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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Napoli nell'[[città metropolitana di Napoli|omonima città metropolitana]]
}}
'''Napoli''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]: </small>{{IPA|/ˈnapoli/|it}}<ref>{{Dipi|Napoli}}</ref> {{Link audio|It-Napoli.ogg|<small>ascolta</small>}}; {{lang|nap|''Nàpulë''}} in [[lingua napoletana|napoletano]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=361|sbn=UMC0979712}}</ref>, pronuncia {{IPA|[ˈnɑːpələ]|nap}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />, [[capoluogo]] dell'omonima [[città metropolitana di Napoli|città metropolitana]] e della regione [[Campania]]. È il centro di [[Area metropolitana di Napoli|una delle più popolose e densamente popolate aree metropolitane]] d'[[Europa]], nonché il [[Comuni d'Italia per popolazione|terzo comune d'Italia per popolazione]], dopo [[Roma]] e [[Milano]], e il [[Comuni d'Italia per densità di popolazione|primo per densità abitativa tra i grandi comuni italiani]].
La città di Napoli,oltre anasce essere il luogo di nascita di mia madre, nel suo primocome insediamento di [[Partenope (città antica)|Partenope]] sulla collina disu [[Pizzofalcone]], fu fondatafondato dai [[Cuma]]ni<ref nellaname="LombardoFrisone">{{Citazione|Il secondapunto metàdi partenza è il culto della Sirena. Esso si sviluppava nel golfo di Cuma e in territorio cumano, in quella pianura flegrea che arrivava in origine fino al Vesuvio. Intorno a tale culto, nell'area circonvicina al promontorio di Pizzofalcone e sottostante approdo, era nato, ad opera di Cumani, un insediamento [...] Luogo, quindi, fornito di uno statuto precoloniale e odissaico; niente di più, nell'ottica di Cuma, che epineion, punto d'approdo naturale, propiziato dalla natura del luogo, un promontorio a protezione di un porto, e dal gioco delle rotte.|{{Cita|Lombardo, Frisone|p. 196-197}}}}</ref> alla fine dell'VIII secolo a.C., secondo le ricerche archeologiche.<ref>{{Cita web |url=https://www.iris.unina.it/retrieve/8ef659e5-c21e-426e-b3e3-ed19cacbd812/millennial-variability-of-rates-of-sea-level-rise-in-the-ancient-harbour-of-naples-italy-western-mediterranean-sea.pdf|sito=iris.unina.it |titolo=Millennial variability of rates of sea-level rise in the ancient harbour of Naples (Italy, western Mediterranean Sea) |anno=2019 |p=286 |accesso=14 aprile 2025}}</ref> Alcuni ritrovamenti, tuttavia, suggeriscono una retrodatazione al terzo quarto dello stesso secolo, rendendola coeva a Cuma e [[Pithecusa]],<ref name="Giampaola2021">{{Cita web |url=https://www.ancientportsantiques.com/wp-content/uploads/Documents/PLACES/ItalyWest/Napoli-Giampaola2021.pdf |sito=Ancientportsantiques.com |titolo=Il porto di Parthenope e Neapolis |anno=2021 |pagina=343-344 |accesso=2024-11-26}}</ref> ma il campione al momento è troppo limitato per una conclusione definitiva.<ref name="GiampaolaGreco">{{Citazione|Una rilevante novità è costituita dal rinvenimento di reperti che attestano un inedito orizzonte cronologico della seconda metà dell'VIII secolo a.C., non lontano dalle fasi più antiche di Pithecusa e dell'abitato di Cuma rilevate dai recenti scavi delle Università L'Orientale e Federico II. [...] Si potrebbe così supporre che l'inizio dell'occupazione della collina di Pizzofalcone sia da connettere con l'avvio della presenza euboica nel Golfo, ma il campione disponibile è troppo limitato per poter giungere a conclusioni sicure.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 51-52}}}}</ref> L’evoluzione in Neapolis,<ref group="N">{{Citazione|La fondazione di Neapolis, lo dimostra Livio e lo conferma, come si è visto, l'archeologia, fu in realtà un aggiungersi di un insediamento ad un altro, un aggiungersi di nuovi residenti ''epoikoi'' a vecchi.|{{Cita|Lombardo, Frisone|p. 198}}}}</ref> avvenuta tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C.,<ref name="ceraNEApolis">{{cita web |url=http://www.archcalc.cnr.it/indice/PDF28/02_Amodio_et_al.pdf |titolo=IL PROGETTO “ceraNEApolis”: UN SISTEMA INFORMATIVO CARTOGRAFICO DELLE PRODUZIONI CERAMICHE A NEAPOLIS (IV A.C.-VII D.C.) |sito=Archcalc.cnr |p=29 |formato=PDF}}</ref> fuè probabilmentelegata causata dall’espulsioneall’espulsione degli oligarchi cumani, inprobabilmente seguitodopo allala [[battaglia di Aricia|vittoria di Aristodemo ad Aricia (506507 a.C.)]].<ref name="naples_cuma">{{cita web |url=https://www.academia.edu/2350685/Meta_ton_enchorion_men_enaumachesan._Neapolis_e_la_seconda_battaglia_di_Cuma |sito=Books.google.it |titolo=Neapolis e la seconda battaglia di Cuma |pp=213–217}}</ref> La nuova città si sviluppò sul pianoro orientale, un’area già sottocontrollata il controllo dida Partenope, e in piena espansioneche sin dalla seconda metà del VI secolo a.C. stava vivendo un processo di piena espansione e consolidamento territoriale,<ref group="N">{{Citazione|Parthenope non può essere disgiunta da Neapolis, formando un unico sistema storico-archeologico, geologico e territoriale. [...] Allo stesso tempo, gli indicatori archeologici recuperati dagli scavi della futura area urbana di Neapolis dimostrano che essa era diffusamente occupata già nella seconda metà del VI secolo a.C.: Parthenope, in piena espansione, ha esteso il controllo all'area del vicino pianoro [...]. In tutte queste aree manca la documentazione di VIII-VII secolo a.C. abbondante a Pizzofalcone. Ciò significa che l'inizio dell'occupazione tardo arcaica del pianoro prima di Neapolis imprime una svolta nella gestione del territorio, da collegare strettamente alla storia dello sviluppo di Parthenope adombrata dalla tradizione antica. [...] In conclusione, è nell'ambito di questo consolidamento insediativo della seconda metà del VI secolo a.C. che si producono le condizioni della "nascita" di Neapolis, in cui occorre riconoscere un processo di crescita che trae origine dall'espansione di Parthenope [...]