Grottaferrata: differenze tra le versioni

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==== Dal Seicento alla seconda metà dell'Ottocento ====
[[File:Grottaferrata 15 - 1.jpg|thumb|[[Villa Grazioli]].]]
 
Nel [[XVIII secolo|Settecento]], si succedettero abati commendatari appartenenti a diversi famiglie: il [[Firenze|fiorentino]] [[Giovanni Antonio Guadagni]] dal [[1738]] al [[1759]],<ref name=nota88/> il [[venezia]]no [[Carlo Rezzonico (cardinale)|Carlo Rezzonico "iuniore"]] dal [[1759]] al [[1799]], infine il [[roma]]no [[Ercole Consalvi]] che fu l'ultimo [[abate commendatario]], in carica fino alla definitiva abolizione della [[commenda]] nel [[1824]].<ref name="nota87">{{Cita|Devoti 1999|pp. 142-145}}.</ref>
 
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[[File:Parrocchiale S.Cuore di Gesù - Grottaferrata.jpg|miniatura|La [[Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)|chiesa del Sacro Cuore]].]]
 
====; [[Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata ====]]
; [[Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)|Chiesa del Sacro Cuore]]
{{Vedi anche|Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata}}
; [[Chiesa di San Giuseppe (Grottaferrata)|Chiesa di San Giuseppe]]
L'abbazia fu fondata nel [[1004]] da [[Nilo da Rossano|san Nilo da Rossano]],<ref name=nota81/> e in breve diventò un notevole centro culturale: istituita in commenda dal [[1428]]<ref name=nota3-2/> al [[1824]],<ref name=nota87/> attualmente è un'[[abbazia territoriale]] retta dall'[[Ordine Basiliano Italiano di Grottaferrata]].
; Chiesa di San Pio X : La chiesa si trova in località Squarciarelli. Consacrata nel 1958 dal [[cardinale vescovo]] della [[sede suburbicaria di Frascati]] [[Federico Tedeschini|Federico Todeschini]], fino al 1975 è stata retta dalla [[congregazione religiosa]] dei [[Poveri servi della Divina Provvidenza]]. Nel 1966 è stata eretta [[chiesa parrocchiale]].
 
; Casa Santa Rosa : La Casa Santa Rosa delle [[Suore Francescane Missionarie di Maria]], meglio note localmente come "Monache Francesi" (poiché l'ordine fu fondato da [[Hélène de Chappotin de Neuville]] a [[Nantes]], in [[Francia]], nel [[1874]]), fu costruita nel sito di una proprietà della famiglia Santovetti tra il [[1892]] ed il [[1914]], con una sospensione dei lavori nel [[1893]] a causa del ritrovamento nell'area del convento di alcuni resti di età romana attribuiti ad una [[Villa romana|villa suburbana]] di [[Marco Tullio Cicerone]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 61}}.</ref> La chiesa conventuale venne completata nel [[1931]]: le suore si resero attive nella vita civile criptense quando accolsero gli sfollati del [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] ([[1908]]) e del [[Terremoto della Marsica del 1915|terremoto della Marsica]] ([[1915]]), ed ancora quando aprirono una casa di convalescenza per i soldati feriti durante la [[prima guerra mondiale]] ([[1915]]-[[1918]]).<ref name="notas2">{{Cita|Devoti 1999|pp. 63-65}}.</ref> Più di recente, le religiose hanno prestato servizio presso l'Ospedale Civile San Sebastiano di [[Frascati]].<ref name=notas2/>
All'interno dell'imponente cerchia muraria, voluta dall'abate commendatario cardinale Giuliano della Rovere, poi [[papa Giulio II]],<ref name=nota83/> si trovano il cinquecentesco palazzo dell'abate commendatario e la chiesa conventuale, di origine medioevale ma rifatto in stile barocco con l'intervento di [[Baldassarre Peruzzi]],<ref name="nota1110">{{Cita|Devoti 1999|p. 112}}.</ref> [[Taddeo Zuccari|Taddeo]] e [[Federico Zuccari]]<ref name="nota1110"/> [[Domenichino]],<ref name="nota1111">{{Cita|Devoti 1999|p. 123}}.</ref> [[Luigi Capponi (scultore)|Luigi Capponi]],<ref name="notaartusi">{{Cita|Devoti 1999|p. 272}}.</ref> [[Antonio da Sangallo il Giovane]],<ref name=nota84/> e, forse, di [[Gian Lorenzo Bernini]].<ref name=nota1111/>
; Collegio di San Bonaventura : Fondato nel 1932 come "collegio Sant'Antonio" dall'ordine religioso dei [[Ordine dei Minimi|Frati Minimi]] per ospitare i seminaristi della [[Pontificia Università Antonianum]], dal 1971 ospita la comunità di frati francescani ricercatori (c.d. "Padri Quaracchi"). Dal 2018 la biblioteca è stata trasferita a Roma presso il collegio di Sant'Isidoro degli Irlandesi.
 
