Junio Valerio Borghese: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome = Junio Valerio Borghese
|immagine = Borghese, Junio Valerio.jpg
|didascalia = Borghese durante il periodo della [[Repubblica Sociale Italiana]]
|carica = [[Movimento Sociale Italiano#Presidente|Presidente del Movimento Sociale Italiano]]
|mandatoinizio = 1951
|mandatofine = 1953
|predecessore = ''Carica creata''
|successore = [[Rodolfo Graziani]]
|partito = [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] <small>(1926-1943)</small><br />[[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] <small>(1943-1945)</small><br />[[Movimento Sociale Italiano|MSI]] <small>(1951-1968)</small><br />[[Fronte Nazionale (1967)|FN]] <small>(1968-1970)</small>
|professione = [[Militare]]
}}
{{militare
|Nome = Junio Valerio Borghese
|Immagine = Junio Valerio Borghese anni 40.jpg
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita =
|Nato_a = [[Artena]]
|Data_di_morte =
|Morto_a = [[Cadice]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Basilica di Santa Maria Maggiore]]
|Nazione_servita = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]<br />{{RSI}}
|Forza_armata = {{insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br>{{insegna navale|RSI|icona}}
|Specialità = [[Sommergibile|Sommergibilista]]
|Anni_di_servizio = 1928–1945
|Grado = [[Capitano di fregata]]
|Guerre = [[Guerra civile spagnola]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne = [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale]]<br />[[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]<br>[[Fronte jugoslavo (1941-1945)|Fronte jugoslavo]]
|Battaglie = [[Impresa di Alessandria]]<br>[[Operazione Adler (1944)]]
|Comandante_di = [[Iride (sommergibile)|Iride]]<br /> [[Scirè (sommergibile)|Scirè]]<br /> [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]]<br />[[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]]
|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]]
|Altro_lavoro = Politico
|Note =
}}
{{Bio
|Nome = Junio Valerio
|Cognome = Borghese<ref>Nato Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese.</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Artena
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|AnnoMorte = 1974
|Epoca = 1900
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Attività3 = nobile
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , membro della principesca [[Borghese (famiglia)|famiglia Borghese]]
}}
Comandante della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre 1943]] aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] (RSI) come sottocapo di Stato Maggiore della [[Marina Nazionale Repubblicana]], combattendo al fianco dei [[Germania nazista|nazisti]] contro l'[[Alleati della seconda guerra mondiale|esercito anglo-americano]]. Ai suoi ordini la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª MAS]] della RSI si segnalò per la particolare violenza e brutalità in funzione antipartigiana, compiendo atti per la quasi totalità dei quali, nel dopoguerra, evitò di rispondere o ebbe una condanna mite<ref>{{Cita libro |autore=Giorgio Bocca |titolo=Storia della Repubblica italiana |editore=Rizzoli |citazione=Il processo a Junio Valerio Borghese è una burletta: presiede la Corte di Assise il dottor Caccavale, amico della famiglia Borghese e vecchio gerarca; nel collegio giudicante ci sono ex fascisti notori. La sentenza il 17 febbraio '47 supera ogni limite di impudenza: vengono concesse a Borghese le attenuanti del valor militare, per il salvataggio delle industrie del nord, perché si è battuto per salvare la Venezia Giulia, per l'assistenza ai deportati dai tedeschi. Insomma sarebbe meritevole di avere assistito i partigiani e gli antifascisti che ha catturato e mandato nei lager nazisti. Con tutte le attenuanti e gli indulti, a Borghese restano ancora nove anni; su suggerimento dei difensori si studiano altri indulti finché al principe resta un solo anno. E su questa condanna a un anno di reclusione il processo farsa sta per chiudersi quando un avvocato difensore ricorda al presidente che per la legge del 1946 il condono deve essere superiore a un anno e allora il dottor Caccavale torna di fretta in camera di consiglio, toglie l'ultimo anno come dal conto del salumaio e Borghese esce libero, portato in trionfo.}}</ref>, a causa delle pressioni dell'[[Office of Strategic Services|OSS]]<ref name="CommissioneParlamentare2006-RelazionediMinoranza" /><ref name="Tranfaglia" /><ref name="RAI" /> e di settori dei servizi italiani<ref name="Pacelli" /><ref name="Tonietto" />.
Molti di questi atti, poi riconosciuti come [[Crimine di guerra|crimini di guerra]]<ref name="Bocca1995">{{Cita libro |url=https://books.google.it/books/about/Storia_dell_Italia_partigiana.html?id=VNQhAQAAIAAJ&redir_esc=y |autore=[[Giorgio Bocca]] |titolo=Storia dell'Italia partigiana |anno=1995 |p=478}}</ref>, furono occultati per decenni e vennero alla luce solo dopo il 1994 con la scoperta degli "[[Armadio della vergogna|armadi della vergogna]]"<ref>{{Cita web|url=https://www.cittadellaspezia.com/2017/06/25/il-museo-navale-tra-le-polene-e-il-teschio-nero-con-la-rosa-in-bocca-236880/|titolo=Il Museo navale, tra le polene e il teschio nero con la rosa in bocca|sito=Citta della Spezia|data=25 giugno 2017|lingua=it|accesso=5 ottobre 2022}}</ref><ref name="CommissioneParlamentare2006">{{Cita|Commissione Parlamentare, ''Relazione finale'', 2006|pp. 108-109}}.</ref>.
Fu presidente del [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]] dal 1951 al 1953. Nel 1970 si fece promotore di un fallito [[colpo di Stato]], passato alla storia come "[[golpe Borghese]]" o "golpe dell'Immacolata", nonché di altre iniziative [[Eversione nera|eversive]] rientranti nel quadro della "[[Strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]]"<ref>{{Cita web|url=https://www.studistorici.com/2016/09/29/tonietto_numero_27/|titolo=3/ Un colpo di stato mancato? Il golpe Borghese e l’eversione nera in Italia |rivista=Diacronie |data=29 settembre 2016}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Mirco Dondi |titolo=L'eco del boato. Storia della strategia della tensione 1965-1974 |città=Roma-Bari |editore=Laterza |anno=2015}}</ref>. In seguito al fallimento del golpe, fuggì nella [[Spagna franchista]] dove rimase fino alla morte.
== Biografia ==
=== L'inizio della carriera militare === Era il secondo dei quattro figli del principe [[Livio Borghese]] e di Valeria Keun.
Attratto dalla vita militare, nel
Dopo aver frequentato il corso di armi subacquee, nel
=== La guerra civile spagnola ===
Dal 15 giugno 1937 assunse, infine, il primo comando: con il nuovo sommergibile ''[[Iride (sommergibile)|Iride]]'' prese parte alla [[guerra civile spagnola]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 23}}.</ref>. Il 30 agosto fu attaccato un [[cacciatorpediniere]] identificato erroneamente con uno della [[Seconda Repubblica spagnola|flotta repubblicana]] della [[classe Churruca]]. In realtà si trattava del cacciatorpediniere inglese ''Havock''. La scia del siluro fu però notata da bordo e il cacciatorpediniere britannico fece in tempo a manovrare per evitare di essere colpito. Subito dopo ebbe inizio la caccia al sommergibile. Il fatto provocò una piccola crisi internazionale con accuse alla Regia Marina di "pirateria"<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|p. 198}}.</ref>. Ciononostante la [[Royal Navy]], dopo aver informato l'Italia di essere a conoscenza della nazionalità del sommergibile e minacciando reazioni di più vasta portata in caso di reiterato attacco, lasciò cadere la questione<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|p. 199}}.</ref>.
In seguito l{{'}}''Iride'' fu incorporato ufficialmente dalla [[Spagna franchista|flotta nazionalista spagnola]] e il suo nome venne cambiato da ''Iride'' in ''Gonzalez Lopez'' e poi ''L.3''.
In seguito all'esperienza della guerra civile spagnola venne decorato l'8 aprile 1939 della [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]]. Permase al comando dell{{'}}''Iride'' sino al 18 aprile 1939.
Successivamente proseguì la carriera sempre sui sommergibili, al comando dei battelli ''[[Galileo Ferraris (sommergibile 1935)|Galileo Ferraris]]'' (dall'11 novembre 1937 all'8 gennaio 1938, temporaneamente), ''[[Nereide (sommergibile 1934)|Nereide]]'' (dal 19 aprile al 14 giugno 1939), ''[[Ametista (sommergibile)|Ametista]]'' (dal 14 giugno al 1º novembre 1939, col quale eseguì le prime esperienze di rilascio dei mezzi speciali) e ''[[Zaffiro (sommergibile)|Zaffiro]]'' (dal 1º novembre 1939 al 9 maggio 1940).
=== La seconda guerra mondiale ===
Trasferito successivamente presso la base di [[Lero]], nel [[Dodecaneso]], vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940 dove era comandante del [[Vettor Pisani (sommergibile)|sommergibile ''Vettor Pisani'']] sin dal 9 maggio e prese parte alla [[battaglia di Punta Stilo]] del 9 luglio. Ma il ''Vettor Pisani'' si dimostrò estremamente obsoleto e non fu più utilizzato in azioni belliche. Nell'agosto fu inviato a [[Klaipėda|Memel]], allora territorio tedesco, a un corso per sommergibilisti atlantici dove si addestrò a bordo di un [[U-Boot]]. Lì probabilmente conobbe l'[[ammiraglio]] tedesco [[Karl Dönitz]].