. I materiali rinvenuti nello scarico di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone evidenziano nel VII e per tutto il VI secolo a.C. una crescita delle attività di scambio, riflettendo un processo di consolidamento che, ai tempi di Aristodemo, conduce Parthenope a rivendicare la propria autonomia politica, interrompendo la dipendenza da Cuma.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 43, 80, 81, 83, 143}}}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniela|cognome=Giampaola|nome2=Bruno|cognome2=D'Agostino|data=1º gennaio 2005|titolo=Osservazioni storiche e archeologiche sulla fondazione di Neapolis|rivista=W.V.Harris, E.Lo Cascio edd., Noctes Campanae - Studi Frederiksen|p=59|accesso=22 novembre 2024|url=https://www.academia.edu/3391411/Osservazioni_storiche_e_archeologiche_sulla_fondazione_di_Neapolis}}</ref> cone fu oggetto di una riorganizzazione urbanistica pianificata che adottòsecondo uno schema ortogonale,<ref>{{Cita web |autore=Monica Santangelo |titolo=Descrizione e controllo aristocratico dello spazio urbano: il caso di Napoli tra X e XII secolo |url=https://www.iris.unina.it/retrieve/3e2195c9-3dec-4e49-8554-8d28e34a1e78/Santangelo_Descrizione%20e%20controllo%20aristocratico%20dello%20spazio%20urbano.pdf |pp=231–235 |accesso=14 aprile 2025}}</ref><ref name="elea.unisa.it">{{Cita web |url=https://www.academia.edu/76003041/Neapolis_de_la_ch%C3%B4ra_%C3%A0_l_astu_d%C3%A9finition_du_proasteion_et_relecture_de_la_polis_fin_VIe_si%C3%A8cle_89_av_J_C_|titolo=Neapolis de la chôra à l’astu : définition du proasteion et relecture de la polis (fin VIe siècle - 89 av . J.-C.)|pp=57–58; 58}}</ref> riflettendo la crescita dell'insediamentodell’insediamento preesistente. Neapolis divenne così una delle città più famose della [[Magna Grecia]],<ref name="TreccaniMG">{{Treccani|magna-grecia_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|Magna Grecia|autore=Emanuele Lelli|anno=2006|accesso=6 settembre 2018}}</ref> con un fiorente porto commerciale,<ref group="N">{{Citazione|Il sistema integrato della documentazione archeologica e della tradizione storica, mirabilmente messe a fuoco da Alfonso Mele, consente di ricostruire il processo con cui Neapolis già a partire della prima metà del V secolo a.C., assume il ruolo precedentemente svolto da Cuma nell'area del Golfo, esercitando il controllo di punti cruciali per la navigazione e i traffici.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 143–144}}}}</ref><ref group="N">{{Citazione|Con la venuta degli Ateniesi intorno al 450 a.C., Neapolis diventa una importantissima città con un ricco porto commerciale.|{{Cita|Tauro|p. 19}}}}</ref> e giocò un ruolo chiave negli scambi economici e culturali con le popolazioni italiche, consolidando i legami attraverso miti e culti.<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=e1jm7kUzoGEC&lpg=PA313&dq=%22Pittore%20di%20Eretria%22&pg=PA313#v=onepage&q=%22Pittore%20di%20Eretria%22&f=false|titolo=Il tornio, la nave, le terre lontane: ceramografi attici in Magna Grecia nella seconda metà del V secolo a.C. |autore=Giada Giudice |anno=2007 |pp=303–304-305|editore=L'Erma di Bretschneider|ISBN= 978-88-8265-412-2}}</ref> Dopo il [[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|crollo dell'Impero romano d'Occidente]] nel V secolo d.C., Napoli, pur rimanendo formalmente sotto il controllo bizantino, iniziò a guadagnare autonomia nell'VIII secolo. Questo processo fu favorito dall'indebolimento dell'[[Impero bizantino]], dalle minacce esterne e dal potere crescente delle élite locali, che portarono alla formazione di un [[Ducato di Napoli|ducato]] autonomo.<ref>Carriero, Leonardo, ''Il potere del duca. Giustizia e difesa nella Napoli bizantina'', Liguori ed., 2007.</ref> Successivamente, dal XIII secolo e per oltre cinquecento anni, Napoli divenne capitale del [[Regno di Napoli]]. Con la [[Restaurazione]], divenne capitale del [[Regno delle Due Sicilie]] sotto i [[Borbone di Napoli|Borbone]], mantenendo questo status fino all'[[Unità d'Italia]].
Sede della [[Università degli Studi di Napoli Federico II|Federico II]], la più antica università del mondo a essere nata attraverso un provvedimento statale e laico,<ref>{{Cita libro |autore=[[Ovidio Capitani]] |curatore=[[Giuseppe Galasso]] |titolo=Storia d'Italia |anno=1981 |editore=UTET |città=Torino |p=122 |volume=4 |ISBN=88-02-03568-7}}</ref> ospita anche [[Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"|l'Orientale]], la più antica università di [[sinologia|studi sinologici]] e [[orientalistica|orientalistici]] del continente,<ref>{{Cita web |url=http://www.unior.it/index2.php?content_id=1&content_id_start=1 |titolo=Sito ufficiale dell'Orientale |accesso=2 settembre 2012 |dataarchivio=16 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230416231643/https://www.unior.it/index2.php?content_id=1&content_id_start=1 |urlmorto=sì }}</ref> e la [[Scuola militare "Nunziatella"|Nunziatella]], una delle più antiche e prestigiose [[Accademia militare|accademie militari]] del mondo.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.difesa.it/Il_Ministro/sottosegretari/Isabella_Rauti/Notizie/Pagine/2023_09_15_NUNZIATELLA_.aspx|titolo=Visita scuola militare Nunziatella|pubblicazione=difesa.it|accesso=3 gennaio 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.difesa.it/Il_Ministro/Archivio_Eventi_del_Ministro_della_Difesa/Pagine/ScuolaMilitareNunziatella_Med.aspx|titolo=Scuola Militare "Nunziatella": patrimonio storico e culturale degli stati del Mediterraneo|accesso=2 gennaio 2024}}</ref> Cuore storico della lingua napoletana,<ref>Nicola De Blasi, ''Storia linguistica di Napoli'', Carocci editore, 2012, ISBN 9788843062515</ref> ha rivestito e riveste tuttora un forte peso in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'[[immaginario collettivo]].