; Cappella di villa Senni
==== Chiesa del Sacro Cuore ====
; Cappella di villa Gavotti-Gioacchini
{{Vedi anche|Chiesa del Sacro Cuore (Grottaferrata)}}
; Chiesetta della Madonna della Molara
La chiesa fu edificata per volontà di Maria Santovetti Tanlongo su circa 3000 metri quadrati di terreno di sua proprietà nel [[1918]]-[[1928]], ed affidata ai [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|padri salesiani]] fino al [[1963]], anno dell'istituzione in parrocchia della chiesa.<ref name=notacuore/>
 
Lo stile della chiesa è il [[Architettura neogotica|neogotico]], ed il campanile fu aggiunto solo negli anni sessanta: l'ampio interno a [[pianta basilicale]] è decorato da un [[mosaico]] nel [[Abside|catino absidale]] e da [[Vetrata|vetrate policrome]], dono del marchese Alfredo Dusmet.<ref name=notacuore/> Presso la chiesa esistono un oratorio pomeridiano, un campo da calcio, un teatro e un cinema fornito di impianto audio eccellente.<ref name=notacuore/>
==== Chiesa di San Giuseppe ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Giuseppe (Grottaferrata)}}
Questa chiesa, sita in località [[Squarciarelli]], fu costruita per volontà del proprietario terriero Nicola Santovetti nel [[1889]], per un costo di costruzione di 15.000 [[Lira italiana|lire italiane]].<ref name=notadeb/> Affidata ai [[Ordine Cisterciense|monaci cisterciensi]], fu tolta a questi per la scarsa volontà pastorale di alcuni monaci ed affidata attorno al [[1905]] ai [[monaci basiliani]] dell'abbazia criptense, che la tennero fino alla costituzione in parrocchia nel [[1919]].<ref name=notadeb/> Fu parzialmente distrutta durante la [[seconda guerra mondiale]] e ricostruita più semplicemente, ed ulteriormente modificata negli anni sessanta.
 
All'interno, a tre [[Navata|navate]], si trovano una ''Sacra Famiglia'' di [[Silverio Capparoni]] e la tomba di famiglia dei Santovetti.<ref name=notadeb/>
 
==== Casa Santa Rosa ====
La Casa Santa Rosa delle [[Suore Francescane Missionarie di Maria]], meglio note localmente come "Monache Francesi" (poiché l'ordine fu fondato da [[Hélène de Chappotin de Neuville]] a [[Nantes]], in [[Francia]], nel [[1874]]), fu costruita nel sito di una proprietà della famiglia Santovetti tra il [[1892]] ed il [[1914]], con una sospensione dei lavori nel [[1893]] a causa del ritrovamento nell'area del convento di alcuni resti di età romana attribuiti ad una [[Villa romana|villa suburbana]] di [[Marco Tullio Cicerone]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 61}}.</ref> La chiesa conventuale venne completata nel [[1931]]: le suore si resero attive nella vita civile criptense quando accolsero gli sfollati del [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] ([[1908]]) e del [[Terremoto della Marsica del 1915|terremoto della Marsica]] ([[1915]]), ed ancora quando aprirono una casa di convalescenza per i soldati feriti durante la [[prima guerra mondiale]] ([[1915]]-[[1918]]).<ref name="notas2">{{Cita|Devoti 1999|pp. 63-65}}.</ref> Più di recente, le religiose hanno prestato servizio presso l'Ospedale Civile San Sebastiano di [[Frascati]].<ref name=notas2/>
 
=== Architetture civili ===
[[File:Santovetti Grottaferrata.jpg|miniatura|Palazzo Santovetti in una [[fotografia]] deglidei [[Anniprimi 1910|annidel dieci]]Novecento.]]
 
