Emilio Vedova: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Emilio
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|GiornoMeseMorte = 25 ottobre
|AnnoMorte = 2006
|Epoca = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = incisore
|Attività3 = partigiano
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Emilio Vedova.jpg
|Didascalia = Emilio Vedova
}}
[[File:Biennale 1990 9 Vedova.jpg|thumb|Alla Biennale del 1990]]
{{Citazione|Ora non mi preoccuperò più di tagliare profili netti, angolature esatte di luce ed ombra, ma scaturirà dal mio intimo direttamente luce e ombra, preoccupato unicamente di trasmettere l'immagine senza nessun revisionismo aprioristico, cosa che per lunghi anni avevo sentito.|Vedova 1919 - 2006, Milano, Skira, pag. 96|}}
== Biografia ==
=== Gli esordi ===
Era il terzo dei sette figli di Luigi Vedova, imbianchino e decoratore, e di Giovanna Zamattio.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-vedova_(Dizionario-Biografico)/|titolo=VEDOVA, Emilio - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-09-02}}</ref>
Nato a [[Venezia]] da una famiglia di artigiani-operai, inizia a lavorare in fabbrica, poi presso un fotografo e nella bottega di un decoratore. Il suo precoce ed appassionato interesse per il disegno e la pittura lo portano a lavorare intensamente da autodidatta fin dagli anni trenta, eseguendo schizzi veloci durante i suoi viaggi. Già in questa prima fase, tra la seconda metà degli anni trenta ed i primi anni quaranta, si confronta con la rappresentazione della realtà con un lavoro di sperimentazione e ricerca che porterà avanti per tutta la vita. I suoi tratti sono già veloci e nervosi, caratterizzando quello che rimarrà il suo stile inconfondibile. I suoi primi punti di riferimento vanno ricercati nella tradizione veneziana: l'ultima attività di [[Tiziano Vecellio|Tiziano]], [[Tintoretto]], [[Guardi (famiglia)|Guardi]], ma inizia a studiare anche le opere di [[Rembrandt]], [[Francisco Goya|Goya]] e [[Honoré Daumier|Daumier]]. Un altro grande spunto in questi anni di formazione è costituito dall'architettura barocca veneziana, in particolare le chiese, che lo attrae particolarmente per il dinamismo delle linee, per il suo senso di instabilità, i giochi di luce e per il suo "tutto permesso"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Emilio Vedova|titolo=Un pittore giudica l'architettura|rivista=L'architettura - cronache e storia|volume=Agosto 1956|numero=10|pp=291-92}}</ref>.
Frequenta una scuola libera di nudo a Firenze e ritrae personaggi popolari del quartiere [[Borgo San Frediano|San Frediano]], dove ha i primi contatti con gli ambienti antifascisti. Tornato a Venezia vive un periodo di stenti, ma riesce ad ottenere uno studio-soffitta a Palazzo Carminati dall'[[Opera Bevilacqua La Masa]] che supporta gli artisti poveri. Nel 1940 espone nudi e nature morte alla Galleria Ongania a Venezia.
Opera inizialmente in contatto con il gruppo di [[Corrente (rivista)|Corrente]] ([[1942]]-[[1943|43]]), in cui collaborano anche [[Renato Guttuso]] e [[Renato Birolli]]. Partecipa tra il [[1944]] e il [[1945]] alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]<ref>{{cita web|url=https://www.anpi.it/donne-e-uomini/2016/emilio-vedova|titolo=DONNE E UOMINI DELLA RESISTENZA: Emilio Vedova|accesso=21 luglio 2021}}</ref> a Roma e in seguito sulle colline piemontesi, dove nel corso di un rastrellamento rimane ferito. Nel [[1946]], a Milano, è tra i firmatari del manifesto “[[Oltre Guernica]]”. Nello stesso anno a [[Venezia]] è tra i fondatori della ''Nuova Secessione Italiana'' poi [[Fronte nuovo delle arti|Fronte Nuovo delle Arti]].
In questi stessi anni realizza una serie di pastelli, in cui riversa il suo stato d'animo turbato dall'esperienza della guerra: in opere come ''Assalto alle prigioni'' e ''Incendio del villaggio'' inizia la deformazione dei soggetti rappresentati, che è qui ancora in una fase di transizione ma che poi maturerà fino ad arrivare alla formulazione del linguaggio astratto.
