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{{Sito archeologico
== Caratteristiche esterne ==
|Nome = Mastaba di Ptahhotep
La piramide di [[Chefren]] è la seconda in Egitto come grandezza dopo la [[Piramide di Cheope|piramide]] del padre [[Cheope]]; appare più alta di quella di Cheope perché venne costruita su uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri; la sua altezza risulterebbe ancora maggiore se non fosse priva di parte della cima e del [[pyramidion]]. Mentre per le piramidi precedenti si era utilizzato il terreno presente senza ritoccarlo, sfruttandone le caratteristiche, nel caso della piramide di Chefren la base rocciosa è stata livellata, arrivando a modifiche, in alcuni punti, anche di circa 10 cm. Poco dopo l'inizio dei lavori è stato ipotizzato che l'intera struttura sia stata spostata leggermente in direzione sud al fine di utilizzare il basamento di roccia più adatto per realizzare una via di risalita a partire dal tempio a valle.<ref>{{cita|Jordan|p. 102}}.</ref> Nel corso dei millenni vari [[Terremoto|movimenti sismici]] poi hanno provocato degli spostamenti di alcuni millimetri delle pietre, infatti è stato notato che le finiture angolari delle restanti pietre di rivestimento non hanno una struttura esattamente dritta, ma risultano sfalsate di pochi millimetri.
|Nome_altro =
[[File:Khephren-plan.jpg|thumb|upright=1.1|left|Sezione della piramide]]
|Immagine =
Nella metà inferiore presenta grandi blocchi grezzi e irregolari disposti con scarsa precisione, mentre verso la sommità questi appaiono disposti in maniera più uniforme; inoltre le pietre utilizzate per costruire la base sono di una grandezza relativa, ma, man mano che si sale, hanno dimensioni inferiori fino ad avere in cima lo spessore di soli 50 cm.<ref>{{cita|Lehner|p. 45}}.</ref>
|Civiltà = [[Antico Egitto]]
|Utilizzo =
|Epoca = [[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]]
|Stato = EGY
|Suddivisione1 =
|Suddivisione2 =
|Suddivisione3 =
|Altitudine =
<!-- Dimensioni -->
|Superficie =
|Altezza =
|Larghezza =
|Volume =
|Inclinazione =
<!-- Scavi -->
|Data_scoperta = 28 marzo 1903
|Date_scavi =
|Organizzazione_scavi =
|Archeologo = Georges Aaron Bénédite
<!-- Amministrazione -->
|Parte di = [[Menfi (Egitto)|Menfi e la sua necropoli]]
|Ente =
|Responsabile =
|Visitabile =
|Sito_web =
}}La '''Mastaba di Ptahhotep''' è il monumento funerario di [[Ptahhotep]], [[visir (antico Egitto)|visir]] che operò durante il regno di [[Djedkara Isesi]], faraone appartenente alla [[V dinastia egizia|V dinastia]]. Ptahhotep è noto perché a lui è stata attribuita la realizzazione di una raccolta di consigli e di massime, dedicati al figlio, conosciuta come ''[[Massime di Ptahhotep]]''.<ref>{{cita|Grimal|p. 100}}.</ref>
 
La [[mastaba]] è situata a [[Saqqara]] Nord, a ovest della [[piramide di Djoser]], nei pressi della [[Mastaba di Ti]];<ref>{{cita|Lauer|p. 48}}.</ref> è costituita da un complesso funerario dedicato pure al figlio Akhtihotep, anch'egli visir e incaricato di sovrintendere al granaio e al tesoro; nella stessa mastaba vi è una parte riservata al nipote di Ptahhotep, Ptahhotep II.
Ha la particolarità di essere l'unica piramide che conserva sulla sommità una parte della copertura in [[calcare]] bianco di [[Tura (Egitto)|Tura]] che originariamente ricopriva l'intera struttura<ref>{{cita|Mendelssohn|p. 63}}.</ref> e di cui oggi restano solo gli ultimi 45 metri. La base è rivestita di ''"pietra etiopica variegata"'' (così come la definisce [[Erodoto]]) ovvero [[granito]] rosa e grigio di [[Assuan]].
 