==== Comandante dello ''Scirè'' ====
{{vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)}}
[[File:Scrè.jpg|miniatura|Il [[sommergibile]] ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]'']]
Promosso [[capitano di corvetta]], nel 1940 fu designato al reparto incursori della 1ª Flottiglia MAS, dove divenne comandante del [[sommergibile]] ''[[Scirè (sommergibile)|Scirè]]''<ref>Ricoprì anche per un breve periodo l'incarico di comandante del RS ''Diaspro'', ai lavori per avarie ai propulsori,</ref> dall'11 settembre 1940, durante i lavori di adattamento per il trasporto dei mezzi d'assalto alla [[La Spezia|Spezia]].
====Gli attacchi a Gibilterra====
[[File:Julio Valerio Borghese da capitano di corvetta.jpg|miniatura|sinistra|Junio Valerio Borghese]]
Il 24 settembre 1940 Borghese cominciò la sua prima operazione contro la piazzaforte di [[Gibilterra]] (BG1), trasportando dei [[Siluro a lenta corsa|siluri a lenta corsa]] con le relative squadre. Giunto a destinazione il 29 settembre, l'intera operazione fu annullata poiché la squadra britannica aveva nel frattempo lasciato il porto; non rimase quindi altro da fare che rientrare alla [[La Spezia|Spezia]].
Il 21 ottobre, avuta informazione della presenza a Gibilterra della [[Nave da battaglia|corazzata]] [[HMS Barham (04)|HMS ''Barham'']] e di un'altra non identificata, si ritentò nuovamente (BG2) con le medesime squadre di SLC. Durante le manovre di avvicinamento, giunto nello [[stretto di Gibilterra]], lo ''Scirè'' fu intercettato da un cacciatorpediniere britannico e fu costretto a immergersi per sfuggire alla caccia<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 72}}.</ref>. Giunto in posizione, Borghese fece adagiare il sommergibile sul fondo, ma le forti correnti trascinarono il mezzo lontano, obbligandolo ad emergere e a riattraversare lo stretto. Riposizionatosi, lo ''Scirè'' fu nuovamente trascinato dalle correnti. Borghese si diresse quindi nella baia di [[Algeciras]], in acque territoriali spagnole, dove furono sganciati i SLC. La missione cominciò ad apparire compromessa per il fatto che i sommozzatori del [[Gruppo Gamma]], contrastati dalle forti correnti, non sarebbero riusciti a giungere in posizione. Borghese cominciò a pensare che fosse più opportuno annullarla, ma [[Gino Birindelli]], notando il movimento delle alghe, comprese che le correnti avrebbero trascinato il sommergibile e quindi anche gli SLC in posizione prossima alla baia di Gibilterra<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 73}}.</ref>. Informato da Birindelli, Borghese assegnò gli obiettivi: Gino Birindelli avrebbe minato la prima corazzata, [[Teseo Tesei]] la seconda e [[Luigi Durand de la Penne]] avrebbe ripiegato su una grande unità a sua scelta<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 74}}.</ref>; poi avviò la missione scaricando gli assaltatori e, dopo aver informato il comando italiano, si diresse verso [[La Spezia]]. La missione fallì gli obiettivi a causa di guasti alle apparecchiature e Birindelli fu preso prigioniero, mentre gli altri incursori riuscirono a guadagnare la costa spagnola e poi a rimpatriare; per la prima volta si era però riusciti a forzare la munita base navale di Gibilterra. Per questa azione il 2 gennaio 1941 Borghese fu decorato con la [[medaglia d'oro al valor militare]].
Dopo gli insuccessi iniziali, il comando dell'intero reparto incursori fu affidato al [[capitano di fregata]] [[Vittorio Moccagatta]] e il 15 marzo 1941 fu costituita la [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]], dotata di un comando centrale e formata da due reparti d'assalto, uno costituito dai mezzi di superficie e affidato a [[Giorgio Giobbe]] e l'altro affidato a Borghese e costituito dai mezzi subacquei<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 80}}.</ref>; anche con il suo contributo furono pianificati e realizzati tutti i progetti per il forzamento della rada di [[Gibilterra]], di [[Alessandria d'Egitto]] e il non realizzato forzamento del [[porto di New York]].
Il 15 aprile 1941 Borghese, alla guida dello Scirè, partì per una nuova missione a Gibilterra (BG3). Questa volta gli operatori furono trasferiti in aereo a [[Cadice]] e non più a bordo del sommergibile. Lo ''Scirè'' giunse nel porto di Cadice il 25 maggio, dopo aver accumulato molto ritardo a causa delle correnti marine avverse. Nel porto spagnolo si rifornì presso la nave cisterna italiana ''Fulgor'', che era stata internata e fungeva segretamente da nave appoggio. Nel frattempo, però, la flotta inglese aveva abbandonato il porto per una missione e si decise di cambiare obiettivi, andando a colpire le navi in rada. Fu scelta in particolare una nave cisterna, che agli occhi degli incursori apparve essere una petroliera, ma ancora una volta furono traditi dall'equipaggiamento e l'operazione saltò. Gli inglesi non si accorsero di essere stati sotto attacco.
Nella notte tra il 25 e 26 luglio 1941 avvenne l'[[Attacco a Malta|attacco contro la base britannica di Malta]], che si concluse in un disastro. Gli incursori furono tutti intercettati e [[Vittorio Moccagatta]] e [[Giorgio Giobbe]], che si trovavano a bordo di un battello di appoggio che fu raggiunto dai caccia britannici, furono colpiti e uccisi. La Xª MAS si trovò improvvisamente senza comandante, incarico che fu momentaneamente affidato a Borghese fino alla nomina di [[Ernesto Forza]].
Il 10 settembre 1941 Borghese, alla guida dello Scirè, partì per la quarta missione a Gibilterra (BG4) seguendo lo stesso schema della precedente. Così il 19 settembre lo ''Scirè'' entrò in [[Cadice]] e, raccolti gli incursori, li scaricò la sera stessa presso la rada di Gibilterra. Gli obiettivi assegnati da Borghese riguardavano una corazzata [[classe Nelson (nave da battaglia 1925)|classe Nelson]] per la squadra [[Amedeo Vesco]] e [[Antonio Zozzoli]], un mercantile per [[Decio Catalano]] e [[Giuseppe Giannoni]] e la [[portaerei]] ''[[HMS Ark Royal (91)|Ark Royal]]'' per [[Licio Visintini]] e [[Giovanni Magro]]. Le prime due squadre non riuscirono a forzare il porto e ripiegarono su due navi presenti in rada, raggiungendo poi la costa spagnola a nuoto. Visintini e Magro, invece, riuscirono a penetrare all'interno, ma raggiungere la portaerei si rivelò troppo difficile e ripiegarono su una [[Petroliera|nave cisterna]].
Le navi affondate furono le navi cisterna ''[[Fiona Shell]]'' e ''[[Denbydale]]'', mentre fu gravemente danneggiata la motonave armata ''[[Durham]]''. I sei operatori furono insigniti per questa operazione della [[Ricompense al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]], mentre il comandante Borghese venne promosso capitano di fregata per meriti di guerra<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 102}}.</ref>.
==== L'impresa di Alessandria ====
{{vedi anche|Impresa di Alessandria}}
Borghese, dopo l'attacco a Gibilterra, cominciò a studiare un nuovo attacco, questa volta contro la base navale di [[Alessandria d'Egitto]]. Anche questa volta gli incursori scelti per la missione furono trasferiti con un aereo all'isola di [[Lero]], dove furono poi raccolti da Borghese, arrivato con lo ''Scirè''. Giunsero nella rada di Alessandria la sera tra il 18 e il 19 dicembre 1941 e vi vennero rilasciati gli uomini. Due erano stati imbarcati come riserva. Poi Borghese rientrò a Lero.
L'attacco condusse al grave danneggiamento delle navi da battaglia inglesi ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|Queen Elizabeth]]'' e ''[[HMS Valiant (02)|Valiant]]''. Borghese, al termine della missione, fu nominato Cavaliere dell'[[Ordine militare di Savoia]].
==== Il progetto d'attacco a New York ====
Dopo il successo dell'[[impresa di Alessandria]], Borghese dovette lasciare il comando del sommergibile ''Scirè'' il 28 maggio 1942, per potersi dedicare completamente al reparto subacqueo della Xª MAS.
Nel 1942 viaggiò in [[Europa]] per raccogliere informazioni che potessero aiutare a compiere altre azioni belliche. A [[Parigi]] incontrò [[Karl Dönitz]], con il quale intendeva pianificare delle operazioni.
In seguito incontrò anche gli uomini della X MAS ad [[Algeciras]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 152}}.</ref>.
Nell'estate ritornò a Parigi, dove ebbe un nuovo colloquio con Dönitz, ma non ottenne risultati; pertanto decise che eventuali azioni sarebbero state portate a termine solo da mezzi italiani. Iniziò a prendere in considerazione l'idea di un attacco contro [[New York]], non tanto per un possibile successo militare, quanto per una vittoria morale<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 153}}.</ref>.
[[File:Il Classe CA imbarcato sul Leonardo Da Vinci.jpg|miniatura|Il [[classe CA]] imbarcato sul [[sommergibile]] ''[[Leonardo da Vinci (sommergibile)|Leonardo Da Vinci]]'' durante le prove; si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore]]
Nel luglio 1942 Borghese studiò un progetto molto ambizioso, un attacco della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] al [[porto di New York]]. Fu scelto il [[sommergibile]] atlantico ''[[Leonardo da Vinci (sommergibile)|Leonardo da Vinci]]'' della base [[BETASOM]] di [[Bordeaux]] come mezzo avvicinatore. Il sommergibile avrebbe dovuto trasportare fino alla foce dell'[[Hudson]] un piccolo [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA|tipo CA]] (fu inviato via [[treno]] a [[Bordeaux]], per l'operazione, il ''CA 2'') in un apposito “pozzo” ricavato al posto del cannone prodiero<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|pp. 374-375}}.</ref>. Il [[tenente di vascello]] Eugenio Massano fu inviato anch'egli a Bordeaux dal comandante della Xª Flottiglia MAS. Borghese<ref name=autogenerato1>Giulio Raiola e Carlo de Risio, ''Obiettivo America'', in ''Storia Illustrata'' nº 136, marzo 1969, p. 32.</ref> avrebbe dovuto guidare il piccolo [[classe CA]], che con a bordo alcuni «uomini gamma» ([[Sommozzatore|sommozzatori]] d'assalto) e 28 cariche esplosive da 20 a 100 kg si sarebbe recato nel porto per minare delle navi<ref>{{Cita|Giorgerini, 2002|pp. 107, 114 e 288-289}}.</ref>.
