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istituzione<ref>Primo De Vecchis, Tobino medico di manicomio attraverso il diario, in La sabbia e il marmo. La Toscana di Mario Tobino, a cura di Giulio Ferroni, Roma, Donzelli Editore, 2012, p. 9</ref>}}
 
La forma del "[[diario]]", che viene esplicitamente adottata in questo volume, anche nel momento dell'edizione, è importante per comprendere tutta la scrittura di Tobino. Sono numerosi gli studi che riconducono tutta la sua opera a una rielaborazione del ''Diario''<ref name=":0">Mario Tobino, Opere scelte, a cura di Paola Italia, Milano, Mondadori, 2007, pp. 1861-1871</ref> quotidiano e ancora inedito, annotato per quaranta anni dallo scrittore. In esso Tobino, oltre a confrontarsi con i temi cardine della sua vita dentro e fuori Maggiano, trova il contenitore per la prima stesura di molte delle sue future opere<ref>Mario Tobino, Opere scelte, a cura di Paola Italia, Milano, Mondadori, 2007, p. 1862</ref>. Egli arriva anche al punto di pensare a una pubblicazione dello stesso<ref>Mario Tobino, Opere scelte, a cura di Paola Italia, Milano, Mondadori, 2007, p. 1864</ref>. Nel [[I Meridiani|Meridiano]] dedicato a Mario Tobino è stato pubblicato uno stralcio del diario relativo all'anno [[1950]], mentre in [[Appendice (testo)|appendice]] a [[Le libere donne di Magliano]] è possibile leggere il ''I° Quaderno del II° Maggiano'', quaderno autonomo all'interno del diario giornaliero, in cui Tobino parla dell'accoglienza del romanzo del '53 e dei propositi successivi di scrittura.
 
Tuttavia, nessuna traccia del testo emerge nelle pubblicazioni successive, e il volume rimane sconosciuto fino al 1990.
 
Le prime notizie pubbliche dell'esistenza del testo appaiono nello stesso anno della pubblicazione, il [[1990]], in coincidenza con gli ottanta anni di Tobino. Già nel gennaio alcune notizie escono sui principali [[Quotidiano|quotidiani]] nazionali<ref name=":1">Vincenzo Pardini, Da Magliano a Pechino, “La Nazione”, 14 gennaio
1990</ref>. Il volume esce nel maggio, e l'accoglienza critica è varia e nazionalmente rilevante.
 
== Trama ==
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== Ricezione critica ==
 
Le prime notizie del testo appaiono nel gennaio del 1990 sui principali quotidiani nazionali, in occasione degli ottanta anni dell'autore. Le prime anticipazioni provengono da interviste allo scrittore e parlano del testo come del «libro a cui attendevo con indicibili sofferenze»<ref>Pardini 1990<name=":1" /ref>. Il ritrovamento dei «quaderni neri» viene annunciato il 19 maggio su “[[La Nazione]]” insieme alla prima testimonianza pubblica riguardo alla
modalità di rinvenimento del diario: «Credevo di averli perduti questi quaderni – dice Tobino
– li ritrovai in un baule di mia madre»<ref>LaVincenzo Pardini, Tobino e i suoi quaderni neri Nazione</ref>. Il suo nuovo
romanzo, “La Nazione”, 19 maggio 1990</ref>.
 
La prima accoglienza critica del volume vede molteplici voci note nel panorama italiano, su testate famose. Le prime [[Recensione|recensioni]] si concentrano soprattutto sui temi della critica alla politica e alla dislocazione a Pechino del diario lucchese<ref>Pardini,Manlio Cancogni, I soli “matti” che Tobino non può amare, 1990</ref>.“Il
Giornale”, 2 marzo 1990.</ref>.
 
Nei mesi successivi all'uscita, invece, la critica si rivolge ad asplorare tematiche più ampie, come quella della [[psicofarmacologia]], il tema più importante e attuale del libro, e quello della "comunità", un filo rosso di interesse fondamentale per comprendere tutti i contenuti della scrittura di [[Mario Tobino]]<ref> Giacomo Magrini, Mario Tobino e lo stile della comunità, “Paragone”,
a. LXI, n. 23 (488), ottobre 1990, 20-32. Giuseppe Nava, I modi del racconto di Tobino, “Paragone”, a. LXI, n.
23 (488), ottobre 1990, pp. 33-45.</ref>. Lo "stile della comunità", messo in luce dalla critica successiva proprio a questo volume, si riflette nelle opere di Tobino con la narrazione delle comunità di cui è stato parte e dei loro protagonisti, lo scorcio da cui dichiarare la propria visione dei rapporti e della società. La sua è una "comunità" non idilliaca ma necessaria ai bisogni umani concreti.
 