Protagonista dell'[[Umanesimo]]<ref>{{Treccani|umanesimo_(Enciclopedia-dei-ragazzi)|Umanesimo|autore=Stefano De Luca|anno=2006|accesso=24 giugno 2019}}</ref> e centro [[Illuminismo in Italia|illuminista]] di livello europeo,<ref name="Napoli,unacapitale">{{Cita libro|nome=Aurelio|cognome=Musi|titolo=Napoli, una capitale e il suo regno|url=https://books.google.it/books?id=txV2uP9FrtgC&pg=PA156&lpg=PA156&dq=napoli+capitale+illuminista&source=bl&ots=lOp-F-9G4z&sig=ZNZB9zCYuA_0u77hLl7P25hc83s&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi7_4v5wq7UAhWqDsAKHSx1BbU4ChDoAQg7MAU#v=onepage&q=culturale&f=false|accesso=23 febbraio 2025|data=2003|editore=Touring Editore|pp=156, 118|ISBN=978-88-365-2851-6}}</ref> Napoli è stata un centro di riferimento mondiale per la [[musica classica]] e l'[[opera]] attraverso la [[scuola musicale napoletana]],<ref>{{Cita |Florimo |FFFF}}.</ref> dando tra l'altro origine all'[[opera buffa]]<ref>{{Cita web |url=https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/musica/L-et--del-classicismo-e-Mozart/Transizione-e-rinnovamento/Dall-opera-buffa-all--op-ra-comique-.html |titolo=Dall’opera buffa all’“opéra-comique” |editore=in ''Sapere.it'', [[De Agostini]] |accesso=15 agosto 2021}}</ref> e al [[conservatorio]] come luogo di didattica musicale.
{{vedi anche|Clima di Napoli}}
Napoli ha un [[clima mediterraneo]], con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche, mitigati dalla brezza marina. Secondo la [[ Classificazione dei climi di Köppen|classificazione climaticaKöppen]], italianala città appartiene alla zona ''[[Csa]] '' (estati secche), Napolimentre non è situatacaratterizzata nelladalla zona C,''[[Cfa]]'' che(clima comprendetemperato leumido). Il sole brilla per circa 250 giorni all'anno.<ref>{{Cita web|url=http://www.portanapoli.com/Ita/meteo.html|titolo=Previsioni del tempo e clima a Napoli}}</ref> La città ha vari [[microclima|microclimi]], con undifferenze anche di pochi chilometri. Secondo la [[ Zonaclassificazione temperata|climaclimatica temperatoitaliana]] , Napoli è nella zona C, clima temperato.<ref>{{Cita legge italiana|tipo =DPR|anno =1993|mese =08|giorno=2|numero =412|titolo = Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10}} Allegato A - Parte 3.</ref> ▼
Napoli gode di un [[clima mediterraneo]], con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche, rinfrescate dalla brezza marina che soffia quasi sempre sul golfo.
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen|classificazione Köppen]], Napoli, nella sua fascia costiera, appartiene alla zona ''[[Clima mediterraneo#Csa|Csa]]'' (clima mediterraneo con estati secche) a causa della bassa piovosità estiva, mentre la zona ''[[Clima subtropicale umido|Cfa]]'' (clima temperato umido) non caratterizza la città.<ref>{{Cita web |url=http://www.biometeolab.unimi.it/index.php/en/2012-09-25-14-38-16/koppen/classec |titolo=Bioclimatologia Medica Classificazione Koppen |editore=Università degli Studi di Milano |accesso=5 ottobre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305022400/http://www.biometeolab.unimi.it/index.php/en/2012-09-25-14-38-16/koppen/classec |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.hydrol-earth-syst-sci.net/11/1633/2007/hess-11-1633-2007.pdf |titolo=Updated world map of the Köppen-Geiger climate classification |p=1641}}</ref> In media, il sole brilla per circa 250 giorni all'anno.<ref>{{Cita web |url=http://www.portanapoli.com/Ita/meteo.html |titolo=Previsioni del tempo e clima a Napoli |editore=Portanapoli}}</ref> La particolare conformazione morfologica del territorio di Napoli genera diversi [[microclima|microclimi]]; anche spostandosi di pochi chilometri all'interno della città, è possibile incontrare variazioni climatiche significative.
▲Secondo la [[classificazione climatica italiana]], Napoli è situata nella zona C, che comprende le città con un [[Zona temperata|clima temperato]].<ref>{{Cita legge italiana|tipo =DPR|anno =1993|mese =08|giorno=2|numero =412|titolo = Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10}} Allegato A - Parte 3.</ref>
Gli estremi termici di Napoli dal 1946 a oggi sono stati di −5,7 °C registrati l'8 gennaio 2017<ref>{{Cita web|url=https://it.tutiempo.net/clima/2017/ws-162890.html|titolo=Clima Napoli / Capodichino (Anno 2017) - Dati climatici (162890)|autore=Tutiempo Network S.L|sito=www.tutiempo.net|data=13 giugno 2023|accesso=13 giugno 2023}}</ref><ref>{{Cita web|autore=National Weather Service, Miami|titolo=Daily Climate Records for Naples, FL|url=https://www.weather.gov/media/mfl/climate/Daily_Records_Naples.pdf|dataaccesso=1 novembre 2025|editore=United States Department of Commerce}}</ref> e di 40,0 °C raggiunti il 4 agosto 1981<ref>{{citaCita web |url=http://www.meteoam.it/modules.php?name=elementiClima |titolo=Copia archiviata |accesso=22 gennaio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061008190111/http://www.meteoam.it/modules.php?name=elementiClima |dataarchivio=8 ottobre 2006Elementi climatici}} Elementi mensili sul clima: temperature estreme mensili 1951-2000</ref>. (entrambeL'umidità rilevateè allaelevata, [[stazionespecie meteorologicain diautunno Napolie Capodichino]]).inverno, L'escursionementre termicale medianebbie insono unarare. giornataLe diprecipitazioni solesono èdistribuite generalmentedurante contenutal'anno, attestandosicon intornopicchi aiautunnali 6-8e gradiinvernali. L'umiditàLe èpiogge statisticamentesono elevatameno durantefrequenti tuttoin l’annoestate, inspecialmente particolarea nei mesi autunnaliluglio e invernali, quando le precipitazioni risultano più frequentiagosto.<ref>{{Cita web |url=httphttps://www.meteoworldweatheronline.unina.itcom/climanapoli-diweather-napoli averages/campania/it.aspx|titolo=Napoli Istituto di Fisica Terrestre: tavola I |accesso=2 dicembre 2013 |dataarchivio=3 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203023146/http://www.meteo.unina.it/clima-di-napoli |urlmorto=sìWeather Averages}}</ref> Le nebbie sono fenomeni piuttosto rari nel contesto cittadino, ma possono occasionalmente formarsi nelle prime ore del mattino, specialmente nelle aree periferiche e nelle zone pianeggianti circostanti. La ventilazione è solitamente debole, ma nei mesi estivi è spesso rinfrescata dalla brezza marina. Durante la stagione invernale, la città risente talvolta di regimi altopressori che possono causare periodi stabili e umidi, sebbene le configurazioni bariche mediterranee rendano comunque frequenti le fasi di maltempo.
