Matteo Messina Denaro: differenze tra le versioni
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|Nome = Matteo
|Cognome = Messina Denaro
|PostCognomeVirgola = noto anche con i soprannomi ''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castelvetrano
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|GiornoMeseMorte = 25 settembre
|AnnoMorte = 2023
|NoteMorte =
|Attività = mafioso
|Nazionalità = italiano
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|titolo = Messina Denaro, "capo" in discesa. La Dia: «Cosa Nostra trapanese gli è fedele»
|editore=La Valle dei Templi|data =16 febbraio 2019|accesso=7 luglio 2019
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190217201019/http://www.lavalledeitempli.net/2019/02/16/messina-denaro-capo-discesa-la-dia-cosa-nostra-trapanese-gli-fedele/|urlmorto =no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.corriereagrigentino.it/2019/01/12/mafia-cortese-matteo-messina-denaro-senza-ruolo/|titolo=Mafia Cortese: "Matteo Messina Denaro senza ruolo"|editore=CorriereAgrigentino.it|data=12 gennaio 2019|accesso=7 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190707191708/https://www.corriereagrigentino.it/2019/01/12/mafia-cortese-matteo-messina-denaro-senza-ruolo/|dataarchivio=7 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref> Uomo chiave del [[Bombe del 1992-1993|biennio stragista 1992-1993]], era ritenuto vicinissimo a [[
Nel 1993 era stato inserito nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo,<ref name="MostWantedList">{{Cita web|url=https://www.forbes.com/2011/06/14/most-wanted-fugitives_slide.html#4a1b7ee66910|titolo=The World's 10 Most Wanted Fugitives - Matteo Messina Denaro|editore=[[Forbes]]|data=14 giugno 2011|lingua=en|accesso=8 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171017040834/https://www.forbes.com/2011/06/14/most-wanted-fugitives_slide_7.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.bbc.com/news/world-europe-64288928|titolo=Italy's most-wanted Mafia boss Matteo Messina Denaro arrested in Sicily|data=16 gennaio 2023|editore = [[BBC]]|lingua=en}}</ref><ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Matteo tra Paperone e Bin Laden| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=320| ISBN=9788822720573 }}</ref> rimanendo tale per quasi 30 anni fino al giorno del suo arresto, avvenuto il 16 gennaio 2023 nei pressi di una clinica privata<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/23_gennaio_16/messina-denaro-clinica-dell-arresto-meta-strada-capaci-via-d-amelio-pochi-minuti-comando-dia-2df97790-95b5-11ed-9d82-799102737236.shtml|titolo=Messina Denaro, la clinica dell’arresto a metà strada tra Capaci e via D’Amelio|autore=Alessio Ribaudo}}</ref> di [[Palermo]]<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/01/16/arrestato-matteo-messina-denaro-diretta_74e6d708-8d40-4406-92bc-d9ea7caa7e27.html|titolo=Arrestato Matteo Messina Denaro|sito=[[ANSA]]|data=16 gennaio 2023|accesso=16 gennaio 2023}}</ref>. Il 25 settembre, otto mesi dopo la cattura, malato di [[tumore|cancro]], muore a [[L'Aquila]], dov'era stato trasferito dopo essere stato arrestato.<ref name="morte">{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2023/09/25/e-morto-matteo-messina-denaro_286723f3-1ece-420c-9cdf-0b35af1eba7e.html|titolo=È morto Matteo Messina Denaro, l'ultimo stragista di Cosa Nostra|data=25 settembre 2023}}</ref>
== Biografia ==
=== Le origini ===
Matteo Messina Denaro
In quel periodo, per colpa della [[miopia]], assunse un leggero [[strabismo]] e così, per nascondere l’imperfezione, iniziò ad indossare dei [[Ray-Ban]] scuri.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Un ragazzino vivace| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=302-303| ISBN=9788822720573 }}</ref>
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Messina Denaro svolgeva l'attività di fattore presso le tenute agricole della famiglia [[D'Alì|D'Alì Staiti]], già proprietari della [[Banca Sicula]] di [[Trapani]], all'epoca il più importante istituto bancario privato siciliano, e delle [[saline di Trapani]]<ref name="autogenerato3" />. Il suo [[Padrino e madrina|padrino]] di [[Confermazione|cresima]] fu Antonino Marotta, "uomo d'onore" ed ex affiliato alla banda di [[Salvatore Giuliano]], coinvolto anche nella misteriosa morte del bandito avvenuta nel 1950<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201003articoli/53142girata.asp|titolo=Preso anche il decano della mafia Appartenne alla banda di Giuliano - LASTAMPA.it|sito=www1.lastampa.it|accesso=2021-09-15|dataarchivio=15 settembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210915140601/http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201003articoli/53142girata.asp|urlmorto=sì}}</ref>.
Dalla relazione con Franca Alagna nel dicembre del 1996
|url=https://tg24.sky.it/cronaca/approfondimenti/lorenza-alagna-figlia-matteo-messina-denaro|titolo=Lorenza Alagna, chi è la figlia di Matteo Messina Denaro|editore=Sky TG 24|data=19 gennaio 2023|accesso=15 marzo 2023}}</ref> Tra le altre relazioni avute dal boss ci fu quella con Maria Mesi, allacciata durante la latitanza e interrotta quando si rese conto che magistrati e forze dell'ordine erano sulle sue tracce; la Mesi
=== L'ascesa mafiosa ===
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[[File:Mattdenaro.jpg|miniatura|Messina Denaro nel 1993]]
Messina Denaro cominciò a delinquere da giovanissimo e nel 1989 venne denunciato per [[associazione mafiosa]]<ref>{{Cita web
|url=https://www.alpauno.com/messina-denaro-per-la-dia-in-difficolta/|titolo=Messina Denaro, per la Dia in difficoltà|editore=Alpa Uno|data=28 febbraio 2013|accesso=7 luglio 2019|citazione = La carriera mafiosa di Matteo Messina Denaro inizia ufficialmente nel 1989, quando viene denunciato per associazione mafiosa|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190707182414/https://www.alpauno.com/messina-denaro-per-la-dia-in-difficolta/|dataarchivio=7 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref>
Matteo Messina Denaro ricoprì di fatto il ruolo di capo della cosca di [[Castelvetrano]] e del relativo [[Mandamento (mafia)|mandamento]], alleato dei [[Corleonesi]] già dalla guerra di mafia dei primi [[anni '80]]. Con il padre praticamente estromesso da una salute cagionevole, toccò infatti a Matteo prendere le redini della cosca.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Agguati e bombe| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=308| ISBN=9788822720573 }}</ref> Negli anni successivi il collaboratore di giustizia [[Baldassare Di Maggio]] (il primo a parlare del suo ruolo all'interno di Cosa Nostra)<ref name=":4">{{Cita web|url=https://caltanissetta.gds.it/articoli/cronaca/2020/06/19/mafia-il-pm-ricostruisce-la-storia-dei-messina-denaro-cosi-partecipo-al-sequestro-del-piccolo-di-matteo-c6dcc632-4191-4a96-9111-3403d4c2f580/|titolo=Mafia, il pm ricostruisce la storia di Messina Denaro: così partecipò al sequestro del piccolo Di Matteo|sito=Giornale di Sicilia|accesso=2023-01-20}}</ref> dichiarerà che si trattava di «''un giovane rampante, anche se non è già capo, e suo padre gli ha dato un'ampia delega di rappresentanza del mandamento''»<ref name="autogenerato3">[http://www.antimafiaduemila.com/200804283622/articoli-arretrati/matteo-messina-denaro-il-re-di-trapani.html Matteo Messina Denaro il "Re" di Trapani] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131019072639/http://www.antimafiaduemila.com/200804283622/articoli-arretrati/matteo-messina-denaro-il-re-di-trapani.html}} Antimafiaduemila.com</ref> (il padre era infatti latitante dal 1990)<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/cronaca/news/2020-07-16/borsellino-messina-denaro-marsala-9169071/|titolo=Borsellino e i Messina Denaro, lo 'schiaffo' al giudice|sito=Agi|accesso=2021-09-15}}</ref>.
