschi <ref> D. pieri, 2002, pag. 23 . </ref>. Risulta aver fondato '''un'associazione per l'adorazione notturna''' ([[1923]]), e nel [[1952]] - tornato con Padre Guglielmo Gattiani da una visita a [[Padre Pio da Pietrelcina]] - '''un gruppo di preghiera mensile''' presso le suore cappuccine <ref> Pieri, 2002, pag. 29 . </ref>.
Il [[19 marzo]] [[1939]] fu ordinato vescovo di [[Diocesi di Cesena-Sarsina|Cesena]] nella chiesa di Valdagno e fece ingresso a Cesena il 14 maggio dello stesso anno (il giorno in cui - in quell'anno - si ricordava la Madonna del Popolo, patrona della città cesenate)<ref> E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2007. </ref>.
"Mentre mons. Archi amava l'ascetismo e l'isolamento, Socche era cordiale, stava volentieri con la gente, in una paternità affettuosa. Fu un innamorato della Madonna, cui ricorreva con fiducia di bambino; la sua devozione alla Madonna dl Popolo si espresse in forma commovente nei momenti più tragici della guerra" <ref> v. P.Altieri, ''Nella bufera della guerra'', in M.Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, 1998, pag. 516</ref>. "[...] Uomo di grande dolcezza e bontà, ma anche [...] personalità forte, decisa, senza tentennamenti e riguardi quando in coscienza ritiene di dover intervenire."<ref> G. Maroni, '' Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pag. 539. </ref>
Il suo aspetto era piuttosto trasandato, e questo gli veniva rimproverato dai suoi confratelli presbiteri <ref> cfr. C. Bastelli, Don Carlo Baronio, 2004. </ref>. Non era poi un predicatore tradizionale: la sua voce era sommessa, fuggiva gli intellettualismi, parlava con immagini semplici, senza i mezzi utilizzati usualmente dagli oratori. Ma ugualmente poteva colpire per la semplicità del gergo e la vivacità degli aneddoti dei santi che introduceva. Tra i suoi temi preferiti vi erano i Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso), la Confessione, la Comunione e le opere di misericordia. <ref> Dino Pieri, il Canonico Carlo Baronio e la sua opera, 1976, pag. 128. </ref>
Il suo [[stemma]] vescovile rappresentava l'arcobaleno, simbolo biblico della riconciliazione, della pace e della speranza cristiana. Il motto adottato fu "In virtute pax" (pace nella virtù o nella fortezza), e sembrava voler richiamare nella parola "virtute" l'origine greca della parola "socche" (cioé virtus - fortezza)<ref> vedi E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2007, pagg. 82-83 </ref>.
Gli anticlericali cesenati sembravano rispettarlo per la sua missione popolare: ma le cronache raccontano che una ragazza (dopo l'attentato a [[Togliatti]]) lo aggredì nel [[1948]] presso il Ponte Vecchio di [[Cesena]] (precisamente su per la salita di san Rocco, in via [[Aurelio Saffi]]), suscitando la riprovazione generale. Gesto che il sacerdote perdonò subito, anche dalle pagine di uno dei suoi giornali ("Su le vie del Bene", luglio [[1948]]) <ref> in Calbucci, 2006, pag. 125 . </ref>.
A [[Cesena]], mons. Socche promosse la crescita dell'[[Azione Cattolica]], che considerava un punto nevralgico della pastorale diocesana e parrocchiale. Nel luglio del [[1939]] ricostituì l'Unione Diocesana Uomini Cattolici disponendo che ne fosse costituita una sezione in ogni parrocchia; si adoperò per la scuola dirigenti dell'associazione e per una "tre giorni" (dedicata ai più preparati) che si teneva ogni anno in settembre all'Istituto Almerici. Quando fece la visita pastorale dichiarò di voler vedere tutti gli iscritti all'[[Azione Cattolica]] nelle diverse parrocchie <ref> cfr. E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, 1996. </ref>. Voleva che i catechisti fossero presi dalle fila di questa associazione cristiana, la quale doveva dimostrarsi "al di sopra della politica e dei partiti" ,ma non "al di fuori" di essi. Tra i membri dell'azione cattolica scelse "operai" e "operaie" che portassero avanti campagne per la purezza, contro la bestemmia, e per la moralizzazione del cinema <ref> v. E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, 1996, pagg. 25- 26 .</ref>.
