Duomo di Spoleto e Erich Priebke: differenze tra le pagine
(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
|||
Riga 1:
{{Infobox militare
|Nome = francesco
|Immagine = Erich Priebke in servizio presso l'ambasciata tedesca di Roma.jpg
|Larghezzaimmagine= 200px
|Didascalia = Erich Priebke in servizio presso<br />l'[[Villa Wolkonsky#Ambasciata tedesca|ambasciata tedesca di Roma]].
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 29 luglio 1913
|Nato_a = [[Hennigsdorf]]
|Data_di_morte = 11 ottobre 2013
|Morto_a = [[Roma]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Religione = [[Cattolicesimo|Cattolico]]
|Nazione_servita = {{DEU 1933-1945}}
|Forza_armata = [[SS]]
|
|Corpo = [[Gestapo]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto = [[Abteilung|Abt.]] IV Aussenkommando Rom der Sicherheitspolizei und des SD<br />
<small>4º Reparto della polizia di sicurezza e del servizio di sicurezza del comando esterno di Roma</small>
|Anni_di_servizio = 1933 - 1945
|Grado = [[Hauptsturmführer]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Seconda guerra mondiale|2ª guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di =
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = [http://www.trial-ch.org/en/ressources/trial-watch/trial-watch/profils/profile/579/action/show/controller/Profile.html Trial Watch: Erich Priebke]
}}
{{Bio
|Nome = Erich
|Cognome = Priebke
|Sesso = M
|LuogoNascita = Hennigsdorf
|GiornoMeseNascita = 29 luglio
|AnnoNascita = 1913
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 11 ottobre
|AnnoMorte = 2013
|NoteMorte = <ref name=morte/>
|Attività = militare
|Attività2 = criminale di guerra
|Epoca = 1900
|Nazionalità = tedesco
|PostNazionalità = , agente della [[Gestapo]] e capitano delle [[Schutzstaffel|SS]] durante la [[seconda guerra mondiale]]
}}
In [[Italia]] è stato condannato all'[[ergastolo]] per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]].
== Biografia ==
=== Infanzia e gioventù ===
Nato a [[Hennigsdorf]], una piccola cittadina tedesca a nord ovest di [[Berlino]], sin da adolescente, a causa della prematura morte dei suoi genitori, Priebke fu cresciuto principalmente da uno zio e incominciò molto presto a lavorare, per guadagnarsi da vivere, come cameriere prima a [[Berlino]], poi a [[Londra]], e infine a [[Sanremo]].<ref name=":1">{{Cita news|titolo = The moment I shook hands with Gestapo monster who massacred hundreds: Nazi who was once a waiter at the Savoy dies aged 100|pubblicazione = [[Daily Mail]]|url = http://www.dailymail.co.uk/news/article-2454575/Nazi-war-criminal-Erich-Priebke-dies-Rome-aged-100.html}}</ref><ref name=":2">{{Cita news|titolo = War criminal Erich Priebke dies at 100; Nazi captain convicted in 1995|pubblicazione = [[Los Angeles Times]]|url = http://www.latimes.com/local/la-me-erich-priebke-20131012,0,3042076.story}}</ref>
=== La carriera militare ===
Nel [[1933]] aderì al [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi]]<ref name=":3">{{Cita news|titolo = È morto Erich Priebke L'ex SS aveva cento anni|pubblicazione = [[Il Giornale]]|url = http://www.ilgiornale.it/news/cronache/e-morto-erich-priebke-lex-ss-aveva-cento-anni-c-video-957570.html}}</ref> e, nel [[1936]], entrò a far parte della [[Gestapo]], la [[Polizia segreta]] del [[Terzo Reich]].
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] rimase sempre in [[Italia]] dove, assieme ad altri militari tedeschi, partecipò al coordinamento delle tattiche e delle strategie che il [[Terzo Reich]] avrebbe dovuto adottare nella Penisola. A partire dal febbraio del [[1941]], grazie anche alla sua conoscenza della lingua italiana, venne inquadrato come interprete presso l'Ambasciata tedesca a [[Roma]].<ref name=":1" />
Nel [[1942]] venne messo a capo della sezione della [[Gestapo]] di stanza a [[Brescia]] e, l'anno dopo, fece rientro a [[Roma]] dove venne posto, con il grado di capitano ([[Hauptsturmführer]]) delle [[Schutzstaffel|SS]], sotto il diretto comando del tenente colonnello ([[Obersturmbannführer]]) [[Herbert Kappler]], comandante del Servizio di sicurezza tedesco ([[Sicherheitsdienst|SD]]) di Roma.<ref name=":3" />
=== L'eccidio delle Fosse Ardeatine ===
{{Vedi anche|Attentato di via Rasella|Eccidio delle Fosse Ardeatine}}
Poco dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre 1943]], firmato cinque giorni prima a [[Cassibile]], la [[Wehrmacht]] assunse il [[Mancata difesa di Roma|controllo effettivo della città di Roma]] e, fin dai primi giorni vari gruppi di [[Resistenza italiana|resistenza]] formati da civili si costituirono nella capitale, intenzionati a reagire con le armi e con azioni che avessero un forte valore simbolico.<ref>{{Cita news|titolo = 8 settembre 1943: 70 anni dall’armistizio dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale|pubblicazione = Diretta News|url = http://www.direttanews.it/2013/09/08/8-settembre-1943-70-anni-dallarmistizio-dellitalia-nella-seconda-guerra-mondiale/}}</ref>
Il 23 marzo del [[1944]], un gruppo di patrioti dei [[Gruppi di Azione Patriottica]] (GAP), unità partigiane del [[Partito Comunista Italiano]], preparò un attentato contro un reparto delle forze d'occupazione tedesche, l'11ª Compagnia del III Battaglione del [[Polizeiregiment "Bozen"]], appartenente alla [[Ordnungspolizei]] (polizia d'ordine) e interamente composto da reclute [[Provincia autonoma di Bolzano|altoatesine]]. Una bomba di 18 chili collocata in un carrettino da spazzini esplose nel momento preciso in cui il battaglione percorreva via Rasella, provocando la morte di 33 soldati<ref name=":4">{{Cita news|titolo = Ore 15 del 23 marzo 1944: un carrettino da spazzini carico di morte|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/29/Ore_del_marzo_1944_carrettino_co_0_97062914677.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/29/Ore_del_marzo_1944_carrettino_co_0_97062914677.shtml}}</ref>. Fu il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l'Europa occidentale<ref>Cfr. Alberto ed Elisa Benzoni, ''Attentato e rappresaglia. Il PCI e via Rasella'', 1999, Marsilio, Venezia, pp. 9 e 113.</ref>.