'''[[Ville Tuscolane]] "maggiori"'''
 
; [[Villa Grazioli|Villa Bracciano-Montalto-Grazioli]]
 
; [[Villa Muti|Villa Arrigoni-Muti]]
 
; [[Villa Aldobrandini (Frascati)|Villa Aldobrandini]]<ref>Una parte del parco ricade nel territorio comunale di Grottaferrata.</ref>
 
'''Ville "minori" ed assimilabili'''
 
; Villa Cavalletti : Nel [[1596]] il marchese [[Ermete Cavalletti]] acquistò la tenuta dal cardinale [[Bartolomeo Cesi (cardinale)|Bartolomeo Cesi]]: la villa fu costruita ed arredata nel Settecento, e nel secondo dopoguerra appartenne alla [[Compagnia di Gesù]]:<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 192-195}}.</ref> attualmente ospita una comunità cattolica d'integrazione e la prestigiosa Accademia per la Teologia del Popolo di Dio.<ref>{{lingue|it|en|de}} {{cita web|url=http://www.akademie-cavalletti.de/|titolo=Sito ufficiale dell'Accademia per la Teologia del Popolo di Dio|accesso=7 settembre 2009}}</ref> Vi si trova una necropoli preistorica tra le più grandi dei [[Colli Albani]].<ref name=nota1339/>
; Villa Rossellini-Dusmet : fu costruita alla fine dell'Ottocento da Zeffiro Rossellini, nonno del celebre regista [[Roberto Rossellini]], e venduta nel [[1919]] al marchese Alfredo Dusmet. In seguito diventò di proprietà della famiglia Campello, e nel [[1940]] fu requisita dalla [[Regia Aeronautica]] come proprio quartier generale, passato ai tedeschi nel [[1943]] (probabilmente in collegamento con l'effimero aeroporto militare operativo in località [[Molara (Grottaferrata)|Molara]]). Negli anni cinquanta fu restituita ai Campello, che nel [[1952]]-[[1953]] vi ospitarono l'esule [[Fārūq I d'Egitto]]. Nel [[1966]] fu acquistata dalle suore pallottine.<ref>Stefano Paolucci, ''[https://www.academia.edu/13210690/La_villa_Rossellini-Dusmet_a_Grottaferrata La Villa Rossellini-Dusmet a Grottaferrata]'', in ''Castelli Romani'', anno XLVII, n. 6, novembre-dicembre 2007, pp. 180-187.</ref>
 
; Villa Rossellini-Dusmet : fu costruita alla fine dell'Ottocento da Zeffiro Rossellini, nonno del celebre regista [[Roberto Rossellini]], e venduta nel [[1919]] al marchese Alfredo Dusmet. In seguito diventò di proprietà della famiglia Campello, e nel [[1940]] fu requisita dalla [[Regia Aeronautica]] come proprio quartier generale, passato ai tedeschi nel [[1943]] (probabilmente in collegamento con l'effimero aeroporto militare operativo in località [[Molara (Grottaferrata)|Molara]]). Negli anni cinquanta fu restituita ai Campello, che nel [[1952]]-[[1953]] vi ospitarono l'esule [[Fārūq I d'Egitto]], che in seguito visse ad Albano Laziale presso la villa che ospita l'attuale [[istituto professionale di stato Nicola Garrone]]. Nel [[1966]] fu acquistata dalle suore pallottine.<ref>Stefano Paolucci, ''[https://www.academia.edu/13210690/La_villa_Rossellini-Dusmet_a_Grottaferrata La Villa Rossellini-Dusmet a Grottaferrata]'', in ''Castelli Romani'', anno XLVII, n. 6, novembre-dicembre 2007, pp. 180-187.</ref>
 
; Villa Gavotti - Gioacchini : La villa, che nel Cinquecento era un casino di campagna sito in località Campovecchio di proprietà della famiglia Laghi, fu acquistata nel [[1614]] dal marchese Lorenzo Gavotti, che ampliò l'edificio e sistemò la tenuta. Nel [[1798]] un erede del marchese, Alessandro Gavotti, vendette la villa a Vincenzo Onelli al prezzo di 10.000 [[Scudo pontificio|scudi pontifici]].<ref name="notagioac">{{Cita|Devoti 1999|pp. 268-272}}.</ref> Tuttavia l'Onelli si suicidò nel 1815, forse in conseguenza della caduta di [[Napoleone Bonaparte]] che aveva reso nullo il valore delle [[Azione (finanza)|azioni]] da lui acquistate nel periodo napoleonico:<ref name=notagioac/> i suoi discendenti mantennero la proprietà della villa solo per venderla ai Lugari-Spiga alla metà dell'Ottocento. Questi proprietari a loro volta vendettero la villa ai Gioacchini all'inizio del Novecento, che ne sono ancora proprietari.<ref name=notagioac/>
 
