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==Antefatti==
===Cause generali===
Nel [[XIII secolo]] [[Pisa]] e [[Genova]] erano due [[Repubbliche marinare | città marinare]] che negli ultimi decenni avevano avuto un grande sviluppo economico e demografico. La loro vicinanza ed i loro commerci redditizi che riguardavano l'intero [[mar Mediterraneo]] contribuirono a moltiplicare i loro contrasti, condotti al fine di ottenere l'egemonia su territori strategici e sui traffici commerciali<ref>{{Cita | Del Punta | p. 116}}</ref>. É quindi certo che è stata la crescente ostilità tra le due potenze marittime a portarle ad un rilevante conflitto armato come quello che avvenne alla [[Meloria]].
 
===La Guerra di San Saba===
{{Vedi anche|Guerra di San Saba}}
Le ostilità fra le due città possono essere spiegate comprendendo la [[Guerra di San Saba]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 7.}}</ref>.<br />
 
====Avvenimenti====
La [[guerra]] scoppiò nel [[1255]], quando il popolo genovese decise di invadere il quartiere veneziano della città di [[Acri]] con l'obiettivo principale di occupare la chiesa di San Saba ed avere così un accesso al porto<ref>{{Cita | Del Punta | p. 9}}</ref>. I [[Pisani]], che erano inizialmente alleati con i [[Genovesi]], contribuirono all'assalto e ricevettero una parte del [[bottino]] di guerra. Ruppero l'alleanza poco dopo, nel [[1257]] e si allearono con i [[Veneziani]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 11.}}</ref>.<br />
[[Venezia]] mandò ad [[acri]] una [[flotta]] di quattordici [[galee]] comandate dall'[[ammiraglio]] [[Lorenzo Tiepolo]] e sconfisse quella di [[Genova]], comandata dall'[[ammiraglio]] Paschetto Mallone, che aveva pure quattordici [[navi]] ma ne perse tre<ref>{{Cita | Del Punta | p. 12.}}</ref>.<br />
Il [[papa]] [[Alessandro IV]] fece di tutto per fermare gli scontri ma non ci riuscì<ref>{{Cita | Del Punta | p. 14.}}</ref>.<br />
Intanto il [[quartiere]] genovese di [[Acri]] era circondato dai [[nemici]], in attesa dei rinforzi che stavano giungendo dalla città ligure sotto forma di cinquantadue navi da guerra, comandate dall'[[ammiraglio]] Rosso della Turca<ref>{{Cita | Del Punta | p. 15.}}</ref>. Il 24 giugno [[1258]], quando si scontrarono con la [[flotta]] pisana e veneziana, le navi genovesi di divisero: una parte si ritirò mentre un'altra parte rimase a combattere<ref name = "p16">{{Cita | Del Punta | p. 16.}}</ref>. Furono sconfitti e persero ventiquattro navi e circa millesettecento [[soldati]]<ref name = "p16" />. Inoltre i [[Genovesi]] che abitavano ad [[Acri]] dovettero abbandonare la città<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 16-17}}</ref>.
 
