Cesare Casella: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Cesare
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|Nazionalità = italiano
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato vittima di uno dei più lunghi sequestri di persona a scopo di estorsione mai avvenuti in [[Italia]]<ref name="Voce Calabria">{{Cita web | url= https://www.lavocedellacalabria.it/2020/01/30/30-gennaio-1990-30-gennaio-2020-30-anni-dalla-liberazione-di-cesare-casella-sequestrato-dalla-ndrangheta/ | titolo=30 gennaio 1990 – 30 gennaio 2020, 30 anni dalla liberazione di Cesare Casella sequestrato dalla ‘ndrangheta | data= 30 gennaio 2020 | accesso= 19 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20220629123556/https://www.lavocedellacalabria.it/2020/01/30/30-gennaio-1990-30-gennaio-2020-30-anni-dalla-liberazione-di-cesare-casella-sequestrato-dalla-ndrangheta/ | urlmorto= no }} (tratto da: Gianfranco Bonofiglio, “[[Il Giornale di Calabria]]” 23 giugno 1989)</ref>
}}
== Biografia ==
Fu rapito a [[Pavia]] il 18 gennaio [[1988]]<ref>{{Cita web | url= https://www.corriere.it/cronache/cards/morto-soffiantini-de-andre-casella-getty-altri-rapimenti-celebri/cesare-casella-madre-coraggio.shtml | titolo=Morto Soffiantini. De Andrè, Casella, Getty e gli altri rapimenti celebri | autore=Claudio Del Frate | sito= [[Corriere della Sera]] | data= 12 marzo 2018 | accesso= 19 aprile 2023 | urlarchivio= https://archive.is/20230419143610/https://www.corriere.it/cronache/cards/morto-soffiantini-de-andre-casella-getty-altri-rapimenti-celebri/cesare-casella-madre-coraggio.shtml | dataarchivio= 19 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref><ref name="Prov.Pavese" >{{Cita web | url= https://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2016/02/15/pavia-libero-cesare-casella-ventisei-anni-dopo-l-incontro-e-il-grazie-12.html | titolo=Liberò Cesare Casella Ventisei anni dopo l’incontro e il ‘grazie’ | sito= la Provincia Pavese | data= 15 febbraio 2016 | accesso= 19 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230419194522/https://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2016/02/15/pavia-libero-cesare-casella-ventisei-anni-dopo-l-incontro-e-il-grazie-12.html | urlmorto= no }}</ref> e rilasciato due anni dopo presso [[Careri|Natile di Careri]], in [[Calabria]], il 30 gennaio [[1990]]. Per la sua liberazione fu pagato
=== Il rapimento: esecuzione e primi giorni di prigionia ===
Cesare Casella ha 18 anni e mezzo quando viene rapito.
Suo padre Luigi è proprietario di una concessionaria [[Citroën]], la Casella S.r.l. <ref name="Prov.Pavese" /><ref name=LaStampa /><ref>{{Cita web | url= https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/01/20/nelle-mani-dell-anonima-un-ragazzo-di.html | titolo=Nelle mani dell'anonima un ragazzo di 18 anni | autore=Enrico Bonerandi | sito= [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data= 20 gennaio 1988 | accesso= 19 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230419191431/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/01/20/nelle-mani-dell-anonima-un-ragazzo-di.html | urlmorto= no }}</ref>, che si trova sulla [[Pavia|Vigentina]], alla periferia [[Pavia|pavese]]. Dietro l'azienda c'è la casa di famiglia, che Cesare sta raggiungendo in automobile alle 20
=== Prima richiesta di riscatto. Le ''tane'' in Aspromonte ===
I mandanti del sequestro, mai trovati, fanno parte dell'[[anonima sequestri]] [[Calabria|calabrese]], direttamente collegata alla ''[['Ndrangheta]]'', che usualmente ricicla i soldi dei riscatti per l'importazione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Il primo contatto con la famiglia avviene il 10 febbraio, e la prima richiesta è di otto miliardi di [[lire]]. Cesare, nel frattempo, è stato trasferito
=== Pagamento del riscatto e ''rilancio'' dei rapitori ===
Dopo la prima richiesta, i rapitori diminuiscono l'importo da far pagare alla famiglia, scendendo gradualmente da otto a un miliardo. A metà marzo arriva pure la prima ''prova in vita'':