Curò '''la pastorale''' in zone di confine della Parrocchia di San Pietro (allora immensa), che in seguito sarebbero divenute parrocchie autonome (Ponte Pietra, Sant'Egidio), diceva una S.Messa il mattino presto della Domenica per gli operai della '''ditta Arrigoni''', recandosi spesso dentro la fabbrica (a quei tempi una delle maggiori a [[Cesena]]) e cercò una mediazione in una difficile situazione sindacale andando a [[Roma]], per evitare cospicui licenziamenti collettivi <ref> cfr. Bastelli, 2004 e D. Pieri, 2002 pagg. 20 - 21 . </ref>.
Diede anche un nuovo impulso al catechismo nelle parrocchie e si occupò di morale cattolica (condannando per es. la moda femminile indecorosa). Grande fu la sua devozione per la [[Vergine Maria]] che dimostrò e diffuse in vari modi: promosse gli "Operai del Rosario", curò il culto alla Madonna del Popolo presso la Cappella del Duomo, si recò spesso in preghiera all'[[abbazia di Santa Maria del Monte]] (in cui faceva organizzare annualmente le fiorite dei bambini), fece numerosi pellegrinaggi individuali alla [[Santa Casa di Loreto]]. Soleva dire: "La Madonna é il ponte obbligato fra la terra e il cielo, sul quale ponte passa ogni grazia", "E' sempre la Madonna che dà Gesù. L'ha dato una prima volta al mondo e continua a darlo anche adeso alle anime"<ref> E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apsotolato nell' Azione Cattolica'', Cesena, 1996, pagg. 26- 27 </ref> .
Inoltre ebbe molto a cuore i sacerdoti, il seminario e confessava in Duomo il sabato pomeriggio per diverse ore <ref> v. E. Turci, G. Zamagni, ''I Vescovi di Cesena e i loro stemmi'', Cesena, 2007, pag. 83 </ref>. Condusse una visita pastorale (incentrata sull'istruzione religiosa agli adulti e ai fanciulli), organizzò in modo sistematico missioni di popolo, ritiri spirituali e giornate di preghiera insieme all'attività caritativa <ref> A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando, ''Lettere'', Teramo, 1989, pag. 21 </ref>.
Morì nel [[1974]], e all'interno del suo testamento lasciò scritta la volontà di completare l'Opera da lui iniziata con una nuova ala destinata ai sacerdoti e religiosi anziani della diocesi e delle zone circostanti, cosicché '''già nel [[1975]] i primi anziani vennero accolti nella nuova struttura'''. L'Opera Don Baronio continua ancora oggi.
'''Durante la II° guerra mondiale''' i sacerdoti di Cesena rimasero vicini al loro popolo per portare aiuto materiale e conforto religioso<ref> P. Altieri, '' Nella bufera della guerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pagg. 527 e ss. </ref>. Tra tutti, "due furono le figure del clero cesenate che si distinsero per la loro opera di pietà, di soccorso, di organizzazione: il vescovo Beniamino Socche ed il Canonico" (don [[Cesare Carlo Baronio]], ndr)<ref> D.Pieri, ''Don Baronio'', Cesena, 1987, pag. 130</ref>. Uno storico scriverà in proposito: "Il vescovo che tira il carretto dei viveri e delle candele per le vie di Cesena, per portare soccorso nei rifugi, non é una scena troppo frequente" <ref> G. Maroni, ''Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, '' Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pag. 540 </ref>.
==Il processo di Beatificazione==
Nella [[Cattedrale]] di [[Cesena]], l'[[8 novembre]] [[1997]], si é aperto il processo diocesano per il [[Servo di Dio]] don Carlo Baronio.
Il processo diocesano si é poi concluso il [[23 novembre]] del [[2002]]. Il postulatore é il padre cappuccino Paolino Rossi (o.f.m.), mentre il vice-postulatore é mons. Bruno Benini.
È attualmente in corso il processo per la causa di [[beatificazione]] di don Baronio, presso la [[Congregazione per le Cause dei Santi]].
