Maria Concetta Cacciola: differenze tra le versioni

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{{Bio
 
|Nome = Maria Concetta
 
|Cognome = Cacciola
'''Maria Concetta Cacciola''', nata il 30 settembre 1980 a [[Taurianova]] e morta il 20 agosto 2011 a [[Rosarno]] è stata una [[testimone di giustizia]] contro la [['Ndrangheta]] e per questo assassinata dalla sua famiglia.
|Sesso = F
|LuogoNascita = Taurianova
|GiornoMeseNascita = 30 marzo
|AnnoNascita = 1980
|LuogoMorte = Rosarno
|GiornoMeseMorte = 20 agosto
|AnnoMorte = 2011
|Epoca = 2000
|Attività =
|Nazionalità = italiana
|Categorie = no
|Immagine =
|Didascalia = Maria Conetta Cacciola
|FineIncipit = è stata una [[testimone di giustizia]] [[Italia|italiana]], [[Vittime della 'ndrangheta|vittima della 'ndrangheta]]
}}
 
== Biografia ==
 
=== Contesto familiare e sociale ===
Maria Concetta Cacciola nasce a Taurianova, in Calabria,Nasce in una potente famiglia mafiosa calabrese, laappartenente alla [['Ndrangheta]], imparentata con le altre due famiglie di Rosarno, la [['Ndrina Bellocco|famiglia Bellocco]] attraverso lo zio [[Gregorio Bellocco]], e la [['Ndrina|'ndrina]] Pesce. La 'Ndrangheta è una potente famiglia [[Mafia|mafiosa]], guidata dai soli uomini. È probabilmente l'organizzazione criminale più arretrata d'Italia guidata da soli uomini, che perpetua regole antiquate: dalcome il matrimonio forzato allao la totale sottomissione della donna, pena la morte <ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.micromega.net/la-mafia-le-donne-e-le-disparita-di-genere-nel-mezzogiorno/|titolo=La mafia, le donne e le disparità di genere nel Mezzogiorno|sito=www.micromega.net|lingua=it|accesso=22 gennaio 2023}}</ref>. I figli sono destinati ad appartenere alla nuova generazione di boss mafiosi, le figlie a sposare questi mafiosiultimi. I legami di sangue sono considerati sacri e non possono esseremai recisi per nessun motivo. PertantoPer cui, collaborare con la giustizia, o ribellarsi alla famiglia, è un tradimento inaccettabile.
 
{{Non chiaro|A soli tredici anni va in sposa a Salvatore Figliuzzi}}, affinché la sua famiglia potesse entrare nel clan dei Bellocco, poiché i matrimoni sono l'unico modo per scalare le gerarchie mafiose (come nel caso di [[Lea Garofalo]]).
MariaIl Concetta Cacciola frequenta Salvatore Figliuzzi, che la sposa quando lei aveva solo tredici anni, per entrare nel clan Bellocco: il matrimonio con la figlia di un capoclan è un modo per scalare le gerarchie mafiose (come nel caso di [[Lea Garofalo]]). Figliuzzimarito è un uomo violento, arrivae anchealle acontinue puntarerichieste unadi pistolaaiuto allaera frontecosì dellache moglie,la al culmine dell’ennesimo litigio. Chiede aiuto allasua famiglia di origine, ma suo padre si rifiuta di aiutarla. Il padre le dicerispondeva: ''“Questo è il tuo matrimonio e te lo tieni per tutta la vita''“ <ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.robadadonne.it/207306/maria-concetta-cacciola/|titolo=Per Maria Concetta Cacciola, condannata a morte perché voleva la libertà|autore=Grazia Teresella Berva|sito=www.robadadonne.it|data=15 giugno 2020
20 luglio 2022 (aggiornato)|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>. A quindici anni, Maria ha il primo dei loro tre figli.
A quindici anni partorisce il primo dei tre figli.
 