=== Mamma Coraggio ===
Dopo i contatti, tutti a vuoto, di novembre 1988 e marzo-aprile 1989 (quando viene inviata una terza prova in vita, ma inutilmente, poiché per i Casella scatta il blocco dei conti correnti), all'inizio di giugno 1989 ne arriva uno telefonico: Luigi Casella dichiara di avere solo mezzo miliardo di lire e non i due richiesti; il bandito
La sua determinazione, per la quale i mass-media la soprannominano “Mamma Coraggio”<ref name= LaStampa /> (e di lei parlerà anche il settimanale americano ''[[TIME]]'' in un articolo chiamato ''Searching in the Wild West''),<ref>{{Cita web | url= https://www.carabinieri.it/bkcarabiniere/anno-2014/2014Luglio/cade-il-muro-cambia-il-mondo | titolo=CADE IL MURO, CAMBIA IL MONDO | autore= Filippo Malatesta | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://archive.is/20230422220238/https://www.carabinieri.it/bkcarabiniere/anno-2014/2014Luglio/cade-il-muro-cambia-il-mondo | dataarchivio= 22 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref> suscita ammirazione
Aspromonte rendendo più capillari le ricerche dei sequestrati e dei latitanti, ma si chiede anche alla signora di lasciare la Locride per non "intralciare": Angela dapprima va a [[Fuscaldo]] ([[provincia di Cosenza]]), poi fa ritorno a [[Pavia]]. Il 27 giugno i rapitori inviano una lettera in cui dichiarano che la liberazione incondizionata di Cesare dopo la “sfida” di sua madre è impossibile per una questione di principio: significherebbe la loro sconfitta e attenuerebbe la paura alle famiglie dei sequestrati. Tuttavia la banda riduce ragionevolmente l'importo del riscatto: da cinque a un miliardo e mezzo di lire. Angela Casella è morta di malattia il 10 dicembre [[2011]].<ref>{{Cita web |url=http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_10/del-frate-morta-angela-casella_ddbc0364-2320-11e1-bcb9-01ae5ba751a6.shtml |titolo = È morta Angela Casella «madre coraggio» della Locride |autore = Claudio Del Frate |editore = [[Corriere della Sera]] |data = 10 dicembre 2011 |accesso = 30 settembre 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160920212531/http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_10/del-frate-morta-angela-casella_ddbc0364-2320-11e1-bcb9-01ae5ba751a6.shtml |urlmorto = no}}</ref>▼
=== Verso la fine del sequestro ===
Nei mesi successivi ritorna la "calma", e con essa l'incertezza sulla sorte del ragazzo. Per giunta, nell'agosto 1989 i Casella rischiano di cadere vittime di un atto di sciacallaggio: due finti banditi [[Puglia|pugliesi]] chiedono quel mezzo miliardo che la famiglia aveva dichiarato di possedere. Ma vengono fermati grazie a un'agente di polizia travestita da "Mamma Coraggio". Ad ottobre i veri banditi riducono la cifra del riscatto a un miliardo. A novembre la famiglia li avverte di esser pronta a pagare previa la solita prova in vita, la quarta, che i rapitori sono a loro volta pronti a inviare. Ma Vincenzo Calia, sostituto procuratore della Repubblica a [[Pavia]], incaricato dell'inchiesta, decide che del pagamento dovranno occuparsi i [[carabinieri]] dei [[Gruppo di intervento speciale|GIS]] ([[Gruppo di Intervento Speciale]]): la banda se ne accorge e il primo tentativo va a vuoto. Un secondo, decisivo, è stabilito per la notte di Natale 1989; la prova in vita però non arriva, così scatta un'operazione volta a catturare gli esattori: i [[Gruppo di Intervento Speciale|GIS]] si presentano all'appuntamento e riescono nel loro intento: l'arrestato, neutralizzato da una pallottola alla gamba, è Giuseppe Strangio,<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/12/13/condanna-mite-per-strangio-il-rapitore-pentito.html |titolo = Condanna mite per Strangio il rapitore pentito di Casella |autore = Linda Lucini |editore = [[la Repubblica (quotidiano)]] |data = 13 dicembre 1990 |accesso = 18 marzo 2017 |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto = }}</ref> latitante. I soldi, naturalmente, ritornano a [[Pavia]].
