Utente:Emilio48/Sandbox1: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
(7 versioni intermedie di 5 utenti non mostrate)
Riga 18:
 
 
[[Image:ImmagineStrait 036of CORMessina from Dinnammare.jpg|left|300px|thumb|Fig. 1A: Stretto di Messina da "Dinnammare" (Monti Peloritani); i colori mostrano chiaramente le differenti masse d’acqua presenti.]]
[[Image:Messina Straits at sunset.jpg|rigth|300px|thumb|Fig. 1B: Stretto di Messina da "Dinnammare" (Monti Peloritani) al tramonto; i colori mostrano chiaramente le differenti masse d’acqua presenti.]]
 
=== Morfologia e batimetria ===
Lo ''Stretto di [[Messina]]'', per gli aspetti morfologici, può essere rappresentato come un imbuto con la parte meno ampia verso nord, in corrispondenza della congiungente ideale [[Capo Peloro]] ([[Sicilia]]) - Torre Cavallo ([[Calabria]]); verso sud, invece, questo ''imbuto'' si apre gradualmente fino al traverso di [[Capo dell’Armidell'Armi]] ([[Calabria]]). Il limite settentrionale è nettamente identificabile, mentre quello meridionale può avere un significato geografico (ad esempio la carta nautica n° 138 dell’Istituto Idrografico della Marina ([[I.I.M.]]) si ferma poco prima di [[Punta Pellaro]] in Calabria), o idrologico; quest’ultimo può essere considerato la linea ideale che congiunge [[Capo Taormina]] ([[Sicilia]]) con [[Capo delle d'Armi]] ([[Calabria]]). Come area idrologica, anche il confine settentrionale è ben più ampio di quello geografico e comprende l’areal'area del Mar [[Mar Tirreno]] compresa tra [[Capo Milazzo]], l’arcol'arco delle [[Isole Eolie]] e le coste del [[Golfo di Gioia]] in [[Calabria]] (Figura 2).
 
Per quanto si riferisce al profilo sottomarino dello Stretto, esso può essere paragonato ad un monte, il cui culmine è la “sella”"sella" (lungo la congiungente [[Ganzirri]]-[[Punta Pezzo]]), i cui opposti versanti hanno pendenze decisamente differenti. Nel Mar [[Tirreno]], infatti, il fondo marino degrada lentamente fino a raggiungere i 1.000 m nell’area di [[Milazzo]] e, per trovare la batimetrica dei 2.000 m, si deve oltrepassare l’Isola di [[Stromboli]]. Nella parte meridionale (Mare [[Ionio]]), invece, il pendio è molto ripido ed a pochi chilometri dalla "sella" è possibile registrare la profondità di 500 m tra le città di [[Messina]] e [[Reggio Calabria]], oltrepassare ampiamente i 12001.200 m poco più a Sud (Punta Pellaro), per raggiungere i 2.000 m al centro della congiungente ideale [[Capo Taormina]] - [[Capo delle d'Armi]].
[[Image:Batimetry_Messina.jpg|right|300px|thumb|Fig. 2: Batimetria dell’area idrologica dello Stretto di Messina. ]]<ref>(Figura sviluppata con software Ocean Data View. Schlitzer, R., http://www.awi-bremerhaven.de/GEO/ODV, 2004)]]</ref>.
La minore ampiezza (di poco superiore a 3 [[m|km]]) si riscontra lungo la congiungente Ganzirri-Punta Pezzo cui corrisponde a livello del fondo una “sella” sottomarina ove si riscontrano le minori profondità (80-120 m). In questo tratto il fondo presenta un solco mediano irregolare, con profondità massima di 115 m, che divide una zona occidentale (in prossimità di Ganzirri) caratterizzata da profonde incisioni, da quella orientale di Punta Pezzo, più profonda e pianeggiante.
 