====Conseguenze della guerra di San Saba====
{{Vedi anche|Battaglia di Trapani (1266)|Battaglia di Settepozzi}}
La [[sconfitta]] dei [[Genovesi]] durante la [[guerra di San Saba]] ebbe ripercussioni negative sull'[[economia]] della [[città]]. Il suo [[commercio]] in [[Medio Oriente]] fu drasticamente ridimensionato e indirizzò i traffici commerciali verso le aree [[bizantine]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 18}}</ref>.<br />
Negli anni seguenti il popolo [[genovese]] cercò di recuperare le perdite relative alla [[guerra di San Saba]]<ref name = "p17">{{Cita | Del Punta | p. 17}}</ref>. Nel [[1259]] la flotta [[genovese]] scontrò quella [[veneziana]] vicino a [[Tiro]] e fu [[sconfitta]]<ref name = "p17" />. Lo stesso avvenne nel [[1260]] vicino a [[Trapani]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 17-18}}</ref> ed a Settepozzi, intorno al [[1262]]<ref name = "p17" /><ref>La data non è precisa perché le tre fonti che ne parlano riportano tre date differenti. Rispettivamente, la cronaca di Andrea Dandolo, Les Estoires de Venise e gli Annali Genovesi parlano delle date 1261, 1262 e 1263</ref>.<br />
[[Genova]] si alleò poi con i Greci di Nicea nel [[1261]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 20}}</ref>,
nello stesso anno conquistarono insieme [[Costantinopoli]], che fu sottratta a [[Venezia]], e [[Michele Paleologo]] divenne l'[[imperatore]] di [[Bisanzio]]<ref name = "p21">{{Cita | Del Punta | p. 21}}</ref>.<br />
I rapporti tra [[Genova]] e [[Grecia]] ebbero alcune temporanee problematicità perché l'[[imperatore]] [[greco]] [[Michele Paleologo]] aveva perso la fiducia nei suoi [[alleati]], anche a causa dei loro insuccessi [[militari]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 22}}</ref>. La validità di questa [[alleanza]] si riconsolidò quando a [[Genova]] furono eletti due [[Capitani del Popolo]] [[ghibellini]]: [[Oberto D'Oria]] e [[Oberto Spinola]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 23}}</ref><ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/oberto-doria_(Dizionario-Biografico)/.</ref>.<br />
 
====Conclusioni====
Questi avvenimenti che precedettero la battaglia della Meloria portarono a due possibili schieramenti: il primo sarebbe stato composto da [[Pisa]], [[Venezia]], lo [[Stato Pontificio]] e il [[Regno di Sicilia]]; il secondo avrebbe compreso [[Genova]] e l'[[Impero bizantino]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 25}}</ref>. La città pisana aveva quindi valide possibilità di vittoria grazie alla sua rete di alleanze<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 25-26}}</ref>.<br />
 
===Gli anni prima della battaglia===
====I primi saccheggi====
Le ostilità nel [[mar Mediterraneo]] cominciarono gradualmente e la responsabilità dei conflitti sembra essere principalmente dei [[Pisani]]<ref name = "p24">{{Cita | Del Punta | p. 24}}</ref>. [[Pisa]] aveva avuto una [[crescita]] economica e demografica inferiore rispetto a quella di [[Genova]] ma poteva contare sulle alleanze stipulate con [[Venezia]] e [[Carlo I d'Angiò]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 24-26}}</ref>.
Gli anni prima della battaglia della Meloria videro principalmente una [[Corsaro | guerra di corsa]] fra le due città, che consisteva in [[Saccheggio | saccheggi]] rapidi e imprevedibili che avevano l'obiettivo di sabotare il commercio degli avversari<ref name = "p24" />.
 