Dopo l'[[Attentato di via Rasella|attentato]], su ordine di [[Adolf Hitler]] e come rappresaglia per l'agguato di via Rasella, Kappler ordinò le esecuzioni di ostaggi italiani (nel numero di dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso), da fucilare nelle cave delle [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]], nella zona extra-urbana della Capitale. Lì i condannati arrivarono intorno alle ore 15 del 24 marzo e, condotti nelle grotte a gruppi di cinque, vennero trucidati con dei colpi di fucile alla nuca.<ref name=":4" /> Al termine dell'esecuzione di massa l'entrata delle cave venne fatta crollare con dell'esplosivo.
Le persone uccise alla fine furono complessivamente 335, cinque in più rispetto al numero stabilito dallo [[Stato Maggiore]] tedesco, a causa di un errore dello stesso Priebke che "''preposto alla direzione dell'esecuzione e al controllo delle vittime, nella frenetica foga di effettuare l'esecuzione con la massima rapidità, non s'accorse che esse erano estranee alle liste fatte in precedenza.''"<ref name=":6" /> Tra le vittime dell'eccidio ci furono anche malati, vecchi, minorenni, oltre a 75 ebrei romani.<ref name=":9">{{Cita news|titolo = Perché non festeggiare i cent’anni del nazista Erich Priebke|pubblicazione = [[il Fatto Quotidiano]]|url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/23/perche-non-festeggiare-centanni-del-nazista-erich-priebke/664436/}}</ref>
Oltre a partecipare alla fucilazione<ref name=":2" /> "''cagionando direttamente la morte di due persone''"<ref name=":7" />, come vice comandante del quartier generale della [[Gestapo]] a [[Roma]], Priebke redasse personalmente la lista di coloro che sarebbero stati uccisi. Trascorse l'intera notte prima dell'eccidio a scorrere i registri in cui erano schedati i sospetti fiancheggiatori delle forze di Resistenza e, per rastrellare gli ostaggi considerati "''meritevoli di morte''" arrestò anche diversi prigionieri politici precedentemente incarcerati con deboli prove a loro carico e in base agli accordi precedentemente presi da Kappler con i suoi superiori.<ref name=":1" /><ref name=":7" />
{{Citazione|Sì alle Fosse Ardeatine ho ucciso. Ho sparato, era un ordine. Una, due tre volte. Insomma, non ricordo, che importanza ha? Ero un ufficiale, mica un contabile. Non ci interessava nemmeno tanto la vendetta, a via Rasella i militari morti erano del Tirolo, più italiani che tedeschi. Ma Kappler fu inflessibile, costrinse anche il cuciniere a sparare. Fucilammo cinque uomini in più. Uno sbaglio, ma tanto erano tutti terroristi, non era un gran danno.|Erich Priebke, da un'intervista a ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''<ref>[http://ricerca.gelocal.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/10/12/priebke-muore-100-anni-lascia-un-testamento.html Priebke muore a 100 anni e lascia un testamento] in [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]</ref>}}
Secondo alcuni storici<ref>[[Valerio Castronovo]], ''Tragica fine di un leader'', [[Il Sole 24 ORE]], 1º giugno 2014, pag. 283.</ref>, Priebke sarebbe responsabile anche di aver impartito l'ordine che determinò l'[[eccidio de La Storta]], ovvero l'assassinio con un colpo di pistola alla testa di 14 prigionieri prelevati dalla famigerata [[Museo storico della Liberazione|prigione di via Tasso]] di Roma, in gran parte [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] appartenenti alle [[Brigate Matteotti]] o membri del [[Fronte militare clandestino]], avvenuto nelle campagne appena fuori Roma, al quattordicesimo chilometro della [[via Cassia]], nei pressi della località "La Storta", nel pomeriggio del 4 giugno [[1944]], proprio mentre le [[Alleati della seconda guerra mondiale|truppe alleate]] facevano il loro ingresso trionfale nella Capitale italiana. Nell'eccidio perse la vita, tra gli altri, il sindacalista ed ex-deputato socialista [[Bruno Buozzi]].
Il 14 giugno [[1944]] Priebke divenne ufficiale di collegamento con lo [[Stato Maggiore]] della [[Guardia nazionale repubblicana]] fascista, con sede a [[Brescia]], partecipando attivamente alle perquisizioni e alle azioni di rastrellamento, allo scopo di individuare le cellule cittadine di supporto ai partigiani che presidiavano le montagne bresciane<ref>{{Cita libro | cognome= Lovatti| nome= Maurilio | titolo= Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili| editore= Fondazione Civiltà Bresciana| città= Brescia | anno= 2009|pagine= 135-140}}</ref>.
Centinaia di arrestati, appartenenti alla Resistenza o semplici sospetti partigiani catturati dai tedeschi tra la Lombardia e il Veneto, furono catturati e rinchiusi nella prigione di [[Canton Mombello]], per poi essere condotti nel quartier generale tedesco ove Priebke svolgeva -spesso personalmente- gli interrogatori. Come ricorda la staffetta partigiana Agape Nulli, catturata appena diciottenne e reclusa nel carcere bresciano dall'autunno del [[1944]]:
{{Citazione|Ricordo il giorno dell'interrogatorio, Priebke entrò nella stanza puntandomi l'indice contro e mi chiese a bruciapelo "Hai letto la Bibbia?". Gli risposi di no, sapevo che era una domanda tranello per scoprire se fossi ebrea. Poi mi domandò dove si nascondevano i miei fratelli, anche loro partigiani, ma non potevo saperlo perché mi trovavo in carcere da più di un mese. Il mio incontro si chiuse lì, altri miei compagni di sventura furono assai meno fortunati: Bruno Gilardoni fu riportato in cella più morto che vivo dopo ore di interrogatorio appeso al soffitto con una fune, altri furono inviati nei campi di concentramento e lì morirono|Agape Nulli, da un'intervista a [[Il Corriere della Sera]]<ref>[http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_29/Agape-Nulli-brescia-napolitano-priebke-grazia-2222382503920.shtml Agape Nulli, l'ex prigioniera di Priebke: «Napolitano gli dia la grazia»] in [[Il Corriere della Sera]]</ref>}}
