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I '''Giuochi''' (trascritti anche in ''Giochi'') furono una delle più antiche e nobili [[Firenze|famiglie fiorentine]].
 
FuronoSono citati nell'[[Paradiso (Divina Commedia)|ultima cantica]] della [[Divina Commedia]] di Dante Alighieri
 
==Le origini==
Come inspesso tantiaccade altriper casii cognomi italiani, anche questoi cognomeGiuochi è un [[patronimico]] (di Giuoco).
 
Proviene quindi da un Giuoco.
Tale Giuoco (citato in alcune occasioni nei documenti in latino come ''Giuocus Giochi'', facendo presupporre che anche suo padre si fosse chiamato Gioco, e dunque ''Giuoco di Gioco'') fu un magistrato nella città di Firenze nel 1188<ref>{{Cita libro|nome=1724?-1792|cognome=Ildefonso il San Luigi|titolo=Delizie degli eruditi toscani|url=http://archive.org/details/deliziedeglierud07ilde|accesso=2020-12-08|data=1770|editore=[Firenze : Gaetano Cambiagi}}</ref>. Ebbe per certo due figli, Giovanni e Gianni.
 
Uno studio ritiene che Giuoco non fosse stato il vero nome del capostipite, ma più un soprannome, e che dietro si fosse celato il nome del politico fiorentino Pietro di Fiorenzo detto Giuoco<ref>{{Cita web|url=https://www.storiadifirenze.org/pdf_ex_eprints/11-Faini.pdf|titolo=Storia di Firenze [Sez. Giochi]}}</ref> in quanto sono diverse le carte private che testimoniano l'assunzione di tale appellativo e che possedeva un certo legame sanguineo con i nipoti del capostipite dei Giuochi, nonché ricopriva ruoli prestigiosi proprio come quelli del capostipite.
 
AssiemeGiuoco, assieme ai figli Giovanni e Gianni furono grossi possessori di terreni nella valVal di Sieve.
 
==Storia==
Le più antiche fonti del Casato risalgono ai nipoti del capostipite, Guittone (detto anche Uberto) e Ildebrandino di Gianni Giuochi, interpellati nel 1099 come baroni in un 'assemblea tenuta da [[Matilde di Canossa]] nella qualeche assegnò dei beni in Compiano alla canonica fiorentina.
 
Stabilitisi ufficialmente a Firenze, iniziarono ad acquisire una lunga serie di case e torri per la città.
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Qui ricoprirono diversi ruoli politici, tanto da essere inseriti con l'avvento della [[Repubblica di Firenze|Repubblica]] fra le casate consolari.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giuochi_(Enciclopedia-Dantesca)|titolo=Giuochi in "Enciclopedia Dantesca"|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2020-12-08}}</ref>
 
Nel primo XIII secolo alcuni membri furono cavalieri, notaalcuni fuaderirono la loro adesione nellaalla [[Quinta crociata|Quinta Crociata]] presaintrapresa nel 1217 da [[papa Onorio III]].
 
Verranno menzionati nella Divina Commedia tra le famiglie elogiate da [[Dante Alighieri]], che all'epoca visse accanto ad una delle loro Torri.
 
=== Gli ultimi periodi ===
A cavallo tra il 1200Due e 1300 ci furono delle problematiche interne:Trecento la famiglia si divise per i due orientamenti politici di Firenze, alcuni per i [[Guelfi e ghibellini|guelfi]], altri per i [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]].

Questa rottura compromise il patrimonio della famiglia e la portò ad un lento declino.
 
Con le ripercussioni ghibelline del '300, a Firenze sopravvissero solo i magnati di parte guelfa che si convertirono in famiglia di popolo, immatricolandosi nelle [[Arti di Firenze|Arti Maggiori]] del [[Arte del Cambio|Cambio]] e della [[Arte della Lana|Lana]], che gli consentirono loro di continuare a partecipare nellall'attività politica. Si citano, per esempio, Filippo e Uberto Giochi, Priori di Firenze negli anni 1323 e 1324.
 