Le nevicate sono molto rare, con episodi storici come quello del 13 febbraio 1956 e del 27 febbraio 2018.<ref>{{Cita web|url=https://www.napolitoday.it/cronaca/neve-napoli-trasporti-27-febbraio-2018.html|titolo=Neve a Napoli nel 2018}}</ref> La media nivometrica è vicina a zero, ma accumuli occasionali possono verificarsi durante ondate di gelo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/neve-a-napoli-dal-1956-al-2005-ecco-le-nevicate-del-passato.html|titolo=Neve a Napoli: dal 1956 al 2005}}</ref>
Nel complesso, le precipitazioni nell'area napoletana sono ben distribuite nel corso dell'anno, con un picco nei mesi autunnali e invernali, in particolare tra ottobre e dicembre. I mesi estivi, soprattutto luglio e agosto, registrano invece i minimi pluviometrici, spesso inferiori ai 20 mm mensili, con la possibilità di periodi prolungati senza precipitazioni. Le piogge risultano leggermente più abbondanti nelle zone collinari (come [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]] e i [[Camaldoli (Napoli)|Camaldoli]]) rispetto alla fascia costiera e al centro cittadino.<ref>{{Cita web|url=https://www.worldweatheronline.com/napoli-weather-averages/campania/it.aspx|titolo=Napoli Weather Averages - Campania, IT|sito=www.worldweatheronline.com|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
[[File:Neve a Napoli, Piazza Carlo III.jpg|miniatura|Neve a [[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]] in una foto degli anni 1930.]]
Le nevicate sono eventi molto rari a Napoli, ma alcuni episodi storici sono rimasti impressi nella memoria collettiva. La nevicata del 13 febbraio 1956 è considerata una delle più significative del [[XX secolo]], con accumuli al suolo diffusi anche in centro città. Un'altra nevicata eccezionale si è verificata il 27 febbraio 2018 a seguito di un'ondata di gelo di origine siberiana (nota come "Burian").<ref>{{Cita web|url=https://www.napolitoday.it/cronaca/neve-napoli-trasporti-27-febbraio-2018.html|titolo=Napoli imbiancata come nel 1956, la città "riscopre" la neve|sito=NapoliToday|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/neve-a-napoli-dal-1956-al-2005-ecco-le-nevicate-del-passato.html|titolo=Neve a Napoli: dal 1956 al 2005 ecco le nevicate del passato|sito=Ilmeteo.net {{!}} Meteored|data=27 febbraio 2018|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
La media nivometrica annua della città di Napoli è prossima allo zero, data la rarità degli eventi nevosi. Tuttavia, quando le irruzioni di aria fredda provengono da est o sono associate a specifiche configurazioni cicloniche mediterranee, possono verificarsi sporadici e sorprendenti accumuli nevosi anche nel contesto cittadino.
Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del [[Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare]].
{{ClimaAnnuale
L'appellativo fu attribuito per distinguere la nuova realtà urbana da quella preesistente sorta sulla collina di Pizzofalcone nell'VIII secolo a.C., conosciuta come Partenope.<ref name="-editoria.it"/>
La denominazione Neapolis compare tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C.,<ref name="ceraNEApolis" /> quando la città venne rifondata da coloni provenienti da Cuma, nell’ambito di una serie di migrazioni e rifondazioni tipiche del fenomeno dell'epoikía, ossia l’insediamento di nuovi gruppi in un contesto urbano preesistente. Questo processo rifletteva una consuetudine abbastanza diffusa nel mondo greco, in cui le comunità, dopo eventi bellici o crisi politiche, riorganizzavano e rinvigorivano i centri abitati, conferendo loro il titolo di «città nuova» in segno di rinascita politica, economica e culturale. Dopo la sua rifondazione, l'insediamento ribadì il proprio nome col sovrapporsi della componente ateniese, [[pithecusa]]napithecusana, cumana (i profughi scampati, intorno al 421 a.C., alla presa della città da parte dei [[Campani]]) e osca.<ref>{{Cita conferenza|autore=M. Lombardo|autore2=F. Frisone|titolo=Colonie di colonie: le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo|conferenza=Atti del Convegno Internazionale di studi, Lecce 22-24 giugno 2006|editore=Congedo|città=Galatina|anno=2010|ISBN=978-88-8086-699-2|pp=198–199}}</ref>
L'uso del termine Neapolis non era esclusivo della città campana: altre località del mondo greco adottarono lo stesso toponimo, tra cui Neapolis in Tracia, Neapolis nella Calcidica e, infine, Neapolis come quartiere di [[Siracusa (città antica)|Siracusa]], a conferma della natura simbolica e strategica di tale appellativo. Tuttavia, grazie alla sua posizione geografica, alla lunga continuità di vita e all'importanza economica e politica, la Neapolis campana è stata quella che nel tempo ha maggiormente conservato e universalizzato questo nome.
[[File:Neapolisgreca.jpg|thumb|left|Ricostruzione verosimile in 3D di Neapolis greca.]]
[[File:D.G.U. (1831) Vol. IV.2 Sirena Partenope di Napoli.jpg|thumb|left|La sirena [[Partenope (sirena)|Partenope]], [[mito di fondazione|mitica fondatrice]] e prima [[eponimo|eponima]] della città di Napoli.]]
