Pink Floyd: differenze tra le versioni
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|nota genere3 = <ref name=AMG/><ref name=Scaruffi>{{cita web|https://www.scaruffi.com/vol2/pinkfloy.html|Pink Floyd|18 marzo 2021|autore=Piero Scaruffi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211110153718/https://www.scaruffi.com/vol2/pinkfloy.html|urlmorto=no}}</ref>
|nota genere4 = <ref>di Perna, Alan (2002). "Mysterious Ways". In Kitts, Jeff; Tolinski, Brad (eds.). ''Guitar World Presents: Pink Floyd''. Hal Leonard. p. 29. ISBN 978-0-7546-6708-7.</ref>
|nota genere5 = <ref name=
|anno inizio attività = 1965
|anno fine attività = 1995
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[[File:BarrettHarmonyGuitar.jpg|thumb|La chitarra di [[Syd Barrett]], una [[Harmony Company|Harmony]] Sovereign del 1963, usata all'epoca dei Tea Set e della registrazione del primo album dei Pink Floyd]]
Numerosi protagonisti del rock inglese degli [[anni
Liverpool School of Arts|sito=Liverpool John Moores University|lingua=en|url=https://www.ljmu.ac.uk/about-us/about-liverpool-john-moores-university/history/1825-liverpool-college-of-arts|accesso=11 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210620120110/https://www.ljmu.ac.uk/about-us/about-liverpool-john-moores-university/history/1825-liverpool-college-of-arts|urlmorto=no}}</ref><ref name=Clapton>{{cita libro|autore=Dave Thompson|titolo=Cream. How Eric Clapton Took the World by Storm|url=https://archive.org/details/creamhowericclap0000thom|editore=Virgin Books|città=Londra|anno=2006|p=[https://archive.org/details/creamhowericclap0000thom/page/31 31]|lingua=en|isbn=978-0-7535-1132-9}}</ref><ref name=Townshend>{{cita libro|autore=Mark Wilkerson|titolo=Who Are You: The Life Of Pete Townshend|editore=Omnibus Press|città=Londra|anno=2009|posizione=Chapter One|lingua=en|isbn=978-0-85712-008-3}}</ref><ref name=Wood>{{cita libro|cognome=Richards|nome=Matt|cognome2=Langthorne|nome2=Mark|titolo=Somebody to Love. The Life, Death and Legacy of Freddie Mercury|anno=2016|url=https://archive.org/details/somebodytoloveli0000rich|data=2016|editore=Simon and Schuster|città=New York|isbn=978-1-68188-188-1|p=[https://archive.org/details/somebodytoloveli0000rich/page/151 151]|lingua=en}}</ref> Fu in una di queste ''art school'' che si formò il primo nucleo dei futuri Pink Floyd, grazie all'incontro tra [[Roger Waters]], [[Nick Mason]] e [[Richard Wright (musicista)|Richard Wright]], tre allievi della facoltà di architettura del Politecnico di [[Regent Street]] a Londra, divenuto in seguito l'[[Università di Westminster]]; questo gruppo di amici si sovrappose a un altro proveniente da [[Cambridge]].<ref>{{cita|Mason|p. 8}}.</ref><ref name=SchaffnerI2-a>{{cita|Schaffner 1993|p. 29}}.</ref> Waters, che abitava proprio a Cambridge, aveva frequentato prima dell'università la locale High School for Boys, dove studiavano anche [[Syd Barrett]], che sarebbe diventato il primo leader della band, [[Storm Thorgerson]], fotografo e grafico che in seguito sarebbe stato l'autore di molte copertine dei dischi del gruppo, [[Bob Klose]], membro di alcune delle sue prime versioni embrionali, e [[Tim Renwick]], che negli anni ottanta sarebbe stato chitarrista in molte formazioni ''[[rock progressivo|progressive]]'' nonché turnista dei Pink Floyd. In una scuola vicina studiava [[David Gilmour]], un altro amico di Thorgerson.<ref name=SchaffnerI2-b>{{cita|Schaffner 1993|p. 34}}.</ref> I futuri membri dei Pink Floyd, sia quelli originari di Cambridge (Waters, Barrett e Gilmour), sia quelli di Londra (Mason e Wright), provenivano da famiglie borghesi se non addirittura agiate: il padre di Mason, in particolare, era un affermato documentarista di sport motoristici e abitava con la famiglia nel ricco quartiere londinese di [[Hampstead]].<ref name=SchaffnerI2-c>{{cita|Schaffner 1993|p. 37}}.</ref>