Nel primi mesi del 1992 Messina Denaro fece parte di un gruppo di fuoco, composto da mafiosi di [[Brancaccio (Palermo)|Brancaccio]] e della [[provincia di Trapani]] che venne inviato a [[Roma]] per compiere appostamenti nei confronti del presentatore televisivo [[Maurizio Costanzo]] e per uccidere [[Giovanni Falcone]] e il ministro [[Claudio Martelli]], facendo uso di [[AK-47|kalashnikov]], fucili e [[Revolver (arma)|revolver]], procurati da Messina Denaro stesso<ref name="autogenerato3" />; qualche tempo dopo, però, il boss [[Salvatore Riina]] fece ritornare il gruppo di fuoco, perché voleva che l'attentato a Falcone fosse eseguito diversamente<ref>{{Cita news|url=http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/Reso.steno.26.3.2012Int..pdf|titolo=Audizione del procuratore Sergio Lari dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia - XVI LEGISLATURA|editore=Parlamento della Repubblica Italiana|data=|formato=pdf|accesso=10 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190331070025/http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/Reso.steno.26.3.2012Int..pdf|dataarchivio=31 marzo 2019|urlmorto=sì|pubblicazione=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.misteriditalia.it/stragi1993/ILPROCESSODI1GRADO(udienzaperudienza).pdf |titolo=Processo di 1º grado per le stragi del 1993|editore=www.misteriditalia.it|formato=pdf|data=|accesso=10 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181214065706/http://www.misteriditalia.it/stragi1993/ILPROCESSODI1GRADO(udienzaperudienza).pdf|dataarchivio=14 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>. Su ordine di Riina, Messina Denaro partecipò alla faida mafiosa di [[Alcamo]], conclusasi con un centinaio di uccisioni e "[[Lupara bianca|lupare bianche]]" contro il clan [[Stidda|''stiddaro'']] dei Greco<ref name=":5" />, e nel luglio del 1992 fu tra gli esecutori materiali dell'omicidio di Vincenzo Milazzo (capo della cosca di Alcamo), che aveva cominciato a mostrarsi insofferente all'autorità di Riina; pochi giorni dopo, Messina Denaro strangolò barbaramente anche la compagna di Milazzo, Antonella Bonomo, che era incinta di tre mesi: i due cadaveri furono poi seppelliti nelle campagne di [[Castellammare del Golfo]]<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=j2ZXoy-XO5MC&pg=PT101&lpg=PT101&dq=vincenzo+milazzo+giovanni+brusca&source=bl&ots=c3biJSZr07&sig=LKP8PPCBYAYIMz6MJAi3p2ZFb7A&hl=it&sa=X&ei=it5rUtTYAYXLswaRvYHgCg&ved=0CFwQ6AEwCg#v=onepage&q=vincenzo%20milazzo%20giovanni%20brusca&f=false |titolo=Maurizio Torrealta e Giorgio Mottola, ''Processo allo stato'', 2012 |accesso=26 ottobre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029192735/http://books.google.it/books?id=j2ZXoy-XO5MC&pg=PT101&lpg=PT101&dq=vincenzo+milazzo+giovanni+brusca&source=bl&ots=c3biJSZr07&sig=LKP8PPCBYAYIMz6MJAi3p2ZFb7A&hl=it&sa=X&ei=it5rUtTYAYXLswaRvYHgCg&ved=0CFwQ6AEwCg#v=onepage&q=vincenzo%20milazzo%20giovanni%20brusca&f=false |dataarchivio=29 ottobre 2013 |urlmorto=no }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/21/sono-mostri-barbari-antonella-era-incinta.html|titolo=' SONO MOSTRI, BARBARI ANTONELLA ERA INCINTA E L'HANNO UCCISA'|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 dicembre 1993|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181214115658/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/21/sono-mostri-barbari-antonella-era-incinta.html|dataarchivio=14 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>. Il 14 settembre dello stesso anno Messina Denaro, insieme a [[Leoluca Bagarella]] e [[Giuseppe Graviano]], fece anche parte del gruppo di fuoco che compì il fallito attentato al vicequestore
Il 28 novembre 2013 il collaboratore di giustizia [[Nino Giuffrè]] riferirà che l'archivio di Totò Riina, che fu trafugato dal covo del boss nel gennaio del 1993 dopo il suo arresto, sarebbe finito in parte nelle mani di Matteo Messina Denaro, vero e proprio pupillo del boss corleonese<ref name="giuf-11-13">{{Cita web
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Dopo l'arresto di Riina, Messina Denaro fu favorevole alla continuazione della strategia degli [[Bombe del 1992-1993|attentati dinamitardi]], insieme ai boss Leoluca Bagarella, [[Giovanni Brusca]] e ai fratelli Graviano<ref>{{Cita news|url=http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/19Lastrategiamafiosa.pdf|titolo=Le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia - Atti del processo di 1º grado per le stragi del 1993|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131227233619/http://www.misteriditalia.com/stragi1993/lasentenza/19Lastrategiamafiosa.pdf|dataarchivio=27 dicembre 2013}}</ref><ref>[http://www.antimafiaduemila.com/200805105104/articoli-arretrati/i-pentiti-del-terzo-millennio.html I pentiti del terzo millennio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131019072600/http://www.antimafiaduemila.com/200805105104/articoli-arretrati/i-pentiti-del-terzo-millennio.html |data=19 ottobre 2013 }} Antimafiaduemila.com</ref>; Messina Denaro mise infatti a disposizione un suo uomo, Antonio Scarano (spacciatore di droga di origini calabresi residente a [[Roma]]), per fornire supporto logistico al gruppo di fuoco palermitano che compì gli attentati dinamitardi a [[Firenze]], [[Milano]] e [[Roma]], che provocarono in tutto dieci morti e 106 feriti, oltre a danni al patrimonio artistico<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/riina/conferma/conferma.html|titolo=Autobombe '93, per l'accusa ergastoli da confermare|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|citazione = la strategia di attacco terroristico al patrimonio culturale del Paese sarebbe stata decisa dai vertici di Cosa Nostra già alla fine del '92|data=2 dicembre 2000|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124005823/http://www.repubblica.it/online/cronaca/riina/conferma/conferma.html|urlmorto=no}}</ref>. Secondo il pentito [[Giovanni Brusca]] fu Messina Denaro a scegliere gli obiettivi degli [[Uffizi]] e [[San Giovanni in Laterano]] per la sua competenza nel campo delle opere d'arte.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Attacco allo Stato| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=312| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Nell'estate del 1993, mentre avvenivano gli attentati dinamitardi, Messina Denaro andò in vacanza a [[Forte dei Marmi]] insieme ai fratelli Graviano e le rispettive compagne; da allora si rese irreperibile, dando così inizio alla sua lunga latitanza, perché nei suoi confronti venne emesso un mandato di cattura per un quadruplice [[omicidio]] commesso nel 1989, sulla base delle accuse del collaboratore di giustizia [[Baldassare Di Maggio]]<ref name="
