Reinhold Messner: differenze tra le versioni
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{{Sportivo
|Nome = Reinhold Messner
|Immagine = 2024-02-26-Reinhold Messner-Hart aber fair-2539.jpg
|Didascalia = Reinhold Messner nel 2024
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{ITA}}
|Altezza = <!-- controllare se il valore corrispondente su Wikidata esiste già -->
|Peso = <!-- controllare se il valore corrispondente su Wikidata esiste già -->
|Disciplina = Alpinismo
|Specialità = Salite senza ossigeno degli [[ottomila]]
{{Prestazione|Conosciuto per|Primo a salire i 14 ottomila|}}
|Categoria =
|Aggiornato =
}}
{{Bio
|Nome = Reinhold
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|GiornoMeseNascita = 17 settembre
|AnnoNascita = 1944
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = alpinista
|Attività2 = esploratore
|Attività3 = scrittore
|AttivitàAltre = e [[politico]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
|Didascalia =
|Didascalia2 = {{Premio|Piolet d'Or|alla carriera 2010||x}}
}}
{{Carica pubblica
|carica = [[Europarlamentare]]
|mandatoinizio = 20 luglio 1999
|mandatofine = 19 luglio 2004
|legislatura = [[Europarlamentari dell'Italia della V legislatura|V]]
|gruppo parlamentare = [[Verdi/ALE]]
|coalizione =
|circoscrizione = [[Circoscrizione Italia nord-orientale|Italia nord-orientale]]
|collegio =
|incarichi =
|sito = https://www.europarl.europa.eu/meps/it/4419/REINHOLD_MESSNER/history/5
|partito = [[Federazione dei Verdi]] <small>(1999-2004)</small>
|titolo di studio = Diploma di geometra
|professione = Alpinista
|firma =
}}
Inizialmente salito alla ribalta nel mondo dell'alpinismo per aver riportato in auge l'[[Arrampicata|arrampicata libera]] in un periodo nel quale era preponderante la [[Arrampicata artificiale|progressione artificiale]], rendendosi protagonista nel 1968 del primo [[Grado di difficoltà|VIII grado]] in libera (seguendo la "linea logica") al Pilastro di Mezzo del [[Sasso di Santa Croce|Sass dla Crusc]]<ref name=planetmountain37706>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=37706|titolo=Il passaggio Messner sul Sass dla Crusc|editore=planetmountain.com|autore=Vinicio Stefanello|data=7 novembre 2010|accesso=28 maggio 2012}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Reinhold Messner|titolo=L'assassinio dell'impossibile|pubblicazione=La Rivista|editore=[[Club Alpino Italiano]]|data=1968}}</ref>, il suo nome, legato a innumerevoli arrampicate e [[esplorazione|esplorazioni]], è per lo più noto al grande pubblico per essere stato il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le [[ottomila|quattordici cime]] del pianeta che superano gli {{formatnum:8000}} metri sul [[livello del mare]], spesso da versanti o in condizioni di eccezionale difficoltà (una di queste ha ispirato il film ''[[Nanga Parbat (film)|Nanga Parbat]]''). Le sue innovazioni nell'arrampicata libera prima e nell'alpinismo di alta quota poi lo fanno figurare ai vertici dell'alpinismo internazionale a cavallo degli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]]<ref>
{{cita libro | autore=G.P.Motti | autore2 =E. Camanni | anno=1994 | titolo=La Storia dell'alpinismo | editore=Vivalda Editori | città=Torino | pp= 515 e 590 }}</ref>.
==
[[File:Villnoess St Magdalena.jpg|thumb|left|upright=0.7|La [[val di Funes]] e le [[Odle]]]]
Nasce da Josef Messner e Maria Troi.
Messner nasce secondogenito di nove [[Fratello|fratelli]] a Bressanone nel 1944, da [[famiglia]] di [[lingua tedesca]]. Suo padre Josef, oltre che [[pollicoltura|allevatore di polli]] e [[coniglicoltura|conigli]], fa l'insegnante ed è anche il preside della piccola scuola valligiana<ref>''La mia vita al limite'', Corbaccio, 2006, p. 8.</ref>. Cresciuto a [[Funes (Italia)|Funes]], a soli 5 anni compie la sua prima ascensione dolomitica sul [[Sass Rigais]] in compagnia del genitore. All'età di tredici anni inizia a scalare le vette della [[val di Funes]] in cui cresce; allarga quindi l'attenzione alle [[Dolomiti]] e successivamente alle intere [[Alpi]]. In seguito, dopo il [[diploma]] di [[geometra]], studia all'[[Università degli Studi di Padova]], presso la [[Facoltà universitaria|Facoltà]] di [[Ingegneria]]<ref>{{cita web |url=http://www.alessandrofranceschini.it/wp-content/uploads/2020/07/A_1_2020-estratto-Intervista-Reinhold-Messner.pdf |titolo= Committenza e qualità del progetto Alessandro Franceschini intervista Reinhold Messner |sito=alessandrofranceschini.it |accesso=4 agosto 2020}}</ref>.
Nel 1972 sposa la giornalista tedesca Uschi Demeter, dalla quale divorzierà nel 1977. Nel 1981 nasce la prima figlia, Leila. La madre è la fotografa canadese Nena Holguin. Il 1º agosto 2009, a 64 anni e dopo 25 di fidanzamento, si sposa con la compagna Sabine Eva Stehle; la cerimonia si svolge nel comune di [[Castelbello-Ciardes]]<ref>{{Cita web|autore=Redazione|titolo=La svolta di Messner: si è sposato a 64 anni|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=368823|editore=[[il Giornale]]|data=23 luglio 2009|accesso=25 marzo 2011}}</ref>. Con lei Messner ha avuto tre figli: Magdalena (1988), Simon (1991), e Anna (2002), e si è separato nel 2019. Nel maggio 2021 si sposa per la terza volta, la moglie è Diane Schumacher, nata in [[Lussemburgo]] e residente a [[Monaco di Baviera]], di 36 anni più giovane.<ref>[https://www.rainews.it/tgr/trento/articoli/2021/05/tnt-reinhold-messner-sposa-matrimonio-28b4e860-9b12-4ffd-9aa4-cd9e0a33cb44.html Reinhold Messner si sposa per la terza volta - Rai TGR Trento].</ref>
Dal 1985 Messner ha importato poco più di una decina di esemplari di [[Bos grunniens|yak]] dall'[[Himalaya]], dopo la spedizione sul [[Cho Oyu]], nella quale questi lo hanno aiutato per il trasporto delle merci sino al [[campo base]]. Ogni inizio e fine estate, egli conduce la [[transumanza]] degli animali da [[Solda (Stelvio)|Solda]] verso il [[rifugio Città di Milano]], ai piedi del [[Gran Zebrù]], e a fine stagione estiva per il percorso inverso.<ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=29703|titolo=Messner e gli yak <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua= |data= |accesso= }}</ref> Una mezza dozzina di questi yak si trova anche nei pressi del [[monte Rite]] di [[Cibiana di Cadore]], dove Messner ha costruito uno dei [[Messner Mountain Museum|suoi musei]].<ref>[http://www.monterite.it/yak.html Gli yak presso il monte Rite] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120822073152/http://www.monterite.it/yak.html |data=22 agosto 2012 }}</ref> Nel 2005, un esemplare di [[Ursus arctos|orso bruno]] ha attaccato un esemplare di yak, causandogli ferite che lo hanno condotto a una morte assistita.<ref>[http://www.kataweb.it/spec/articolo_speciale.jsp?ids=1054020&id=1050856 L'orso sbrana uno degli yak di Messner] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140808045445/http://www.kataweb.it/spec/articolo_speciale.jsp?ids=1054020&id=1050856|data=8 agosto 2014}} su il quotidiano Alto Adige.</ref>
Ad agosto 2015 esce la notizia che Messner ha dovuto abbandonare un'impresa scientifica "segreta" per la ricerca in Pakistan dello [[yeti]] (cui la figura di Messner era da sempre legata da pregresse vicende giornalistiche), salvo poi annullare il tutto in quanto era nota anche ai [[talebani]] la notizia del suo arrivo<ref>[http://www.corriere.it/cronache/15_agosto_19/messner-ricerca-yeti-l-impresa-si-ferma-rischio-talebani-8df58e1c-4640-11e5-979c-557f4d93ec30.shtml?refresh_ce-cp [Esplora il significato del termine: Messner alla ricerca dello Yeti L'impresa si ferma: rischio talebani] Messner alla ricerca dello Yeti. L'impresa si ferma: rischio talebani] su repubblica.it.</ref>. Sulla stessa vicenda, nel 2015 Messner si era comunque già espresso, sostenendone la teoria mitologica ovvero la derivazione del mito popolare dello yeti da una sottospecie ibrida di orso, l'''orso delle nevi'', a cui alcuni scienziati avevano dato appena conferma attraverso l'esame del [[DNA]] di un presunto scalpo di yeti<ref>{{Cita web |url=http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/gli-scienziati--lo-yeti-e-un-orso--messner-furibondo-non-capiscono-niente-io-l-ho-scritto-50-anni-fa-e-mi-ridevano-dietro/143355/141889?ref=HRERO-1 |titolo=Gli scienziati: ''Lo Yeti è un orso'', Messner furibondo: "Non capiscono niente, io l'ho scritto 50 anni fa e... - Repubblica Tv - la Repubblica.it |accesso=17 settembre 2017 |dataarchivio=17 settembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170917171059/http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/gli-scienziati--lo-yeti-e-un-orso--messner-furibondo-non-capiscono-niente-io-l-ho-scritto-50-anni-fa-e-mi-ridevano-dietro/143355/141889?ref=HRERO-1 |urlmorto=sì }}</ref>.