== Contesto storico e influenze culturali==
 
=== La psichiatria di Mario Tobino ===
I contenuti del volume sono di primaria importanza per comprendere uno spaccato della storia dell'ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano, ora sede della Fondazione Mario Tobino, e del contesto storico-psichiatrico nazionale che da esso Tobino guarda.
Gli anni di ambientazione del diario sono cruciali per la comunità scientifica, per l'introduzione delle nuove cure farmacologiche, in affiancamento o sostituzione di quelle [[Psichiatria biologica|biologiche]] per gli internati nei manicomi.
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Tobino, in qualità di direttore, ha un atteggiamento prudente, e mentre denuncia gli effetti di cure come l'elettroshok, paragona i risultati di queste cure a quelli della recente "cura del sonno", a base di [[clorpromazina]], sottolineandone la somiglianza<ref>MP p.</ref>.
 
I cambiamenti maggiori apportati all'ospedale riguardano l'assetto degli spazi del manicomio. L'interesse principale per Tobino è quello verso la quotidianità dei malati, del decoro e dell'apertura nei confronti della comunità circostante, gli abitanti della campagna lucchese. Il volume, per il sguardo inedito e per la quasi totale veridicità biografica, segna una tappa importante per comprendere la maturazione del pensiero psichiatrico di Tobino, sistematizzato anche attraverso la pagina letteraria.
 
La psichiatria di Tobino e l'operazione da lui compiuta soprattutto nei volumi ''Le libere donne di Magliano'' e ''Il manicomio di Pechino'' deve essere ascritta alla branca [[Psichiatria fenomenologica|fenomenologica]]. Pur non essendosi mai dichiarato afferente a nessuna scuola medica, infatti,Tobino ha una visione originale e precisa nell'approccio alla malattia e soprattutto al malato, dichiarato nella sua tesi di specializzazione, nel diario, e nei romanzi "manicomiali". A partire dai più recenti studi sulla sua biografia e sulla sua opera<ref name=":0" />, [[Eugenio Borgna]] ha per primo dichiarato Mario Tobino uno psichiatra "fenomenologo"<ref> Eugenio Borgna, A tu per tu con la follia, in Mario Tobino, Opere scelte, BorgnaMilano, Mondadori, 2007, pp. XI-XXIV.</ref>:
Il volume segna dunque una tappa importante per comprendere la maturazione del pensiero psichiatrico di Tobino, sistematizzato anche attraverso la pagina letteraria.
 
La psichiatria di Tobino e l'operazione da lui compiuta soprattutto nei volumi ''Le libere donne di Magliano'' e ''Il manicomio di Pechino'' deve essere ascritta alla branca [[Psichiatria fenomenologica|fenomenologica]]. Pur non essendosi mai dichiarato afferente a nessuna scuola medica, infatti, nell'approccio alla malattia e soprattutto al malato, dichiarato nella sua tesi di specializzazione, nel diario, nei romanzi, [[Eugenio Borgna]] ha dichiarato Mario Tobino uno psichiatra "fenomenologo"<ref> Opere scelte, Borgna</ref>:
{{Citazione|Fra le due psichiatrie possibili, quella biologica e quella
ermeneutica, è stata quest’ultima a sigillare il suo modo di
vivere la follia: nella sua umanità e nella sua fragilità, nella sua originalità e nella sua creatività. Nella storia della psichiatria italiana, divorata costantemente dall’assimilazione alla neurologia, solo i lavori di Ferdinando Barison,
di Danilo Cargnello e di G.E. Morselli si possono accompagnare a quelli di Tobino nell’intravedere e nel descrivere
i mondi della follia nella loro connotazione umana e fenomenologica.<ref>BrognaEugenio Borgna, A tu per tu con la follia, in Mario Tobino, Opere scelte, Milano, Mondadori, 2007, pp. XII.</ref>
}}
 
=== Il rapporto con Franco Basaglia ===
Pochi anni prima dell'uscita del volume, Mario Tobino e il suo libro ''Gli ultimi giorni di Magliano'', erano stati al centro del dibattito sulla [[Legge Basaglia]], del [[1978]], che avrebbe visto la progressiva chiusura di tutti glidegli ospedali psichiatrici.
La polemica e il dibattito tra [[Franco Basaglia]] e Mario Tobino si esplicita in numerosi articoli apparsi sui quotidiani nazionali da metà degli anni '70. Egli, infatti:
{{Citazione|ha paura che i malati, in teoria beneficiari della nuova legge libertaria, finiscano in realtà per essere abbandonati a se stessi o ritornino in seno alle famiglie, spesso impreparate ad affrontare l'imprevedibilità del disagio psichico<ref>De Vecchis p. LXXI</ref>.}}
 