I lavori furono effettuati nell'agosto 1942 e in settembre furono svolte le prove di rilascio del ''CA 2'' dal ''Da Vinci'', sotto la supervisione del tenente di vascello Eugenio Massano. Le prove ottennero risultati apprezzabili<ref name="autogenerato1" />: il ''Da Vinci'', in immersione a circa 12 metri, riusciva a rilasciare il piccolo CA e a recuperarlo. In realtà il recupero era un'ipotesi molto remota e si era già previsto che i membri del [[Gruppo Gamma]] avrebbero dovuto distruggere il mezzo al termine dell'operazione per poi raggiungere la terraferma<ref>{{cita news |autore=Giulio Raiola |autore2=Carlo de Risio |titolo=Obiettivo America |rivista=Storia Illustrata |numero=136 |data=marzo 1969 |pp=32-33}}</ref>.
La missione fu rinviata in seguito alla perdita del ''Da Vinci'' il 23 maggio 1943 e poi annullata a seguito dell'armistizio di due mesi dopo<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/23/Attacco_New_York_nel_Borghese_co_0_01092311852.shtml|titolo=Attacco a New York (dal Corriere della Sera del 23/09/2001)}}</ref>. Si era anche previsto che sarebbero dovute seguire analoghe incursioni contro [[Città del Capo]] e [[Freetown]]<ref>{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=bZnfAAAAMAAJ |autore=Giorgio Giorgerini |titolo=Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana |anno=2007 |editore= Mondadori|isbn=978-88-04-51243-1 |p=114}}</ref>.
==== Comandante della Xª MAS ====
Il 1º maggio 1943 Borghese assunse il comando della Xª Flottiglia MAS<ref>Dopo averne già retto il comando ''ad interim'' tra il 29 luglio ed il 29 settembre 1941, dopo la morte in combattimento del comandante CF [[Vittorio Moccagatta]] nel corso di un tragico [[attacco a Malta]], e nuovamente a partire dall'8 marzo al 27 maggio 1942.</ref>. Uno dei primi comandi che impartì fu quello di inviare il [[tenente di vascello]] [[Luigi Ferraro (militare)|Luigi Ferraro]] in missione ad [[Alessandretta]], dove questi, nei mesi di giugno e luglio, riuscì ad affondare tre navi alleate.
La [[Caduta del fascismo|caduta di Mussolini]] il 25 luglio 1943 fermò buona parte delle operazioni.
In totale, erano stati affondati o gravemente danneggiati dai mezzi d'assalto italiani, nelle azioni compiute nel Mediterraneo dal 10 giugno 1940 all'8 settembre 1943, 77.380 tonnellate di naviglio da guerra e {{formatnum:187412}} tonnellate di naviglio mercantile, per un totale di {{formatnum:264792}} tonnellate<ref>Junio Valerio Borghese, ''Decima Flottiglia MAS'', Milano, Garzanti, 1950.</ref>.
=== La Repubblica Sociale Italiana ===
{{Vedi anche|Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)}}
[[File:Junio Valerio Borghese passa in rassegna.jpg|miniatura|Febbraio 1944, Junio Valerio Borghese passa in rassegna il [[Battaglione "Barbarigo"]]]]
{{Citazione|In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.|Junio Valerio Borghese<ref>{{Cita libro |autore=[[Arrigo Petacco]] |altri=vari |titolo=Storia del fascismo |editore=Curcio |anno=1981 |p=1733}} in 6 volumi; citato anche in: {{Cita pubblicazione |autore=[[Ruggero Zangrandi]] |titolo=1943: 25 luglio-8 settembre |editore=Feltrinelli |anno=1964}}</ref>}}
Immediatamente dopo l'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]], molti marò della Xª Flottiglia MAS tornarono a casa<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 151}}.</ref> o si rifugiarono sulle colline in attesa degli eventi<ref name="Bertoldi-pag.157">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 158}}.</ref>, mentre il comando di stanza nella caserma della [[La Spezia|Spezia]] non si sbandò e, messo in allarme, attese ordini disciplinatamente<ref name=autogenerato2>Giampaolo Pansa, Il gladio e l'alloro, Le Scie, Mondadori editore, Milano, 1991, pag 186</ref>, evitando però di distruggere i piccoli mezzi navali all'ancora fuori della caserma, di cui parte poi cadde momentaneamente in mani tedesche<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|pp. 153-157}}.</ref>.
La sera stessa Borghese raggiunse l'[[ammiraglio]] [[Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)|Aimone d'Aosta]] e inutilmente cercarono insieme di contattare Roma per avere conferma dell'armistizio e ricevere ordini<ref name=autogenerato2 />. Tuttavia la mattina seguente Aimone ricevette l'ordine di trasferirsi al sud presso il re<ref>{{Cita libro |autore=Giampaolo Pansa |titolo=Il gladio e l'alloro |collana=Le Scie |editore=Mondadori editore |città=Milano |anno=1991 |p=87}}</ref>. La Xª MAS, continuando a rimanere priva di ordini<ref>{{Cita libro |autore=Sole De Felice |titolo=La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-1945 |editore=Edizioni Settimo Sigillo |città=Roma |anno=2003 |p=53 |citazione=Relazione giurata del capitano di vascello Agostino Calosi responsabile dell´Ufficio Informazioni della Regia Marina del Sud nel corso del processo tenuto contro Borghese il 24 novembre 1948 "nel caso specifico della X Flottiglia Mas debbo dire che a questo comando non arrivarono mai ordini precisi, benché dallo stesso sollecitati anche telefonicamente}}</ref>, mantenne l'attività nella caserma immutata e per tutto il tempo la bandiera italiana rimase sul pennone. Borghese inoltre dispose di aprire il fuoco contro chiunque avesse tentato di attaccare la caserma<ref>{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 156}}.</ref>, riuscendo a respingere alcuni tentativi tedeschi di disarmare i marò<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 160 |citazione=I tedeschi fecero numerosi tentativi di penetrare nella caserma della Xª Mas, ma, come scrisse Borghese, ''Li respingemmo tutti malgrado l'enorme sproporzione di forze''. Nessuno ne ha mai dubitato e, anzi la fermezza dimostrata dalla flottiglia nella circostanza è stata spesso presa ad esempio di ciò che sarebbe stato possibile fare in quei giorni difficili se si fosse potuto contare su unità altrettanto motivate}}.</ref>.
[[File:Foto di gruppo Borghese Bardelli Bertozzi decima mas.jpg|thumb|left|Foto di gruppo: sono riconoscibili Borghese (alla guida), [[Umberto Bardelli|Bardelli]], [[Umberto Bertozzi|Bertozzi]], con i militi della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Decima MAS]] (1944)]]
Il 9 settembre gli ufficiali si riunirono per decidere la strada da intraprendere e Borghese ribadì la lealtà all'alleato tedesco. L'11 settembre radunò invece i marinai della Spezia, spiegando la situazione e dando il permesso di congedarsi a coloro che non se la fossero sentita. La maggioranza si congedò<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 161}}.</ref>. In questo periodo la Decima si dotò di un proprio regolamento che costituisce un unicum nella storia militare italiana: prevedeva la totale uguaglianza fra ufficiali e truppa (panno della giubba uguale per tutti, pasti in comune), promozioni guadagnate solo sul campo, [[pena di morte]] per i marò colpevoli di furto, saccheggio, diserzione o vigliaccheria in faccia al nemico. La Decima adottò inoltre il proprio saluto: "''Decima, comandante''" cui veniva risposto "''Decima, marinai''"<ref name="Ganapini">{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=z21oAAAAMAA |autore=Luigi Ganapini |titolo=La repubblica delle camicie nere editore=Garzanti |città=Milano |isbn=978-88-11-69417-5 |annooriginale=1999 |anno=2010 |pp=61-62 |urlmorto=sì }}</ref>.
Il 14 settembre stipulò un accordo con il ''Korvettenkapitän'' Max Berninghaus, comandante navale delle forze del [[Germania nazista|Terzo Reich]] in [[Liguria]], con il quale la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]] venne riconosciuta come unità combattente con piena autonomia in campo logistico, organico, della giustizia, disciplinare e amministrativo e battente bandiera italiana. Dopo l'accordo molti marò che in precedenza si erano sbandati fecero ritorno in caserma<ref name="Bertoldi-pag.157" /> e, da circa trecento che erano restati dopo l'armistizio, divennero tremila in pochi giorni<ref name="Bertoldi-pag.159">{{Cita|Bertoldi, 1976|p. 159}}.</ref>. Il 18 settembre un primo importante nucleo, proveniente da [[Pola]], di circa trecentocinquanta uomini guidati da [[Umberto Bardelli]] raggiunse La Spezia<ref name="Ganapini" />.