; Villa Rasponi : Nel Settecento la proprietà della tenuta appartenne alle famiglie Scarsella e Lema, e venne acquistata da Eugenio Rasponi nel [[1821]]: egli costruì la villa, e la vendette per 8000 scudi pontifici al principe Camillo Aldobrandini.<ref>{{Cita|Devoti 1999|pp. 226-232}}.</ref> Durante la seconda guerra mondiale vi fu alloggiato un comando tedesco.<ref>{{cita web|url=http://www.archeobiblio.com/grottaFerrata.htm|titolo=Archeobiblo - Grottaferrata Mon Amour|accesso=7 settembre 2009|dataarchivio=5 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120405052050/http://www.archeobiblio.com/grottaferrata.htm|urlmorto=sì}}</ref> Gli interni della villa sono stati affrescati da [[Passignano|Domenico Crespri detto "il Passignano"]], [[Pietro da Cortona]] e [[Cigoli (pittore)|Ludovico Cardi detto "il Cigoli"]].<ref name="notamuti">{{cita|Luigi Devoti|p. 232|cidDevoti}}.</ref>
; Villa degli Scozzesi : Sede estiva del Pontificio Collegio Scozzese, oggi ospita una clinica dell'Istituto Neurotrautomatologico Italiano (I.N.I.)
 
; Casino Spaziani : poi "Hotel Traiano"
 
; Villa degli Scozzesi : oggi sede dell'Istituto Neurotrautomatologico Italiano (I.N.I.)
 
; Villa Di Maggio : oggi sede del ristorante "I Locandieri"
 
; Villa Cicerone : ex-clinica "Natursana"
 
; Villa Creti
; Villa Di Maggio : oggi sede del ristorante "I Locandieri"
 
'''Villini storici'''
 
; Villa Eloisa : Il villino fu progettato da Achille Petrignani (1900-1992) tra il 1936 ed il 1937 su committenza della famiglia Favelli, nel sito di un antico casale appartenuto a Giovanni Passamonti.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 73}}</ref> Il nome scelto per il villino fu quello di Eloisa Barbèri, coniugata Favelli. Il villino fu realizzato in stile architettonico [[Razionalismo italiano|razionalista]] con elementi decorativi [[art decò]].
 
; "Il Castagno" : Il villino fu progettato da [[Angiolo Mazzoni]] in stile razionalista nel 1935 su commissione della famiglia Falcone, e rappresenta l'unico contributo di questo importante architetto all'edilizia residenziale unifamiliare.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 159}}</ref>
 
; Villino Novello
 
; Villetta Fiorenza : Progettata da [[Oriolo Frezzotti]], demolito l'edificio del villino nel secondo dopoguerra, rimane solo il caratteristico cancello.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 11}}</ref>
 
; Villino Macherione
 
; Villino Spreca
 
; Villini Angelina e Moro : entrambi i villini furono progettati da Pietro Guidi, progettista anche del ripristino della facciata e del campanile della chiesa abbaziale e della chiesa del Sacro Cuore.<ref>{{cita|Baldoni-Strollo|p. 13}}</ref>
 
; Villino "Villa Pompilia" : Qui visse [[Fausto Pirandello]] per alcuni anni a partire dal 1948
 
; Villino Anselmi
 
; Villino Pizzi-Zitelli
 
; Villino Guerzoni
 
; Villino "La Paluzza"
 
; Villino ex-colonia B. Gosio
 
; Villino Tosi - Sampson
 
; Villino Ammazzalorsa - Gervasi
 
; Villino Villa Clarice
 
; Villino ex-Bentivoglio
 
; Villino Recchia
 
; Villino Nardacci
 
; Villino Basili
 
; Villino "Villa Fiorita"
 
; Villino Di Rienzo
 
; Villino "Villa Maria"
 
'''Altri edifici civili'''
 