====L'inizio della guerra====
Gli scontri si intensificarono nel [[1282]]<ref name = "p24" /> e cominciò una vera e propria [[guerra]] fra le due [[Repubbliche marinare | città marinare]]. Due avvenimenti, in particolare, provocarono lo scoppio della [[guerra]]. Il primo fu un attacco da parte di due veloci navi pisane che sequestrarono, vicino a [[Napoli]], una [[galea]] di Guglielmo de Mari, insieme al proprietario genovese. La città di [[Genova]] chiese la liberazione dell'[[ostaggio]] e il risarcimento dei danni provocati, ma non ricevette nessuna risposta<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 30-31}}</ref>. Il secondo avvenimento fu l'elezione di Sinuccello della Rocca come [[conte]] di [[Corsica]], da parte dei [[Pisani]]<ref name = "p31">{{Cita | Del Punta | p. 31}}</ref>. Era anche chiamato Giudice di Cinarca, perché conquistò il [[castello]] di Cinarca<ref name = "p31" />. Subito dopo il Giudice di Cinarca cominciò a fare [[razzie]], attaccando chiunque si avvicinava alla [[Corsica]]<ref name = "p32">{{Cita | Del Punta | p. 32}}</ref>.<br />
Il [[comune di Genova]] riceveva continue lamentele e quindi nel maggio [[1282]] inviò quattro [[galee]] da guerra per combattere Sinuccello della Rocca, che fu sconfitto<ref name = "p32" /> e dovette rifugiarsi a [[Pisa]]<ref name = "p33">{{Cita | Del Punta | p. 33}}</ref>. Questa città lo considerava un alleato e quindi lo proteggeva dai genovesi[[Genovesi]] che volevano catturarlo e punirlo<ref name = "p33" />. Allora da [[Genova]] partirono trentacinque [[galea | navi da guerra]]<ref name = "p33" />, comandate dal'[[ammiraglio]] Nicolino [[Spinola]]<ref name = "p34">{{Cita | Del Punta | p. 34}}</ref> il 10 agosto [[1282]]<ref name = "p35">{{Cita | Del Punta | p. 35}}</ref>. Vicino alle [[Secche della Meloria]] trovarono trentadue [[galea | galee]] pisane<ref name = "p35" /> e poi dopo poche ore si ritirarono. Probabilmente furono spaventati dalla [[flotta]] pisana. Inoltre i [[contadini]] che erano stati arruolati avevano bisogno di dedicarsi alla vendemmia<ref name = "p36">{{Cita | Del Punta | p. 36}}</ref>.<br />
Nel frattempo alcune centinaia di [[soldati]] Pisani sbarcarono in [[Corsica]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 30-31. Non è chiaro il numero esatto di [[soldati]] e la data di sbarco: Jacopo Dd'Oria parla duecentosettanta [[soldati]] arrivati il 24 agosto mentre Guido da Vallecchia parla di cinquecento uomini sbarcati il 5 settembre.}}</ref> insieme al Giudice di Cinarca e conquistarono moltissimi [[castelli]] che erano occupate dai [[Genovesi]]. Poi andarono nell'[[isola]] di [[Palmaria]], che apparteneva a genova[[Genova]], e la devastarono<ref name = "p37">{{Cita | Del Punta | p. 37}}</ref>. Più della metà della [[flotta]] pisana morì per un [[naufragio]], durante il rientro in [[patria]]. A questo punto la [[guerra]] era inevitabile ed entrambe le [[città]] si armarono, cercando di potenziare le loro [[flotte]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 38-39}}</ref>.
 
