Castell'Arquato: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Titoli/sottotitoli
rb LTA da proxy laotiano
 
(Una versione intermedia di un altro utente non mostrate)
Riga 32:
'''Castell'Arquato''' (''Castell Arquä'' in [[dialetto piacentino]]<ref>{{cita|AA. VV.|p. 167|AA. VV.}}.</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Piacenza]] in [[Emilia-Romagna]].
 
Situato sulle prime alture della [[val d'Arda]], è caratterizzato da un borgo [[Medio EvoMedioevo|medioevale]] arroccato lungo la collina che domina la vallata. Il centro storico si trova sulla riva sinistra del torrente [[Arda (fiume Italia)|Arda]], mentre sulla sponda opposta si è sviluppato un quartiere residenziale<ref>{{cita web|url=http://www.comune.castellarquato.pc.it/sottolivello.asp?idsa=158&idam=&idbox=20&idvocebox=147|titolo=Oggi|accesso=2 ottobre 2019|urlmorto=sì}}</ref>. Dista circa {{M|30|ul=km}} da [[Piacenza]], {{M|42|u=km}} da [[Cremona]] e {{M|45|u=km}} da [[Parma]].
 
Castell'Arquato ha il titolo di città d'arte, è stato insignito della [[bandiera arancione]] dal [[Touring Club Italiano]]<ref>{{cita web|url=https://www.bandierearancioni.it/borgo/castellarquato|titolo=Castell'Arquato|accesso=2 ottobre 2019}}</ref> e fa parte del club de [[I borghi più belli d'Italia]]<ref>{{cita web|url=https://borghipiubelliditalia.it/borgo/castel-arquato/|titolo=Castell'Arquato|accesso=2 ottobre 2019}}</ref>.
Riga 65:
Nel 1256 Castell'Arquato subisce l'assalto del nobile ghibellino [[Oberto II Pallavicino]], il quale, tuttavia, non riesce a portare l'assedio a compimento. Nel 1290 [[Alberto Scotti]], sostenuto dal partito guelfo, dal ceto [[mercanti]]le e dalle [[corporazione|corporazioni]] degli [[artigiani]], diventa signore di Piacenza, insediando a Castell'Arquato il podestà Tedesio de' Spectinis.
 
Nel 1304 Alberto Scotti, perde la signoria di Piacenza, e, di conseguenza, viene cacciato da Castell'Arquato ad opera del comune di Piacenza, che insedia nel luogo [[Gabriele Pallastrelli]]. Tre anni dopo Scotti riprende il possesso del borgo, governandolo a fasi alterne fino al 1316, quando [[Galeazzo I Visconti]], supportato da Corrado Malaspina e dalla famiglia Arcelli, [[assedio|assedia]] Castell'Arquato e la conquista l'anno successivo, facendo prigioniero Alberto Scotti<ref name=turismo/><ref name=scotti/>.
 
Galeazzo Visconti concede al borgo alcune “grazie speciali” includenti la possibilità di emancipazione giuridica da Piacenza e la facoltà di adottare un ''corpus'' di norme legislative autonome; queste grazie diventeranno, poi, la base degli statuti redatti nel corso del [[quattrocento]]<ref name=visconti>{{cita web|url=https://www.comune.castellarquato.pc.it/it/page/il-dominio-visconteo1317-1450|titolo=Il dominio visconteo (1317-1450)|data=15 aprile 2021|accesso=2 giugno 2024}}</ref>.
Riga 72:
 
Nel 1403 [[Giovanni Maria Visconti]] concede a Borromeo de' Borromei e alla sua discendenza l'investitura dei [[feudatario|poteri feudali]], comprendenti le rendite fiscali collegate, su Castell'Arquato. L'anno successivo Borromei tradisce i Visconti, schierandosi con [[Carlo VI di Francia]] e rendendo il borgo un feudo regio<ref name=visconti/>. Successivamente Castell'Arquato viene conquistato da Francesco e Giovanni Scotti che mantengono il potere fino al 1414 quando, sotto la minaccia dalla famiglia Arcelli, originaria di [[Fiorenzuola d'Arda]], decidono di cedere tutti i loro diritti agli arquatesi, che, a loro volta, li rimettono al duca di Milano [[Filippo Maria Visconti]]. A partire dal 1416 il borgo cambia nome in Castel Visconti, mantenuto fino al 1470<ref name=turismo/>.
Nel 1438 il Duca Filippo Maria Visconti, investe il [[capitano di ventura]] [[Niccolò Piccinino]] del feudo arquatese. Durante il suo governo si assiste alla promulgazione degli statuti comunali: gli ''Statuta et decreta Terrae Castri Arquati''. Dopo il condottiero Niccolò, il feudo rimane alla famiglia Piccinino attraversotramite i figli Francesco e [[Jacopo Piccinino|Jacopo]]. Nel 1447 [[Francesco I Sforza]], vienesignore nominatodi Milano, dallaviene "Repubblica Ambrosiana,nominato signore di Piacenza e del contado e, dalla stessa, nel 1450, 4º Duca di Milano; lo Sforza investe del feudo arquatese prima [[Bartolomeo Colleoni]], nel 1453 e poi, in seguito al passaggio del Colleoni al servizio della [[repubblica di Venezia]], a Sceva da Corte, e nel 1455 a Tiberto Brandolini da Forlì. Il feudo rimane ai Brandolini, a Tiberto e poi ai suoi due figli, fino al 1466.
 
Nel 1466, alla morte di Francesco, il feudo viene inizialmente concesso e poi definitivamente venduto dalla moglie [[Bianca Maria Sforza]] al cognato [[Bosio I Sforza]], conte di Santa Flora<ref name=sforza>{{cita web|url=https://www.comune.castellarquato.pc.it/it/page/il-dominio-degli-sforza-fino-al-1707|titolo=Il dominio degli Sforza (fino al 1707)|data=25 marzo 2021|accesso=2 giugno 2024}}</ref>.