Gaio Valerio Catullo: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua||Catullo (disambigua)|Catullo}}
{{Bio
|Nome = Gaio Valerio
|Cognome = Catullo
|PreData = {{latino|Gaius Valerius Catullus}}, [[Scrittura e pronuncia del latino|pronuncia classica o ''restituta'']]: {{IPA|[ˈɡaːɪ.ʊs waˈlɛrɪ.ʊs kaˈtʊllʊs]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Verona
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[84 a.C.]] circa
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[54 a.C.]] circa
|Epoca = I a.C.
|Attività = poeta
|Nazionalità = romano
|Immagine = Busto di Catullo.jpg
|Didascalia = Busto di Catullo presso la ''Protomoteca'' della [[Biblioteca civica di Verona]].
}}
Le sue liriche d'amore, raccolte nel "Catulli Veronensis Liber", rappresentano il primo esempio di letteratura latina in grado di esprimere l'intensità delle passioni amorose sul modello ellenistico della poesia di [[Saffo]], [[Callimaco]] e degli [[Alessandrini]].
== Biografia ==
=== Origini familiari ===
Gaio Valerio Catullo proveniva da un'agiata famiglia latina che aveva contribuito a fondare la città di [[Verona]], nella Gallia Cisalpina; il padre avrebbe ospitato [[Quinto Cecilio Metello Celere|Q. Metello Celere]] e [[Giulio Cesare]] in casa propria al tempo del loro [[proconsole|proconsolato]] in [[Gallia Cisalpina|Gallia]]<ref name=":0">Svetonio, ''Vita di Cesare'', 73.</ref>. Per quanto concerne gli estremi cronologici della sua biografia, [[San Girolamo]]<ref>''Chonicon'', ad annum.</ref> pone l'87 a.C. e il 57 a.C. rispettivamente come data di nascita e di morte e specifica che egli morì alla giovane età di trent'anni. Tuttavia, poiché nei suoi carmi Catullo accenna ad avvenimenti che riportano all'anno 55 a.C. (come l'inizio del secondo consolato di [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]]<ref>Carme 113, 2.</ref> e l'invasione della Britannia da parte di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]<ref>Carmi 11, 12; 29, 4; 45, 22.</ref>), si è maggiormente propensi a ritenere che egli sia nato nell'85-84 e morto nel 55-54 a.C., assumendo il fatto che sia morto a trent'anni.
[[File:4 Sirmione - Area archeologica Grotte di Catullo.jpg|thumb|[[Sirmione]], [[Grotte di Catullo]]]]
=== Trasferimento a Roma, vita sociale e letteraria ===
[[File:Catullus-at-Lesbia's-large.jpg|thumb|upright=1.4|''Catullo da Lesbia'', dipinto di [[Lawrence Alma-Tadema]] ([[1865]]).]]
Trasferitosi nella Capitale non ancora ventenne, si suppone intorno al 61-60 a.C., cominciò a frequentare ambienti politici, intellettuali e mondani, conoscendo personaggi influenti dell'epoca, come [[Quinto Ortensio Ortalo]], [[Gaio Memmio]], [[Cornelio Nepote]] e [[Gaio Asinio Pollione|Asinio Pollione]]. Ebbe rapporti non idilliaci con [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]: per il primo scrisse diversi epigrammi di riprovazione morale della sua condotta<ref name=":0" /> mentre al filosofo arpinate dedicò il [[Carme XLIX]], di dubbia interpretazione tra un sincero ringraziamento o un'ironica apostrofe. Le sue precedenti esperienze di letterato a Verona gli facilitarono l'ingresso nel circolo dei "[[Poetae novi|poeti nuovi]]" del quale facevano parte anche gli amici [[Gaio Licinio Calvo|Licinio Calvo]] ed [[Gaio Elvio Cinna|Elvio Cinna.]] Durante il suo soggiorno a [[Roma]] ebbe una travagliata relazione con [[Clodia]], sorella del [[tribuno della plebe|tribuno]] [[Clodio]] e moglie del console [[Clodio|Quinto Metello Celere]]<ref>Secondo un'indicazione di Apuleio nell{{'}}''Apologia'', 10, la donna a cui si riferisce Catullo rimase vedova nel 59 a.C. di Quinto Metello Celere, sicché si può pensare a Clodia.</ref>.