=== Dopo la guerra ===
Il 13 maggio del [[1945]], dopo la resa dell'esercito tedesco, Priebke venne preso prigioniero a [[Bolzano]], assieme agli altri militari e ufficiali della sua compagnia guidata dal generale [[Karl Wolff]]<ref name=":10">{{Cita news|titolo = La prima intervista di Erich Priebke nel '94: "Il Vaticano mi aiutò a fuggire in Argentina"|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/cronaca/1994/05/10/news/morto_erich_priebke_la_prima_intervista_1994-68390592/?ref=search}}</ref>, comandante delle [[SS]] in [[Italia]]. Internato nella prigione di massima sicurezza di [[Ancona]], una struttura speciale dove venivano reclusi gli ufficiali indiziati per crimini di guerra, il 31 marzo [[1946]] venne portato al campo 209 di [[Afragola]], un centro alle porte di [[Napoli]] custodito dagli inglesi e infine venne spostato nel campo di prigionia di [[Rimini]].<ref>{{Cita news|titolo = Erich Priebke, così è cominciata la caccia|pubblicazione = [[L'Espresso]]|url = http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/10/16/news/priebke-cosi-e-cominciata-la-caccia-1.137852}}</ref>
Il 31 dicembre del [[1946]], Priebke riuscì a fuggire dal campo di [[Rimini]]: approfittando dei festeggiamenti di fine anno, eluse la guardia dei militari inglesi e polacchi di stanza nel campo e, assieme ad altri quattro commilitoni, si rifugiò nel vescovado di Rimini.<ref name=":5">{{Cita news|titolo = Priebke: non credo più nella giustizia|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/07/Priebke_non_credo_piu_nella_co_0_96090711143.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/07/Priebke_non_credo_piu_nella_co_0_96090711143.shtml}}</ref>
{{Citazione|Eravamo detenuti in un campo inglese a Rimini. Prigionieri in 220, prima di lì ero stato detenuto ad Afragola e ad Ancona. Il 31 dicembre del 1946 abbiamo approfittato della fine dell'anno. Gli inglesi bevevano, facevano festa, e noi tedeschi siamo scappati in cinque: due ufficiali e tre sottufficiali. Erano le due di notte, faceva freddo. Ci siamo diretti verso il palazzo del vescovo, abbiamo bussato, ci hanno risposto che il vescovo non c'era, era in visita da qualche parte. Ci hanno indicato un convento. Non era una fuga comune, nel senso che ognuno di noi si considerava sciolto. Ci siamo divisi alla stazione di Bologna.|Erich Priebke, da un'intervista a [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]<ref name=RepubblicaIntervista>[http://www.repubblica.it/cronaca/1994/05/10/news/morto_erich_priebke_la_prima_intervista_1994-68390592/?ref=search La prima intervista di Erich Priebke nel '94: "Il Vaticano mi aiutò a fuggire in Argentina"] in [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]</ref>}}
Dal 2 gennaio del [[1947]] fino all'ottobre del [[1948]], Priebke visse in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], a [[Vipiteno]], assieme alla moglie Alicia Stoll e ai figli Jorge (nato nel [[1940]]) e Ingo (nato nel [[1942]]).<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Richiesta al Presidente della Repubblica Italiana per la concessione della grazia ad Erich Priebke|autore = Alicia Stoll Priebke|url = http://www.priebke.it/italiano/modulo_adesione.pdf|data = 2 marzo 1999}}</ref> Qui, grazie all'assistenza di alcuni preti altoatesini, quali Johann Corradini parroco di [[Vipiteno]] e Franz Pobitzer di [[Bolzano]], ma anche del [[Vicario generale]] della [[diocesi di Bressanone]] [[Alois Pompanin]], ricevette il battesimo cattolico.<ref name=":15">{{Cita news|titolo = Il prete cortinese che fece fuggire Eichmann e Priebke|pubblicazione = [[Corriere del Veneto]]|url = http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2010/11-giugno-2010/prete-cortinese-che-fece-fuggire-eichmann-priebke-1703180032474.shtml}}</ref>
{{Citazione|Alla stazione ognuno è andato per conto suo [...] io verso il nord, a Vipiteno, dove c'era mia moglie con i figli [...] Ho pensato a tornare in Germania, ma a Berlino non avevo più famiglia, vivevamo nella parte est, dei parenti lontani non avevo più notizia. Mio padre è morto nella prima guerra, mio fratello anche, io ero stufo della guerra e non avevo qualcuno da cui ritornare. Volevo solo mettere in salvo me e la famiglia. L'aiuto venne da un padre francescano, no, non ricordo il nome. Ci disse: per la Germania non posso fare niente, ma se vi accontentate dell'Argentina posso aiutarvi. Dissi di sì|Erich Priebke, da un'intervista a ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]''<ref name=RepubblicaIntervista />}}
Attraverso le sue conoscenze all'interno degli uffici del comune di Termeno e nella [[Croce Rossa Internazionale]], [[Alois Pompanin|Pompanin]] poté aiutare alcuni gerarchi tedeschi in fuga verso il Sud America, procurando loro documenti di identità falsi. E così, come per [[Adolf Eichmann]] nel giugno del [[1948]]<ref name=":15" />, anche per Priebke si operò affinché potesse ottenere una falsa identità, quella di un direttore di albergo lettone, apolide e [[Opzioni in Alto Adige|optante]], di nome Otto Pape (vedi [[ratline]]). Priebke però riprese la propria identità una volta stabilitosi in [[Argentina]], variando solamente il suo nome da Erich Priebke a Erico Priebke.<ref>{{Cita web|url = http://www.kolot.it/2008/11/12/ma-la-chiesa-ha-aiutato-anche-i-nazisti-a-mettersi-in-salvo/|titolo = Ma la Chiesa ha aiutato anche i nazisti a mettersi in salvo|sito= Kolòt}}</ref>
Il 13 settembre 1948 venne quindi ribattezzato dal parroco Johann Corradini, su disposizione formale del vescovo di [[Bressanone]] Geisler<ref name=":15" />, e si convertì al cattolicesimo, condizione essenziale per ricevere l'appoggio del Vaticano e perché lui e la sua famiglia ottenessero il passaporto falso necessario per la fuga all'estero. A spedirglieli fu il vescovo [[Alois Hudal]].