Dopo la nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]], l'ammiraglio [[Antonio Legnani]], nuovo sottosegretario alla Marina, inserì la Decima Mas nell'organico della [[Marina Nazionale Repubblicana]]<ref name="Bertoldi-pag.159" />, sebbene essa agisse di fatto in maniera del tutto autonoma. Contrasti invece nacquero nel novembre 1943 con il capitano di vascello Ferruccio Ferrini, successore di Legnani nel frattempo deceduto in un incidente automobilistico. Nonostante i contrasti con i vertici politici e militari della Repubblica Sociale (contrasti che condussero all'arresto di Borghese con l'accusa di essere a capo di una congiura tesa a rovesciare Mussolini), le sue forze furono impegnate su tutti i fronti più importanti, a partire da quello di [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]].
I militari della Decima erano tutti volontari (che ritenevano di sottrarsi all'onta di quello che avevano inteso come un tradimento nei confronti dell'alleato germanico), provenienti dalle più diverse armi delle Forze Armate Repubblicane<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 165 |citazione=Al suo appello risposero migliaia di marò (come venivano chiamati gli uomini della Xª MAS), i quali accorsero ovunque vi fosse un punto di raccolta lungo la costa. Molti erano volontari, richiamati alle armi dalle gesta compiute dalla flottiglia e, soprattutto, dalla fama di colui che la comandava}}.</ref>.
Non si registrò mai un calo del numero di volontari e infatti si costituirono numerosi corpi di "fanteria di marina", il tutto anche in virtù della popolarità che Borghese riscuoteva fra le masse; in contrapposizione la [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] per aumentare il numero degli uomini fu costretta ad arruolamenti forzati a seguito di azioni di coscrizione degli abili.
Negli ultimi mesi del conflitto, al fine di difendere l'italianità dell'[[Istria]], Borghese
[[File:Junio Valerio Borghese and Umberto Bardelli.jpg|miniatura|Aprile 1944, Junio Valerio Borghese con il comandante [[Umberto Bardelli]]]]
L'attività della Xª MAS non si limitò alle incursioni navali contro le forze nemiche, ma si estese alla costituzione di reparti di terra, che assunsero al termine del conflitto le dimensioni di una vera e propria divisione di fanteria leggera. Il 1º maggio 1944 fu ufficialmente trasformata in "Divisione [[Fanteria di marina]] Xª", raggruppando tutti i vari reparti di terra.
Tuttavia, a causa dell'opposizione tedesca (che mal vedeva la ricostituzione di grandi unità italiane), la Divisione Decima MAS (composta da due gruppi di combattimento) non poté mai entrare in azione come unità organica, ma fu frazionata in battaglioni usati dai comandi tedeschi sul fronte della [[Linea Gotica]] e poi del [[Senio]]. Una parte della Divisione (il Secondo Gruppo) era pronto per muovere sul confine orientale, per difendere [[Trieste]] e [[Fiume (Croazia)|Fiume]] dall'avanzata degli A partire
==== La smobilitazione della Xª MAS e il salvataggio di Borghese ====
[[File:Borghese 26 aprile ammainabandiera caserma Piazza Fiume Milano.jpg|miniatura|Piazzale Fiume a [[Milano]], 26 aprile 1945. Borghese ordina l'ammainabandiera e smobilita la [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª MAS]].]]
Il 25 aprile 1945 la Xª MAS con Borghese rimase acquartierata nella caserma di piazzale Fiume in [[Milano]]. Si svolsero nel frattempo febbrili trattative tra il capitano Gennaro Riccio, comandante del "Distaccamento Milano" della Xª MAS e un maggiore in rappresentanza del [[generale]] [[Raffaele Cadorna (1889-1973)|Raffaele Cadorna]], presentatosi come "[[James Angleton|Mario Argenton]]". In base agli accordi, poi sottoscritti anche da Cadorna, si organizzò il trapasso con la nuova autorità cittadina rappresentata dal [[Corpo volontari della libertà]].
La cerimonia in piazzale Fiume<ref>Rinominata dopo la guerra in piazzale della Repubblica</ref> si concluse il 26 aprile 1945 alle 17.00 con lo scioglimento formale della Xª MAS a Milano. Borghese consegnò a tutti i marò cinque mesi di stipendio e, quando tutti ebbero lasciato la caserma<ref>{{Cita libro |autore=Sergio Nesi |titolo=Decima flottiglia nostra |editore=Mursia |anno=1987 |città=Milano |p=302}}</ref>, fu preso in consegna dalla polizia partigiana<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 198 |citazione=In seguito agli accordi raggiunti, il 26 aprile 1945 la Xª Mas si arrese davanti a Riccio e al maggiore Argenton del CLN nel cortile della caserma milanese di piazzale Fiume. La cerimonia si concluse alle 17.00 con l'ammainabandiera, dopodiché Borghese si allontanò con Pulejo e Faini... Il 26 aprile, Borghese lasciò l'appartamento di piazza Principessa Clotilde e si trasferì a casa del capitano Del Giudice, in viale Beatrice d'Este. Vi arrivò di notte, a bordo di un'auto. Lì sorvegliato dalla polizia partigiana, attese gli ufficiali del servizio segreto della Marina che dovevano trarlo in salvo. Stando al suo diario, trascorse sereno quei momenti}}.</ref>.
Il 9 maggio fu contattato dall'agente dei Servizi segreti italiani Carlo Resio e dall'agente dell'[[Office of Strategic Services|OSS]] [[James Angleton]], che lo informarono che l'ammiraglio [[Raffaele de Courten]] intendeva incontrarlo a Roma<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 199 |citazione=L'8 maggio si presentò in casa il capitano dei carabinieri Giuseppe Polosa, dicendo che Carlo Resio e l'agente dell'Oss James Jesus Angleton erano a Milano e cercavano Borghese per dargli un messaggio dell'ammiraglio De Courten. L'incontro ebbe luogo il 9 maggio. Resio e Angleton informarono il principe che De Courten lo voleva a Roma per parlargli, ma questi, non del tutto convinto da quel messaggio che gli era stato riferito solo oralmente, rispose che si sarebbe riservato di decidere}}.</ref>.
In seguito, l'11 maggio, con l'aiuto dei servizi segreti americani, scortato da Resio e Angleton, fu trasferito a Roma, dove trascorse un breve periodo prima di essere ufficialmente arrestato dalle autorità americane il 19 maggio per essere trasferito nel campo di concentramento di [[Studi di Cinecittà|Cinecittà]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 200 |citazione=Il principe decise di partire con i due e giunse a Roma il giorno successivo... Borghese fu portato in un appartamento in via Archimede e arrestato il 19 maggio dagli americani. Il principe e la moglie furono gli unici due fascisti italiani del periodo dell'RSI a essere tratti in salvo dagli Stati Uniti, che sostanzialmente desideravano avvalersi di Borghese per la sua competenza nelle operazioni segrete e l'abilità nel combattere i comunisti. Alcune persone furono salvate dagli inglesi}}.</ref>. Secondo [[Renzo De Felice]]:
{{Citazione|Gli americani erano interessati alla Xª Mas perché pensavano di utilizzare i suoi famosi ”maiali“ per la guerra contro i giapponesi. Gli inglesi fecero di più: una nave (ma forse le navi furono due) che, a operazioni belliche finite, trasportava dalla Iugoslavia armi per gli ebrei in Palestina, fu fatta saltare dai maiali della Xª<ref>[[Renzo De Felice]], ''[[Rosso e Nero (De Felice)|Rosso e Nero]]'', Baldini & Castoldi, 1995, p. 133.</ref>}}
=== Il dopoguerra ===
==== Il processo e la condanna ====
Nell'immediato dopoguerra Borghese riuscì a sottrarsi alle forze partigiane che intendevano fucilarlo<ref name="CommissioneParlamentare2006-RelazionediMinoranza">{{Cita |Commissione Parlamentare, ''Relazione di minoranza'', 2006|p. 220 |citazione=[…] è peraltro fatto certo, a partire dal salvataggio già il 30.4.1945 a Milano dello stesso Principe Borghese da parte del capo delle Operazioni Speciali dell’O.S.S. James Jesus Angleton che lo prese in consegna e lo trasferì a Roma sottraendolo ad un immediato processo che si sarebbe concluso probabilmente con la sua condanna a morte […]}}.</ref> e fu chiamato a pagare per i crimini commessi ai danni dei civili e contro il governo di Badoglio<ref name="DallaNegra">{{cita testo |url=http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Golpe-Borghese.-Ipotesi-di-un-piano-eversivo.html |autore=Cecilia Dalla Negra |titolo=Golpe Borghese. Ipotesi di un piano eversivo |data=6 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091209151044/http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Golpe-Borghese.-Ipotesi-di-un-piano-eversivo.html |urlmorto=si |citazione=Nel 1947 e per due anni, in seguito alla liberazione del paese, Borghese è chiamato a pagare per i crimini commessi ai danni dei civili e contro il governo di Badoglio: il processo per collaborazionismo con il nemico si chiuderà con una condanna mitigata da attenuanti ottenute con la mediazione dei servizi segreti statunitensi, pochi anni di carcere e poi la libertà}}</ref><ref>{{Cita legge italiana |tipo=DLL |anno=1944 |mese=07 |giorno=27 |numero=159 |titolo=Sanzioni contro il fascismo e punizione dei delitti}} ([https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/2015/02/Decreto-Legislativo-Luogotenenziale-27-luglio-1944-n.-159.pdf copia])</ref><ref>{{Cita legge italiana |tipo=DLL |anno=1945 |mese=04 |giorno=22 |numero=142 |titolo=Istituzione di Corti straordinarie di Assise per reati di collaborazione con i tedeschi}} ([https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/2015/02/Decreto-Legislativo-Luogotenenziale-22-aprile-1945-n.-142-.pdf copia])</ref>.