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=== L'era di Barrett (1966-1968) ===
Agli inizi del 1966 le esibizioni del gruppo suscitarono l'interessamento da parte del [[Marquee Club]], che li ingaggiò per partecipare agli ''spontaneous underground'', una sorta di [[happening]] privati organizzati da [[Bernard Stollman]], il fondatore dell'[[etichetta discografica|etichetta]] [[ESP-Disk]], eventi che si svolgevano presso il club alla domenica pomeriggio e che portarono la band dall'iniziale repertorio [[rhythm and blues]] a improvvisazioni sonore e ai primi esperimenti di ''[[light show]]''.<ref name=Rizzi9>{{cita|Rizzi|p. 9}}.</ref> Durante uno di questi spettacoli furono notati da [[Peter Jenner]], manager della [[Blackhill Enterprises]] che, colpito dalle loro sonorità e convinto di trovarsi di fronte a una band emergente, li ingaggiò nell'autunno di quell'anno e decise, assieme al suo socio, [[Andrew King]], di investire nella strumentazione professionale, rinnovandone interamente l'impianto di amplificazione. King mise la band in contatto con il nascente [[musica underground|movimento underground]],<ref>{{cita|Mason|pp. 35-37}}.</ref> sviluppatosi in un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali di cui Londra fu uno dei luoghi simbolo, quale centro di un movimento globale di rinnovamento dei costumi e della morale, con ripercussioni nel campo della musica, della moda, delle arti figurative.<ref name=Agostinis>{{cita|Agostinis|cap. ''Londra è pop''}}.</ref> Proprio nel 1966 iniziò a diffondersi l'espressione ''[[Swinging London]]'', coniata dopo un articolo della rivista ''Time'' del 15 aprile la cui copertina che definiva Londra "The Swinging City". La capitale inglese veniva identificata come la città più rappresentativa degli
Il 15 ottobre i Pink Floyd Sound, che a fine mese si accordarono con Jenner e King per acquisire la comproprietà della Blackhill, parteciparono alla festa di inaugurazione della rivista ''[[International Times]]'' che si svolse presso la [[The Roundhouse|Roundhouse]], e nel mese di dicembre suonarono dapprima alla [[Royal Albert Hall]] a una festa di beneficenza della [[Oxfam]] e poi si esibirono in uno dei locali più all'avanguardia della ribalta londinese, lo ''[[UFO Club]]''. È in questo periodo che all'originale repertorio che si richiama al blues, come ''Let's Roll Another One''<ref group="N">Il titolo, che accenna agli spinelli (come pure alcuni passi del testo che alludono all'uso di droga), viene modificato per volere dei discografici in un più anonimo ''[[Arnold Layne/Candy and a Currant Bun|Candy and a Currant Bun]]'', che diverrà il lato B di ''[[Arnold Layne/Candy and a Currant Bun|Arnold Layne]]'' (cfr. {{cita|Rizzi|p. 29}} e {{cita|Mason|p. 53}}).</ref> e ''Lucy Leave'', che verrà incluso tra i brani dell'EP ''[[1965: Their First Recordings]]'', pubblicato nel 2015, si andarono sostituendo brani strumentali spazio-psichedelici quali ''[[Astronomy Domine]]'' e ''[[Interstellar Overdrive]]'',<ref>{{cita|Rizzi|p. 28}}.</ref> che indirizzarono il gruppo verso le nuove sonorità barrettiane.<ref>{{cita|Schaffner 1993|pp. 50-51}}.</ref>