Fra le famiglie con cui si relazionarono in questo periodo, possiamoci citarefu la famiglia dei [[Bastari (famiglia)|Bastari]], altra famiglia di popolo, la quale diedero vita allaad una Cappella secondaria, la Giochi-Bastari.
Con le ripercussioni ghibelline del '300, a Firenze sopravvissero solo i magnati di parte guelfa che si convertirono in famiglia di popolo, immatricolandosi nelle [[Arti di Firenze|Arti Maggiori]] del [[Arte del Cambio|Cambio]] e della [[Arte della Lana|Lana]], che gli consentirono di continuare a partecipare nell'attività politica. Si citano per esempio Filippo e Uberto Giochi, Priori di Firenze negli anni 1323 e 1324.
 
Da menzionare tra gli ultimi membri del casato gli eredi del ramo di Gherardo Giuochi. Cionetto figlio di Uberto Giuochi, fu socio nell’attività bancaria di Giovanni dell’appena nata famiglia dei Bianciardi dal 1349 al 1361<ref>{{Cita web|url=https://www.pacinieditore.it/wp-content/plugins/ckeditor-for-wordpress/ckfinder/Files/Accusare%20e%20proscrivere%20-%20APPENDICI.pdf|titolo=DENTRO IL MEDIOEVO. TEMI E RICERCHE DI STORIA ECONOMICA E SOCIALE}}</ref>. Morirà due anni dopo<ref>{{Cita libro|nome=Marchiònne (di Coppo|cognome=Stefani.)|titolo=Istoria Fiorentina|url=https://books.google.it/books?id=0HY5AAAAcAAJ&pg=PA229&lpg=PA229&dq=%22giuochis%22&source=bl&ots=ACpDFgVp8q&sig=ACfU3U2RqdnWLOZgW15ZjHehLYG-8Nvc3Q&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiLy_OHvOzsAhWJGuwKHe6XDxIQ6AEwA3oECAMQAg#v=onepage&q=%22giuochi%22&f=false|accesso=2020-11-05|data=1777|editore=Cambiani|lingua=la}}</ref>. LoDi tutta la sua famiglia, lo zio Iacopo Giuochi, mercante lanaiolo che, visse più a lungo fra tutta la famiglia; ma non risultano degli eredi che lo procedono, ritenendosi così definitivamente estinta quantomenouno ildei ramorami dipiù importanti questadella famiglia.
Fra le famiglie con cui si relazionarono in questo periodo, possiamo citare la famiglia dei [[Bastari (famiglia)|Bastari]], altra famiglia di popolo, la quale diedero vita alla Cappella Giochi-Bastari.
 
Gherardo e i suoi figli furono sepolti nel cimitero di [[Basilica di Santa Maria Novella|Santa Maria Novella]], nella propria cappella di famiglia.
Da menzionare tra gli ultimi membri del casato gli eredi del ramo di Gherardo Giuochi. Cionetto figlio di Uberto Giuochi, socio nell’attività bancaria di Giovanni dell’appena nata famiglia dei Bianciardi dal 1349 al 1361<ref>{{Cita web|url=https://www.pacinieditore.it/wp-content/plugins/ckeditor-for-wordpress/ckfinder/Files/Accusare%20e%20proscrivere%20-%20APPENDICI.pdf|titolo=DENTRO IL MEDIOEVO. TEMI E RICERCHE DI STORIA ECONOMICA E SOCIALE}}</ref>. Morirà due anni dopo<ref>{{Cita libro|nome=Marchiònne (di Coppo|cognome=Stefani.)|titolo=Istoria Fiorentina|url=https://books.google.it/books?id=0HY5AAAAcAAJ&pg=PA229&lpg=PA229&dq=%22giuochis%22&source=bl&ots=ACpDFgVp8q&sig=ACfU3U2RqdnWLOZgW15ZjHehLYG-8Nvc3Q&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiLy_OHvOzsAhWJGuwKHe6XDxIQ6AEwA3oECAMQAg#v=onepage&q=%22giuochi%22&f=false|accesso=2020-11-05|data=1777|editore=Cambiani|lingua=la}}</ref>. Lo zio Iacopo Giuochi, mercante lanaiolo che visse più a lungo fra tutta la famiglia ma non risultano degli eredi che lo procedono, ritenendosi definitivamente estinta quantomeno il ramo di questa famiglia.
 