Dopo un concitato periodo di latitanza, seguirono ripetuti arresti e trasferimenti da un luogo di detenzione all'altro, in attesa dell'inizio del processo. In tale periodo riuscì a farsi accordare la protezione dai Servizi segreti [[Stati Uniti d'America|statunitensi]], con i quali era già in contatto da diversi mesi prima della fine della guerra in funzione anticomunista ed antislava, in particolare del responsabile del controspionaggio dell'[[Office of Strategic Services|OSS]], [[James Jesus Angleton]]<ref name="Tranfaglia">{{cita testo |url=http://www.isral.it/web/web/pubblicazioni/qsc_38_nascerepubblica.htm|titolo=Eredità del fascismo e legittimazione atlantica: l'anticomunismo antidemocratico|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110304204219/http://www.isral.it/web/web/pubblicazioni/qsc_38_nascerepubblica.htm|autore=Nicola Tranfaglia |citazione=E poi si scopre che il capo dei servizi segreti americani in Sicilia è James Jesus Simon Angleton, destinato a divenire uno dei più importanti dirigenti della CIA nel secondo dopoguerra. Questo personaggio stabilì uno dei patti fondamentali legati alla nascita della nostra democrazia. Fu Angleton infatti a salvare sul Lago di Garda Junio Valerio Borghese, a portarlo a Milano e a nasconderlo a casa di un partigiano, attraverso l'intercessione di uno degli esponenti principali del Partito d'Azione; quindi a condurre Borghese, travestito da ufficiale, a Roma e a premere affinché il suo processo si concludesse con una lieve condanna. Come puntualmente avvenne. In seguito fu sempre Angleton a reclutare dieci ufficiali della Decima Mas nei servizi segreti americani per le azioni anticomuniste }}</ref><ref name="RAI">{{cita testo |url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |titolo=La Storia siamo noi: Il Golpe Borghese, storia di un'inchiesta |editore=RAI |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100823132321/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |sezione=Approfondisci |citazione=La formazione, che gode di una singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista ed antislava. [...] Terminata la guerra, dopo un concitato periodo di latitanza e ripetuti arresti, Borghese è condannato il 17 febbraio 1949 per collaborazionismo riuscendo però, grazie alla protezione americana (in particolare dal responsabile del controspionaggio dell'OSS, James Jesus Angleton), ad essere in breve tempo scarcerato}}</ref>.
Grazie alla pressione del [[Office of Strategic Services|OSS]] e di settori dei servizi italiani<ref name="Pacelli">{{Cita web|url=https://moondo.info/junio-valerio-borghese-un-principe-senza-scettro/|titolo=Junio Valerio Borghese: il principe nero |autore=Mario Pacelli |rivista=Moondo |data=29 ottobre 2020}}</ref>, Borghese ottenne di essere giudicato di fronte a una Corte d'Assise a lui tutt'altro che sfavorevole<ref name=dizionario>{{cita web |url=http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|titolo=Dizionario del fascismo, volume primo, a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, Einaudi editore |anno=2002 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060218014907/http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm |citazione=Come d'altronde hanno poi confermato i numerosi documenti declassificati dell'OSS oggi reperibili, Wolff e Dulles collaborarono insieme per il "riciclaggio" delle forze militari fasciste nei servizi segreti in funzione anti-comunista. Americani e inglesi nutrivano infatti un vivo interesse per l'Unità italiana della Decima MAS, soprattutto per la sua attività di contrasto delle forze partigiane comuniste attuata anche con il metodo dell'infiltrazione a scopi di provocazione e spionaggio. Il loro obiettivo era di "ripulire" il comandante fascista dei suoi crimini di guerra… «il governo italiano, tuttavia, nel '45 chiese agli alleati che egli gli venisse consegnato, per poterlo processare a Milano. I suoi amici intervennero, e il processo fu trasferito a Roma, dove Dulles e Angleton sapevano che molti altri burocrati fascisti erano ancora attivi e la magistratura nutriva idee più conservatrici}}</ref>. A seguito dell'istanza del suo avvocato, Italo Formichella, di [[ricusazione]] della Corte d'Assise di Milano per ''[[Rimessione del processo|legittima suspicione]]'', la [[Corte di cassazione]] dispose il trasferimento del processo alla Corte di Roma, presieduta dal dottor Caccavale, ex vicepresidente dell'"Unione fascista per le famiglie numerose" e amico del principe [[Giangiacomo Borghese]], ex governatore fascista della città di Roma e parente stretto dell'imputato<ref>{{Cita libro |autore=Pier Giuseppe Murgia |titolo=Il vento del Nord: storia e cronaca del fascismo dopo la Resistenza, 1945-50 |editore=Kaos |città=Milano |anno=2004 |isbn=88-7953-137-9 |p=170}}</ref>.
Prosciolto dalla sezione istruttoria del tribunale di Roma dall'accusa di omicidio per aver fatto fucilare 43 partigiani dai reparti ai suoi ordini, venne rinviato a giudizio per collaborazionismo e per concorso in un numero limitato di omicidi<ref name="Tonietto">{{Cita pubblicazione |autore=Nicola Tonietto |titolo=Le reti di spionaggio e sabotaggio nazifasciste nell’Italia occupata dagli Alleati (1943-1945)|url=https://doi.org/10.4000/diacronie.4718 |citazione=Prosciolto dalla sezione istruttoria del Tribunale di Roma dall'accusa omicidio per aver fatto fucilare 43 partigiani dai reparti ai suoi ordini, venne rinviato a giudizio per collaborazionismo e per concorso in un numero limitato di omicidi. La Corte di Assise di Roma nel febbraio 1949 lo condannò a dodici anni di reclusione. Tuttavia «dopo aver letto il dispositivo della sentenza, il presidente della corte si accorse che il conteggio degli anni di reclusione era errato. Infatti, ai sensi della legge del 1946, il condono avrebbe dovuto essere maggiore di un anno rispetto a quello calcolato dalla corte, il che avrebbe consentito a Borghese , che aveva scontato già un certo periodo di carcerazione preventiva, di uscire immediatamente dal carcere. In violazione di ogni principio di procedura […], il presidente della corte riportò immediatamente i componenti di questa in camera di consiglio, dove provvide a rettificare la misura del condono […]. Borghese ritornò in questo modo in libertà}}</ref>, effettuati come rappresaglia all'[[Eccidio di Valmozzola|attentato di Valmozzola del 12 marzo 1944]], dove un treno fu assaltato dai partigiani e furono uccisi due ufficiali del battaglione Lupo della Xª Flottiglia MAS, Gastone Carlotti e Domenico Pieropan<ref>{{cita testo|url=http://www.decima-mas.net/apps/index.php?pid=76 |titolo=Eroi dimenticati |editore=Decima Mas Network |accesso=24 dicembre 2022}}</ref>, che si stavano recando in licenza e prelevati altri sei militari di cui due carabinieri<ref name=autogenerato4>{{cita testo|url=http://xoomer.virgilio.it/parmanelweb/VALMOZZOLA.htm|titolo=Eventi - I fatti di Valmozzola del marzo 1944<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref> che furono fucilati poco dopo<ref>{{cita testo|url=http://www.lunigiana.net/XXsecolo/centoanni/1944.htm|titolo=Il 1944 in Lunigiana<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>. L'azione causò un imponente rastrellamento da parte del colonnello Luigi Carallo della Decima MAS, che portò all'arresto di nove partigiani (di cui sette ritenuti i responsabili<ref name="Bordogna" />) che, ad eccezione di uno, furono fucilati per rappresaglia il 17 dello stesso mese<ref name=autogenerato4 />.
{{Citazione|L'epilogo di questo tragico episodio costituì uno dei capi d'imputazione al processo intentato contro di me dopo la fine del conflitto. Il colonnello Luigi Carallo, comandante del reggimento del quale facevano parte i due guardiamarina uccisi, dopo l'eccidio ebbe pronta reazione: ricercò i responsabili e li catturò. Su otto, sette, rei confessi, il 17 marzo furono passati per le armi. Che cosa si può dire a un comandante di reparto che viene a conoscenza del fatto che alcuni suoi uomini sono stati massacrati, non durante il combattimento ma in una vile imboscata? Si era in guerra e Carallo seguì le spietate leggi di guerra".|Deposizione di Junio Valerio Borghese l'8 novembre 1948<ref name="Bordogna">{{Cita libro |curatore=M. Bordogna |titolo=Junio Valerio Borghese e la 10ª flottiglia Mas dall'8 settembre 1943 al 26 aprile 1945 |città=Milano |editore=Mursia |anno=1995 |p=109 }}</ref>}}
La Corte d'assise lo giudicò colpevole di [[collaborazionismo]] con i tedeschi in azioni di [[rappresaglia]] e [[Concorso di persone nel reato (ordinamento italiano)|concorso morale]] nella strage di partigiani catturati<ref name="Bordogna" />.
Per la determinazione della pena, la Corte assunse come base l'ergastolo e riconobbe due attenuanti: la medaglia d'oro al valor militare e l'assistenza prestata ai deportati in Germania, oltre alla tutela di alcuni impianti industriali del Nord, che ridussero la pena da scontare a 12 anni di reclusione<ref name="Vespa">{{Cita libro |autore=[[Bruno Vespa]] |titolo=Vincitori e vinti |url=https://books.google.com/books?id=UXdSGMo3x14C&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PT251&dq=Processi+ai+fascisti+/+Zara+Algardi&hl=it| data=7 ottobre 2010 |editore=Edizioni Mondadori |ISBN=978-88-520-1191-7}}</ref><ref name="Algardi">{{Cita libro |autore=Zara Olivia Algardi |titolo=Processi ai fascisti: Anfuso, Caruso, Graziani e borghese di fronte alla giustizia : gli assassini organizzati dal S.I.M ... esame storico-giuridico |url=https://books.google.com/books?id=uL7foAEACAAJ&newbks=0&hl=it |editore=Parenti Editore| anno=1958}}</ref><ref name="Bocca1982">{{Cita libro |nome=Giorgio |cognome=Bocca |titolo=Storia della Repubblica italiana: dalla caduta del fascismo a oggi |url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=VCqzAAAAIAAJ&focus=searchwithinvolume&q=Presiede |volume=volume III |p=69 |data=1982 |editore=Rizzoli}}</ref>.