<br />Clodia viene cantata nei carmi con lo pseudonimo letterario "Lesbia", in onore della poetessa greca [[Saffo]], molto cara a Catullo e originaria dell'[[Lesbo|isola di Lesbo]]. Il celebre [[Carme LI]] fu composto come l'adattamento di un'ode saffica ed è da molti stato interpretato come la prima dichiarazione di amore per Clodia. La donna aveva una decina d'anni più di Catullo che la descrive bella, colta, intelligente ma anche emancipata e spregiudicata. Il loro incontro avvenne probabilmente a Verona intorno al 62 a.C. durante il governatorato di Quinto Metello Celere nella città scaligera e la relazione andò avanti diversi anni alternando periodi di litigi, gelosie e riappacificazioni. L'ultimo carme che Catullo scrisse per l'amata può essere datato al 55 o 54 a.C., perché in esso viene menzionata la spedizione di Cesare in Britannia.
Tuttavia, come è risaputo, il poeta ebbe anche relazioni omoerotiche (ἔρως παιδικός) di non trascurabile importanza: la più celebre e documentata in cinque dei suoi carmi fu quella con un giovinetto romano (di dubbia condizione sociale, forse persino uno schiavo o un liberto) di nome Giovenzio. A tale amore si deve uno dei più teneri componimenti catulliani: il carme XLVIII, in cui il poeta, dimostrandosi ancora una volta in linea con la figura del ''poeta doctus'', ripercorre le metafore più diffuse ed in voga nella poetica alessandrina relativamente alla pratica della pederastia, come si legge nel XII libro dell'Antologia Palatina.
Catullo trascorse anche lunghi soggiorni lontano da Roma per concedersi dolci riposi nella villa paterna di [[Sirmione]], sul [[lago di Garda]], autentico luogo dell'anima per il poeta. Il [[Carme XXXI]] è un omaggio all'amata penisola di Sirmione e fu composto dopo un travagliato viaggio di ritorno dalla [[Bitinia]] dove era stato tra il 57-56 a.C. al seguito del pretore [[Gaio Memmio]]. In quella circostanza andò anche a rendere omaggio alla tomba del fratello morto alcuni anni prima e sepolto nella [[Troade]]. Il viaggio non recò però alcun beneficio a Catullo che ritornò senza i guadagni economici sperati al momento della partenza, né la lontananza riuscì a fargli riacquistare la serenità perduta a causa dell'incostanza di Lesbia e dei sospetti tradimenti. Fu tuttavia una nota positiva la visita alla lapide del fratello, in occasione della quale scrisse il Carme CI (al quale si ispirò in seguito Ugo Foscolo per la poesia [[In morte del fratello Giovanni]]).
<br />
Dalla raccolta dei suoi carmi non emergono chiare simpatie politiche e in essi Catullo è rivelato in un atteggiamento a debita distanza dalla vita politica, dedicato essenzialmente alla poesia concepita come ''lusus'' fra amici che esprime un certo distacco dai personaggi protagonisti della stagione tardo-repubblicana di Roma<ref>Al riguardo si veda il carme 93: «''Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere'' / ''nec scire utrum sis albus an ater homo''» - «Non mi interessa affatto piacerti, Cesare, né sapere se tu sia bianco o nero».</ref>. I suoi componimenti esternano talvolta una sostanziale riprovazione per l'arrivismo e la disonestà di certa politica nonché per quei poeti che si legavano a essa in cambio di protezione e favori economici. Catullo visse comunque da vicino gli avvenimenti principali del suo tempo: dalla formazione del [[primo triumvirato]], alla violenta guerra condotta da Cesare in Gallia e Britannia, passando per l'aspra rivalità tra Clodio, fratello della sua amata Lesbia, e Cicerone (costretto nel 58 a.C. a un esilio e poi richiamato) fino ai [[Primo triumvirato|patti di Lucca]] e al secondo consolato di Pompeo. Nel Carme LII , usando le parole di [[Alfonso Traina]], "il disprezzo della vita politica si fa disprezzo per la vita stessa":
{{Citazione|Che c'è, Catullo? Che aspetti a morire?<br />Sulla sedia curule siede Nonio lo scrofoloso,<br />per il consolato spergiura Vatinio:<br />che c'è, Catullo? Che aspetti a morire?|Carme 52|Quid est, Catulle? quid moraris emori?<br />sella in curuli struma Nonius sedet,<br />per consulatum peierat Vatinius:<br />quid est, Catulle? quid moraris emori?|lingua=la}}
== Opera ==
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (78-31 a.C.)}}
[[File:Catullus et in eum commentarius.tif|miniatura|
Marco Antonio Mureto, ''Catullus et in eum commentarius'', Venetiis, apud Paulum Manutium, 1554.]]