|url=https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/12/news/segnalazie_uno_segnalazie_due-23112359/|titolo=Da diciotto anni alla macchia tra Sicilia, Spagna e Sudamerica|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] Inchieste|data=12 ottobre 2011|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124010356/https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/12/news/segnalazie_uno_segnalazie_due-23112359/|urlmorto=no}}</ref>. Fu però con l'[[operazione Petrov]] del marzo 1994, scaturita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pietro Scavuzzo, che emerse il suo ruolo all'interno di Cosa nostra trapanese<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/03/26/talpe-fanno-fallire-decine-di-arresti.html|titolo=TALPE FANNO FALLIRE DECINE DI ARRESTI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-09-15}}</ref> e, ancora di più, con l'operazione "Omega", portata a termine dai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] nel gennaio 1996 con ottanta ordinanze di [[Custodia cautelare in carcere|custodia cautelare]] sulla base delle accuse dei collaboratori di giustizia Antonio Patti, Salvatore Giacalone, Vincenzo Sinacori e Giuseppe Ferro, i quali ricostruirono più di vent'anni di omicidi avvenuti nel [[Provincia di Trapani|trapanese]]<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/01/31/Cronaca/MAFIA-OPERAZIONE-OMEGA-FA-LUCE-SU-50-OMICIDI_111600.php#|titolo=MAFIA: OPERAZIONE 'OMEGA' FA LUCE SU 50 OMICIDI|sito=www1.adnkronos.com|accesso=2021-09-15}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/20/mafia-trapanese-33-ergastoli.html|titolo=Mafia trapanese, 33 ergastoli - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-09-15}}</ref><ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.progettosanfrancesco.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2326:sentenza-omega&catid=2&Itemid=229&jjj=1630681323028|titolo=Sentenza OMEGA|accesso=2021-09-15}}</ref>: nel 2000, alla conclusione del maxi-processo "Omega" che scaturì dall'operazione e che si svolse presso l'aula-bunker del [[carcere di Trapani]], Messina Denaro venne condannato in [[contumacia]] alla pena dell'[[ergastolo]]<ref name=":
Nel novembre del 1993 Messina Denaro fu tra gli organizzatori del sequestro del piccolo [[Omicidio di Giuseppe Di Matteo|Giuseppe Di Matteo]] per costringere il padre Santino a ritrattare le sue rivelazioni sulla [[strage di Capaci]]; infine, dopo 779 giorni di prigionia, il piccolo Di Matteo venne brutalmente strangolato e il cadavere sciolto nell'acido<ref>{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=DI+MATTEO+Santino|titolo=Biografia di Santino Di Matteo|autore=Paola Bellone|editore=Cinquantamila.it|data=28 aprile 2014|accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124070621/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=DI+MATTEO+Santino|urlmorto=sì
}}</ref>. Nel 1994 Messina Denaro organizzò un attentato dinamitardo contro il pentito [[Salvatore Contorno|Totuccio Contorno]], insieme a [[Giovanni Brusca]]<ref>{{Cita web|url=http://rainews.it/it/news.php?newsid=134126|titolo=Il boss Raccuglia, voleva uccidere Contorno|accesso=24 marzo 2018|dataarchivio=29 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029192531/http://rainews.it/it/news.php?newsid=134126|urlmorto=sì}}</ref>; tuttavia, l'esplosivo, collocato in una cunetta ai lati di una strada nei pressi di [[Formello]], dove Contorno passava abitualmente, venne scoperto dai [[Carabinieri]], avvertiti dalla telefonata di un cittadino, insospettito da alcuni movimenti strani.<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/15/trappola_esplosiva_per_Contorno_co_8_940415200.shtml|titolo=Trappola esplosiva per Contorno|accesso=6 maggio 2020|dataarchivio=29 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029193324/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/15/trappola_esplosiva_per_Contorno_co_8_940415200.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
Per rispondere al regime di [[Articolo 41-bis|41-bis]] cui erano sottoposti diversi boss mafiosi, Messina Denaro organizzò l'omicidio dell'agente penitenziario [[Giuseppe Montalto]], che si era rifiutato di fare favori all'interno del carcere<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/12/23/fate-saltare-in-aria-ucciardone.html|titolo=' FATE SALTARE IN ARIA L'UCCIARDONE E LIBERATE I BOSS' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.
Grazie anche alle rivelazioni di [[Giovanni Brusca]], Messina Denaro finì sotto processo perché sospettato di essere uno dei mandanti delle bombe di Roma, Firenze e Milano. Il 6 giugno 1998, a cinque anni dall'inizio della latitanza, venne condannato all'ergastolo insieme a tutto il ''gotha'' di Cosa nostra; gli ergastoli verranno poi confermati dalla Corte d'Assise di Appello di Firenze il 13 febbraio 2001 e dalla Cassazione il 6 maggio 2002.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=La guerra ai pentiti| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=314-315| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Il 30 novembre 1998, dopo la morte del padre [[Francesco Messina Denaro|Francesco]] (stroncato da un [[infarto]] durante la latitanza), Messina Denaro
=== Le indagini sulla latitanza ===
==== Permanenza a Bagheria ====
Il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori ha dichiarato che nel
Secondo gli inquirenti, tra il
====La pista Vaccarino====
Nel
L'11 aprile 2006, nel casolare di [[Corleone]] dove venne arrestato Provenzano, gli inquirenti trovarono numerosi pizzini mandati da "Alessio", nei quali si parlava degli investimenti proposti dall’ex sindaco Antonio Vaccarino, che stava collaborando con il SISDE per la cattura del boss, ma anche di altri affari in attività lecite, come l'apertura di una catena di supermercati nella [[provincia di Agrigento]] e la ricerca di qualche [[prestanome]] per poter aprire un distributore di carburante nella zona di [[Santa Ninfa]], in [[provincia di Trapani]]<ref name=autogenerato3 />. In seguito all'arresto di Provenzano, Messina Denaro interruppe la corrispondenza con Vaccarino, inviandogli un ultimo [[pizzino]] in cui gli raccomandava "di condurre una vita trasparente in modo da non essere coinvolto nelle indagini"<ref name=autogenerato1 />. Ma la diffusione della collaborazione del Vaccarino da parte del quotidiano [[la Repubblica (quotidiano)|''la Repubblica'']] fece saltare l’operazione del [[Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica|SISDE]] e la probabile cattura di Messina Denaro
==== Arresti di fiancheggiatori e presunti avvistamenti ====