=== La ribellione, testimone di giustizia ===
Quando nel 2002 Salvatore Figliuzzi è condannato per associazione mafiosa a otto anni di reclusione, Maria Concetta viene rinchiusa in casa, insieme ai figli, senza avere la possibilità di intrattenere alcun tipo di rapporto col mondo esterno.
Quando nel 2002 Salvatore Figliuzzi è condannato a otto anni di reclusione per associazione mafiosa e condannato in via definitiva nel processo Bosco Selvaggio, il padre e il fratello rinchiudono Maria in casa con i figli, lontana da ogni contatto secondo il codice d'onore della 'Ndrangheta, che obbliga le giovani donne a vivere in clausura quando i loro mariti sono in carcere. Tuttavia, Maria riesce ad avere una relazione sentimentale con un uomo su internet: anche lui è calabrese, ma abita in Germania. Per due anni riesce a mantenere il segreto, ma nel 2010 qualcuno invia delle lettere anonime ai Cacciola per avvisarli della situazione<ref>{{Cita web|url=https://www.robadadonne.it/207306/maria-concetta-cacciola/|titolo=Maria Concetta Cacciola|autore=Grazia Teresella Berva|sito=www.robadadonne.it|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>. Quando suo fratello e suo padre scoprono questa relazione extra coniugale, la picchiano per aver disonorato la famiglia <ref name=":0">{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it}}</ref>. Tramite internet scopre però anche il mondo al di là della sua quotidianità <ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla n'drangheta|editore=Biblioteca Univ. Rizzoli|lingua=it|ISBN=9788817063593}}</ref>, come altre donne nella sua situazione.
Ciò nonostante con internet infrange la restrizione imposta scoprendo il mondo oltre la sua quotidianità<ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla n'drangheta|editore=Biblioteca Univ. Rizzoli|lingua=it|ISBN=9788817063593}}</ref>, tant'è che riesce ad intrattenere, persino, per almeno due anni, una relazione sentimentale con un altro uomo.
Nel 2010 la relazione viene scoperta, per mezzo di lettere anonime, dal padre e dal fratello <ref>{{Cita web|url=https://www.robadadonne.it/207306/maria-concetta-cacciola/|titolo=Maria Concetta Cacciola|autore=Grazia Teresella Berva|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>, dai quali viene continuamente percossa per aver disonorato la famiglia<ref name=":0">{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it}}</ref>.
 
L'11 maggio 2011 viene convocata dai Carabinieri di Rosarno, poiché il figlio maggiore era stato sorpreso alla guida senza patente<ref>{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it|lingua=it|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>. Maria Concetta approfitta di questa nuova circostanza per liberarsi dallo stato di oppressione e violenza in cui si trova, rivelando, così, moltissimi aspetti mafiosi interni alla sua famiglia.
Recatasi in Questura l'11 maggio 2011 Maria, all’epoca 31enne, si presenta presso la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno, ufficialmente convocata perché suo figlio Alfonso era stato arrestato perché guidava senza patente <ref>{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it|lingua=it|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>. Prende in quel momento la decisione di voler rivelare quanto sapeva della sua famiglia e delle loro azioni, per sfuggire alla sua vita di violenza, di paura e per dare ai suoi figli un futuro migliore. Confida quindi al Maresciallo di voler parlare della sua famiglia, ma di non poterlo fare in quel momento, in quanto corre un grosso rischio: se la famiglia la scoprirà, la uccideranno. Torna dunque in caserma nei giorni seguenti, venendo ascoltata direttamente dai magistrati della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] (DDA) di Reggio Calabria, facendo credere ai famigliari di tornare di volta in volta per il caso del figlio. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio dello stesso anno, Maria diventa ufficialmente testimone di giustizia, viene inserita nel programma di protezione e trasferita di nascosto prima a [[Cassano all'Ionio]] e poi più lontano, a [[Bolzano]] e infine [[Genova]], senza poter avere più contatti con la sua famiglia. Sceglie di lasciare i suoi figli alle cure di sua madre, credendo che lei la capirà e la sosterrà. Le scrive: «Mi sono sposata a 13 anni. Questo ha distrutto le nostre vite. Questo è tutto ciò che non volevo. Volevo la pace, sentire l'amore, essere me stessa. La vita mi ha portato solo dolore.» <ref name=":1">{{Cita web|url=https://espresso.repubblica.it/attualita/2014/02/08/news/maria-concetta-cacciola-sognava-la-liberta-non-si-e-piagata-al-volere-della-famiglia-del-marito-e-della-ndrangheta-per-questo-e-stata-uccisa-1.151960/|titolo=Maria Concetta Cacciola sognava la libertà. Per questo era destinata a morire|sito=L&apos;Espresso|lingua=it}}</ref>.
 