{{vedi anche|Liber (Catullo)}}
Il ''liber'' di Catullo non fu ordinato dal poeta stesso, che non aveva concepito l'opera come un corpo unico, anche se un editore successivo (forse lo stesso [[Cornelio Nepote]] a cui è stata dedicata la prima parte dell'opera) ha diviso il liber catulliano in tre parti secondo un criterio di tipo metrico: i carmi da 1 a 60, sotto il nome di ''nugae'' (letteralmente "sciocchezze"), brevi carmi polimetri, per lo più faleci e trimetri giambici; i carmi da 61 a 68, i cosiddetti ''carmina docta'' d'impronta alessandrina e per lo più in esametri e distici elegiaci; i carmi dal 69 al 116 sono gli epigrammi ("epigrammata"), in distici elegiaci.
== Il mondo poetico e concettuale di Catullo ==
[[File:Bakalovich catullus.jpg|thumb|upright=1.4|Il poeta Catullo legge uno dei suoi scritti agli amici, da un dipinto di [[Stefan Bakałowicz]].]]
Catullo è per noi uno dei più noti rappresentanti della scuola dei ''[[poetae novi|neòteroi]]'', ''poetae novi'', ("[[Poesia neoterica|poeti nuovi]]"), che facevano riferimento ai canoni dell'estetica alessandrina e in particolare al poeta greco [[Callimaco]], creatore di un nuovo stile poetico che si distacca dalla [[poesia epica]] di tradizione [[Omero|omerica]] divenuta a suo parere stancante, ripetitiva e dipendente quasi unicamente dalla quantità (in riferimento all'abbondanza dei versi di quest'ultima) piuttosto che dalla qualità. Sia Callimaco che Catullo, infatti, non descrivono le gesta degli antichi [[eroe|eroi]] o degli dei<ref>Eccezion fatta, forse, per i ''carmina'' 63 e 64.</ref>, ma si concentrano su episodi semplici e quotidiani. I neòteroi si dedicano perlopiù all'[[Ozio|otium letterario]] piuttosto che alla politica per rendere liete le loro giornate, coltivando il loro amore solo ed esclusivamente alla composizione di versi, tanto che Catullo dichiara nel carme 51: «''Otium, Catulle, tibi molestum est'':/''otio exsultas nimiumque gestis''» «L'ozio per te, Catullo, non è buono;/ nell'ozio smani e ti scalmani» (traduzione a cura di Nicola Gardini). Talvolta il poeta ostenta il suo disinteresse per i grandi uomini che lo circondavano e che stavano scrivendo la storia: «''nihil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere''» «non m'interessa, Cesare, di andarti a genio» (carme 93), scrive al futuro conquistatore della Gallia. Da questa matrice callimachea proviene anche il gusto per la poesia breve, erudita e mirante stilisticamente alla perfezione. Si sviluppano, originari dell'alessandrinismo e nati da poeti greci come [[Callimaco]]<ref>Morelli Alfredo Mario, ''Il callimachismo del carme 4 di Catullo'', Cesena: Stilgraf, Paideia: rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria: LXX, 2015.</ref>, [[Apollonio Rodio]], [[Teocrito]], [[Asclepiade di Samo|Asclepiade]], [[Fileta di Cos]] e [[Arato di Soli|Arato]], generi quali l'[[epillio]], l'elegia erotico-mitologica e l'epigramma, che più sono apprezzati e ricalcati dai poeti latini.
Catullo stesso definì il suo libro ''expolitum'' (cioè "levigato") a riprova del fatto che i suoi versi sono particolarmente elaborati, le poesie raffinate e curate. Una delle caratteristiche peculiari della sua poetica è, infatti, la ricercatezza formale, il ''[[labor limae]]'', con la quale il poeta cura e rifinisce i suoi componimenti. Inoltre, al contrario della poesia epica, l'opera catulliana intende evocare sentimenti ed emozioni profonde nel lettore, anche attraverso la pratica del ''vertere'', rielaborando pezzi poetici di particolare rilevanza formale o intensità emozionale e tematica, in particolare come nel ''carmen'' 51, una emulazione del fr. 31 di Saffo, come anche i ''carmina'' 61 e 62, ispirati agli ''[[epitalamio|epitalami]]'' saffici.<br />
Il carme 66, preceduto da una dedica ad Ortensio Ortalo, è una traduzione della ''Chioma di Berenice'' di Callimaco, che viene ripreso per mostrare l'adesione ad una raffinata elaborazione stilistica, una dottrina mitologica, geografica, linguistica ed infine la ''brevitas'' dei componimenti, con la convinzione che solo un carme di breve durata può essere un'opera raffinata e preziosa.
