Junio Valerio Borghese: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
{{Infobox militare
|nome = Junio Valerio Borghese
|immagine = Borghese, Junio Valerio.jpg
|didascalia = Borghese durante il periodo della [[Repubblica Sociale Italiana]]
|carica = [[Movimento Sociale Italiano#Presidente|Presidente del Movimento Sociale Italiano]]
|mandatoinizio = 1951
|mandatofine = 1953
|predecessore = ''Carica creata''
|successore = [[Rodolfo Graziani]]
|partito = [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] <small>(1926-1943)</small><br />[[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] <small>(1943-1945)</small><br />[[Movimento Sociale Italiano|MSI]] <small>(1951-1968)</small><br />[[Fronte Nazionale (1967)|FN]] <small>(1968-1970)</small>
|professione = [[Militare]]
}}
{{militare
|Nome = Junio Valerio Borghese
|Immagine = Junio Valerio Borghese anni 40.jpg
|Didascalia = Junio Valerio Borghese innegli un ritratto degli[[anni 1940|anni '40quaranta]]
|Soprannome = PrincipeIl principe nero
|Data_di_nascita = [[6 giugno]] [[1906]]
|Nato_a = [[Artena]]
|Data_di_morte = [[26 agosto]] [[1974]]
|Morto_a = [[Cadice]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Basilica di Santa Maria Maggiore]]
|Cause_della_morte =
|Nazione_servita = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]<br />{{RSI}}
|Luogo_di_sepoltura = [[Basilica di Santa Maria Maggiore]], [[Roma]]
|Forza_armata = {{insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br>{{insegna navale|RSI|icona}}
|Etnia = caucasica
|Specialità = [[Sommergibile|Sommergibilista]]
|Religione = [[Cattolicesimo]]
|Anni_di_servizio = 1928–1945
|Nazione_servita = [[Image:Flag of Italy (1861-1946).svg|20px]] [[Regno d'Italia]]<br>[[Image:Flag of RSI.svg|20px]] [[Repubblica Sociale Italiana]]
|Grado = [[Capitano di fregata]]
|Forza_armata = [[Image:Flag of Italy (1861-1946) crowned alternate.svg|20px]] [[Regia marina]]
|Guerre = [[Guerra civile spagnola]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Arma = Marina
|Campagne = [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale]]<br />[[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]<br>[[Fronte jugoslavo (1941-1945)|Fronte jugoslavo]]
|Corpo = sommergibili
|Battaglie = [[Impresa di Alessandria]]<br>[[Operazione Adler (1944)]]
|Specialità =
|Comandante_di = [[Iride (sommergibile)|Iride]]<br /> [[Scirè (sommergibile)|Scirè]]<br /> [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]]<br />[[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]]
|Unità =
|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]]
|Reparto=
|Altro_lavoro = Politico
|Anni_di_servizio = 1928 - 1945
|Grado = [[Image:Rank insignia of capitano di fregata of the Italian Navy.svg|30px]] [[Capitano di fregata]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre =
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|Battaglie =
|Comandante_di =
|Decorazioni =
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|Pubblicazioni =
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|Altro_lavoro = politico
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Junio Valerio
|Cognome = Borghese<ref>Nato Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese.</ref>
|Cognome = Borghese
|Sesso = M
|LuogoNascita = Artena
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|AnnoMorte = 1974
|Epoca = 1900
|PreAttività = {{sp}}membro della storica famiglia nobiliare dei [[Borghese (famiglia)|Borghese]], fu
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Attività3 = nobile
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , membro della principesca [[Borghese (famiglia)|famiglia Borghese]]
|Immagine =
}}
 
Comandante della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre 1943]] aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] (RSI) come sottocapo di Stato Maggiore della [[Marina Nazionale Repubblicana]], combattendo al fianco dei [[Germania nazista|nazisti]] contro l'[[Alleati della seconda guerra mondiale|esercito anglo-americano]]. Ai suoi ordini la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª MAS]] della RSI si segnalò per la particolare violenza e brutalità in funzione antipartigiana, compiendo atti per la quasi totalità dei quali, nel dopoguerra, evitò di rispondere o ebbe una condanna mite<ref>{{Cita libro |autore=Giorgio Bocca |titolo=Storia della Repubblica italiana |editore=Rizzoli |citazione=Il processo a Junio Valerio Borghese è una burletta: presiede la Corte di Assise il dottor Caccavale, amico della famiglia Borghese e vecchio gerarca; nel collegio giudicante ci sono ex fascisti notori. La sentenza il 17 febbraio '47 supera ogni limite di impudenza: vengono concesse a Borghese le attenuanti del valor militare, per il salvataggio delle industrie del nord, perché si è battuto per salvare la Venezia Giulia, per l'assistenza ai deportati dai tedeschi. Insomma sarebbe meritevole di avere assistito i partigiani e gli antifascisti che ha catturato e mandato nei lager nazisti. Con tutte le attenuanti e gli indulti, a Borghese restano ancora nove anni; su suggerimento dei difensori si studiano altri indulti finché al principe resta un solo anno. E su questa condanna a un anno di reclusione il processo farsa sta per chiudersi quando un avvocato difensore ricorda al presidente che per la legge del 1946 il condono deve essere superiore a un anno e allora il dottor Caccavale torna di fretta in camera di consiglio, toglie l'ultimo anno come dal conto del salumaio e Borghese esce libero, portato in trionfo.}}</ref>, a causa delle pressioni dell'[[Office of Strategic Services|OSS]]<ref name="CommissioneParlamentare2006-RelazionediMinoranza" /><ref name="Tranfaglia" /><ref name="RAI" /> e di settori dei servizi italiani<ref name="Pacelli" /><ref name="Tonietto" />.
Ufficiale di [[Regia Marina Italiana|Marina]], durante la [[seconda guerra mondiale]] entrò a far parte della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] e si rese celebre per alcune audaci imprese nel [[Mediterraneo]]. Come comandante della [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|omonima unità indipendente]] aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] combattendo a fianco dei tedeschi contro l'esercito anglo-americano e le formazioni partigiane. Al termine dell'attività bellica fu arrestato dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]] e consegnato ai [[servizi segreti]] statunitensi che lo trasferirono a [[Roma]]. Nella capitale fu arrestato e processato per [[collaborazionismo]] e [[crimini di guerra]]. Il [[17 febbraio]] [[1947]] si concluse il processo; la Corte dichiarò Junio Valerio Borghese colpevole del reato di collaborazione militare col nazista invasore, condannandolo a 12 anni di reclusione, di cui 9 condonati in virtù del suo glorioso passato militare, della sua attività per la salvaguardia delle industrie del Nord e del porto di [[Genova]] - minacciati di distruzione dai tedeschi - e della difesa della [[Venezia Giulia]] e dei confini orientali d'Italia. Inoltre si tenne conto dell'amnistia emanata da [[Palmiro Togliatti]], a quel tempo ministro della giustizia. Tra le varie carceri di [[Forte Boccea]], [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]], [[Poggioreale]] e l'isola di [[Procida]], rimase in tutto in carcere quattro anni (fino al [[1949]]), contro i tre previsti dalla sentenza del 1949 (tenendo conto del condono). <ref>Sergio Nesi, ''Il processo'', in ''Junio Valerio Borghese. Un principe, un comandante, un italiano''. Bologna, Lo Scarabeo, 2004, pp. 555-556.</ref>
 
Molti di questi atti, poi riconosciuti come [[Crimine di guerra|crimini di guerra]]<ref name="Bocca1995">{{Cita libro |url=https://books.google.it/books/about/Storia_dell_Italia_partigiana.html?id=VNQhAQAAIAAJ&redir_esc=y |autore=[[Giorgio Bocca]] |titolo=Storia dell'Italia partigiana |anno=1995 |p=478}}</ref>, furono occultati per decenni e vennero alla luce solo dopo il 1994 con la scoperta degli "[[Armadio della vergogna|armadi della vergogna]]"<ref>{{Cita web|url=https://www.cittadellaspezia.com/2017/06/25/il-museo-navale-tra-le-polene-e-il-teschio-nero-con-la-rosa-in-bocca-236880/|titolo=Il Museo navale, tra le polene e il teschio nero con la rosa in bocca|sito=Citta della Spezia|data=25 giugno 2017|lingua=it|accesso=5 ottobre 2022}}</ref><ref name="CommissioneParlamentare2006">{{Cita|Commissione Parlamentare, ''Relazione finale'', 2006|pp. 108-109}}.</ref>.
Nel dopoguerra Borghese costituì gruppi clandestini armati, in stretto collegamento con [[Ordine Nuovo]] e [[Avanguardia Nazionale]], due organizzazioni di [[estrema destra]]<ref>Anna Cento Bull, ''Italian neofascism: the strategy of tension and the politics of Nonreconciliation'', Berghahn Books, Oxford - New York, 2007, ISBN 978-1-84545-335-0, pp. 112-113 "According to various sources, including ex-member of Ordine Nuovo Vincenzo Vinciguerra, ex-OSS officer Peter Tompkins (1995; 2005), and an official American history of couterintelligence (Rafalko 1998), Prince Junio Valerio Borghese, the Commander of the X MAS for the Republic of Salò, was one of the fascists who agreed to collaborate with the Americans and for this reason was saved from reprisal by the partisans. On the basis of the testimony of Carlo Digilio, Vinciguerra and others, as we saw, it was alleged that many members of Ordine Nuovo were in the pay of America intelligence structures. Among these were Carlo Digilio himself, Delfo Zorzi and Marcello Soffiati. Further substantial evidence, already examined in Part I, points to close links between Ordine Nuovo and the Italian military intelligence structures, as well as between Avanguardia Nazionale and the Office of Classified Affairs within the Ministry of the Interior."</ref>. Nel [[1970]] fu tra i promotori di un tentativo di [[colpo di stato]], il fallito "[[Golpe Borghese]]" (noto anche come "golpe dell'Immacolata"), improvvisamente interrotto in circostanze tuttora non chiare. Borghese non nascose mai la propria adesione politica al [[fascismo]] e il suo [[anticomunismo]], il quale veniva spesso manifestato tramite dichiarazioni estreme (è famosa una sua intervista del [[1971]] alla televisione svizzera nella quale sosteneva la necessità di "sterminare" tutti i comunisti italiani i quali, a suo modo di vedere, costituivano un "eterno pericolo").
 
Fu presidente del [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]] dal 1951 al 1953. Nel 1970 si fece promotore di un fallito [[colpo di Stato]], passato alla storia come "[[golpe Borghese]]" o "golpe dell'Immacolata", nonché di altre iniziative [[Eversione nera|eversive]] rientranti nel quadro della "[[Strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]]"<ref>{{Cita web|url=https://www.studistorici.com/2016/09/29/tonietto_numero_27/|titolo=3/ Un colpo di stato mancato? Il golpe Borghese e l’eversione nera in Italia |rivista=Diacronie |data=29 settembre 2016}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Mirco Dondi |titolo=L'eco del boato. Storia della strategia della tensione 1965-1974 |città=Roma-Bari |editore=Laterza |anno=2015}}</ref>. In seguito al fallimento del golpe, fuggì nella [[Spagna franchista]] dove rimase fino alla morte.
== Primi anni ==
Nacque come Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese ad [[Artena]] ([[Roma]]), in una delle famiglie più blasonate della nobiltà capitolina. Di antiche origini [[Siena|senesi]] (ultimo ramo Borghese-Torlonia), con tre cardinali, un papa e la sorella di [[Napoleone Bonaparte]] ([[Paolina Bonaparte|Paolina]]) fra i suoi rami araldici. È il figlio secondogenito del principe [[Livio Borghese]] di Sulmona (1874-1939), principe di Rossano, principe di Vivaro, principe di Montecompatri, duca di Palombara, duca di Poggio Nativo e Castelchiodato; la madre era la principessa Valeria Maria Alessandra Keun (Smirne, 1880-Catania, 1956), figlia di Alfred August Keun e Virgina Amira. Il matrimonio venne sciolto a Roma il 31 maggio [[1911]].
Come conseguenza del fatto che il padre era un diplomatico, Junio visse nei primi anni di vita in viaggio fra l'[[Italia]] e le principali capitali estere, soggiornando in [[Cina]], [[Egitto]], [[Spagna]], [[Francia]] e [[Gran Bretagna]].
In Italia trascorse per lo più il suo tempo a Roma e ai Castelli romani (precisamente ad [[Artena]], dove era situata la villa di famiglia, Villa Borghese appunto).
Sposò a Firenze, il [[30 settembre]] [[1931]], la russa Daria Wassilievna contessa Olsoufiev Schouvalov (Mosca, 1909-Roma, 1963), da cui ebbe quattro figli:
* Elena Maria Nives (nata a Roma nel [[1932]])
* Paolo Valerio Livio Vassilj Michele Scipione Romano Maria (Roma, 1933-Roma, [[1999]]), sposa Nikè Arrighi, da cui Flavia.
* Livio Giuseppe Maria della Neve (Roma, [[1940]]-Sperlonga, [[1989]]), sposa Piera Loreta Rita Vallone ([[1941]]), da cui :
** Daria, sposa Carmelo Tibor Salleo dei Baroni di San Filippo ([[1968]])
** Livia
** Marcantonio (Roma, [[1970]]), sposa Francesca d'Amore
** Niccolò
* Andrea ''Scirè'' Maria della Neve (Roma, [[1942]]), sposa Marisa Conti, da cui :
** Luca
** Alessio (gemello di Luca)
** Karen
** Valerio
 
== Biografia ==
=== L'inizio della carriera militare ===
Era il secondo dei quattro figli del principe [[Livio Borghese]] e di Valeria Keun.
{{quote|Sembrava un leader nato, un condottiero, un capitano di ventura, come nella tradizione delle antiche repubbliche.|Ammiraglio [[Franco Maugeri]]<ref> Franco Maugeri, From the Ashes of disgrace, New York, Reynal and Hitchcock, 1948, pag. 240"</ref>}}
 
Attratto dalla vita militare, nel [[1922]] venne ammesso ai corsi della Regia [[AccademiaRegia Navaleaccademia navale]]<ref>Venendo imbarcato sulle navi scuola RN ''Francesco Ferruccio'', RN ''Amerigo Vespucci'' e RN ''Pisa''.</ref>, dalla quale uscì nel [[1928]] con il grado di [[guardiamarina]]; dovette comunque attendere quasi un anno per avere il suo primo imbarco, sull'[[incrociatore]] ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]''. Nel [[1930]]1929 venne promosso [[sottotenente di vascello]] e imbarcato su una delle [[torpediniera|torpediniere]] operanti in [[MarMare Adriatico|Adriatico]]<ref>RN ''Nicola Fabrizi'', RN ''Enrico Cosenz'' e RN ''Generale Enrico Cantore''.</ref>; l'anno successivo frequentò il corso superiore dell'Accademia Navale, e nel [[1932]] venne trasferito ai [[Sommergibile|sommergibili]].
 