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Nel frattempo la band lavorava negli [[Abbey Road Studios]] al suo secondo album, ''[[A Saucerful of Secrets]]'', il lavoro in cui è presente la maggior quantità di esperimenti sonori nella discografia dei Pink Floyd: rumori elettronici, ''[[Effetto Larsen|feedback]]'', oscillatori e urli primitivi di Waters caratterizzano le tracce dell'album.<ref name=autogenerated1>{{cita|Povey, Russell|p. 47}}.</ref> Nel disco erano presenti gli ultimi contributi di Barrett, autore di ''[[Jugband Blues]]'' e chitarrista in ''[[Let There Be More Light/Remember a Day|Remember a Day]]'', registrata durante le sessioni di ''The Piper at the Gates of Dawn'', e in ''[[Set the Controls for the Heart of the Sun]]'', sostituito da quel momento in poi da David Gilmour. Wright contribuì con ''[[Remember a Day]]'' e ''[[See-Saw]]'' mentre Waters, che compiva i primi passi verso la leadership,<ref name=Rizzi36>{{cita|Rizzi|p. 36}}.</ref> ne firmò tre, ''[[Corporal Clegg]]'', ''[[Let There Be More Light/Remember a Day|Let There Be More Light]]'' e ''[[Set the Controls for the Heart of the Sun]]''.<ref>{{cita|Mason|pp. 110-111}}.</ref> Il brano più interessante dell'album, un rilevante contributo al [[rock psichedelico]],<ref>{{cita web|1=https://www.scaruffi.com/vol2/pinkfloy.html#title|2=Pink Floyd|3=31 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200626183558/https://www.scaruffi.com/vol2/pinkfloy.html#title|urlmorto=no}}</ref> è la ''[[A Saucerful of Secrets (brano musicale)|title track]]'', una suite scritta a quattro mani, primo passo del percorso della band verso il ''[[rock progressivo|progressive]]''.<ref name=p37>{{cita|Rizzi|p. 37}}.</ref> L'album, che vide l'inizio della pluridecennale collaborazione con lo studio fotografico [[Hipgnosis]] e con il designer [[Storm Thorgerson]],<ref name=Rizzi36/> fu pubblicato il 28 giugno<ref name=PFTimeline1968/> e poche settimane dopo i Pink Floyd inaugurarono il loro secondo tour in terra americana, più riuscito del precedente, con date in comune con i [[Soft Machine]] e gli [[The Who|Who]].<ref>{{cita|Mason|pp. 114-117}}.</ref> Al discreto successo commerciale dell'album, che raggiunse la nona posizione nel Regno Unito, fece da contraltare l'ennesimo fiasco del loro nuovo singolo, ''[[Point Me at the Sky/Careful with That Axe, Eugene]]'', pubblicato poco prima di Natale,<ref name=PFTimeline1968/> tale da indurre i Pink Floyd a dedicarsi al solo mercato degli album.<ref>{{cita|Rizzi|pp. 38-39}}.</ref> Nello stesso anno il gruppo scrisse anche alcuni pezzi per la colonna sonora del film ''[[The Committee]]'' di [[Peter Sykes]], sebbene fossero più una serie di effetti sonori che vera musica.<ref name=p119>{{cita|Mason|p. 119}}.</ref>
L'album successivo, ''[[Soundtrack from the Film More]]'' (1969), vide la luce grazie al regista [[Barbet Schroeder]], il quale chiese ai Floyd di creare la colonna sonora del suo film ''[[More - Di più, ancora di più|More]]''.<ref name=p119/> Nell'album è presente un mix di canzoni e di brani strumentali, in parte ripresi dalla suite ''[[The Man and The Journey]]'',<ref group="N">La suite venne eseguita per la prima volta durante il ''concept show'' ''The Massed Gadgets of Auximenes - More Furious Madness from Pink Floyd'', tenutosi il 14 aprile 1969 alla [[Royal Festival Hall]], in {{cita|Rizzi|p. 13}}.</ref> i cui effetti sonori ben si combinano con il tema della pellicola che narra del viaggio a Ibiza di uno studente risucchiato nel vortice della droga;<ref name=