[[File:Grottaferrata 12 - 1.jpg|thumb|Colonna onoraria nel parco della Rimembranza.]]
; Palazzo Santovetti : Il palazzo venne fondato nel 1730 per iniziativa del marchese Benedetto Pietro Passarini, affittuario generale dei beni dell'abbazia.<ref>{{cita|Petta|p. 7}}</ref> L'edificio accolse nel 1741 [[papa Benedetto XIV]] e nel 1744 [[Federico, principe del Galles]].<ref>{{cita|Petta|pp. 56-57}}</ref> Nel 1844 il palazzo fu acquistato da Francesco Sorgi, e pervenne quindi per via ereditaria alla famiglia Santovetti.<ref>Luisa Sorgi, figlia di Francesco Sorgi e sua unica erede, sposò Antonio Santovetti. {{cita|Petta|p. 11}}</ref> Antonio Santovetti (1824-1885) restaurò ed ampliò il palazzo su disegno dell'architetto Enrico Celso Donnini.<ref name="notax1">{{cita|Petta|p. 12}}</ref> La cappella fu decorata dal pittore [[Silverio Capparoni]].<ref name="notax1"/><ref name="notasantxr2">{{cita web|url=http://www.prolocogrottaferrata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=64|titolo=Pro loco Grottaferrata - Palazzo Santovetti|accesso=10 settembre 2009}}</ref> Nel 1873 nel palazzo soggiornò lo scienziato gesuita [[Angelo Secchi]], che vi realizzò una [[meridiana]], un [[anemometro]] ed un [[parafulmine]].<ref>{{cita|Petta|p. 58}}</ref> Nel 1883 venne edificata l'ala dell'edificio destinata a cantina e magazzino, che fu per molto tempo una delle realtà enologiche più significative del territorio.<ref>La cantina fondata da Antonio Santovetti fu portata avanti dai nipoti, Filippo Santovetti e Vincenzo Tanlongo, e costituita nel 1922 in società anonima con la ragione sociale "Società Tuscolana Esportazione Vini" (STEV).</ref><ref name=notasant/><ref name=notasantxr2/> In una sala al primo piano del palazzo, il 27 agosto 1848, venne proclamata l'autonomia amministrativa di Grottaferrata.<ref name="notax1"/>
 
; Palazzo Santovetti : Il palazzo venne fondato nel 1730 per iniziativa del marchese Benedetto Pietro Passarini, affittuario generale dei beni dell'abbazia.<ref>{{cita|Petta|p. 7}}</ref> L'edificio accolse nel 1741 [[papa Benedetto XIV]] e nel 1744 [[Federico, principe del Galles]].<ref>{{cita|Petta|pp. 56-57}}</ref> Nel 1844 il palazzo fu acquistato da Francesco Sorgi, e pervenne quindi per via ereditaria alla famiglia Santovetti.<ref>Luisa Sorgi, figlia di Francesco Sorgi e sua unica erede, sposò Antonio Santovetti. {{cita|Petta|p. 11}}</ref> Antonio Santovetti (1824-1885) restaurò ed ampliò il palazzo su disegno dell'architetto Enrico Celso Donnini.<ref name="notax1">{{cita|Petta|p. 12}}</ref> La cappella fu decorata dal pittore [[Silverio Capparoni]].<ref name="notax1"/><ref name="notasantxr2">{{cita web|url=http://www.prolocogrottaferrata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=64|titolo=Pro loco Grottaferrata - Palazzo Santovetti|accesso=10 settembre 2009}}</ref> Nel 1873 nel palazzo soggiornò lo scienziato gesuita [[Angelo Secchi]], che vi realizzò una [[meridiana]], un [[anemometro]] ed un [[parafulmine]].<ref>{{cita|Petta|p. 58}}</ref> Nel 1883 venne edificata l'ala dell'edificio destinata a cantina e magazzino, che fu per molto tempo una delle realtà enologiche più significative del territorio.<ref>La cantina fondata da Antonio Santovetti fu portata avanti dai nipoti, Filippo Santovetti e Vincenzo Tanlongo, e costituita nel 1922 in società anonima con la ragione sociale "Società Tuscolana Esportazione Vini" (STEV).</ref><ref name=notasantxr2/> In una sala al primo piano del palazzo, il 27 agosto 1848, venne proclamata l'autonomia amministrativa di Grottaferrata.<ref name="notax1"/>
 
; Cartiera Pontificia : La cartiera fu costruita tra il 1632 e il 1635 e in funzione fino al 1893, confinante con il Fosso dell'Acqua Mariana ed è all'interno del parco regionale dei Castelli Romani<ref>{{Cita web|url=https://www.vivavoceonline.it/articoli.php?id_articolo=1115|titolo=La “Cartiera Pontificia” di Grottaferrata}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmamilio.it/c/news/18188-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente.html|titolo=-grottaferrata,-la-cartiera-un-patrimonio-eternamente-perso-il-dibattito-assente}}</ref>
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; Casale Campovecchio
 
