Embeddedness: differenze tra le versioni

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== Significato del termine ==
 
Il termine embeddedness, letteralmente, potrebbe tradursi in italiano con "annidamento". Alcuni usano la traduzione "radicamento" oppure "incorporazione", altri "inserimento", anche se questi termini tradotti non rendono del tutto l'idea del concetto. Perciò, spesso, negli scritti in [[lingua italiana]] si preferisce mantenere il termine originale in inglese. In [[Francia]] è usato il termine ''encastrement'' (letteralmente: "incastro").
 
== Teoria ==
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#''embeddedness relazionale'': gli attori economici vengono influenzati direttamente, ed influenzano indirettamente, i comportamenti ed i risultati degli attori con cui interagiscono; da questo prende spunto il concetto della forza dei legami, che è caratterizzata dalla forte vicinanza degli attori.
#''embeddedness strutturale'': la più ampia struttura di relazioni influenza i comportamenti ed i risultati di interi gruppi di persone (in questo caso aziende e network di esse).
 
Come sostenuto da diversi autori<ref>M. Magatti, ''L'istituzionalità della vita economica: tre livelli analitici'', in.: ''La nuova sociologia economica'', a cura di E. Mingione, «Sociologia del lavoro», n. 73, 1999</ref><ref>R. Rizza, ''Le istituzioni tra economia e sociologia'', in ''La nuova sociologia economica'', a cura di Mingione E., in «Sociologia del lavoro» n. 73, 1999</ref> l'embeddedness, considerata fondamentale nella corrente della [[Nuova Sociologia Economica]] ha evidenziato l'incorporazione del mercato nelle istituzioni sociali. L'azione economica è anche un'azione sociale, determinata fortemente da motivazioni di origine sociale e culturale e dal significato che gli attori vi attribuiscono.<ref name="Magatti2002">M. Magatti, ''Mercato e società: Introduzione alla sociologia economica'', Carocci, Roma 2002</ref>
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Per Mingione,<ref>E. Mingione, ''Gli itinerari della sociologia economica in una nuova prospettiva europea'', in ''La nuova sociologia economica'', in «Sociologia del lavoro» n. 73, 1999</ref> la forma pura teorica del mercato è "disembedded" in quanto basata su regole che prescindono da qualsiasi legame sociale duraturo tra gli attori (poiché questo distorcerebbe i meccanismi di concorrenza). Nella pratica, invece, le interazioni di mercato non ci sarebbero se esistessero solidi legami sociali, per i diversi motivi: in primo luogo, non circolerebbero adeguatamente le informazioni, non si condividerebbero le stesse regole e nessuno avrebbe il minimo di fiducia che gli altri rispettino le regole necessarie per acquistare e vendere, concludere un contratto di lavoro, prestare denaro; in secondo luogo, nella società moderna le preferenze economiche non si riducono ad un semplice calcolo di utilità, ma sono costruite dai processi di socializzazione. L'economia è quindi "embedded". Magatti<ref name="Magatti2002" /> sostiene che le relazioni sociali svolgono un duplice ruolo nei confronti dei processi di mercato: in primo luogo, costituiscono le basi sociali in mancanza delle quali il comportamento economico stesso non avrebbe senso. In secondo luogo, si impongono come vincolo e limite all'estensione del comportamento strumentale, anche perché l'applicazione pura e semplice della logica dello scambio di mercato rischierebbe di avere effetti socialmente distruttivi. All'interno dei processi economici poi, le relazioni sociali interpersonali non solo rendono possibile il funzionamento dell'economia, ma possono accrescerne (o, al contrario ostacolarne) efficacia ed efficienza: contenendo il rischio di comportamenti opportunistici, facendo circolare informazioni e strumenti organizzativi, facilitando la cooperazione.
 
Va anche tenuto presente che il concetto di embeddedness è stato considerato in maniera diversa da autori differenti: come precisano Laville e Levesque,<ref>J.L. Laville, B. Levesque, ''La rinascita della sociologia economica francofona'', in ''La nuova sociologia economica'', in «Sociologia del lavoro» n. 73, 1999</ref> secondo Polanyi designa l'iscrizione dell'economia all'interno degli ordini politico e culturale, con una pluralità dei principi economici che vanno formulandosi, però con riferimento soprattutto alla società pre-capitalistica. Sarebbe quindi quella di Polany una concezione antitetica a quella sopra esposta di embeddedness, in quanto l'economia di mercato sarebbe disancorata dal contesto sociale circostante.<ref name="Magatti1997">M. Magatti, ''Sociologia economica e teoria sociale'', in «Stato e Mercato», n. 51, 1997, pp. 457-493</ref> Invece, secondo Zukin e Di Maggio, come interpretati da Swedberg,<ref name="Swedberg1999" /> costituisce l'influenza del contesto politico e culturale sull'economia, che però manterrebbe una relativa autonomia. Inoltre, il concetto di embeddedness presenta molte affinità con quello di costruzione sociale dell'economia contenuto nel noto saggio, del 1966, «[[La realtà come costruzione sociale]]» di Berger e Luckmann. Tuttavia, come segnala ancora Swedberg,<ref name="Swedberg1999" /> l'impostazione di Granovetter contiene in più l'agganciamento ad una prospettiva di "rete".
 
L'analisi di Magatti<ref name="Magatti1997" /> rimanda la radice dell'embeddedness a due diversi livelli teorici: da una parte quello cognitivo, per il quale le azioni degli individui sono regolate da procedure che rendono l'azione ragionevole in un dato contesto e sono influenzate da vincoli istituzionali che definiscono repertori di idee con cui costruire ciò che ha valore e andrebbe ricercato e perseguito. Quindi anche nella sfera economica, l'agire è una [[costruzione sociale]]. In pratica, invece che dalla logica della massimizzazione dell'utilità, l'agire economico sarebbe regolato dalla ricerca, più modestamente, di un livello accettabile di soddisfacimento, secondo una logica di "[[razionalità limitata]]". Dall'altra parte, come secondo livello teorico, si avrebbe quello strutturale, che, sempre secondo Magatti, è ascrivibile alla teoria di Granovetter e, più in generale, agli sviluppi della network analysis. In base a questo approccio, le azioni individuali sono interpretate partendo dalla rete di relazioni sociali in cui sono immersi ed alle relative costrizioni strutturali. È da sottolineare come la natura relazionale dei rapporti economici modifica la logica della stessa azione economica. La struttura prevarrebbe quindi sulla motivazione. Anche se, sempre nell'analisi dello studioso italiano, negli ultimi lavori di Granovetter si avrebbe un allentamento delle posizioni iniziali ed un uso sempre più estensivo della nozione di embeddedness. Per lo stesso Granovetter (1991), nella misura in cui le argomentazioni basate sulla teoria della scelta razionale sono rigidamente costruite facendo riferimento ad individui atomizzati e a obiettivi economici, esse risultano in contrasto con la posizione basata sul concetto di embeddedness. In una visione più ampia della scelta razionale, tuttavia, le due visioni hanno molti punti in contatto.