Mons. Socche, durante '''il passaggio del fronte a [[Cesena]]''', ebbe un ruolo chiave presso le autorità fasciste, tedesche e poi alleate per evitare rastrellamenti, violenze, uccisioni e distruzioni a danno di ricercati, ebrei, disertori, pubblici edifici. Ordinò al clero cesenate di stare accanto alla popolazione ferita dalla barbarie della guerra. Nell'estate del [[1944]] rimase l'unica autorità presente a [[Cesena]], trattò coi tedeschi e organizzò gli aiuti necessari <ref> vedi P. Altieri, ''Nella bufera della guerra'' e G. Maroni, ''Il secondo dopoguerra'', in M. Mengozzi, ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Cesena, 1998, pagg. 515 e ss. e pagg. 539 e ss. </ref>.
[[File:Padre guglielmo gattiani e don baronio particolare.PNG|Padre guglielmo gattiani e don baronio particolare]]
Lo stesso Vescovo Socche, nello scritto ''"Ad perpetuam rei memoriam"'' (apparso sul bollettino ufficiale della diocesi di Cesena nel settembre del [[1945]]), ricorda alla popolazione cesenate quanto fatto dal clero e da lui stesso durante la trascorsa tragedia bellica, deprecando le '''violenze anticlericali''', diffuse nel dopoguerra, nel nome di certo comunismo ateo (violenze che sanno di scomunica secondo il diritto canonico, scrive il presule, e che richiamano gli anni del primo dopoguerra con il pericolo di una nuova dittatura reazionaria) e descrive come gli alleati gli abbiano impedito di pubblicare la lettera pastorale sulla dottrina sociale della Chiesa per non accendere gli animi. cit cit altieri
Queste le parole del vice-postulatore mons. Benini, in occasione dell'inizio del processo diocesano di beatificazione e canonizzazione di padre Guglielomo Gattiani ([[Cattedrale]] di [[Cesena]], [[4 novembre]] [[2006]]):
Per terminare il periodo cesenate é giusto ricordare come Beniamino Socche conobbe e andò più volte a visitare la serva di Dio [[Angelina Pirini]] di Sala di Cesenatico, malata di tubercolosi intestinale che morirà giovanissima: la ragazza offrì a Dio le sue sofferenze per il Papa, il suo Vescovo e la santificazione dei sacerdoti. Con lei il presule ebbe anche un breve ma intenso carteggio<ref> v. A. Pirini, B. Socche, F. D'Amando, ''Lettere'', Teramo, 1989 </ref>.
''In questa Cattedrale,l'[[8 novembre]] [[1997]], si apriva il Processo diocesano per il [[Servo di Dio]] don Carlo Baronio. L'odierna ricorrenza, ugualmente festosa, ci fa rivivere l'altra.''
''Oggi del venerato ed indimenticato Canonico ricorre l'onomastico, che era occasione per tanti di salutarlo e di riverirlo. Lo facciamo oggi noi ancora festeggiandolo con Padre Guglielmo e gli altri nostri candidati alla santità della nostra diocesi: Angelina Pirini, don Quintino Sicuro, Madre Teresa Lega e con tutti gli altri numerosi Servi di Dio delle diocesi della Romagna.''
cittadinanza onoraria
''Nel processo diocesano per don Baronio vi fu, tra i testimoni, anche Padre Guglielmo. Sulle sue deposizioni vi è, giuridicamente, il segreto, ma anche chi non ne ha avuto conoscenza non si sbaglia ad immaginare quello che Padre Guglielmo ha detto della santità di don Baronio.''
''Conoscendo l'uno ... si conosce anche l'altro perché quasi coetanei, amici, entrambi santi e santi francescani, come Padre Guglielmo definì nella deposizione don Carlo Baronio.''
===Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla. Morte improvvisa a 74 anni.===
''E non è fuori luogo ricordare che dei venti collegi per ragazzi poveri che don Baronio fondò per tutta la Romagna, dopo quello di Cesena il più grande e numeroso, e forse il più organizzato, fu quello di Faenza.''
''Così nel nome di don Baronio e di padre Guglielmo più Chiese della nostra regione hanno motivo di sentirsi sorelle, a motivo della testimonianza e del lavoro degli stessi "santi".''
Il [[13 febbraio]] [[1946]] fu trasferito alla [[diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|diocesi di Reggio Emilia]].