Dopo l'arresto di [[Salvatore Lo Piccolo]], avvenuto nel novembre 2007, venne ipotizzato che Messina Denaro fosse diventato ancora più influente, anche se gli inquirenti ritennero che il boss fosse troppo giovane per essere uno dei capi dell'organizzazione mafiosa. Nel giugno 2009 gli agenti del [[Servizio centrale operativo]] e delle [[Squadra mobile|squadre mobili]] delle questure di [[Trapani]] e [[Palermo]] condussero l'operazione denominata "Golem", che portò all'arresto di tredici persone tra mafiosi e imprenditori trapanesi, accusati di favorire la latitanza di Messina Denaro fornendogli documenti falsi, ma anche di gestire estorsioni e [[traffico di stupefacenti]] per conto del latitante<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/mafia-7/arresti-messina-denaro/arresti-messina-denaro.html?ref=search|titolo=Mafia, tredici arresti a Trapani coprivano il boss Messina Denaro|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 giugno 2009|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124010420/http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/cronaca/mafia-7/arresti-messina-denaro/arresti-messina-denaro.html?ref=search|dataarchivio=24 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>. Successivamente, nel marzo 2010 la [[Direzione Distrettuale Antimafia|DDA]] di [[Palermo]] coordinò l'indagine "Golem 2", condotta sempre dagli agenti del Servizio centrale operativo e delle squadre mobili di [[Trapani]] e [[Palermo]], che portò all'arresto di altre diciannove persone a [[Castelvetrano]], accusate di aver compiuto estorsioni e incendi dolosi per conto di Messina Denaro ai danni di imprenditori e politici locali; tra gli arrestati, figurarono anche il fratello del latitante, Salvatore Messina Denaro, e i suoi cugini Giovanni e Matteo Filardo, nonché l'ottantenne Antonino Marotta, definito "il decano della mafia trapanese" perché ex appartenente alla banda di [[Salvatore Giuliano]]<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/15/news/mafia_15_marzo-2663834/?ref=search|titolo=Mafia, operazione con 19 arresti a Trapani anche il fratello di Matteo Messina Denaro|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 marzo 2010|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124010146/https://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/15/news/mafia_15_marzo-2663834/?ref=search|dataarchivio=24 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/15/news/mafia_golem_2-2664508/?ref=search|titolo=Una rete di uomini fidatissimi e regole ferree per la latitanza di Matteo Messina Denaro|autore=Alessandra Ziniti|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 marzo 2010|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180124010158/https://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/15/news/mafia_golem_2-2664508/?ref=search|dataarchivio=24 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref
Il 27 luglio 2010, il collaboratore di giustizia Manuel Pasta dichiarò che Messina Denaro, nonostante le estenuanti ricerche e gli arresti di appartenenti alla sua cerchia, avrebbe assistito con alcuni mafiosi palermitani alla partita di calcio Palermo-Sampdoria allo [[stadio Renzo Barbera]] il 9 maggio 2010. La partecipazione alla partita sarebbe stata solo una parte dell'incontro tra il latitante e altri capi della provincia atto a discutere l'organizzazione di nuovi attentati dinamitardi contro il palazzo di giustizia e la squadra mobile di [[Palermo]], in risposta ai numerosi arresti contro esponenti mafiosi<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2010/07/27/news/messina_denaro_stadio-5852052/ |titolo="Il latitante Messina Denaro allo stadio per Palermo-Samp"|autore=[[Salvo Palazzolo]]|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=27 luglio 2010|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180624180303/https://www.repubblica.it/cronaca/2010/07/27/news/messina_denaro_stadio-5852052/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/legalita/rubriche/cronaca/2010/07/27/visualizza_new.html_1876021165.html|titolo=MAFIA: PENTITO, MESSINA DENARO ALLO STADIO PER PALERMO-SAMP|editore=[[ANSA]]|data=27 luglio 2010|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923180831/http://www.ansa.it/legalita/rubriche/cronaca/2010/07/27/visualizza_new.html_1876021165.html|dataarchivio=23 settembre 2015|urlmorto=no}}</ref>. Inoltre, sempre nel
Nel 2011, [[Michele Aiello]] venne condannato in via definitiva insieme all'ex Presidente della Regione Siciliana [[Salvatore Cuffaro]] per aver veicolato a [[Giuseppe Guttadauro]] le informazioni fornite da due "[[Talpe alla DDA|talpe]]" in servizio alla [[Direzione distrettuale antimafia|DDA]] di [[Palermo]] (Giorgio Riolo dei [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] dei [[Carabinieri]] e Giuseppe Ciuro della [[Guardia di Finanza]]) sulle indagini in corso finalizzate alla cattura di Provenzano e Messina Denaro<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/cuffaro-entra-carcere-dovr-restarci-sette-anni.html|titolo=Cuffaro entra in carcere: dovrà restarci sette anni|sito=ilGiornale.it|data=2011-01-23
Nel 2013 Lorenzo Cimarosa, il marito di una cugina di primo grado di Messina Denaro, dopo aver già scontato sei anni per favoreggiamento, finì di nuovo in carcere al termine di un ''blitz'' che portò all'arresto anche della sorella del boss, Patrizia. Cimarosa decise di collaborare e le sue dichiarazioni, che confermarono diverse ipotesi investigative,
Nel maggio del 2013 il [[maresciallo capo]] dei [[Carabinieri]] Saverio Masi
Nel marzo del 2014 il nome di Messina Denaro tornò sulle pagine dei giornali poiché secondo il [[Servizio Centrale Operativo]] (SCO) della polizia aveva organizzato un attentato ai danni dell'ex PM della [[Direzione distrettuale antimafia]] (DDA) di [[Palermo]], ora al [[Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria]] (DAP), Roberto Piscitello, colpevole di aver contribuito a inasprire il regime di 41bis. L'attentato saltò poiché furono potenziate le misure di sicurezza.<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=L'attentato al giudice| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | pp=323-324| ISBN=9788822720573 }}</ref>
Nel 2015 l'emittente Radio Onda Blu avrebbe fornito le immagini satellitari della sua presunta abitazione a [[Baden-
|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/10/17/news/una_radio_privata_messina_denaro_in_germania_cauti_gli_investigatori-125284832/|titolo=Una radio privata: "Messina Denaro in Germania". Cauti gli investigatori|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=17 ottobre 2015|accesso=11 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160226210153/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/10/17/news/una_radio_privata_messina_denaro_in_germania_cauti_gli_investigatori-125284832/|dataarchivio=26 febbraio 2016|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/radio-privata-covo-matteo-messina-denaro-germania-526cbf90-6619-41e3-8d34-52b09413c73d.html?refresh_ce|titolo=Una radio privata: "Matteo Messina Denaro è in Germania"|editore=[[Rai News24]]|data=19 ottobre 2015|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712044017/http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/radio-privata-covo-matteo-messina-denaro-germania-526cbf90-6619-41e3-8d34-52b09413c73d.html?refresh_ce|dataarchivio=12 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref> Tuttavia, su questo fatto non si sono avute conferme né smentite dagli inquirenti. [[Rinzivillo|Salvatore Rinzivillo]], arrestato in un'operazione coordinata dalle procure antimafia di Roma e Caltanissetta,<ref>{{Cita web|url=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_03/roma-arrestato-salvatore-rinzivillo-altri-36-clan-mafioso-fde6482a-a867-11e7-a090-96160224e787.shtml|titolo=Roma, arrestati il boss Salvatore Rinzivillo e altri 36 del clan mafioso|autore=Giovanni Bianconi e Redazione Roma|editore=[[Corriere della Sera]]|data=4 ottobre 2017|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180115123707/http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_03/roma-arrestato-salvatore-rinzivillo-altri-36-clan-mafioso-fde6482a-a867-11e7-a090-96160224e787.shtml|dataarchivio=15 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref> era stato pedinato e si è visto che si recava a [[Castelvetrano]], dove