Il sito preciso in cui si sviluppò la città, ossia la collina di Pizzofalcone e le aree limitrofe, fu frequentato e occupato quasi senza interruzione sin dal [[Neolitico]] avanzato. La sequenza cronologica sembra interrompersi all'inizio dell'[[Età del ferro|Età del Ferro]],<ref group="N">{{Citazione|Allo stato attuale, la lunga sequenza cronologica che, sia pure attraverso momenti di cesura, si sviluppa dal Neolitico avanzato sembra interrompersi all'inizio dell'Età del Ferro.|{{Cita|Giampaola, Greco|p. 14}}}}</ref> per poi riprendere con la fondazione di Partenope come epineion (approdo e caposaldo) cumano,<ref name="LombardoFrisone" /> alla fine dell'VIII secolo a.C.<ref name="-editoria.it">{{Cita web |url=https://www.naus-editoria.it/wp-content/uploads/2021/08/PAUN-Guida-ad-uso-dei-curiosi.pdf |titolo=Parco Archeologico Urbano di Napoli |pp=9, 28, 29 |accesso=21 luglio 2022}}</ref> La documentazione archeologica più antica di Partenope, tuttavia, risale al IIIterzo quarto dello stesso secolo, ossia tra il 750 e il 720 a.C.,<ref>{{Cita news|autore= Professore Associato in Archeologia Classica (Università degli Studi di Napoli “L'Orientale") Matteo D'acunto|url=https://www.docsity.com/it/appunti-magna-grecia-1/7601371/|titolo= APPUNTI MAGNA GRECIA, Appunti di Archeologia|pubblicazione=docsity.com|accesso=19 luglio 2022}}</ref><ref groupname="NGiampaola2021" />{{Citazione|Una rilevantecoeva novitàalle è costituita dal rinvenimento di reperti che attestano un inedito orizzonte cronologico della seconda metà dell'VIII secolo a.C., non lontano dalleprime fasi più antiche di Pithecusa e dell'abitato di Cuma rilevate dai recenti scavi delle Università L'Orientale e Federico II.<ref [...]name="Giampaola2021" Si/> potrebbeIl così supporre che l'inizio dell'occupazione della collinacampione di Pizzofalconereperti siaattualmente da connettere con l'avvio della presenza euboica neldisponibile, Golfoperò, ma il campione disponibile è troppo limitato per poter giungere a conclusioniuna sicure.|{{Cita|Giampaola,conclusione Greco|pp.definitiva 51–52}}}}</ref>sulla coevafondazione allenel primeterzo fasiquarto didel Pithecusa e Cumasecolo.<ref name="Giampaola2021GiampaolaGreco" />
Dopo la sua fase iniziale come semplice avamposto, Partenope si sviluppò precocemente, distinguendosi progressivamente dalla sua città madre (Cuma) e entrando in diretta concorrenza con essa, come dimostrato dalla tradizione storica e confermato dalle scoperte archeologiche.<ref name="naples_cuma" /><ref group="N">{{Citazione|Al tempo stesso occorre sottolineare come la documentazione archeologica di Santa Maria degli Angeli e del bacino portuale di piazza del Municipio presenti un progressivo incremento nel corso del VII, ma soprattutto dalla fine del secolo e nel VI secolo, e sia di gran lunga più cospicua rispetto a quella finora documentata per altri centri, epineion di Cuma (Pozzuoli o Miseno). In questa prospettiva il dato archeologico potrebbe indurre a rileggere nei termini di una progressiva crescita e di conseguente autonomia la crisi dei rapporti tra Partenope e Cuma riportata dalla tradizione storica e, in particolare, dal frammento di Lutazio. È a tale proposito importante che lo scarico di Santa Maria degli Angeli documenti dalla fine del VII e per tutto il VI, sino al primo quarto del V secolo a.C., un repertorio materiale in tutto simile per varietà e qualità a quello di Cuma, in cui, accanto alla ceramica comune da cucina e mensa, figurano il bucchero proveniente prima dall'Etruria propria e poi dai centri etruschi ed etruschizzati della Campania, ceramiche fini importate da varie regioni della Grecia e della Magna Grecia. Un indicatore rilevante dell'apertura di Partenope è costituito dal gran numero di frammenti di anfore da trasporto sia di importazione greca e, soprattutto, greca occidentale, sia, in numero minore, di tipo etrusco.|{{Cita|Giampaola, Greco|pp. 52 e 53}}}}</ref>
Alla fine del VI secolo a.C., la città fu rifondata come ''Neapolis'' (nuova città)<ref name="elea.unisa.it"/><ref>{{Cita web |url=https://www.sapere.it/enciclopedia/Part%C3%A8nope.html |titolo=Partènope |sito=Sapere.it |accesso=11 maggio 2025}}</ref> dai Cumani,<ref group="N">{{Citazione|Che Neapolis sia stata fondazione cumana non è dubbio alcuno: lo affermano concordemente Strabone, Velleio Patercolo, Scimno di Chio, Lutazio e Tito Livio, autori che da un lato rientrano in un'ottica cumana, dipendendo da fonti cumane, Patercolo, Strabone e Pseudo-Scymno, e dall'altro rientrano in un'ottica neapolitana, dipendendo da fonti neapolitane, Livio e Lutazio. L'esistenza di una ''fratria'' di ''Kymaioi'' e l'ospitalità con pieni diritti concessi ai Cumani dopo la caduta di Cuma in mano sannita non fanno altro che confermare il quadro finora richiamato.|{{Cita|Lombardo, Frisone|p. 183}}}}</ref> che avevano già fondato Partenope in precedenza, probabilmenteda dall’aristocraziaoligarchi cumanaespulsi espulsaforse dala tirannoseguito [[Aristodemodella vittoria di Cuma|Aristodemo]] dopo la vittoria diad Aricia nel 506507 a.C.,.<ref name="naples_cuma" /> segnandoQuesto segnò una trasformazione significativa dell'insediamento preesistente. Neapolis divenne gradualmente una delle città più influenti della Magna Grecia e costituì la principale fonte tramite la quale la "grecità" alimentò la nascente cultura romana.<ref group="N">{{Citazione|L'importanza di questa Koinè è apparsa a taluno di tanto peso da autorizzare l'ipotesi che in ambiente campano si sia formata la personalità che creò opere di così alto livello come il [[Bruto Capitolino]] e le teste che le si associano e da suggerire l'affermazione che in Campania siano forse da cercare le vere radici dell'arte romana. È certo, comunque, che se fin dalla seconda metà del secolo la Campania è zona d'influenza politica di Roma, essa fu la prima regione nella quale Roma venne a contatto con la grecità e specialmente attraverso Neapolis, la ''Graeca urbs'' che restò ancora per molto tempo una delle fonti attraverso le quali la grecità alimentò la nascente cultura romana.|{{Cita|Convegno di studi sulla Magna Grecia, 15°; 1975, Taranto|pp. 371–372}}}}</ref>
