Impero partico: differenze tra le versioni

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|nomeCorrente = Impero partico
|nomeCompleto = Impero partico
|nomeUfficiale = AshkâniânAshkāniān
|linkBandiera = Vexilloid of the Parthian Empire.svg
|paginaBandiera =
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}}
 
L{{'}}'''Impero partico''' o '''arsacide''' fu una delle potenze politiche e culturali iraniche nell'[[Persia|antica Persia]].<ref>{{cita|Waters 1974|p. 424}}.</ref> Era retto dalla [[Arsacidi di Partia|dinastia arsacide]], fondata da [[Arsace I]],<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 84}}.</ref> capo della [[tribù]] [[Popoli nomadi|nomade]] [[sciti]]co-iranica dei [[Dahai|Parni]], che fondò l'impero a metà del [[III secolo a.C.]] conquistando la [[Partia (satrapia)|Partia]],<ref>{{cita|Bickerman 1983|p. 6}}: "Roughly western [[Khorasan|Khurasan]]" (all'incirca il Khurasan occidentale").</ref> nel nord-est dell'[[Iran]], una [[satrapia]] allora in rivolta contro l'[[Impero seleucide]].
Sotto [[Mitridate I di Partia]], l'impero si espanse conquistando la [[Medi]]a e la [[Mesopotamia]] a danno dei Seleucidi. Al suo culmine ([[I secolo a.C.]]), si estendeva dall'[[Eufrate]] (odierna Turchia sud-estorientale) all'Iran orientale. Era attraversato dalla [[Via della seta]], che collegava l'[[Impero romano]] nel [[bacino del Mediterraneo]] e lall'[[Dinastia Han|Impero Han]] della [[Cina]], e conobbe fiorenti traffici commerciali.
 
I Parti assorbirono vari aspetti delle civiltà dei popoli sottomessi, specie quellequelli delle civiltà [[Cultura persiana|persiana]] ed [[Civiltà ellenistica|ellenistica]]. Con il passare dei secoli la civiltà persiana prevalse su quella ellenistica, che fu progressivamente abbandonata nel corso degli anni, anche se mai del tutto. I re arsacidi erano detti "[[re dei re]]" e si dicevanoconsideravano eredi dell'[[Impero achemenide]]. Ne differivano però per un sistema di governo più decentrato: molte regioni erano governate da re vassalli, non da [[satrapi]]. Con l'espansione dell'Imperoimpero, la sede del governo fu spostata da [[Nisa (città)|Nisa]], in [[Turkmenistan]], a [[Ctesifonte]], lungo il [[Tigri]] (poco a sud dell'odierna [[Baghdad]], in Iraq); varie altre città furono capitalecapitali per breve tempo.
 
I primi nemici dei Parti furono i [[Seleucidi]] ada ovest e gli [[Sciti]] ada est. Tuttavia, man mano che la Partia si espanse ada ovest, venne a scontrarsi con il [[Regno d'Armenia]], e poi con [[Storia romana|Roma]]. Roma e la Partia si contesero per secoli il controllo indiretto sul [[Regno cliente (storia romana)|regno cliente]] di d'[[Regno d'Armenia|Armenia]]. I [[Guerre romano-partiche|conflitti tra le due potenze]], combattuti in Armenia, Siria ed ine Mesopotamia, finirono insenza risultati nulladecisivi, e nessun contendente riuscì a togliere territori stabilmente all'altro. Le frequenti guerre civili tra i contendentipretendenti al trono partici furono più pericolose delle invasioni straniere, e l'Impero dei Parti cadde quando [[Ardashir I]], un re vassallo dei Parti, si rivoltò contro gli Arsacidi e ne detronizzò l'ultimo re, [[Artabano IV]]. Nel 224 d.C. Ardashir fondò l'[[Impero sasanide]], destinato a governare l'Iran e larga parte del [[Vicino Oriente]] fino alle [[espansione islamica|conquiste islamiche]] del [[VII secolo d.C.]], anche se la dinastia arsacide si perpetuò nella [[Arsacidi d'Armenia|dinastia arsacide di Armenia]].
 