Il 13 marzo 2018
Il 29 ottobre 2018 la polizia
Leo Sutera era già stato arrestato nel 2012, ma l'arresto aveva suscitato forti polemiche, perché si riteneva che, continuando a sorvegliarlo, come si stava già facendo da due anni, Sutera avrebbe condotto le forze dell'ordine allo stesso Messina Denaro, con il quale aveva affermato di essersi incontrato poco prima. All'epoca, i Carabinieri volevano continuare a sorvegliare Sutera, mentre la polizia guidata dal procuratore capo di Palermo [[Francesco Messineo]] decise di arrestarlo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/29/agrigento-fermato-il-boss-leo-sutera-fedelissimo-di-matteo-messina-denaro/4727956/|titolo=Agrigento, fermato il boss Leo Sutera fedelissimo di Matteo Messina Denaro|editore=[[il Fatto Quotidiano]]|data=29 ottobre 2018|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190413234759/https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/29/agrigento-fermato-il-boss-leo-sutera-fedelissimo-di-matteo-messina-denaro/4727956/|dataarchivio=13 aprile 2019|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web
|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/01/palermo-ros-interrompe-caccia-a-messina-denaro-dopo-lite-con-messineo/312984/|titolo=Mafia, Ros interrompe la caccia al boss Messina Denaro dopo “lite” con Messineo|autore=Giuseppe Pipitone|editore=[[il Fatto Quotidiano]]|data=1º agosto 2012|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190114053357/https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/01/palermo-ros-interrompe-caccia-a-messina-denaro-dopo-lite-con-messineo/312984/ |dataarchivio=14 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref> Il 18 luglio 2019 Sutera fu condannato in appello a diciotto anni di carcere, insieme ai fiancheggiatori Maria Salvato e Vito Vaccaro.<ref>{{cita web|url = https://www.agrigentonotizie.it/cronaca/mafia/mafia-sambuca-fissato-processo-appello-boss-sutera.html|titolo = "Era fedelissimo di Matteo Messina Denaro", fissato appello per boss Sutera e tre fiancheggiatori|data = 11 maggio 2020|urlarchivio = https://archive.
Un pentito
|url=http://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/03/22/news/ha-un-nuovo-volto-e-non-ci-vede-quasi-piu-parla-l-uomo-che-ha-incontrato-matteo-messina-denaro-1.319917 |titolo=Esclusivo: «Matteo Messina Denaro ha un nuovo volto e io l'ho visto»|autore1=Lirio Abbate|autore2=Giovanni Tizian|editore=[[L'Espresso]]|data=28 marzo 2018|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180328120726/http://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/03/22/news/ha-un-nuovo-volto-e-non-ci-vede-quasi-piu-parla-l-uomo-che-ha-incontrato-matteo-messina-denaro-1.319917|urlmorto=no}}</ref>
La sua latitanza
Messina Denaro
Il 16 aprile 2019, nell'ambito delle indagini sulla latitanza di Messina Denaro,
A marzo del 2019
Nel dicembre del 2019
Le indagini hanno portato anche a Milano, dove alcuni uomini legati alla 'ndrangheta e al narcotraffico potrebbero costituire la sua rete di protezione che gli permette di essere latitante.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/24/messina-denaro-la-rete-del-boss-e-arrivata-a-milano/5683550/|titolo=Messina Denaro, la rete del boss è arrivata a Milano|autore=Davide Milosa|sito=[[il Fatto Quotidiano]]|data=24 gennaio 2020|accesso=28 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200128231617/https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/24/messina-denaro-la-rete-del-boss-e-arrivata-a-milano/5683550/|dataarchivio=28 gennaio 2020|urlmorto=no}}</ref>
A febbraio 2020, dopo la cattura del boss Salvatore Nicitra, uno dei capi della [[
Tra il 15 e il 20 giugno 2020
Il 21 ottobre 2020
La sera del 13 settembre 2021, dopo un'indagine della procura di [[Trento]], un uomo scambiato per Denaro fu erroneamente arrestato in un ristorante a [[L'Aia]]. Si trattava in realtà di un turista originario di [[Liverpool]] e residente in [[Spagna]], che si trovava nei [[Paesi Bassi]] per assistere al [[Gran Premio d'Olanda 2021|Gran Premio d'Olanda]] di [[Formula 1]]. L'uomo
=== L'arresto ===
Subito dopo l'arresto, Messina Denaro
Matteo Messina Denaro, durante l’interrogatorio in carcere e davanti al GIP,
Una settimana dopo, il 23 gennaio, i Carabinieri del [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] hanno arrestato, a [[Tre Fontane (Campobello di Mazara)|Tre Fontane]], Andrea Bonafede, [[geometra]] cinquantanovenne di [[Campobello di Mazara]], con l’accusa di [[associazione mafiosa]] per aver [[Sostituzione di persona|prestato la propria identità]] a Messina Denaro durante la sua latitanza. Bonafede è stato accusato di avergli fornito, oltre ai documenti falsi, un appartamento in vicolo San Vito a Campobello, in cui Messina Denaro ha trascorso gli ultimi mesi di latitanza, e un'[[Alfa Romeo Giulietta (2010)|Alfa Romeo Giulietta]] nera, acquistata a nome della madre di Bonafede.▼
Date le considerazioni del [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] di Palermo, tutta la vicenda si è sviluppata nel 2020, dato che il 13 novembre 2020 Messina Denaro è stato operato, per un [[tumore]] al [[colon]], presso l’ospedale Abele Ajello di [[Mazara del Vallo]] presentandosi con la [[tessera sanitaria]] prestata da Bonafede, e l'autovettura da lui usata risulta essere stata acquistata in un concessionario di Palermo il 27 luglio 2020.<ref>{{cita news|url=https://www.ilsole24ore.com/art/arrestato-bonafede-presto-l-identita-messina-denaro-AEvz2PZC|titolo=Arrestato Bonafede, prestò l’identità a Messina Denaro|editore=[[Il Sole 24 Ore]]|data=23 gennaio 2023}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/01/23/arrestato-andrea-bonafede-era-un-uomo-donore-riservato-di-messina-denaro-identita-prestata-al-boss-ecco-su-cosa-ha-mentito/6946756/|titolo=Arrestato Andrea Bonafede: “Era un uomo d’onore riservato di Messina Denaro. Identità prestata al boss? Ecco su cosa ha mentito”|editore=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=23 gennaio 2023}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/01/23/e-caccia-agli-altri-bunker-di-matteo-messina-denaro_fbe6763f-b201-457d-a9c0-c7a43f1c40b8.html|titolo=E' caccia agli altri bunker di Matteo Messina Denaro. Arrestato Andrea Bonafede|editore=[[ANSA]]|data=23 gennaio 2023}}</ref>▼
==== I fiancheggiatori ====
▲Una settimana dopo, il 23 gennaio, i Carabinieri del [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]]