[http://www.padreguglielmocesena.com/beatificazione/inizio%20processo/benini%20bruno.htm dal sito web di Padre Guglielmo]
Come a Cesena aveva vissuto gli anni tragici del secondo conflitto mondiale, in particolare il "passaggio del fronte" nel 1944, a Reggio Emilia si ritrovò nella bufera del dopoguerra e del "triangolo della morte", con le continue uccisioni e violenze ad opera di partigiani comunisti.
Resta famoso il suo intervento contro gli omicidi di sacerdoti della sua diocesi; memorabile il modo con il quale affrontò l'uccisione di don [[Umberto Pessina]].
==Il metodo educativo di don Baronio==
Già dal primo giorno denunciò{{Q|...l'odio che divide e uccide: incredibili episodi di crudeltà si vanno ripetendo in ogni parte d'Italia e il brigantaggio imperversa...|}}
Si basa sul metodo educativo preventivo di san Giovanni Bosco <ref> v. A. Bazzani, 2000, pag. 59 : "Nello Statuto del 1931, all'art. 7, si ribadisce: 'Il sistema di educazione che si adotterà dev'essere senz'altro il sistema educativo del Beato don Bosco, cioé il sistema preventivo che assicura in modo tangibile il buon successo dell'educazione'. </ref>, che era protettore dell'Istituto di subborgo Valzania.
Fino ad arrivare il [[26 marzo]] [[1955]] a dire in occasione dei ferimenti e uccisioni di cattolici:{{Q|... siamo andati a visitare i feriti e le salme degli innocenti e a pregare per loro, e abbiamo sentito molti domandarsi: ma allora, che non sia venuto il tempo di mettere finalmente fuori legge il comunismo?|<ref>[http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=431 Kattolico] - visto 19 febbraio 2009</ref>}}
Impegno per la difesa dei suoi preti che aveva già messo in pratica durante il periodo successivo all'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] nella diocesi di Cesena, quando interviene per salvare don [[Adamo Carloni]] catturato dai nazifascisti e destinato alla fucilazione<ref>[https://www.comune.cesena.fc.it/applicazioniweb/infovia/mostraFile?codiceVia=8702 Comune di Cesena] - visto 10 febbraio 2009</ref>.
Quale Vescovo di Reggio Emilia aveva riconosciuto, il [[19 marzo]] [[1948]], i [[Servi della Chiesa]] di don [[Dino Torreggiani]] come Istituto secolare di diritto diocesano, con l'approvazione della Santa Sede.
Scrive il maestro Bazzani a proposito dell'educatore torinese, beatificato nel 1929 e canonizzato nel 1934: " Il segreto di tanto successo in campo educativo e assistenziale, lo indica don Bosco stesso nel suo volumetto dal titolo 'Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù', che si fonda su tre elementi: 'la ragione, la religione, l'amorevolezza'. Il sistema 'esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontano anche i castigi leggeri'. Al ragazzo bisogna parlare sempre con il linguaggio del cuore. Egli deve sentirsi amato anche quando sbaglia per potersi correggere e darsi forza. Va circondato altresì da un'atmosfera di serenità e di gioia....In un'epoca in cui si praticavano la costrizione morale e la punizione corporale..." <ref> A. Bazzani, 2000, pag. 60 . </ref>
Pose la prima pietra del nuovo seminario il 12 novembre del 1950 e lo inaugurò il 24 novembre del 1954.
Don Carlo Baronio, in continuità ideale con il fondatore dei Salesiani, metterà in pratica con i ragazzi un metodo che si puo' scandire in cinque punti: 1) La conoscenza del bambino; 2) Il buon rapporto affettivo; 3) La flessibilità dell'atto educativo; 4) La limitazione dell'autorità; 5) La partecipazione e la condivisione. <ref> idem pagg. 67 - 71 .</ref>
Durante il suo episcopato aveva ordinò 195 nuovi sacerdoti, ebbe cura particolarmente dell'Opera diocesana di assistenza, della mensa dei poveri, dell'azione cattolica, del centro Sacro Cuore.
Volle la fondazione del giornale "La libertà", e istituì due congressi eucaristici e il sinodo diocesano.