Le fonti native partiche, scritte in [[lingua partica|partico]], in [[lingua greca|greco]], nonchée in numerosi altri idiomi, sono assai poche se comparate a quelle sasanidi o achemenidi. A parte poche tavoletavolette [[cuneiformi]], [[ostraca]] frammentari, iscrizioni su rocciarupestri, [[dracma|dracme]], ed alcuni altri documenti, molta della storia dei Parti è pervenuta solo tramite fonti estere, [[storiografia greca|greche]] e [[storiografia romana|romane]], ma anche [[storiografia cinese|cinesi]]. L'arte partica è considerata dagli studiosi una fonte valida per lo studio e per la comprensione di quegli aspetti della società e della cultura partica che non sono trattati nelle altre fonti.
 
== Storia ==
=== Origini ===
{{Vedi anche|Partia (satrapia)|Iranici}}
Prima che [[Arsace I di Partia|Arsace I]] fondasse la dinastia arsacide, egli era il capo tribale dei [[Parni]], una delle diverse tribù [[nomadi]] facenti parte della confederazione dei [[Dahae]]. I Parti erano una [[popolazione indoeuropea]] proveniente dall'Asia Centrale, e risiedevano a nord della Partia.<ref>{{cita|Katouzian 2009|p. 41}}; {{cita|Curtis 2007|p. 7}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 24-27}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 83-84}}.</ref> Quest'ultima era una provincia nordorientalenord-orientale dell'[[Impero achemenide]] prima, e [[Seleucidi|seleucide]] poi.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 24-27}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 83-84}}.</ref> La scarsa attenzione dedicata alle province orientali del loro impero dai sovrani seleucidi di Siria permise al satrapo [[Andragora]] di rivoltarsi e separare la Partia dal resto dell'Impero intorno al 247 a.C.; poco tempo dopo, intorno al 238 a.C., la Partia fu invasa dai Parni, condotti da Arsace I, che deposero Andragora e si impadronirono della regione, fondando così l'Impero partico, come narrato dallo storico romano [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]]:
{{Citazione|([Arsace)] era dedito a una vita di saccheggi e di ruberie quando, ricevuta la notizia della sconfitta di [[Seleuco II Callinico|Seleuco]] contro i [[Galli]], non avendo più paura del re, attaccò i Parti con una banda di predoni, rovesciò il loro prefetto Andragora, e, dopo averlo ucciso, assunse il comando sulla nazione|[http://www.forumromanum.org/literature/justin/texte41.html Giustino, xli.XLI, 4]|lingua=la|Hic solitus latrociniis et rapto vivere accepta opinione Seleucum a Gallis in Asia victum, solutus regis metu, cum praedonum manu Parthos ingressus praefectum eorum Andragoran oppressit sublatoque eo imperium gentis invasit.}}
 
=== Inizi dell'Impero dei partiParti (dal 247-171 a.C.) ===
{{Vedi anche|Arsacidi di Partia}}
[[File:Pdc 24586.jpg|thumb|left|[[Dracma]] d'argento di [[Arsace I di Partia|Arsace I]] (''r''. ''c''.&nbsp;247-211&nbsp;a.C.) con un'iscrizione in [[alfabeto greco]] del suo nome (ΑΡΣΑΚΟΥ).]]
 
Non è chiaro perché la corte arsacide abbia scelto retroattivamente il 247&nbsp;a.C. come il primo anno dell'era arsacide. Alcuni studiosi, come Vesta Sarkhosh Curtis, asseriscono che il 247 a.C. fu semplicemente l'anno in cui Arsace venne nominato capo tribale dei Parni;<ref name="curtis_2007_7">{{cita|Curtis 2007|p. 7}}.</ref> altri studiosi, come Homa Katouzian<ref name="katouzian_2009_41">{{cita|Katouzian 2009|p. 41}}.</ref> e Gene Ralph Garthwaite,<ref name="garthwaite_2005_67">{{cita|Garthwaite 2005|p. 67}}.</ref> sostengono, invece, che fu in quell'anno che Arsace conquistò la Partia ed espulse le autorità seleucidi; altri studiosi ancora, come Curtis<ref name="curtis_2007_7"/> e Maria Brosius,<ref name="brosius_2006_85">{{cita|Brosius 2006|p. 85}}.</ref> ritengono che Andragora sia stato rovesciato dagli Arsacidi solo nel 238&nbsp;a.C. [[Adrian David Hugh Bivar]] conclude che Arsace I conquistò la regione intorno al 238 a.C., ma "retrodatò i suoi anni di regno" al momento in cui i Seleucidi persero il controllo della Partia a causa della rivolta del loro [[satrapo]] [[Andragora]] (247 a.C.).<ref name="bivar_1983_28-29">{{cita|Bivar 1983|pp. 28-29}}.</ref>
 