Dopo aver frequentato il corso di armi subacquee, nel [[1933]], promosso [[tenente di vascello]], venne imbarcato dapprima sullasul ''Colombo'', quindi sullasul ''Titano''. Nonostante avesse nel frattempo conseguito i brevetti di [[palombaro]] normale e di grande profondità, fu solo nel [[1935]] che ricevette il primo incarico di sommergibilista dapprima imbarcato, partecipandoquale allaufficiale [[guerrain d'Etiopia]], dapprima imbarcato a bordo del [[Tricheco (sommergibile 1931)|sommergibile ''Tricheco'']] (dall'11 novembre 1935, partecipando alla [[guerra d'Etiopia]]) e successivamente del ''[[Giuseppe Finzi (sommergibile)|Finzi]]'' (dal 12 febbraio 1937).
 
=== La guerra civile spagnola ===
Dal 15 giugno 1937 assunse, infine, il primo comando: con il nuovo sommergibile ''[[Iride (sommergibile)|Iride]]'' prese parte alla [[guerra civile spagnola]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 23}}.</ref>. Il 30 agosto fu attaccato un [[cacciatorpediniere]] identificato erroneamente con uno della [[Seconda Repubblica spagnola|flotta repubblicana]] della [[classe Churruca]]. In realtà si trattava del cacciatorpediniere inglese ''Havock''. La scia del siluro fu però notata da bordo e il cacciatorpediniere britannico fece in tempo a manovrare per evitare di essere colpito. Subito dopo ebbe inizio la caccia al sommergibile. Il fatto provocò una piccola crisi internazionale con accuse alla Regia Marina di "pirateria"<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|p. 198}}.</ref>. Ciononostante la [[Royal Navy]], dopo aver informato l'Italia di essere a conoscenza della nazionalità del sommergibile e minacciando reazioni di più vasta portata in caso di reiterato attacco, lasciò cadere la questione<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|p. 199}}.</ref>.
Nel [[1937]] assunse, infine, il primo comando: con il sommergibile ''Iride'' prese parte alla [[guerra civile spagnola]].<ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 23 "La marina italiana si impegnò anche in missioni segrete,soprattutto con sommergibili. Fu in questo contesto che Junio Valerio Borghese apparve per la prima volta sulla scena mondiale. Nel 1937, infatti, ricevette l'incarico di comandante del sommergibile ''Iride'' (che pochi anni più tardi sarebbe stato il primo a effettuare una missione con gli Slc) e partecipò alle operazioni della forza navale inviata in appoggio dei nazionalisti spagnoli."</ref>
In questa occasione il sommergibile fece parte ufficialmente della flotta nazionale spagnola e il suo nome venne cambiato da ''Iride'' in ''Gonalez Lopez'' e poi ''L.3''. In seguito all'esperienza della guerra civile spagnola venne decorato l'[[8 aprile]] [[1939]] della [[Valor militare|medaglia di bronzo al Valor militare]] per «... l'elevato spirito offensivo e le solide qualità professionali...» dimostrate nel corso delle operazioni.
 
In seguito l{{'}}''Iride'' fu incorporato ufficialmente dalla [[Spagna franchista|flotta nazionalista spagnola]] e il suo nome venne cambiato da ''Iride'' in ''Gonzalez Lopez'' e poi ''L.3''.
== La seconda guerra mondiale ==
Trasferito successivamente presso la base di [[Lero]], nel [[Dodecaneso]], vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il [[10 giugno]] [[1940]].
Nelle prime fasi del conflitto, come comandante del sommergibile ''Vittor Pisani'', prese parte alla [[battaglia di Punta Stilo]] e a una serie di falliti tentativi di forzare il porto di [[Gibilterra]], tra il [[settembre]] e l'[[ottobre]] del [[1940]]. Promosso [[capitano di corvetta]], nel [[1941]] venne designato alla [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], dove assunse gli incarichi di comandante del [[sommergibile]] [[Scirè (sommergibile)|''Scirè'']] e di capo del reparto subacqueo: anche con il suo contributo vennero pianificati e realizzati i progetti per il forzamento delle rade di [[Gibilterra]] (operazione B.G.4) ([[20 settembre|20]]-[[21 settembre]] [[1941]]) e [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] (operazione G.A.3) ([[19 dicembre|18]]-[[19 dicembre]] [[1941]], operazione che condusse al grave danneggiamento delle [[nave da battaglia|navi da battaglia]] inglesi [[HMS Queen Elizabeth (1913)|''Queen Elizabeth'']] e [[HMS Valiant (1914)|''Valiant'']]), venendo per questo nominato Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.
 
In seguito all'esperienza della guerra civile spagnola venne decorato l'8 aprile 1939 della [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]]. Permase al comando dell{{'}}''Iride'' sino al 18 aprile 1939.
In seguito alla prima riuscita azione su [[Gibilterra]] (operazione B.G.2, [[21 ottobre]] [[1940]] - [[3 novembre]] [[1940]]), il [[2 gennaio]] [[1941]] gli viene conferita la [[Medaglia d'oro al Valor Militare]] ([[M.O.V.M.]]).
 
Successivamente proseguì la carriera sempre sui sommergibili, al comando dei battelli ''[[Galileo Ferraris (sommergibile 1935)|Galileo Ferraris]]'' (dall'11 novembre 1937 all'8 gennaio 1938, temporaneamente), ''[[Nereide (sommergibile 1934)|Nereide]]'' (dal 19 aprile al 14 giugno 1939), ''[[Ametista (sommergibile)|Ametista]]'' (dal 14 giugno al 1º novembre 1939, col quale eseguì le prime esperienze di rilascio dei mezzi speciali) e ''[[Zaffiro (sommergibile)|Zaffiro]]'' (dal 1º novembre 1939 al 9 maggio 1940).
Il [[1 maggio]] [[1943]], fu promosso [[capitano di fregata]] per merito di guerra in seguito al successo dell'operazione B.G.4 del settembre 1941. L'attacco era stato portato a termine da T.V. [[Decio Catalano]], S.C. [[Giuseppe Giannoni]], T.V. [[Amedeo Vesco]], S.C. [[Antonio Zozzoli]], T.V. [[Licio Visintini]], S.C. [[Giovanni Magro]] nella notte tra il [[19 settembre|19]] e [[20 settembre]]. I sei operatori sono stati insigniti per questa operazione della [[Medaglia d'Argento al Valor Militare]] ([[M.A.V.M.]]).
Le navi affondate o gravemente danneggiate sono la cisterna ''[[Fiona Shell]]'', la motonave armata ''[[Durham]]'' e la cisterna militare ''[[Denbydale]]''.
 
=== La seconda guerra mondiale ===
In totale, sono stati affondati o gravemente danneggiati dai mezzi d'assalto italiani, nelle azioni compiute nel Mediterraneo dal [[10 giugno]] [[1940]] all'[[8 settembre]] [[1943]], 77.380 tonnellate di naviglio da guerra e 187.412 tonnellate di naviglio mercantile, per un totale di 264.792 tonnellate. <ref>Junio Valerio Borghese, ''Decima Flottiglia MAS''. Milano, Garzanti, 1950.</ref>
Trasferito successivamente presso la base di [[Lero]], nel [[Dodecaneso]], vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940 dove era comandante del [[Vettor Pisani (sommergibile)|sommergibile ''Vettor Pisani'']] sin dal 9 maggio e prese parte alla [[battaglia di Punta Stilo]] del 9 luglio. Ma il ''Vettor Pisani'' si dimostrò estremamente obsoleto e non fu più utilizzato in azioni belliche. Nell'agosto fu inviato a [[Klaipėda|Memel]], allora territorio tedesco, a un corso per sommergibilisti atlantici dove si addestrò a bordo di un [[U-Boot]]. Lì probabilmente conobbe l'[[ammiraglio]] tedesco [[Karl Dönitz]].
 
==== Comandante dello ''Scirè'' ====
Nel luglio 1943 Borghese progettò un attacco contro [[New York]], che non fu attuato a seguito dell'armistizio di due mesi dopo.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/23/Attacco_New_York_nel_Borghese_co_0_01092311852.shtml Attacco a New York (dal Corriere della Sera del 23/09/2001)]</ref> In particolare il piano prevedeva che un sommergibile atlantico (il [[Leonardo da Vinci (sommergibile)|''Leonardo da Vinci'']]) della base di [[Bordeaux]], trasportasse come un canguro un mini sommergibile, il ''CA'', fino a New York. Qui il piccolo sommergibile si sarebbe staccato dal sommergibile trasportatore e avrebbe risalito il [[fiume Hudson]] per arrivare fino a [[Manhattan]]. Qui gli [[Gruppo Gamma|uomini gamma]] avrebbero minato un grattacielo in citta'.<ref>Ricciotti Lazzero, ''La Decima MAS'', p.15, Rizzoli, Milano, 1984 </ref>
{{vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)}}
[[File:Scrè.jpg|miniatura|Il [[sommergibile]] ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]'']]
Promosso [[capitano di corvetta]], nel 1940 fu designato al reparto incursori della 1ª Flottiglia MAS, dove divenne comandante del [[sommergibile]] ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]''<ref>Ricoprì anche per un breve periodo l'incarico di comandante del RS ''Diaspro'', ai lavori per avarie ai propulsori,</ref> dall'11 settembre 1940, durante i lavori di adattamento per il trasporto dei mezzi d'assalto alla [[La Spezia|Spezia]].
 
====Gli attacchi a Gibilterra====
== La Repubblica Sociale Italiana e il processo ==
[[File:Julio Valerio Borghese da capitano di corvetta.jpg|miniatura|sinistra|Junio Valerio Borghese]]
{{Vedi anche|Xª Flottiglia MAS (RSI)}}
Il 24 settembre 1940 Borghese cominciò la sua prima operazione contro la piazzaforte di [[Gibilterra]] (BG1), trasportando dei [[Siluro a lenta corsa|siluri a lenta corsa]] con le relative squadre. Giunto a destinazione il 29 settembre, l'intera operazione fu annullata poiché la squadra britannica aveva nel frattempo lasciato il porto; non rimase quindi altro da fare che rientrare alla [[La Spezia|Spezia]].
{{quote|In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.|Junio Valerio Borghese}}
 
Il 21 ottobre, avuta informazione della presenza a Gibilterra della [[Nave da battaglia|corazzata]] [[HMS Barham (04)|HMS ''Barham'']] e di un'altra non identificata, si ritentò nuovamente (BG2) con le medesime squadre di SLC. Durante le manovre di avvicinamento, giunto nello [[stretto di Gibilterra]], lo ''Scirè'' fu intercettato da un cacciatorpediniere britannico e fu costretto a immergersi per sfuggire alla caccia<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 72}}.</ref>. Giunto in posizione, Borghese fece adagiare il sommergibile sul fondo, ma le forti correnti trascinarono il mezzo lontano, obbligandolo ad emergere e a riattraversare lo stretto. Riposizionatosi, lo ''Scirè'' fu nuovamente trascinato dalle correnti. Borghese si diresse quindi nella baia di [[Algeciras]], in acque territoriali spagnole, dove furono sganciati i SLC. La missione cominciò ad apparire compromessa per il fatto che i sommozzatori del [[Gruppo Gamma]], contrastati dalle forti correnti, non sarebbero riusciti a giungere in posizione. Borghese cominciò a pensare che fosse più opportuno annullarla, ma [[Gino Birindelli]], notando il movimento delle alghe, comprese che le correnti avrebbero trascinato il sommergibile e quindi anche gli SLC in posizione prossima alla baia di Gibilterra<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 73}}.</ref>. Informato da Birindelli, Borghese assegnò gli obiettivi: Gino Birindelli avrebbe minato la prima corazzata, [[Teseo Tesei]] la seconda e [[Luigi Durand de la Penne]] avrebbe ripiegato su una grande unità a sua scelta<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 74}}.</ref>; poi avviò la missione scaricando gli assaltatori e, dopo aver informato il comando italiano, si diresse verso [[La Spezia]]. La missione fallì gli obiettivi a causa di guasti alle apparecchiature e Birindelli fu preso prigioniero, mentre gli altri incursori riuscirono a guadagnare la costa spagnola e poi a rimpatriare; per la prima volta si era però riusciti a forzare la munita base navale di Gibilterra. Per questa azione il 2 gennaio 1941 Borghese fu decorato con la [[medaglia d'oro al valor militare]].
[[Immagine:Borghese.jpg|thumb|Junio Valerio Borghese durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana. Sull'unifomre spiccano la [[Croce di Ferro]] tedesca, la [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]] e l'[[Ordine Militare di Savoia]].]]
 