=== Le Alpi ===
[[File:Messner Sass dla Crusc 1968.jpg|thumb|Alessandro Gogna impegnato nella ripetizione (1983) della via di Messner sul Pilastro di Mezzo del [[Sass dla Crusc]], nelle [[Dolomiti]]]]
Ispirato da [[Hermann Buhl]] e [[Walter Bonatti]]<ref>{{Cita libro|nome=Reinhold|cognome=Messner|nome2=Alessandro|cognome2=Filippini|titolo=Walter Bonatti. Il fratello che non sapevo di avere|url=https://books.google.com.br/books?id=5IXPDwAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Bonatti,+il+fratello+che+non+sapevo+di+avere&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiPuvH50P_qAhX3I7kGHWdyD2UQ6AEwAHoECAYQAg#v=onepage&q&f=false|accesso=2020-08-03|data=2013-10-08|editore=Jumpstart request for Mondadori Libri Electa Trade|lingua=it|ISBN=978-88-510-5077-1}}</ref>, sin dagli [[anni 1960|anni sessanta]] è uno dei primi e più convinti sostenitori di uno stile di arrampicata che non utilizzi ausili esterni (equipaggiamento minimo e leggero, senza portatori, [[sherpa]], né ossigeno supplementare): una filosofia alpinistica volta a non ''invadere'' le montagne, ma solamente ad ''arrampicarle''<ref name="Messner">{{Cita|Messner}} Il Nanga sogno a occhi aperti, pag. 105.</ref>. Tra gli altri alpinisti che successivamente seguiranno le idee di Reinhold Messner vi furono il fratello [[Günther Messner|Günther]] e [[Peter Habeler]], che divennero in seguito suoi compagni d'imprese.
Messner ha scritto una delle più importanti pagine della storia dell'alpinismo<ref>{{Cita|Meridiani Montagne}}.</ref>. In un tempo nel quale l'arrampicata libera aveva perso terreno a favore della progressione artificiale, Messner ripudia ogni artefatto umano. Interrompe questa tendenza con una serie di realizzazioni in arrampicata libera e anche attraverso una sua efficace argomentazione, che trova massima eco nel celebre articolo ''L'assassinio dell'impossibile'', uscito su ''La rivista mensile del Cai'' nel 1968.
Dopo un certo periodo di attività sui monti dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], negli [[anni 1950|anni cinquanta]] e [[anni 1960|sessanta]] compie la sua prima impresa di rilievo nel 1965, insieme al fratello Günther, sulle "montagne di casa", con l'apertura di una via sulla parete nord dell'[[Ortles]].
Successivamente si dedica all'arrampicata dolomitica, aprendo nuove vie tassativamente in arrampicata libera. Dà il primo esempio di questo suo stile il 31 luglio 1967 aprendo la ''Via degli amici'' sulla parete nord-ovest del [[Monte Civetta]] insieme a [[Heini Holzer]], [[Sepp Mayerl]] e [[Renato Reali]]. La via consta di 40 [[Tiro di corda|lunghezze di corda]] e durante l'apertura vengono utilizzati 42 chiodi e 2 cunei di legno (una quantità di materiale incredibilmente piccola per l'epoca). La salita inizialmente non desta molto scalpore, in quanto viene valutata di [[grado di difficoltà|grado]] V+ (non vi era ancora stata l'apertura verso l'alto della scala [[Union Internationale des Associations d'Alpinisme|UIAA]])<ref name=gogna>{{Cita libro|autore=Alessandro Gogna|titolo=Sentieri verticali - Storia dell'alpinismo nelle Dolomiti|editore=Zanichelli|città=bologna|mese=ottobre|anno=1987|isbn=978-88-08-04336-8}}</ref>.
Il 18 agosto dello stesso anno Messner apre col fratello Günther e con Holzer una via di {{M|1400|ul=m}} sul versante nord-est del [[Monte Agner]], salita interamente in libera con l'eccezione di un tratto di 20 m superato in artificiale. La via venne valutata di V+<ref name=gogna/>.
Un'impresa di grande rilievo viene compiuta il 7 luglio 1968 dai fratelli Messner sull'inviolato Pilastro di Mezzo del [[Sasso di Santa Croce|Sass dla Crusc]]. La salita di questo pilastro comporta infatti il superamento di quattro metri particolarmente difficili. Reinhold Messner va da [[capocordata]] e tenta più volte il passaggio, riuscendo infine a passarlo quando ormai era tentato di rinunciare<ref name="Messner" />. Il ''passaggio Messner'' non fu più ripetuto per oltre dieci anni (i salitori successivi aggirarono il passaggio), fino a quando nel 1979 [[Heinz Mariacher]] lo superò, valutandolo di grado VII+/VIII-. La salita di Messner era quindi la prima in cui il settimo grado, già toccato da [[Batista Vinatzer|Vinatzer]], veniva superato<ref name=gogna/>.
In seguito Messner apre numerose vie, principalmente nelle Dolomiti, sempre seguendo la sua filosofia di ricercare non necessariamente i percorsi più diretti, bensì gli itinerari che gli permettessero di salire in arrampicata libera.