Il sistema si sviluppava per mezzo di e durante attività concrete quali: a) Lavori manuali e belle arti; b) Ginnastica e sport; c) Gioco e divertimento; d) Passeggiate; e) Teatro e recitazione; f) Dialogo e conversazione; g) Preghiera e silenzio. <ref> idem pagg. 71 - 74 . </ref>
Morì improvvisamente il 16 gennaio 1965 a [[Pietra Ligure]] (SV), dove stava trascorrendo un periodo di riposo.
Gli ex allievi descrivono l'atteggiamento del sacerdote cesenate con espressioni come queste: "voce amorevole e paterna", "mano paterna", "mi voleva bene", e lui parla della sua opera educativa con queste parole: " figliuolini", "padre di famiglia", "l'affetto che si vuole a questi bambini". <ref> Dino Pieri, 2002, pag. 8 .</ref>
Nel suo testamento spirituale lasciò scritto: "Le mie raccomandazioni per tutti si trovano nei libri da me pubblicati"<ref> vedi http://www.dondorinoconte.it/Socche.htm sito su don Dorino Conte, consultato il 16 aprile 2012 </ref>.
Si può dire che il Canonico era piuttosto autonomo nella gestione delle case e faticava, per la sua forte personalità, ad accettare i suggerimenti dei collaboratori che si avvicendarono a fianco a lui. Quindi la carenza di assistenti preparati fu sempre un problema organizzativo e don Baronio si sobbarcava quasi tutte le incombenze. <ref> cfr. Dino Pieri, 2002, pagg. 8 - 9 . </ref> Nonostante questo limite riuscì a sfamare e a crescere centinaia di giovani disagiati.
==La sua attività di giornalista cattolico==
Don Baronio diresse (e scrisse in notevole parte) due periodici: "Il Risveglio" e "Su le Vie del bene", cercando di produrre pagine di "buona stampa" (cattolica) con intenti dottrinali e morali, come il [[Beato]] don [[Giacomo Alberione]].
Il Canonico dalle colonne dei giornali chiedeva sovente aiuto ai beneffattori di ogni ceto, facendo notare come secondo il Cristianesimo quando si dà si riceverà il centuplo <ref> v. Marco 10, 29 - 30 . </ref>.
Dal 1924 al 1946 fu direttore de "Il Risveglio". Dal 1926 diresse anche "Su le vie del Bene" che nel 1959 si trasformò in "Il Nuovo Risveglio".
Al "Risveglio" collaborarono anche penne autorevoli, gli argomenti spaziavano e don Baronio (che aveva tre lauree) mostrava ampie competenze ma espresse in modo semplice.
"Su le vie del Bene" era quasi del tutto scritto da lui, in tono colloquiale.
A volte vi comparivano però anche citazioni in latino di S. Agostino e S. Tommaso, o di altri autori classici, forse per dare autorevolezza a un'idea, che mostravano il suo amore per l'erudizione <ref> Pieri, 2002, pagg. 24 - 26 . </ref>.
==Detti del Canonico Carlo Baronio <ref> v. A. Calbucci, 2006 </ref>==
* ''La banca della divina Provvidenza non ha mai conosciuto che cosa sia il fallimento.''
* ''Il Signore é stato buono. Ha fatto come un insegnante che vi avvertisse sull'argomento dell'esame, perciò preparatevi bene sulle opere di misericordia.''
* ''Gesù ama l'uomo sino ad essergli totalmente soggetto: discende dal cielo alla voce di un sacerdote; esce da tabernacolo ogni volta che lo desiderano i fedeli; va a visitare i suoi figli sul loro letto di dolore. La gloria dell'amore é di amare sempre, di darsi, di sacrificarsi.''
* ''La carità ci spalanca le porte del Paradiso; la carità ci libera da molti mali; la carità copre una moltitudine di peccati.''
* ''L'umiltà é la madre della fiducia perché vedendo che siamo privi di ogni bene, di ogni virtù, di ogni potenza e capacità di servire Dio e che siamo un vero inferno pieno di ogni sorta di male e d'orrore, ci sentiamo obbligati ad appoggiarci a Gesù.''
* ''Noi dobbiamo pregare di più e pregare con più fervore e fede. La preghiera é quella chiave tutta speciale che ci apre i tesori della divina munificenza.''
* ''Il prossimo non si sceglie perché sarebbe troppo comodo e uno sceglierebbe tra i sani, i ricchi e i belli. Il prossimo é invece il figlio di genitori ignoti, il figlio orfano, lo stolto, il peccatore.''