Dopo gli insuccessi iniziali, il comando dell'intero reparto incursori fu affidato al [[capitano di fregata]] [[Vittorio Moccagatta]] e il 15 marzo 1941 fu costituita la [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], dotata di un comando centrale e formata da due reparti d'assalto, uno costituito dai mezzi di superficie e affidato a [[Giorgio Giobbe]] e l'altro affidato a Borghese e costituito dai mezzi subacquei<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 80}}.</ref>; anche con il suo contributo furono pianificati e realizzati tutti i progetti per il forzamento della rada di [[Gibilterra]], di [[Alessandria d'Egitto]] e il non realizzato forzamento del [[porto di New York]].
Immediatamente dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]] costituì un reparto di volontari denominato Decima Mas (prendendo il nome della Xª Flottiglia Mas), riuscendo a concludere, il [[14 settembre]], un accordo con il ''Korvettenkapitän'' [[Max Berninghaus]], comandante navale delle forze del [[Terzo Reich]] in [[Liguria]], con il quale la neonata flottiglia venne riconosciuta quale unità combattente con piena autonomia in campo logistico, organico, della giustizia, disciplinare e amministrativo e battente bandiera italiana. Alla nascita, pochi giorni dopo, della [[Repubblica Sociale Italiana]], la Decima Mas fu inserita nell'organico della Marina Nazionale Repubblicana, sebbene essa agisse di fatto in maniera del tutto autonoma. Nonostante i contrasti con i vertici politici e militare della Repubblica Sociale (contrasti che condussero al suo arresto con l'accusa di essere a capo di una congiura tesa a rovesciare Mussolini), le sue forze furono impegnate su tutti i fronti più importanti, a partire da quello di [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]].
 
Il 15 aprile 1941 Borghese, alla guida dello Scirè, partì per una nuova missione a Gibilterra (BG3). Questa volta gli operatori furono trasferiti in aereo a [[Cadice]] e non più a bordo del sommergibile. Lo ''Scirè'' giunse nel porto di Cadice il 25 maggio, dopo aver accumulato molto ritardo a causa delle correnti marine avverse. Nel porto spagnolo si rifornì presso la nave cisterna italiana ''Fulgor'', che era stata internata e fungeva segretamente da nave appoggio. Nel frattempo, però, la flotta inglese aveva abbandonato il porto per una missione e si decise di cambiare obiettivi, andando a colpire le navi in rada. Fu scelta in particolare una nave cisterna, che agli occhi degli incursori apparve essere una petroliera, ma ancora una volta furono traditi dall'equipaggiamento e l'operazione saltò. Gli inglesi non si accorsero di essere stati sotto attacco.
Il regolamento della Decima è un interessante unicum nella storia militare italiana: prevedeva la totale uguaglianza fra ufficiali e truppa (panno della giubba uguale per tutti, pasti in comune), promozioni guadagnate solo sul campo, [[pena di morte]] per i marò colpevoli di furto, saccheggio, diserzione o vigliaccheria in faccia al nemico.
 
Nella notte tra il 25 e 26 luglio 1941 avvenne l'[[Attacco a Malta|attacco contro la base britannica di Malta]], che si concluse in un disastro. Gli incursori furono tutti intercettati e [[Vittorio Moccagatta]] e [[Giorgio Giobbe]], che si trovavano a bordo di un battello di appoggio che fu raggiunto dai caccia britannici, furono colpiti e uccisi. La Xª MAS si trovò improvvisamente senza comandante, incarico che fu momentaneamente affidato a Borghese fino alla nomina di [[Ernesto Forza]].
I militari della Decima furono tutti volontari (frutto anche della volontà popolare di sottrarsi all'onta del tradimento nei confronti dell'alleato germanico), provenienti dalle più diverse armi delle Forze Armate Repubblicane.<ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 165 "Al suo appello risposero migliaia di marò (come venivano chiamati gli uomini della Xª Mas), i quali accorsero ovunque vi fosse un punto di raccolta lungo la costa. Molti erano volontari, richiamati alle armi dalle gesta compiute dalla flottiglia e, soprattutto, dalla fama di colui che la comandava"."</ref>
 
Il 10 settembre 1941 Borghese, alla guida dello Scirè, partì per la quarta missione a Gibilterra (BG4) seguendo lo stesso schema della precedente. Così il 19 settembre lo ''Scirè'' entrò in [[Cadice]] e, raccolti gli incursori, li scaricò la sera stessa presso la rada di Gibilterra. Gli obiettivi assegnati da Borghese riguardavano una corazzata [[classe Nelson (nave da battaglia 1925)|classe Nelson]] per la squadra [[Amedeo Vesco]] e [[Antonio Zozzoli]], un mercantile per [[Decio Catalano]] e [[Giuseppe Giannoni]] e la [[portaerei]] ''[[HMS Ark Royal (91)|Ark Royal]]'' per [[Licio Visintini]] e [[Giovanni Magro]]. Le prime due squadre non riuscirono a forzare il porto e ripiegarono su due navi presenti in rada, raggiungendo poi la costa spagnola a nuoto. Visintini e Magro, invece, riuscirono a penetrare all'interno, ma raggiungere la portaerei si rivelò troppo difficile e ripiegarono su una [[Petroliera|nave cisterna]].
Le navi affondate furono le navi cisterna ''[[Fiona Shell]]'' e ''[[Denbydale]]'', mentre fu gravemente danneggiata la motonave armata ''[[Durham]]''. I sei operatori furono insigniti per questa operazione della [[Ricompense al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]], mentre il comandante Borghese venne promosso capitano di fregata per meriti di guerra<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 102}}.</ref>.
 
==== L'impresa di Alessandria ====
{{vedi anche|Impresa di Alessandria}}
Borghese, dopo l'attacco a Gibilterra, cominciò a studiare un nuovo attacco, questa volta contro la base navale di [[Alessandria d'Egitto]]. Anche questa volta gli incursori scelti per la missione furono trasferiti con un aereo all'isola di [[Lero]], dove furono poi raccolti da Borghese, arrivato con lo ''Scirè''. Giunsero nella rada di Alessandria la sera tra il 18 e il 19 dicembre 1941 e vi vennero rilasciati gli uomini. Due erano stati imbarcati come riserva. Poi Borghese rientrò a Lero.
 
L'attacco condusse al grave danneggiamento delle navi da battaglia inglesi ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|Queen Elizabeth]]'' e ''[[HMS Valiant (02)|Valiant]]''. Borghese, al termine della missione, fu nominato Cavaliere dell'[[Ordine militare di Savoia]].
 
==== Il progetto d'attacco a New York ====
Dopo il successo dell'[[impresa di Alessandria]], Borghese dovette lasciare il comando del sommergibile ''Scirè'' il 28 maggio 1942, per potersi dedicare completamente al reparto subacqueo della Xª MAS.
 
Nel 1942 viaggiò in [[Europa]] per raccogliere informazioni che potessero aiutare a compiere altre azioni belliche. A [[Parigi]] incontrò [[Karl Dönitz]], con il quale intendeva pianificare delle operazioni.
In seguito incontrò anche gli uomini della X MAS ad [[Algeciras]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 152}}.</ref>.
 
Nell'estate ritornò a Parigi, dove ebbe un nuovo colloquio con Dönitz, ma non ottenne risultati; pertanto decise che eventuali azioni sarebbero state portate a termine solo da mezzi italiani. Iniziò a prendere in considerazione l'idea di un attacco contro [[New York]], non tanto per un possibile successo militare, quanto per una vittoria morale<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 153}}.</ref>.
 
[[File:Il Classe CA imbarcato sul Leonardo Da Vinci.jpg|miniatura|Il [[classe CA]] imbarcato sul [[sommergibile]] ''[[Leonardo da Vinci (sommergibile)|Leonardo Da Vinci]]'' durante le prove; si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore]]
Nel luglio 1942 Borghese studiò un progetto molto ambizioso, un attacco della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] al [[porto di New York]]. Fu scelto il [[sommergibile]] atlantico ''[[Leonardo da Vinci (sommergibile)|Leonardo da Vinci]]'' della base [[BETASOM]] di [[Bordeaux]] come mezzo avvicinatore. Il sommergibile avrebbe dovuto trasportare fino alla foce dell'[[Hudson]] un piccolo [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA|tipo CA]] (fu inviato via [[treno]] a [[Bordeaux]], per l'operazione, il ''CA 2'') in un apposito “pozzo” ricavato al posto del cannone prodiero<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|pp. 374-375}}.</ref>. Il [[tenente di vascello]] Eugenio Massano fu inviato anch'egli a Bordeaux dal comandante della Xª Flottiglia MAS. Borghese<ref name=autogenerato1>Giulio Raiola e Carlo de Risio, ''Obiettivo America'', in ''Storia Illustrata'' nº 136, marzo 1969, p. 32.</ref> avrebbe dovuto guidare il piccolo [[classe CA]], che con a bordo alcuni «uomini gamma» ([[Sommozzatore|sommozzatori]] d'assalto) e 28 cariche esplosive da 20 a 100&nbsp;kg si sarebbe recato nel porto per minare delle navi<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|pp. 107, 114 e 288-289}}.</ref>.
 
I lavori furono effettuati nell'agosto 1942 e in settembre furono svolte le prove di rilascio del ''CA 2'' dal ''Da Vinci'', sotto la supervisione del tenente di vascello Eugenio Massano. Le prove ottennero risultati apprezzabili<ref name="autogenerato1" />: il ''Da Vinci'', in immersione a circa 12 metri, riusciva a rilasciare il piccolo CA e a recuperarlo. In realtà il recupero era un'ipotesi molto remota e si era già previsto che i membri del [[Gruppo Gamma]] avrebbero dovuto distruggere il mezzo al termine dell'operazione per poi raggiungere la terraferma<ref>{{cita news |autore=Giulio Raiola |autore2=Carlo de Risio |titolo=Obiettivo America |rivista=Storia Illustrata |numero=136 |data=marzo 1969 |pp=32-33}}</ref>.
 
La missione fu rinviata in seguito alla perdita del ''Da Vinci'' il 23 maggio 1943 e poi annullata a seguito dell'armistizio di due mesi dopo<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/23/Attacco_New_York_nel_Borghese_co_0_01092311852.shtml|titolo=Attacco a New York (dal Corriere della Sera del 23/09/2001)}}</ref>. Si era anche previsto che sarebbero dovute seguire analoghe incursioni contro [[Città del Capo]] e [[Freetown]]<ref>{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=bZnfAAAAMAAJ |autore=Giorgio Giorgerini |titolo=Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana |anno=2007 |editore= Mondadori|isbn=978-88-04-51243-1 |p=114}}</ref>.
 
==== Comandante della Xª MAS ====
Il 1º maggio 1943 Borghese assunse il comando della Xª Flottiglia MAS<ref>Dopo averne già retto il comando ''ad interim'' tra il 29 luglio ed il 29 settembre 1941, dopo la morte in combattimento del comandante CF [[Vittorio Moccagatta]] nel corso di un tragico [[attacco a Malta]], e nuovamente a partire dall'8 marzo al 27 maggio 1942.</ref>. Uno dei primi comandi che impartì fu quello di inviare il [[tenente di vascello]] [[Luigi Ferraro (militare)|Luigi Ferraro]] in missione ad [[Alessandretta]], dove questi, nei mesi di giugno e luglio, riuscì ad affondare tre navi alleate.
 
La [[Caduta del fascismo|caduta di Mussolini]] il 25 luglio 1943 fermò buona parte delle operazioni.
 
In totale, erano stati affondati o gravemente danneggiati dai mezzi d'assalto italiani, nelle azioni compiute nel Mediterraneo dal 10 giugno 1940 all'8 settembre 1943, 77.380 tonnellate di naviglio da guerra e {{formatnum:187412}} tonnellate di naviglio mercantile, per un totale di {{formatnum:264792}} tonnellate<ref>Junio Valerio Borghese, ''Decima Flottiglia MAS'', Milano, Garzanti, 1950.</ref>.
 
=== La Repubblica Sociale Italiana ===
{{Vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)}}
[[File:Junio Valerio Borghese passa in rassegna.jpg|miniatura|Febbraio 1944, Junio Valerio Borghese passa in rassegna il [[Battaglione "Barbarigo"]]]]
{{Citazione|In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.|Junio Valerio Borghese<ref>{{Cita libro |autore=[[Arrigo Petacco]] |altri=vari |titolo=Storia del fascismo |editore=Curcio |anno=1981 |p=1733}} in 6 volumi; citato anche in: {{Cita pubblicazione |autore=[[Ruggero Zangrandi]] |titolo=1943: 25 luglio-8 settembre |editore=Feltrinelli |anno=1964}}</ref>}}
 