Nel [[1948]] partecipa per la prima volta alla [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|Biennale di Venezia]], edizione che vede il tramonto delle pratiche pittoriche del movimento ''Novecento''. Nel [[1952]] una sala è interamente a lui dedicata e segna il passaggio dal geometrismo schematico alla spontaneità del segno, delle linee spezzate e dei fendenti.
Nel [[1949]]-[[1950]], aderisce al progetto della importante [[collezione Verzocchi]]<ref>La collezione aveva a tema "Il lavoro nella pittura contemporanea" ed è attualmente conservata presso la [[Pinacoteca civica di Forlì]].</ref>, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera ''Interno di fabbrica''.
=== Gli anni '50 e '60 ===
All'inizio degli anni cinquanta realizza i suoi celebri cicli di opere: ''Scontro di situazioni'', ''Ciclo della Protesta'', ''Cicli della Natura''. Nel 1951 partecipa alla I Biennale di San Paolo, vincendo un premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile la cui estrema e difficile realtà lo colpirà profondamente, oltre che la natura maestosa. Sempre nel '51, viene organizzata e curata da [[Rodolfo Pallucchini]] la sua prima mostra personale all'estero, presso la Galleria Viviano di New York. In questa occasione vengono esposte molte delle cosiddette "geometrie nere": opere in cui le scelte cromatiche si riducono al bianco e nero e in cui Vedova si concentra quasi ossessivamente su costruzioni geometriche che generano labirinti, reticoli, strutture che imprigionano la figura umana. Questa attenzione per la geometria verrà poi progressivamente abbandonata, e l'artista si concentrerà invece sul segno e sul gesto che lo compie.
Successivamente, entra a far parte del [[Gruppo degli Otto]] passando dal primo [[neocubismo]] delle "geometrie nere" a una pittura le cui tematiche politico-esistenziali hanno trovato via via espressione in una gestualità romanticamente automatica e astratta, motivo per il quale è avvicinato alle poetiche dell'[[Informale]]. I sentimenti di protesta, paura e tensione sembrano avere pura traslazione pittorica, senza intermediazioni di alcun genere. Dal [[1959]] al [[1962]] i suoi quadri escono dai confini tradizionali: a Venezia si adattano agli angoli tra parete e pavimento e a Roma si scompongono in più elementi, quasi per disorientare. Nel [[1960]] riceve il Gran Premio per la pittura. Nel [[1961]] collabora con [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] per la scenografie, i costumi e le proiezioni dell'opera ''Intolleranza '60,'' abbattendo i confini tra le arti, "in una circolare di piani semoventi proiettanti immagini, suoni, azioni, rivoluzionando tutti i rapporti di ieri in materia di teatro"<ref>{{Cita libro|titolo=Vedova 1935 - 1984, cat. mostra, Museo Correr, Venezia|anno=1997|url=https://archive.org/details/venezia0000morg|editore=Electa, Milano, 1984|p=143}}</ref>.
Dal [[1961]] lavora ai ''Plurimi'', prima quelli veneziani poi quelli berlinesi realizzati a [[Berlino]] tra il [[1963]] e il [[1964]] tra cui i sette dell'''Absurdes Berliner Tagebuch ‘64'' presenti alla Documenta di Kassel nel [[1964]] dove espone anche nel [[1955]]<ref>{{Cita web |url=http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/art/approfondimenti/2012-03-03/ecco-postwar-italiano-attesa-074335.php |titolo=Ecco il post-war italiano in attesa di ripresa, prezzi convenienti per gli intenditori - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=26 aprile 2014 |dataarchivio=26 aprile 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140426214552/http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/art/approfondimenti/2012-03-03/ecco-postwar-italiano-attesa-074335.php |urlmorto=sì }}</ref> nel [[1959]] e poi nel [[1982]]. Questi ci appaiono come frammenti di quadri, forme spezzate di grandi dimensioni, dipinte su entrambi i lati e posizionate nello spazio in modo che lo spettatore abbia la possibilità di osservarle da diversi punti di vista. [[Achille Bonito Oliva]] ne parlerà come una "teatralizzazione dei piani pittorici (...) un'invasione simultanea e pervadente della realtà mediante la costruzione di quinte che scompongono la bidimensionalità del quadro a favore di una articolazione simultanea dei piani"<ref>{{Cita libro|titolo=Emilio Vedova 1919 - 2006|editore=Electa, Milano|p=65}}</ref>. Nello stesso anno sperimenta i primi collage, realizzando i ''Rilievi'', conglomerati di carta da giornale, legni e ferri. La scelta di vivere per un periodo a Berlino è giustificata dalla sua voglia di vivere in prima persona le paure e le tensioni sociali che serpeggiavano in quel periodo: "Nel caso di questi miei plurimi berlinesi, una simultaneità di presenze, sentimenti, fatti avvenuti, che avvengono, che non possono non provocare in chi arriva in questa città gravida di diverse <<paure>>: ieri, oggi, di latente dimenticanza; di equivoci; di malinconie anacronistiche; di reciproci antagonismi sovreccitati; di ''scontri di situazioni''. A Berlino sono tornato, sono venuto a lavorare per rendermi conto, ''de visu'', ancora, poter rintracciare, dopo le mostruose incrostazioni naziste, nelle strade, nella sua inquieta babelica vita, lo spirito democratico, critico, che animò un tempo Grosz, Dix, Beckmann... Dada Berlin!"<ref>{{Cita libro|titolo=Emilio Vedova 2013|editore=Skira|p=43}}</ref>.
Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra ''[[Contemporary Italian Paintings]]'', allestita in alcune città [[australia]]ne<ref>{{Cita web|url = http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=33&ricerca=|titolo = Contemporary Italian Paintings|accesso = 28 febbraio}}</ref>. Nel 1963-64 espone alla mostra ''[[Peintures italiennes d'aujourd'hui]]'', organizzata in [[medio oriente]] e in [[nordafrica]]<ref>{{Cita web|url= http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=mostre&id=37&ricerca=|titolo= Peintures italiennes d'aujourd'hui|accesso= 28 febbraio 2016}}</ref>.
Dal 1965 al 1967 lavora a ''Spazio/Plurimo/Luce'' per l'EXPO di [[Montréal]]. L'installazione video-sonora univa i vari spazi del padiglione italiano e consisteva nella proiezione di lastrine di vetro di Murano su dei pannelli a forma di vela con movimenti asincroni e accompagnata dalle note elettroniche di Marino Zuccheri. Segue un'intensa attività didattica nelle Università americane e poi alla Sommerakademie di Salisburgo e all'[[Accademia di belle arti di Venezia]].
=== Le ultime esperienze ===
Negli anni settanta realizza i ''Plurimi Binari,'' dove rinchiude in supporti metallici i suoi "quadri spezzati". Nei ''Carnevali,'' soggetto a lui caro per la componente di irrazionalità ed imprevedibilità, la maschera entra nel quadro-installazione o anche come totem, issato su specchi riflettenti quasi a simulare la laguna. Negli anni ottanta, dopo un periodo di malattia passato in una clinica austriaca, realizza i ''Teleri'', cicli di grandi tele dove i colori esplodono, stesi sulla tela e rimaneggiati con vari materiali. Verranno esposti alla XL Biennale di Venezia e a [[Documenta 7]]. Dal 1985 lavora ai ''Dischi'', ''Tondi'' e ''Oltre'' dove la reminiscenza rinascimentale del formato circolare del quadro è indagata e portata ai suoi limiti. Il colore fuoriesce dai confini del supporto e quest'ultimo si stacca dalla parete per arrivare sul soffitto e sul pavimento.
Nel 1984 torna a collaborare con [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] per [[Prometeo. Tragedia dell'ascolto|Prometeo]], del quale l'artista si occuperà esclusivamente delle luci. La [[Dramma|pièce]] è diretta da [[Claudio Abbado]], con testi di [[Massimo Cacciari]] e la collaborazione per le scenografie di [[Renzo Piano]]. In ''…in continuum,'' ciclo di opere del 1987 e 1988, lavora con delle matrici di tela che trasferiscono il bianco e il nero su supporti collocati a terra, dove il risultato finale non è del tutto prevedibile.
Nel 1993 l’Accademia dei Lincei gli conferì il premio Feltrinelli per la classe di pittura. Nel 1997 riceve il Premio alla Carriera alla XLVII [[Biennale di Venezia]].
Tra le ultime mostre personali di rilievo la grande antologica al [[Castello di Rivoli]] nel 1998 e, dopo la sua scomparsa nel 2006, alla [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]] e alla [[Berlinische Galerie]] di [[Berlino]].