''[[Ummagumma]]'' proseguì il percorso intrapreso con il lavoro precedente, caratterizzato da esperimenti sonori in perfetto stile psichedelico. La struttura è molto particolare, in quanto si tratta di un album doppio: il primo disco venne registrato dal vivo il 27 aprile 1969 al [[Mothers Club]] di [[Birmingham]] e il 2 maggio al [[Università metropolitana di Manchester|College of Commerce di Manchester]], sovraincidendo in studio alcune parti vocali;<ref>{{cita|Rizzi|p. 43}}.</ref> il secondo, invece, contiene cinque brani, ognuno realizzato da un singolo componente del gruppo. Per quanto riguarda la prima parte, i quattro pezzi presenti erano già stati pubblicati, ma la loro inclusione nel nuovo album voleva testimoniare la loro struttura molto più complessa durante le esecuzioni dal vivo, oltre che fungere da commiato, poiché il gruppo aveva ormai deciso di abbandonare la psichedelia per altri tipi di musica. In questo senso si trattò però di un errore, perché il loro inserimento nel nuovo lavoro costrinse i Pink Floyd a mantenere quei pezzi nelle scalette dei concerti ancora per parecchio tempo.<ref>{{cita|Lunatics|pp. 113-115}}.</ref> Riguardo invece al disco in studio, accanto a due brani composti da Waters, compaiono tre suite divise in sottosezioni, quattro quelle di Wright, e tre quelle di Gilmour e Mason.<ref>{{cita|Povey, Russell|p. 52}}.</ref> Il risultato finale metteva in evidenza il valore del gruppo rispetto ai singoli talenti e gli stessi Pink Floyd non si mostrarono convinti della bontà del disco in studio.<ref>{{cita|Mason|p. 121}}.</ref> Nonostante ciò l'album, pubblicato nel [[Regno Unito]] il 7 novembre 1969 e il giorno dopo negli Stati Uniti d'America,<ref name=PFTimeline1969/> conseguì un buon riscontro dalla critica musicale<ref>{{cita web|1=https://www.ondarock.it/pietremiliari/pinkfloyd_ummagumma.htm|2=Ummagumma|3=4 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200716062513/https://www.ondarock.it/pietremiliari/pinkfloyd_ummagumma.htm|urlmorto=no}}</ref> e raggiunse la quarta posizione nel Regno Unito e la numero 74 negli Stati Uniti,<ref name=PFTimeline1969/> facendo entrare i Pink Floyd nella top 100 per la prima volta. Fu certificato disco d'oro nel febbraio del 1974 e disco di platino nel marzo del 1994.<ref>{{RIAA|Pink Floyd|opera=Ummagumma|accesso=4 giugno 2020}}</ref>
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[[File:David Gilmour- Lap sleel guitar (cropped).jpg|thumb|David Gilmour a Francoforte nel 1977]]
L'album fu pubblicato il 21 gennaio del 1977 nel Regno Unito<ref name=PFTimeline1977>{{cita web|1=https://www.pinkfloyd.com/history/timeline_1977.php|2=Pink Floyd - Timeline 1977|3=11 luglio 2020|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200809204242/http://www.pinkfloyd.com/history/timeline_1977.php|urlmorto=no}}</ref> e subito dopo i Pink Floyd, partendo dal [[Westfalenhallen]] di Dortmund, inaugurarono una prolungata tournée, l'''[[In the Flesh Tour]]'', che sarebbe durata fino a luglio, con numerose tappe europee a cui fecero seguito due distinte serie di esibizioni in territorio statunitense.<ref name=