* ''Nel Vangelo non c'é scritto che, prima di fare la carità al mio Prossimo, io lo debba processare.''
* '' Finché avevo ancora un pezzo di casa assieme ai miei familiari pareva che la Provvidenza rallentasse l'opera sua; ma quando ho dato tutto quello che avevo, riducendomi alla povertà, oh allora la Provvidenza ha sempre largheggiato!''
* '' "Signor Canonico, perché va sempre a piedi?". Mi confidò:" Il santo curato d'Ars accolse con gioia l'incarico di celebrare la Messa alla domenica in un paesetto assai distante da Ars. Andando e ritornando a piedi aveva tanto tempo per pregare." (don Moretti, Fioretti di Don Baronio).''
==Aneddoti sul Canonico Carlo Baronio==
* ''La Provvidenza.'' All'Istituto di Savignano la tavola era apparecchiata [...] Il Canonico e i bambini attendono ma dalla cucina arriva la voce dell'Anna che esclama:"Come facciamo? Non abbiamo nulla!". "La Provvidenza arriverà; non temere." [disse don Baronio]. Sull'istante due donne con paiolo fumante, e cibi e bottiglie di vino e un cesto di ciliegie.''(da: don Armando Moretti, Fioretti di don Baronio)
* ''Paterna sollecitudine.'' Mangiavo vicino al Canonico. Un bambino rovesciò il piatto della minestra. Immediatamente don Baronio gli offrì il suo ancora intatto. Dalla cucina, al rumore del piatto rovesciato, giunse una voce:" Qualcuno oggi mangerà l'aria!". Mai dimenticherò il sorriso del Canonico. (idem)
* ''Le scarpe rotte.'' Tutte le mattine don Baronio veniva a trovare i familiari calzando sempre delle scarpe rotte. Ogni volta la sorella gliene dava un paio delle nuove ma il Canonico quando ritornava aveva ancora quelle rotte. Sua sorella insisteva perché tenesse le scarpe buone dovendo percorrere molta strada ma non c'era verso: don Baronio le dava a chi era scalzo. (don A. Moretti, Nuovi fioretti di don Baronio).
* ''Una guarigione.''..Don Baronio si recò a trovare un tubercolotico, padre di tre bambini. L'ammalato gli diede un'offerta..ma il Canonico la portò alla famiglia. La moglie del degente raccomandò a don Baronio: "Preghi il Signore che salvi mio marito per questi tre bambini". Il canonico promise:" Vi assicuro che pregherò. Suo marito guarirà." E l'ammalato tornò dal sanatorio..completamente guarito. (idem)
* ''Mons. Rino Bartolini'', parroco emerito di San Pietro a Cesena, che conobbe bene don Baronio e ne fu allievo é sicuro di aver ricevuto una grazia di guarigione per gravi problemi cardiaci dal servo di Dio e dalla Madonna del Carmelo (venerata nella sua ex parrocchia), come ha testimoniato nel libro di don Moretti "Fioretti di don Baronio", 1990.
* ''Mons. Guido Rossi'', parroco di San Vittore a Cesena, e assistente spirituale del Centro Addestramento Polizia Stradale, é convinto che don Baronio e la Madonna ( a cui il Vescovo Lanfranchi lo aveva affidato) lo abbiano guarito dai gravi problemi di salute intervenuti dopo un trapianto (fegato, cuore e polmoni). (Il Resto del Carlino, Cesena 21 ottobre 2008) [http://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/2008/10/21/127028-parla_parroco_miracolato.shtml vedi articolo web de Il Resto del Carlino].
==L'Associazione "Don Carlo Baronio"==
Il giorno 8 Aprile [[1997]], venne costituita a [[Cesena]] (FC) l' Associazione "Don Carlo Baronio". Questa é composta da ex-allievi del Canonico, estimatori, benefattori, amici e devoti. La sua sede é presso l'Opera attuale, a Cesena, in via Mulini.
==La Fondazione Opera "Don Baronio"==
La [[Fondazione]] Opera Don Baronio gestisce un moderno Centro Residenziale Anziani, a carattere residenziale e semi-residenziale per anziani parzialmente o del tutto non autosufficienti. Comprende i servizi di: Centro diurno assistenziale, [[Casa di riposo]], Casa Protetta, R.S.A.. In più consta di un Residence di 31 appartamenti, privi di barriere architettoniche, per persone anziane autosufficientii che vogliano vivere con la tranquillità di poter contare sull'assistenza medica 24 ore su 24.