; Casale Sant'Anna
; ex-Villa Maldura
 
; ex-Villa Maldura
 
; ex-Sottostazione elettrica della STEFER
 
; OsteriaEdificio dell'osteria del Fico Vecchio
 
=== Architetture militari ===
[[File:Grottaferrata 3 - 1.jpg|miniatura|Torre nord-occidentale delle mura che circondato l'abbazia.]]
==== Borghetto di Grottaferrata ====
{{Vedi anche|Borghetto di Grottaferrata}}
 
Oltre alla cerchia di mura che circonda l'abbazia di Grottaferrata, sul territorio comunale sono presenti i ruderi di alcuni castelli:
Il castello fu probabilmente edificato attorno al [[IX secolo|IX]] od al [[X secolo]] dai [[Conti di Tuscolo]],<ref name="notanibbyborgh">{{Cita|Nibby|vol. I p. 309}}.</ref> ai quali apparteneva ancora nel [[1140]], quando compare menzionato per la prima volta come "''taberna in burgo de Tuscolana''".<ref name="notaborghetto">{{Cita|Devoti 1999|pp. 50-57}}.</ref> Dopo la fine dello strapotere dei Conti di Tuscolo il castello appartenne agli [[Annibaldi]] con il toponimo di "''castrum Montis Frenelli''" o "''Monsfrenelli''":<ref name=notaborghetto/> nel Quattrocento fu acquisito dai [[Savelli (famiglia)|Savelli]], che nel [[1473]] lo permutarono con l'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]] in cambio del feudo di [[Ariccia]].<ref name=notaborghetto/><ref>{{Cita|Lucidi|appendice IX pp. 434-439}}.</ref> Già all'inizio del Cinquecento tuttavia il castello risultava deserto, ed inutili furono i tentativi di ripopolarlo compiuti dagli abati commendatari. All'inizio del Novecento l'area fu acquistata dal marchese Alfredo Dusmet, che nel [[1935]] la rivendette alla famiglia Spagna:<ref name=notaborghetto/> oggi all'interno delle mura si trovano alcune villette a schiera.
 
; [[Borghetto di Grottaferrata]]
Le mura del castello sono realizzate in ''[[Opera cementizia|opus caementicium]]'' nella parte inferiore ed in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' in blocchetti di [[tufo]] in quella superiore, e formano un ovale di circa 3 chilometri di perimetro fortificato da 13 torri quadrangolari.<ref name=notanibbyborgh/><ref name=notaborghetto/>
; [[Castel de' Paolis]]
; [[Molara (Grottaferrata)|Castello di Molara]]
 
==== CastelAltro de' Paolis ====
; Monumento ai Caduti
{{Vedi anche|Castel de' Paolis}}
; Colonna onoraria nel parco della Rimembranza
 
; Viale I Maggio
Il castello sorse attorno all'[[XI secolo]] sui ruderi della [[villa romana]] degli Scriboni-Libones<ref name="notapreistoria">{{Cita|Tomassetti|vol. IV p. 179}}.</ref> e sulle antiche murature identificate da alcuni studiosi con i resti del ''[[municipium]]'' di ''[[Castrimoenium]]'',<ref>{{Cita|Torquati 1974|vol. I cap. XVIII p. 159}}.</ref> collocato da altri presso il [[Villa Colonna di Belpoggio|parco pubblico di villa Desideri]] a [[Marino (Italia)|Marino]]<ref>{{Cita|Tomassetti|vol. IV pp. 181-182}}.</ref> ed oggi comunemente identificato con il [[rione Castelletto]] al centro di Marino.<ref>Giuseppe Ranghiasci, in ''Album - Giornale letterario e di belle arti'', vol. XVII pp. 348-370-385.</ref><ref>Giuseppina Ghini, ''Introduzione'', in Alessandro Bedetti, ''Il mitreo di Marino'', pp. 7-8.</ref>
; "La Violenza è una gabbia" (2025), scultura di Anna Izzo contro la violenza sulle donne, collocata sul piazzale del Comune.<ref>{{cita web|url=https://www.comune.grottaferrata.rm.it/it/novita/page/grottaferrata-accoglie-la-scultura-di-anna-izzo-la-violenza-e-una-gabbia|titolo=Comune di Grottaferrata - Grottaferrata accoglie la scultura di Anna Izzo "La Violenza è una gabbia"|accesso=3 ottobre 2025}}</ref>
 
La prima citazione del castello risale al [[1116]], quando si parla di una "''ecclesia S. Marie [...] in loco qui dicitur Paoli''":<ref name="notapaoli">{{Cita|Devoti 1999|p. 275}}.</ref> la proprietà del castello rimase da allora in poi all'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]], finché nel Seicento non fu completamente spopolato e diruto.<ref name=notapaoli/>
 