Grazie alle disposizioni dell'[[amnistia Togliatti]], il giorno stesso della lettura del dispositivo della sentenza, il 17 febbraio 1949, la Corte dispose l'immediata scarcerazione del condannato, che aveva già scontato per intero, in regime di carcerazione preventiva, la pena residua<ref name="Tonietto" /><ref>{{Cita libro |autore=Romano Canosa |titolo=Storia dell'epurazione in Italia: le sanzioni contro il fascismo, 1943-1948 |editore=Baldini & Castoldi |città=Milano |anno=1999 |isbn=88-8089-522-2 |pp=366-367}}</ref>.
[[File:Comizio al Colosseo 5 giugno 1953.jpg|miniatura|verticale|Comizio di Borghese al [[Colosseo]] il 5 giugno 1953]]
==== L'adesione al MSI ====
Borghese aderì al [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]] nel novembre 1951<ref>{{cita testo|url=http://www.ilmessaggero.it/rubriche/accadde_oggi/junio_valerio_borghese_principe_msi_accadde_oggi-697726.html|titolo=Il Messaggero}}</ref> e fu nominato presidente onorario, fino al 1953; inizialmente appoggiò la corrente di [[Giorgio Almirante|Almirante]], poi abbandonò il partito, che giudicava troppo debole e si avvicinò alla [[estrema destra|destra]] [[extraparlamentare]]. Sempre nel 1953 firmò la prefazione per ''Gli uomini e le rovine'' testo dell'[[Esoterismo|esoterista]] e ideologo [[Julius Evola]] in cui, criticando aspramente il Movimento Sociale Italiano, viene proposto come "rimedio" per salvare la destra italiana quello di creare una rete segreta e anti-parlamentare comune ("''un Ordine''") e rivalutare l'uso della violenza nella lotta politica, quasi preannunciando l'idea del successivo tentato ''golpe''<ref>{{Cita libro |curatore=Mario De Micheli |titolo=La matrice ideologico-letteraria dell'eversione neofascista |anno=1975 |editore=CLUP |p=82}}</ref>.
==== Il Fronte Nazionale ====
Nel settembre 1968 fondò il [[Fronte Nazionale (1967)|Fronte Nazionale]], allo scopo — secondo i servizi segreti — «di sovvertire le istituzioni dello Stato con disegni eversivi»<ref name="Panorama">{{Cita pubblicazione |rivista=Panorama |titolo=numeri 476-488 |anno=1975 |editore=Mondadori |url=http://books.google.com/books?id=m3g7AQAAIAAJ |p=384}}</ref>.
Costituì gruppi clandestini armati, in stretto collegamento con [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]] e [[Avanguardia Nazionale]], due organizzazioni del [[neofascismo]]<ref>{{Cita libro |autore=Anna Cento Bull |titolo=Italian neofascism: the strategy of tension and the politics of Nonreconciliation |url=https://archive.org/details/italianneofascis0000cent |editore=Berghahn Books |città=Oxford - New York |anno=2007|isbn=978-1-84545-335-0 |pp=[https://archive.org/details/italianneofascis0000cent/page/112 112]-113 |citazione=According to various sources, including ex-member of Ordine Nuovo Vincenzo Vinciguerra, ex-OSS officer Peter Tompkins (1995; 2005), and an official American history of couterintelligence (Rafalko 1998), Prince Junio Valerio Borghese, the Commander of the X MAS for the Republic of Salò, was one of the fascists who agreed to collaborate with the Americans and for this reason was saved from reprisal by the partisans. On the basis of the testimony of Carlo Digilio, Vinciguerra and others, as we saw, it was alleged that many members of Ordine Nuovo were in the pay of America intelligence structures. Among these were Carlo Digilio himself, Delfo Zorzi and Marcello Soffiati. Further substantial evidence, already examined in Part I, points to close links between Ordine Nuovo and the Italian military intelligence structures, as well as between Avanguardia Nazionale and the Office of Classified Affairs within the Ministry of the Interior}}</ref>.
Intanto nel 1963 la moglie, la principessa Daria Olsoufiev, era morta in un incidente stradale e Borghese aveva ottenuto l'incarico puramente onorario di presidente del Banco di Credito Commerciale e Industriale, che fu in seguito acquisito da [[Michele Sindona]]<ref>{{Cita|Greene, Massignani, 2008|p. 229 |citazione=Borghese era uscito dalla sua condizione di semipensionamento più o meno all'epoca della morte della moglie, la principessa Daria Olsoufiev, in un incidente d'auto il 4 febbraio 1963. Per motivi finanziari era stato nominato presidente del Credito commerciale, la prima banca di proprietà di Sindona. Era una carica ampiamente onoraria, che però gli permetteva di guadagnare bene e di seguire da vicino lo svolgersi degli avvenimenti politici}}.</ref>.
==== Il ''golpe'' Borghese ====
{{Vedi anche|Golpe Borghese|Rosa dei venti (storia)}}
[[File:Borghese 1970.jpg|miniatura|verticale|Borghese l'anno del [[golpe Borghese|suo tentato golpe]]]]
Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 promosse un [[colpo di Stato]], avviato e poi interrotto, con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte Nazionale, paramilitari appartenenti a formazioni del [[neofascismo]] e di numerosi alti ufficiali delle forze armate e funzionari ministeriali<ref>[[Golpe Borghese]].</ref>
{{Citazione|Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l'Italia sull'orlo dello sfacelo economico e morale ha cessato di esistere. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, saranno indicati i provvedimenti più importanti e idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della nazione. Le forze armate, le forze dell'ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi, volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Italiani, lo stato che creeremo sarà un'Italia senza aggettivi né colori politici. Essa avrà una sola bandiera. Il nostro glorioso tricolore! Soldati di terra, di mare e dell'aria, Forze dell'Ordine, a voi affidiamo la difesa della Patria e il ristabilimento dell'ordine interno. Non saranno promulgate leggi speciali né verranno istituiti tribunali speciali, vi chiediamo solo di far rispettare le leggi vigenti. Da questo momento nessuno potrà impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso TRICOLORE, vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno all'amore: ITALIA, ITALIA, VIVA L'ITALIA!|Con queste parole, peraltro mai pronunziate, Junio Valerio Borghese avrebbe dovuto proclamare il buon esito del Golpe<ref>{{Cita libro |autore=[[Luca Telese]] |titolo=Cuori nerib|editore=Sperling & Kupfer |anno=2010 |isbn=88-6061-642-5 |url=http://books.google.it/books?id=HmA2bNlmytwC&lpg=PA151&pg=PA151 |pp=151-152}}</ref>}}
Al golpe si stima che parteciparono circa {{formatnum:20000}} uomini attivi e altrettanti pronti per essere attivati<ref>{{Cita web |url=http://confini.blog.rainews.it/2020/12/17/il-golpe-borghese-un-colpo-di-stato-sotto-lo-sguardo-di-licio-gelli-e-giulio-andreotti-intervista-a-fulvio-mazza/ |titolo=Il Golpe Borghese: un colpo di Stato sotto lo sguardo di Licio Gelli e Giulio Andreotti |accesso=5 gennaio 2021}}</ref>. Le circostanze del fallimento di quello che è rimasto noto come il "[[golpe Borghese]]" (o "golpe dei Forestali") sono tuttora oscure e controverse. Fu Borghese in persona a impartire il contrordine, ma si rifiutò di spiegarne le ragioni persino ai suoi più fidati collaboratori. Lo fece dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Alcune fonti individuano in [[Licio Gelli]] l'autore della telefonata. Secondo altre fonti fu invece [[Giulio Andreotti]], per il tramite del suo segretario Gilberto Bernabei, a indurre Borghese a decretare il contrordine<ref>{{Cita web|url=http://www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=257|titolo=50 anni fa il "Golpe Borghese": un denso saggio di Fulvio Mazza|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>.
Il magistrato [[Claudio Vitalone]] ha ipotizzato che l'intervento armato sarebbe servito unicamente come premessa a una svolta [[Stato autoritario|autoritaria]]<ref name="autogenerato6">{{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424|titolo=La Storia siamo noi - Il golpe Borghese |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100823132321/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=424 |urlmorto= sì}}</ref>. In seguito alla desecretazione di documenti statunitensi, è stato reso noto che quantomeno i [[Servizi segreti per stato|servizi segreti USA]] erano a conoscenza del golpe<ref name="autogenerato6" /><ref name="Cucchiarelli2009">{{Cita libro |autore=Paolo Cucchiarelli |titolo=Il segreto di piazza Fontana: finalmente la verità sulla strage : le doppie bombe e le bombe nascoste, Pinelli, Calabresi, Feltrinelli, i servizi deviati e quelli paralleli, la DC, il PCI, la NATO e gli Stati Uniti : il racconto tragico e sconvolgente del pasticciaccio che ha ammalato l'Italia |url=http://books.google.com/books?id=qdUSAQAAMAAJ |anno=2009 |editore=Ponte alle Grazie| isbn=978-88-6220-006-6|p=547}}</ref>.