Come viene riportato nel registro battesimale: «''Con riguardo all'accoglimento nella Chiesa cattolica del signor Priebke Erich, lo stesso viene battezzato per una seconda volta dal parroco Johann Corradini sub conditione''».<ref name=":15" />
Si imbarcò quindi dal [[porto di Genova]] sulla nave San Giorgio e, pochi giorni dopo il Natale del 1948, sbarcò in [[Argentina]], a [[Río de la Plata|Rio de La Plata]].<ref name=":5" />
Da lì nel [[1949]] si spostò a [[San Carlos de Bariloche]], una cittadina {{formatnum:1750}} chilometri a sud ovest di [[Buenos Aires]], ai piedi delle [[Ande]], dove rimase per quasi mezzo secolo con sua moglie Alicia nella casa al numero 167 della ''Calle 24 de Septiembre. ''Nei primi anni di permanenza Priebke aprì un negozio di alimentari, per poi diventare in seguito direttore della scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]].<ref>{{Cita news|titolo = Bariloche si mobilita per il nazista Priebke|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/12/bariloche-si-mobilita-per-il-nazista-priebke.html}}</ref>
Priebke tornò comunque più volte in Europa, sia in [[Germania]] (come ad esempio nel [[1978]], in occasione del funerale di [[Herbert Kappler]]<ref name=":9" />), sia in [[Italia]], nel [[1980]], dove in compagnia di sua moglie visitò alcune città italiane come [[Roma]], [[Sorrento]] e [[Rapallo]].<ref name=":10" />
=== L'intervista alla ABC e l'estradizione ===
Nel mese di aprile del [[1994]], la troupe del programma ''Prime Time Live'' dell'emittente statunitense [[ABC (Stati Uniti d'America)|ABC]], guidata dal giornalista [[Sam Donaldson]], si presenta alla porta dell'abitazione di Juan Mahler, ovvero [[Reinhard Kops]], il militare tedesco che nel 1946 aveva aiutato Priebke a scappare dal campo di detenzione inglese di Rimini. Davanti alle prove scritte mostrategli dai giornalisti americani, Kops cede e fornisce nome e indirizzo di Priebke.<ref name=":11">{{Cita news|titolo = Priebke, lei è un criminale nazista|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/07/Priebke_lei_criminale_nazista_co_0_9405078364.shtml}}</ref>
La mattina del 6 maggio [[1994]]<ref name=":8">{{Cita web|url = http://academic.brooklyn.cuny.edu/modlang/carasi/articles/priebke.html|titolo = Priebke Trial(s) by David Travis|sito= Brooklyn College Homepage}}</ref>, la troupe si precipitò su Priebke non appena egli finì il proprio turno di lavoro nella scuola «''Primo Capraro''» di [[San Carlos de Bariloche]], cogliendolo di sorpresa mentre stava entrando nella sua macchina e riuscendo così a fargli una breve intervista: «Signor Priebke, Sam Donaldson, televisione americana... è lei Erich Priebke?», chiede il giornalista, «Sì», risponde tranquillamente lui.<ref name=":0">{{YouTube|iTkfX_RzMaE|SS criminal Erich Priebke is exposed in Argentina by US newsman Sam Donaldson for ABC in 1994|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> Il giornalista fece diverse domande a cui egli rispose senza problemi, dicendo ad esempio di non esser mai stato contro gli ebrei e di non averne mai fatto deportare alcuno e che considera quanto accaduto alle [[Fosse Ardeatine]] una tragedia. In successive interviste televisive confermerà comunque di aver dovuto sparare a due delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, specificando che però si limitò semplicemente a eseguire gli ordini e che per lui fu terribile dover eseguire quell'ordine.
A causa della sua età avanzata e del suo stato di salute, le autorità argentine decisero, in un primo momento, il non doversi procedere con l'arresto optando invece, l'8 maggio<ref name=":8" /> successivo, per la misura degli arresti domiciliari nella sua casa di Bariloche.<ref name=":6">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/15_sentenza_16-11-98.aspx Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, in data 16.11.1998]</ref>
Il 9 maggio le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione ai giudici della Corte suprema argentina, richiesta che venne quindi accolta il 2 novembre del [[1995]].<ref>{{Cita news|titolo = Si all'estradizione di Priebke|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/03/all_estradizione_Priebke_co_8_9511031752.shtml}}</ref>
Il 21 novembre del [[1995]] Priebke arrivò in Italia, dove venne recluso nel [[Forte Boccea|carcere militare di ''Forte Boccea'']]'','' a Roma e subito interrogato dal procuratore militare [[Antonino Intelisano]]. Contrariamente a quanto aveva fatto dopo la sua cattura, quando si era rifiutato di parlare con lo stesso pm recatosi personalmente in [[Argentina]] per la rogatoria internazionale, Priebke decise di collaborare con i magistrati italiani pur senza affrontare, almeno inizialmente, i punti cruciali sostenuti dell'accusa.<ref>{{Cita news|titolo = Priebke rifiuta di parlare con il pm|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/28/Priebke_rifiuta_parlare_con_pm_co_0_9511286175.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/28/Priebke_rifiuta_parlare_con_pm_co_0_9511286175.shtml}}</ref>
=== I processi e le condanne ===
Il 7 dicembre [[1995]] si svolse a Roma l'udienza preliminare nel procedimento contro l'ex capitano nazista<ref>{{Cita news|titolo = L'ho riconosciuto, è lui che mi torturava|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/08/riconosciuto_lui_che_torturava_co_8_9512082195.shtml}}</ref>: la Procura militare chiese per Priebke il rinvio a giudizio per [[crimini di guerra]] e l'imputazione per «concorso in violenza con omicidio continuato in danno di 335 cittadini italiani» per i fatti accaduti presso le [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|Fosse Ardeatine]] il 24 marzo del [[1944]]. L'udienza però terminò con un rinvio, a seguito della remissione della causa alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]], sulla questione circa la possibilità di ammettere nel processo militare la costituzione in giudizio delle parti civili, in analogia a quanto previsto nel processo penale ordinario<ref>Cfr. l'[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/2Ordinanza071295.aspx ordinanza del [[Giudice dell'udienza preliminare]] del 7 dicembre 1995] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>.<br />
Con sentenza n. 60 del 22 febbraio 1996<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/15Sentenza220296.aspx sentenza della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]] n. 60 del 22 febbraio 1996] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref> la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la norma del codice penale militare di pace che escludeva la costituzione di parte civile delle vittime di un danno derivante da reato punito da detto codice.<br />
Pertanto il processo a carico di Priebke e Hass riprese: il 28 marzo [[1996]] venne fissata la nuova udienza preliminare che si svolse il successivo 3 aprile e si concluse con il rinvio a giudizio dell'imputato, nonostante questi si fosse proclamato innocente.
L'8 maggio [[1996]], all'interno del Tribunale Militare di Viale delle Milizie, a Roma, ebbe inizio il processo.
Il 1º agosto [[1996]], il [[Tribunale militare]], pur riconoscendo la responsabilità dell'imputato, ritenne che allo stesso si dovessero applicare le attenuanti generiche, dichiarò di «non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione» e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato<ref name=":7">[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/16Sentenza010896.aspx Sentenza del Tribunale Militare di Roma, in data 01.08.1996]</ref>. La sentenza suscitò le proteste dei parenti delle vittime delle [[Fosse Ardeatine]] si ribellarono insieme con la [[comunità ebraica di Roma]], la quale diede vita a una manifestazione guidata da [[Riccardo Pacifici]] che costrinse i giudici a restare assediati in tribunale fino a notte fonda e cioè fino a quando il ministro [[Giovanni Maria Flick|Flick]] intervenne annullando la sentenza e dando ordine che il processo venisse rifatto da capo e imponendo che si giungesse alla condanna dell'ex SS.<ref>[http://www.ilfoglio.it/articoli/v/94534/rubriche/casellario-dopinioni-di-strada-sul-caso-priebke.htm Casellario d'opinioni di strada sul caso Priebke]</ref> In seguito Priebke denunciò Pacifici per sequestro di persona, perdendo però la causa e venendo condannato al pagamento delle spese processuali<ref>Tuttavia, risultando il Priebke nullatenente e privo di qualsivoglia reddito, le spese di registrazione della sentenza vennero poi richieste alla comunità ebraica: cfr. [http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_maggio_8/priebke-comunita-ebraica-spese-processo-2121042115341.shtml Archivio storico del Corriere della Sera].</ref>.