La scoperta della mastaba è attribuita all'egittologo francese Georges Aaron Bénédite che, eseguendo degli scavi nei pressi di Saqqara, la ritrovò il 28 marzo 1903. Bénédite acquisì gran parte del materiale della cappella di Akhtihotep in esclusiva per il [[Museo del Louvre]].<ref>Christiane Ziegler, ''Le mastaba d'Akhethetep: Une chapelle funéraire de l'Ancien Empire'', Réunion des Musées Nationaux, 1993</ref>
Vi sono due ingressi dovuti a un cambiamento del progetto iniziale: uno a circa 11,54 metri di altezza, l'altro a livello del suolo, che è quello attualmente usato per le visite. Esiste un terzo accesso al centro della facciata nord, quasi sicuramente creato da ladri a 8,50 metri dal livello del suolo; questo passaggio risulta estremamente pericoloso a causa dell'instabilità del materiale in cui l'apertura è stata scavata.
[[File:Ptahhotep and Akhethetep mastaba tombs.jpg|thumb|Parte frontale della Mastaba di Ptahhotep]]
== Struttura ==
Il monumento funerario, più piccolo di quello di Ti, ma più complesso, è catalogato precisamente come D62 (Ptahhotep) e D64 (Akhtihotep). Si accede dai resti di un cortile entrando in un corridoio che presenta interessanti bassorilievi a stadi di completamento diversi. Si entra quindi nella sala che accoglie la tomba di Akhtihotep; annessa a questa vi è la cappella la cui porta è decorata con scene palustri; sono presenti importanti sezioni di decorazioni a colori, sulla sinistra alcuni operai sono intenti alla costruzione di barche realizzate utilizzando il papiro mentre altri trasportano le canne dalla palude. Sulla destra alcuni barcaioli fissano ai pali di precarie piattaforme le imbarcazioni.
 
Dalla sala funeraria di Akhtihotep si accede dal lato sinistro alla tomba di Ptahhotep che è ricchissima di decorazioni; il soffitto ha rilievi a imitazione di tronchi di palma; le scene sulle pareti raffigurano aspetti di viticoltura e della torchiatura del vino, momenti di mietitura, una gazzella che allatta il piccolo, pantere, leoni, uccellatori che utilizzano reti, bambini che giocano e Ptahhotep che prende parte a una festa seduto su una barca. I rilievi sono estremamente vivi, infatti hanno mantenuto quasi ovunque i colori accesi e brillanti originari. Notevole è la scena posta sopra l'ingresso che rappresenta il visir mentre si prepara alla giornata con l'intervento di manicure e pedicure, con musicisti che lo allietano e i levrieri posti sotto la sua sedia. <ref>{{cita|Haag|p. 164}}.</ref> Analogamente a quelle presenti in altre tombe, le pitture murarie illustrano anche scene di portatori di offerte, spesso con la presenza di animali e sono inoltre presenti aspetti di vita dei defunti, a volte raffigurati seduti davanti al tavolo delle offerte oppure mentre assistono a esibizioni musicali, durante banchetti o intenti a sacrifici.<ref>{{cita|Hansen|p. 321}}.</ref>Le decorazioni sono fra le meglio conservate dell'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]], di una raffinatezza pari a quelle della più celebre mastaba di Ti.<ref>{{cita|Haag|p. 163}}.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Nicolas Grimal|titolo=Storia dell'antico Egitto|traduttore=Gabriella Scandone Matthiae|editore=Laterza|anno=2002|città=Bari|ISBN=9788842056515|cid=Grimal}}
*{{cita libro|autore=Michael Haag|titolo=Egitto|traduttore=Daniela Gavazzi Porta|editore=Phileas|anno=1988|città=Milano|ISBN=9788871080079|cid=Haag}}
*{{cita libro|autore=Kathy Hansen|titolo=Egitto|traduttore=Franco Brunelli|editore=Idealibri|anno=1997|città=Rimini|ISBN=9788870823547|cid=Hansen}}
*{{cita libro|autore=Jean-Philippe Lauer|titolo=Les pyramides de Sakkara|editore=Institut Français d'Archéologie Orientale|anno=2015|città=Il Cairo|
lingua=fr, en|ISBN=9782724706598|cid=Lauer}}