Non mancò comunque chi difese Borghese anche per questo drammatico episodio storico. Riguardo alla dinamica del golpe si espresse anche l'ammiraglio [[Gino Birindelli]] (suo commilitone<ref>{{YouTube| id= zLXxloxn5MQ|titolo=Gino Birindelli e il gruppo operativo incursori della M. M.}}</ref> e [[medaglia d'oro al valor militare]]), affermando che «Borghese fosse una persona troppo intelligente e patriota da fare queste fesserie». Secondo lui, infatti, l'idea del "golpe" era frutto solo dell'entusiasmo dei giovani sostenitori del principe Borghese.
==== Gli ultimi anni ====
In seguito al fallimento del golpe, Borghese si rifugiò nella [[Spagna franchista]], mentre nel 1971 fu emesso un mandato di cattura per il fallito colpo di Stato. Non fidandosi della giustizia italiana che, peraltro, nel 1973 revocò l'ordine di cattura e lo prosciolse, rimase all'estero fino alla morte, avvenuta in circostanze sospette a [[Cadice]] il 26 agosto 1974<ref>{{Cita news |titolo=Prince Valerio Borghese |rivista=The Times |città=Londra |data=29 agosto 1974 |editore=The Times Digital Archive }}<!--- forse a pagina 16, ma non trovata edizione online ---></ref>.
In una intervista alla televisione svizzera, nel 1971, Borghese aveva rivendicato il suo progetto di golpe, esprimendo fra l'altro, per l'occasione, il desiderio di «sterminare» i comunisti italiani:
{{Citazione|Oggi combatto contro degli italiani, oggi parlo contro degli italiani quando le dico che i nostri nemici più pericolosi in Italia sono i comunisti, quindi degli italiani, e non mi disturba affatto dirle che sono nemici e se potessimo sterminarli sarei molto contento perché libereremmo il nostro Paese da nemici che vivono insieme a noi e che costituiscono un eterno pericolo<ref>Intervista citata in {{Cita|Zavoli 1995|cap. VI.}}</ref>.}}
Borghese fu colpito improvvisamente da un malore dopo una cena il 24 agosto 1974. Ci fu chi parlò di [[indigestione]] con conseguente [[Infarto miocardico acuto|attacco cardiaco]], o addirittura di [[avvelenamento da arsenico]] perpetrato da parte di persone a lui vicine (per coprire presunte complicità dei [[servizi segreti italiani]] o stranieri nel golpe), benché il certificato di morte ufficiale riporti come causa naturale del decesso «[[pancreatite acuta]] [[Emorragia interna|emorragica]]». Borghese morì in ospedale due giorni dopo<ref>{{cita web|url=https://www.misteriditalia.it/golpeborghese/Borgheseindigestioneoveleno(LEuropeo).pdf |autore=Corrado Incerti |titolo=BORGHESE: INDIGESTIONE O VELENO?|rivista=L'Europeo |numero=1/2 |anno=1975|accesso=5 settembre 2019}}</ref>.
Lo stesso anno, Borghese era stato in [[Cile di Pinochet|Cile]] con [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano Delle Chiaie]] per incontrare il generale [[Augusto Pinochet]] e uno dei capi della [[Dirección de inteligencia nacional|polizia segreta cilena]], Jorge Carrasco.
È sepolto nella cappella di famiglia<ref>{{Cita news |autore=Patricia Clough |titolo=Fascist salutes at Borghese burial |rivista=The Times |città=Londra |data=3 settembre 1974 |editore=The Times Digital Archive |url=https://archive.org/details/NewsUK1974UKEnglish/Aug%2001%201974%2C%20The%20Times%2C%20%2359154%2C%20UK%20%28en%29/}}<!--- forse a pagina 5, ma non trovato nella edizione online ---></ref> nella [[basilica di Santa Maria Maggiore]], a [[Roma]].
== Onorificenze ==
[[File:Borghese.jpg|thumb|150px|Borghese con diverse onorificenze sulla divisa, durante il periodo della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]]]]
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=Comandante di sommergibile assegnato alla X Flottiglia Mas per operazioni con mezzi speciali d'assalto, dopo aver compiuto con successo tre audaci e difficili imprese, studiava e preparava con tecnica perfetta e sagacia una quarta operazione per il forzamento di altra base nemica. Con il suo sommergibile si avvicinava al munitissimo porto affrontando con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla vigilanza del nemico per mettere i mezzi d'assalto nelle condizioni migliori per il forzamento della base nemica. Lanciava quindi i mezzi d'assalto nell'azione che era coronata da brillante successo avendo portato al grave danneggiamento di due corazzate nemiche. Mediterraneo orientale, dicembre 1941
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ufficiale OCI Kingdom BAR.svg
|nome_onorificenza=Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
|collegamento_Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=OCSI5.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia
|collegamento_Ordine coloniale della Stella d'Italia
|motivazione=
|
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza =
|motivazione =
|data = 2 gennaio 1941<ref>{{cita testo|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14266|titolo=Sito web del quirinale}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza=
|collegamento_onoreficenza=Ricompense al valor militare
|motivazione=Comandante di sommergibile legionario ha compiuto numerose missioni di guerra sulle coste spagnole operando contro navi da guerra rosse e contro il traffico di contrabbando, dimostrando elevato spirito offensivo e le solide qualità professionali. Con il sommergibile Iride attaccava risolutamente di notte, stando in superficie, un cacciatorpediniere e riusciva successivamente con calma e abilità ad eludere la ricerca e l'offesa di varie unità avversarie che cercavano ripetutamente di colpire il sommergibile con bombe di profondità. Mediterraneo occidentale, settembre 1937-febbraio 1938
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Croce al merito di guerra
|motivazione =
|data =
}}
{{Onorificenze
|immagine=VolontarioSpagna.png
|nome_onorificenza=Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna
|collegamento_onorificenza=Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=FronteNord.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia commemorativa della campagna di Spagna.svg
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa della guerra di Spagna (1936-1939)
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa della campagna di Spagna
|motivazione=
|
}}
{{Onorificenze
|immagine=1940-1943 Medaglia commemorativa del periodo bellico 4 BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 (4 anni di campagna)
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia al merito di lungo comando nell'esercito 10 BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia militare al merito di lungo comando
|collegamento_onorificenza=Medaglia militare al merito di lungo comando
|motivazione=
|data=
}}
{{Onorificenze
|immagine=LungaNavigazione.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'onore di lunga navigazione marittima
|collegamento_onorificenza=Medaglie,_decorazioni_e_ordini_cavallereschi_italiani#Lunga_navigazione_marittima_(27_novembre_1904_-_attuale)
|motivazione=
|data=
}}
=== Onorificenze
(<small>Non riconosciute dal Regno d'Italia e dalla Repubblica Italiana)</small>
{{Onorificenze
|immagine =
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ricompense al valor militare
|motivazione = Comandante di sommergibile di elevatissime capacità professionali, partecipava fin dai primi giorni del conflitto, con ardimento ed indomito spirito aggressivo, a numerose missioni di guerra in Mediterraneo, durante le quali conduceva le unità e l'equipaggio al suo comando a fortunato contatto col nemico. Desideroso di condurre l'offesa sempre più a fondo, chiedeva ed otteneva il comando di sommergibile assegnato ai reparti d'assalto della Marina, dedicandosi con grande entusiasmo e rara perizia tecnica al rapido approntamento e messa a punto della nuova unità e delle attrezzature speciali, nonché al delicato addestramento dell'equipaggio per il particolare impiego. Per ben cinque volte trasportò quindi con grande successo, nelle immediate vicinanze delle più munite basi nemiche del Mediterraneo, i mezzi d'assalto della Marina destinati a tentarne il forzamento incontrando, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla intensa vigilanza, dalla violenta reazione nemica e spesso dalle sfavorevoli condizioni idrografiche. Mare Mediterraneo, giugno 1940-giugno 1942
|luogo =
}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine = SMOM.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
|collegamento_onorificenza = Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi melitensi
}}
{{Onorificenze
|immagine = DEU EK Ritter BAR.svg
|nome_onorificenza = [[Croce di Ferro|Croce di ferro di 1ª classe]] (Reich Tedesco)
}}
{{Onorificenze
|immagine = DEU EK 2 Klasse BAR.svg
|nome_onorificenza = [[Croce di Ferro|Croce di ferro di 2ª classe]] (Reich Tedesco)
}}
== Famiglia ==
{{vedi anche|Borghese (famiglia)}}
Nacque come Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese a [[Roma]], in una delle famiglie più importanti della [[nobiltà romana]], di antiche origini [[Siena|senesi]], con 4 cardinali, un papa e la sorella di [[Napoleone Bonaparte]], [[Paolina Bonaparte|Paolina]], fra i suoi antenati. Era il figlio secondogenito del principe [[Livio Borghese]] di [[Sulmona]] (1874-1939), principe di [[Rossano (Corigliano-Rossano)|Rossano]], principe di Vivaro Romano, principe di Monte Compatri, duca di Palombara, duca di Poggio Nativo e Castelchiodato; la madre era la principessa Valeria Maria Alessandra Keun ([[Smirne]], 1880 - [[Catania]], 1956), figlia di Alfred August Keun e Virgina Amirà. I suoi genitori si separarono a Roma il 31 maggio 1911.
Come conseguenza del fatto che il padre era un diplomatico (con il grado di ministro plenipotenziario), Junio Valerio visse i primi anni di vita in viaggio fra l'[[Italia]] e le principali capitali estere, soggiornando in [[Cina]], [[Egitto]], [[Spagna]], [[Francia]] e [[Gran Bretagna]].