Caratteristica del settore settentrionale dello Stretto è l’ampia Valle di [[Scilla]], con una parte più profonda e ripida (circa 200 m). La valle comincia poi ad appiattirsi e ad essere meno acclive verso il Mar Tirreno dove prende il nome di Bacino di [[Palmi]]. Le pareti laterali della valle, profonde e scoscese, si elevano bruscamente conferendo alla sezione trasversale una forma ad “U”. Un’ampia ed irregolare depressione, meno incisa (Valle di Messina), avente anch’essa sezione ad “U”, si riscontra nella parte meridionale. A profondità superiori ai 500 m, la Valle di Messina si stringe divenendo più profonda e dando origine ad un ripido [[Canyon|canyon]] sottomarino (Canyon di Messina) che si protende fino alla piana batiale dello Ionio.
La minore ampiezza (di poco superiore a 3 [[m|km]]) si riscontra lungo la congiungente Ganzirri-Punta Pezzo cui corrisponde a livello del fondo una “sella”"sella" sottomarina ove si riscontrano le minori profondità (80-120 m). In questo tratto ili fondofondali presentamarini (Fig. 4) presentano un solco mediano irregolare, con profondità massima di 115 m, che divide una zona occidentale (in prossimità di Ganzirri) caratterizzata da profonde incisioni, da quella orientale di Punta Pezzo, più profonda e pianeggiante (Fig. 18).
Caratteristica del settore settentrionale dello ''Stretto'' è l’ampial'ampia ''Valle di [[Scilla (RC)|Scilla]]'', con una parte più profonda e ripida (circa 200 m). La valle comincia poi ad appiattirsi e ad essere meno acclive verso il Mar Tirreno dove prende il nome di ''Bacino di [[Palmi]]''. Le pareti laterali della valle, profonde e scoscese, si elevano bruscamente conferendo alla sezione trasversale una forma ad “U”"U". Un’ampiaUn'ampia ed irregolare depressione, meno incisa (''Valle di Messina''), avente anch’essa sezione ad “U”"U", si riscontra nella parte meridionale. A profondità superiori ai 500 m, la Valle di Messina si stringe divenendo più profonda e dando origine ad un ripido [[Canyon|canyon]] sottomarino (Canyon di Messina) che si protende fino alla piana batiale dello [[Mar Ionio|Ionio]].
 
==Le correnti==
Riga 55 ⟶ 57:
Le correnti stazionarie a livello della sella sottomarina fluiscono verso sud dalla superficie a 30 m ed in senso inverso da questa profondità fino al fondo, con velocità che possono raggiungere, in particolari situazioni meteo-marine, anche i 50 cm/sec. La co-oscillazione delle masse d’acqua dello Stretto con le maree dei mari adiacenti origina le correnti di marea che, con fase pressoché opposta e con uguale ampiezza, si sommano a quelle stazionarie prima descritte. Le velocità relative raggiungono, lungo la sezione corrispondente alla sella Ganzirri-Punta Pezzo, valori massimi di oltre 200 [[m|cm]]/s sia nel flusso verso nord (corrente ''montante''), sia in quello verso sud (corrente ''scendente''), interessando all’incirca con la stessa intensità la massa d’acqua nella sua interezza.
Secondo le ultime pubblicazioni di Mosetti (1988 e 1995), la velocità di spostamento delle acque, in particolari momenti e grazie alla coincidenza di numerose componenti, può arrivare fino ad un massimo di 20 km/h (cfr. Tabella 1).
<div align="center">
{| {{prettytable}}class="wikitable" width=450px
|-
|colspan=3 align=center|'''Velocità delle correnti nello ''Stretto'' '''<br>(da Mosetti F., 1995)
Riga 75 ⟶ 77:
|}
 
{| {{prettytable}}class="wikitable" width=450px
|-
|colspan=3 align=center|'''Acqua in transito sulla "sella" Ganzirri - Punta Pezzo'''<br>(da Tomasino M., 1995)
Riga 85 ⟶ 87:
|align=center|300 cm/s||> 1.000.000 m<sup>3</sup>/s
|}
</centerdiv>
 
Tali notevoli velocità e gli enormi volumi d’acqua in gioco (oltre 750.000 m<small><sup>3</smallsup></supsmall> al secondo per una corrente di 200 cm/s secondo Tomasino, 1995), se rapportati ai mezzi di navigazione dei tempi omerici, indicano chiaramente perché lo Stretto venisse considerato abitato da mostri in grado di ingoiare le imbarcazioni o farle naufragare nel volgere di poco tempo.
 
===Possibile produzione di energia===
Riga 167 ⟶ 169:
Infine, è da evidenziare la presenza di alcuni importanti selacei che migrano attraverso lo Stretto di Messina, quali ''[[Carcharodon carcharias]]'' (squalo bianco) ed ''Hexanchus griseus'', conosciuto come squalo capopiatto (Figura 25).
 