Durante l'ultima data del tour, il 6 luglio a Montréal, Waters ebbe un acceso diverbio con uno spettatore, perse il controllo e gli sputò;<ref name=AnimalsAS/> questo incidente lo portò a riflettere sulle crescenti difficoltà di rapportarsi con il pubblico e ad abbozzare nella sua mente l'idea alla base dell'album successivo, il crescente "muro" di incomunicabilità tra la band e il pubblico.<ref>{{cita|Schaffner 1993|p. 230}}.</ref> ''Animals'' conseguì comunque un ottimo successo commerciale, raggiungendo la posizione numero 2 in patria e la numero 3 oltreoceano,<ref name=PFTimeline1977/> tuttavia alcuni critici lo descrissero come «noioso e cupo».<ref>{{cita web|1=https://www.rollingstone.com/music/music-album-reviews/animals-205014/|2=Animals|3=20 luglio 2020|data=24 marzo 1977|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200831050325/https://www.rollingstone.com/music/music-album-reviews/animals-205014/|urlmorto=no}}</ref>
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==== L'abbandono di Waters ====
{{citazione|Eravamo consapevoli che prima o poi Roger ci avrebbe comunicato che sarebbe andato via. Sia io che David Gilmour ci aspettavamo quel momento già da tempo e sapevamo che saremmo comunque andati avanti [...] Diciamo che per certi versi è come quando è morto [[Iosif Stalin|Stalin]], c'è voluto un po' di tempo per recuperare da quella situazione, un periodo che è durato tre o quattro anni.|Nick Mason<ref>{{cita web|url=http://www.virginradio.it/news/news/169510/Pink-Floyd--Nick-Mason-ricorda.html|titolo=Pink Floyd: Nick Mason ricorda l'addio di Roger Waters|accesso=8 luglio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150710114306/http://www.virginradio.it/news/news/169510/Pink-Floyd--Nick-Mason-ricorda.html}}</ref>}}
Il titolo ''The Final Cut'' si rivelò profetico della volontà di Waters<ref name=ondarock/> che, dopo la pubblicazione del disco, lasciò la band, definita «uno spreco di energie»,<ref>{{cita web|1=https://www.agi.it/spettacolo/musica/the_wall_pink_floyd_storia_disco-6656642/news/2019-12-01|2=Così è nato "The Wall", il disco-capolavoro dei Pink Floyd|3=20 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200804114327/https://www.agi.it/spettacolo/musica/the_wall_pink_floyd_storia_disco-6656642/news/2019-12-01/|urlmorto=no}}</ref> ritenendo che il suo abbandono avrebbe portato allo scioglimento dei Pink Floyd e ad aprirgli la strada a una nuova carriera solista.<ref>{{cita|Mason|p. 255}}.</ref> Ma il suo proposito non si realizzò, sia perché la casa discografica era restia a chiudere un'esperienza tanto redditizia,<ref name=Rizzi75>{{cita|Rizzi|p. 75}}.</ref> sia perché il loro manager, [[Steve O'Rourke]], preoccupato dai possibili risvolti economico-legali della vicenda, rivelò agli altri componenti del gruppo la trattativa riservata avviata da Waters.<ref>{{cita|Mason|p. 249}}.</ref> Nel dicembre del 1985 Waters si dimise ufficialmente<ref name=Rizzi75/> ma le sue aspettative andarono deluse: nel 1986 Gilmour e Mason decisero di lavorare a un nuovo album,<ref>{{cita|Mason|p. 253}}.</ref> e questo fatto indusse Waters ad aprire una battaglia legale per stabilire a chi spettasse portare avanti il nome del gruppo;<ref>{{cita|Povey, Russell|p. 162}}.</ref> il 31 ottobre 1986 si aprì il processo che nelle intenzioni di Waters, dato che era lui l'autore della maggioranza dei brani del gruppo, avrebbe impedito agli altri membri del gruppo l'uso del nome; alla fine, su pressione anche della casa discografica Virgin, Waters ritirò l'azione legale lasciando liberi Gilmour e Mason di continuare a usare il nome del gruppo.<ref name=