Il risalto dei giornali, dopo i fatti di giugno, è minore: non solo per le richieste di silenzio-stampa da parte di famiglia e inquirenti, ma anche per i contemporanei eventi storici internazionali: la fine dei regimi comunisti in [[Europa]], la caduta del [[Muro di Berlino]] (9 novembre 1989) e
=== La liberazione ===
Il 3 gennaio 1990
All'indomani della liberazione, salutata con entusiasmo dall'[[Italia]] intera e non solo,
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=== Dopo la liberazione: l'''euforia'' mediatica, il libro, il film ===▼
Il sequestro di Cesare Casella è durato complessivamente 743 giorni e si attesta al secondo posto dopo gli 831 di quello, contemporaneo, del [[Vicenza|vicentino]] Carlo Celadon, prelevato una settimana dopo Casella e rilasciato a maggio [[1990]]. Nei primi due-tre mesi di “euforia” come descrive quelli successivi la liberazione, Cesare è inseguito da giornali e televisioni: l'11 febbraio 1990 lo si vede allo stadio accanto a [[Silvio Berlusconi]] (presidente del {{Calcio Milan|N}}, sua squadra preferita) durante Milan-Napoli 3-0, partecipa a programmi sportivi e di intrattenimento, è intervistato da [[Bruno Vespa]] e interviene telefonicamente ad una trasmissione condotta da [[Raffaella Carrà]].▼
▲=== Dopo la liberazione: l{{'}}''euforia'' mediatica, il libro, il film ===
Inoltre, riceve decine di lettere al giorno e nel settimanale ''Visto'', edito da [[Rizzoli]], ha una rubrica in cui pubblica alcune sue risposte e, soprattutto, un memoriale che a fine marzo verrà trasformato in un vero e proprio libro, intitolato ''743 giorni lontano da casa'' e realizzato con la collaborazione del giornalista [[Pino Belleri]]. Anche sua madre Angela (sempre “Mamma Coraggio”) ha una rubrica nella stessa rivista, e viene spesso chiamata per interventi di stampo umanitario. Al padre Luigi, invece, la “celebrità” sta stretta, e fa tutto il possibile per tornare nell'ombra. Anche per questo l'[[Italia]] è divisa in due: chi vede in Cesare l'"eroe" del momento e chi si indigna per un apparente divismo che svilisce la ''seria'' sofferenza patita da lui e dalle altre vittime del più odioso dei crimini. "Peggiore" com'egli stesso scrive, "perfino dell'[[omicidio]] dove se non altro la violenza si consuma in pochi istanti".▼
▲Il sequestro di Cesare Casella è durato complessivamente 743 giorni<ref name="Prov.Pavese" /><ref>{{Cita web | url= https://milano.corriere.it/cronaca/cards/beni-sequestrati-clan-va-scout-box-prigione-cesare-casella/foto-polaroid.shtml | titolo=Beni sequestrati ai clan: va agli scout il box-prigione di Cesare Casella | autore1=Olivia Manola | autore2=Sara Regina | sito= [[Corriere della Sera]] | data= 23 luglio 2017 | accesso= 19 aprile 2023 | urlarchivio= https://archive.is/20230419145726/https://milano.corriere.it/cronaca/cards/beni-sequestrati-clan-va-scout-box-prigione-cesare-casella/foto-polaroid.shtml | dataarchivio= 19 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref> e si attesta al secondo posto dopo gli 831 di quello, contemporaneo, del [[Vicenza|vicentino]] Carlo Celadon, prelevato una settimana dopo Casella e rilasciato a maggio [[1990]]. Nei primi due-tre mesi di
▲Inoltre, riceve decine di lettere al giorno e nel settimanale ''Visto'', edito da [[Rizzoli]], ha una rubrica, in cui pubblica alcune sue risposte e, soprattutto, un memoriale, che a fine marzo verrà trasformato in un
Dal caso Casella viene tratto, nel [[1992]], anche un film TV, ''[[Liberate mio figlio]]''. Come si evince dal titolo, la storia (benché reinventata in alcuni dettagli, nei nomi e in parte dei luoghi) evidenzia in particolare la vicenda della madre. Questi argomenti sono doppiamente sentiti dal regista [[Roberto Malenotti]]: nel [[1976]] suo padre fu sequestrato e non fece mai ritorno a casa. Interpreti sono [[Marthe Keller]] e [[Jean-Luc Bideau]] nel ruolo dei genitori. Lorenzo, il ragazzo rapito [[alter ego]] di Cesare è interpretato da [[Arturo Paglia]], che gli assomiglia in maniera straordinaria.▼
▲Dal caso Casella viene tratto, nel [[1992]],
=== Conseguenze del caso Casella. Fine dell'industria dei sequestri ===▼