Solo così la donna crede di poter sfuggire a quella vita fatta di imposizioni e percosse, perché per lei la collaborazione presenta l'unica via di uscita, unico mezzo per restituire ai suoi figli un futuro migliore; unico modo per dare a se stessa la libertà di vivere lontano dalla propria famiglia, la stessa che l'avrebbe fatta assassinare.
I figli si rivelano il suo punto debole, sono l'unico legame che ancora la lega a Rosarno e la sua famiglia li usa come strumenti di ricatto per farle pressione. Mentre vive clandestinamente a Genova, Maria è presa dalla nostalgia per i figli, decide allora di ricontattare i suoi genitori. Riesce a parlare con i bambini, ma cede alle pressioni dei genitori che minacciano di non farglieli rivedere mai più, rivela allora alla madre dove si trova. Il 2 agosto vanno a prenderla e si rimettono in viaggio per tornare a Rosarno, suo padre cerca di farle dire quello che ha rivelato ai magistrati. Rendendosi conto di essere in pericolo, Maria riesca a contattare il Servizio di Protezione affinché la vadano a prendere a Cerredolo (Reggio Emilia), a casa di una cugina della madre da cui si erano fermati per la notte.
 
La collaborazione inizia facendo credere alla sua famiglia di ritornare spesso in caserma per la questione del figlio, ove nei giorni successivi viene ascoltata direttamente dai magistrati della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] (DDA) di Reggio Calabria.
=== Ritorno a Rosarno ===
Tornata a Genova, nei giorni seguenti i genitori non si arrendono, e ad esercitare pressioni insopportabili per farla tornare a Rosarno, facendo leva sull'amore e sulla lontananza dei figli. Inoltre, chiedono che ritratti tutto davanti a due avvocati che loro stessi contatteranno, in cambio non solo potrà riabbracciare i suoi bambini, promettono pure che la perdoneranno. Tuttavia Maria sa bene che la 'Ndrangheta non perdona mai. In una telefonata del 6 agosto, confida alla sua cara amica Emanuela di vivere schiacciata tra la paura di ritornare e il timore di non vedere più i suoi figli. La minaccia che le veniva intimata dalla famiglia, infatti, era proprio questa: "''Torna o non vedrai più i tuoi figli"''. Dalla conversazione telefonica con la sua amica, intercettata dalla polizia e finita agli atti del Processo Onta, risulta che abbia detto: "''So cosa sta succedendo. Torno, mi fanno ritrattare e poi mi uccidono, ho paura di tornare, ma devo farlo per i miei figli''". Maria cede e torna a Rosarno tra l'8 e il 9 agosto 2011.
 