=== L'era di Gilmour (1986-1994) ===
==== ''A Momentary Lapse of Reason'' ====
[[File:Astoria (Péniche).jpg|thumb|
Quando ancora la causa legale non era conclusa, nell'autunno del 1986 Gilmour e Mason avevano iniziato a registrare materiale per un nuovo album,<ref name=
''A Momentary Lapse of Reason'' è il disco maggiormente influenzato da Gilmour: tutti i brani portano infatti la sua firma e due delle tracce sono strumentali. Nelle note di apertura di ''[[Signs of Life (Pink Floyd)|Signs of Life]]'' vi sono sintetizzatori d'atmosfera che emergono da un tappeto di suoni e voci.<ref>{{cita|Lunatics|pp. 282-283}}.</ref><ref>{{cita|Jones|pp. 223-225}}.</ref> Nel secondo brano, ''[[Learning to Fly (Pink Floyd)|Learning to Fly]]'', vi è la presenza di coriste, caratteristica anche di ''[[One Slip]]''.<ref>{{cita|Lunatics|pp. 283, 286}}.</ref> L'andatura marziale di ''[[The Dogs of War (brano musicale)|The Dogs of War]]'' sembra voler recuperare le atmosfere di ''Animals''<ref>{{cita|Lunatics|p. 285}}.</ref> mentre per ''[[Yet Another Movie]]'' si segue l'esperimento di far suonare due batteristi e un percussionista contemporaneamente.<ref name=Jones230/><ref>{{cita|Lunatics|p. 288}}.</ref> ''[[Sorrow (Pink Floyd)|Sorrow]]'', spesso considerato il pezzo migliore dell'album, rende onore allo stile chitarristico di Gilmour con lunghi assolo,<ref>{{cita|Lunatics|p. 290}}.</ref> ''[[A New Machine]]'' e il pezzo strumentale ''[[Terminal Frost]]'' completano il disco, insieme alla ballata ''[[On the Turning Away]]'', una critica all'indifferenza del mondo benestante verso le popolazioni più povere.<ref>{{cita|Lunatics|p. 287}}.</ref>
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[[File:Expo Pink Floyd - Division Bell.jpg|miniatura|Le due teste create da Thorgerson esposte al ''Pink Floyd interstellar'' di Parigi nel 2004]]
All'album successivo, elaborato inizialmente nei [[Britannia Row Studios]] e perfezionato poi sull'Astoria, parteciparono [[Guy Pratt]] come bassista e Rick Wright, rientrato nella formazione, il quale diede un contributo significativo alla registrazione del disco.<ref>{{cita|Rizzi|p. 81}}.</ref> ''[[The Division Bell]]'', titolo suggerito dallo scrittore [[Douglas Adams]],<ref name=
All'album seguì una lunga [[The Division Bell Tour|tournée mondiale]] della quale rimane traccia in ''[[Pulse (Pink Floyd)|Pulse]]'', pubblicato l'anno seguente, che documenta le esibizioni tenute in diverse località europee con una formazione allargata, costituita da due chitarre, due tastiere, basso, batteria, percussioni, sassofono e tre coriste.<ref>{{cita|Povey, Russell|p. 181}}.</ref> Nel [[Pulse (film 1995)|film omonimo]] è possibile inoltre osservare anche la maestosità del gigantesco apparato scenografico che faceva da cornice ai concerti del tour: luci, raggi laser, fumi e fuochi d'artificio si combinavano in coreografie che accompagnavano i brani, battuta per battuta. Il manager Steve O'Rourke affermò che «il punto era unicamente dar vita al miglior show possibile».<ref name=Povey177>{{cita|Povey, Russell|p. 177}}.</ref>