Non è ben chiaro chi sia stato il successore di Arsace I, anche a causa delle discordanze tra le fonti: secondo i frammenti della ''Parthica'' di [[Arriano]], alla morte di Arsace I gli succedette il fratello Tiridate I, a sua volta succeduto dal figlio Artabano I; per lo storico romano [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]], invece, il successore di Arsace I fu il figlio [[Arsace II di Partia|Arsace II]]. In passato, sulla base dell'autorevole parere dello studioso polacco Jozef Wolski, la versione di Arriano è stata respinta a favore del racconto di Giustino da molta della storiografia moderna, per la quale Tiridate I era da considerarsi un sovrano leggendario e Arsace I avrebbe in realtà regnato dal 246 a.C. fino al 211 a.C., succeduto dal figlio Arsace II. Recentemente, tuttavia, la teoria che ad Arsace I succedette il fratello e non il figlio è tornata in auge in seguito al rinvenimento di un<nowiki> '</nowiki>''ostraca[[ostracon]]'' nel corso di scavi archeologici, che attesta che [[Friapazio]] fosse il "figlio del nipote di Arsace", suggerendo che effettivamente suo padre, Artabano I/Arsace II, non era figlio di Arsace I, come sostenuto da Giustino, bensì figlio del fratello, come sostenuto da Arriano;. sullaSulla base di quest'questo ''ostracaostracon'', Bivar conclude che la versione di Arriano non può essere respinta del tutto.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}.</ref> Gli studiosi sono tuttora divisi tra chi, come Katouzian,<ref name="katouzian_2009_41"/> ritiene che ad Arsace I succedette il fratello [[Tiridate I di Partia|Tiridate I]], e chi, come Curtis<ref name="curtis_2007_8">{{cita|Curtis 2007|p. 8}}.</ref> e Brosius,<ref name="brosius_2006_86">{{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref> sostiene che Arsace II fu l'immediato successore di Arsace I. Anche le date di inizio regno e fine regno sono incerte: Curtis sostiene che il regno di Arsace II ebbe inizio nel 211&nbsp;a.C., mentre per Brosius ciò avvenne nel 217&nbsp;a.C. Come osserva Bivar, il 138&nbsp;a.C., l'ultimo anno di regno di Mitridate I, è "la prima data di regno della storia dei Parti che è possibile determinare con precisione."<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 36}}.</ref> A causa di queste e altre discrepanze, Bivar ha redatto due distinte cronologie dei re accettate dagli storici.<ref name="bivar_1983_98-99">{{cita|Bivar 1983|pp. 98-99}}.</ref>
 
[[File:Rome-Seleucia-Parthia 200bc.jpg|thumb|upright=1.4|La [[Partia (satrapia)|Partia]], in giallo, l'[[Seleucidi|Impero seleucide]] (blu) e la [[Repubblica romana]] (viola) nel 200&nbsp;a.C.]]
 