Immediatamente dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]], molti marò della Xª Flottiglia MAS tornarono a casa<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 151}}.</ref> o si rifugiarono sulle colline in attesa degli eventi<ref name="Bertoldi-pag.157">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 158}}.</ref>, mentre il comando di stanza nella caserma della [[La Spezia|Spezia]] non si sbandò e, messo in allarme, attese ordini disciplinatamente<ref name=autogenerato2>Giampaolo Pansa, Il gladio e l'alloro, Le Scie, Mondadori editore, Milano, 1991, pag 186</ref>, evitando però di distruggere i piccoli mezzi navali all'ancora fuori della caserma, di cui parte poi cadde momentaneamente in mani tedesche<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|pp. 153-157}}.</ref>.
La sera stessa Borghese raggiunse l'[[ammiraglio]] [[Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)|Aimone d'Aosta]] e inutilmente cercarono insieme di contattare Roma per avere conferma dell'armistizio e ricevere ordini<ref name=autogenerato2 />. Tuttavia la mattina seguente Aimone ricevette l'ordine di trasferirsi al sud presso il re<ref>{{Cita libro |autore=Giampaolo Pansa |titolo=Il gladio e l'alloro |collana=Le Scie |editore=Mondadori editore |città=Milano |anno=1991 |p=87}}</ref>. La Xª MAS, continuando a rimanere priva di ordini<ref>{{Cita libro |autore=Sole De Felice |titolo=La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-1945 |editore=Edizioni Settimo Sigillo |città=Roma |anno=2003 |p=53 |citazione=Relazione giurata del capitano di vascello Agostino Calosi responsabile dell´Ufficio Informazioni della Regia Marina del Sud nel corso del processo tenuto contro Borghese il 24 novembre 1948 "nel caso specifico della X Flottiglia Mas debbo dire che a questo comando non arrivarono mai ordini precisi, benché dallo stesso sollecitati anche telefonicamente}}</ref>, mantenne l'attività nella caserma immutata e per tutto il tempo la bandiera italiana rimase sul pennone. Borghese inoltre dispose di aprire il fuoco contro chiunque avesse tentato di attaccare la caserma<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 156}}.</ref>, riuscendo a respingere alcuni tentativi tedeschi di disarmare i marò<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 160 |citazione=I tedeschi fecero numerosi tentativi di penetrare nella caserma della Xª Mas, ma, come scrisse Borghese, ''Li respingemmo tutti malgrado l'enorme sproporzione di forze''. Nessuno ne ha mai dubitato e, anzi la fermezza dimostrata dalla flottiglia nella circostanza è stata spesso presa ad esempio di ciò che sarebbe stato possibile fare in quei giorni difficili se si fosse potuto contare su unità altrettanto motivate}}.</ref>.
[[File:Foto di gruppo Borghese Bardelli Bertozzi decima mas.jpg|thumb|left|Foto di gruppo: sono riconoscibili Borghese (alla guida), [[Umberto Bardelli|Bardelli]], [[Umberto Bertozzi|Bertozzi]], con i militi della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Decima MAS]] (1944)]]
Il 9 settembre gli ufficiali si riunirono per decidere la strada da intraprendere e Borghese ribadì la lealtà all'alleato tedesco. L'11 settembre radunò invece i marinai della Spezia, spiegando la situazione e dando il permesso di congedarsi a coloro che non se la fossero sentita. La maggioranza si congedò<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 161}}.</ref>. In questo periodo la Decima si dotò di un proprio regolamento che costituisce un unicum nella storia militare italiana: prevedeva la totale uguaglianza fra ufficiali e truppa (panno della giubba uguale per tutti, pasti in comune), promozioni guadagnate solo sul campo, [[pena di morte]] per i marò colpevoli di furto, saccheggio, diserzione o vigliaccheria in faccia al nemico. La Decima adottò inoltre il proprio saluto: "''Decima, comandante''" cui veniva risposto "''Decima, marinai''"<ref name="Ganapini">{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=z21oAAAAMAA |autore=Luigi Ganapini |titolo=La repubblica delle camicie nere editore=Garzanti |città=Milano |isbn=978-88-11-69417-5 |annooriginale=1999 |anno=2010 |pp=61-62 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Il 14 settembre stipulò un accordo con il ''Korvettenkapitän'' Max Berninghaus, comandante navale delle forze del [[Germania nazista|Terzo Reich]] in [[Liguria]], con il quale la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]] venne riconosciuta come unità combattente con piena autonomia in campo logistico, organico, della giustizia, disciplinare e amministrativo e battente bandiera italiana. Dopo l'accordo molti marò che in precedenza si erano sbandati fecero ritorno in caserma<ref name="Bertoldi-pag.157" /> e, da circa trecento che erano restati dopo l'armistizio, divennero tremila in pochi giorni<ref name="Bertoldi-pag.159">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 159}}.</ref>. Il 18 settembre un primo importante nucleo, proveniente da [[Pola]], di circa trecentocinquanta uomini guidati da [[Umberto Bardelli]] raggiunse La Spezia<ref name="Ganapini" />.
 
Dopo la nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]], l'ammiraglio [[Antonio Legnani]], nuovo sottosegretario alla Marina, inserì la Decima Mas nell'organico della [[Marina Nazionale Repubblicana]]<ref name="Bertoldi-pag.159" />, sebbene essa agisse di fatto in maniera del tutto autonoma. Contrasti invece nacquero nel novembre 1943 con il capitano di vascello Ferruccio Ferrini, successore di Legnani nel frattempo deceduto in un incidente automobilistico. Nonostante i contrasti con i vertici politici e militari della Repubblica Sociale (contrasti che condussero all'arresto di Borghese con l'accusa di essere a capo di una congiura tesa a rovesciare Mussolini), le sue forze furono impegnate su tutti i fronti più importanti, a partire da quello di [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]].
 
I militari della Decima erano tutti volontari (che ritenevano di sottrarsi all'onta di quello che avevano inteso come un tradimento nei confronti dell'alleato germanico), provenienti dalle più diverse armi delle Forze Armate Repubblicane<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 165 |citazione=Al suo appello risposero migliaia di marò (come venivano chiamati gli uomini della Xª MAS), i quali accorsero ovunque vi fosse un punto di raccolta lungo la costa. Molti erano volontari, richiamati alle armi dalle gesta compiute dalla flottiglia e, soprattutto, dalla fama di colui che la comandava}}.</ref>.
Non si registrò mai un calo del numero di volontari e infatti si costituirono numerosi corpi di "fanteria di marina", il tutto anche in virtù della popolarità che Borghese riscuoteva fra le masse; in contrapposizione la [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] per aumentare il numero degli uomini fu costretta ad arruolamenti forzati a seguito di azioni di coscrizione degli abili.
 
Negli ultimi mesi del conflitto, al fine di difendere l'italianità dell'[[Istria]], Borghese avviò contatti con la Regia Marina al sud ([[ammiraglio]] [[Raffaele Dede Courten|Dede Courten]]) per favorire uno sbarco italo-alleato in Istria e salvare le terre orientali dall'avanzata delle forze iugoslavejugoslave<ref> Jack {{Cita|Greene e Alessandro, Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag|p. 180" |citazione=La graduale avanzata dei comunisti di Tito in Istria spiega perché, a un certo punto, Borghese fece delle aperture agli Alleati, in particolare alla marina italiana del Sud...."}}</ref>. Lo sbarco studiato dalla marina italiana del Sud si sarebbe avvalso dell'appoggio delle formazioni fasciste e della Decima, con o senza l'intervento Alleatoalleato<ref>Jack {{Cita|Greene e Alessandro, Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag|pp. 182-183:" |citazione=Il SIS, guidato dal capitano di vascelovascello Agostino Calosi, aveva ricevuto istruzioni precise dall'ammiraglio De Courten, divenuto capo di stato maggiore della marina. L'idea era quella di sbarcare in Istria senza avvalersi dell'aiuto degli Alleati, in modo da non turbare i rapporti con Tito}}."</ref>. L'opposizione inglese fece fallire questo piano<ref> Jack {{Cita|Greene e Alessandro, Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag|p. 180" |citazione=In ogni caso, gli Alleati respinsero queste avance, forse con una certa avventatezza"}}."</ref>, non volendosipotendo inimicareinimicarsi [[Iosif Stalin|Stalin]] dopo l'accordo di Yalta<ref name="Nesi2004">{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=vMjNAAAACAAJ |autore=Sergio Nesi, |titolo=Junio Valerio Borghese.: Unun principe, un comandante, un italiano, p.403, |editore=Lo Scarabeo, |città=Bologna, |anno=2004 "Roosvelt|isbn=9788884780669 |p=403 |citazione=Roosevelt e Eisenhower non volevano rompere assolutamente con "l'amico Stalin" di cui avevano massima stima e inoltre non si potevano buttare all'aria gli accordi di Yalta".}}</ref> e favorendo così l'avanzata degli iugoslavijugoslavi, che ebbero peraltro anche l'attivo sostegno della [[Royal Navy]] britannica.
[[File:Junio Valerio Borghese and Umberto Bardelli.jpg|miniatura|Aprile 1944, Junio Valerio Borghese con il comandante [[Umberto Bardelli]]]]
 
L'attività della Xª MAS non si limitò alle incursioni navali contro le forze nemiche, ma si estese alla costituzione di reparti di terra, che assunsero al termine del conflitto le dimensioni di una vera e propria divisione di fanteria leggera. Il 1º maggio 1944 fu ufficialmente trasformata in "Divisione [[Fanteria di marina]] Xª", raggruppando tutti i vari reparti di terra.
Tuttavia, a causa dell'opposizione tedesca (che mal vedeva la ricostituzione di grandi unità italiane), la Divisione Decima MAS (composta da due gruppi di combattimento) non poté mai entrare in azione come unità organica, ma fu frazionata in battaglioni usati dai comandi tedeschi sul fronte della [[Linea Gotica]] e poi del [[Senio]]. Una parte della Divisione (il Secondo Gruppo) era pronto per muovere sul confine orientale, per difendere [[Trieste]] e [[Fiume (Croazia)|Fiume]] dall'avanzata degli iugoslavijugoslavi, ma fu bloccato prima dai tedeschi e poi dalla svolta rappresentata dalla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]] nell'aprile 1945.
A partire daldalla seconda metà del 1944 la Decima fu impiegata anche in attività antipartigiane e rastrellamenti di civili nelle zone dove agivano i partigiani, al fianco dei tedeschi; in queste azioni si registrarono casirappresaglie, disaccheggi, torturasevizie su prigionieri (sia partigiani che civili) e numeroseed esecuzioni sommarie.<ref> Jack {{Cita|Greene e Alessandro, Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag|p. 192 "|citazione=L'estate del 1944 fu il periodo in cui le azioni antipartigiane si fecero più intense, non solo perché i partigiani erano diventati tanto numerosi da minacciare le linee di comunicazione dell'esercito tedesco, ma anche perché i tedeschi avevano bisogno di rastrellare le alture vicino alla valle del Po per potervisi trincerare qualora la linea gotica sugli Appennini fosse stata sfondata"}}.</ref>. Negli ultimi mesi del 1944 le azioni di alcuni gruppi degli appartenenti al corpo crearono preoccupazione anche nelle stesse autorità dell'RSI: il prefetto di Milano, Mario Bassi, si lamentò con il Duce per i «furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni, contegni scorretti in pubblico» commessi da appartenenti alla Decima, evidenziando come questi causassero preoccupazione nella popolazione, anche per l'apparente impunità che li caratterizzava, chiedendo che la formazione venisse allontanata dalla città<ref name=anpi>{{cita testo|url=http://anpi-lissone.over-blog.com/40-categorie-10127204.html|titolo= Le "imprese" della Decima MAS - Una carriera di furti e rapine |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121212232501/http://anpi-lissone.over-blog.com/40-categorie-10127204.html|sito=[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|ANPI]]}}</ref>.
 
==== La smobilitazione della Xª MAS e il salvataggio di Borghese ====
Gli ultimi reparti della divisione, decimati dagli attacchi inglesi, si arresero a nord di [[Schio]] (Veneto) il [[2 maggio]] [[1945]].
[[File:Borghese 26 aprile ammainabandiera caserma Piazza Fiume Milano.jpg|miniatura|Piazzale Fiume a [[Milano]], 26 aprile 1945. Borghese ordina l'ammainabandiera e smobilita la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª MAS]].]]
Il 25 aprile 1945 la Xª MAS con Borghese rimase acquartierata nella caserma di piazzale Fiume in [[Milano]]. Si svolsero nel frattempo febbrili trattative tra il capitano Gennaro Riccio, comandante del "Distaccamento Milano" della Xª MAS e un maggiore in rappresentanza del [[generale]] [[Raffaele Cadorna (1889-1973)|Raffaele Cadorna]], presentatosi come "[[James Angleton|Mario Argenton]]". In base agli accordi, poi sottoscritti anche da Cadorna, si organizzò il trapasso con la nuova autorità cittadina rappresentata dal [[Corpo volontari della libertà]].
 