La [[Fondazione]], che ha sede a [[Cesena]] in via Mulini, pubblica e distribuisce, anche attualmente, il periodico (già diretto dal servo di Dio) "Su le vie del Bene".
==Il Monumento==
A [[Cesena]], nella via a lui dedicata (via Don Baronio, in zona Porta Santi, a pochi passi dal luogo ove sorgeva la prima sede del suo Istituto), è stato eretto un monumento in suo onore. Raffigura il Canonico (altezza 200 cm) che guarda amorevolmente alcuni dei suoi bambini che lo circondano. L'opera é del maestro cesenate Leonardo Lucchi [http://www.leonardolucchi.com/Opere/elenco_opere.asp?posizione=7&id_lingua=1&id_opera=240&id_categoria=5 vedi foto del monumento nel sito internet dell'artista].
==Curiosità==
# Don Carlo Cesare Baronio era, oltre che sacerdote diocesano, un terziario francescano.
# Don Baronio era amico del [[Servo di Dio]] padre Guglielmo Gattiani, i santi infatti in vita si cercano, per poi...riabbracciarsi in Paradiso. Di più: Padre Guglielmo era stato spesso confessore del "signor [[Canonico]]" che saliva presso di lui sul Colle dei Cappuccini. I due religiosi affrontarono un pellegrinaggio da [[Padre Pio da Pietrelcina]], a [[San Giovanni Rotondo]], il [[9 marzo]] del [[1952]]. "L’idea del viaggio era di don Baronio, padre Guglielmo si era accodato, con il rischio di essere ripreso gravemente dai superiori perché era vietato ai frati di andare da padre Pio. La scappatoia che dovette adottare fu probabilmente quella di un pellegrinaggio a [[Monte Sant’Angelo]]; poi, una volta là, avrebbe compiuto l’infrazione di andare da padre Pio. Don Carlo Baronio, con il suo prestigio, era di garanzia: era un uomo di cultura e di profonda pietà." ''(dal libro di Padre Paolo Berti, "Alla scoperta di Padre Guglielmo Gattiani)''. Una foto li ritrae insieme: era il [[1948]]-[[1949]] ed essi posano con i membri del Terz'Ordine Francescano (oggi [[Ordine Francescano Secolare]]) davanti al Convento dei Cappuccini di Cesena, insieme al Vescovo mons.Vincenzo Gili. Padre Guglielmo testimoniò al processo diocesano di beatificazione di don Baronio, definendolo "un santo francescano".
[[File:Padre guglielmo gattiani e don baronio totale.PNG|Padre guglielmo gattiani e don baronio totale]]
# Nella storia dei santi della Chiesa Cattolica c'é un quasi-omonimo del nostro Canonico. E' il cardinale [[Cesare Baronio]] (non si chiama anche Carlo però, mentre il sacerdote cesenate di cui parliamo si chiama Cesare Carlo). Il card. Baronio é nato a [[Sora]], [[Frosinone]] il [[30 ottobre]] [[1538]] ed é morto a [[Roma]] il [[30 giugno]] [[1607]]. E'stato uno storico della Chiesa ed é attualmente [[Venerabile]]. [http://www.santiebeati.it/Detailed/92843.html vedi pagina web sul Venerabile Cesare Baronio].
==Note==
<references />
==Bibliografia e Filmografia==
* DINO PIERI, ''Il canonico Carlo Baronio e la sua opera'', Cesena, Stilia, 1976.
* DINO PIERI, ''Don Baronio'', Cesena, Stilgraf, 1987.
* DON ARMANDO MORETTI, ''Fioretti di don Baronio'', Cesena, Stilgraf, 1992.
* DON ARMANDO MORETTI, ''Nuovi fioretti di don Baronio'', Cesena, Stilgraf, 1994.
* DON ARMANDO MORETTI, ''Don Carlo Baronio folgorato dal Vangelo'', Cesena, Stilgraf, 1994.
* ATTILIO BAZZANI (a cura di), ''Gli scritti di don Baronio. Documenti, luoghi e tempi della preghiera e della carità'', Cesena, Stilgraf, 1996.