Recatasi in Questura l'11 maggio 2011 Maria, all’epoca 31enne, si presenta presso la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno, ufficialmente convocata perché suo figlio Alfonso era stato arrestato perché guidava senza patente <ref>{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it|lingua=it|accesso=21 gennaio 2023}}</ref>. Prende in quel momento la decisione di voler rivelare quanto sapeva della sua famiglia e delle loro azioni, per sfuggire alla sua vita di violenza, di paura e per dare ai suoi figli un futuro migliore. Confida quindi al Maresciallo di voler parlare della sua famiglia, ma di non poterlo fare in quel momento, in quanto corre un grosso rischio: se la famiglia la scoprirà, la uccideranno. Torna dunque in caserma nei giorni seguenti, venendo ascoltata direttamente dai magistrati della [[Direzione distrettuale antimafia|Direzione Distrettuale Antimafia]] (DDA) di Reggio Calabria, facendo credere ai famigliari di tornare di volta in volta per il caso del figlio. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio dello stesso anno, Maria diventa ufficialmente [[testimone di giustizia]], viene inserita nel programma di protezione e trasferita diin nascostoincognito prima a [[Cassano all'Ionio]] e, poi più lontano, a [[Bolzano]] e infine a [[Genova]], senza poter avere più contatti con la sua famiglia. Sceglie di lasciareLascia i suoi figli alle cure di sua madre, credendo che lei la capirà estessa la sosterrà. Le scrive: «"''Mi sono sposata a 13 anni. Questo ha distrutto le nostre vite. Questo è tutto ciò che non volevo. Volevo la pace, sentire l'amore, essere me stessa. La vita mi ha portato solo dolore.» "''<ref name=":1">{{Cita web|url=https://espresso.repubblica.it/attualita/2014/02/08/news/maria-concetta-cacciola-sognava-la-liberta-non-si-e-piagata-al-volere-della-famiglia-del-marito-e-della-ndrangheta-per-questo-e-stata-uccisa-1.151960/|titolo=Maria Concetta Cacciola sognava la libertà. Per questo era destinata a morire|sito=L&apos;Espresso|lingua=it}}</ref>.
Il 12 agosto accetta di vedere i due avvocati del clan, Gregorio Cacciola, cugino del padre, e Vittorio Pisani che la costringono a firmare una ritrattazione e a la registrano su un'audiocassetta. Ben presto, si pente di questo gesto e cerca di scappare di nuovo, per chiedere aiuto. La polizia deve venire per lei e i suoi figli ma, tra la paura e il fatto che uno dei bambini sia malato, rimanda. Due giorni dopo il suo ultimo contatto con la polizia, il 20 agosto 2011, viene trovata morente in bagno dopo aver ingerito dell'[[acido cloridrico]] che le bruciava la bocca <ref>{{Cita web|url=https://www.wordnews.it/maria-concetta-cacciola-la-giovane-madre-suicidata-con-lacido-muriatico|titolo=Maria Concetta Cacciola, la giovane madre «suicidata» con l'acido muriatico|autore=Paolo de Chiara|sito=Wordnews.it|lingua=it}}</ref>. Tre giorni dopo, mentre i funerali non sono ancora stati nemmeno celebrati, i suoi genitori presentano denuncia alla Procura di [[Palmi]]. Descrivono la figlia come squilibrata, depressa e accusano le autorità di averla spinta al [[suicidio]]. Portano la lettera e l'audiocassetta in cui dichiara di aver parlato con la giustizia solo per vendicarsi del padre e del fratello <ref>{{Cita web|url=https://www.micromega.net/la-mafia-le-donne-e-le-disparita-di-genere-nel-mezzogiorno/|titolo=La mafia, le donne e le disparità di genere nel Mezzogiorno|sito=www.micromega.net|lingua=it|accesso=21 gennaio 2022}}</ref>. Ci fu una campagna stampa durante la quale magistrati e inquirenti sono accusati di aver approfittato delle precarie condizioni di salute mentale della giovane. Durante il Processo Onta, a seguito della deposizione dell'avvocato Vittorio Pisani, risulterà che tale campagna è stata orchestrata dall'avvocato Gregorio Cacciola con l'obiettivo di delegittimare il modo in cui vengono trattati i testimoni di giustizia e di scoraggiare così future collaborazioni <ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.liberainformazione.org/2018/01/27/giustizia-per-maria-concetta-ultimo-atto/|titolo=Giustizia per Maria Concetta: ultimo atto|autore=Antonia Nicola Pessuto|sito=Liberainformazione|lingua=it-IT}}</ref> .
 
A Genova distrutta dalla nostalgia per i suoi figli decide di contattarli, ma gli stessi vengono usati dalla sua stessa famiglia per esercitare pressioni sulla stessa e per farle rivelare ove si trovasse. Ottenute le informazioni necessarie, il 2 agosto dello stesso anno, i genitori, insieme al fratello, si recano a prenderla e, durante il viaggio di ritorno, cercano di estorcerle quanto ha rivelato ai magistrati. Rendendosi conto di essere in pericolo, contatta il Servizio di Protezione affinché la vadano a riprendere a [[Cerredolo]] (Reggio Emilia) dove si erano fermati per la notte.
 
=== RitornoIl ritorno a Rosarno ===
Tornata a Genova, nei giorni seguenti, i genitori cercano di ricattarla attraverso i figli e per farla tornare le chiedono di ritrattare tutto davanti a due avvocati del clan, promettendole in cambio il perdono. In una telefonata del 6 agosto confida, ad un'amica, di vivere schiacciata tra il timore di non vedere più i suoi figli e la paura di essere uccisa al suo ritorno. La conversazione telefonica, intercettata dalla polizia, finirà in seguito agli atti del Processo Onta.
 
