Colonna (famiglia): differenze tra le versioni

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''Petrus'' definitosi in una donazione figlio di Gregorio II (+ ante 1064) conte di Tuscolo, fratello quindi di Gregorio III di Tuscolo e di Tolomeo I di Tuscolo<ref>v. V. Beolchini, ''Tusculum una roccaforte dinastica''..., pp. 81 e segg. È tuttavia ancora di difficile definizione il preciso inquadramento anagrafico del primo rappresentante dei Colonna, che per gli anni in cui appare presente dovette vivere approssimativamente almeno dal 1025, se fu lui, secondo taluni studiosi, a sposare la contessa Emilia, a dopo il 1118. È quindi molto probabilmente quella di Gaetano Bossi la tesi da ritenere più convincente, formulata nel suo studio sui ''Crescenzi di Sabina'', quando giunge alla conclusione che la ''nobilissima'' contessa ''Imilia'' o Emilia, non sposò né un inesistente Stefano Colonna né un Agapito né un Pietro, ma sposò verosimilmente in seconde nozze non prima del 1053, già vedova di Donodeo Crescenzi, Gregorio II di Tuscolo figlio di Alberico, anche lui al secondo matrimonio, da cui nacquero Gregorio , Tolomeo e Pietro che assunse il predicato ''de Columna'' dal possesso di una quota di quel castello, dato che l’altra metà era stata concessa nel 1074, insieme ad altre località, da Gregorio VII alla abbazia di S. Paolo fuori le mura. Archivio Società Romana di Storia Patria, 1918, pp. 153 e segg. e Cornelio Margarini, ''Bullarium Casinense'', vol. II. p. 108. </ref>, fu il primo ad assumere il predicato ''de Columna'' già dal 1101<ref>Liber Pontif., ed. Duchesne, II, p. 307.</ref>, quando torna in possesso dei castelli già sequestrati e poi restituiti da papa Pasquale II<ref>v. voce Pasquale II in ''Enciclopedia dei Papi''. Secondo quanto riferito da Leonardo Cecconi nella sua non del tutto precisa ricostruzione degli eventi di quel periodo in ''Storia di Palestrina Citta' del Prisco Lazio''…, Ascoli 1726, pp.127 e segg., Pietro Colonna occupò nel 1092, probabile anno della morte di Emilia, Palestrina e sue pertinenze che includevano Zagarolo, Cave, Genazzano e Gallicano, per evitare che queste, decorso il naturale termine della concessione a livello o in locazione per tre generazioni fatta da Giovanni XIII a favore della ''senatrix'' Stefania nel 970, consanguinea della famiglia dei Tuscolani e ava della contessa Emilia affine o coniuge del Colonna, tornassero legittimamente alla Chiesa. </ref> di cui fu prima alleato e poi avversario, fino agli anni in cui gli venne restituita Palestrina da [[papa Onorio II]], conferendo poi tale appellativo alla propria discendenza. Difficile, data la scarsità di fonti, definire con sicurezza la diretta parentela tra Pietro ''de Columna'' e Gregorio II, anche se l'[[allodio]] di un ''castrum'' tanto vicino alla città di Tuscolo e il possesso di metà della città stessa sembrano essere prova piuttosto sicura di un profondo legame agnatizio tra i due.
 
A partire da quest'epoca la famiglia iniziò a crescere in potenza, soprattutto, perché alcuni dei suoi membri divennero [[cardinale|cardinali]]: fra essi [[Giovanni Colonna (cardinale XII secolo)|Giovanni]]<ref>L'appartenenza alla famiglia di questo cardinale accolta dallo storico [[Pietro Fedele]] è ritenuta dubbia da altri storici: v. voce ''Colonna'' di Pietro Fedele in EncicolpediaEnciclopedia Italiana (1931); voce ''Giovanni di San Paolo'' a cura di Laura Gaffuri in Dizionario Biografico degli italiani; voce ''Giovanni Colonna'' a cura di Werner Maleczek, in Dizionario cit.</ref>, cardinale di [[Santa Prisca (titolo cardinalizio)|Santa Prisca]] nel [[1193]] e cardinale vescovo di [[Sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto|Sabina]] nel [[1205]], protettore di [[Francesco d'Assisi]].
 
La famiglia a metà del [[XIII secolo]] possedeva a Roma il [[Mausoleo di Augusto]] ed il [[Montecitorio|monte Citorio]], mentre fuori Roma possedeva diversi castelli tra cui: [[Colonna (Italia)|Colonna]], [[Palestrina]], [[Zagarolo]], [[Capranica]], [[Monte Porzio Catone|Pietraporzia]].