[[File:Vedova tomba.jpg|sinistra|thumb|Tomba di Emilio Vedova]]
Muore a Venezia all'età di 87 anni, a poco più di un mese dalla scomparsa della moglie Annabianca. È sepolto nel settore [[Chiesa ortodossa|ortodosso]] del [[Cimitero di San Michele (Venezia)|cimitero monumentale di San Michele]], settore greco, secondo recinto a destra.
Nel 2009 l'amico [[Renzo Piano]], in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, recupera una sala dei locali del [[Magazzini del Sale]] per creare uno spazio espositivo delle opere dell'artista, le quali sono prelevate dal magazzino ed esposte in perenne movimento su dei binari e sollevate da argani in grado di compiere anche rotazioni. Gli stessi magazzini furono utilizzati dall'artista come studio e nella prima metà degli anni '70 furono salvati dalla demolizione prevista dal Comune, alla quale Vedova si oppose strenuamente difendendone il valore storico-culturale.
== Emilio Vedova nei musei ==
* [[Museo arte Gallarate|MAG Museo arte Gallarate]] di [[Gallarate]]
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]]
* [[Peggy Guggenheim Collection|Peggy Guggenheim Collection, Venezia]]
* [[Solomon R. Guggenheim Museum|Salomon R. Guggenheim]], New York
* [[Museum of Modern Art|MOMA]], Museum Of Modern Art, NewYork
* [[MAGI '900]] di [[Pieve di Cento]]
* [[Museo Palazzo Ricci]] di [[Macerata]]
* [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea|Galleria Arte Moderna]] di [[Torino]]
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]] di [[Firenze]]
* [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|MART]] Museo d'artre moderna e contemporanea, Rovereto
* Fondazione Museion, Bolzano
* [[Museo d'arte contemporanea (Lissone)|MAC]] Museo Arte Contemporanea di [[Lissone]]
== Premi e riconoscimenti ==
* [[1951]] - Premio per i giovani - I Biennale di S. Paolo del Brasile
* [[1954]] - Primo Premio Mostra del disegno italiano - XXVII Biennale di Venezia
* [[1955]] - Premio Fondazione Morganti - II Biennale di S. Paolo del Brasile
* [[1956]] - Solomon R. Guggenheim Foundation Award for Italy
* [[1958]] - Premio Internazionale Lissone
* 1959 - Gran Premio per la Pittura - XI Premio Lissone, Lissone
* [[1960]] - Gran Premio per la Pittura - XXX Biennale di Venezia, alla unanimità dalla giuria internazionale
* [[1961]] - Premio alla Biennale Grafica di Lubiana
* [[1962]] - Primo Premio - Biennale di Grafica di Venezia
* [[1964]] - Primo Premio Libro d'Arte Bilder der Literatur - Mostra Internazionale a Lipsia
* [[1978]] - Gran Premio d'onore - Biennale del Disegno di Rijeka
* [[1990]] - Gran Premio d'onore - Biennale Internazionale di Grafica di Lubiana
* [[1993]] - [[Premio Feltrinelli|Premio Antonio Feltrinelli]] per la pittura - [[Accademia dei Lincei]], Roma<ref>{{Cita web|url = https://www.lincei.it/it/premi-feltrinelli-1950-2011|titolo = Premi Feltrinelli 1950-2011|sito = lincei.it|accesso = 17 novembre 2019}}</ref>
* [[1994]] - Targa d'oro dal Salzburg Landes Regierung - Internazionale Sommerakademie, Salisburgo
* [[1996]] - European Gran Prix for Graphic Arts - 4th. Biennial of Slovene Graphic Arts Otocec, Novo Mesto
* [[1997]] - Leone d'oro alla carriera - XLVII Esposizione Internazionale d'Arte, La Biennale di Venezia, Venezia
* [[2001]] - Premio Michelangelo 2001, Roma
* [[2003]] - Premio Nonino 2003, Udine
* [[2006]] - XX Premio Internazionale di Pittura Scultura e Arte Elettronica Guglielmo Marconi, Bologna.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana per meriti culturali
|collegamento_onorificenza=Benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=Onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
|luogo=[[Roma]], [[1996]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=BenemeritiCultura1.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
|collegamento_onorificenza=Benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=Onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
|luogo=[[Roma]], 25 febbraio [[2000]]
}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Emilio Vedova, ''Un pittore giudica l'architettura'', in ''[[L'architettura. Cronache e storia|L'architettura - cronache e storia]]'', Agosto 1956, n° 10.