La cerimonia in piazzale Fiume<ref>Rinominata dopo la guerra in piazzale della Repubblica</ref> si concluse il 26 aprile 1945 alle 17.00 con lo scioglimento formale della Xª MAS a Milano. Borghese consegnò a tutti i marò cinque mesi di stipendio e, quando tutti ebbero lasciato la caserma<ref>{{Cita libro |autore=Sergio Nesi |titolo=Decima flottiglia nostra |editore=Mursia |anno=1987 |città=Milano |p=302}}</ref>, fu preso in consegna dalla polizia partigiana<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 198 |citazione=In seguito agli accordi raggiunti, il 26 aprile 1945 la Xª Mas si arrese davanti a Riccio e al maggiore Argenton del CLN nel cortile della caserma milanese di piazzale Fiume. La cerimonia si concluse alle 17.00 con l'ammainabandiera, dopodiché Borghese si allontanò con Pulejo e Faini... Il 26 aprile, Borghese lasciò l'appartamento di piazza Principessa Clotilde e si trasferì a casa del capitano Del Giudice, in viale Beatrice d'Este. Vi arrivò di notte, a bordo di un'auto. Lì sorvegliato dalla polizia partigiana, attese gli ufficiali del servizio segreto della Marina che dovevano trarlo in salvo. Stando al suo diario, trascorse sereno quei momenti}}.</ref>.
==Il salvataggio di Borghese==
Il 9 maggio fu contattato dall'agente dei Servizi segreti italiani Carlo Resio e dall'agente dell'[[Office of Strategic Services|OSS]] [[James Angleton]], che lo informarono che l'ammiraglio [[Raffaele de Courten]] intendeva incontrarlo a Roma<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 199 |citazione=L'8 maggio si presentò in casa il capitano dei carabinieri Giuseppe Polosa, dicendo che Carlo Resio e l'agente dell'Oss James Jesus Angleton erano a Milano e cercavano Borghese per dargli un messaggio dell'ammiraglio De Courten. L'incontro ebbe luogo il 9 maggio. Resio e Angleton informarono il principe che De Courten lo voleva a Roma per parlargli, ma questi, non del tutto convinto da quel messaggio che gli era stato riferito solo oralmente, rispose che si sarebbe riservato di decidere}}.</ref>.
{{vedi anche|sezione=s|[[Central_Intelligence_Agency#Accuse di arruolamento di ex nazifascisti|CIA - Arruolamento di ex nazisti e fascisti]]}}
In seguito, l'11 maggio, con l'aiuto dei servizi segreti americani, scortato da Resio e Angleton, fu trasferito a Roma, dove trascorse un breve periodo prima di essere ufficialmente arrestato dalle autorità americane il 19 maggio per essere trasferito nel campo di concentramento di [[Studi di Cinecittà|Cinecittà]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 200 |citazione=Il principe decise di partire con i due e giunse a Roma il giorno successivo... Borghese fu portato in un appartamento in via Archimede e arrestato il 19 maggio dagli americani. Il principe e la moglie furono gli unici due fascisti italiani del periodo dell'RSI a essere tratti in salvo dagli Stati Uniti, che sostanzialmente desideravano avvalersi di Borghese per la sua competenza nelle operazioni segrete e l'abilità nel combattere i comunisti. Alcune persone furono salvate dagli inglesi}}.</ref>. Secondo [[Renzo De Felice]]:
Al termine del conflitto, dopo lo scioglimento formale della Xª MAS il [[26 aprile]] [[1945]] in piazzale Fiume a [[Milano]], Borghese fu preso in consegna dalla polizia partigiana.<ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 198 "In seguito agli accordi raggiunti, il 26 aprile 1945 la Xª Mas si arrese davanti a Riccio e al maggiore Argenton del CLN nel cortile della caserma milanese di piazzale Fiume. La cerimonia si concluse alle 17.00 con l'ammainabandiera, dopodiché Borghese si allontanò con Pulejo e Faini.... Il 26 aprile, Borghese lasciò l'appartamento di piazza Principessa Clotilde e si trasferì a casa del capitano Del Giudice, in viale Beatrice d'Este. Vi arrivò di notte, a bordo di un'auto. Lì sorvegliato dalla polizia partigiana, attese gli ufficiali del servizio segreto della marina che dovevano trarlo in salvo. Stando al suo diario, trascorse sereno quei momenti"."</ref>
{{Citazione|Gli americani erano interessati alla Xª Mas perché pensavano di utilizzare i suoi famosi ”maiali“ per la guerra contro i giapponesi. Gli inglesi fecero di più: una nave (ma forse le navi furono due) che, a operazioni belliche finite, trasportava dalla Iugoslavia armi per gli ebrei in Palestina, fu fatta saltare dai maiali della Xª<ref>[[Renzo De Felice]], ''[[Rosso e Nero (De Felice)|Rosso e Nero]]'', Baldini & Castoldi, 1995, p. 133.</ref>}}
Il 9 maggio fu contattato da un agente dei Servizi segreti italiani Carlo Resio e dall'agente dell'Oss [[James Angleton]] che lo informarono che l'ammiraglio [[Raffaele de Courten]] intendeva incontrarlo a Roma.<ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 199 "L'8 maggio si presentò in casa il capitano dei carabinieri Giuseppe Polosa, dicendo che Carlo Resio e l'agente dell'Oss James Jesus Angleton erano a Milano e cercavano Borghese per dargli un messaggio dell'ammiraglio De Courten. L'incontro ebbe luogo il 9 maggio. Resio e Angleton informarono il principe che De Courten lo voleva a Roma per parlargli, ma questi, non del tutto convinto da quel messaggio che gli era stato riferito solo oralmente, rispose che si sarebbe riservato di decidere."</ref>
In seguito, l'11 maggio, con l'aiuto dei servizi segreti americani, scortato da Resio e Angleton, fu trasferito a Roma, dove trascorse un breve periodo prima di essere ufficialmente arrestato dalle autorità americane il [[19 maggio]] per essere trasferito nel carcere di [[Cinecittà]].<ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 200 "Il principe decise di partire con i due e giunse a Roma il giorno successivo....Borghese fu portato in un appartamento in via Archimede e arrestato il 19 maggio dagli americani. Il principe e la moglie furono gli unici due fascisti italiani del periodo dell'RSI a essere tratti in salvo dagli Stati Uniti, che sostanzialmente desideravano avvalersi di Borghese per la sua competenza nelle operazioni segrete e l'abilità nel combattere i comunisti. Alcune persone furono salvate dagli inglesi."</ref> Secondo [[Renzo De Felice]]:"''Gli americani erano interessati alla Xª Mas perché pensavano di utilizzare i suoi famosi maiali per la guerra contro i giapponesi. Gli inglesi fecero di più: una nave (ma forse le navi furono due) che, a operazioni belliche finite, trasportava dalla Iugoslavia armi per gli ebrei in Palestina, fu fatta saltare dai maiali della Xª''".<ref> [[Renzo De Felice]], Rosso e nero, Baldini Castoldi Dalai, 1995, pag. 133</ref>
 
=== Il dopoguerra ===
Rilasciato in ottobre, venne nuovamente arrestato dalle autorità italiane e trasferito da un luogo di detenzione all'altro, in attesa dell'inizio del processo. Grazie alla protezione accordatagli dai Servizi segreti [[Stati Uniti d'America|statunitensi]], con i quali era già in contatto da diversi mesi prima della fine della guerra, Borghese ottenne di essere giudicato di fronte ad una Corte d'assise a lui tutt'altro che sfavorevole. Il suo avvocato Italo Formichella aveva inoltrato istanza di ricusazione del Tribunale di Milano per ''legittima suspicione''. Il [[17 febbraio]] [[1949]], ritenuto colpevole solo del reato di collaborazionismo con i tedeschi, venne formalmente condannato a dodici anni di detenzione ma, in seguito all'applicazione di una serie di condoni e riduzioni di pena, fu subito scarcerato.
==== Il processo e la condanna ====
<ref>Giorgio Bocca, ''Storia della Repubblica italiana: dalla caduta del fascismo a oggi, Volume 1'', Rizzoli, Milano, 1982, p. 69: "Il processo a Junio Valerio Borghese è una burletta: presiede la Corte di Assise il dottor Caccavale, amico della famiglia Borghese e vecchio gerarca; nel collegio giudicante ci sono ex fascisti notori. La sentenza il 17 febbraio '47 supera ogni limite di impudenza: vengono concesse a Borghese le attenuanti del valor militare, per il salvataggio delle industrie del nord, perché si è battuto per salvare la Venezia Giulia, per l'assistenza ai deportati dai tedeschi. Insomma sarebbe meritevole di avere assistito i partigiani e gli antifascisti che ha catturato e mandato nei lager nazisti. Con tutte le attenuanti e gli indulti, a Boghese restano ancora nove anni; su suggerimento dei difensori si studiano altri indulti finché al principe resta un solo anno. E su questa condanna a un anno di reclusione il processo farsa sta per chiudersi quando un'avvocato difensore ricorda al presidente che per la legge del 1946 il condono deve essere superiore a un anno e allora il dottor Caccavale torna di fretta in camera di consiglio, toglie l'ultimo anno come dal conto del salumaio e Borghese esce libero, portato in trionfo."</ref>
Nell'immediato dopoguerra Borghese riuscì a sottrarsi alle forze partigiane che intendevano fucilarlo<ref name="CommissioneParlamentare2006-RelazionediMinoranza">{{Cita |Commissione Parlamentare, ''Relazione di minoranza'', 2006|p. 220 |citazione=[…] è peraltro fatto certo, a partire dal salvataggio già il 30.4.1945 a Milano dello stesso Principe Borghese da parte del capo delle Operazioni Speciali dell’O.S.S. James Jesus Angleton che lo prese in consegna e lo trasferì a Roma sottraendolo ad un immediato processo che si sarebbe concluso probabilmente con la sua condanna a morte […]}}.</ref> e fu chiamato a pagare per i crimini commessi ai danni dei civili e contro il governo di Badoglio<ref name="DallaNegra">{{cita testo |url=http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Golpe-Borghese.-Ipotesi-di-un-piano-eversivo.html |autore=Cecilia Dalla Negra |titolo=Golpe Borghese. Ipotesi di un piano eversivo |data=6 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091209151044/http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Golpe-Borghese.-Ipotesi-di-un-piano-eversivo.html |urlmorto=si |citazione=Nel 1947 e per due anni, in seguito alla liberazione del paese, Borghese è chiamato a pagare per i crimini commessi ai danni dei civili e contro il governo di Badoglio: il processo per collaborazionismo con il nemico si chiuderà con una condanna mitigata da attenuanti ottenute con la mediazione dei servizi segreti statunitensi, pochi anni di carcere e poi la libertà}}</ref><ref>{{Cita legge italiana |tipo=DLL |anno=1944 |mese=07 |giorno=27 |numero=159 |titolo=Sanzioni contro il fascismo e punizione dei delitti}} ([https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/2015/02/Decreto-Legislativo-Luogotenenziale-27-luglio-1944-n.-159.pdf copia])</ref><ref>{{Cita legge italiana |tipo=DLL |anno=1945 |mese=04 |giorno=22 |numero=142 |titolo=Istituzione di Corti straordinarie di Assise per reati di collaborazione con i tedeschi}} ([https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/2015/02/Decreto-Legislativo-Luogotenenziale-22-aprile-1945-n.-142-.pdf copia])</ref>.
<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 RAI - La Storia siamo noi: Il Golpe Borghese, storia di un'inchiesta] cfr. sezione "Approfondisci": ''"La formazione, che gode di una singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista ed antislava. [...] Terminata la guerra, dopo un concitato periodo di latitanza e ripetuti arresti, Borghese è condannato il 17 febbraio 1949 per collaborazionismo riuscendo però, grazie alla protezione americana (in particolare dal responsabile del controspionaggio dell'OSS, James Jesus Angleton), ad essere in breve tempo scarcerato."''</ref><ref>R.J.B. Bosworth, The Oxford Handbook of Fascism, Oxford University Press, New York, Apr. 2009, ISBN 978-0-19-929131-1, p. 593</ref><ref>[http://www.isral.it/web/web/pubblicazioni/qsc_38_nascerepubblica.htm Eredità del fascismo e legittimazione atlantica: l'anticomunismo antidemocratico] di Nicola Tranfaglia: "E poi si scopre che il capo dei servizi segreti americani in Sicilia è James Jesus Simon Angleton, destinato a divenire uno dei più importanti dirigenti della CIA nel secondo dopoguerra. Questo personaggio stabilì uno dei patti fondamentali legati alla nascita della nostra democrazia. Fu Angleton infatti a salvare sul Lago di Garda Junio Valerio Borghese, a portarlo a Milano e a nasconderlo a casa di un partigiano, attraverso l'intercessione di uno degli esponenti principali del Partito d'Azione; quindi a condurre Borghese, travestito da ufficiale, a Roma e a premere affinché il suo processo si concludesse con una lieve condanna. Come puntualmente avvenne. In seguito fu sempre Angleton a reclutare dieci ufficiali della Decima Mas nei servizi segreti americani per le azioni anticomuniste."</ref><ref>[http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Junio-Valerio-Borghese-biografia.html Fondazione Italiani: Junio Valerio Borghese, biografia] "Al termine del conflitto, dopo lo scioglimento della Decima tenta la fuga ma viene arrestato dal Comitato di Liberazione Nazionale e processato per collaborazionismo con il nemico e crimini di guerra. Condannato a 12 anni di reclusione, resterà nel carcere dell'isola di Procida solo fino al 1949, grazie alla protezione accordatagli dai servizi segreti statunitensi."</ref><ref>[http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Golpe-Borghese.-Ipotesi-di-un-piano-eversivo.html Golpe Borghese. Ipotesi di un piano eversivo] "Nel 1947 e per due anni, in seguito alla liberazione del paese, Borghese è chiamato a pagare per i crimini commessi ai danni dei civili e contro il governo di Badoglio: il processo per collaborazionismo con il nemico si chiuderà con una condanna mitigata da attenuanti ottenute con la mediazione dei servizi segreti statunitensi, pochi anni di carcere e poi la libertà."</ref><ref>[http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm Dizionario del fascismo , volume primo, a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, Einaudi editore, 2002.]: "Come d'altronde hanno poi confermato i numerosi documenti declassificati dell'OSS oggi reperibili, Wolff e Dulles collaborarono insieme per il "riciclaggio" delle forze militari fasciste nei servizi segreti in funzione anti-comunista. Americani e inglesi nutrivano infatti un vivo interesse per l'Unità italiana della Decima MAS, soprattutto per la sua attività di contrasto delle forze partigiane comuniste attuata anche con il metodo dell'infiltrazione a scopi di provocazione e spionaggio. Il loro obiettivo era di "ripulire" il comandante fascista dei suoi crimini di guerra… «il governo italiano, tuttavia, nel '45 chiese agli alleati che egli gli venisse consegnato, per poterlo processare a Milano. I suoi amici intervennero, e il processo fu trasferito a Roma, dove Dulles e Angleton sapevano che molti altri burocrati fascisti erano ancora attivi e la magistratura nutriva idee più conservatrici». Il 17 febbraio del '49 venne scarcerato con l'applicazione di 9 anni di condono, dopo il processo per "collaborazionismo" che si era concluso con la condanna a 12 anni di reclusione."</ref>
Dopo un concitato periodo di latitanza, seguirono ripetuti arresti e trasferimenti da un luogo di detenzione all'altro, in attesa dell'inizio del processo. In tale periodo riuscì a farsi accordare la protezione dai Servizi segreti [[Stati Uniti d'America|statunitensi]], con i quali era già in contatto da diversi mesi prima della fine della guerra in funzione anticomunista ed antislava, in particolare del responsabile del controspionaggio dell'[[Office of Strategic Services|OSS]], [[James Jesus Angleton]]<ref name="Tranfaglia">{{cita testo |url=http://www.isral.it/web/web/pubblicazioni/qsc_38_nascerepubblica.htm|titolo=Eredità del fascismo e legittimazione atlantica: l'anticomunismo antidemocratico|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110304204219/http://www.isral.it/web/web/pubblicazioni/qsc_38_nascerepubblica.htm|autore=Nicola Tranfaglia |citazione=E poi si scopre che il capo dei servizi segreti americani in Sicilia è James Jesus Simon Angleton, destinato a divenire uno dei più importanti dirigenti della CIA nel secondo dopoguerra. Questo personaggio stabilì uno dei patti fondamentali legati alla nascita della nostra democrazia. Fu Angleton infatti a salvare sul Lago di Garda Junio Valerio Borghese, a portarlo a Milano e a nasconderlo a casa di un partigiano, attraverso l'intercessione di uno degli esponenti principali del Partito d'Azione; quindi a condurre Borghese, travestito da ufficiale, a Roma e a premere affinché il suo processo si concludesse con una lieve condanna. Come puntualmente avvenne. In seguito fu sempre Angleton a reclutare dieci ufficiali della Decima Mas nei servizi segreti americani per le azioni anticomuniste }}</ref><ref name="RAI">{{cita testo |url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |titolo=La Storia siamo noi: Il Golpe Borghese, storia di un'inchiesta |editore=RAI |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100823132321/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |sezione=Approfondisci |citazione=La formazione, che gode di una singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista ed antislava. [...] Terminata la guerra, dopo un concitato periodo di latitanza e ripetuti arresti, Borghese è condannato il 17 febbraio 1949 per collaborazionismo riuscendo però, grazie alla protezione americana (in particolare dal responsabile del controspionaggio dell'OSS, James Jesus Angleton), ad essere in breve tempo scarcerato}}</ref>.
 