▲Date le considerazioni del [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] di Palermo, tutta la vicenda si
Il 7 febbraio venne arrestato il dottor Alfonso Tumbarello, medico campobellese regolarmente iscritto e poi sospeso dal [[Grande Oriente d'Italia]] locale, ex consigliere provinciale negli anni Novanta e poi candidato alle regionali con l'Udc di Cuffaro,<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2023/01/18/news/il_medico_di_messina_denaro_e_massone_il_grande_oriente_ditalia_lo_sospende-384086351/|titolo=Il medico di Messina Denaro è massone, il Grande Oriente d'Italia lo sospende - la Repubblica|data=|accesso=2024-07-12|dataarchivio=18 gennaio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230118100600/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2023/01/18/news/il_medico_di_messina_denaro_e_massone_il_grande_oriente_ditalia_lo_sospende-384086351/|urlmorto=sì}}</ref> medico che avrebbe curato Messina Denaro durante la latitanza, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico; Tumbarello, inoltre, fu accusato di aver firmato le richieste di cura per la clinica dove il boss era stato catturato. Insieme a Tumbarello è stato tratto in arresto Andrea Bonafede, classe 1969, cugino e omonimo del geometra Andrea Bonafede (1963), accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati dal metodo mafioso. L'uomo avrebbe recapitato le ricette mediche al boss .<ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/arrestato-alfonso-tumbarello-medico-di-matteo-messina-denaro-ha-curato-per-anni-il-boss/|titolo=Arrestato Alfonso Tumbarello, medico di Matteo Messina Denaro: ha curato per anni il boss|sito=Fanpage|accesso=2023-03-16}}</ref> Il 5 settembre la posizione processuale nei confronti di Andrea Bonafede (1969) si aggravò, in quanto venne contestata all'imputato l'accusa di associazione mafiosa in aggiunta ai reati precedentemente contestati. Messina Denaro si sarebbe rivolto all'uomo in un momento di necessità, ossia il giorno dopo aver scoperto di essere malato di tumore. Bonafede avrebbe attivato una nuova scheda telefonica che, secondo gli inquirenti, venne in uso al boss negli ultimi anni di latitanza.<ref>{{Cita web|url=https://www.glpress.it/andrea-bonafede-non-un-semplice-favoreggiatore-di-messina-denaro-ma-un-associato-a-cosa-nostra/|titolo=Andrea Bonafede non un semplice favoreggiatore di Messina Denaro ma un associato a Cosa Nostra {{!}} GLPress|data=2023-09-05|accesso=2023-09-08|dataarchivio=3 ottobre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231003163238/https://www.glpress.it/andrea-bonafede-non-un-semplice-favoreggiatore-di-messina-denaro-ma-un-associato-a-cosa-nostra/|urlmorto=sì}}</ref> Il 30 novembre successivo Bonafede venne condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi, per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena, venendo però assolto dall'accusa di associazione mafiosa.<ref>{{Cita web|url=https://livesicilia.it/condannato-il-primo-dei-fedelissimi-di-messina-denaro-ma-non-e-mafioso/|titolo=Condannato il primo dei fedelissimi di Messina Denaro, ma non è mafioso|autore=Riccardo Lo Verso|sito=Live Sicilia|data=2023-11-30|accesso=2023-11-30}}</ref>
▲Matteo Messina Denaro, durante l’interrogatorio in carcere e davanti al GIP, ha ammesso di aver ordinato il sequestro del piccolo [[Giuseppe Di Matteo]], negando però di aver ordinato l'assassinio e attribuendo la responsabilità del delitto a [[Giovanni Brusca]], collaboratore di giustizia che dal 31 maggio 2021 è tornato in libertà.<ref>[https://www.fanpage.it/attualita/messina-denaro-nega-lomicidio-del-piccolo-di-matteo-per-vergogna-malvisto-anche-in-cosa-nostra/ “Messina Denaro nega l’omicidio del piccolo Di Matteo per vergogna, malvisto anche in Cosa nostra”] </ref>
Il 3 marzo fu arrestata Rosalia Messina Denaro, sorella del boss e madre del suo avvocato Lorenza Guttadauro, accusata di aver gestito la cassa di famiglia e la trasmissione dei pizzini che il boss mandava a familiari e collaboratori.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/03/matteo-messina-denar-arrestata-la-sorella-del-boss-rosalia-gestiva-la-cassa-della-famiglia-e-la-trasmissione-dei-pizzini/7084035/|titolo=Matteo Messina Denaro, arrestata la sorella del boss Rosalia: "Gestiva la cassa della famiglia e la trasmissione dei pizzini" - Il Fatto Quotidiano|autore=di Giuseppe Pipitone e Giovanna Trinchella|accesso=2023-03-16}}</ref>
Il 13 aprile è stata arrestata Laura Bonafede, con l'accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall'aver agevolato Cosa nostra: avrebbe fatto parte della rete di complici che ha protetto Messina Denaro durante la latitanza, provvedendo alle sue necessità di vita quotidiana, condividendo con lui un linguaggio cifrato e curando con maniacale attenzione la sua sicurezza; nel contempo è stata indagata anche la figlia della donna.<ref>[https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2023/04/13/arrestata-laura-bonafede-la-maestra-vicina-a-messina-denaro-le-e-stato-sospeso-lo-stipendio_6053ab54-4dc5-4c80-b945-25cb5b02d59c.html Arrestata Laura Bonafede, la maestra vicina a Messina Denaro] </ref> Laura Bonafede è anche la moglie di Salvatore Gentile, uno degli uomini di fiducia di Matteo Messina Denaro, utilizzato dallo stesso come basista per assassinii commessi a Campobello; Gentile è stato condannato all'ergastolo nel maxi-processo "Omega" per aver preso pare insieme a Messina Denaro agli omicidi di Pietro Calvaruso e Nicolò Tripoli negli anni novanta.<ref>{{Cita web|url=https://www.tp24.it/2023/04/19/antimafia/quegli-omicidi-del-marito-di-laura-bonafede-commessi-insieme-a-messina-denaro/189317|titolo=Quegli omicidi del marito di Laura Bonafede commessi insieme a Messina Denaro|autore=Tp24.it|sito=TP24.it|data=2023-04-19|lingua=it|accesso=2023-04-29}} </ref>▼
Il 16 marzo furono arrestati due coniugi, Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello Leonardo Bonafede, e Lorena Ninfa Lanceri, accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso; secondo gli inquirenti, i due avrebbero favorito la latitanza del boss ospitandolo presso la propria abitazione.<ref>{{Cita web|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/matteo-messina-denaro-latitanza-arresti_62317190-202302k.shtml|titolo=Matteo Messina Denaro, favorirono la latitanza: arrestati due coniugi {{!}} La coppia incastrata da una foto del boss|sito=amp.tgcom24.mediaset.it|accesso=2023-03-16}}</ref> L'11 ottobre successivo Lorena Ninfa Lanceri subì l'aggiunta di nuovi atti processuali a suo carico, in quanto i carabinieri del ROS avevano rinvenuto le sue impronte digitali su alcuni CD e DVD trovati nel covo di Messina Denaro, oltre ad una serie di acquisti destinati a quest'ultimo dal proprio account Amazon.<ref>{{Cita web|url=https://www.tp24.it/2023/10/12/antimafia/messina-denaro-nuove-accuse-per-la-vivandiera-lorena-lanceri/195792|titolo=Messina Denaro, nuove accuse per la "vivandiera" Lorena Lanceri|autore=Tp24.it|sito=TP24.it|data=2023-10-12|lingua=it|accesso=2024-01-12}}</ref> Il 12 gennaio 2024 Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri vennero condannati in primo grado con il rito abbreviato. Bonafede venne condannato alla pena di 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena, Lanceri a 13 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/12/il-bello-nella-mia-vita-e-stato-quello-di-incontrarti-condannata-a-13-anni-la-vivandiera-di-messina-denaro-sei-anni-e-8-mesi-al-marito/7408531/|titolo="Il bello nella mia vita è stato incontrarti". Condannata a 13 anni la vivandiera di Messina Denaro. Sei anni e 8 mesi al marito|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2024-01-12|accesso=2024-01-12}}</ref>