La Nuova Città, infatti, seppe già a partire dalla prima metà del V secolo a.C. non solo sostituirsi a Cuma nei commerci marittimi, ma anche assumere il controllo del golfo, che da cumano divenne il Golfo Neapolitano;<ref>{{Cita libro |titolo=Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana |anno=1996 |editore=Edipuglia |città=Bari |p=23 |ISBN=88-7228-158-X}}</ref> con l'arrivo del navarca ateniese [[Diotimo (stratego)|Diotimo]], Neapolis raggiunse il culmine della sua influenza nel periodo della Magna Grecia, acquisendo un ruolo sempre più egemone sul litorale campano e una crescente proiezione "internazionale" nel [[Mediterraneo]].<ref>Eduardo Federico (docente di storia greca presso l'Università Federico II), ''Sorrento e la sua penisola tra italici, etruschi e greci nel contesto della Campania antica'', in ''Storia Millenaria – Famiglia Gallo'', p. 279, [https://storiamillenaria.famigliagallo.net/wp-content/uploads/2015/05/Eduardo-Federico.pdf PDF online].</ref>
=== Scienza ===
{{tripla immagine|left|Melloni.jpg||Caccioppoli.jpg||Domenico Cotugno 1736-1822.png||[[Macedonio Melloni]], padre della moderna vulcanologia.|[[Renato Caccioppoli]], uno dei più influenti matematici italiani.|[[Domenico Cotugno]], insigne medico della Scuola napoletana.|larghezza totale=450}}
A Napoli hasi avuto originesviluppò la moderna specializzazione della [[Storia della vulcanologia|vulcanologia]], anche in funzione della prossimità della città a vulcani. Nel solco delle prime osservazioni dell'ingleseSeguendo [[William Hamilton (diplomatico)|William Hamilton]], e grazie all'opera del fisico [[Macedonio Melloni]], nel 1841 fu costruito l'[[Osservatorio vesuviano]], il primo istituto al mondo per l'osservazione di fenomeni vulcanologici al mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.ingv.it/newsletter-ingv-n-7-settembre-2020-anno-xiv/l-osservatorio-vesuviano-dal-xix-secolo-il-guardiano-dei-vulcani-campani|titolo=L’Osservatorio Vesuviano: dal XIX secolo il “guardiano” dei vulcani campani|autore=Sara Stopponi}}</ref>
*''AppendicettaLa all'Elogioscuola dimatematica NicolaXVIII Fergola'',secolo Napoli, 1836.</ref>,includeva [[ VincenzoNicola FlautiFergola]] , Giuseppee Scorzai esuoi soprattuttoallievi, tra cui [[Annibale Giordano]], ilautore quale nel 1787 pubblicòdi una generalizzazione del "problema di [[Pappo di Alessandria|Pappo]]" (o di [[Johann Castillon|Castillon]]).<ref>{{Cita |Lorgna |pp. 4–17}}.</ref> Nel XX secolo, la scuola è stata incentrata prevalentemente sulla figura di [[Renato Caccioppoli]] , al quale si deve un decisivo impulsofavorì allolo sviluppo dell'analisi matematica in Italia.<ref>{{Treccani|renato-caccioppoli_(Dizionario-Biografico)|Caccioppoli, Renato|autore=Alessandro Figà Talamanca|anno=1973|accesso=6 novembre 2018}}</ref> Altri importanti studiosi furonoTra i suoi allievi : [[Carlo Miranda]], Mario Curzio, Renato Vinciguerra, Donato Greco e, don Savino Coronato. ▼
Di notevole spessore la scuola matematica napoletana, che nel XVIII secolo ha annoverato personalità come [[Nicola Fergola]], oltre ai suoi allievi Felice Giannattasio, [[Carlo Forti]], Pietro Schioppa, Francesco Bruno, Luigi Telesio<ref>A proposito, si vedano i seguenti documenti:
*''Elogio di Nicola Fergola scritto da un suo discepolo'', Napoli, 1830;
▲*''Appendicetta all'Elogio di Nicola Fergola'', Napoli, 1836.</ref>, [[Vincenzo Flauti]], Giuseppe Scorza e soprattutto [[Annibale Giordano]], il quale nel 1787 pubblicò una generalizzazione del "problema di [[Pappo di Alessandria|Pappo]]" (o di [[Johann Castillon|Castillon]]).<ref>{{Cita |Lorgna |pp. 4–17}}.</ref> Nel XX secolo, la scuola è stata incentrata prevalentemente sulla figura di [[Renato Caccioppoli]], al quale si deve un decisivo impulso allo sviluppo dell'analisi matematica in Italia.<ref>{{Treccani|renato-caccioppoli_(Dizionario-Biografico)|Caccioppoli, Renato|autore=Alessandro Figà Talamanca|anno=1973|accesso=6 novembre 2018}}</ref> Altri importanti studiosi furono i suoi allievi [[Carlo Miranda]], Mario Curzio, Renato Vinciguerra, Donato Greco e don Savino Coronato.
[[File:Osservatorio di Capodimonte 1.jpg|thumb|Facciata dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte.]]
L'astronomia napoletanasi hasviluppò raggiuntocon risultati di eccellenza soprattutto grazie alll'Osservatorio astronomico di Capodimonte, fondato nel 1812 da [[Federico Zuccari (astronomo)|Federico Zuccari]].<ref>{{Cita |De Tipaldo |p. 324 |EDT}}.</ref> Un contributo fondamentale a questa scienza venne da [[Giovanni Battista Della Porta]], il quale descrisse i principi del telescopio, circa vent'anni prima chedi Galileo Galilei lo costruisse.<ref name="capaccioli">{{Cita |Capaccioli; Longo; Cirella |pp. 21–22|MCGLEOC}}.</ref> Lo stesso Della Porta fu una delle figure scientifiche di maggior rilievo del XVI secolo, noto anche per i suoi studi di crittografia e scienze naturali. [[Francesco Fontana (scienziato)|Francesco Fontana]], costruttore di telescopi kepleriani, fu invece il primo a tracciaredisegnare disegni dellala Luna, di [[Marte (astronomia)|Marte]] (del quale scoprì e descrisse la rotazione) e degligli altri pianeti maggiori.<ref name=capaccioli/>
RilevanteLa botanica fu altresì la scuola botanica, rappresentata in particolar modo da [[Michele Tenore]] con la sua ''Flora Napolitana'',<ref>{{Cita web |url=http://www.floracampana.unina.it/Tenore.html |titolo=Michele Tenore |accesso=5 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200910205730/http://www.floracampana.unina.it/Tenore.html |urlmorto=sì }}</ref>, [[Domenico Cirillo]], [[Vincenzo Petagna]] e [[Guglielmo Gasparrini]]. La scuola zoologica ebbe invece un eccellente esponente in [[Oronzo Gabriele Costa]], la cui corretta classificazione tra i cordati dell'anfiosso [[Branchiostoma lanceolatum]], scoperto nelle acque del golfo di Napoli, consentì di individuare in questa categoria di animali marini l'anello di congiunzione tra invertebrati e vertebrati, con enorme impatto sulla formulazione della teoria dell'evoluzione darwiniana.<ref>{{Cita web |url=http://www.musei.unina.it/mineralogia.php |titolo=Real Museo Mineralogico |accesso=7 aprile 2013 |anno=2009}}.</ref>
Da menzionare anche laLa scuola medica, che vide inannoverò [[Domenico Cotugno]], ilrettore suoe più alto rappresentante. Rettore dell'Università di Napoli, fu protagonistascopritore di importanti scoperte neurologiche, conseguite attraverso ilfenomeni metodoneurologici dellatramite [[Dissezione (anatomia)|dissezione]].<ref>{{Cita |Galasso; Romeo; Mozzillo; Marchi |p. 484 |ASKDJA}}.</ref>
Alla città è anche legata l'origine dellL'[[anatomia comparata]]: iniziò con [[Marco Aurelio Severino]] fu, autore della ''Zootomia democritea'', il primo trattato generale al mondo su questa materia.<ref>{{Treccani|marco-aurelio-severino_(Enciclopedia-Italiana)|Severino, Marco Aurelio|autore=Alberto Razzauti|anno=1936|accesso=6 novembre 2018}}</ref>
=== Cucina ===
{{vedi anche|Area metropolitana di Napoli}}
[[File:Area Napoli - Campania.jpg|thumb|upright=1.4|Notturna dell'area metropolitana di Napoli.]]