La sentenza di assoluzione in realtà non venne poi mai eseguita: il giorno successivo alla sentenza, infatti, Priebke venne nuovamente arrestato per una richiesta di estradizione presentata dalla Germania.
Il 15 ottobre [[1996]], la [[Corte di cassazione]] annullò la sentenza del Tribunale militare<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/4Sentenza151096.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 15 ottobre [[1996]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, disponendo un nuovo processo a carico di Priebke.
Il 10 febbraio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/5Sentenza100297.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 10 febbraio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>, dopo una lunga disputa giurisdizionale, la Corte decise che spettava al Tribunale militare di Roma (con una nuova composizione, dopo la ricusazione del presidente Quistelli) giudicare l'imputato.
Il 14 aprile [[1997]], nell'aula bunker del [[carcere di Rebibbia]], ebbe inizio il nuovo processo a Erich Priebke e all'altro ex ufficiale delle [[SS]], [[Karl Hass]] per la [[strage delle Fosse Ardeatine]]<ref>{{Cita news|titolo = Inizia il processo contro Priebke e Hass|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/14/FOSSE_ARDEATINE_Inizia_processo_contro_co_10_970414118.shtml}}</ref>.<br />
Il 27 giugno il [[Pubblico Ministero]] concluse la sua requisitoria con la richiesta di un verdetto di colpevolezza e della pena dell'[[ergastolo]].<br />
Al contrario, secondo il collegio di difesa di Priebke, presieduto dall'avvocato [[Carlo Taormina]] e comprendente anche Velio Di Rezze e il giovane Paolo Giachini (come consulente e [[procura (diritto)|procuratore legale]]), questi non sarebbe stato punibile perché «''ubbidì a un ordine da lui ritenuto legittimo e per questo dopo tanti anni non si è pentito, ma ha valutato il fatto come un orrore''»<ref>{{Cita news|titolo = "Priebke non punibile: eseguì un ordine"|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/16/Priebke_non_punibile_esegui_ordine_co_0_970716205.shtml}}</ref>.
La sentenza venne emessa il 22 luglio [[1997]]<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/6Sentenza220797.aspx sentenza del Tribunale militare di Roma del 22 luglio [[1997]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>: un verdetto di colpevolezza e la condanna a 15 anni di reclusione, in parte condonati (dieci anni per effetto del decreto di amnistia generale del [[1945]]) o già scontati (i tre anni e quattro mesi del suo arresto preventivo in [[Argentina]]). Nella sentenza di condanna, i giudici del Tribunale militare sancirono comunque l'imprescrittibilità dei reati per i crimini di guerra e ritennero Priebke «colpevole di omicidio aggravato (dalla crudeltà e dalla premeditazione) e continuato» commesso «in danno di 335 persone»<ref>{{Cita news|titolo = Priebke colpevole: 15 anni con condono|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/23/Priebke_colpevole_anni_con_condono_co_0_9707231300.shtml}}</ref>.
Contro la sentenza del 22 luglio [[1997]] ricorsero in appello sia la Procura militare con a capo [[Antonino Intelisano]], sia i difensori dei due imputati; il processo d'appello ebbe inizio il 27 gennaio [[1998]], nell'aula bunker del [[Foro Italico]], a Roma<ref>{{Cita news|titolo = Giudizio d'appello per Priebke e Hass|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/01/27/giudizio-appello-per-priebke-hass.html?ref=search}}</ref>.
Il 7 marzo [[1998]], la [[Ordinamento giudiziario militare italiano|Corte d'appello militare]] accolse le richieste del PM e, dopo otto ore di camera di consiglio, riformando la sentenza di primo grado, sentenziò la condanna all'ergastolo per Priebke (e per Hass)<ref name="Sentenza07031998">[http://www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/Priebke_Erich/Pagine/13_07-03-98.aspx Sentenza della Corte militare di appello di Roma, in data 07.03.1998]</ref>.
L'ultima sentenza, che chiuse l'iter processuale contro l'ex capitano delle [[SS]], arrivò il 16 novembre [[1998]], quando la [[Corte di cassazione]] si pronunciò per la conferma definitiva della condanna all'ergastolo<ref>{{Cita news|titolo = Priebke e Hass, ergastoli definitivi|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/17/Priebke_Hass_ergastoli_definitivi_co_0_9811174568.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/17/Priebke_Hass_ergastoli_definitivi_co_0_9811174568.shtml}}</ref>. Dopo quattro ore di camera di consiglio la prima Sezione penale della Cassazione, respingendo i ricorsi dei difensori, confermò la sentenza emessa il 7 marzo precedente dalla Corte d'appello militare di Roma<ref>Cfr. la [http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/12Sentenza161198.aspx sentenza della [[Corte Suprema di Cassazione]] del 16 novembre [[1998]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref>.
Pochi mesi dopo, anche a causa della sua età avanzata, a Priebke venne concesso di scontare la pena in regime di [[detenzione domiciliare]] in un appartamento di 100 mq a Roma, di proprietà dell'avvocato Paolo Giachini, che lo assistette anche personalmente negli ultimi anni di vita.<ref>Cfr. l'[http://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Priebke/Pagine/13Ordinanza030299.aspx ordinanza del Tribunale Militare di Sorveglianza di Roma del 3 febbraio [[1999]]] nel sito web del Ministero della Difesa.</ref><ref>{{Cita news|titolo = Priebke: nel '98 ergastolo per Fosse Ardeatine|pubblicazione = [[ANSA]]|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/10/11/Priebke-98-ergastolo-Fosse-Ardeatine_9446035.html}}</ref><ref name=giachini/>.