▲Il 13 aprile
Il 16 novembre l'autista di Messina Denaro, Giovanni Luppino, subì un cambio di capo d'imputazione, da una prima accusa di favoreggiamento aggravato divenne imputato di associazione mafiosa. Secondo accertamenti del reparto ROS dei carabinieri Luppino prima dell'arresto avrebbe tentato di estorcere denaro ad alcuni imprenditori affermando di essere un emissario del padrino e che il denaro sarebbe stato destinato proprio a quest'ultimo. Inoltre, a seguito dell'analisi delle celle telefoniche del Luppino, si riuscì a scoprire che avrebbe accompagnato per 50 volte l'ex latitante in clinica.<ref>{{Cita web|url=https://www.lasicilia.it/notizie/nuove-accuse-ad-autista-di-messina-denaro-si-aggrava-la-posizione-di-giovanni-luppino-1958073/|titolo=Nuove accuse ad autista di Messina Denaro, si aggrava la posizione di Giovanni Luppino|autore=Redazione|sito=La Sicilia|data=2023-11-16|accesso=2023-12-04}}</ref>
Il 13 marzo 2024 Giovanni Luppino, autista del capomafia, venne condannato a 9 anni per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena aggravata, venendo però assolto dall'accusa di [[Associazione di tipo mafioso|associazione mafiosa]].<ref>{{Cita web|url=https://livesicilia.it/messina-denaro-mafia-luppino-autista-condanna-malattia/|titolo=Al fianco di Messina Denaro anche nella malattia: Luppino condannato|autore=Riccardo Lo Verso|sito=Live Sicilia|data=2024-03-13|accesso=2024-03-13}}</ref>
Il 27 marzo 2024 sono Stati arrestati Massimo Gentile, di professione architetto, Cosimo Leone, tecnico radiologo all'ospedale di Mazara del Vallo e Leonardo Gulotta, operaio. I primi due sono accusati di [[Associazione di tipo mafioso|associazione mafiosa]], il terzo di [[Concorso esterno in associazione di tipo mafioso|concorso esterno in associazione mafiosa]], secondo gli inquirenti Gentile (cugino di Salvatore Gentile) avrebbe prestato dal 2007 al 2017 la propria identità al boss e di acquistare una [[Fiat 500 (2007)|FIAT 500]] e una moto [[BMW F650]], Leone si sarebbe occupato di far eseguire una tac al torace e all'addome all'ex boss in totale sicurezza oltre ad avergli consegnato un telefonino, infine Gulotta avrebbe messo a disposizione il proprio numero di telefono.<ref>{{Cita web|url=https://www.lasicilia.it/ultimi-aggiornamenti/la-vita-normale-di-messina-denaro-fermati-3-insospettabili-2089717/|titolo=La vita normale di Messina Denaro, fermati 3 insospettabili}}</ref>
L'11 giugno 2024 Andrea Bonafede (1963), il geometra che prestò la propria identità al boss, è stato condannato a 14 anni per [[Associazione di tipo mafioso|associazione mafiosa]] e concorso in falso.<ref>{{Cita web|url=https://www.palermotoday.it/cronaca/mafia/messina-denaro-condannato-andrea-bonafede.html|titolo=Mafia, prestò l'identità a Messina Denaro: condannato a 14 anni|sito=PalermoToday|lingua=it|accesso=2024-06-26}}</ref>
Il 17 gennaio 2025 Massimo Gentile, architetto, è stato condannato a 10 anni per [[Associazione di tipo mafioso|associazione mafiosa]], Cosimo Leone, tecnico radiologo, è stato condannato a 8 anni per [[Concorso esterno in associazione di tipo mafioso|concorso esterno in associazione mafiosa]], ed è stato assolto per "non avere commesso il fatto" Leonardo Gulotta.<ref>{{Cita web|url=https://www.lasicilia.it/cronaca/messina-denaro-processo-presunti-fiancheggiatori-boss-2-condanne-e-unassoluzione-2380126/|titolo=Messina Denaro, processo presunti fiancheggiatori boss: 2 condanne e un’assoluzione|sito=[[La Sicilia]]|data=17 gennaio 2025|accesso=13 giugno 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20250121110141/https://www.lasicilia.it/cronaca/messina-denaro-processo-presunti-fiancheggiatori-boss-2-condanne-e-unassoluzione-2380126/|dataarchivio=21 gennaio 2025|urlmorto=no}}</ref>
=== La morte ===
Dopo un improvviso aggravarsi delle sue condizioni
== Legami con la politica e l'imprenditoria ==
Secondo il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori e l'ex senatore [[Vincenzo Garraffa]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search |titolo=Accuse in aula a D'Alì 'Lo fecero votare i boss'|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 settembre 2005|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180320231005/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search|dataarchivio=20 marzo 2018|urlmorto=no}}</ref>, nel 1994 Messina Denaro si attivò per fare votare [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio D'Alì]] (rampollo della famiglia [[D'Alì|D'Alì Staiti]] per la quale il padre aveva lavorato), candidato nelle liste dell'allora nuovo movimento politico "[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]": infatti alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del marzo di quell'anno]] D'Alì risultò eletto al [[Senato della Repubblica|Senato]] con {{formatnum:52000}} voti nel collegio senatoriale di Trapani-Marsala, e venendo rieletto per altre tre legislature<ref name="autogenerato3" />, mentre nel territorio del mandamento di Messina Denaro (collegio Mazara-Castelvetrano) fu eletto [[Ludovico Corrao]]. D'Alì nel 2001 venne nominato [[sottosegretario di Stato]] al [[Ministero dell'interno]] nei [[Governo Berlusconi II|
Sinacori dichiarò inoltre che «era risaputo che i D'Alì con i Messina Denaro erano in buoni rapporti, se qualcuno aveva bisogno, poteva andare a chiedere ai Messina Denaro di intercedere»<ref>[http://www.antimafiaduemila.com/2013091845072/primo-piano/il-senatore-e-a-disposizione-dellassociazione-mafiosa.html "Il senatore è a disposizione dell'associazione mafiosa"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131104235634/http://www.antimafiaduemila.com/2013091845072/primo-piano/il-senatore-e-a-disposizione-dellassociazione-mafiosa.html |data=4 novembre 2013 }} Antimafiaduemila.com</ref>; tuttavia la famiglia D'Alì Staiti si difese dichiarando che licenziarono Messina Denaro dopo aver saputo che si era reso latitante<ref name="autogenerato3" />. Un altro collaboratore di giustizia, Francesco Geraci (ex gioielliere e mafioso di [[Castelvetrano]]), dichiarò che nel 1992 [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio D'Alì]] cedette alcuni suoi terreni nei pressi di [[Castelvetrano]] a Messina Denaro, il quale li regalò al ''boss'' [[Salvatore Riina]]; il [[prestanome]] della transazione fu Geraci stesso. Inoltre nel 1998 i documenti acquisiti dalla [[Commissione parlamentare