Come si è detto, il periodo a cavallo fra gli anni ottanta e novanta è l'ultimo in cui i sequestri di persona a scopo di estorsione sono un'industria. In effetti si è lontani dai drammatici numeri degli anni settanta (anche venti sequestri in un solo anno, senza contare quelli legati al terrorismo eversivo), ma per contro, ad aumentare è la durata di ogni singolo caso: se un tempo il periodo medio era qualche mese, ora il facoltoso malcapitato deve aspettarsi otto, dieci, anche dodici o più mesi fino ai ventisette di Carlo Celadon. Le richieste di riscatto sono ovviamente più cospicue (sempre per Celadon furono versati cinque miliardi di lire e se ne pretesero altri cinque) e non a caso gli obiettivi, oltre che giovani - a garanzia di una maggiore resistenza - sono talvolta di famiglia benestante ma non sempre ai vertici della ricchezza. Il caso di Cesare Casella è sicuramente fra questi: suo padre Luigi faceva il meccanico nell'officina paterna finché col ''boom'' economico dei primi anni sessanta non cominciò a vendere automobili creandosi pian piano un'impresa.▼
▲=== Conseguenze del caso Casella. Fine dell'industria dei sequestri ===
Comunque sia, nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]], anche per un maggiore controllo delle forze dell'ordine e per i sistematici provvedimenti di blocco dei beni ai familiari del sequestrato (impedendo di fatto il pagamento di un riscatto), il fenomeno dei sequestri si attenua considerevolmente fino a registrare gli ultimi "colpi di coda" nel 1997 coi discussi casi di [[Silvia Melis]] e di [[Giuseppe Soffiantini]].▼
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▲Comunque sia, nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]], anche per un maggiore controllo delle forze dell'ordine e per i sistematici provvedimenti di blocco dei beni ai familiari del sequestrato (impedendo di fatto il pagamento di un riscatto), il fenomeno dei sequestri si attenua considerevolmente, fino a registrare gli ultimi "colpi di coda" nel 1997, coi discussi casi di [[Silvia Melis]] e di [[Giuseppe Soffiantini]].
Peraltro casi isolati come quello di [[Giovanni Battista Pinna]], liberato il 28 maggio [[2007]] dopo oltre 8 mesi di prigionia, obbligano a un'attenzione sempre alta al fenomeno.<ref>{{Cita web | url= https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/28/sequestro_pinna_scheda.html | titolo=Un incubo durato otto mesi | sito=[[Corriere della Sera]].it | data= 28 maggio 2007 | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://archive.is/20230423191023/https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/28/sequestro_pinna_scheda.html | dataarchivio= 23 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref>
=== Il pentito Saverio Morabito confessa il sequestro ===
[[Saverio Morabito]] ([[1952]]), arrestato nel [[1990]] e collaboratore di giustizia dal [[1993]], ha svelato i retroscena di ben nove sequestri di persona (tra i quali quelli di Cesare Casella e di Augusto Rancilio), di 14 omicidi, di traffici di droga e di alleanze tra le 'ndrine e le cosche siciliane.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/15/vent_anni_crimini_della_mafia_co_0_931015914.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110116022036/http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/15/vent_anni_crimini_della_mafia_co_0_931015914.shtml|titolo=vent' anni di crimini della mafia Spa|pubblicazione=Corriere.it|accesso=6 ottobre 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref>https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/02/con-assoluzione-la-ferita-resta.html?ref=search</ref>
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-af26c414-e4ae-44cb-8106-304227781cae.html|titolo=Il sequestro Casella - In "La storia siamo noi" Rai TV|accesso=27 dicembre 2012|dataarchivio=24 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120324204940/http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-af26c414-e4ae-44cb-8106-304227781cae.html|urlmorto=sì}}
{{Portale|biografie}}
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