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C. Lovis, D. Naef, [[Didier Queloz|D. Queloz]], N. C. Santos, J.-P. Sivan, D. Sosnowska, and [[Stéphane Udry|S. Udry]]}}</ref> La sua orbita è molto vicina alla stella e il pianeta ha un [[periodo di rivoluzione]] di circa 9,6 giorni.
In accordo col modello corrente di [[nebulosa solare|formazione planetaria]], gli scienziati dell'ESO al tempo della scoperta ritenevano più probabile che si trattasse di un [[pianeta roccioso]] del tipo [[super Terra]] piuttosto che di un piccolo [[gigante gassoso]] simile a [[Urano (astronomia)|Urano]] o [[Nettuno (astronomia)|Nettuno]]. Il valore di 14 masse terrestri costituisce, infatti, il limite teorico massimo per il primo tipo di pianeti menzionato e la maggior [[metallicità]] della sua stella rispetto al [[Sole]] rende certamente possibile la formazione di un pianeta roccioso di queste dimensioni. Tuttavia, diversi modelli sulla formazione del sistema elaborati successivamente hanno convenuto che il pianeta possa aver attratto grandi quantità di [[Volatilità (chimica)|sostanze volatili]] prima che la sua stella causasse l'evaporazione dei ghiacci e per questo motivo ora avrebbe un nucleo di 6 masse terrestri.<ref name=Baraffe>{{cita pubblicazione|autore=I. Baraffe; Y. Alibert; G. Chabrier; W. Benz |data=2005|titolo=Birth and fate of hot-Neptune planets|rivista= Astronomy and Astrophysics|volume=450|numero=3|pp=
C'è disaccordo tra la comunità scientifica sul fatto che sia stato sempre un Nettuno caldo in termini di massa,<ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.cosis.net/abstracts/EGU2007/07850/EGU2007-J-07850.pdf
La temperatura superficiale dovrebbe essere molto elevata a causa della vicinanza alla stella: il valore stimato è di circa 900 [[Kelvin|K]]. Inoltre, la superficie potrebbe essere caratterizzata da [[vulcanismo|attività vulcanica]] e le probabilità che possa ospitare forme di vita conosciute appaiono pressoché nulle.<ref name=harps/>
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