Oggi del castello restano un arco, una parte dell'abside della chiesa ed altri brandelli di massicce murature in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' di [[peperino]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 273}}.</ref>
 
==== Molara ====
{{Vedi anche|Molara (Grottaferrata)}}
 
Il castello sorse presso l'attuale chilometro 22 della [[Strada statale 511 Anagnina|strada statale 511 via Anagnina]] probabilmente nel sito della ''[[mansio]]'' di ''Roboraria'':<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 41}}.</ref> nel [[X secolo]] vi esisteva un cenobio basiliano, e la fortificazione iniziò ad esistere a partire dal Duecento, quando raggiunse il periodo di massimo splendore sotto il dominio del cardinale Riccardo Annibaldi.<ref name="notamola">{{Cita|Del Nero 1990|pp. 42-45}}.</ref> A Molara il cardinale Annibaldi ospitò [[papa Innocenzo IV]] ([[1254]]), [[Carlo I d'Angiò]] ed il suo esercito ([[1266]]), che le esagerate cronache dell'epoca facevano ammontare a poco meno di 30.000 uomini, [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso d'Aquino]] ([[1274]]).<ref name=notamola/>
 
Con la decadenza degli [[Annibaldi]], nel [[1427]] il castello entrò nell'orbita dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]:<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 64}}.</ref> in questo periodo perse importanza l'intero sistema difensivo della [[Valle Latina (Colli Albani)|Valle Latina]] in seguito al sostanziale abbandono della via Latina-Anagnina. Nei secoli seguenti la spopolata Molara appartenne agli Altemps, ai [[Borghese (famiglia)|Borghese]] e quindi agli [[Aldobrandini]]: vi era praticata la pastorizia e l'estrazione mineraria.<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 307}}.</ref> La miseria di queste zone era tale che nel [[1762]] il [[Sede suburbicaria di Frascati|cardinale vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati]] [[Enrico Benedetto Stuart]], ultimo [[Successione Giacobita|pretendente giacobita]] al [[Regno di Gran Bretagna]], durante una sua [[Visita ad limina|visita ''ad limina'']] nel territorio di [[Monte Porzio Catone]] trovò i pochi abitanti di Molara che vivevano in uno stato quasi animalesco, privi anche del conforto religioso.<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 78}}.</ref>
 
'''Monument'''i
 
'''Il monumento ai caduti di Grottaferrata'''
 
Il monumento fu realizzato tra gli anni 1919-1925 dallo scultore Amleto Cataldi sotto finanziamento del marchese Alfredo Dusmet. Fu restaurato poi dallo scultore Mario Gavotti.
 
=== Siti archeologici ===
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[[File:Grottaf01.JPG|miniatura|sinistra|La terra dei monaci basiliani dell'abbazia: sullo sfondo, l'[[Agro Romano]].]]
 
; [[Catacombe di Ad Decimum]]
Il sito archeologico più importante del territorio criptense sono le [[Catacombe di Ad Decimum]], rinvenute nel [[1913]] al X miglio della [[via Latina]]: all'interno vi si trovano oltre 800 sepolture databili fino al [[V secolo]], alcuni affreschi del [[III secolo|III]] o del [[IV secolo]] ed un [[arcosolio]] raffigurante la "''Traditio Legis''", la trasmissione del messaggio evangelico.<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 38}}.</ref> Assieme alle [[catacombe di San Senatore]] di [[Albano Laziale]]<ref>Pino Chiarucci, ''Albano Laziale'', pp. 50-52.</ref> queste sono le uniche [[Catacomba|catacombe]] dei [[Colli Albani]] (pare che una terza catacomba fu rinvenuta casualmente in comune di [[Marino (Italia)|Marino]], lungo la [[via Appia Antica]] presso la località di [[Due Santi]] nel [[1712]] ma ad oggi se ne è persa l'ubicazione).<ref>Raimondo Del Nero, ''Bovillae'', p. 27.</ref>
; Sepolcro di Metilio Regolo
 
Inoltre, una piccola parte degli scavi archeologici di ''[[Tusculum]]'' ricade nel territorio criptense, mentre la parte più importante dell'antico abitato si trova nel territorio di [[Monte Porzio Catone]].
 