=== Organismi batiali ===
Altra peculiarità dello Stretto di Messina è la presenza di una varia e numerosa fauna batipelagica (comunemente chiamata anche fauna abissale) che, trasportata in superficie dalla corrente proveniente da Sud (corrente montante), può essere facilmente catturata ancora in condizioni vitali nei punti di maggiore turbolenza (vortici o scale di marea), o spiaggiata lungo la riva in particolari condizioni meteo-marine. Esempi classici da menzionare sono ''Chauliodus sloani'' (pesce vipera), ''[[Argyropelecus hemigymnus]]'' (pesce accetta o ascia d’argento) e ''Myctophum punctatum'' (pesce diavolo), rispettivamente Figure 26, 27 e 28.
 
Riga 185 ⟶ 187:
 
==Beach Rock==
 
Lungo le coste siciliane dello Stretto (Figg. 30-33) è presente un biotopo costiero di notevole interesse, costituito da un complesso biocenotico che, per la sua particolare origine e struttura, non può passare inosservato (infatti rientra nei confini della Riserva Naturale Lagune di Capo Peloro). Si tratta di un tratto esteso di costa compreso tra Capo Peloro e S. Agata, interessato dalla presenza di una panchina rocciosa che, dalla linea di spiaggia, si porta fino ad alcuni metri di profondità (Fig. 34).
<gallery>
Image:Straits of Messina Beach Rock IMG 0114.JPG|Fig. 30: Formazione a beach rock lungo la costa siciliana dello Stretto di Messina (da Via Circuito)
Riga 192 ⟶ 196:
</gallery>
 
Questa formazione, interpretabile come una beach rock, si situa in una posizione di raccordo tra il piano mesolitorale e la frangia superiore dell’infralitorale. Tale struttura rappresenta l’unico substrato duro naturale per le comunità bentoniche all’interno di questa fascia batimetrica, lungo il versante siciliano dello Stretto. Inoltre, per la sua particolare morfologia, per la distribuzione topografica, ed in funzione dei particolari condizionamenti determinati dal regime idrodinamico dello Stretto, la struttura ospita comunità bentoniche del tutto originali, rispetto a quanto noto per la generalità dei biotopi mediterranei affini. Oltre al suo rilevante interesse in termini di documentazione geologica (testimonianza di età tirreniana) e antropologica (anticamente utilizzata come cava per macine da mulino), la struttura è di grande importanza in quanto ospita estese formazioni a Vermetus, cioè un biotopo formalmente protetto a livello comunitario. Tali formazioni rappresentano inoltre un caso unico nel Mediterraneo, in quanto ubicate sulla superficie del conglomerato, anziché disposte nella tipica formazione a trottoiretrottoir.
Lungo le coste siciliane dello Stretto (Figg. 30-33) è presente un biotopo costiero di notevole interesse, costituito da un complesso biocenotico che, per la sua particolare origine e struttura, non può passare inosservato (infatti rientra nei confini della Riserva Naturale Lagune di Capo Peloro). Si tratta di un tratto esteso di costa compreso tra Capo Peloro e S. Agata, interessato dalla presenza di una panchina rocciosa che, dalla linea di spiaggia, si porta fino ad alcuni metri di profondità (Fig. 34).
 
<gallery>
Image:Messina Straits Beach Rock from the Sea.JPG|Fig. 34: Fondale dello Stretto di Messina antistante la formazione a Beach Rock lungo la costa siciliana (Foto S. Giacobbe)
</gallery>
 
Questa formazione, interpretabile come una beach rock, si situa in una posizione di raccordo tra il piano mesolitorale e la frangia superiore dell’infralitorale. Tale struttura rappresenta l’unico substrato duro naturale per le comunità bentoniche all’interno di questa fascia batimetrica, lungo il versante siciliano dello Stretto. Inoltre, per la sua particolare morfologia, per la distribuzione topografica, ed in funzione dei particolari condizionamenti determinati dal regime idrodinamico dello Stretto, la struttura ospita comunità bentoniche del tutto originali, rispetto a quanto noto per la generalità dei biotopi mediterranei affini. Oltre al suo rilevante interesse in termini di documentazione geologica (testimonianza di età tirreniana) e antropologica (anticamente utilizzata come cava per macine da mulino), la struttura è di grande importanza in quanto ospita estese formazioni a Vermetus, cioè un biotopo formalmente protetto a livello comunitario. Tali formazioni rappresentano inoltre un caso unico nel Mediterraneo, in quanto ubicate sulla superficie del conglomerato, anziché disposte nella tipica formazione a trottoire.
 
==Commenti e interviste==