antimafia]] fecero emergere che nel 1991 Messina Denaro (all'epoca ufficialmente agricoltore) aveva percepito un'[[indennità di disoccupazione]] di quattro milioni di [[lira italiana|lire]] attraverso Pietro D'Alì, fratello di [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio]]<ref name="autogenerato3" />. Nell'ottobre 2011 la procura di [[Palermo]] chiese il rinvio a giudizio nei confronti del senatore D'Alì per [[concorso esterno in associazione mafiosa]] a causa dei suoi rapporti con Messina Denaro e altri mafiosi della [[provincia di Trapani]], sempre smentiti pubblicamente dal senatore<ref>{{Cita web|url=http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-14193b67-8b19-4926-b0f1-9131489de373.html?refresh_ce |titolo=MAFIA, CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER SENATORE D'ALÌ|editore=[[TG1]]|data=24 ottobre 2011|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712195642/http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-14193b67-8b19-4926-b0f1-9131489de373.html?refresh_ce|dataarchivio=12 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref>; il 30 settembre 2013 D'Alì venne assolto soltanto per i fatti successivi al 1994 mentre i giudici dichiararono la prescrizione per quelli precedenti, nonostante l'accusa avesse chiesto una condanna a sette anni e quattro mesi di carcere<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/30/news/assolto_il_senatore_d_ali-67586696/ |titolo=Accusato di concorso esterno assolto il senatore D'Ali|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=30 settembre 2013|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170807192440/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/30/news/assolto_il_senatore_d_ali-67586696/|dataarchivio=7 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>. Dopo diversi annullamenti e rinvii, Il 21 luglio 2021 la Corte d'Appello di [[Palermo]] ha condannato D'Alì a 6 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/21/concorso-esterno-in-associazione-mafiosa-ex-senatore-di-forza-italia-antonio-dali-condannato-in-appello-a-sei-anni-di-carcere/6269133/|titolo=Concorso esterno, ex senatore di Forza Italia Antonio D’Alì condannato in appello a 6 anni: “Era a disposizione dei Messina Denaro”|data=21 luglio 2021|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano}}</ref>, sentenza resa definitiva dalla [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] l'anno successivo<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/13/antonio-dali-condanna-definitiva-a-sei-anni-per-concorso-esterno-in-associazione-mafiosa-allex-senatore-di-fi-andra-in-carcere/6904702/|titolo=Antonio D'Alì, condanna definitiva a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex senatore berlusconiano andrà in carcere|sito=Il Fatto Quotidiano|data=13 dicembre 2022|accesso=13 dicembre 2022}}</ref>.
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Esponenti di una cosca vicina a Matteo Messina Denaro sono stati arrestati per aver trasferito in Sicilia una somma di denaro guadagnata con l'allestimento di alcuni stand dell'[[Expo 2015|EXPO di Milano]] del 2015.<ref>{{Cita web|url=https://livesicilia.it/2016/07/06/lindagine-su-mafia-ed-expo-spunta-il-nome-di-messina-denaro_765833/|titolo=L'indagine su mafia ed Expo Spunta il nome di Messina Denaro|editore=Live Sicilia|data=7 luglio 2016|accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160707154402/https://livesicilia.it/2016/07/06/lindagine-su-mafia-ed-expo-spunta-il-nome-di-messina-denaro_765833/|urlmorto=no}}</ref>
Le indagini hanno portato a indagare anche il vicepresidente di [[
Anche a [[San Marino]] si è trovato un legame: un professionista ha avuto contatti email con uno stretto collaboratore di Matteo Messina Denaro.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2016/06/21/palenzona-la-cassazione-resuscita-tutte-le-accuse/2847600/|titolo=San Marino. Un professionista sammarinese in contatto con Matteo Messina Denaro?|editore=Libertas.sm|data=20 giugno 2017|accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181006061013/http://www.libertas.sm/notizie/2017/06/20/san-marino-un-professionista-sammarinese-in-contatto-con-matteo-messina-denaro.html|dataarchivio=6 ottobre 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2016/06/21/palenzona-la-cassazione-resuscita-tutte-le-accuse/2847600/|titolo=Unicredit, la Cassazione riabilita l’indagine su Palenzona. I pm: “Favorì società vicine a Messina Denaro”|autore=Antonio Massari|editore=[[il Fatto Quotidiano]]|data=21 giugno 2016|accesso=13 luglio 2019|citazione = La Corte resuscita l'indagine, con una sentenza dura bastona il Tribunale del Riesame che aveva stroncato l'intera inchiesta: "I giudici sono andati ben oltre i propri compiti"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190713152500/https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2016/06/21/palenzona-la-cassazione-resuscita-tutte-le-accuse/2847600/|urlmorto=no}}</ref>
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== Processi ==
* Nel
* Nel
* Nello stesso
* Nel
* Nel
* Nel ottobre
* Il 19 luglio
== Impatto culturale ==
* Nella prima stagione (nel 2018) della
* Una versione fittizia di Messina Denaro viene interpretata da [[Elio Germano]] nel film ''[[Iddu - L'ultimo padrino]]'' (2024), ispirato alla sua corrispondenza con Antonino Vaccarino.<ref>{{cita news|data=7 gennaio 2024|url=https://www.balarm.it/news/la-vita-di-iddu-in-sicilia-i-retroscena-pure-sul-titolo-del-primo-film-su-messina-denaro-142157|titolo=La vita di "Iddu" in Sicilia: i retroscena (pure sul titolo) del primo film su Messina Denaro|sito=balarm.it|accesso=25 luglio 2024}}</ref>
▲* Nella prima stagione (nel 2018) della [[serie tv]] ''[[Il cacciatore (serie televisiva 2018)|Il cacciatore]]'' trasmessa su [[Rai 2]], tratta dal romanzo autobiografico ''Cacciatore di mafiosi'' del magistrato [[Alfonso Sabella]], Messina Denaro viene interpretato da [[Lorenzo Adorni]].<ref>{{Cita web|url=https://manintown.com/lorenzo-adorni-maschile-singolare/2021/06/14/|titolo=Lorenzo Adorni: Maschile singolare|autore=Fabrizio Imas|sito=MANINTOWN|data=2021-06-14|lingua=it-IT|accesso=2023-07-08}}</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Salvatore Mugno]] [a cura di], ''[[Lettere a Svetonio|Matteo Messina Denaro. Lettere a Svetonio. Il capo di Cosa nostra si racconta]]'', Viterbo, Stampa Alternativa, 2008, ISBN 978-88-6222-053-8.
* Salvatore Mugno, ''Matteo Messina Denaro. Un padrino del nostro tempo'', Bolsena (VT), Massari Editore, 2011, ISBN 978-88-457-0269-3.
* [[Alessandra Dino]], ''Gli ultimi padrini. Indagine sul governo di Cosa nostra'', Roma-Bari. [[Editore Laterza]], 2011.
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* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|tipologia =
|carica = Capo dei capi di [[Cosa nostra]]
|immagine =
|periodo = [[2007]] - [[2023]]
|precedente = [[Salvatore Lo Piccolo]]
|successivo = [[Giovanni Motisi]]
}}
{{Cosa Nostra}}
{{Controllo di autorità}}
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