Grazie alla pressione del [[Office of Strategic Services|OSS]] e di settori dei servizi italiani<ref name="Pacelli">{{Cita web|url=https://moondo.info/junio-valerio-borghese-un-principe-senza-scettro/|titolo=Junio Valerio Borghese: il principe nero |autore=Mario Pacelli |rivista=Moondo |data=29 ottobre 2020}}</ref>, Borghese ottenne di essere giudicato di fronte a una Corte d'Assise a lui tutt'altro che sfavorevole<ref name=dizionario>{{cita web |url=http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|titolo=Dizionario del fascismo, volume primo, a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, Einaudi editore |anno=2002 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060218014907/http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm |citazione=Come d'altronde hanno poi confermato i numerosi documenti declassificati dell'OSS oggi reperibili, Wolff e Dulles collaborarono insieme per il "riciclaggio" delle forze militari fasciste nei servizi segreti in funzione anti-comunista. Americani e inglesi nutrivano infatti un vivo interesse per l'Unità italiana della Decima MAS, soprattutto per la sua attività di contrasto delle forze partigiane comuniste attuata anche con il metodo dell'infiltrazione a scopi di provocazione e spionaggio. Il loro obiettivo era di "ripulire" il comandante fascista dei suoi crimini di guerra… «il governo italiano, tuttavia, nel '45 chiese agli alleati che egli gli venisse consegnato, per poterlo processare a Milano. I suoi amici intervennero, e il processo fu trasferito a Roma, dove Dulles e Angleton sapevano che molti altri burocrati fascisti erano ancora attivi e la magistratura nutriva idee più conservatrici}}</ref>. A seguito dell'istanza del suo avvocato, Italo Formichella, di [[ricusazione]] della Corte d'Assise di Milano per ''[[Rimessione del processo|legittima suspicione]]'', la [[Corte di cassazione]] dispose il trasferimento del processo alla Corte di Roma, presieduta dal dottor Caccavale, ex vicepresidente dell'"Unione fascista per le famiglie numerose" e amico del principe [[Giangiacomo Borghese]], ex governatore fascista della città di Roma e parente stretto dell'imputato<ref>{{Cita libro |autore=Pier Giuseppe Murgia |titolo=Il vento del Nord: storia e cronaca del fascismo dopo la Resistenza, 1945-50 |editore=Kaos |città=Milano |anno=2004 |isbn=88-7953-137-9 |p=170}}</ref>.
== Il dopoguerra e il tentato golpe ==
 
Prosciolto dalla sezione istruttoria del tribunale di Roma dall'accusa di omicidio per aver fatto fucilare 43 partigiani dai reparti ai suoi ordini, venne rinviato a giudizio per collaborazionismo e per concorso in un numero limitato di omicidi<ref name="Tonietto">{{Cita pubblicazione |autore=Nicola Tonietto |titolo=Le reti di spionaggio e sabotaggio nazifasciste nell’Italia occupata dagli Alleati (1943-1945)|url=https://doi.org/10.4000/diacronie.4718 |citazione=Prosciolto dalla sezione istruttoria del Tribunale di Roma dall'accusa omicidio per aver fatto fucilare 43 partigiani dai reparti ai suoi ordini, venne rinviato a giudizio per collaborazionismo e per concorso in un numero limitato di omicidi. La Corte di Assise di Roma nel febbraio 1949 lo condannò a dodici anni di reclusione. Tuttavia «dopo aver letto il dispositivo della sentenza, il presidente della corte si accorse che il conteggio degli anni di reclusione era errato. Infatti, ai sensi della legge del 1946, il condono avrebbe dovuto essere maggiore di un anno rispetto a quello calcolato dalla corte, il che avrebbe consentito a Borghese , che aveva scontato già un certo periodo di carcerazione preventiva, di uscire immediatamente dal carcere. In violazione di ogni principio di procedura […], il presidente della corte riportò immediatamente i componenti di questa in camera di consiglio, dove provvide a rettificare la misura del condono […]. Borghese ritornò in questo modo in libertà}}</ref>, effettuati come rappresaglia all'[[Eccidio di Valmozzola|attentato di Valmozzola del 12 marzo 1944]], dove un treno fu assaltato dai partigiani e furono uccisi due ufficiali del battaglione Lupo della Xª Flottiglia MAS, Gastone Carlotti e Domenico Pieropan<ref>{{cita testo|url=http://www.decima-mas.net/apps/index.php?pid=76 |titolo=Eroi dimenticati |editore=Decima Mas Network |accesso=24 dicembre 2022}}</ref>, che si stavano recando in licenza e prelevati altri sei militari di cui due carabinieri<ref name=autogenerato4>{{cita testo|url=http://xoomer.virgilio.it/parmanelweb/VALMOZZOLA.htm|titolo=Eventi - I fatti di Valmozzola del marzo 1944<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> che furono fucilati poco dopo<ref>{{cita testo|url=http://www.lunigiana.net/XXsecolo/centoanni/1944.htm|titolo=Il 1944 in Lunigiana<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. L'azione causò un imponente rastrellamento da parte del colonnello Luigi Carallo della Decima MAS, che portò all'arresto di nove partigiani (di cui sette ritenuti i responsabili<ref name="Bordogna" />) che, ad eccezione di uno, furono fucilati per rappresaglia il 17 dello stesso mese<ref name=autogenerato4 />.
{{Vedi anche|Golpe Borghese}}
Nel dopoguerra Borghese aderì al [[Movimento Sociale Italiano]], di cui fu nominato presidente onorario nel [[1951]]; inizialmente appoggiò [[Giorgio Almirante|Almirante]], poi abbandonò il partito, che giudicava troppo debole, si avvicinò alla destra extraparlamentare e nel settembre [[1968]] fondò il [[Fronte Nazionale (Italia)|Fronte Nazionale]], allo scopo - secondo i servizi segreti - "di sovvertire le istituzioni dello Stato con disegni eversivi".
 
{{Citazione|L'epilogo di questo tragico episodio costituì uno dei capi d'imputazione al processo intentato contro di me dopo la fine del conflitto. Il colonnello Luigi Carallo, comandante del reggimento del quale facevano parte i due guardiamarina uccisi, dopo l'eccidio ebbe pronta reazione: ricercò i responsabili e li catturò. Su otto, sette, rei confessi, il 17 marzo furono passati per le armi. Che cosa si può dire a un comandante di reparto che viene a conoscenza del fatto che alcuni suoi uomini sono stati massacrati, non durante il combattimento ma in una vile imboscata? Si era in guerra e Carallo seguì le spietate leggi di guerra".|Deposizione di Junio Valerio Borghese l'8 novembre 1948<ref name="Bordogna">{{Cita libro |curatore=M. Bordogna |titolo=Junio Valerio Borghese e la 10ª flottiglia Mas dall'8 settembre 1943 al 26 aprile 1945 |città=Milano |editore=Mursia |anno=1995 |p=109 }}</ref>}}
Intanto nel [[1963]], aveva ottenuto l'incarico puramente onorario di presidente del Banco di Credito Commerciale e Industriale, che fu in seguito acquisito dal "''Banchiere di Dio''" [[Michele Sindona]]. <ref> Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 229 "Borghese era uscito dalla sua condizione di semipensionamento più o meno all'epoca della morte della moglie, la principessa Daria Olsoufiev, in un incidente d'auto il 4 febbraio 1963. Per motivi finanziari era stato nominato presidente del Credito commerciale, la prima banca di proprietà di Sindona. Era una carica ampiamente onoraria, che però gli permetteva di guadagnare bene e di seguire da vicino lo svolgersi degli avvenimenti politici."</ref>
 
La Corte d'assise lo giudicò colpevole di [[collaborazionismo]] con i tedeschi in azioni di [[rappresaglia]] e [[Concorso di persone nel reato (ordinamento italiano)|concorso morale]] nella strage di partigiani catturati<ref name="Bordogna" />.
Nella notte tra il [[7 dicembre|7]] e l'[[8 dicembre]] [[1970]] promosse un [[colpo di stato]], avviato e poi interrotto, con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte Nazionale, paramilitari appartenenti a formazioni dell'estrema destra e di numerosi alti ufficiali delle forze armate e funzionari ministeriali <ref>[[Golpe Borghese]]</ref>
Per la determinazione della pena, la Corte assunse come base l'ergastolo e riconobbe due attenuanti: la medaglia d'oro al valor militare e l'assistenza prestata ai deportati in Germania, oltre alla tutela di alcuni impianti industriali del Nord, che ridussero la pena da scontare a 12 anni di reclusione<ref name="Vespa">{{Cita libro |autore=[[Bruno Vespa]] |titolo=Vincitori e vinti |url=https://books.google.com/books?id=UXdSGMo3x14C&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT251&dq=Processi+ai+fascisti+/+Zara+Algardi&hl=it| data=7 ottobre 2010 |editore=Edizioni Mondadori |ISBN=978-88-520-1191-7}}</ref><ref name="Algardi">{{Cita libro |autore=Zara Olivia Algardi |titolo=Processi ai fascisti: Anfuso, Caruso, Graziani e borghese di fronte alla giustizia : gli assassini organizzati dal S.I.M ... esame storico-giuridico |url=https://books.google.com/books?id=uL7foAEACAAJ&newbks=0&hl=it |editore=Parenti Editore| anno=1958}}</ref><ref name="Bocca1982">{{Cita libro |nome=Giorgio |cognome=Bocca |titolo=Storia della Repubblica italiana: dalla caduta del fascismo a oggi |url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=VCqzAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=Presiede |volume=volume III |p=69 |data=1982 |editore=Rizzoli}}</ref>.
 
Grazie alle disposizioni dell'[[amnistia Togliatti]], il giorno stesso della lettura del dispositivo della sentenza, il 17 febbraio 1949, la Corte dispose l'immediata scarcerazione del condannato, che aveva già scontato per intero, in regime di carcerazione preventiva, la pena residua<ref name="Tonietto" /><ref>{{Cita libro |autore=Romano Canosa |titolo=Storia dell'epurazione in Italia: le sanzioni contro il fascismo, 1943-1948 |editore=Baldini & Castoldi |città=Milano |anno=1999 |isbn=88-8089-522-2 |pp=366-367}}</ref>.
{{citazione necessaria|{{quote|Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo [...]. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l'Italia sull'orlo dello sfacelo economico e morale ha cessato di esistere. Le forze armate, le forze dell'ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi, volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Gli studi Rai sono stati occupati, la camere ed il senato pure! ... Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso tricolore, vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno d'amore: Italia, Italia, Viva Italia!|Con queste parole - peraltro mai pronunziate - Junio Valerio Borghese avrebbe dovuto proclamare il buon esito del Golpe}}}}
[[File:Comizio al Colosseo 5 giugno 1953.jpg|miniatura|verticale|Comizio di Borghese al [[Colosseo]] il 5 giugno 1953]]
 
==== L'adesione al MSI ====
Le circostanze del fallimento sono tuttora oscure e controverse. Fu Borghese in persona a impartire il contrordine, ma si rifiutò di spiegarne le ragioni persino ai suoi più fidati collaboratori.
Borghese aderì al [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]] nel novembre 1951<ref>{{cita testo|url=http://www.ilmessaggero.it/rubriche/accadde_oggi/junio_valerio_borghese_principe_msi_accadde_oggi-697726.html|titolo=Il Messaggero}}</ref> e fu nominato presidente onorario, fino al 1953; inizialmente appoggiò la corrente di [[Giorgio Almirante|Almirante]], poi abbandonò il partito, che giudicava troppo debole e si avvicinò alla [[estrema destra|destra]] [[extraparlamentare]]. Sempre nel 1953 firmò la prefazione per ''Gli uomini e le rovine'' testo dell'[[Esoterismo|esoterista]] e ideologo [[Julius Evola]] in cui, criticando aspramente il Movimento Sociale Italiano, viene proposto come "rimedio" per salvare la destra italiana quello di creare una rete segreta e anti-parlamentare comune ("''un Ordine''") e rivalutare l'uso della violenza nella lotta politica, quasi preannunciando l'idea del successivo tentato ''golpe''<ref>{{Cita libro |curatore=Mario De Micheli |titolo=La matrice ideologico-letteraria dell'eversione neofascista |anno=1975 |editore=CLUP |p=82}}</ref>.
 
==== Il Fronte Nazionale ====
Riguardo alla dinamica del Golpe si espresse anche l'Ammiraglio Gino Birindelli (Medaglia D'Oro al Valor Militare) affermando che "Borghese fosse una persona troppo intelligente e patriota da fare queste fesserie". Secondo lui, infatti, l'idea del "Golpe" era frutto solo dell'entusiasmo dei giovani sostenitori del Principe Borghese.
Nel settembre 1968 fondò il [[Fronte Nazionale (1967)|Fronte Nazionale]], allo scopo — secondo i servizi segreti — «di sovvertire le istituzioni dello Stato con disegni eversivi»<ref name="Panorama">{{Cita pubblicazione |rivista=Panorama |titolo=numeri 476-488 |anno=1975 |editore=Mondadori |url=http://books.google.com/books?id=m3g7AQAAIAAJ |p=384}}</ref>.
 