====Gli scontri====
I primi scontri avvennero negli anni [[1282]] e [[1283]], principalmente a danno di grandi imbarcazioni commerciali, piene di uomini e di preziose [[merci]]<ref name = "p44">{{Cita | Del Punta | p. 44}}</ref>. Per [[Vendetta | vendicarsi]] di un [[saccheggio]] da parte dei [[Genovesi]], i [[Pisani]] inviarono sedici [[galee]] a [[sud]] della [[Corsica]]. I [[soldati]] scesero poi a Santa Manza e devastarono il territorio, abbattendo alberi e raccolti<ref name = "p44" />. Un attacco simile fu eseguito da [[Genova ]]contro l'[[isola]] di [[Pianosa]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 45}}</ref>.<br />
Poi il 30 aprile [[1283]] la [[flotta]] genovese, che era composta da trentaquattro [[galee]] e una [[Saettia | saettìa]], comandata dall'[[ammiraglio]] [[Tomaso Spinola | Tommaso Spinola]] e dal [[comandante]] Guglielmo Ficomatario, partì da [[Genova]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 46}}</ref>, arrivò il 17 maggio all'[[isola]] di [[Pianosa]], distrusse delle imbarcazioni e fece più di cento prigionieri pisani<ref>{{Cita | Del Punta | p. 47}}</ref><ref>Il numero di prigionieri è incerto perché gli Annali Genovesi riportano la cattura di centocinquanta uomini, mentre Guido da Vallechia parla di centoventi prigionieri</ref>. Inoltre la [[flotta]] genovese intercettò una nave pisana, che fu costretta a informare i nemici sugli spostamenti marittimi che sarebbero avvenuti entro pochi giorni<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 47-48}}</ref>.<br />
[[Tomaso Spinola | Tommaso Spinola]] rimase con ventuno [[galee]] ed andò a [[Quirra]], nella [[Sardegna]] orientale, per attendere il passaggio di navi mercantili pisane<ref name = "p4849">{{Cita | Del Punta | pp. 48-49}}</ref>. Quando le navi pisane avvistarono i nemici cominciarono a fuggire, sperando di non essere raggiunte<ref name = "p49">{{Cita | Del Punta | p. 49}}</ref>. Tre navi fuggirono lungo la costa ed otto andarono al largo. I [[Genovesi]] riuscirono a sottrarre ai [[Pisani]] una delle navi, che fu abbandonata lungo la costa<ref name = "p49" />. Invece, le navi pisane al largo non riuscirono più a scappare e si prepararono per combattere<ref name = "p50">{{Cita | Del Punta | p. 50}}</ref>. Dopo un lungo scontro i [[Genovesi]] vinsero: fecero quasi mille prigionieri avversari ed un [[bottino]] che valeva migliaia di [[Lira genovese | lire di denari genovesi]]<ref>I numeri di prigionieri e del valore del [[bottino]] riportati negli Annali Genovesi potrebbero essere esagerati. Spesso nel [[Medioevo]] si tendeva ad enfatizzare i successi della propria [[Nazione]].</ref>.<br />
Nel frattempo [[Pisa ]]inviò cinquantaquattro navi da guerra che arrivarono a Santa Amanzia, vicino a [[Bonifacio]], in [[Corsica]]. I [[soldati]] sbarcarono e devastarono tutto quello che poterono, poi ripartirono per la [[Sardegna]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 48}}</ref>. Arrivarono ad [[Alghero]] e assediarono il [[castello]] dei [[Genovesi]], che furono costretti ad arrendersi. Poi i [[Pisani]] demolirono completamente la [[rocca]] e sequestrarono tutti gli oggetti degli avversari<ref name = "p4849" />.<br />
[[Genova]] poi attaccò [[Porto Pisano]] alla fine del giugno [[1283]] con cinquantacinque navi da guerra: distrusse alcune torri ma gli avversari non reagirono perché la [[flotta]] pisana non era ancora rientrata<ref>{{Cita | Del Punta | p. 51}}</ref>. Allora la [[flotta]] genovese cercò di inseguire le navi pisane che stavano tornando da sud ma stava soffiando un forte vento di [[scirocco]] che permise ai [[Pisani]] di sfuggire velocemente al nemico, che riuscì a catturare solo quattro navi<ref name = "p52">{{Cita | Del Punta | p. 52}}</ref>. Il fortissimo vento di [[scirocco]] obbligò le [[galee]] [[genovesi]] a rientrare<ref name = "p52" />.<br />
Nel settembre del [[1283]] la [[flotta]] pisana, comandata dall'[[ammiraglio]] Rosso Buzzaccarini, attaccò Punta Castanna, vicino a [[Portovenere]]<ref name = "p55">{{Cita | Del Punta | p. 55}}</ref>. I [[soldati]] scesero, devastarono vigneti e frutteti, e attaccarono la popolazione<ref name = "p55" />. La [[flotta]] genovese cercò di attaccare quella pisana ma le navi pisane riuscirono a fuggire velocemente<ref name = "p55" />. I [[genovesi]] tornarono indietro perché era necessario che gli uomini si dedicassero alla [[vendemmia]]<ref name = "p55" />.
 
