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L'Eritrea è uno Stato multilingue e multiculturale, con due religioni prevalenti ([[Sunnismo|islam sunnita]] e [[Chiesa ortodossa eritrea]]) e nove gruppi etnici. Fu creata come entità politica nel 1890 con il nome di [[Colonia eritrea]].<ref>{{cita libro |autore = |urlcapitolo=http://www.treccani.it/enciclopedia/eritrea_(Dizionario-di-Storia)/ |capitolo = Eritrea |titolo = Dizionario di Storia |città = Roma |editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] |anno = 2010 |accesso = 25 marzo 2013}}</ref>
 
Il presidente [[Isaias Afewerki]] è stato eletto dall'[[Assemblea nazionale (Eritrea)|Assemblea nazionale]], composta da 150 membri del partito unico [[Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia]], che si è costituita nel 1993, poco dopo l'ottenimento dell'indipendenza; è al potere da allora, e non ci sono state successive o ulteriori altre elezioni<ref name=CIA />. L'Eritrea è, di fatto, un regime dittatoriale, senza libertà politiche e di associazione, senza potere giudiziario e fonti d'informazione indipendenti<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=Eritrea Report 2018|cognome=Human Rights Watch|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608111023/https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Etimologia ==
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L'Eritrea risulta essere all'ultimo posto per la libertà di stampa al mondo (su 180 Stati)<ref>{{Cita web|url=https://rsf.org/en/ranking|titolo=2018 World Press Freedom Index|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170201195036/https://rsf.org/en/ranking|urlmorto=no}}</ref>. Nel 2001 sono stati chiusi tutti i giornali indipendenti, arrestati gli editori e molti giornalisti che vi lavoravano. Di questi, nessuno è stato processato<ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|titolo=World Report 2018|cognome=Human Rights Watch|accesso=17 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608111023/https://www.hrw.org/world-report/2018/country-chapters/eritrea|urlmorto=no}}</ref>.
 
In Eritrea dal 15 luglio 1892 il governo pubblicava in [[lingua italiana|italiano]] il "Bollettino ufficiale della Colonia Eritrea". Inoltre c'erano tre settimanali, che venivano pubblicati da editori indipendenti: il "Corriere Eritreo" di Massaua che aveva iniziato le sue pubblicazioni sin dal 1891<ref>{{Cita web|editore=[[Biblioteca comunale dell'Archiginnasio]]|titolo=Inventario 1855-1902, con docc. fino al 1936 bb. 26|città= Bologna| pp= 82-112-113-130-184|url=http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180423173043/http://www.archiginnasio.it/schede_fondi/inventario_gandolfi.pdf}} Dal 1938 fu diretto da [[Vanni Teodorani]].</ref>, "L'Eritreo" e "L'Africa Italiana". Il 2 luglio 1928 esce il primo numero de "Il Quotidiano Eritreo" pubblicato ad Asmara<ref>Enrico Mania, ''Storia del Giornalismo nel Corno d’Africad'Africa'', Mai Tacli, 2009 online su {{cita testo|url=http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica|titolo=Mai Tacli|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180423170254/http://www.maitacli.it/storia/181-storia-del-giornalismo-nel-corno-dafrica }}</ref>, una testata che qualche tempo dopo, sotto la direzione di [[Mario Appelius]], prende il nome di "La Nuova Eritrea". Dal 1º aprile 1941 esce "L'Informazione" ed in seguito il giornale bilingue "Eritrean Daily News" che esce fino al febbraio 1975.
 
Il 16 novembre 1947 ad Asmara esce il settimanale ''Ityopyā'', bilingue, con articoli in [[Lingua amarica|amarico]] ed in [[lingua araba|arabo]], che viene pubblicato fino al 1991<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]]|url=https://www.loc.gov/item/sn2002058109/|titolo=Ityopyā|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180426213900/https://www.loc.gov/item/sn2002058109/}}</ref>. Dal 23 luglio 1954 ad Asmara esce il settimanale ''Andenat'', bilingue, con articoli in amarico e in arabo<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]] |url=https://catalog.loc.gov/vwebv/search?searchCode=LCCN&searchArg=sn2002058094&searchType=1&permalink=y|titolo=ʻAndenat = Ittiḥād = Union}}</ref>. Dal 1991, sempre ad Asmara, viene pubblicato ''Ḥādās ʼÉretrā'', un giornale in [[Lingua tigrina|tigrino]] con cadenza di 3 numeri a settimana<ref>{{Cita web|editore= [[Library of Congress]]|url=https://www.loc.gov/item/sn2005058110/|titolo=Ḥādās ʼÉretrā|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180427044515/https://www.loc.gov/item/sn2005058110/}}</ref>.
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L'Eritrea è un paese povero, con un'economia basata principalmente su un'[[agricoltura]] di [[Agricoltura di sussistenza|sussistenza]] e sull'[[allevamento]] di [[ovini]] e bovini; è relativamente sviluppata la [[pesca (attività)|pesca]]. Le poche industrie presenti nel paese sono situate prevalentemente nella capitale Asmara, ma sono in corso progetti di diversificazione delle attività industriali in diverse altre parti del paese. L'Eritrea dal 1993 fa parte dell'[[Autorità intergovernativa per lo sviluppo]], organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del [[Corno d'Africa]].
 