* PAOLA ERRANI, ''Don Carlo Baronio'', in ''Storia della Chiesa di Cesena'', a cura di Marino Mengozzi, Cesena, Stilgraf, 1998, vol.I/2, pp. 429-442.
* ATTILIO BAZZANI, ''Il metodo educativo di don Baronio'', Cesena, Stilgraf, 2000.
* PADRE PAOLO BERTI, ''Alla scoperta di Padre Guglielmo Gattiani'', Curia Prov.le Cappuccini di Bologna, 2001 (cap. 4°, paragrafo 2°).
* DINO PIERI, ''Don Baronio, uomo di Dio e della Carità'', Cesena, Stilgraf, 2002.
* CESARE BASTELLI, ''Don Baronio, un apostolo di carità a Cesena'', film documentario in VHS, Cesena, Assoc. e Fondaz. don Baronio, nel 30° della morte: 7 febbraio 2004.
* ALFREDO CALBUCCI (a cura di), ''Il canonico Baronio. Detti e Aneddotti. Lettere di un ex allievo'', Cesena, Litografia Brighi e Venturi, 2006.
==Voci correlateBibliografia==
* G. Sirotti, ''Padre del popolo e della città (Il Vescovo Socche a Cesena nel '44)'', Monza, 1954.
* [[Cesena]]
* Beniamino Socche, ''La Madonna regina dell'universo nella Divina Commedia'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1955.
* [[Padre Pio da Pietrelcina]]
* Beniamino Socche, ''Cortocircuiti intellettuali e il problema delle origini'', Ed. Domani, Roma, 1956.
* Beniamino Socche, ''Il Verbo Incarnato e la Madonna'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1958.
* Beniamino Socche, ''Maria Mediatrice'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1961.
* Beniamino Socche, ''Pratica di conoscere Gesù Cristo'', Ed Age, Reggio Emilia, 1963.
* Beniamino Socche, ''Il Vangelo commentato dai Santi Padri negli Esercizi Spirituali'', Ed. Age, Reggio Emilia, 1964.
* D. Torregiani, ''Mons. Beniamino Socche. Profilo di un Vescovo eroico'', Vicenza, 1966.
* G. Sirotti, ''Un costruttore della città di Dio'', Cesena, 1968.
* P. Camellini ''Testamento di un vescovo'', Reggio Emilia, 1969.
* Wilson Pignagnoli, ''L'ultimo Vescovo-principe di Reggio Emilia'', Ed. Volpe, Reggio Emilia, 1975.
* L. Bagnoli, ''Gli anni difficili del passaggio del fronte a Cesena'', Cesena, 1986.
* D. Pieri, ''Don Baronio'', Stilgraf, Cesena, 1987.
* Angelina Pirini, Beniamino Socche, Filippo D'Amando (a cura di), ''Lettere'', Eco Editrice SG, Teramo, 1989.
* E. Diaco, ''Angelina Pirini e il suo apostolato nell'Azione Cattolica'', Cesena, Quaderni del Corriere Cesenate n° 12, 1996.
* M. Mengozzi (a cura di), ''Storia della Chiesa di Cesena'', I/2, Stilgraf, Cesena, 1998.
* R. Maseroli Bertolotti, ''La Chiesa reggiana tra fascismo e comunismo'', Il girasole d'oro, Pavia, 2001, 172pag, ISBN 8870726258
==Collegamenti esterni==
*[http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=431 Kattolico] - visto 19 febbraio 2009
* [http://www.operadonbaronio.org/index.htm Fondazione Opera Don Baronio]
*[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=261806&PRINT=Si Il Giornale] - visto 19 febbraio 2009
* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=21911 Cause di Beatificazione Diocesi di Cesena-Sarsina]
* [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazinedocumenti_diocesi/index1166/2007-02/12-71/12.jsp?idPagina=5969Dopoguerra%20rovente.doc Diocesi dicattolica] Cesena-Sarsina] visto 19 febbraio 2009
* [http://www.padreguglielmocesenadondorinoconte.comit/homeSocche.htm Padresito Guglielmoweb Gattianisu don Dorino Conte] - visto 16 aprile 2012
* [http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/csaints/index_it.htm Congregazione per le Cause dei Santi]
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