Costituì gruppi clandestini armati, in stretto collegamento con [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]] e [[Avanguardia Nazionale]], due organizzazioni del [[neofascismo]]<ref>{{Cita libro |autore=Anna Cento Bull |titolo=Italian neofascism: the strategy of tension and the politics of Nonreconciliation |url=https://archive.org/details/italianneofascis0000cent |editore=Berghahn Books |città=Oxford - New York |anno=2007|isbn=978-1-84545-335-0 |pp=[https://archive.org/details/italianneofascis0000cent/page/112 112]-113 |citazione=According to various sources, including ex-member of Ordine Nuovo Vincenzo Vinciguerra, ex-OSS officer Peter Tompkins (1995; 2005), and an official American history of couterintelligence (Rafalko 1998), Prince Junio Valerio Borghese, the Commander of the X MAS for the Republic of Salò, was one of the fascists who agreed to collaborate with the Americans and for this reason was saved from reprisal by the partisans. On the basis of the testimony of Carlo Digilio, Vinciguerra and others, as we saw, it was alleged that many members of Ordine Nuovo were in the pay of America intelligence structures. Among these were Carlo Digilio himself, Delfo Zorzi and Marcello Soffiati. Further substantial evidence, already examined in Part I, points to close links between Ordine Nuovo and the Italian military intelligence structures, as well as between Avanguardia Nazionale and the Office of Classified Affairs within the Ministry of the Interior}}</ref>.
In seguito al fallimento del golpe, Borghese si rifugiò in [[Spagna]] dove, non fidandosi della giustizia italiana che nel [[1973]] revocò l'ordine di cattura, rimase fino alla morte, avvenuta in circostanze sospette a [[Cadice]], il [[26 agosto]] [[1974]]. Lo stesso anno Borghese era stato in [[Cile]] con [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano Delle Chiaie]], per incontrare il generale [[Augusto Pinochet]] e il capo della polizia segreta cilena, [[Jorge Carrasco]]. È sepolto nella cappella di famiglia, nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore]], a [[Roma]].
 
Intanto nel 1963 la moglie, la principessa Daria Olsoufiev, era morta in un incidente stradale e Borghese aveva ottenuto l'incarico puramente onorario di presidente del Banco di Credito Commerciale e Industriale, che fu in seguito acquisito da [[Michele Sindona]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 229 |citazione=Borghese era uscito dalla sua condizione di semipensionamento più o meno all'epoca della morte della moglie, la principessa Daria Olsoufiev, in un incidente d'auto il 4 febbraio 1963. Per motivi finanziari era stato nominato presidente del Credito commerciale, la prima banca di proprietà di Sindona. Era una carica ampiamente onoraria, che però gli permetteva di guadagnare bene e di seguire da vicino lo svolgersi degli avvenimenti politici}}.</ref>.
 
==== Il ''golpe'' Borghese ====
{{Vedi anche|Golpe Borghese|Rosa dei venti (storia)}}
[[File:Borghese 1970.jpg|miniatura|verticale|Borghese l'anno del [[golpe Borghese|suo tentato golpe]]]]
Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 promosse un [[colpo di Stato]], avviato e poi interrotto, con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte Nazionale, paramilitari appartenenti a formazioni del [[neofascismo]] e di numerosi alti ufficiali delle forze armate e funzionari ministeriali<ref>[[Golpe Borghese]].</ref>
 
{{Citazione|Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l'Italia sull'orlo dello sfacelo economico e morale ha cessato di esistere. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, saranno indicati i provvedimenti più importanti e idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della nazione. Le forze armate, le forze dell'ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi, volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Italiani, lo stato che creeremo sarà un'Italia senza aggettivi né colori politici. Essa avrà una sola bandiera. Il nostro glorioso tricolore! Soldati di terra, di mare e dell'aria, Forze dell'Ordine, a voi affidiamo la difesa della Patria e il ristabilimento dell'ordine interno. Non saranno promulgate leggi speciali né verranno istituiti tribunali speciali, vi chiediamo solo di far rispettare le leggi vigenti. Da questo momento nessuno potrà impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso TRICOLORE, vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno all'amore: ITALIA, ITALIA, VIVA L'ITALIA!|Con queste parole, peraltro mai pronunziate, Junio Valerio Borghese avrebbe dovuto proclamare il buon esito del Golpe<ref>{{Cita libro |autore=[[Luca Telese]] |titolo=Cuori nerib|editore=Sperling & Kupfer |anno=2010 |isbn=88-6061-642-5 |url=http://books.google.it/books?id=HmA2bNlmytwC&lpg=PA151&pg=PA151 |pp=151-152}}</ref>}}
 
Al golpe si stima che parteciparono circa {{formatnum:20000}} uomini attivi e altrettanti pronti per essere attivati<ref>{{Cita web |url=http://confini.blog.rainews.it/2020/12/17/il-golpe-borghese-un-colpo-di-stato-sotto-lo-sguardo-di-licio-gelli-e-giulio-andreotti-intervista-a-fulvio-mazza/ |titolo=Il Golpe Borghese: un colpo di Stato sotto lo sguardo di Licio Gelli e Giulio Andreotti |accesso=5 gennaio 2021}}</ref>. Le circostanze del fallimento di quello che è rimasto noto come il "[[golpe Borghese]]" (o "golpe dei Forestali") sono tuttora oscure e controverse. Fu Borghese in persona a impartire il contrordine, ma si rifiutò di spiegarne le ragioni persino ai suoi più fidati collaboratori. Lo fece dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Alcune fonti individuano in [[Licio Gelli]] l'autore della telefonata. Secondo altre fonti fu invece [[Giulio Andreotti]], per il tramite del suo segretario Gilberto Bernabei, a indurre Borghese a decretare il contrordine<ref>{{Cita web|url=http://www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=257|titolo=50 anni fa il "Golpe Borghese": un denso saggio di Fulvio Mazza|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>.
 
Il magistrato [[Claudio Vitalone]] ha ipotizzato che l'intervento armato sarebbe servito unicamente come premessa a una svolta [[Stato autoritario|autoritaria]]<ref name="autogenerato6">{{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424|titolo=La Storia siamo noi - Il golpe Borghese |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100823132321/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |urlmorto= sì}}</ref>. In seguito alla desecretazione di documenti statunitensi, è stato reso noto che quantomeno i [[Servizi segreti per stato|servizi segreti USA]] erano a conoscenza del golpe<ref name="autogenerato6" /><ref name="Cucchiarelli2009">{{Cita libro |autore=Paolo Cucchiarelli |titolo=Il segreto di piazza Fontana: finalmente la verità sulla strage : le doppie bombe e le bombe nascoste, Pinelli, Calabresi, Feltrinelli, i servizi deviati e quelli paralleli, la DC, il PCI, la NATO e gli Stati Uniti : il racconto tragico e sconvolgente del pasticciaccio che ha ammalato l'Italia |url=http://books.google.com/books?id=qdUSAQAAMAAJ |anno=2009 |editore=Ponte alle Grazie| isbn=978-88-6220-006-6|p=547}}</ref>.
 
Non mancò comunque chi difese Borghese anche per questo drammatico episodio storico. Riguardo alla dinamica del golpe si espresse anche l'ammiraglio [[Gino Birindelli]] (suo commilitone<ref>{{YouTube| id= zLXxloxn5MQ|titolo=Gino Birindelli e il gruppo operativo incursori della M. M.}}</ref> e [[medaglia d'oro al valor militare]]), affermando che «Borghese fosse una persona troppo intelligente e patriota da fare queste fesserie». Secondo lui, infatti, l'idea del "golpe" era frutto solo dell'entusiasmo dei giovani sostenitori del principe Borghese.
 
==== Gli ultimi anni ====
In seguito al fallimento del golpe, Borghese si rifugiò nella [[Spagna franchista]], mentre nel 1971 fu emesso un mandato di cattura per il fallito colpo di Stato. Non fidandosi della giustizia italiana che, peraltro, nel 1973 revocò l'ordine di cattura e lo prosciolse, rimase all'estero fino alla morte, avvenuta in circostanze sospette a [[Cadice]] il 26 agosto 1974<ref>{{Cita news |titolo=Prince Valerio Borghese |rivista=The Times |città=Londra |data=29 agosto 1974 |editore=The Times Digital Archive }}<!--- forse a pagina 16, ma non trovata edizione online ---></ref>.
 
In una intervista alla televisione svizzera, nel 1971, Borghese aveva rivendicato il suo progetto di golpe, esprimendo fra l'altro, per l'occasione, il desiderio di «sterminare» i comunisti italiani:
 
{{Citazione|Oggi combatto contro degli italiani, oggi parlo contro degli italiani quando le dico che i nostri nemici più pericolosi in Italia sono i comunisti, quindi degli italiani, e non mi disturba affatto dirle che sono nemici e se potessimo sterminarli sarei molto contento perché libereremmo il nostro Paese da nemici che vivono insieme a noi e che costituiscono un eterno pericolo<ref>Intervista citata in {{Cita|Zavoli 1995|cap. VI.}}</ref>.}}
 
Borghese fu colpito improvvisamente da un malore dopo una cena il 24 agosto 1974. Ci fu chi parlò di [[indigestione]] con conseguente [[Infarto miocardico acuto|attacco cardiaco]], o addirittura di [[avvelenamento da arsenico]] perpetrato da parte di persone a lui vicine (per coprire presunte complicità dei [[servizi segreti italiani]] o stranieri nel golpe), benché il certificato di morte ufficiale riporti come causa naturale del decesso «[[pancreatite acuta]] [[Emorragia interna|emorragica]]». Borghese morì in ospedale due giorni dopo<ref>{{cita web|url=https://www.misteriditalia.it/golpeborghese/Borgheseindigestioneoveleno(LEuropeo).pdf |autore=Corrado Incerti |titolo=BORGHESE: INDIGESTIONE O VELENO?|rivista=L'Europeo |numero=1/2 |anno=1975|accesso=5 settembre 2019}}</ref>.
 
Lo stesso anno, Borghese era stato in [[Cile di Pinochet|Cile]] con [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano Delle Chiaie]] per incontrare il generale [[Augusto Pinochet]] e uno dei capi della [[Dirección de inteligencia nacional|polizia segreta cilena]], Jorge Carrasco.
 
È sepolto nella cappella di famiglia<ref>{{Cita news |autore=Patricia Clough |titolo=Fascist salutes at Borghese burial |rivista=The Times |città=Londra |data=3 settembre 1974 |editore=The Times Digital Archive |url=https://archive.org/details/NewsUK1974UKEnglish/Aug%2001%201974%2C%20The%20Times%2C%20%2359154%2C%20UK%20%28en%29/}}<!--- forse a pagina 5, ma non trovato nella edizione online ---></ref> nella [[basilica di Santa Maria Maggiore]], a [[Roma]].
 
== Onorificenze ==
[[File:Borghese.jpg|thumb|150px|Borghese con diverse onorificenze sulla divisa, durante il periodo della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]]]]
===Onorificenze italiane===
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=Comandante di sommergibile assegnato alla X Flottiglia Mas per operazioni con mezzi speciali d'assalto, dopo aver compiuto con successo tre audaci e difficili imprese, studiava e preparava con tecnica perfetta e sagacia una quarta operazione per il forzamento di altra base nemica. Con il suo sommergibile si avvicinava al munitissimo porto affrontando con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla vigilanza del nemico per mettere i mezzi d'assalto nelle condizioni migliori per il forzamento della base nemica. Lanciava quindi i mezzi d'assalto nell'azione che era coronata da brillante successo avendo portato al grave danneggiamento di due corazzate nemiche. Mediterraneo orientale, dicembre 1941
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ufficiale OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza=Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=OCSI5.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia
|collegamento_Ordine coloniale della Stella d'Italia
|motivazione=
|luogodata=
|fonte=
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza =Valor Ricompense al valor militare
|motivazione =Capitano Comandante di Corvetta M.M. Al comando del sommergibile Scirè, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoruscita del personale. Durante la navigazione di ritorno sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le dìfficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento. Mediterraneo occidentale, 21 ottobre -3 novembre 1940
|data = 2 gennaio 1941<ref>{{cita testo|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14266|titolo=Sito web del quirinale}}</ref>
|luogo=Mediterraneo Occidentale, [[21 ottobre]]-[[3 novembre]] [[1940]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza=[[Medaglia di bronzo al valor militare]]
|collegamento_onoreficenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=Comandante di sommergibile legionario ha compiuto numerose missioni di guerra sulle coste spagnole operando contro navi da guerra rosse e contro il traffico di contrabbando, dimostrando elevato spirito offensivo e le solide qualità professionali. Con il sommergibile Iride attaccava risolutamente di notte, stando in superficie, un cacciatorpediniere e riusciva successivamente con calma e abilità ad eludere la ricerca e l'offesa di varie unità avversarie che cercavano ripetutamente di colpire il sommergibile con bombe di profondità. Mediterraneo occidentale, settembre 1937-febbraio 1938
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine =Spagna ITA MilMerit 5 BAR.png
|nome_onorificenza =Medaglia commemorativaCroce dellaal guerraMerito di SpagnaGuerra (1936-383 concessioni: Africa Orientale, Spagna, Seconda Guerra Mondiale)
|collegamento_onorificenza = Croce al merito di guerra
|motivazione =
|data =
}}
{{Onorificenze
|immagine=VolontarioSpagna.png
|nome_onorificenza=Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna
|collegamento_onorificenza=Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=FronteNord.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia commemorativa della campagna di Spagna.svg
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa della guerra di Spagna (1936-1939)
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa della campagna di Spagna
|motivazione=
|luogodata=
}}
{{Onorificenze
|immagine=1940-1943 Medaglia commemorativa del periodo bellico 4 BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 (4 anni di campagna)
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia al merito di lungo comando nell'esercito 10 BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia militare al merito di lungo comando
|collegamento_onorificenza=Medaglia militare al merito di lungo comando
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=LungaNavigazione.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'onore di lunga navigazione marittima
|collegamento_onorificenza=Medaglie,_decorazioni_e_ordini_cavallereschi_italiani#Lunga_navigazione_marittima_(27_novembre_1904_-_attuale)
|motivazione=
|data=
}}
 