Notevole l'attenzione presente in alcuni Carmi per le problematiche legate al rapporto tra ripetizione, struttura e ri-uso (carmen 30), tra autobiografia e problematica dell'Interpretazione, e al rapporto mittente-messaggio-interpretazione. <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Radici Colace|titolo=Mittente-messaggio-destinatario in Catullo tra autobiografia e problematica dell'interpretazione,|rivista=Atti del Convegno “La componente autobiografica nella poesia greca e latina fra realtà e artificio letterario - Pisa 16-17 maggio 1991”, Pisa 1992, pp. 1-13.}}</ref>
== Note ==
<references />
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=== Rassegne bibliografiche ===
* {{cita pubblicazione |cognome=Granarolo|nome=J.|anno=1973-1974|titolo=Catulle 1948-1973|rivista=Lustrum|volume=17|pp=27-70}}
* {{cita pubblicazione |cognome=Granarolo|nome=J.|anno=1986-1987|titolo=Catulle 1960-1985|rivista=Lustrum|volume=28-29|pp=65-106}}
* {{cita libro|nome=H.|cognome=Harrauer|titolo=A Bibliography to Catullus|url=https://archive.org/details/bibliographytoca0000harr|città=Hildesheim|anno=1979|editore=}}
* {{cita libro|nome=J.P.|cognome=Holoka|titolo=Gaiu Valerius Catullus. A Systematic Bibliography|url=https://archive.org/details/gaiusvaleriuscat0000holo|città=New York-Londra|anno=1985|editore=}}
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{{div col}}
* [[Mario Rapisardi]], Napoli, 1889.
* E. Stampini, Torino, 1921.
* U. Fleres, Milano, 1927.
* C. Saggio, Milano, 1928.
* [[Guido Mazzoni (letterato)|Guido Mazzoni]], Bologna, 1939.
* [[Salvatore Quasimodo]], Milano, 1942.
* V. Errante, Milano, 1943.
* E. D'Arbela, Milano, 1946.
* [[Enzio Cetrangolo]], Milano, 1950.
* Vincenzo Ciaffi, Torino, 1951.
* [[Giovanni Battista Pighi]], Verona, 1961.
* E. Mazza, Parma, 1962.
* [[Guido Ceronetti]], Torino, 1969.
* Mario Ramous, Milano, 1975.
* T. Rizzo, Roma, 1977.
* [[Francesco Della Corte]], Milano, 1977.
* Enzo Mandruzzato, Milano, 1982.
* F. Caviglia, Roma-Bari, 1983.
* Giovanni Wesley D'Amico, Palermo, 1993.
* Gioachino Chiarini, Milano, 1996
* [[Guido Paduano]], Torino, 1997.
* [[Luca Canali]], Firenze, 2007.
* Alessandro Natucci, Roma, 2008, 2020 anche in formato Kindle
* [[Alessandro Fo]], Torino, 2018.
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=== Commenti ===
* R. Ellis, Oxford 1876.
* A. Riese, Lipsia 1884.
* E. Baehrens, Lipsia 1885.
* G. Friedrich, Lipsia-Berlino 1908.
* W. Kroll, Lipsia 1923.
* [[Massimo Lenchantin de Gubernatis]], Torino 1928.
* G. Fordyce, Oxford 1961.
* [[Giovanni Battista Pighi|G.B. Pighi]], Verona 1961.
* K. Quinn, Londra 1970.
* F. Della Corte, Milano 1977.
* F. Caviglia, Bari 1983.
* E. Merrill, Boston 1983.
* H.-P. Syndikus, Darmstadt 1984-1990.