Negli anni successivi, Arsace consolidò la sua posizione in Partia e in [[Ircania]] approfittando del fatto che i Seleucidi erano impegnati in una guerra contro il re ellenistico delld'Egitto [[Tolomeo III|Tolomeo III Euergete]] (''r''.&nbsp;246-222&nbsp;a.C.), che tra l'altro aveva invaso la Siria stessa, e dunque non potevano concentrare le loro attenzioni sulle province orientali del loro dell'impero. Il conflitto con Tolomeo, la cosiddetta [[Terza guerra siriaca]] (246-241&nbsp;a.C.), consentì anche a [[Diodoto I]] di rivoltarsi e fondare il [[regno greco-battriano]] nell'Asia Centrale.<ref name="brosius_2006_85"/> Il successore di quest'ultimo, [[Diodoto II]], formò un'alleanza con Arsace contro i Seleucidi; malgrado tale alleanza, i Parti furono messi in difficoltà dalla successiva controffensiva seleucide volta a riconquistare i territori perduti: Arsace fu temporaneamente costretto a ritirarsi dalla Partia dalle forze di [[Seleuco II Callinico]] (''r''.&nbsp;246-225&nbsp;a.C.),<ref name="brosius_2006_85-86">{{cita|Brosius 2006|pp. 85-86}}.</ref> anche se poi, dopo aver trascorso un periodo in esilio presso la tribù nomade degli [[Apasiacae]], riuscì a sferrare una vittoriosa controffensiva che gli consentì di riconquistare il proprio regno. Il successore di Seleuco II, [[Antioco III il Grande]] (''r''.&nbsp;222-187&nbsp;a.C.), fu incapace di intervenire immediatamente perché le sue truppe erano ancora intente nel reprimere la rivolta di [[Molone (satrapo)|Molone]] in [[Media (regione storica)|Media]].<ref name="brosius_2006_85-86"/>
 
Il successore di Seleuco II, [[Antioco III il Grande]] (r.&nbsp;222-187&nbsp;a.C.), fu incapace di intervenire immediatamente perché le sue truppe erano ancora impegnate a reprimere la rivolta di [[Molone (satrapo)|Molone]] in [[Media (regione storica)|Media]].<ref name="brosius_2006_85-86"/>
Antioco III lanciò una campagna massiccia per riconquistare la Partia e la Battria nel 210 o nel 209&nbsp;a.C. Fallì nel suo intento, ma negoziò un accordo di pace con Arsace II. A quest'ultimo fu garantito il titolo di re (in greco antico: ''[[basileus]]'') in cambio della sua sottomissione a Antioco III e del riconoscimento della sua superiorità.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74">{{cita|Bivar 1983|p. 29}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}; {{cita|Kennedy 1996|p. 74}}.</ref> I Seleucidi furono incapaci di intervenire ulteriormente negli affari partici a causa della crescente influenza acquisita dalla [[Repubblica romana]] in Asia Minore e della conseguente sconfitta seleucide [[Battaglia di Magnesia|a Magnesia]] nel 190&nbsp;a.C.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74"/> [[Friapazio]] (''r''. ''c''.&nbsp;191-176&nbsp;a.C.) succedette ad Arsace II, seguito a sua volta da [[Fraate I]] (''r''. ''c''.&nbsp;176-171&nbsp;a.C.). Fraate I governò la Partia senza alcun interferenza seleucide.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref>
 
Antioco III lanciò una campagna massiccia per riconquistare la Partia e la Battria nel 210 o nel 209&nbsp;a.C. Fallì nel suo intento, ma negoziò un accordo di pace con Arsace II. A quest'ultimo fu garantito il titolo di re (in greco antico: ''[[basileus]]'') in cambio della sua sottomissione aad Antioco III e del riconoscimento della sua superiorità.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74">{{cita|Bivar 1983|p. 29}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}; {{cita|Kennedy 1996|p. 74}}.</ref> I Seleucidi furono incapaci di intervenire ulteriormente negli affari partici a causa della crescente influenza acquisita dalla [[Repubblica romana]] in Asia Minore e della conseguente sconfitta seleucide [[Battaglia di Magnesia|a Magnesia]] nel 190&nbsp;a.C.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74"/> [[Friapazio]] (''r''. ''c''ca.&nbsp;191-176&nbsp;a.C.) succedette ad Arsace II, seguito a sua volta da [[Fraate I]] (''r''. ''c''ca.&nbsp;176-171&nbsp;a.C.). Fraate I governò la Partia senza alcunalcuna interferenza seleucide.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref>
 