=== Onorificenze stranieredella Repubblica Sociale Italiana ===
(<small>Non riconosciute dal Regno d'Italia e dalla Repubblica Italiana)</small>
{{Onorificenze
|immagine =EK_1class Valor militare silver medal BAR.pngsvg
|nome_onorificenza =[[Croce di ferro|Croce diMedaglia ferrod'argento dial valor classe]]militare
|collegamento_onorificenza = Ricompense al valor militare
|motivazione = Comandante di sommergibile di elevatissime capacità professionali, partecipava fin dai primi giorni del conflitto, con ardimento ed indomito spirito aggressivo, a numerose missioni di guerra in Mediterraneo, durante le quali conduceva le unità e l'equipaggio al suo comando a fortunato contatto col nemico. Desideroso di condurre l'offesa sempre più a fondo, chiedeva ed otteneva il comando di sommergibile assegnato ai reparti d'assalto della Marina, dedicandosi con grande entusiasmo e rara perizia tecnica al rapido approntamento e messa a punto della nuova unità e delle attrezzature speciali, nonché al delicato addestramento dell'equipaggio per il particolare impiego. Per ben cinque volte trasportò quindi con grande successo, nelle immediate vicinanze delle più munite basi nemiche del Mediterraneo, i mezzi d'assalto della Marina destinati a tentarne il forzamento incontrando, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla intensa vigilanza, dalla violenta reazione nemica e spesso dalle sfavorevoli condizioni idrografiche. Mare Mediterraneo, giugno 1940-giugno 1942
|luogo =
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine = SMOM.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
|collegamento_onorificenza = Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi melitensi
}}
{{Onorificenze
|immagine = DEU EK Ritter BAR.svg
|nome_onorificenza = [[Croce di Ferro|Croce di ferro di 1ª classe]] (Reich Tedesco)
}}
{{Onorificenze
|immagine = DEU EK 2 Klasse BAR.svg
|nome_onorificenza = [[Croce di Ferro|Croce di ferro di 2ª classe]] (Reich Tedesco)
}}
 
== Famiglia ==
{{vedi anche|Borghese (famiglia)}}
Nacque come Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese a [[Roma]], in una delle famiglie più importanti della [[nobiltà romana]], di antiche origini [[Siena|senesi]], con 4 cardinali, un papa e la sorella di [[Napoleone Bonaparte]], [[Paolina Bonaparte|Paolina]], fra i suoi antenati. Era il figlio secondogenito del principe [[Livio Borghese]] di [[Sulmona]] (1874-1939), principe di [[Rossano (Corigliano-Rossano)|Rossano]], principe di Vivaro Romano, principe di Monte Compatri, duca di Palombara, duca di Poggio Nativo e Castelchiodato; la madre era la principessa Valeria Maria Alessandra Keun ([[Smirne]], 1880 - [[Catania]], 1956), figlia di Alfred August Keun e Virgina Amirà. I suoi genitori si separarono a Roma il 31 maggio 1911.
Come conseguenza del fatto che il padre era un diplomatico (con il grado di ministro plenipotenziario), Junio Valerio visse i primi anni di vita in viaggio fra l'[[Italia]] e le principali capitali estere, soggiornando in [[Cina]], [[Egitto]], [[Spagna]], [[Francia]] e [[Gran Bretagna]].
In Italia trascorse per lo più il suo tempo a Roma e nelle vicinanze.
Sposò a Firenze, il 30 settembre 1931, la contessa russa [[Dar'ja Vasil'evna Olsuf’eva]] ([[Mosca (Russia)|Mosca]], 1909 - Roma, 1963), sorella di Aleksandra "Assia" Vasil'evna Olsuf’eva, moglie di [[Andrea Busiri Vici (1903-1989)|Andrea Busiri Vici]], e di Ol'ga Vasil'evna Olsuf'eva, sposata in prime nozze con [[Ruggero Alfredo Michahelles]].<ref>{{Cita web|url=http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=740|titolo=Russi in Italia: dizionario - Russi in Italia|accesso=23 gennaio 2021}}</ref> Ebbero quattro figli:
*Elena Maria Nives (Roma, 1932 - Parigi, 2004)<ref>[https://www.geni.com/people/Elena-Maria-Borghese/6000000017947163500 Elena Maria Borghese (1932 - 2004)]</ref>;
*Paolo Valerio Livio Vasilj Michele Scipione Romano Maria (Roma, 1933 - Roma, 1999), che sposò Nikè Arrighi, da cui ebbe:
**Flavia;
*Livio Giuseppe Maria della Neve (Roma, 1940 - [[Sperlonga]], 1989), che sposò Piera Loreta Rita Vallone (1941), da cui ebbe:
**Daria (1968), che sposò Carmelo Tibor Salleo dei Baroni di San Filippo;
**Livia;
**Marcantonio (Roma, 1970), che sposò Francesca d'Amore;
**Niccolò;
*Andrea ''Scirè'' Maria della Neve<ref name="Bertarelli">Con il nome d'arte di Andrea Scirè, è noto anche come uno dei due protagonisti adolescenti del film ''[[Amici per la pelle (film 1955)|Amici per la pelle]]'' (1955), diretto dal regista [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]] (cfr. {{Cita libro |autore=[[Massimo Bertarelli]] |titolo=Il cinema italiano in 100 film: i 100 film da salvare|url=http://books.google.it/books?id=CY3ej3XL424C |anno=2004 |editore=Gremese |isbn=88-8440-340-5 |p=46}})</ref> (Roma, 1942 - [[Wollongong]], 2024), che sposò Marisa Canti, da cui ebbe:
**Luca;
**Alessio (gemello di Luca);
**Karen;
**Valerio.
 
== Ascendenza ==
{{Onorificenze
{{Ascendenza
|immagine=Croce_di_Ferro.png
| 1 = Junio Valerio Borghese
|nome_onorificenza=[[Croce di ferro|Croce di ferro di 2ª classe]]
| 2 = [[Livio Borghese|Livio Borghese, XI principe di Sulmona]]
| 4 = [[Paolo Borghese|Paolo Borghese, IX principe di Sulmona]]
| 8 = [[Marcantonio V Borghese|Marcantonio V Borghese, VIII principe di Sulmona]]
|16 = [[Francesco Borghese|Francesco Borghese, VII principe di Sulmona]]
|17 = Adele de La Rochefoucauld
| 9 = Thérèse de La Rochefoucauld
|18 = Alexandre-Jules de La Rochefoucauld, IV duca di Estissac
|19 = Hélène-Charlotte Pauline Dessolle
| 5 = Ilona Appony de Nagy-Appony
|10 = Rudolf Appony de Nagy-Appony
|20 = Antal Appony de Nagy-Appony
|21 = Maria Teresa de Nogarola
|11 = Anna von Beckendorff
|22 = [[Alexander von Benckendorff]]
|23 = Elisabeth von Donetz-Sascharshewski
| 3 = Valeria Alessandra Keun
| 6 = Alfred August Keun
|12 = Benjamin George Keun
|24 = Isaac Keun
|25 = Sofia Rosa Caterina Fantozzi
|13 = Laura Borrell
|26 = Henry Perigal Borrell
|27 = Amelia Boddington
| 7 = Virginie Almirà
|14 = George Almirà
|15 = Marietta da Negroponte
|30 = Teodoro da Negroponte
|31 = Phoebe Charlotte Beale
}}
 
==Opere==
* ''Decima flottiglia mas. Dalle origini all'armistizio'', Garzanti, Milano, 1952.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
<!--Mettere in bibliografia esclusivamente i testi bibliografici, cioè quelli effettivamente utilizzati per la redazione della voce. Gli approfondimenti vanno messi tuttalpiù nei collegamenti esterni-->
*{{Cita pubblicazione |url=https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/301476.pdf |autore=Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, istituita con Legge 15 maggio 2003, n. 107 |titolo=Relazione finale |curatore=Enzo Raisi |volume=doc. XXIII n. 18 |editore=Archivio storico Senato della Repubblica |data= febbraio 2006 |cid=Commissione Parlamentare, ''Relazione finale'', 2006}} ({{cita pubblicazione |url=http://leg14.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/018/INTERO.pdf|titolo=copia |editore=Archivio Storico Camera dei Deputati}})
*{{Cita pubblicazione |url=http://leg14.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/018bis/INTERO.pdf |titolo=Relazione di minoranza |autore=Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, istituita con Legge 15 maggio 2003, n. 107 |curatore=Enzo Raisi |volume=doc. XXIII n. 18bis |editore=Archivio storico Camera dei Deputati |data= gennaio 2006 |cid=Commissione Parlamentare, ''Relazione di minoranza'', 2006}}
*{{Cita libro |url=http://id.sbn.it/bid/RAV0253407 |autore=Junio Valerio Borghese |titolo=Decima Flottiglia MAS |anno=1950 |editore=Garzanti |città=Milano}}
*{{Cita libro |url=http://id.sbn.it/bid/ANA0020953 |autore=Silvio Bertoldi |titolo=Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana |editore=Rizzoli |annooriginale=1976 |anno=2005 |cid=Bertoldi, 1976}}
*{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=33KhPAAACAAJ |autore=Jack Greene |autore2=[[Alessandro Massignani]]| titolo = Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS |anno=2008 |collana=Oscar |editore=Mondadori |isbn=978-88-04-57685-3 |cid=Greene, Massignani, 2008}}
*{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=rooJPQAACAAJ |autore=Giorgio Giorgerini |titolo=Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi |collana=Oscar |editore=Mondadori |anno=2002 |isbn=978-88-04-50537-2 |cid=Giorgerini, 2002}}
*{{Cita libro|titolo = La notte della Repubblica|url = https://archive.org/details/lanottedellarepu0000zavo|autore = Sergio Zavoli|wkautore = Sergio Zavoli|editore = Mondadori
|città = Milano|anno = 1995|lingua = it|ISBN = 9788804401902|cid = Zavoli 1995}} (Versione ebook: ISBN 9788852056727)
 
== Voci correlate ==
*[[Borghese (famiglia)]]
*[[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)]]
*[[Xª Flottiglia MAS (RSIRepubblica Sociale Italiana)]]
*[[Moti di Reggio]]
*[[Fronte Nazionale (1967)]]
*[[Golpe Borghese]]
*[[Guerra civile spagnola]]
*[[Impresa di Alessandria]]
*[[James Angleton]]
*[[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale]]
*[[Rosa dei venti (storia)]]
*[[Repubblica Sociale Italiana]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q}}
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro | autore = Junio Valerio Borghese | titolo = Decima Flottiglia MAS | anno = 1950 | editore = Garzanti | città = Milano}}
* [[Silvio Lanaro]], ''Storia dell'Italia repubblicana. L'economia, la politica, la cultura, la società dal dopoguerra agli anni '90'', Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1992, pp.381 - 382, ISBN 978-88-317-6396-7
 
* {{Cita libro | autore = Sergio Nesi | titolo = Junio Valerio Borghese. Un principe, un comandante, un italiano| anno = 2005 | editore = Lo Scarabeo | città = Bologna}}
* {{Cita libro | autore = Sergio Nesi | titolo = Scirè, storia di un sommergibile e degli uomini che lo resero famoso| anno = 2007 | editore = Lo Scarabeo | città = Bologna}}
* {{Cita libro | autore = Mario Bordogna | titolo = Junio Valerio Borghese e la Xª Flottiglia MAS | anno = 2003 | editore = Mursia}}
* {{Cita libro | autore = Jack Greene e Alessandro Massignani| titolo = Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS | anno = 2008 | editore = Oscar Mondadori}}
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*[http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/stragi/11.html La relazione Pellegrino della commissione stragi del senato (XIII legislatura) sul cosiddetto ''golpe Borghese'']
*La {{cita testo|url=http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/stragi/11.html|titolo=relazione Pellegrino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050414074713/http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/stragi/11.html }} della commissione stragi del senato (XIII legislatura) sul cosiddetto ''golpe Borghese''
*[http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm Una ricostruzione storica delle attività cospirative del "Principe nero"]
*Una {{cita testo|url=http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|titolo=ricostruzione storica|accesso=7 dicembre 2017|dataarchivio=18 febbraio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060218014907/http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|urlmorto=sì}} delle attività cospirative del ''Principe nero''
* [http://www.xflottigliamas.it Decima Mas] Sito Ufficiale dell'Associazione Combattenti della Xª Flottiglia MAS
*{{cita testo|url=http://www.associazionedecimaflottigliamas.it|titolo=Sito ufficiale}} dell'Associazione combattenti della decima flottiglia MAS
*Il {{cita testo|url=http://www.altomareblu.com/manoscritto-comandante-junio-valerio-borghese/|titolo=manoscritto del Comandante Junio Valerio Borghese}} in versione integrale. La storia della Xª flottiglia MAS secondo il suo comandante.
<!-- Nota: lo stesso documento dovrebbe essere disponibile sul sito del parlamento. -->
*{{cita testo|url=http://www.associazionedecimaflottigliamas.it/pdf/memoriale.pdf|titolo=Il comandante Borghese|editore=Associazione combattenti X MAS, memoriale per il centenario della nascita di Borghese|accesso=13 agosto 2013|dataarchivio=19 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130319084019/http://www.associazionedecimaflottigliamas.it/pdf/memoriale.pdf|urlmorto=sì}}
 
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