=== Gli ottomila ===
[[File:Northern Areas 38b commons.jpg|thumb|Versante Rupal del [[Nanga Parbat]]]]
A proposito delle sue scalate alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]], Messner scrive nel libro ''Sopravvissuto'':<ref>{{cita|Reinhold Messner|p. 25|sopravvissuto}}.</ref> {{Citazione|Nel 1969 riuscii a superare in solitaria la via più impegnativa delle [[Alpi Orientali]], l'allora famigerato diedro Philipp-Flamm al Civetta, durante una bufera. Scalai da solo e in libera anche la parete ritenuta allora la più difficile delle Alpi Occidentali, la Nord delle Droites. A quel punto le Alpi mi erano divenute strette. Non era presunzione; era invece la brama di ampliare sempre più i miei confini, era la curiosità di un uomo ancora giovane e sotto molti aspetti inesperto. Fino a dove sarei stato capace di spingermi?}}
Nel 1970 Reinhold Messner viene invitato insieme al fratello Günther a partecipare alla spedizione al [[Nanga Parbat]] (8 126 m) diretta da [[Karl Maria Herrligkoffer]]. L'obiettivo della spedizione era salire l'allora inviolato versante Rupal della montagna. Si trattava di una spedizione pesante, nella quale era previsto abbondante uso di corde fisse e ausili tecnologici, secondo lo stile dell'epoca. Il 27 giugno Messner si trovava col fratello Günther e con Gerhard Baur al campo V, l'ultimo campo.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Il razzo rosso, pag. 225.</ref> Avendo ricevuto notizia che il tempo sarebbe peggiorato il giorno successivo,<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Il razzo rosso, pag. 222.</ref> era stato deciso che in questo caso sarebbe partito da solo dal campo senza usare corde fisse, sperando così di raggiungere velocemente la vetta prima della fine del bel tempo.
Nel frattempo Gerhard Baur e Günther avrebbero attrezzato il canalone Merkl con 200 metri di corda, per facilitare la discesa.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Puntata nella zona della morte, pag. 219.</ref> Invece Reinhold venne raggiunto dopo 4 ore dal fratello Günther, che aveva deciso di seguirlo di propria iniziativa. Gerhard Baur era tornato indietro a causa di un mal di gola che gli impediva la respirazione.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} La decisione di Günther, pag. 235.</ref> I due raggiunsero la vetta nel tardo pomeriggio. Si trattava della terza salita di questa montagna. Essendo ormai il tramonto, però, non essendo in grado di ridiscendere per la via di salita, perché non era stata attrezzata e perché non si erano portati dietro le corde necessarie per affrontarla, i due furono costretti a un bivacco d'emergenza. Il giorno successivo decisero di scendere per il versante Diamir,<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Comincia la discesa, pag. 246.</ref> senza aspettare Felix Kuen e Peter Scholz che stavano salendo con le corde e che usarono per ridiscendere in corda doppia.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Nessun salvataggio, pag. 255.</ref>
Günther morì quasi alla fine della discesa, travolto da una valanga. Reinhold, creduto morto, arrivò a valle sei giorni dopo, trasportato prima a spalle e poi in barella dai valligiani.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} A Diamiroi, pag. 355.</ref> Reinhold riportò gravi congelamenti a 7 dita dei piedi e alle ultime falangi delle mani, subendo una parziale amputazione delle dita dei piedi.<ref>[http://www.vita.it/it/story/2016/07/18/reinhold-messner-la-montagna-raccontata-a-mia-figlia/68/ ''I piedi di Reinhold Messner dopo i congelamenti riportati sul Nanga Parbat'']. Reinhold Messner. La montagna raccontata a mia figlia. di Lorenzo Maria Alvaro. 18 luglio 2016.</ref>
Reinhold Messner, che durante quell'episodio estremo perse il fratello, diventò per anni oggetto di polemiche infamanti, con l'accusa fantasiosa di aver abbandonato Günther in cima al Nanga Parbat, ben prima della discesa, sacrificandolo alla propria ambizione di attraversare per primo il versante Diamir.<ref>{{Cita|Messner||La montagna nuda}} Strascichi, pag. 387.</ref> Solo a distanza di 30 anni l'infondatezza delle critiche rivoltegli sarà dimostrata, grazie al ritrovamento del corpo del fratello laddove Messner aveva sempre affermato fosse scomparso<ref>{{Cita web|autore=Luke Harding|titolo=DNA resolves climbing mystery after 30 years|url=http://www.guardian.co.uk/germany/article/0,2763,1598152,00.html|editore=[[The Guardian]]|data=22 ottobre 2005|accesso=25 marzo 2011|lingua=en}}</ref>. Nel 2010 è stato girato un film sulla tragedia, intitolato ''[[Nanga Parbat (film)|Nanga Parbat]]'', diretto da [[Joseph Vilsmaier]].
[[File:View of Mount Everest.jpg|thumb|left|Da sinistra: il [[Changtse]], l'[[Everest]] e il [[Lhotse]]]]
Nel 1975 completa con [[Peter Habeler]] la prima ascesa senza ossigeno supplementare del [[Gasherbrum I]]. Lo stesso anno partecipa come alpinista di punta alla spedizione guidata da [[Riccardo Cassin]] che tentava di salire l'inviolata parete sud del [[Lhotse]], fallita a causa di maltempo e valanghe<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Cassin|titolo=Capocordata - La mia vita di alpinista|capitolo=Lhotse, parete sud|editore=Vivalda|città=Torino|anno=2001|isbn=88-7808-152-3}}</ref>.
Nel 1978 sale l'Everest senza ossigeno, sempre con Habeler, diventando uno degli alpinisti più famosi del mondo. La scalata dell'Everest senza l'ausilio di bombole di ossigeno era considerata fino ad allora impossibile per l'uomo, tanto che Messner e Habeler vengono accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole. Tuttavia, nel 1980, Messner mette a tacere le polemiche quando il 20 agosto raggiunge di nuovo la vetta dell'Everest in pieno periodo monsonico, ma questa volta in solitaria e sempre senza l'ausilio di ossigeno supplementare. Durante l'impresa, compiuta in quattro giorni, apre una nuova variante sul versante nord, senza aver preallestito campi di alta quota<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Reinhold|cognome=Messner|titolo=Sopravvissuto|url=https://books.google.com.br/books?id=OpbZAAAACAAJ&dq=Reinhold+Messner,+Sopravvissuto:+i+miei+14+ottomila,+De+Agostini,+1987&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiu8Yz-wODQAhWEDJAKHQxmDrcQ6AEIJTAD|accesso=6 dicembre 2016|data=1996|anno=|editore=De Agostini|città=|ISBN=978-88-415-3497-7}}</ref>. Salendo deve anche affrontare la caduta in un crepaccio. ''Una continua agonia'' scriverà, in seguito, "una prova fisica mai prima affrontata"<ref>{{Cita|Messner||orizzonti}}.</ref>.
Sempre nel 1978, Messner ritorna al Nanga Parbat, da solo, realizzando la prima salita in solitaria e in [[stile alpino]] di un ottomila. Nel 1979 si reca invece al [[K2]] alla guida di una piccola spedizione, con l'intenzione di salire per una nuova via lungo il pilastro sud. In fase di progettazione Messner progetta la via, che chiama ''magic line'', sulla base di foto aeree. Arrivati sul posto, però, i componenti della spedizione constatano l'impossibilità di salire il pilastro e decidono di salire per lo [[Sperone degli Abruzzi]]. Messner divide quindi la spedizione in tre gruppi che si muoveranno autonomamente. Insieme a [[Michl Dacher]] raggiunge la vetta il 12 luglio. Si tratta della prima ascensione della montagna in stile alpino (il K2 era già stato salito senza l'uso di ossigeno nel 1978, ma da parte di una spedizione pesante). Gli altri due gruppi, formati da [[Alessandro Gogna]], [[Friedl Mutschlechner]], [[Robert Schauer]] e [[Joachim Hoelzgen]], non riescono a raggiungere la vetta a causa del sopravvenuto maltempo. Della spedizione faceva parte anche [[Renato Casarotto]], che tuttavia non partecipa ai tentativi finali<ref>{{Cita libro|autore=Reinhold Messner|coautore=Alessandro Gogna|titolo=K2|editore=Istituto Geografico De Agostini|città=Novara|anno=1980|isbn=978-88-402-4305-4}}</ref><ref>{{Cita|Messner||k2}}.</ref>.