=== Gli arresti domiciliari ===
La vicenda giudiziaria suscitò un grande interesse nell'opinione pubblica: la distanza temporale dagli eventi non attenuò in nessun modo la tensione e i sentimenti di inquietudine sociale che spesso sfociarono in vere e proprie sollevazioni popolari come dopo la prima sentenza di assoluzione. E lo stesso atteggiamento di alcuni politici, di taluni esponenti dell'allora governo italiano (come, ad esempio, la polemica tra il legale di Priebke, Velio Di Rezze, e il [[Guardasigilli]] [[Giovanni Maria Flick]]<ref>{{Cita news|titolo = Priebke: Di Rezze a Flick, perché estradarlo per gli stessi reati?|pubblicazione = Adn Kronos Agenzia|url = http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/08/06/Cronaca/PRIEBKE-DI-REZZE-A-FLICK-PERCHE-ESTRADARLO-PER-GLI-STESSI-REATI_142900.php}}</ref>) e di certi intellettuali, suscitarono critiche e perplessità in alcune fasce dell'opinione pubblica.
Il giornalista [[Indro Montanelli]], in una lettera scritta nella primavera del [[1996]] (epoca della prima condanna di Priebke a 15 anni di reclusione), pur ricordando come la strage delle Ardeatine fosse costata la vita a due suoi «''vecchi e cari amici''», espresse dei dubbi sulla liceità del processo e di un'eventuale condanna dell'ex ufficiale tedesco:<ref>{{Cita news|titolo = Quando Montanelli scrisse al condannato: "Capitano, è una sentenza insensata"|pubblicazione = [[Il Giornale]]|url = http://www.ilgiornale.it/news/interni/quando-montanelli-scrisse-condannatola-lettera-957766.html}}</ref><ref name=":13">{{Cita news|titolo = Priebke, 20 anni di polemiche, odio e rancori|pubblicazione = [[Libero (quotidiano)|Libero Quotidiano]]|url = http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1328958/Priebke--20-anni-di-polemiche--odio-e-rancori.html}}</ref>
{{Citazione|Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto [...] Il processo si dovrebbe fare alle aberrazioni dei totalitarismi e a certe leggi di guerra che imponevano la rappresaglia. Certo: lei, Priebke, poteva non eseguire l'ordine, e in pratica suicidarsi. Questo avrebbe fatto di lei un martire. Invece, quell'ordine lo eseguì. Ma questo non fa di lei un criminale|[[Indro Montanelli]], da una lettera dell'aprile [[1996]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/17/Egregio_Indro_Montanelli_scusi_mio_co_0_960417852.shtml "Egregio Indro Montanelli scusi il mio italiano. . ."] in [[Il Corriere della Sera]]</ref>}}
Sia l'opinione di Montanelli, secondo cui Priebke non avrebbe potuto rifiutarsi di "eseguire l'ordine" senza essere a sua volta ucciso (ripresa dalla difesa dello stesso ex capitano, per il quale il suo superiore Schutz avrebbe detto ai soldati ''«chi non vuole sparare, si metta dalla parte degli ostaggi»''<ref name=giachini/>), sia l'altra asserzione del giornalista, secondo cui la strage delle Fosse Ardeatine fu commessa in base a presunte "leggi di guerra" che (sempre secondo Montanelli) avrebbero "imposto" o permesso la rappresaglia, sono però entrambe direttamente smentite dalle risultanze processuali. I giudici accertarono infatti che Priebke avrebbe avuto il dovere di disobbedire a un ordine palesemente criminoso, "avente ad oggetto l'esecuzione di un barbaro eccidio in danno di prigionieri inermi, in violazione sia del diritto bellico che dei più elementari princìpi umanitari dello [[ius gentium]]"<ref name=":6" />; che invece Priebke collaborò attivamente all'eccidio in tutte le sue fasi con piena convinzione, con zelo e con adesione cosciente e deliberata, cosicché non si può neanche parlare di un ordine a lui impartito bensì di un vero e proprio "accordo criminoso", fra lui e gli altri ufficiali delle SS, finalizzato a realizzare l'eccidio<ref name="Sentenza07031998" />; che, d'altra parte, su di lui non fu esercitata alcuna minaccia né coazione psicologica da parte dei suoi superiori, e che nessun immediato pericolo di vita lo sovrastava qualora si fosse rifiutato di partecipare alla strage<ref name=":7" />. Altri che si unirono a questa tesi furono [[Vittorio Feltri]], [[Vittorio Sgarbi]] e [[Massimo Fini]].<ref>[http://www.massimofini.it/1998/la-sfortuna-di-chiamarsi-erich Massimo Fini, ''La sfortuna di chiamarsi Erich'']</ref><ref name=":13"/>
Nel [[2003]], il senatore di [[Alleanza Nazionale]] [[Antonio Serena]], propose un provvedimento di [[grazia (diritto)|grazia]] per Priebke (poiché, secondo lui, concedere la grazia ad [[Adriano Sofri]] - riferendosi a un dibattito politico molto vivo in quegli anni - ma non a Priebke sarebbe stata "un'inaccettabile discriminazione verso i [[tedeschi]]"<ref>[http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/politica/finisr/anto/anto.html Marco Bracconi, ''Priebke, Haider e i Serenissimi. La carriera del deputato Serena''], la Repubblica, 19 novembre 2003</ref>), per poi inviare, a tutti i parlamentari, una videocassetta intitolata ''Guai ai vinti'' a sostegno dell'ex SS, con allegata copia del libro di Priebke e Giachini intitolato ''Autobiografia. «Vae victis»'' (edita da ''Uomo e Libertà''), atto che gli costò l'espulsione dal suo partito.<ref>{{Cita web|url = http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=157&sez=120&id=39660|titolo = L'allegro ergastolano|sito= Shalom}}</ref>
Il 12 giugno [[2007]], l'Ufficio di Sorveglianza Militare, concesse a Priebke il permesso per uscire di casa "''per recarsi al lavoro''"<ref name=":14">{{Cita news|titolo = Priebke fa causa in tribunale e la perde. Ma Equitalia notifica le spese alla comunità ebraica|pubblicazione = [[Il Sole 24 ORE]]|url = http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-08/priebke-causa-tribunale-perde-155533.shtml}}</ref> presso lo studio del suo avvocato, decisione che, il 18 giugno successivo, fu contestata da alcuni dimostranti della Comunità Ebraica romana che protestarono davanti all'abitazione di residenza di Priebke e davanti allo studio del suo avvocato Paolo Giachini, sede anche dell'''Associazione Uomo e Libertà'', sita a Roma in via Panisperna. Quello stesso giorno, il giudice Isacco Giorgio Giustiniani, decise di revocare il permesso di lavoro precedentemente concesso, in quanto Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi al lavoro.<ref>{{Cita news|titolo = Manifestanti sotto casa, Priebke scappa|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/priebke-lavoro/priebke-lavoro/priebke-lavoro.html}}</ref> Il 23 novembre [[2007]], la prima sezione penale della [[Corte di cassazione|Cassazione]], accogliendo il ricorso del procuratore militare di Roma [[Antonino Intelisano]], decise di confermare la revoca del permesso lavorativo.<ref name=":14" />