Napoli, a partire dal tardo Medioevo, è stata unatra delle primele città più popolose d'Europa per popolazione,<ref name=Cesare/>, datoconfermandosi confermato durante lanella seconda metà del [[XVI secolo]], durante la quale eracome probabilmente la città più popolosa del cristianesimo occidentale.<ref name="EnciclopediaTematica" /> Dopo l'Unità d'Italia, sebbene la città abbia perso talequel primato, ha comunque conservatomantenuto inalterate le caratteristiche demografiche tipiche di una metropoli europea.
AlNel 2024, Napoli risultava essere il terzo comune più popoloso d'Italia, mae il primo tra i grandi comuni per densità abitativa.<ref>{{Cita web |url=https://www.tuttitalia.it/comuni/popolazione/ |titolo=Comuni italiani per popolazione|accesso=2 marzo 2025}}</ref> OccorreLa tuttaviacrescita tenerurbana presente che la città è cresciuta nel tempo ben oltresupera i limiticonfini amministrativi, perdando cuiorigine sarebbe opportuno considerare il dato demografico dell'intera città metropolitana, caratterizzata da un significativoal fenomeno di urbanizzazione che ha dato vita ad una vasta conurbazione. Esemplificativo è infatti il trasferimento di molti abitanti dal capoluogo ai comuni dell'ex provincia. Nella realtà, quindi, i limiti metropolitani napoletani sono decisamente più estesi, includendo anche aree delle province limitrofe, in primis quella [[provincia di Caserta|casertana]]: gli urbanisti definiscono l'intero territorio urbanizzatodella "Grande Napoli".<ref>Enrico Cardillo, ''Napoli, l'occasione post-industriale: da Nitti al piano strategico'', Guida editore, 2006, p.174</ref><ref>Per l'[[Eurostat]] le ''greater City'' italiane sono solo Milano e Napoli</ref> L'area metropolitana diè Napoli risulta essere, ala seconda delle(dopo fontiMilano) consultate,o la secondaterza (dopo Milano e Roma) più popolosa d'Italia,<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.citypopulation.de/world/Agglomerations.html|titolo=Major Agglomerations of the World - Population Statistics and Maps}}</ref><ref name="demog13">{{cita web|url=http://www.demographia.com/db-worldua.pdf|titolo=Demographia: World Urban Areas, 18th Annual Edition: 2022:07 |editore=}}</ref> o terza (dopo Milano e Roma)<ref>{{Cita web|url=https://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=CITIES|titolo=OECD - Metropolitan areas - Population, all ages|editore=[[OECD]]|accesso=15 gennaio 2022}}</ref> più popolosa del paese, mentre a livello continentale è approssimativamente l'ottava, paragonabile a metropoli quali [[Barcellona]] e [[Atene]].<ref>{{Cita web|url=https://www.centroeinaudi.it/images/Rota_Napoli_sintesi.pdf|titolo=Seminario di presentazione del Rapporto Giorgio Rota su Napoli: Ci vuole una terra per vedere il mare|sito=centroeinaudi.it|accesso=24 febbraio 2023}}</ref>
: World Urban Areas, 18th Annual Edition: 2022:07 |editore=}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=CITIES|titolo=OECD - Metropolitan areas - Population, all ages|editore=[[OECD]]|accesso=15 gennaio 2022}}</ref> e circa l'ottava a livello europeo, paragonabile a città come [[Barcellona]] o [[Atene]].<ref>{{Cita web|url=https://www.centroeinaudi.it/images/Rota_Napoli_sintesi.pdf|titolo=Seminario di presentazione del Rapporto Giorgio Rota su Napoli: Ci vuole una terra per vedere il mare|sito=centroeinaudi.it|accesso=24 febbraio 2023}}</ref> È importante distinguere tra città metropolitana, che è un'entità amministrativa che comprende Napoli e 87 comuni limitrofi, e area metropolitana, che è un concetto più ampio che include zone interconnesse economicamente e socialmente, anche al di fuori dei confini amministrativi.
Adottando il criterio dell'età media, Napoli è il grande comune più giovane d'Italia tra i grandi comuni,<ref>{{Cita web |https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/23_febbraio_02/napoli-citta-piu-giovane-piu-densamente-popolata-d-italia-c1fc585a-a2e8-11ed-b696-78e0fdf30235.shtml|titolo=È Napoli la città più «giovane» e più densamente popolata d’Italia''}}</ref> con un tasso di natalità superiore rispetto a molte altre città italiane (ad esempio nascono 1,1 bambini in più ogni 1.000 abitanti rispetto a Milano)<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2025/04/02/news/istat_province_italia_longeve-15085099/|titolo=Dove si vive di più in Italia e in quali province non nascono (quasi) più bambini: la mappa|autore=Ugo Leo|data=2 aprile 2025|editore=La Stampa|accesso=13 maggio 2025}}</ref> e connumero unrelativamente numerobasso di immigrati relativamente contenuto.<ref>{{Cita web |url=http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_POPSTRRES1 |titolo=dati.istat, ''Stranieri residenti al 1º gennaio 2024''}}</ref>
I quartieri più popolosi sonocorrispondono quelli corrispondenti al territorio deiai casali aggregati in epoca murattiana ([[Vomero]], [[Arenella (Napoli)|Arenella]], [[Fuorigrotta]], Bagnoli), risorgimentale ([[Piscinola]]) e nel periodo fascista ([[Barra (Napoli)|Barra]], [[Chiaiano]], [[Marianella]], Pianura, [[Soccavo]], [[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]], San Giovanni a Teduccio, [[San Pietro a Patierno]], [[Miano]], [[Secondigliano]] e, [[Scampia]]).