=== Espansionismo (171-92 a.C.) ===
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Fraate I ampliò i possedimenti del suo impero fino alle [[Porte di Alessandro]], occupando [[Apamea Ragiana]], il cui sito è tuttora ignoto.<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 31}}.</ref> Ma la più vasta espansione territoriale dell'Impero partico avvenne durante il regno del fratello e successore [[Mitridate I di Partia]] che Katouzian paragona a [[Ciro il Grande]], fondatore dell'Impero achemenide.<ref name="katouzian_2009_41"/>
 
Le relazioni tra la Partia e la Greco-Battria si erano nel frattempo deteriorate e le forze di Mitridate ne conquistarono due [[Eparchia (Età ellenistica)|eparchie]] durante il regno di [[Eucratide I]] (''r.''. ''cca.''. &nbsp;170-145&nbsp;a.C.).<ref>{{Cita|Bivar 1983|p=33|}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref> Volgendosi in seguito contro i Seleucidi, Mitridate invase la Media e occupò [[Ecbatana]] nel 148 o nel 147&nbsp;a.C.; la regione era stata destabilizzata da una recente soppressione seleucide di una rivolta locale condotta da [[Timarco]].<ref>{{cita|Curtis 2007|pp. 10-11}}; {{cita|Bivar 1983|p. 33}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 76}}.</ref> A questa vittoria seguì la conquista partica di [[Babilonia (città antica)|Babilonia]] in [[Mesopotamia]]; Mitridate batté moneta a [[Seleucia al Tigri|Seleucia]] nel 141&nbsp;a.C. e organizzò nella regione una cerimonia di investitura ufficiale.<ref name="curtis_2007_10-11 brosius_2006_86-87 Bivar_1983_34 Garthwaite_2005_76">{{cita|Curtis 2007|pp. 10-11}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 86-87}}; {{cita|Bivar 1983|p. 34}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 76}}.</ref> Mentre Mitridate si ritirava in Ircania, le sue forze sottomisero i regni di [[Elimaide]] e [[Characene]] e occuparono [[Susa (Elam)|Susa]].<ref name="curtis_2007_10-11 brosius_2006_86-87 Bivar_1983_34 Garthwaite_2005_76"/> A quell'epoca, l'autorità dei Parti in oriente si estendeva fino all'[[Indo]].<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 76}}; {{cita|Bivar 1983|p. 35}}.</ref>
 
Mentre [[Ecatompilo]] era stata la prima capitale dei Parti, Mitridate scelse come proprie residenze reali Mithradatkert ([[Nisa (città)|Nisa, nel Turkmenistan]]), dove furono costruiti i sepolcri dei re arsacidi, Seleucia al Tigri, Ecbatana, e [[Ctesifonte]], una nuova città da lui stesso fondata.<ref>{{cita|Brosius 2006|pp. 103, 110-113}}.</ref> Ecbatana divenne la principale residenza estiva del re arsacide.<ref>{{cita|Kennedy 1996|p. 73}}; {{cita|Garthwaite 2005|p. 77}}.</ref> Ctesifonte, invece, potrebbe non essere diventata la capitale ufficiale fino al regno di [[Gotarze I]] (''r''. ''c''.&nbsp;90-80&nbsp;a.C.).<ref>{{cita|Garthwaite 2005|p. 77}}; {{cita|Garthwaite 2005|pp. 38-39|Bivar 1983}}.</ref> Divenne il luogo dove avveniva la cerimonia di incoronazione del re e la città rappresentativa degli Arsacidi, secondo Brosius.<ref name="brosius_2006_103">{{cita|Brosius 2006|p. 103}}.</ref>
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Capitale dell'antica ''Partia'' era ''[[Hecatompylos]]'' (letteralmente "''città delle cento porte''"),<ref name="PlinioNatHistVI,44">[[Plinio il Vecchio]], VI, 44.</ref> al centro del territorio originario.<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> Altre importanti città di quella che una volta rappresentava una [[Partia (satrapia)|satrapia]] dell'Impero degli [[Achemenidi]], e quindi territorio originario degli antichi ''Parthi'' erano: [[Calliope (Partia)|Calliope]] e ''[[Issatis]]'' (nella parte occidentale, a protezione dei [[Medi]]),<ref name="PlinioNatHistVI,44"/> ''[[Pyropum]]'' (nella parte sud-est),<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> ''Maria'' (a sud-est),<ref name="PlinioNatHistVI,113"/> Arsace ed ''Alexandria'' (nella regione della ''[[Nisiaea]]'').<ref name="PlinioNatHistVI,113"/>
 