Dopo il 1980, Messner continua a conquistare numerose vette himalayane, spesso aprendo nuovi percorsi, o tentando per primo l'ascesa in inverno, sempre proponendo un approccio all'alpinismo basato sul suo stile di arrampicata leggera. Nel 1986 diviene il primo uomo ad aver conquistato tutti i quattordici ottomila (salendo anche alcune cime più di una volta). Nel dicembre dello stesso anno, con il raggiungimento della vetta del [[Monte Vinson]], completa l'ascesa delle [[Seven Summits]]<ref>{{cita web|url=http://7summits.com/statistics/Messner|titolo=Statistiche di Reinhold Messner su 7summits.com|accesso=2 dicembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111110214315/http://7summits.com/statistics/Messner|dataarchivio=10 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>.
Dopo aver abbandonato l'alpinismo himalayano organizza e finanzia nel 1989 una spedizione internazionale alla parete sud del Lhotse, ancora inviolata. In questa spedizione gli alpinisti [[Hans Kammerlander]] e [[Christophe Profit]] arrivano fino a quota 7 200 m, ma devono rinunciare a causa del maltempo e delle scariche di sassi<ref>{{Cita libro|autore=Hans Kammerlander|titolo=Malato di montagna|editore=Corbaccio|giorno=11|mese=giugno|anno=2009|isbn=978-88-7972-389-3}}</ref>. Nella sua carriera Messner ha effettuato oltre cento spedizioni e 3 500 scalate.
=== Le esplorazioni e l'impegno politico ===
Nel 1989-1990 lui e [[Arved Fuchs]] sono i primi uomini ad attraversare l'[[Antartide]] a piedi o con gli sci e con l'aiuto di vele spinte dal vento, passando per il [[Polo sud]], senza l'ausilio di mezzi motorizzati o animali (in imprese precedenti erano stati utilizzati i [[cani da slitta]]). Dal novembre 1989 al febbraio 1990 percorrono 2 800 chilometri.<ref>Reinhold Messner - Antarctique - Arthauɖ.</ref> Nel 1999 inizia l'impegno politico, diventando [[Parlamento europeo|parlamentare europeo]] per i [[Federazione dei Verdi|Verdi]], ricevendo oltre 20 000 preferenze nella circoscrizione Nord-est. Nel 2004, a quasi 60 anni, attraversa a piedi il [[deserto del Gobi]]. Nel 2004, in seguito all'espulsione dal partito dovuta a una sua pubblicità per i fucili [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|Beretta]]<ref>{{Cita web|autore=Stefano Montefiori|titolo=Il "cacciatore" Messner divide i Verdi|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/13/cacciatore_Messner_divide_Verdi_co_0_9905136831.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140729022155/http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/13/cacciatore_Messner_divide_Verdi_co_0_9905136831.shtml|editore=[[Corriere della Sera]]|data=13 maggio 1999|accesso=25 marzo 2011|urlmorto=sì|dataarchivio=29 luglio 2014}}</ref>, non si ricandida alle successive elezioni.
Dal 2004 l'attenzione di Messner è dedicata principalmente a un progetto di apertura dei ''musei della montagna''. Ha dichiarato:
{{Citazione|Ho avuto la grande fortuna di aver trovato dopo la carriera di scalatore un nuovo obiettivo, quello dei musei di montagna, altrimenti ancora oggi rincorrerei queste sensazioni. Con i musei non rischio la vita, soltanto il fallimento economico.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/a/motori/gennaio05/reazioni2meoni/reazioni2meoni.html|titolo=Messner: "Capisco Meoni
e la sua voglia di correre"|editore=''La Repubblica''|data=11 gennaio 2005|accesso=17 ottobre 2016|autore=}}</ref>}}
Il 10 marzo 2006, insieme con [[Alex Zanardi]], è testimonial della [[Cerimonia di apertura dei IX Giochi paralimpici invernali]] di [[Torino]]. Il 22 gennaio 2015 il presidente nazionale del ''Fronte Verde'' invita i parlamentari italiani a votare Messner come Presidente della Repubblica.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.elzeviro.eu/affari-di-palazzo/politica-interna/3801_al-quirinale-io-voterei-messner.html|titolo = Fronte Verde: "Al Quirinale io voterei Messner"|accesso = |data = }}</ref>
== Salite sulle Alpi ==
Nel seguente elenco sono riportate alcune delle salite più significative di Reinhold Messner sulle Alpi.<ref>{{cita web|lingua=de|url=http://www.bergfieber.de/berge/bergsteiger/bios/messner.htm|titolo=Reinhold Messner|editore=bergfieber.de|accesso=28 maggio 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.messner-mountain-museum.it/messner-mountain-museum,pid,1,lid,it,meid,1252573624,mid,1252573654,smid,1252655924,eid,1252657404.html|titolo=Imprese alpinistiche e spedizioni|editore=messner-mountain-museum.it|accesso=28 maggio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130622163610/http://www.messner-mountain-museum.it/messner-mountain-museum,pid,1,lid,it,meid,1252573624,mid,1252573654,smid,1252655924,eid,1252657404.html|dataarchivio=22 giugno 2013}}</ref>
* ''Variante Messner'' - [[Ortles]] - 1965 - Prima salita col fratello Günther di una variante sulla parete nord<ref name="ReferenceA">{{cita|Messner|p. 48|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Via Messner'' - [[Pale di San Martino]]/Cima della Madonna - 15 ottobre 1965 - Prima salita col fratello Günther<ref>{{cita web|url=http://www.sassbaloss.com/pagine/uscite/cimamadonna1/cimamadonna1.htm|titolo=Cima della Madonna - Via Messner|editore=sassbaloss.com|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Via Cassin'' - [[Grandes Jorasses]]/[[Punta Walker]] - settembre 1966 - Salita con [[Peter Habeler]], Sepp Mayerl e Fritz Zambra.<ref>{{cita|Messner|pp. 64-65|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Spigolo nord'' - [[Monte Agner]] - febbraio 1967 - Prima invernale con Sepp Mayerl e Heini Holzer<ref>{{cita|Messner|pp. 82-83|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Via Solleder'' - [[Furchetta]] - 5 marzo 1967 - Prima invernale con Heindl Messner<ref name=summitpost152427>{{cita web|lingua=en|url=http://www.summitpost.org/furchetta/152427|titolo=Furchetta|editore=summitpost.org|data=26 marzo 2006|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Philipp-Flamm'' - [[Monte Civetta]]/Punta Tissi - 1967 - Salita con [[Heini Holzer]]<ref name="ReferenceA"/>
* ''Via degli Amici'' ("Weg der Freunde" in tedesco) - [[Monte Civetta]] - 1967 - Prima salita con Heini Holzer, Sepp Mayerl e Renato Reali<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.summitpost.org/monte-civetta/152437|titolo=Monte Civetta|editore=summitpost.org|data=23 novembre 2011|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Via Lacedelli'' - [[Cima Scotoni]] - 1967 - Terza salita con Sepp Mayerl, Heini Holzer e Renato Reali<ref>{{cita|Messner|pp. 92-93|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Via Soldà'' - [[Gruppo del Sella]]/Piz Ciavazes - 1º ottobre 1967 - Prima solitaria<ref>{{cita|Messner|pp. 88-89|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Via Jori'' - Monte Agner - dal 30 gennaio al 1º febbraio 1968 - Prima invernale con Heindl Messner e Sepp Mayerl