Lei cede di nuovo e torna a Rosarno tra l'8 e il 9 agosto 2011.
 
Il 12 agosto accetta di vedere i duegli avvocati del clan, Gregorio Cacciola, cugino del padre, e Vittorio Pisani che la costringono a firmare una ritrattazione e a la registrano suregistrare un'audiocassetta., Bendove presto,le sifanno pentedichiarare di questoaver gestoparlato econ cercala digiustizia scapparesolo diper nuovo,vendicarsi perdel chiederepadre aiuto.e Ladel poliziafratello<ref>{{Cita deveweb|url=https://www.micromega.net/la-mafia-le-donne-e-le-disparita-di-genere-nel-mezzogiorno/|titolo=La veniremafia, perle leidonne e ile suoidisparità figlidi ma,genere tranel laMezzogiorno|lingua=it|accesso=21 pauragennaio e2022}}</ref>. ilPoi fattosi chepente unodi deiquesto bambinigesto, siama malato,non rimandapuò più scappare. Due giorni dopo il suo ultimo contatto con la polizia, il 20 agosto 2011, viene trovata morente in bagno dopo aver ingerito dell'[[acido cloridrico]] che le bruciava la bocca <ref>{{Cita web|url=https://www.wordnews.it/maria-concetta-cacciola-la-giovane-madre-suicidata-con-lacido-muriatico|titolo=Maria Concetta Cacciola, la giovane madre «suicidata» con l'acido muriatico|autore=Paolo de Chiara|sito=Wordnews.it|lingua=it}}</ref>. Tre giorni dopo, mentreprima i funerali non sono ancora stati nemmenodel celebratifunerale, i suoi genitori presentano denuncia alla Procura di [[Palmi]]., Descrivonoaccusando lale figliaautorità comedi squilibrata,avere depressaapprofittato edi accusanocondizioni le autoritàprecarie di averlasalute spintamentale della figlia fino a spingerla al [[suicidio]].; Portanocome prove portano la lettera e l'audiocassetta in cui dichiara di averritrattazione. parlatoIn conconseguenza laa giustiziatali solo per vendicarsi del padre e del fratello <ref>{{Cita web|url=https://www.micromega.net/la-mafia-le-donne-e-le-disparita-di-genere-nel-mezzogiorno/|titolo=La mafiaaccuse, le donne e le disparità di genere nel Mezzogiorno|sito=www.micromega.net|lingua=it|accesso=21 gennaio 2022}}</ref>. Cisi fusvolge una campagna stampa durantecontro la qualei magistrati e gli inquirenti, sonoma accusati di aver approfittato delle precarie condizioni di salute mentale della giovane. Durantedurante il Processo Onta, a seguito della deposizione dell'avvocato Vittorio Pisani, risulterà che tale campagna è stata orchestrata dall'avvocato Gregorio Cacciola, con l'obiettivo di delegittimare il modo in cui vengono trattati i testimoni di giustizia e di scoraggiare così future collaborazioni <ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.liberainformazione.org/2018/01/27/giustizia-per-maria-concetta-ultimo-atto/|titolo=Giustizia per Maria Concetta: ultimo atto|autore=Antonia Nicola Pessuto|sito=Liberainformazione|lingua=it-IT}}</ref> .
 