Attorno alla seconda metà del [[II secolo a.C.]] i Parti fondarono la nuova capitale, [[Ctesifonte]], di fronte alla città di [[Seleucia sul Tigri|Seleucia]] (che Plinio racconta avesse una popolazione assai numerosa, di circa {{formatnum:600000}} abitanti), sulla riva opposta del fiume [[Tigri]] (a soli 5 &nbsp;km circa).<ref name="PlinioNatHistVI,122">[[Plinio il Vecchio]], VI, 122.</ref> Più tardi, il "[[re dei re]]", [[Vologase I di Partia|Vologase I]], fondò nelle vicinanze una nuova e terza città chiamata ''[[Vologesocerta]]''.<ref name="PlinioNatHistVI,122"/> In linea di principio i Parti non seguirono il modello urbanistico greco-romano, che prevedeva lo sviluppo delle città su pianta ortogonale, al contrario preferirono uno sviluppo su base circolare.<ref>Arborio Mella 1980, p. 342.</ref>
 
L'Impero dei Parti era composto da diciotto regni al tempo di [[Plinio il Vecchio]] ([[I secolo|I secolo d.C.]]).<ref name="PlinioNatHistVI,112">[[Plinio il Vecchio]], VI, 112.</ref> Si estendeva dal [[Golfo Persico]], a sud, al [[Mare Ircanio]] ed alla catena del [[Caucaso]], a nord.<ref name="PlinioNatHistVI,41">[[Plinio il Vecchio]], VI, 41.</ref> I regni sono poi divisi in "superiori", in numero di undici, ed "inferiori" in numero di sette.<ref name="PlinioNatHistVI,112"/> I regni superiori confinavano a nord con il [[regno d'Armenia]], il [[Mare Ircanio]] e gli [[Sciti]], con i quali "''i Parti vivevano su un piano di parità''".<ref name="PlinioNatHistVI,112"/>
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;Fonti antiche
* [[Agatangelo (storico)|Agatangelo]], ''Storia degli Armeni'', I.
* [[Appiano di Alessandria]], ''Guerre mitridatiche'', versione inglese [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_02.html#%A78 qui] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110721005514/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_02.html#%A78 |datedata=21 luglio 2011 }}; ''Guerra civile'' I, versione inglese [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Appian/Civil_Wars/1*.html qui].
* [[Aurelio Vittore]], ''Liber de Caesaribus''. Testo in latino [http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes.html qui].
* [[Aurelio Vittore]], ''De Caesaribus''. Testo in latino disponibile [http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes.html qui].
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* ''Antica Persia: i tesori del Museo Nazionale di Teheran e la ricerca italiana in Iran'', catalogo della mostra (Roma, Museo nazionale d'arte orientale), Roma, De Luca, 2001. ISBN 88-8016-437-6.
* [[Maria Gabriella Angeli Bertinelli]], ''Roma e l'Oriente: strategia, economia, società e cultura nelle relazioni politiche fra Roma, la Giudea e l'Iran'', Roma, L'Erma di Bretschneider, 1979.
* Maria Gabriella Angeli Bertinelli, ''I Romani oltre l'Eufrate nel II secolo d.C. (le province di Assiria, di Mesopotamia e di Osroene)''. ''Aufstieg und niedergang der Römischen welt: geschichte und kultur Roms im spiegel der neueren forschung'', Vol. 2 Bd. 9.1, 1976, pp. 3-45&nbsp;3–45. ISBN 3-11-006876-1.
* [[Federico Arborio Mella]], ''L'impero persiano. Da Ciro il Grande alla conquista araba. Storia, civiltà, culture'', Milano, Mursia, 1980.
* [[Giovanni Brizzi]], ''Il guerriero, l'oplita, il legionario: gli eserciti nel mondo classico'', Il Mulino, Bologna, 2002 e successive rist.; altra ediz. Il Giornale, Milano, 2003 (vedi il cap. V: ''L'età imperiale''). ISBN 88-15-08907-1.