* ''Via Messner'' - [[Sass dla Crusc]]/Pilastro di Mezzo - 6-7 luglio 1968 - Prima salita col fratello Günther<ref name=planetmountain37706 /><ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/rock/vie/itinerari/scheda.php?lang=ita&id_itinerario=379&id_tipologia=38|titolo=Pilastro di Mezzo|editore=planetmountain.com|accesso=28 maggio 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.versantesud.it/sassdla.asp|titolo=Parete ovest: Pilastro di Mezzo|editore=versantesud.it|accesso=5 giugno 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120711193226/http://www.versantesud.it/sassdla.asp|dataarchivio=11 luglio 2012}}</ref>
* ''Austrian Route'' - [[Eiger]]/Sperone nord - dal 30 luglio al 1º agosto 1968 - Prima salita col fratello Günther, [[Toni Hiebeler]] e Frank Maschka<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.alpinist.com/doc/ALP02/climbing-note-odermatt|titolo=Eiger|editore=alpinist.com|data=1º marzo 2003|accesso=28 maggio 2012|dataarchivio=11 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120511175552/http://www.alpinist.com/doc/ALP02/climbing-note-odermatt|urlmorto=sì}}</ref>
* ''Via Messner'' - [[Gruppo del Sella]]/Seconda Torre del Sella - agosto 1968 - Prima salita col fratello Günther<ref>{{cita web|url=http://www.sassbaloss.com/pagine/uscite/sella19/sella19.htm|titolo=Seconda Torre del Sella - Via Messner|editore=sassbaloss.com|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Direttissima Messner'' - [[Cima Nove (Dolomiti Orientali di Badia)|Cima Nove]] - 1968 - Prima salita col fratello Günther<ref>{{cita web|url=http://www.gulliver.it/itinerario/46632/|titolo=Sass da les Nu (Sasso delle Nove) Direttissima Messner 1968|editore=gulliver.it|data=2 settembre 2009|accesso=29 maggio 2012}}</ref>
* ''Grande Muro'' - Sass dla Crusc - 1969 - Prima salita con Hans Frisch<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/rock/dolomiti/itinerari/scheda.php?lang=ita&id_tipologia=38&id_itinerario=377|titolo=Grande Muro|editore=planetmountain.com|accesso=5 giugno 2012}}</ref>
* ''Pilastro Bergland'' - [[Les Droites]] - 25 luglio 1969 - Prima salita con Erich Lackner<ref>{{cita|François Labande|p. 123|montebianco2}}.</ref>
* ''Via Messner'' - [[Marmolada]]/Punta Rocca - 16-17 agosto 1969 - Aperta in solitaria, variante alla Vinatzer<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/Rock/dolomiti/itinerari/scheda.php?lang=ita&id_itinerario=371&id_tipologia=38|titolo=Vinatzer con uscita diretta Messner|editore=planetmountain.com|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Pilone centrale del Freney'' - [[Monte Bianco]] - 1969 - Salita in giornata con Erich Lackner<ref>{{cita|Messner|pp. 110-111|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Philipp-Flamm'' - Monte Civetta/Punta Tissi - 1969 - Prima solitaria
* ''Axt-Gross'' - Les Droites - 1969 - Prima solitaria della parete nord delle Droites
* ''Via Goedeke'' - [[Cima del Burel]] - 1969 - Prima solitaria<ref>{{cita|Messner|pp. 94-95|tuttelemiecime}}.</ref>
* ''Via Messner'' - [[Gruppo del Catinaccio]]/Le Coronelle - 6 settembre 1969 - Prima salita con Heini Holzer<ref>{{cita web|url=http://www.sassbaloss.com/pagine/uscite/coronelle1/coronelle1.htm|titolo=Le Coronelle - Via Messner|editore=sassbaloss.com|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
* ''Via Messner-Gruber'' - Furchetta - 12 agosto 1973 - Prima salita con Jochen Gruber<ref name=summitpost152427 />
* ''Via Heckmair'' - Eiger - 14 agosto 1974 - Salita con Peter Habeler nel tempo record di 10 ore<ref>{{cita|Messner|pp. 142-143|tuttelemiecime}}.</ref>
== Gli ottomila ==
Nella tabella seguente sono elencati, in ordine cronologico, tutti gli ottomila, incluse le ripetizioni, saliti da Messner.
{| class="wikitable" style="text-align: left"
|-bgcolor="#EFEFEF"
! width = "30" | N°
! Montagna
! Altezza
! width = "120" | Data
! Descrizione
|-
| align=center | 1
| [[Nanga Parbat]]
| align=center | 8 125 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 27 giugno 1970
| Nuova via sull'inviolato versante Rupal col fratello Günther e seconda traversata in assoluto di un ottomila con discesa sul versante Diamir.
|-
| align=center | 2
| [[Manaslu]]
| align=center | 8 163 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 25 aprile 1972
| Nuova via sull'inviolata parete sud-ovest.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.alpinejournal.org.uk/Contents/Contents_1974_files/AJ%201974%2015-20%20Nairz%20Manaslu.pdf|titolo=Manaslu 1972|editore=alpinejournal.org.uk|autore=Wolfgang Nairz|accesso=29 maggio 2012}}</ref>
|-
| align=center | 3
| [[Gasherbrum I]]
| align=center | 8 068 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 10 agosto 1975
| Salita con Peter Habeler dal versante nord.
|-
| align=center | 4
| [[Everest]]
| align=center | 8 848 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 8 maggio 1978
| Salita con Peter Habeler dal versante sud. Prima salita senza ossigeno dell'Everest.
|-
| align=center | 5
|Nanga Parbat
| align=center | 8 125 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
|9 agosto 1978
|Prima solitaria del versante Diamir per una nuova via e prima solitaria in stile alpino di un ottomila.
|-
| align=center | 6
| [[K2]]
| align=center | 8 611 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 12 luglio 1979
| Salita con Michl Dacher per lo Sperone degli Abruzzi.
|-
| align=center | 7
|Everest
| align=center | 8 848 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
|20 agosto 1980
|Prima salita in solitaria dell'Everest, e senza ossigeno. Nuova variante sul versante nord.
|-
| align=center | 8
| [[Shisha Pangma]]
| align=center | 8 027 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 28 maggio 1981
| Salita con Friedl Mutschlechner.
|-
| align=center | 9
| [[Kanchenjunga]]
| align=center | 8 586 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 6 maggio 1982
| Salita con Friedl Mutschlechner, parzialmente in stile alpino, per una variante sulla parete nord.
|-
| align=center | 10
| [[Gasherbrum II]]
| align=center | 8 035 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 24 luglio 1982
| Salita con i pakistani Sher Khan e [[Nazir Sabir]] per la cresta sud-ovest.
|-
| align=center | 11
| [[Broad Peak]]
| align=center | 8 047 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 2 agosto 1982
| Salita con i pakistani Sher Khan e Nazir Sabir per il versante ovest. Messner diviene il primo alpinista ad aver salito tre ottomila in una sola stagione.
|-
| align=center | 12
| [[Cho Oyu]]
| align=center | 8 201 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 5 maggio 1983
| Salita con [[Hans Kammerlander]] e Michl Dacher. Si trattava del primo ottomila per Kammerlander.