== Geografia antropica ==
Di notevole interesse le già menzionate [[scale di Napoli|scalinate storiche]], che costituiscono un elemento tipico dell'urbanistica partenopea.
A partire dal 1996 e fino al secondo decennio degli anni Duemila2000, l'assetto e la mobilità cittadina di Napoli sono cambiati radicalmente percon la costruzione delle cosiddette [[stazioni dell'arte]]. SiQueste tratta di un complesso logistico-monumentalestazioni, che coniugauniscono la funzione delil trasporto urbano per via sotterraneasotterraneo alla fruizione delle numerosedi opere d'arte modernamoderne, installatehanno nelleacquisito stazioni.grande Alcunefama tappeinternazionale. dellaLe rete,stazioni come ad esempio le stazionidi [[Toledo (metropolitana di Napoli)|Toledo]] e [[Chiaia (metropolitana di Napoli)|Chiaia]], ritenutesono state riconosciute rispettivamente come la più bella d'Europa<ref>{{Cita news |autore=Francesco Tortora |url=http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_30/stazioni-metropolitana-belle-materdei-napoli-metro_7204d56c-3afb-11e2-b4fa-74f27e512bd0.shtml |titolo=La stazione del metrò più bella d'Europa si trova a Napoli |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |accesso=1º dicembre 2012 |citazione=Il sito del Daily Telegraph di Londra dedica un reportage fotografico alle stazioni della metro più affascinanti d'Europa. Tra le ventidue segnalate, la palma della più bella è assegnata alla fermata Toledo di Napoli, inaugurata lo scorso 12 aprile. |giorno=30 |mese=novembre |anno=2012}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.repubblica.it/esteri/2014/02/17/foto/le_stazioni_metropolitane_pi_imponenti_deuropa_per_la_cnn_toledo_sempre_prima-78844123/1/?ref=HRESS-1#1|titolo=Le stazioni del metro|pubblicazione=repubblica.it|accesso=22 aprile 2021}}</ref> e la seconda più bella delal mondo.<ref>{{Cita web|url=https://www.gruppoicm.com/it/component/zoo/item/la-stazione-chiaia-di-napoli-premiata-tra-le-piu-belle-al-mondo#:~:text=La%20stazione%20Chiaia,%20parte%20della,del%20%E2%80%9CPrix%20Versailles%202024%E2%80%9D.|titolo=La stazione Chiaia di Napoli premiata tra le più belle al mondo|sito=gruppoicm.com|accesso=13 ottobre 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.professionearchitetto.it/news/notizie/32364/La-stazione-Chiaia-di-Napoli-e-tra-le-piu-belle-al-mondo-per-il-Prix-Versailles|titolo=La stazione Chiaia di Napoli è tra le più belle al mondo per il Prix Versailles - Il progettista Uberto Siola: «Le stazioni, oggi, devono contribuire alla creazione di luoghi che stimolino la vita sociale e culturale»|sito=professione Architetto|data=3 gennaio 2025|accesso=13 ottobre 2025}}</ref>, hanno conseguito una forte notorietà internazionale, rientrando rapidamente tra le attrazioni della città. Durante gli scavi necessari per la loro realizzazione, inoltrecostruzione, sono stati rinvenutiritrovati numerosiimportanti reperti storici e archeologici di inestimabile valore, come il [[tempio dei giochi Isolimpici]].
=== Suddivisioni amministrative ===
{{vedi anche|Municipalità di Napoli}}
Il comune di Napoli, precedentemente suddiviso in ventuno21 circoscrizioni dagli anni 1980<ref>{{Cita web|url=https://www.icsangaetano.edu.it/la-storia/|titolo=La storia|sito=www.icsangaetano.edu.it|citazione=Con la creazione delle Circoscrizioni comunali, avvenuta agli inizi degli anni '80|accesso=13 ottobre 2025}}</ref> fino al 28 maggio 2006,<ref>{{Cita web|autore=Comune di Napoli|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9448|titolo=Il Comune - Area statistica - Archivio storico statistico delle elezioni - amministrative - Municipalità|sito=www.comune.napoli.it|accesso=13 ottobre 2025}}</ref>, è oggi ripartitodiviso in 10 municipalità di circa centomila abitanti.
GliOgni organimunicipalità diè governogovernata di ogni municipalità sono ilda Presidente, il Consiglio e la Giunta.: Ilil Presidente è, eletto a suffragio universale e diretto contestualmente al Consiglio e rappresenta la municipalità, sovrintendendosovrintende al funzionamento deiai servizi; e degli uffici. Lala Giunta, nominata dal Presidente, svolgeha funzioni esecutive e di coordinamento, mentre; il Consiglio (costituito da 30 consiglierimembri) esercita funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo, approva il regolamento interno e adotta gli atti fondamentali della municipalità.
LeCompetenze municipalità sono competenti, in particolare, in materia diprincipali: manutenzione urbana di rilevanza locale, attività socio-assistenziali, scolastiche, culturali e sportive di interesse territoriale, nonché nella gestione di servizi amministrativi locali. Essee partecipanopartecipazione inoltre alla formazione delal bilancio comunale attraverso un proprio documento contabile di previsione e; possono stipulare convenzioni tra loro o con altri enti per lo svolgimento coordinato di attività e servizi.
È inoltre istituitaprevista la ''Conferenza permanente dei presidenti delle municipalità'', alla quale partecipano ilcon sindaco, il presidente del Consiglio comunale e i presidenti delle dieci municipalità, con funzioni diper coordinamento e consultazione sulle politiche cittadine di decentramento.<ref>{{Cita web|autore=Comune di Napoli|url=https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/321|titolo=Il Comune - Regolamenti - Statuto, uffici, servizi pubblici e Polizia Locale|sito=www.comune.napoli.it|accesso=13 ottobre 2025}}</ref>
== Economia ==
* Pallacanestro maschile:
:[[Napoli Basket (2016)|S.S. Napoli Basket]], militante in [[Serie A (pallacanestro maschile)|Lega Basket Serie A]]
* Pallacanestro femminile:
:[[Napoli Basket Vomero]]
* Pallanuoto maschile:
:[[Circolo Nautico Posillipo]], militante in [[Serie A1 (pallanuoto maschile)|Serie A1]]
:[[Reale Yacht Club Canottieri Savoia]]
:[[Circolo del Remo e della Vela Italia]]
:[[Circolo Canottieri Napoli]]
==== Impianti sportivi principali ====
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Napoli}}
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