=== Il Processo Onta ===
Il suicidio, tuttavia, sembra altamente improbabile e non convince gli inquirenti, ne sono prova il suo carattere di Maria,e la sorveglianza costante esercitata dalla sua famiglia. eSoprattutto è il metodo utilizzato, a costituire una prova concreta della colpevolezza della famiglia, in quanto firma tipica della mafia.: Ii metodi utilizzati dai mafiosi per eliminare i “nemici”nemici, infatti, sono direttamente proporzionali a ciò che questi ultimi hanno commesso. Per questo motivo, il suicidio di Maria Concetta non convince gli inquirenti che ritengono la questione dell’acido muriatico una prova concreta della colpevolezza della sua famiglia che ha ucciso la figlia bruciandole la bocca perché "aveva parlato troppo". L'inchiesta mostra anche che la lettera e il nastro sono stati realizzati sotto costrizione <ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.liberainformazione.org/2018/01/27/giustizia-per-maria-concetta-ultimo-atto/|titolo=Giustizia per Maria Concetta: ultimo atto|autore=Antonia Nicola Pessuto|sito=Liberainformazione|lingua=it-IT}}</ref> . Per l’omicidio di Maria Concetta, sonocondannando arrestatidunque ilanche padre,gli Micheleavvocati Caccioladella e il fratello, Giuseppe Cacciola. Alla madre, Anna Rosalba, sono concessi gli arresti domiciliarifamiglia. Viene ascoltato in [[Commissione parlamentare antimafia|Commissione Parlamentare Antimafia]] il Pubblico Ministero Giovanni Musarò, che ha sostenuto l’accusa nel processo: "''Maria Concetta era attendibile. Quando l’abbiamo ascoltata era terrorizzata. Le sue dichiarazioni hanno portato anche ad operazioni di polizia giudiziaria importanti. Le intercettazioni, registrate poco prima che tornasse a Rosarno e al suo rientro a Rosarno, sono veramente terribili, materia per una tragedia greca. Questa ragazza torna infatti a Rosarno consapevole di quello che sarebbe successo e che nel momento in cui avesse ritrattato le dichiarazioni sarebbe finita quella che lei chiama “la garanzia sulla vita”. Era una ragazza che non aveva mai commesso reati e non era indagata. In una telefonata terrificante con una sua amica dice: “''So che succede. Io torno, mi fanno ritrattare e poi mi ammazzano, ma io ho paura a tornare, però devo farlo per i miei figli''”. E succede esattamente questo, con la chicca che simulano un suicidio. La trovano morta per aver ingerito acido muriatico, che purtroppo è anche un gesto evocativo, cioè una fine che viene riservata ai collaboratori di giustizia, a chi parla troppo''"<ref>{{Cita news|lingua=it|autore=Antonio Nicola Pezzuto|url=http://www.liberainformazione.org/2018/01/27/giustizia-per-maria-concetta-ultimo-atto/|titolo=Giustizia per Maria Concetta: ultimo atto|pubblicazione=liberainformazione.org|data=27 gennaio 2018|accesso=19 gennaio 2023}}</ref>.
 
AllaIl fine,processo Mariasi Concettaconclude Cacciolacon ottienela giustizia:condanna ladella madre, Anna Rosalba Lazzaro, viene condannata a tre anni di reclusione;arresti ildomiciliari, del padre a sei anni e sei mesi di reclusione e ildel fratello, a cinque anni e otto mesi. L'avvocato Vittorio Pisani fu condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, per poi decidere di collaborare; l'avvocato Gregorio Cacciola viene condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione per reati di favoreggiamento, violenza e minaccia, aggravati dall’aver agevolato la 'ndrina dei Bellocco. Oltre alla condanna per maltrattamento ai danni della figlia, i genitori sono condannati anche a dieci mesi aggiuntivi di reclusione per la madre e a due anni e sei mesi di reclusione per il padre, per aver maltrattato i nipoti con l'obiettivo di aggredire la loro integrità psicologica, morale e fisica al fine di convincere la madre a riconsiderareritrattare le sue accuse <ref>{{Cita web|url=https://ildispaccio.it/reggio-calabria/145352-maltrattamenti-sui-nipoti-condannati-i-genitori-di-maria-concetta-cacciola|titolo=Maltrattamenti sui nipoti: condannati i genitori di Maria Concetta Cacciola|autore=Angela Panzera|sito=Il Dispaccio|lingua=it-it}}</ref>. L'avvocato Vittorio Pisani viene condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, per poi decidere di collaborare; l'avvocato Gregorio Cacciola viene condannato a quattro anni e otto mesi per reati di favoreggiamento, violenza e minaccia, aggravati dall’aver agevolato la 'ndrina dei Bellocco.
 
== TributiIntitolazioni ==
Alla sua memoria di Maria Concetta Cacciola sono dedicate diverse iniziative, che raccontano di un dell'impegno quotidiano per sconfiggere quellala cultura di morte e violenza che l’ha uccisa <ref name=":0">{{Cita web|url=https://vivi.libera.it/storie-920-maria_concetta_cacciola|titolo=Maria Concetta Cacciola|sito=vivi.libera.it}}</ref> .
 