Una parte degli scavi archeologici di ''[[Tusculum]]'' ricade nel territorio criptense, mentre la parte più importante dell'antico abitato si trova nel territorio di [[Monte Porzio Catone]].
Per quanto riguarda le memorie preistoriche del territorio criptense, le necropoli più importanti si trovano a villa Cavalletti (una delle più grandi dei Colli Albani)<ref name=nota1339/> e nella ex-vigna Giusti:<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 70}}.</ref> sepolture sparse furono individuate anche a [[Castel de' Paolis]] nel [[1903]]<ref name=notapreistoria/> ed in località Cipriana durante alcuni lavori di scassamento nel [[1880]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 164}}.</ref>
 
Per quanto riguarda le memorie preistoriche del territorio criptense, le necropoli più importanti si trovano a villa Cavalletti (una delle più grandi dei Colli Albani)<ref name=nota1339/> e nella ex-vigna Giusti:<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 70}}.</ref> sepolture sparse furono individuate anche a [[Castel de' Paolis]] nel [[1903]] ed in località Cipriana durante alcuni lavori di scassamento nel [[1880]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 164}}.</ref>
Nel territorio criptense è stata collocata una delle due tenute tuscolane di [[Marco Tullio Cicerone]]: nel corso dei secoli, diversi studiosi hanno formulato svariate ipotesi sulla collocazione di queste ville, ma sembra ormai confermato che una sorgesse sul [[Monte Tuscolo|Tuscolo]] presso la città antica di ''[[Tusculum]]'', e l'altra fosse posta in prossimità dell'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]],<ref name=nota80/> e che magari si estendesse fino alle propaggini settentrionali del Tuscolo,<ref name=autogenerato2>{{cita|Gaetano Moroni|vol. XXXIII pp. 44-45|cidMoroni}}.</ref> o addirittura in località Poggio Tulliano, che prenderebbe nome proprio dall'arpinate.<ref name="nota1331">{{cita|Luigi Devoti|p. 288|cidDevoti}}.</ref> La collocazione presso l'attuale abbazia appare più probabile e confermata da diverse strutture romane, come l'imponente criptoportico con affaccio sul vallone della marana dell'Acqua Marciana, su cui [[san Nilo da Rossano]] ed i suoi compagni avrebbero costruito il monastero.
 
=== Aree naturali ===
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[[File:Grottaferrata-abbazia01.jpg|miniatura|La chiesa abbaziale dell'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]], scrigno delle maggiori opere d'arte conservate nel territorio criptense.]]
 
L'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]] ospita alcune importanti opere d'arte, come gli [[Affresco|affreschi]] di Francesco da Siena, pittore [[Manierismo|manierista]] allievo di [[Baldassarre Peruzzi]],<ref name=nota1110/> [[Taddeo Zuccari|Taddeo]] e [[Federico Zuccari]]<ref name="nota1110"/> e del [[Domenichino]]<ref name=nota1111/> ed altre realizzazioni di [[Luigi Capponi (scultore)|Luigi Capponi]],<ref name=notaartusi/> [[Antonio da Sangallo il Giovane]],<ref name=nota84/> [[Annibale Carracci]],<ref name="nota1111"/> [[Giovanni Artusi Canale]],<ref name="nota1111"/> [[Gian Lorenzo Bernini]],<ref name="nota1111"/> [[Tommaso Righi]].<ref name=nota87/> Tante sono inoltre le testimonianze, più o meno anonime od antiche, di [[arte bizantina]] conservate nell'abbazia: l'abbondanza di materiale permise tra l'aprile [[1905]] ed il giugno [[1906]] l'organizzazione di una mostra d'arte sacra bizantina che riscosse un grandissimo successo di pubblico e di critica.<br />Le [[Ceramica|ceramiche]] di [[Squarciarelli]], pregiato prodotto artigianale dagli ornamenti [[Art noveau|liberty]] ed [[art déco]] in commercio solo per pochi anni, dal [[1921]] ai primi [[Anni 1940|anni quaranta]], sono oggi oggetto d'arte da collezione, tanto che il Comune di Grottaferrata ha allestito una mostra al riguardo.
 
Tra le tante Ville Tuscolane situate nel territorio criptense alcune ospitano altre opere d'arte di pregio, come gli affreschi di [[Agostino Ciampelli]]<ref name=notagrazioli/> e [[Giovanni Paolo Pannini]]<ref name=notagraziolipannini/> a [[Villa Grazioli]] e la decorazione pittorica del [[Cigoli (pittore)|Cigoli]], del [[Passignano]], di [[Pietro da Cortona]] e [[Giovanni Lanfranco]] a [[Villa Muti|Villa Arrigoni-Muti]].<ref name=notamuti/>
 
=== Teatro ===