|-
| align=center | 13
|Gasherbrum II<br />Gasherbrum I
| align=center | 8 035 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]<br />8 068 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
|25-28 giugno 1984
|Primo concatenamento Gasherbrum II - Gasherbrum I con Hans Kammerlander, anche primo concatenamento assoluto di due ottomila.
|-
| align=center | 14
| [[Annapurna I]]
| align=center | 8 091 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 24 aprile 1985
| Nuova via sulla inviolata parete nord-ovest con Hans Kammerlander.
|-
| align=center | 15
| [[Dhaulagiri I]]
| align=center | 8 167 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 15 maggio 1985
| Salita con Hans Kammerlander per la parete est.
|-
| align=center | 16
| [[Makalu]]
| align=center | 8 462 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 26 settembre 1986
| Salita con Hans Kammerlander e Friedl Mutschlechner per la via dei francesi.
|-
| align=center | 17
| [[Lhotse]]
| align=center | 8 516 [[metro|m]] [[Livello del mare|s.l.m.]]
| 16 ottobre 1986
| Salita con Hans Kammerlander per il versante sud.
|}
== Pubblicità ==
Nel corso della sua carriera ha prestato molte volte la sua immagine come [[testimonial]] per campagne pubblicitarie, anche di grande successo. Tra queste, oltre alla controversa pubblicità dei [[Fabbrica d'Armi Pietro Beretta|fucili Beretta]], l'acqua minerale [[Levissima]]<ref>[https://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/messner-levissimo-lo-spot-l-ho-girato-con-la-controfigura-1.364405 Messner «levissimo»: «Lo spot? L’ho girato con la controfigura» - Alto Adige].</ref>, gli orologi [[Citizen Watches|Citizen]]<ref>[https://picclick.it/1992-Citizen-Promaster-Altimetro-Orologio-Messner-Pubblicita-Epoca-254788295881.html 1992 Citizen Promaster Altimetro Orologio Messner - Pickclick.it].</ref> e [[Montblanc (azienda)|Montblanc]]<ref>[https://www.montblanc.com/it-it/discover/campaign/messner Il re delle montagne - Montblanc].</ref>, le tende [[Ferrino]]<ref>[https://www.ferrino.it/team-ferrino/ambassador/legends/reinhold-messner.html Ferrino - Reinhold Messner].</ref>, la casa automobilistica [[Opel]]<ref>[https://www.formulapassion.it/automoto/elettriche/reinhold-messner-opel-elettriche-museo-corones-vivaro-zafira-579652.html Reinhold Messner sdogana l’elettrico Opel - Formula Passion].</ref>, il gruppo assicurativo [[Unipol]]<ref>[https://www.unipol.it/it/storia-del-gruppo/199099/messner-testimonial-nella-nuova-campagna-pubblicitaria-di-unipol Messner testimonial, nella nuova campagna pubblicitaria di Unipol - Unipol].</ref>, l'abbigliamento sportivo [[Fila (azienda)|Fila]]<ref>[https://www.fondazionefila.com/blog/reinhold-messner-conquistatore-gentile/ Reinhold Messner, conquistatore gentile - Fondazione Fila].</ref>, [[Salewa]]<ref>[https://expo.planetmountain.com/salewa/nello-spot-levissima-reinhold-messner-veste-salewa.html Expo Planetmountain - Salewa].</ref> e Millet<ref>[https://www.millet-mountain.com/100-year/history/reinhold-messner The King Reinhold Messner - Millet]</ref>, gli integratori alimentari Enervit<ref>{{Cita web |url=https://www.enervit.com/it-it/company-it/la-storia.html |titolo=Enervit - La storia |accesso=1 ottobre 2021 |dataarchivio=1 ottobre 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211001200900/https://www.enervit.com/it-it/company-it/la-storia.html |urlmorto=sì }}</ref>, le fotocamere [[Minolta]]<ref>[https://picclick.fr/AIRONE982-PUBBLICITA-ADVERTISING-1982-MINOLTA-XG-M-testimonial-MESSNER-371333193656.html Airone - Pubblicità Minolta].</ref>, la società di energie rinnovabili [[E.ON]]<ref>[https://www.brand-news.it/brand/servizi/utility/nel-nuovo-spot-e-on-invita-ad-agire-con-reinhold-messner-per-salvare-il-pianeta/ NEL NUOVO SPOT E.ON INVITA AD AGIRE CON REINHOLD MESSNER PER SALVARE IL PIANETA - Brand News ].</ref> e realtà dell'Alto Adige come lo [[speck]]<ref>[https://speckworld.com/Reinhold-Messner_2 Reinhold Messner - Speckworld].</ref> e i [[Alto Adige (zona vitivinicola)|vini altoatesini]]<ref>[https://www.brand-news.it/brand/alimentari/beverage/reinhold-messner-protagonista-dello-spot-del-consorzio-vini-alto-adige/ Reinhold Messner protagonista dello spot del Consorzio Vini Alto Adige - Brandnews].</ref>.
== Opere ==
[[File:GianAngelo Pistoia - Reinhold Messner - 2.tif|miniatura|Nel 1994 a [[Castel Juval]]]]
Reinhold Messner è autore di numerosi libri in [[lingua tedesca]], la maggior parte dei quali tradotti in molte altre lingue, tra cui l'italiano.
* ''Ritorno ai monti. L'alpinismo come forma di vita. Pensieri e immagini'', fotografie di Ernst Pertl, Bolzano, Athesia, 1971.
* ''Gli sviluppi'', in ''Sesto grado'', Milano, Longanesi, 1971.
* ''Manaslu, cronaca di una spedizione in Himalaya'', Milano, Gorlich, 1973.
* ''L'avventura alpinismo. Esperienze d'un alpinista in cinque continenti'', Bolzano, Athesia, 1974.
* ''Il 7º grado. Scalando l'impossibile'', Milano, Görlich, 1974.
* ''Settimo grado. Clean climbing, arrampicata libera'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1982.
* ''Dolomiti. Le vie ferrate. 35 percorsi attrezzati fra il Gruppo di Brenta e le Dolomiti di Sesto'', Bolzano, Athesia, 1975.
* ''Dolomiti. Le vie ferrate. 60 percorsi attrezzati fra il Gruppo di Brenta e le Dolomiti di Sesto'', Bolzano, Athesia, 1975.
* ''Vita fra le pietre. Popoli montanari prima che soccombano'', Bolzano, Athesia, 1976.
* ''Arena della solitudine. Spedizioni ieri, oggi, domani'', Bolzano, Athesia, 1977.
* ''Due e un ottomila'', Milano, Dall'Oglio, 1977.
* ''Pareti del mondo. Storie, vie, esperienze vissute'', Bolzano, Athesia, 1978.
* ''Alpi orientali. Le vie ferrate. 100 percorsi attrezzati dal lago di Garda all'Ortles dal Bernina al Semmering'', con [[Werner Beikircher]], Bolzano, Athesia, 1979. ISBN 88-7014-093-8.
* ''Everest'', Novara, De Agostini, 1979.
* ''Il limite della vita'', Bologna, Zanichelli, 1980.
* ''K2'', con [[Alessandro Gogna]], Novara, Istituto geografico De Agostini, 1980.
* ''Nanga Parbat in solitaria'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1980.
* ''La mia strada'', Milano, Dall'Oglio, 1983.
* ''Orizzonti di ghiaccio. Dal Tibet all'Everest'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1983.
* ''Il mio grande anno himalayano'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1984.
* ''Scuola di alpinismo'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1984.