LaPur polemicanella vicinanza di opinioni riguardo al rapporto con i malati e nell'approccio psichiatrico, il dibattito tra [[Franco Basaglia]] e Mario Tobino rimane celebre e si esplicita in numerosi articoli apparsi sui quotidiani nazionali da metà degli anni '70. EgliTobino, infatti:
Anche dopo la promulgazione della legge e la morte di Basaglia, Tobino continua a denunciare le sorti dei pazienti, e le problematiche sorte all'indomani delle prime applicazioni nelle comunità locali<ref> Primo De Vecchis, Gli ultimi giorni di Magliano </ref>.
{{Citazione|ha paura che i malati, in teoria beneficiari della nuova legge libertaria, finiscano in realtà per essere abbandonati a se stessi o ritornino in seno alle famiglie, spesso impreparate ad affrontare l'imprevedibilità del disagio psichico<ref>Primo De Vecchis, Nota Storica, in Mario Tobino, ''Gli ultimi giorni di Magliano'', Milano, Mondadori, 2009, p. LXXI</ref>.}}
 
Anche dopo la promulgazione della legge e la morte di Basaglia, Tobino continua a denunciare le sorti dei pazienti, e le problematiche sorte all'indomani delle prime applicazioni della legge nelle comunità locali a lui conosciute<ref> Primo De Vecchis, Nota Storica, in Mario Tobino, ''Gli ultimi giorni di Magliano'', Milano, Mondadori, 2009. </ref>.
 
== Edizioni ==
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* {{Cita libro|titolo=Il manicomio di Pechino|altri=Introduzione di [[Valeria Paola Babini]]|edizione=Collana Oscar Moderni|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2023|isbn=978-88-047-6456-4}}
 
== Note (da fare) ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
===Bibliografia primaria===
*{{Cita libro|autore=Mario Tobino,|curatore=Paola ''Italia|titolo=Le libere donne di Magliano'', a cura di Paola Italia, |annooriginale=1953|anno=2015|editore=Mondadori|città=Milano, Mondadori, 2012 [1953].}}
*{{Cita libro|autore=Mario Tobino|curatore=Primo De Vecchis|curatore2=Monica Marchi|curatore3=Paola Italia|curatore4=|titolo=Gli ultimi giorni di Magliano|annooriginale=1982|anno=2012|editore=Oscar Mondadori|città=Milano}}
*Mario Tobino, ''Il manicomio di Pechino'', Collana Varia di letteratura, Milano, Mondadori, 1990, ISBN 978-88-043-3540-5.
 
*Mario Tobino, ''Il manicomio di Pechino'', Introduzione di Valeria Paola Babini, Collana Oscar Moderni, Milano, Mondadori, 2023, ISBN 978-88-047-6456-4.
*{{Cita libro|autore=Mario Tobino, ''|titolo=Il manicomio di Pechino'', Collana |collana=Varia di letteratura, Milano, Mondadori, |anno=1990, ISBN 978-88-043-3540-5.}}
*{{Cita libro|autore=Mario Tobino|titolo=Il manicomio di Pechino|edizione=Mondadori|collana=Oscar moderni|anno=2023}}
 
===Bibliografia secondaria===
* {{Cita libro|autore=Mario Tobino|titolo=Opere scelte|collana=I Meridiani|anno=2007|editore=Mondadori|città=Milano}}
* Mario Tobino, ''Opere scelte'', a cura di Paola Italia, Milano, Mondadori, 2007, ISBN 9788804549208.
*{{Cita libro|autore=Giuseppe Emiliano Bonura, |autore2=Paola Italia e |autore3=Giacomo Contiero, ''|titolo=Mario Tobino: bibliografia testuale e critica (1931-2009)'', |collana =Notiziario bibliografico toscano, |anno=2010|editore=Bibliografia e informazione, 2010, ISBN 978-88-902523-3-4.Informazione}}
*{{Cita libro|autore=Valeria P.Paola Babini, ''|titolo=Liberi tutti'',tuti|ed=Il Mulino|città=Bologna, il Mulino, 2009.}}
*Primo De Vecchis, ''Tobino medico di manicomio attraverso il diario'', in La sabbia e il marmo. La Toscana di Mario Tobino, a cura di Giulio Ferroni, Roma, Donzelli Editore, 2012.
*{{Cita pubblicazione|autore=Giacomo Magrini,|data=ottobre ''1990|anno=LXI|titolo=Mario Tobino e lo stile della comunità'', “Paragone”, a. LXI, n. |rivista=Paragone|volume=23 (488), ottobre 1990, |pp=20-32.}}
*{{Cita pubblicazione|autore=Vincenzo Pardini,|data=14 ''gennaio 1990|titolo=Da Magliano a Pechino'',|rivista=La “La Nazione”, 14 gennaio 1990.Nazione}}
 
== Voci correlate ==