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Il 2 luglio 2005, in occasione del [[Live 8]], la grande manifestazione musicale organizzata dall'amico [[Bob Geldof]] per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla povertà e sui problemi dell'Africa, i Pink Floyd tornarono a esibirsi nella loro formazione storica, Roger Waters compreso, eseguendo alcuni brani rappresentativi della loro avventura musicale: ''[[Breathe (Pink Floyd)|Breathe]]'' (a cui fu accorpato ''Breathe (Reprise)''), ''[[Money (Pink Floyd)|Money]]'', ''[[Wish You Were Here (brano musicale Pink Floyd)|Wish You Were Here]]'' e ''[[Comfortably Numb]]''. Al concerto parteciparono Tim Renwick, Jon Carin, Dick Parry e Carol Kenyon in veste di turnisti.<ref>{{cita web|1=https://www.rollingstone.it/musica/la-storia-del-concerto-impossibile-dei-pink-floyd-al-live-8/523176|2=La storia del concerto impossibile dei Pink Floyd al Live 8|3=5 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210508191542/https://www.rollingstone.it/musica/la-storia-del-concerto-impossibile-dei-pink-floyd-al-live-8/523176/|urlmorto=no}}</ref> Durante l'esecuzione di ''Wish You Were Here'', Waters volle ricordare Syd Barrett, affermando:<ref>{{cita web|url=https://www.rollingstone.com/music/music-news/pink-floyd-reunited-with-roger-waters-10-years-ago-this-week-63409|titolo=Pink Floyd Reunited With Roger Waters 10 Years Ago This Week|accesso=27 febbraio 2021|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210309045912/https://www.rollingstone.com/music/music-news/pink-floyd-reunited-with-roger-waters-10-years-ago-this-week-63409/|urlmorto=no}}</ref> {{citazione|Effettivamente è emozionante stare qui con questi tre ragazzi dopo tutti questi anni. Qui per essere contati assieme a voi. Comunque, lo stiamo facendo per tutti quelli che non sono qui, in particolare, naturalmente, per Syd.|[[Roger Waters]]|It's actually quite emotional, standing up here with these three guys after all these years. Standing to be counted with the rest of you. Anyway, we're doing this for everyone who's not here, particularly, of course, for Syd.|lingua=en}}
In alcuni degli spettacoli del tour estivo di Waters dell'anno seguente Nick Mason si aggregò al gruppo per eseguire l'intera suite di ''The Dark Side of The Moon'',<ref>{{cita|Gatti, Girolami|cap. "Dopo il Live 8"}}.</ref> mentre Wright, che aveva partecipato al tour solista di David Gilmour, declinò l'offerta poiché impegnato con il nuovo album solista.<ref name=Molendini/> Lo stesso Nick Mason, in seguito, si aggiunse a David Gilmour e a Richard Wright nella terza serata conclusiva del ''On an Island Tour'' del chitarrista alla [[Royal Albert Hall]] di Londra, il 31 maggio 2006, ricomponendo i Pink Floyd per due canzoni: ''Wish You Were Here'' e ''Comfortably Numb''.<ref name=Molendini>{{cita news|autore=[[Marco Molendini]]|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|url=http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=416&idaut=15|titolo=Pink Floyd: addio reunion, ma per Rick Wright c'è il disco postumo con David Gilmour. Nick Mason parla dell'amico scomparso|data=17 settembre 2008|accesso=15 maggio 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090908142321/http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=416&idaut=15}}</ref> Si trattò della prima apparizione del trio dopo il Live 8 e, a detta di Gilmour, dell{{'}}''ultimo atto'' dei Pink Floyd.<ref name=rep/>
Waters e i Pink Floyd incrociarono nuovamente le proprie strade il 10 maggio 2007, in occasione del ''The Madcap's Last Laugh'', un concerto tributo organizzato da [[Joe Boyd]] al [[Barbican Centre]] in memoria di Syd Barrett, morto a Cambridge il 7 luglio dell'anno precedente.<ref name=