* ''Tutte le mie cime. Una biografia per immagini dalle Dolomiti all'Himalaya'', Bologna, Zanichelli, 1984; Milano, Corbaccio, 2011. ISBN 978-88-6380-037-1.
* ''La dea del turchese. La salita al Cho Oyu'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1985.
* ''Corsa alla vetta'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1986.
* ''Sopravvissuto. I miei 14 ottomila'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1987.
* ''L'arrampicata libera di Paul Press'', ideato e curato da, Novara, Istituto geografico De Agostini-Serie Görlich, 1987.
* ''Le mie dolomiti'', Bolzano, Tappeiner, 1988. ISBN 88-7073-041-7.
* ''Antartide. Inferno e paradiso'', Milano, Garzanti, 1991. ISBN 88-11-70900-8.
* ''Attorno al Sudtirolo'', Rovereto, BQE, 1992. ISBN 88-11-70908-3.
* ''La libertà di andare dove voglio. La mia vita di alpinista'', Milano, Garzanti, 1992. ISBN 88-11-70906-7; Milano, Corbaccio, 2013. ISBN 978-88-6380-191-0.
* ''Le più belle montagne e le più famose scalate'', Lainate, Vallardi industrie grafiche, 1992. ISBN 88-7696-139-9.
* ''Un modo di vivere in un mondo da vivere'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1994. ISBN 88-415-1822-7.
* ''Monte Rosa. La montagna dei Walser'', Anzola d'Ossola-Varese, Fondazione Enrico Monti-Fondazione Maria Giussani Bernasconi, 1994. ISBN 88-85295-28-2.
* ''13 specchi della mia anima'', Milano, Garzanti, 1995. ISBN 88-11-70911-3.
* ''Oltre il limite. Polo Nord, Everest, Polo Sud. Le grandi avventure ai tre poli della Terra'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1997. ISBN 88-415-4637-9.
* ''Hermann Buhl. In alto senza compromessi'', con [[Horst Höfler]], Torino, Vivalda, 1998. ISBN 88-7808-135-3.
* ''Yeti. Leggenda e verità'', Milano, Feltrinelli traveller, 1999. ISBN 88-7108-148-X.
* ''Non troverai i confini dell'anima'', Milano, Mondadori, 1999. ISBN 88-04-45894-1.
* ''Annapurna. Cinquant'anni di un Ottomila'', Torino, Vivalda, 2000. ISBN 88-7808-147-7.
* ''Salvate le Alpi'', Torino, Bollati Boringhieri, 2001. ISBN 88-339-1336-8.
* ''La seconda morte di Mallory'', Torino, Bollati Boringhieri, 2002. ISBN 88-339-1398-8.
* ''Popoli delle montagne. Fotografie e incontri'', Torino, Bollati Boringhieri, 2002. ISBN 88-339-1406-2.
* ''Montagne. Immagini, pensieri. Per riuscire a salvare la montagna è fondamentale che le generazioni future ne capiscano i valori'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 2002. ISBN 88-418-0495-5.
* ''Dolomiti. Le più belle montagne della terra'', con [[Jakob Tappeiner]], Lana d'Adige, Tappeiner, 2002. ISBN 88-7073-317-3.
* ''Vertical. 100 anni di arrampicata su roccia'', Bologna, Zanichelli, 2003. ISBN 88-08-07513-3.
* ''La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine'', Milano, Corbaccio, 2003. ISBN 88-7972-579-3.
* ''Re Ortles'', Lana-Trento, Tappeiner-BQE, 2004. ISBN 88-7073-350-5.
* ''König Ortler'', Lana d'Adige, Tappeiner, 2004. ISBN 88-7073-349-1.
* ''K2 Chogori. La grande montagna'', Milano, Corbaccio, 2004. ISBN 88-7972-665-X.
* ''La mia vita al limite. Conversazioni autobiografiche con Thomas Huetlin'', Milano, Corbaccio, 2006. ISBN 88-7972-739-7.
* ''La montagna incantata'', con [[Georg Tappeiner]], Lana d'Adige, Tappeiner, 2006. ISBN 8870738817.
* ''Le Alpi. Fra tradizione e futuro'', Caselle di Sommacampagna, Cierre, 2007. ISBN 8870734137.
* ''Nanga Parbat. La montagna del destino'', Milano, Mondadori, 2008. ISBN 978-88-370-6501-0.
* ''La montagna a modo mio'', Milano, Corbaccio, 2009. ISBN 978-88-6380-007-4.
* ''Grido di pietra. Cerro Torre, la montagna impossibile'', Milano, Corbaccio, 2009. ISBN 978-88-6380-009-8.
* ''Avventura ai poli. L'eterna corsa ai confini del mondo'', Milano, Mondadori, 2010. ISBN 978-88-370-7524-8.
* ''Dolomiti. Patrimonio dell'umanità'', Lana, Tappeiner, 2009. ISBN 978-88-7073-515-4; Milano, Mondadori, 2010. ISBN 978-88-370-7656-6.
* ''Razzo rosso sul Nanga Parbat'', Milano, Corbaccio, 2010. ISBN 978-88-6380-060-9.
* ''Tempesta sul Manaslu. Tragedia sul tetto del mondo'', Scarmagno, Priuli & Verlucca, 2011. ISBN 978-88-8068-530-2.
* ''Parete Ovest. La montagna senza compromessi'', Milano, Corbaccio, 2011. ISBN 978-88-6380-110-1.
* ''Spostare le montagne. Come si affrontano le sfide superando i propri limiti'', Milano, Mondadori, 2011. ISBN 978-88-370-8691-6.
* ''On top. Donne in montagna'', Milano, Corbaccio, 2012. ISBN 978-88-6380-313-6.
* ''La mia sesta vita. Reinhold Messner ci guida nei suoi musei'', Torino, Vivalda, 2012, ISBN 9788874801787
* ''Solitudine bianca. La mia lunga strada al Nanga Parbat'', Scarmagno, Priuli & Verlucca, 2012. ISBN 978-88-8068-589-0.
* ''Gobi, il deserto dentro di me'', in ''Edizioni Mare verticale'', 2013, pp. 300 pagine, ISBN 978-88-97173-23-6
* ''Walter Bonatti. Il fratello che non sapevo di avere'', Mondadori Electa, 2013. ISBN 978-88-370-9315-0.
* ''La vita secondo me'', Milano, Corbaccio, 2014. ISBN 978-88-6380-837-7.
* ''Cervino. Il più nobile scoglio'', Milano, Corbaccio, 2015. ISBN 978-88-6700-041-8.
* ''L'assassinio dell'impossibile'', Milano, Mondadori Electa, 2018. ISBN 978-8891818324.
* ''Wild. Tra i ghiacci del Polo Sud al fianco del capitano Shackleton'', Milano, Corbaccio, 2019. ISBN 978-88-6700-454-6.
* ''Everest solo. Orizzonti di ghiaccio'', Milano, Corbaccio, 2020. ISBN 978-88-6700-779-0.
* ''Il re dei ghiacci. Willo Welzenbach, innovatore e spirito libero'', Milano, Corbaccio, 2021. ISBN 978-88-6700-714-1.
* ''Lettere dall'Himalaya'', Milano, Rizzoli, 2021. ISBN 978-88-918-3226-9.