*Vedova 1935 - 1984, cat. mostra, Museo Correr, Venezia
* [[Giancarlo Pauletto]], Rudolf Nitsch, Zoran Krźišnik. ''Maestri da Alpe Adria: Opere grafiche. Frohner, Hrdlicka, Vavra, Ciuha, Jemec, Logar, Sefran, Santomaso, Valentini, Vedova'', Pordenone, Centro Iniziative Culturali, 1990, pp. 40
*Emilio Vedova, Continuum, catalogo della mostra, Mazzotta, Milano, 1991
* Emilio Vedova, edizioni Folini Arte, anno: 2001, catalogo della mostra che si è tenuta dal 23 marzo al 18 maggio 2001 presso la Galleria Folini Arte Contemporanea di Chiasso, Svizzera.
*Adachiara Zevi, ''Peripezie del dopoguerra nell'arte italiana'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 2005, pp. 105–111
* [[Alessandro Masi]], "Emilio Vedova, 1935-1950", Edimond, 2007
*Angelandreina Rorro e Alessandra Barbuto (a cura di), ''Emilio Vedova 1919-2006'', catalogo della mostra, edizioni Electa, Milano 2007
*Luisa Castellini, ''Emilio Vedova. Monotipi'', Dep Art Gallery, Milano, 2010
*Germano Celant (a cura di), Emilio Vedova 2013, Venezia, Skira e Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, 2013
*''[https://galleriadelloscudo.com/pubblicazione/vedova-de-america/ Vedova, De America]'', curatore Germano Celant, curatore associato Laura Lorenzoni, progetto e realizzazione [https://galleriadelloscudo.com/esposizione/emilio-vedova-de-america-pitture-1976-1977/ Galleria dello Scudo] in collaborazione con Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Skira, Milano, 2019. ISBN 978-88-572-3328-4. Ed. inglese, supervisione editoriale Philip Rylands, Skira, Milano, 2020. ISBN 978-88-572-3358-1
* {{cita libro |autore= [[Piero Girace|Girace P.]] |titolo= Artisti contemporanei|città= Napoli|editore=Ed. E.D.A.R.T.|anno=1970 |SBN=NAP0057927 |pagina= 711, 712 |cid= Girace P.}}
* ''[https://galleriadelloscudo.com/esposizione/emilio-vedova-tondi-e-oltre-opere-1985-1987/ Emilio Vedova, Tondi e Oltre. Opere 1985-1987]'', a cura di Fabrizio Gazzarri, in collaborazione con Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, [https://galleriadelloscudo.com/pubblicazione/emilio-vedova-tondi-e-oltre-opere-1985-1987/ catalogo della mostra], Galleria dello Scudo, Verona, 5 marzo 2022 - 23 luglio 2022, Edizioni Galleria dello Scudo, Verona, 2022.
== Voci correlate ==
*[[Riccardo Licata]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.fondazionevedova.org|Fondazione Emilio e Annabianca Vedova}}
* {{cita web|url=http://www.eugeniodavenezia.eu/it/amici_pittori.php?id=6|titolo=Tributo a Emilio Vedova con critica e foto}}
* {{cita web | 1 = http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2006/5/45-46_DARBELA_ARCO.pdf | 2 = L'Arco nella storia della cultura veneziana | accesso = 29 agosto 2011 | dataarchivio = 14 luglio 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140714234041/http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2006/5/45-46_DARBELA_ARCO.pdf | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/15/le-grandi-speranze-del-fronte-nuovo.html|Le grandi speranze del Fronte Nuovo}}
*{{cita web|https://www.finestresullarte.info/arte-base/emilio-vedova-vita-opere-pittura-informale|Emilio Vedova. Vita, opere, pittura informale}}
*{{cita web|https://www.museionline.info/pittori/vedova|Emilio Vedova pittore}}
*{{cita web|https://www.elledecor.com/it/arte/a40022649/emilio-vedova-vita-opere/|Emilio Vedova: il pittore dell'informale}}
*{{cita web|https://www.harpersbazaar.com/it/lifestyle/arte/a43347392/emilio-vedova-vita-opere-pittore-partigiano/|Emilio Vedova, vita e opere del pittore partigiano e sessantottino}}
*{{cita web|https://galleriaincontro.it/it/artisti-opere/emilio-vedova|Emilio Vedova}}
{{Premio Feltrinelli}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|pittura}}
[[Categoria:Sepolti nel Cimitero di San Michele di Venezia]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Feltrinelli]]
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