==Armi e tattiche di combattimento==
===Navi da guerra===
{{Vedi anche|Galea}}
Nella seconda metà del [[XIII secolo]] le navi erano impiegate sia per il [[commercio]] che per le [[battaglie]]<ref name = "p34" />. Ogni [[galea]] che trasportava [[merci]] aveva anche dei [[soldati]] al suo interno ed ogni nave da guerra poteva trasportare anche mercanzie<ref name = "p34" />. Questa soluzione era molto economica e versatile<ref name = "p33" />, molto utile in caso di attacchi improvvisi da parte dei nemici<ref name = "p34" />.<br />
La [[flotta]] poteva essere finanziata soltanto dal [[comune]] oppure potevano essere coinvolte anche altre [[comunità]] alleate, che avrebbero dovuto finanziare in parte gli [[Armamento | armamenti]] ma avrebbero anche ricevuto un'adeguata porzione dei [[Bottino | bottini di guerra]]<ref name = "p34" />.<br />
Durante l'attacco a [[Porto Pisano]] del [[1283]], i [[Genovesi]] usarono i [[Brulotto | burlotti]], ovvero delle piccole barche infiammate che venivano spinte contro le navi degli avversari con l'intento di farle bruciare<ref name = "p52" />.
 
===Scontri sulle navi===
{{Vedi anche|Battaglia navale}}
Quando una [[flotta]] si preparava per la [[battaglia]], le navi spesso si affiancavano e si legavano con delle funi chiamate [[Sartia | sartìe]] per evitare di disperdersi.<br />
[[Pisa]] e [[Genova]] avevano dei [[soldati]] molto ben addestrati al combattimento con [[balestre]]. I combattenti delle navi erano molto violenti e spesso non rispettavano l'ideologia cavalleresca che considerava le armi da lancio disonoranti<ref name = "p54">{{Cita | Del Punta | p. 54}}</ref>.<br />
Spesso le battaglie navali cominciavano con una raffica di pietre e proiettili lanciati a distanza durante l'avvicinamento delle navi<ref name = "p84">{{Cita | Del Punta | p. 84}}</ref>. Dopodiché cominciava l'abbordaggio e l'invasione delle navi avversarie<ref name = "p84" />.<br />
Nella battaglia della Meloria furono usate armi particolari come polveri per accecare i nemici e saponi scivolosi per far cadere gli avversari, in particolar modo quelli che indossavano un'armatura pesante<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 85-86}}</ref>.
Molte [[galee]] pisane avevano sulla prua una ruota con attaccate delle lunghe spade che giravano ad alta velocità<ref name = "p86">{{Cita | Del Punta | p. 86}}</ref>. La loro utilità era quella di ostacolare l'abbordaggio dei nemici<ref name = "p86" />. Queste navi erano anche solidamente rinforzate sui fianchi da grandi scudi<ref name = "p86" />.
 
==Ammiragli presenti nella battaglia==
===Benedetto Zaccaria===
{{Vedi anche|Benedetto Zaccaria}}
[[Benedetto Zaccaria|Benedetto Zaccaria]] era un [[ammiraglio]] genovese molto esperto di battaglie marittime<ref>{{Cita | Del Punta | p. 57}}</ref><ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-zaccaria/</ref><ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-zaccaria_%28Enciclopedia-Italiana%29/</ref>. Aveva cominciato a combattere contro i [[Pisani]] nei primi mesi dell'anno [[1284]] nel Mar[[mar Mediterraneo]] ed il suo obiettivo era quello di eseguire attacchi improvvisi alle navi avversarie per danneggiare l'[[economia]] pisana e la sua [[flotta]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 61-62}}</ref>.<br />
Nel [[1284]] aveva il controllo diretto su trenta [[galee]] da combattimento<ref>{{Cita | Del Punta | p. 59}}</ref>, le quali furono riunite insieme al resto della [[flotta]] a [[Genova]], pochi giorni prima della battaglia della Meloria<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 69-70}}</ref>.
 