Della decadenza di questa famiglia venne fatto riferimento anche in un sonetto da parte di [[Ugolino di Vieri (poeta)|Ugolino di Vieri]] nel Quattrocento.<ref>{{Cita libro|titolo=D'Ugolino Verino poeta celeberrimo fiorentino Libri tre in versi originali latini De illustratione urbis Florentiæ con la versione toscana a confronto del poema in metro eroico|url=https://books.google.it/books?id=dRuxVBmMRWwC&pg=PA127&lpg=PA127&dq=%22giuochi%22&source=bl&ots=Bau9CDgU7j&sig=ACfU3U0Ft7E3yNR4aHNUsz7_drV6cYnXRQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjk6rHw0JPuAhVL_KQKHTpKAh8Q6AEwBXoECAcQAg#v=onepage&q=giochi&f=false|accesso=2021-01-11|data=1790|lingua=it}}</ref>
Gherardo e i suoi figli furono sepolti nel cimitero di [[Basilica di Santa Maria Novella|Santa Maria Novella]].
 
La casata viene menzionata da parte di altri rami minori almeno fino la metà del XV secolo.
 
[[Pesellino|Francesco di Stefano di Francesco Giochi]] detto Pesellino, per esempio, fu un pittore fiorentino che visse fino al 1457.<ref>{{Cita web|url=https://viaf.org/viaf/47033901/|titolo=Francesco Giuochi}}</ref>
 
Nel primissimo '500 a Milano si trovano dei certi "De Giochis"<ref>{{Cita libro|titolo=Revue des bibliothèques|url=http://archive.org/details/RevueDesBibliotheques1897|accesso=2021-01-05|data=1897}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=1980|titolo=A: Archivio di Stato di Milano Pergamene del Fondo Religione - Cart. 459-460|rivista=Arte Lombarda|numero=53/54|pp=147–203|accesso=2020-12-08|url=https://www.jstor.org/stable/43106164}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.istitutolombardo.it/pdf/11missive.pdf|titolo=Registri Missive XI [160v. Aluisum de Giochis]}}</ref>; ma che probabilmente non hanno nulla a che vedere con questa famiglia.
 
Nel 1565 lo storico dell'arte Giorgio Vasari, sucon una lettera indirizzata al [[Granducato di Toscana|Granducato]], daràdichiarò che la totale estinzione della famiglia fiorentina era estinta.<ref>{{Cita libro|nome=J. Wood (James Wood)|cognome=Brown|titolo=The Dominican church of Santa Maria Novella at Florence: a historical, architectural, and artistic study|url=http://archive.org/details/DominicanChurchOfSantaMariaNovella|accesso=2021-01-05|data=1902|editore=Edinburgh, O. Schulze}}</ref>
 
==== Albero genealogico ====
Breve tavolaTavola genealogica della famiglia Giuochi del ramo di Gherardo
 
{{Discendenza
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=== Cappella Giuochi-Bastari ===
Nell'attuale Chiesa di S. Maria Assunta della [[Badia Fiorentina]] nella Cappella di San Bernardo (all'epoca ''Cappella del Crocifisso'' per via della stessa dell'opera conservata all'interno) vi si trova quella che un tempo fu la Cappella delle famiglia dei Giochi e dei Bastari, costruita attorno il primoall'inizio XIVdel secoloTrecento<ref>{{Cita web|url=http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/3515/Nardo%20di%20Cione,%20Morte%20di%20Giuda|titolo=FONDAZIONE ZERI {{!}} CATALOGO : Nardo di Cione, Morte di Giuda|sito=catalogo.fondazionezeri.unibo.it|accesso=2020-12-08}}</ref>.
 
Grazie alle testimonianze lasciate da [[Placido Puccinelli|Puccinelli]]<ref>{{Cita web|url=https://archive.org/details/bub_gb_ucCc7xDA5QsC/page/n69/mode/2up?q=giuochi|titolo=Della badia fiorentina ragionamento storico di Gio. Battista Uccelli}}</ref>, sappiamo che una volta vi si trovava la lastra in pietra che citava il seguente messaggio:
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Solo a partire dal 1330 questa cappella verrà posseduta dalle due famiglie in questione.
 