Nel maggio [[2008]] venne invitato a presiedere la giuria del concorso di bellezza ''Star of Year'' (come presidente onorario). L'iniziativa suscitò molte polemiche<ref>{{Cita news|titolo = Priebke al concorso di bellezza invito shock all'ex capitano delle Ss|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/priebke-concorso-bellezza/priebke-concorso-bellezza/priebke-concorso-bellezza.html}}</ref> e, alla fine, il 12 settembre dello stesso anno, Priebke riuscì a presiedere la tappa finale del concorso di [[Gallinaro]] (FR), ma solo in via telematica, dato che non gli furono revocati gli [[arresti domiciliari]].<ref>{{Cita news|titolo = Priebke ospite al concorso delle miss|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_13/priebke_ospite_video_56b84b82-815e-11dd-95db-00144f02aabc.shtml}}</ref>
Nel [[2009]] gli venne concesso il permesso, per alcune ore alla settimana, di uscire dalla sua abitazione romana "''per fare la spesa, andare a messa, in farmacia''" e affrontare "''indispensabili esigenze di vita''",<ref name="morte" /> concessione che venne resa nota solo nel mese di ottobre del [[2010]]. Durante le sue uscite, Priebke venne sempre comunque scortato costantemente dalle forze dell'ordine, soprattutto per tutelare la sua incolumità, "''per quanto nelle sue uscite Priebke non sia mai stato oggetto di offese o, peggio, azioni violente.''"<ref>{{Cita news|titolo = Erich Priebke da un anno libero di uscire. L'ex SS va a messa e a fare la spesa|pubblicazione = [[Il Messaggero]]|url = http://www.ilmessaggero.it/home_roma/citta/erich_priebke_da_un_anno_libero_di_uscire_ex_ss_va_a_messa_e_a_fare_la_spesa/notizie/121509.shtml}}</ref>
Nel luglio del [[2013]], in concomitanza con il suo centesimo compleanno, su alcuni muri di [[Roma]] apparvero alcune scritte e svastiche inneggianti all'ex capitano delle [[SS]]: «''Dio stramaledica i tuoi accusatori''», firmato dalla sedicente sigla Comunità militante Tiburtina, «''Auguri Priebke''» e «''Priebke eroe''», quest'ultima apparsa nei pressi della sede dell'[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia]].<ref name=":13" /><ref>{{Cita news|titolo = A Roma i nazisti festeggiano Priebke|pubblicazione = [[l'Adige]]|url = http://www.ladige.it/articoli/2013/07/30/roma-nazisti-festeggiano-priebke}}</ref> Sotto la sua abitazione, alcuni manifestanti muniti di bandiere con la stella di David, esposero manifesti e volantini con scritte contro Priebke: "''Lui può festeggiare il suo compleanno, le sue vittime no''" e "''Quando si è assassini l'età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l'assassino nazista.''"<ref name="morte" /> Anche a [[Bolzano]], da un balcone di una casa privata di un condominio di via Glorenza, venne esposto uno striscione con la scritta «''29 luglio 1913, 29 luglio 2013. Alles Gute, capitano''»<ref>{{Cita news|titolo = Auguri a Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine|pubblicazione = [[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|url = http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/07/30/news/auguri-a-erich-priebke-il-boia-delle-fosseardeatine-1.7498778}}</ref>
=== La morte ===
Erich Priebke muore l'11 ottobre [[2013]]. Venne rinvenuto privo di vita, all'ora di pranzo, sul divano della sua abitazione di via Cardinal Sanfelice a [[Roma]]. Lo stesso giorno, il suo legale Paolo Giachini, rivelò l'esistenza di un'intervista scritta e di un video "''testamento umano e politico"''<ref>{{YouTube|7Jvgdv_UvwI|Video testamento di Priebke|accesso = 24 ottobre 2014}}</ref> realizzati dall'ex capitano delle [[SS]] nei giorni a cavallo del suo centesimo compleanno e in cui Priebke, tra le altre cose, rivendica con orgoglio il suo passato, sostenendo che l'[[attentato di via Rasella]] operato dai [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] comunisti fosse fatto con l'intento di [[eccidio delle Fosse Ardeatine|provocare una rappresaglia]] "''che avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione''"<ref>http://www.unita.it/italia/ecco-il-video-testamento-di-priebke-1.527818 "A via Rasella i GAP, comunisti italiani, fecero un attentato contro una compagnia della polizia tedesca, tutti uomini dell'Alto Adige, cittadini italiani - racconta Priebke -. Questo attentato fu fatto sapendo che dopo ci sarebbe stata una rappresaglia, perché quando [[Albert Kesselring|Kesselring]] prese il suo comando in Italia fece affiggere su tutti i muri un avviso in cui era scritto che qualunque attentato contro i tedeschi avrebbe comportato una rappresaglia. Questo loro lo sapevano e fecero l'attentato a proposito, perché pensavano che una nostra rappresaglia avrebbe potuto scatenare una rivolta della popolazione, che invece non avvenne"</ref> e nega l'evidenza dell'[[Olocausto]].<ref name="morte">{{Cita news|titolo = È morto Eric Priebke, capitano delle SS naziste: fu condannato per la strage delle Fosse ardeatine|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/11/news/morto_priebke-68378557/?rss}}</ref> Ribadisce poi le sue linee di difesa abituali: aver obbedito agli ordini irrifiutabili del Führer e aver ucciso personalmente due ostaggi in ossequio alle leggi di rappresaglia ma che quella fu "una tragedia" che lo avrebbe ossessionato a vita<ref name=giachini/>, concludendo infine il video con la dichiarazione letta al processo nel 1996: {{quote|Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine... Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima... Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore.}} Secondo l'avvocato Giachini, Priebke avrebbe espresso privatamente pentimento confessandosi con un sacerdote, inviando una lettera a [[papa Giovanni Paolo II]] (a cui il pontefice rispose) e incontrando alcuni famigliari delle vittime, ma viene smentito da Giulia Spizzichino, membro della comunità ebraica romana e parente di vittime di [[Auschwitz]] e delle Fosse Ardeatine.<ref>[http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/17/news/priebke_videotestamento_fosse_ardeatine_per_noi_cosa_terribile-68809285/ Il videotestamento di Priebke: "I comunisti cercarono la rappresaglia nazista"]</ref> Sempre secondo il legale, avrebbero concesso il perdono a Priebke e firmato la domanda di grazia per l'ex SS alcuni figli e parenti delle vittime, tra cui il nipote di don [[Pietro Pappagallo]] e la figlia del colonnello [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]].<ref name=giachini>[http://www.ilgiornale.it/news/cronache/parla-lavvocato-dellex-ss-i-miei-18-anni-priebke-1068219.html Parla l'avvocato dell'ex Ss: "I miei 18 anni con Priebke"]</ref>