In Italia trascorse per lo più il suo tempo a Roma e nelle vicinanze.
Sposò a Firenze, il 30 settembre 1931, la contessa russa [[Dar'ja Vasil'evna Olsuf’eva]] ([[Mosca (Russia)|Mosca]], 1909 - Roma, 1963), sorella di Aleksandra "Assia" Vasil'evna Olsuf’eva, moglie di [[Andrea Busiri Vici (1903-1989)|Andrea Busiri Vici]], e di Ol'ga Vasil'evna Olsuf'eva, sposata in prime nozze con [[Ruggero Alfredo Michahelles]].<ref>{{Cita web|url=http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=740|titolo=Russi in Italia: dizionario - Russi in Italia|accesso=23 gennaio 2021}}</ref> Ebbero quattro figli:
*Elena Maria Nives (Roma, 1932 - Parigi, 2004)<ref>[https://www.geni.com/people/Elena-Maria-Borghese/6000000017947163500 Elena Maria Borghese (1932 - 2004)]</ref>;
*Paolo Valerio Livio Vasilj Michele Scipione Romano Maria (Roma, 1933 - Roma, 1999), che sposò Nikè Arrighi, da cui ebbe:
**Flavia;
*Livio Giuseppe Maria della Neve (Roma, 1940 - [[Sperlonga]], 1989), che sposò Piera Loreta Rita Vallone (1941), da cui ebbe:
**Daria (1968), che sposò Carmelo Tibor Salleo dei Baroni di San Filippo;
**Livia;
**Marcantonio (Roma, 1970), che sposò Francesca d'Amore;
**Niccolò;
*Andrea ''Scirè'' Maria della Neve<ref name="Bertarelli">Con il nome d'arte di Andrea Scirè, è noto anche come uno dei due protagonisti adolescenti del film ''[[Amici per la pelle (film 1955)|Amici per la pelle]]'' (1955), diretto dal regista [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]] (cfr. {{Cita libro |autore=[[Massimo Bertarelli]] |titolo=Il cinema italiano in 100 film: i 100 film da salvare|url=http://books.google.it/books?id=CY3ej3XL424C |anno=2004 |editore=Gremese |isbn=88-8440-340-5 |p=46}})</ref> (Roma, 1942 - [[Wollongong]], 2024), che sposò Marisa Canti, da cui ebbe:
**Luca;
**Alessio (gemello di Luca);
**Karen;
**Valerio.
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
| 1 = Junio Valerio Borghese
| 2 = [[Livio Borghese|Livio Borghese, XI principe di Sulmona]]
| 4 = [[Paolo Borghese|Paolo Borghese, IX principe di Sulmona]]
| 8 = [[Marcantonio V Borghese|Marcantonio V Borghese, VIII principe di Sulmona]]
|16 = [[Francesco Borghese|Francesco Borghese, VII principe di Sulmona]]
|17 = Adele de La Rochefoucauld
| 9 = Thérèse de La Rochefoucauld
|18 = Alexandre-Jules de La Rochefoucauld, IV duca di Estissac
|19 = Hélène-Charlotte Pauline Dessolle
| 5 = Ilona Appony de Nagy-Appony
|10 = Rudolf Appony de Nagy-Appony
|20 = Antal Appony de Nagy-Appony
|21 = Maria Teresa de Nogarola
|11 = Anna von Beckendorff
|22 = [[Alexander von Benckendorff]]
|23 = Elisabeth von Donetz-Sascharshewski
| 3 = Valeria Alessandra Keun
| 6 = Alfred August Keun
|12 = Benjamin George Keun
|24 = Isaac Keun
|25 = Sofia Rosa Caterina Fantozzi
|13 = Laura Borrell
|26 = Henry Perigal Borrell
|27 = Amelia Boddington
| 7 = Virginie Almirà
|14 = George Almirà
|15 = Marietta da Negroponte
|30 = Teodoro da Negroponte
|31 = Phoebe Charlotte Beale
}}
==Opere==
* ''Decima flottiglia mas. Dalle origini all'armistizio'', Garzanti, Milano, 1952.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
<!--Mettere in bibliografia esclusivamente i testi bibliografici, cioè quelli effettivamente utilizzati per la redazione della voce. Gli approfondimenti vanno messi tuttalpiù nei collegamenti esterni-->
*{{Cita pubblicazione |url=https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/301476.pdf |autore=Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, istituita con Legge 15 maggio 2003, n. 107 |titolo=Relazione finale |curatore=Enzo Raisi |volume=doc. XXIII n. 18 |editore=Archivio storico Senato della Repubblica |data= febbraio 2006 |cid=Commissione Parlamentare, ''Relazione finale'', 2006}} ({{cita pubblicazione |url=http://leg14.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/018/INTERO.pdf|titolo=copia |editore=Archivio Storico Camera dei Deputati}})
*{{Cita pubblicazione |url=http://leg14.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/018bis/INTERO.pdf |titolo=Relazione di minoranza |autore=Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, istituita con Legge 15 maggio 2003, n. 107 |curatore=Enzo Raisi |volume=doc. XXIII n. 18bis |editore=Archivio storico Camera dei Deputati |data= gennaio 2006 |cid=Commissione Parlamentare, ''Relazione di minoranza'', 2006}}
*{{Cita libro |url=http://id.sbn.it/bid/RAV0253407 |autore=Junio Valerio Borghese |titolo=Decima Flottiglia MAS |anno=1950 |editore=Garzanti |città=Milano}}
*{{Cita libro |url=http://id.sbn.it/bid/ANA0020953 |autore=Silvio Bertoldi |titolo=Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana |editore=Rizzoli |annooriginale=1976 |anno=2005 |cid=Bertoldi, 1976}}
*{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=33KhPAAACAAJ |autore=Jack Greene |autore2=[[Alessandro Massignani]]| titolo = Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS |anno=2008 |collana=Oscar |editore=Mondadori |isbn=978-88-04-57685-3 |cid=Greene, Massignani, 2008}}
*{{Cita libro |url=https://books.google.com/books?id=rooJPQAACAAJ |autore=Giorgio Giorgerini |titolo=Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi |collana=Oscar |editore=Mondadori |anno=2002 |isbn=978-88-04-50537-2 |cid=Giorgerini, 2002}}
*{{Cita libro|titolo = La notte della Repubblica|url = https://archive.org/details/lanottedellarepu0000zavo|autore = Sergio Zavoli|wkautore = Sergio Zavoli|editore = Mondadori
|città = Milano|anno = 1995|lingua = it|ISBN = 9788804401902|cid = Zavoli 1995}} (Versione ebook: ISBN 9788852056727)
== Voci correlate ==
*[[Borghese (famiglia)]]
*[[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)]]
*[[Xª Flottiglia MAS (
*[[Moti di Reggio]]
*[[Fronte Nazionale (1967)]]
*[[Golpe Borghese]]
*[[Guerra civile spagnola]]
*[[Impresa di Alessandria]]
*[[James Angleton]]
*[[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale]]
*[[Rosa dei venti (storia)]]
*[[Repubblica Sociale Italiana]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*La {{cita testo|url=http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/stragi/11.html|titolo=relazione Pellegrino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050414074713/http://clarence.supereva.com/contents/societa/memoria/stragi/11.html }} della commissione stragi del senato (XIII legislatura) sul cosiddetto ''golpe Borghese''
*Una {{cita testo|url=http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|titolo=ricostruzione storica|accesso=7 dicembre 2017|dataarchivio=18 febbraio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060218014907/http://www.progettonovecento.it/Italia/Borghese.htm|urlmorto=sì}} delle attività cospirative del ''Principe nero''
*{{cita testo|url=http://www.associazionedecimaflottigliamas.it|titolo=Sito ufficiale}} dell'Associazione combattenti della decima flottiglia MAS
*Il {{cita testo|url=http://www.altomareblu.com/manoscritto-comandante-junio-valerio-borghese/|titolo=manoscritto del Comandante Junio Valerio Borghese}} in versione integrale. La storia della Xª flottiglia MAS secondo il suo comandante.
<!-- Nota: lo stesso documento dovrebbe essere disponibile sul sito del parlamento. -->
*{{cita testo|url=http://www.associazionedecimaflottigliamas.it/pdf/memoriale.pdf|titolo=Il comandante Borghese|editore=Associazione combattenti X MAS, memoriale per il centenario della nascita di Borghese|accesso=13 agosto 2013|dataarchivio=19 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130319084019/http://www.associazionedecimaflottigliamas.it/pdf/memoriale.pdf|urlmorto=sì}}
{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
|carica = [[Movimento Sociale Italiano#Presidenti|Presidente del Movimento Sociale Italiano]]
|immagine = Movimento Sociale Italiano Logo.svg
|periodo = 1951 – 1953
|precedente = ''carica istituita''
|successivo = [[Rodolfo Graziani]]
}}
{{Presidenti del MSI}}
{{Anni di piombo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|fascismo|guerra|politica|seconda guerra mondiale|storia d'Italia}}
[[Categoria:Ufficiali della Regia Marina]]
[[Categoria:
[[Categoria:Personalità della Repubblica Sociale Italiana]]
[[Categoria:Politici del Movimento Sociale Italiano
[[Categoria:Politici del Fronte Nazionale]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine militare di Savoia]]
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare della Repubblica Sociale Italiana]]
[[Categoria:Borghese|Junio Valerio]]
[[Categoria:Militari della Xª Flottiglia MAS]]
[[Categoria:Croci di Ferro di prima classe]]
[[Categoria:Anticomunisti italiani]]
[[Categoria:Croci di Ferro di seconda classe]]
[[Categoria:Moti di Reggio]]
[[Categoria:Persone condannate per crimini di guerra]]
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