Solo a partire dal 1330 questa cappella verrà posseduta dalle due famiglie in questione. Le famiglie la tennero per almeno un secolo e commissionarono degli affreschi a [[Buonamico Buffalmacco|Buonamico di Martino]].
Inizialmente la cappella
 
Ancora oggi sono parzialmente conservati tre degli affreschi:
Nello stesso cimitero della badia non a caso furono seppelliti alcuni di questi membri della casata dei Bastari.
* Una rappresentazione della Passione di Cristo, con Gesù nell'atto di lavare i piedi ai discepoli.
* Una rappresentazione della flagellazione di Cristo.
* Una rappresentazione dell'impiccagione di Giuda.
Successivamente la cappella venne ceduta a terzi. I primi a cederla furono proprio i Giuochi nel primissimo '400, dopo la scomparsa di Iacopo, alla famiglia dei Boscoli. Quest'ultimi, in un primo momento, tentarono di abbattere i riferimenti della vecchia famiglia, comequali gli stemmi, ma con una lite mossa da alcuni membri dei Giuochi ne furono ricostruite, e; fu così che aggiunsero anche loi stemmapropri primi stemmi. La proprietà dei BoscoliBastari fu ceduta successivamente nel XV secolo alla famiglia dei Lenzoni.
 
[[File:Lastra-badia-fiorentina.jpeg|sinistra|miniatura|Lastra in pietra contenente anche lo stemma dei Giuochi (in alto a sinistra)]]
Sempre in questo secolo, quando ancora i membri dei Giuochi erano in vita, la cappella fu patronata dalla famiglia dei Boscoli, mentre i Bastari la cedettero nel XV secolo ai Lenzoni.
I primi studi della cappella furono fatti dadal [[Giorgio Vasari|Vasari]]<ref>{{Cita web|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1344603979175_02_-_Peleo_Bacci_p._1.pdf|titolo=Pèleo Bacci - Bollettino d'Arte}}</ref> per il suo interessamento allo stile di Buffalmacco, nei equali descrisse dettagliatamente una serie di dettagliparticolari degli affreschi sormontatipresenti nella cappella.
 
Quest'ultimi, in un primo momento, tentarono di abbattere i riferimenti della vecchia famiglia, come gli stemmi, ma con una lite mossa da alcuni membri dei Giuochi ne furono ricostruite, e fu così che aggiunsero anche lo stemma dei Boscoli.
 
Gli affreschi furono realizzati proprio per merito dei Boscoli, commissionando le opere a [[Buonamico Buffalmacco|Buonamico di Martino]].
 
Si trovano:.....
{{Collage|Bernardo_claraval_filippino_lippi.jpg|Bernardo_claraval_filippino_lippi.jpg|Bernardo_claraval_filippino_lippi.jpg|Lastra-badia-fiorentina.jpeg|(1873).jpg|dimensione=300|allineamento=left|didascalia=Affreschi siti nella Cappella di San Bernardo (all'epoca nominata Cappella del Crocifisso per l'opera dello stessa).}}
 
I primi studi furono fatti da [[Giorgio Vasari|Vasari]]<ref>{{Cita web|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1344603979175_02_-_Peleo_Bacci_p._1.pdf|titolo=Pèleo Bacci - Bollettino d'Arte}}</ref> per il suo interessamento allo stile di Buffalmacco e descrisse dettagliatamente una serie di dettagli degli affreschi sormontati nella cappella.
 
Le tombe di entrambe le famiglie furono misteriosamente profanate e distrutte nel XVII secolo.
 
I monaci della Badia tentarono di risalire alle tracce originali, enell'intento di neprovare ricostruironoa fedelmentericostruire i pezzi abbattuti.
 
=== Torri ===
I Portinari, che già dal primo '300 avevano acquisito alcune proprietà degli Alighieri, ottennero nel 1378 anche la torre principale dei Giuochi lì accollocatacollocata<ref>{{Cita web|url=https://www.conoscifirenze.it/i-vecchi-libri-raccontano/735-La-Villa-degli-Alighieri.html|titolo=La Villa degli Alighieri|sito=www.conoscifirenze.it|lingua=it|accesso=2020-12-08}}</ref>.
 
 
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{{portale|Firenze|storia di famiglia}}
 
{{Categorie bozza|
[[Categoria:Famiglie di Firenze]]
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