===Albertino Morosini===
{{Vedi anche|Albertino Morosini}}
[[Albertino Morosini]] era un [[ammiraglio]] e [[Podestà (medioevo)|podestà]] molto esperto nell'ambito della [[navigazione]] e dei combattimenti con navi da guerra<ref>{{Cita | Del Punta | p. 64}}</ref>. Divenne [[Podestà (medioevo)|podestà]] pisano nel marzo del [[1284]] (anche se era stato eletto a gennaio, arrivò nella città dopo tre mesi)<ref>{{Cita | Del Punta | p. 65}}</ref>.<br />
Proveniva da [[Venezia]]<ref name = "p65">{{Cita | Del Punta | p. 65}}</ref>. I [[Pisani]] lo elessero per la sua capacità militare e anche perché probabilmente speravano di coinvolgere il popolo veneziano nei frequenti contrasti fra [[Pisani]] e [[Genovesi]]<ref name = "p65" />.<br />
Prima della battaglia della Meloria, nei primi giorni del luglio [[1284]], partì con settantadue [[galee]] da combattimento per attaccare la [[flotta]] genovese<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 67-68}}</ref>. Voleva eseguire un assalto rapido ed imprevedibile<ref name = "albmor">http://www.treccani.it/enciclopedia/albertino-morosini_(Dizionario-Biografico)/</ref>, che però fu impedito dal [[Perturbazione (meteorologia) | maltempo]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 68}}</ref><ref name = "albmor" />.<br />
La [[flotta]] pisana si diresse comunque ad [[occidente]] perché voleva attaccare le navi di [[Benedetto Zaccaria]], ma non riuscì nell'impresa perché l'[[ammiraglio]] era già tornato a [[Genova]]. I [[Pisani]] non vollero combattere contro l'intera [[flotta]] avversaria e tornarono alla loro [[città]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 69-70}}</ref>.
 
===Oberto D'Oria===
{{Vedi anche|Oberto Doria}}
[[Oberto D'Oria]] era un [[ammiraglio]] genovese e nel [[1284]] era anche il [[Capitano del Popolo]] della [[città]]<ref>{{Cita | Del Punta | p. 70}}</ref>. Esperto di [[navigazione]], praticata principalmente per scopi commerciali<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/oberto-doria_(Dizionario-Biografico)/. Questa voce afferma che Oberto D'Oria fu molto popolare grazie al suo contributo per l'economia di Genova.</ref>, era a capo della [[flotta]] genovese al momento della battaglia della Meloria ed era affiancato da un altro [[ammiraglio]], [[Benedetto Zaccaria]].
 
