Napoli: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
rb manuale Etichetta: Ripristino manuale |
|||
(14 versioni intermedie di 5 utenti non mostrate) | |||
Riga 132:
{{vedi anche|Regno di Sicilia}}
[[File:Palazzo Reale di Napoli - Federico II.jpg|thumb|upright=0.7|Statua marmorea di [[Federico II di Svevia]], posta all'ingresso del [[palazzo Reale di Napoli]].]]
Nel 1139, i Normanni conquistarono definitivamente la città e il ducato entrò a far parte del territorio del [[Principato di Capua]], nel neonato Regno di Sicilia.
|p=144-146}}</ref> |p=18-20}}</ref> e come conferma il suo ruolo di vicecapitale dell'[[Esarcato d'Italia]] sotto |titolo=Le vie del Mezzogiorno: storia e scenari |autore=[[Giuseppe Barone (storico)|Giuseppe Barone]]|città=Roma |anno=2002 |p=53}}</ref> — </ref><ref>{{cita web|url= de l'école française de Rome, ''Alle origini di Napoli capitale''}}</ref> Quando il Regno di Sicilia passò agli [[Svevia|Svevi]], sotto la dinastia degli [[Hohenstaufen]], Napoli fu compresa nel [[giustizierato]] di [[Terra di Lavoro]]. Federico II di Svevia,
La città,
==== Il periodo angioino ====
Riga 143 ⟶ 148:
Napoli entrò a far parte del regno [[Angioini|angioino]] grazie alle vittorie di [[Carlo I d'Angiò]] su [[Manfredi di Svevia]] nella [[Battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] nel 1266, e su [[Corradino di Svevia]] nella [[Battaglia di Tagliacozzo]] nel 1268. Durante il regno di [[Carlo II d'Angiò]] furono formalmente istituiti i ''[[Sedili di Napoli|Sedili]]'', organi amministrativi suddivisi per zone della città, la cui origine risale alle [[fratrie]] dell'epoca greca e alla ''Magna cura Regis''. Questi rimarranno attivi fino al XIX secolo.
In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (i [[Vespri siciliani]]), causata anche dal trasferimento ufficiale della capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli nel 1266,<ref>{{Cita web |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/vespri-siciliani_(Enciclopedia-Dantesca)/ |titolo=Vespri siciliani |opera=Enciclopedia Treccani |accesso=2 ottobre 2025}}</ref> e al successivo passaggio dell’isola sotto il dominio aragonese, Napoli divenne la capitale del Regno di Napoli. A succedere a Carlo I fu il figlio Carlo II, e in seguito il nipote Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che rese Napoli uno dei principali centri culturali d'Europa e del Mediterraneo (per approfondire, vedi [[Rinascimento napoletano#Prodromi storici: il protoumanesimo angioino|protoumanesimo angioino]]). In questo periodo soggiornarono in città personalità come [[Francesco Petrarca]], [[Simone Martini]], [[Giotto]] (che vi fondò una scuola pittorica giottesca tra le più importanti d’Italia) e [[Boccaccio]], che nella [[basilica di San Lorenzo Maggiore]] conobbe [[Fiammetta (Boccaccio)|Fiammetta]], ovvero Maria d’Aquino, e in seguito rimpiangerà gli anni trascorsi alla corte napoletana. Nel 1343 successe a Roberto la nipote [[Giovanna I di Napoli]], mentre nel 1382 salì al potere la linea degli Angioini di Durazzo con [[Carlo III di Napoli|Carlo di Durazzo]], [[Ladislao I di Napoli]] e [[Giovanna II di Napoli]].
Tra gli eventi più significativi del periodo angioino si ricordano la decapitazione del giovane Corradino di Svevia nel 1268, il [[Maremoto del golfo di Napoli del 1343|maremoto del 1343]] (che diede il colpo di grazia ad Amalfi), il primo tentativo di riunificazione politica d’[[Italia]] sotto Ladislao di Durazzo, e gli assedi alla città durante le lotte per la successione di Giovanna II d’Angiò tra [[Renato d’Angiò]] e [[Alfonso V d’Aragona]], fino a quando quest’ultimo, nel 1442, penetrò nella città attraverso un acquedotto e la occupò definitivamente.
|