Lunedì 15 settembre 2008 fu annunciata la morte di [[Richard Wright (musicista)|Richard Wright]], avvenuta a sessantacinque anni dopo una breve lotta contro il cancro. Lo stesso giorno David Gilmour disse di Richard Wright:<ref>{{cita web|1=https://www.ilsussidiario.net/news/musica-e-concerti/2008/9/16/addio-a-wright-il-messaggio-di-david-gilmour/5455/|2=Addio a Wright, il messaggio di David Gilmour|3=14 novembre 2021|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211113184920/https://www.ilsussidiario.net/news/musica-e-concerti/2008/9/16/addio-a-wright-il-messaggio-di-david-gilmour/5455/|urlmorto=no}}</ref>
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Gli arrangiamenti [[rumorismo|rumoristici]], l'introduzione di elementi provenienti da altre tradizioni musicali (l'orchestra di ''[[Atom Heart Mother (brano musicale)|Atom Heart Mother]]'' o il coro dei bambini in ''[[Another Brick in the Wall]]''), lo sperimentalismo, il vasto impiego di ritmi complessi e l'uso massiccio di tastiere includono i Pink Floyd tra i massimi esponenti di sempre del rock.<ref name=Scaruffi/><ref name=ondarock/> Il loro approccio compositivo è particolare: Gilmour, riferendosi a Waters e Mason, ha affermato che «compongono ''[[A Saucerful of Secrets]]'' come un grafico architettonico, in forma dinamica con depressioni e picchi. Niente a che vedere con una qualunque forma musicale».<ref>{{cita|Povey, Russell|p. 155}}.</ref> La loro musica è stata inoltre definita «sferica» o «astronomica», ed è considerata una valida sintesi di elementi provenienti da tradizioni musicali diverse.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/08/praga-concerto-dei-pink-floyd-per-110.html|titolo=Praga, concerto dei Pink Floyd per 110 mila|data=8 settembre 1994|accesso=12 febbraio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090202193154/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/08/praga-concerto-dei-pink-floyd-per-110.html}}</ref>
Nonostante il carattere eclettico e difficilmente classificabile del loro modus operandi, i Pink Floyd sono stati spesso considerati un gruppo [[art rock]].<ref name=AMG/><ref name=Ray/> Vengono anche inseriti nel novero di varie sfumature del genere rock quali [[Rock progressivo|quello progressivo]],<ref name=AMG/> classificazione che è stata però messa più volte in discussione,<ref>{{cita web|autore=Will Bryer|url=https://www.theguardian.com/music/musicblog/2008/oct/08/pink.floyd.not.prog.rock|titolo=School of rock: Why Pink Floyd were not prog|data=8 ottobre 2008|accesso=6 novembre 2017|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171107032340/https://www.theguardian.com/music/musicblog/2008/oct/08/pink.floyd.not.prog.rock}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Progressive Rock Reconsidered|editore=Routledge|anno=2013|pp=Introduzione|lingua=en}}</ref> il [[rock sperimentale]],<ref name=
''[[The Endless River]]'' del 2014 si ispira alla [[musica strumentale]] e alla [[musica d'ambiente]].
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* 1970 – ''[[Atom Heart Mother World Tour]]''
* 1971 – ''[[Meddle Tour]]''
* 1972
* 1974 – ''[[French Summer Tour 1974]]''
* 1974 – ''[[British Winter Tour 1974]]''
* 1975 – ''[[Wish You Were Here Tour]]''
* 1977 – ''[[In the Flesh Tour]]''
* 1980
* 1987
* 1994 – ''[[The Division Bell Tour]]''
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