* ''Ritorno ai monti'', Milano, Corbaccio, 2022. ISBN 9788867009367
* ''Il senso dell'inutile. La rinuncia come stile di vita'', con Diane Messner, Milano, Mondadori, 2022. ISBN 9788828210924
== Riconoscimenti ==
{{Onorificenze
|immagine=ValoreAtletico1.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valore atletico
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valore atletico
|motivazione=
|luogo=Roma, [[1977]]<ref>{{cita web|url=http://www.medagliedoro.org/atleta/reinhold-messner|titolo=Reinhold Messner|editore=medagliedoro.org|accesso=28 maggio 2012}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = ITA OMRI 2001 GUff BAR.svg
|nome_onorificenza = Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica Italiana
|motivazione =
|luogo = Il 3 giugno 2014 il Presidente della Repubblica Italiana, [[Giorgio Napolitano]], gli ha conferito l'onorificenza per la sua attività culturale, i suoi [[Messner Mountain Museum]].<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=331800|titolo = Messner On. Reinhold - Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana|accesso = |data = }}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Princess of Asturias Foundation Emblem.svg
|nome_onorificenza = Premio Principessa delle Asturie per lo sport (Spagna)
|collegamento_onorificenza = Premio Principessa delle Asturie
|motivazione =
|luogo = [[Oviedo]], 16 maggio 2018<ref>{{cita web|url=http://www.fpa.es/es/premios-princesa-de-asturias/premiados/2018-reinhold-messner-y-krzysztof-wielicki.html?texto=acta&especifica=0|titolo=Acta del Jurado}}</ref>
}}
* Il 10 aprile 2010 ha ricevuto il premio ''[[Piolet d'Or]]'' alla carriera, organizzato dalla rivista francese ''Montagnes'' e dal [[groupe de haute montagne]].<ref>{{Cita web|autore=Redazione|titolo=Piolet d'Or, i vincitori e l'alpinismo del futuro|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=37343|data=12 aprile 2010|accesso=6 settembre 2011}}</ref>
* Gli è stato dedicato un [[asteroide]], [[6077 Messner]]<ref>{{en}}[https://minorplanetcenter.net/iau/ECS/MPCArchive/1998/MPC_19981208.pdf M.P.C. 33385 dell'8 dicembre 1998].</ref>.
== Filmografia ==
Reinhold Messner ha partecipato alla realizzazione di diversi film e produzioni televisive sia nel ruolo di interprete sia con altre mansioni.
* ''[[Everest Unmasked]]'' (1978), direttore della fotografia.
* ''[[Gasherbrum - Der leuchtende Berg]]'' (1984), interprete nel ruolo di sé stesso e secondo operatore alla macchina.
* ''[[Grido di pietra]] (Cerro Torre: Schrei aus Stein)'' (1991), soggetto.
* ''Messner - Der Film'' (2013), interprete nel ruolo di sé stesso.
* ''Solo in Volo'' (2018) documentario.
* ''[[Cerro Torre (film)|Cerro Torre]] (Mythos Cerro Torre: Reinhold Messner auf Spurensuche)'' (2020), regia.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita pubblicazione|autore=|titolo = Dolomiti di Fanes|rivista = Meridiani Montagne|numero = n°29
|pp = 144 pagine|isbn = 978-88-7212-616-5|url = https://www.hoepli.it/libro/meridiani-montagne-29---dolomiti-di-fanes/9788872126165.asp|cid = Meridiani Montagne}}
* {{cita libro|autore=François Labande|titolo=Monte Bianco Vol. 2 Guida Vallot|editore=Edizioni Mediterranee|anno=1988|isbn=978-88-272-0240-1|cid=montebianco2}}
* {{Cita libro|autore=Sabine Boomers|titolo=Reisen als Lebensform|url=http://books.google.it/books?id=4doZL48TOZYC&dq=Reisen+als+Lebensform&source=gbs_navlinks_s|editore=Campus Verlag GmbH|città=Francoforte - New York|anno=2004|lingua=tedesco|isbn=978-3-593-37476-5}}
* {{cita news|anno=2008|titolo=Speciale ritratti - Reinhold Messner|pubblicazione=Alp n°1|pagine=120||editore=Cda & Vivalda Editori}}
* {{Cita libro|cognome=Messner|nome=Reinhold|titolo=Orizzonti di ghiaccio|anno=1982|editore=DeAgostini|isbn=978-88-415-5317-6|cid=orizzonti}}
* {{Cita libro|cognome=Messner|nome=Reinhold|titolo=Settimo grado|anno=1982|città=Novara|editore=Istituto Geografico De Agostini|cid=settimo}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Tutte le mie cime|editore=Zanichelli|anno=1984|isbn=978-88-08-01454-2|cid=tuttelemiecime}}
* {{cita libro|autore=Reinhold Messner|titolo=Sopravvissuto: i miei 14 ottomila|editore=De Agostini|anno=1987|isbn=978-88-402-4322-1|cid=sopravvissuto}}
* {{Cita libro|titolo=Hermann Buhl. In alto senza compromessi|autore=Reinhold Messner|coautore=Horst Höfler|editore=Vivalda|giorno=4|mese=maggio|anno=1998|isbn=978-88-7808-135-2|cid=buhl}}
* {{Cita libro|titolo=La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine|autore=Reinhold Messner|editore=Corbaccio|giorno=9|mese=maggio|anno=2003|isbn=978-88-7972-579-8|cid=La montagna nuda}}
* {{Cita libro|cognome=Messner|nome=Reinhold|titolo=K2 Chogori. La grande montagna|editore=Corbaccio|giorno=8|mese=luglio|anno=2004|isbn=978-88-7972-665-8|cid=k2}}
* {{Cita libro|cognome=Messner|nome=Reinhold|titolo=Razzo rosso sul Nanga Parbat|editore=Corbaccio|giorno=29|mese=aprile|anno=2010|isbn=978-88-6380-060-9|cid=razzo}}
* {{cita libro|cognome = Messner|nome = Reinhold|titolo = Gobi, il deserto dentro di me|rivista = Edizioni Mare verticale|pagine = 300 pagine|isbn = 978-88-97173-23-6|anno = 2013|url = http://www.edizionimareverticale.com/gobi-il-deserto-dentro-di-me.html|cid = Meridiani Montagne|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150712072358/http://www.edizionimareverticale.com/gobi-il-deserto-dentro-di-me.html|dataarchivio = 12 luglio 2015}}
*Reinhold Messner, ''La vita secondo me'', Corbaccio, 2014, ISBN 978-88-6380-837-7.
*Reinhold Messner, ''Cervino. Il più nobile scoglio'', Corbaccio, 2015, ISBN 978-88-6700-041-8.
== Voci correlate ==
* [[Europarlamentari dell'Italia della V legislatura]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.messner-mountain-museum.it|Messner Mountain Museum|lingua=it, de, en}}
* {{cita web|http://www.everesthistory.com/climbers/messner.htm|Profilo su Everest History|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://www.snagfilms.com/films/title/messner/|2=Documentario di Les Guthman del 2002|lingua=en|accesso=14 novembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101124085722/http://www.snagfilms.com/films/title/messner|dataarchivio=24 novembre 2010|urlmorto=sì}}
* [https://web.archive.org/web/20160308105218/https://vimeo.com/23759814 Video-intervista a Reinhold Messner] (2011)
* {{cita web|https://vimeo.com/16565396|Video della placca Messner sul Pilastro di Mezzo del Sass dla Crusc}}
* {{cita web|url=http://www.repubblica.it/persone/2013/02/09/news/messner_dalle_vette_all_arte_la_mia_passione_per_le_collezioni-52249589/?ref=HRERO-1|titolo=La Repubblica: "Messner - Dalle vette all'arte, la passione per le collezioni"}}
* {{cita web|http://digilander.libero.it/campanac/messner.htm|Bibliografia dei testi editi in italiano di Reinhold Messner}}
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