Nel 2014, una competizione "''Il coraggio della scelta"'' è stata organizzata a Rosarno in sua memoria <ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/calabria/notizie/2014/03/01/Legalita-concorso-ricorda-testimone-Maria-Concetta-Cacciola_0fa43ac7-257b-48f9-9298-e2a2e2b1024c.html|titolo=Legalità: concorso ricorda testimone Maria Concetta Cacciola - Calabria|sito=ANSA.it|lingua=it}}</ref> .
 
Il comune di [[Lamezia Terme]] dedicòdedica un'intera settimana dal 5 al 10 marzo 2012 a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e [[Lea Garofalo]], le tre donne calabresi che si ribellaronosono ribellate alla 'Ndrangheta e alle loro famiglie, pagando, per due di loro, il prezzo della vita per liberarsi dal giogo della mafia. La settimana fuè contrassegnata da vari eventiiniziative riguardanti la condizione delle donne <ref>{{Cita web|url=https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/lamezia_dedica_una_settimana_a_giuseppina_pesce_maria_concetta_cacciola_e_lea_garofano|titolo=Lamezia dedica una settimana a Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola e Lea Garofano|sito=RedattoreSociale.it}}</ref> .
 
== Conseguenze ==
LeQuesta autoritàvicenda affermanonon cheè lal'unico storiacaso di Mariaviolenza Concettasulle Caccioladonne nonda èparte l'unicadella mafia<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.slate.fr/story/88043/femmes-mafieux-repentis-ndrangheta|titolo='Ndrangheta: quand la lutte contre la mafia passe par les femmes|cognome=Margherita|nome=Nasi|sito=Slate.fr|lingua=fr-FR}}</ref>.: Stannoin ancoraquegli indagandoanni susi unasono svolte decinadecine di indagini su presunti suicidi in cui la 'Ndrangheta è sospettata di essere coinvolta <ref name=":3">{{CiteCita journalpubblicazione|lingua=en-AU|titletitolo=Family, violence and silence: Life and death for women in the Italian mafia|periodico=ABC News|datedata=2 dicembre 2016-12-02|url=https://www.abc.net.au/news/2016-12-03/life-and-death-for-women-in-the-italian-mafia/8062272}}</ref> . Alcune donne sono sopravvissute, come Giuseppina Pesce, una delle prime donne ad essersi ribellata alla mafia, eal contrario di altre, come [[Lea Garofalo]], cheassassinata sinel oppose2009 per essersi opposta alla famiglia. ed oraQuesto vivecaso sottomette in rilievo per la giustizia l'importanza di curare la tutela dei figli perché non diventino strumento di ricatto verso la protezionemadre.
 
Dal 2011 al 2016 Roberto Di Bella, presidente del tribunale dei minori di [[Reggio Calabria]], si impegna a sostenereaiuta donne e bambini che vogliono sfuggire alla 'Ndrangheta. Dal 2011 al 2016 ha, sottrattosottraendo alla custodia delle loro famiglie mafiose più di 40  bambini che hanno subito abusi. Di Bella ha dichiarato che sempre più donne e bambini chiedono aiuto. In effetti, leLe statistiche del Ministero della Giustizia mostrano che il numero di donne della 'Ndrangheta che hanno collaborato con la giustizia è raddoppiato tra il 2005 e il 2016. Tuttavia per [[Lirio Abbate]] non si tratta di una tendenza di fondo, ha dichiaratoscrive: « "''Ci sono esempi di collaborazioni, sì, ma si tratta di casi isolati, che sono stati seguiti solo in misura minore. La grande maggioranza delle donne è ancora invischiata in una cultura primordiale, non perché vi siano costrette, ma perché per loro è normale. Queste donne semplicemente non se ne rendono conto. La maggior parte di queste loro non escono dalla Calabria. Dopo il liceo, non possono andare all'università perché potrebbero essere mandate fuori dalla loro regione natale. Vivono in una bolla mafiosa, per loro è normale, è una sorta di "Truman Show" versione calabrese»''"<ref name=":5">{{Cita libro|titolo=Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla n'drangheta|editore=Biblioteca Univ. Rizzoli|lingua=it|ISBN=9788817063593}}</ref> .
 