==Conseguenze==
===Conseguenze politiche per Pisa===
A [[Pisa]] il 18 ottobre [[1284]] fu eletto come [[podestà]] il [[conte]] [[Ugolino della Gherardesca]], che aveva simpatie per i [[Guelfi]]<ref name = "p96">{{Cita | Del Punta | p. 96}}</ref>. La sua politica avrebbe potuto portare alla [[pace]] con città guelfe come [[Lucca]] e [[Firenze]]<ref name = "p96" />. Per migliorare i rapporti con queste città cedette anche i castelli di [[Viareggio]] e [[Ripafratta]] a [[Lucca]] e [[Pontedera]] a [[Firenze]]<ref name = "p97">{{Cita | Del Punta | p. 97}}</ref>.<br />
Nel luglio [[1286]] Ugolino[[Nino Visconti]] fu eletto [[Capitano del Popolo]] e nella primavera del [[1287]] [[Ugolino della Gherardesca]] e Ugolino[[Nino Visconti]] ottennero entrambi l'incarico di [[podestà]] e di capitani per dieci anni<ref name = "p102">{{Cita | Del Punta | p. 102}}</ref>. Questa [[signoria]] deluse [[mercanti]], [[artigiani]], coloro che approvavano il regime di Popolo, e i cittadini di tradizione [[ghibellina]]<ref name = "p102" />.<br />
La situazione peggiorò con gli scontri fra i due [[podestà]]<ref name = "p102" />. Nel [[1287]] Ugolino[[Nino Visconti]] cercò di far nascere una ribellione nella città contro [[Ugolino della Gherardesca]] ma fallì<ref name = "p102" />. Dopodiché i Capitani delle sette Arti Maggiori e i Consoli dei tre Ordini affidarono il [[governo]] ad un [[podestà]] forestiero, Guidottino Bongi<ref name = "p102" />, che fu cacciato nel [[1288]]<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 102-103}}</ref>, quando i due [[podestà]], Ugolino[[Nino Visconti]] e [[Ugolino della Gherardesca]] riconquistarono il loro potere<ref name = "p103">{{Cita | Del Punta | p. 103}}</ref>.<br />
La signoria donoratico-viscontea cadde quando l'arcivescovo Ruggeri degli Ubaldini fece un [[colpo di Stato]], insieme a importanti famiglie [[nobili]] come quelle dei Gualandi, Lanfranchi, Sismondi<ref name = "p103" />. Il governo fu affidato a [[Guido da Montefeltro]], un esperto capo politico che rimase in carica a [[Pisa ]]dal [[1289]] al [[1293]]<ref name = "p104">{{Cita | Del Punta | p. 104}}</ref>. Ebbe la capacità di organizzare abilmente l'[[esercito]] e di gestire le alleanze della città<ref name = "p104" />. Si fece il possibile per evitare screzi con i [[Genovesi]], per evitare quindi attacchi da parte degli avversari e proteggere gli importanti territori della [[Sardegna]] che erano rimasti<ref>{{Cita | Del Punta | p. 105}}</ref>.
 
===Cause della sopravvivenza di Pisa===
La città di [[Pisa ]]non fu definitivamente distrutta a causa degli interessi economici di città come [[Firenze]], [[Prato]], [[Arezzo]], [[San Miniato]], [[Siena]], che volevano sfruttare il [[porto]] della città per i loro commerci<ref name = "p109">{{Cita | Del Punta | p. 109}}</ref>. Inoltre città ostili come [[Lucca]] e [[Genova]] erano militarmente impreparate o impegnate militarmente altrove<ref name = "p109" />.<br />
Infine la città di [[Pisa]] cercò di riprendersi commerciando con la [[Sardegna]] e la costa meridionale della [[Toscana]]<ref name = "p112">{{Cita | Del Punta | p. 112}}</ref>. Altri traffici commerciali che continuarono riguardavano l'[[Africa]] settentrionale, la [[Sicilia]], le [[Isole Baleari]], la [[Catalogna]]<ref name = "p112" />. Alcuni luoghi come il [[Maghreb]] favorivano i [[Pisani]] perché i [[Genovesi]] erano considerati violenti saccheggiatori<ref name = "p113">{{Cita | Del Punta | p. 113}}</ref>.<br />
Inoltre [[Pisa]] si alleò con città Ghibelline, dopo la caduta della signoria di [[Ugolino della GherardeschaGherardesca]] e di [[Nino Visconti]]<ref name = "p109" />. Il [[governo]] della città fu quindi affidato a un’ottima autorità politica: il [[conte]] [[Guido da Montefeltro]]<ref name = "p109" />.
 
==Note==
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==Bibliografia==
* {{Cita libro| autore = Ignazio del Punta | titolo=La battaglia della Meloria. Il più grande scontro navale del Medioevo |
anno=2015 | editore=Arkadia | città=Cagliari | ISBN=9788868510664 | cid = Del Punta}}
 
==Collegamenti esterni==
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-zaccaria_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Benedetto Zaccaria 1]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-zaccaria/ Benedetto Zaccaria 2]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/albertino-morosini/ Albertino Morosini]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/albertino-morosini_(Dizionario-Biografico)/ Albertino Morosini 2]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/oberto-doria_(Dizionario-Biografico)/ Oberto d'Oria]