=== Studi ===
* {{cita libro | nome=Paolo|cognome=Fedeli| titolo=Introduzione a Catullo| editore=Laterza| città=Roma-Bari| anno=1990}}
* {{cita libro | autore=J. Ferguson| titolo=Catullus| editore= | città=Oxford| anno=1988}}
* {{cita libro | autore=E.A. Schimdt| titolo=Catull| editore=| città=Hidelberg| anno=1985}}
* {{cita libro | autore=F. Della Corte| titolo=Due studi catulliani| editore= | città=Genova| anno=1951}}
* {{cita libro |autore=C.L. Neduling| titolo=A Prosopography to Catullus| editore= | città=Oxford| anno=1955}}
* {{cita libro | autore=D. Braga| titolo=Catullo e i poeti greci| editore= | città=Messina-Firenze| anno=1950}}
* {{cita libro | autore=O. Hezel| titolo=Catull und das griechische Epigramm| editore= | città=Stuttgart| anno=1932}}
* {{cita libro | autore=J.K. Newman| titolo=Roman Catullus and the Modification of the Alexandrian Sensibility| editore= | città=Hildesheim| anno=1990}}
* {{cita libro | autore=A.L. Wheeler| titolo=Catullus and the Tradition of Ancient Poetry| editore= | città=Londra-Berkeley| anno=1934}}
* {{cita libro|nome=Ulrich|cognome=von Wilamowitz-Moellendorff|wkautore=Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff|titolo=Catullus hellenistische Gedichte}} in ''Hellenistische Dichtung in der Zeit des Kallimachos'', II, Berlino 1924.
* {{cita libro|autore=Mario Rapisardi|titolo=Catullo e Lesbia. Studi|città=Firenze|editore=Succ. Lemonnier|anno=1875|url=https://it.wikisource.org/wiki/Catullo_e_Lesbia}}
* [[Enzo Marmorale]], ''L'ultimo Catullo''. Napoli, 1952
* P. Radici Colace, ''Il poeta si diverte. Orazio, Catullo e due esempi di poesia non seria'', Giornale Italiano di Filologia XVI [XXXVII] 1, 1985, pp. 53-71.
* P. Radici Colace, ''Mittente-messaggio-destinatario in Catullo tra autobiografia e problematica dell'interpretazione'', in AA.VV., Atti del Convegno “La componente autobiografica nella poesia greca e latina fra realtà e artificio letterario - Pisa 16-17 maggio 1991”, Pisa 1992, pp. 1-13.
* P. Radici Colace,, ''La "parola" e il "segno". Il rapporto mittente-destinatario e il problema dell'interpretazione in Catullo'', Messana n.s.15, 1993, pp. 23-44.
* {{cita libro|autore=[[Giancarlo Pontiggia]]|coautori=Maria Cristina Grandi|titolo=Letteratura latina. Storia e testi. Vol. 2|editore=Principato|città=Milano| anno=1996|mese=marzo|isbn=978-88-416-2188-2|cid=Pontiggia}}
*{{cita libro|autore-capitolo=N. Kaggelaris|capitolo=Wedding Cry: Sappho (Fr. 109 LP, Fr. 104a LP)- Catullus (c. 62, 20-5)- modern Greek folk songs|urlcapitolo=https://www.academia.edu/24597922|curatore=E. Avdikos|curatore2=B. Koziou-Kolofotia|titolo= Modern Greek folk songs and history|pp=260-270|lingua=el}}
== Voci correlate ==
* [[Grotte di Catullo]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|v=Classico Latino: Catullo (superiori)}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://spazioinwind.libero.it/latinovivo/Testintegrali/catullolibertrad.htm|Il ''Liber'' di Catullo tradotto in italiano}}
* {{cita web|http://www.intratext.com/IXT/LAT0224/|Il ''Liber'' di Catullo con concordanze e liste di frequenza}}
* {{cita web | https://www.milanopocket.it/grotte-catullo/ | Le grotte di Catullo}}
* {{cita web|http://rudy.negenborn.net/catullus/text2/sc1.htm|Scansione metrica del ''Liber'' di Catullo}}
* {{cita web|http://digilander.libero.it/uraniaceleste/Berenice/Natucci.htm|La Chioma di Berenice: traduzione di Alessandro Natucci}}
* {{cita web|http://classiciscriptores.weebly.com/uploads/1/1/1/1/111112891/catullo_lxiv.pdf|Il carme 64: traduzione di Alessandro Natucci}}
{{Ludovico Ariosto}}
{{Controllo di autorità}}
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