== Media ==
Con la storia di Maria Concetta Cacciola, la giustizia italiana prese coscienza dell'importanza della tutela dei figli affinché non diventino strumenti di ricatto e indeboliscano ulteriormente la madre. Se i figli rimangono nella famiglia mafiosa, le madri prima o poi finiscono per ricongiungersi e poi è la fine.
Nel [[2023]] viene distribuita la serie televisiva di [[Disney+]] ''[[The Good Mothers]]'' in cui viene raccontata anche la storia di Concetta Cacciola<ref>{{cita news|url = https://www.corrieredellacalabria.it/2022/04/21/the-good-mothers-la-serie-di-disney-plus-sulle-donne-che-hanno-sfidato-la-ndrangheta/|titolo = The Good Mothers: la serie di Disney plus sulle donne che hanno sfidato la 'ndrangheta|pubblicazione = corrieredellacalabria.it|data = 21 aprile 2022|accesso = 21 settembre 2022|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20220701013107/https://www.corrieredellacalabria.it/2022/04/21/the-good-mothers-la-serie-di-disney-plus-sulle-donne-che-hanno-sfidato-la-ndrangheta/|dataarchivio = 1 luglio 2022|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{cita news|url = https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2023/04/04/the-good-mothers-donne-contro-la-ndrangheta-su-disney_632c101f-cbaf-4058-acc0-9d466a0ee88f.html |titolo = The Good Mothers, donne contro la 'ndrangheta|pubblicazione = ansa.it|data = 5 aprile 2023|accesso = 5 aprile 2023|}}</ref>
 
== BibliografiaNote ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Dina Lauricella|titolo=Il codice del disonore. Donne che fanno tremare la 'Ndrangheta|accesso=13 gennaio 2023|data=2 luglio 2019|editore=Einaudi|lingua=it|ISBN=8806241818}}
* {{Cita libro|autore=MilkaDina Kahn|autore2=Anne VéronLauricella|titolo=DesIl femmescodice dansdel ladisonore. mafia:Donne Madonesche oufanno marrainestremare ?la 'Ndrangheta|accessodata=132 gennaioluglio 2023|anno=20152019|editore=Nouveau MondeEinaudi|lingua=frit|ISBN=23694214288806241818}}
* {{Cita libro|autore=Milka Kahn|autore2=Anne Véron|titolo=Des femmes dans la mafia: Madones ou marraines ?|anno=2015|editore=Nouveau Monde|lingua=fr|ISBN=2369421428}}
* Barbara Conforti, ''[https://www.dailymotion.com/video/x1d2o7a Mafia, la trahison des femmes]'', reportage in una docu/inchiesta di [[RTS (Svizzera)|Radio Télévision Suisse]], 2014.
* {{Cita libro|titolo=The Good Mothers: The True Story of the Women Who Took on the World's Most Powerful Mafia|anno=2019|url=https://archive.org/details/goodmotherstrues0000perr_h3t4|editore=William Morrow Paperbacks|lingua=en|ISBN=978-0062655615}}
* {{It}} Marco Pizzi, ''Il sangue: Maria Concetta Cacciola: storia di una vedova bianca'', compte d'auteur, 2020, 63 p. {{ISBN|979-8677096167}}
* {{En}} Ombretta Ingrasci, ''[https://books.google.be/books?id=jmgrEAAAQBAJ&pg=PA50&lpg=PA50&dq=Maria+Concetta+Cacciola&source=bl&ots=M8vIGdZHYK&sig=ACfU3U3t4EwGL5w_ozitcBiVea6Aill1aQ&hl=fr&sa=X&ved=2ahUKEwifnZufttzzAhUpuqQKHYkwBbU4bhDoAXoECAkQAw#v=onepage&q=Maria%20Concetta%20Cacciola&f=false Gender and Organized Crime in Italy: Women's Agency in Italian Mafias]'', Bloomsbury , 2021, 232 p.
 
{{Portale|biografie}}
== Riferimenti ==
{{References}}{{Portale|Italia}}
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{{DEFAULTSORT:Cacciola, Maria Concetta}}
 
[[Categoria:Collaboratori di giustizia legati alla 'ndrangheta]]
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