Nei giorni seguenti la sua morte la sua salma venne tenuta nell'obitorio del [[Policlinico Gemelli]] di Roma poiché il sindaco capitolino [[Ignazio Marino]], d'accordo con la questura e il prefetto, vietò l'uso di qualsiasi spazio pubblico della città per lo svolgimento del rito funebre.<ref>{{Cita news|titolo = Funerali Priebke,ancora nessuna decisione|pubblicazione = [[Il Corriere della Sera]]|url = http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_ottobre_14/funerali-priebke-vaticano-siano-casa-ma-l-avvocato-respinge-proposta-49d70052-34b9-11e3-b0aa-c50e06d40e68.shtml}}</ref>
Il 15 ottobre [[2013]], giorno in cui si sarebbero dovuti celebrare i suoi funerali, dopo il diniego del Vicariato di Roma allo svolgimento delle esequie nelle chiese della Capitale, la salma venne traslata presso l'istituto Pio X dei padri [[Lefebvriani]], ad [[Albano Laziale]] (RM). Dopo una giornata di proteste, con il carro funebre colpito con calci e pugni e un prete lefebvriano aggredito, e di scontri tra esponenti di destra e manifestanti contrari alla cerimonia, la stessa venne quindi sospesa e, nella notte, la salma venne trasportata all'aeroporto militare di [[Pratica di Mare]].<ref>{{Cita news|titolo = Funerali Priebke ad Albano, caos e scontri: cerimonia sospesa. Due fermi|pubblicazione = [[Il Fatto Quotidiano]]|url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/16/priebke-funerali-albano-laziale-scontri-cerimonia-sospesa-due-fermi/744464/}}</ref> Dopo diverse polemiche scoppiate per la sua sepoltura (rifiutata sia da Argentina sia da Germania), la salma di Priebke è stata tumulata in un luogo segreto, secondo voci in un carcere. Solo in seguito, nel [[2015]] con uno scoop giornalistico si venne a conoscenza che il luogo della tumulazione, anonima, era un camposanto abbandonato all'interno di un carcere in disuso, su un'isola<ref>[http://espresso.repubblica.it/archivio/2015/07/09/news/nel-cimitero-segreto-di-priebke-1.220717?ref=HRBZ-1 Fonte: L'Espresso, 09.07.2015, "Ecco dov'è la tomba segreta di Erich Priebke."]</ref>. Secondo alcuni, da alcune foto pubblicate già nel 2013, si tratterebbe del [[Isola di Pianosa (Toscana)#Il carcere|carcere di Pianosa]] (chiuso nel [[2011]]), anche se l'ubicazione è attualmente un [[segreto di stato]], e il legale di Priebke ha smentito che le foto ritraggano la tomba del suo assistito<ref>[http://www.umbria24.it/giallo-sulla-tomba-di-priebke-dalle-foto-di-repubblica-sembra-il-carcere-di-pianosa/230252.html Giallo sulla tomba di Priebke: «Dalle foto di Repubblica sembra il carcere di Pianosa»]</ref>. Un ex-detenuto della colonia penale di [[Isili]], Evelino Loi, sostiene invece che Erich Priebke sia stato sepolto accanto a suo padre, morto a Isili nel [[1947]] mentre stava scontando una pena per un piccolo furto<ref>[http://www.huffingtonpost.it/2013/11/11/erich-priebke-sepolto-sardegna-isili_n_4253200.html Fonte: La Nuova Sardegna "Erich Priebke è sepolto in Sardegna, nel cimitero del carcere di Isili". La rivelazione dell'ex detenuto Loi]</ref>. La direzione del carcere di Isili ha però negato che Priebke sia stato sepolto sul territorio della colonia<ref>[http://www.nuovasocieta.it/cronaca/priebke-sepolto-in-sardegna-il-carcere-di-isili-nega Fonte: Adnkronos Priebke sepolto in Sardegna. Il carcere di Isili nega]</ref>.
Il sacerdote ultratradizionalista e negazionista [[Florian Abrahamowicz]] ha celebrato una messa di suffragio in una cappella privata di una villetta di [[Paese (Italia)|Paese]] (TV) alla quale ha partecipato il sindaco [[Lega Nord|leghista]]<ref>{{cita web|http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2014/05/15/news/lega-nord-con-mazzorato-indipendentisti-con-luisetto-1.9235153| Lega Nord con Mazzorato |15 maggio 2014}}</ref> del comune di [[Resana]], Loris Mazzorato.<ref>{{cita web|http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/10/18/news/messa-per-priebke-sale-la-tensione-a-paese-1.7946959 | Il sindaco di Resana alla messa per Priebke, si rischia la crisi – La Tribuna di Treviso|21 ottobre 2013}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro| Robert | Katz | Dossier Priebke: anatomia di un processo| 1996| Rizzoli| Milano|isbn= 88-17-84503-5}}
* Walter Leiszl, ''Priebke. Anatomia di un processo'', Roma, Editori Riuniti, 1997.
* Fabio Simonetti, ''Via Tasso. Quartier generale e carcere tedesco durante l'occupazione di Roma'', Roma, Odradek, 2016.
* {{Cita libro| Gerald | Steinacher | La Via Segreta dei Nazisti. Come l'Italia e il Vaticano salvarono i criminali di guerra| 2010| Rizzoli| Milano}}
== Memorie ==
* {{Cita libro| Erich | Priebke | coautori=Paolo Giachini | Autobiografia. Vae victis | 2003 | Priebke | Roma |isbn= 88-901009-0-7 }}
== Voci correlate ==
* [[SS|Schutzstaffeln]]
* [[Herbert Kappler]]
* [[Attentato di via Rasella]]
* [[Eccidio delle Fosse Ardeatine]]
* [[Armadio della Vergogna]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q}}
{{Interprogetto/notizia|È morto l'ex ufficiale SS Priebke}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.difesa.it/GIUSTIZIAMILITARE/RASSEGNAGM/PROCESSI/PRIEBKE_ERICH/Pagine/default.aspx|Rassegna Giustizia Militare su Priebke Erich}}
* {{cita web|url=http://www.antonellaricciardi.it/interviste.asp?id=18|titolo=Intervista a Erich Priebke}}
{{Rasella-Ardeatine}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|diritto|nazismo|seconda guerra mondiale}}
[[Categoria:Eccidio delle Fosse Ardeatine]]
[[Categoria:Ufficiali delle SS]]
[[Categoria:Personalità tedesche della seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Persone condannate per crimini contro l'umanità]]
[[Categoria:Centenari tedeschi]]
| |||