La bilancia commerciale è passiva. L'Eritrea esporta modesti quantitativi di prodotti locali, mentre deve importareimporta combustibili, macchinari, manufatti, alimenti. L'Italia è in questo senso il secondo partner commerciale dopo l'[[Arabia Saudita]]. Porti principali sono [[Massaua]] e [[Assab]].
 
La situazione economica del paese è in lenta ripresa, soprattutto a causa delle distruzioni patite durante il conflitto con l'[[Etiopia]], e della occupazione che perdura da parte dell'Etiopia di parte dei territori eritrei.
 
L'agricoltura, neglisugli altopiani, e la pastorizia lungo la costa e nelle pianure del paese, restano per la maggioranza della popolazione del paese le sole fonti di sussistenza.
 
Importanti giacimenti di potassio, oro, ferro e petrolio e altri minerali sono in corso di sfruttamento intensivo da parte di compagnie estere specializzate.
 
La ripresa economica rimane comunque fortemente pregiudicata dalla corruzione dilagante e dal mercato nero, nel quale sono coinvolti gli alti quadri, ed anchee l'esercito; l'Eritrea si può dire che sopravviva soprattutto grazie agli aiuti internazionali.
 
=== Agricoltura e allevamento ===
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Degli 11.760 milioni di ettari di superficie territoriale, la quasi totalità ricade nel [[Sahel]]. Del totale, 690.000 ettari sono coltivabili e 417.000 sono coltivati<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea| p= 5|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>, i [[pascoli]] occupano 6,9 milioni di ettari e le foreste coprono il 13 per cento del territorio<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT (FAO) |titolo=Data base della FAO–Ressources |url=http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140626153237/http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Detalmo Pirzio Biroli|titolo= Il Sahel|editore= Sansoni Editore|città= Firenze|anno= 1988| p= 23}}</ref>.
 
Il settore agricolo contribuisce per il 14,5% alla formazione del [[Prodotto interno lordo]] (PIL). Inoltre, esso fornisce occupazione al 72,6% della popolazione attiva del paese. L'agricoltura è di sussistenza, dominata da aziende contadine. Il grosso della produzione si ottiene sugli altopiani, che beneficiano didelle migliori condizioni agro-climatiche. Qui, la grande maggioranza delle famiglie coltivatrici coltiva un ettaro o meno, facendo spesso ricorso al traino animale (che riguarda oltre il 20 per cento del bestiame bovino). Sono attive anche aziende meccanizzate di grandi dimensioni dedite alla coltivazione di sorgo e sesamo in seccagno. Nel complesso, i cereali asciutti ([[sorgo]], [[Panicum miliaceum|miglio]], [[grano]] e [[mais]]) rappresentano i due terzi circa della produzione, le colture commerciali principali, anch'esse coltivate in seccagno, sono le oleifere ([[Arachide (seme)|arachide]], [[sesamo]] e [[Linum usitatissimum|lino]]) e le [[leguminose da granella]]. L'irrigazione si pratica su 21.000 ettari circa con acqua di falda o per inondazione. L'irrigazione per inondazione (''spate irrigation''). L'irrigazione per inondazione si pratica nei bassopiani orientali, lungo la costa, principalmente per la produzione di sorgo e mais<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>. Esistono anche piantagioni di [[banane]], di [[agrumi]] e di [[ortaggi]] ([[patate]], [[pomodori]], [[peperoni]] e [[cipolle]]) irrigate con acqua di falda<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT |titolo=Data Base della FAO–Ressources |url=http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140626153237/http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor}}</ref><ref name="fao.org">{{Cita pubblicazione|autore=Chedly Kayouli, Tzeggai Tesfai e Assefaw Tewolde|titolo= Country Pasture/Forage Resource Profiles for Eritrea|url= http://www.fao.org/ag/agp/AGPC/doc/Counprof/eritrea/Eritrea.htm |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161012065908/http://www.fao.org/ag/agp/agpc/doc/counprof/eritrea/Eritrea.htm }}</ref>.
 
Fortemente integrato nella produzione agricola, l'allevamento ha un ruolo significativo nell'economia eritrea ed è essenziale per la sicurezza alimentare della popolazione rurale, che costituisce i quattro quinti della popolazione. Circa la metà del bestiame del paese si trova nei bassopiani occidentali, nelle province di Gash Setit e Bark, che sono le più importanti aree di allevamento<ref name="fao.org"/>. L'allevamento, praticato secondo sistemi pastorali e agropastorali a seconda delle zone agro-ecologiche, riguarda principalmente i piccoli ruminanti (4,1 milioni di capi nel 2012), i [[bovini]] (2,1 milioni), i [[cammelli]] (360.000 capi) e il pollame (1,4 milioni di capi)<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT|titolo= Data Base della FAO |url=http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110117133354/http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor}}</ref>.
 
=== Foreste ===
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