Pandosia Bruzia: differenze tra le versioni

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'''Pandosia nel Bruzio''' è un'antica città citata dagli storici antichi e situata nei pressi dell'attuale [[Castrolibero]], o più probabilmente nell'attuale territorio della città di [[Acri (Italia)|Acri]]. Pandosia viene descritta dallo storico [[Strabone]] (VI 1,-5) quale antica capitale del popolo degli [[Enotri]], dovette quindi essere un centro importante tra l'età del Bronzo e quella del Ferro citazione (''La Magna Grecia'', Guida Archeologica Laterza), in età più recente è ricordata perché presso il fiume [[Acheronte]], che scorreva nelle sue vicinanze, fu assassinato il [[re d'Epiro]] [[Alessandro il Molosso]] (''Magna Grecia'', edizioni Guide Archeologiche Laterza pag. 64).
Nel centro storico come nel territorio della città di Acri notevoli ritrovamenti archeologici analizzati al carbonio 14 hanno evidenziato la costante frequentazione del territorio a partire dal Pre-Eneolitico fino all'Eta del Ferro, inoltre successive scoperte mostrano la frequentazione fino all'Età Classica.
 
== Fonti antiche ==
(Pandosia bruzia tra mito e realtà)
* [[Aristotele]] dice che Pandosia si trovava a sei ore di cavallo dal mare (Non lo dice Aristotele, ma U. Nisticò, in Storia della Calabria, pag. 11).
Non tutti sanno che, esistevano due Pandosia una lucana ed una Bruzia , infatti anche lo storico e geografo Strabone ne fa chiaro riferimento distinguendo le due città omonime , lo stesso dicasi dello storico tito Livio quando narra le vicende delle ultime fasi della guerre puniche (204-203) av. Cristo forse duplicando l'episodio ,per aumentarne l'importanza della vittoria a favore dell'esercito romano, racconta che l'esercito romano conquisto con la forza Clampetia e a seguito di cio si arresero a discrezione Cosenza e Pandosia ed altri (ignobiles aliae civitates) cioè ed altre città di scarsa importanza, e che l'anno succesivo si consegnarono al console Gneo Servilio : Cosenza Aufugum(aufugo)cioè(Montalto-Uffugo), Berge, Ocriculum (Ocricolo),anche se alcuni storici dicono si tratti di (Acriculum)Acri?,Besidie (Bisignano),Linfeo=Liuthi-Liutti(luzzi),Clampetia=Lampeteia-(L)Amantea),naturalmente questi accostamenti sono solo molto somiglianti a quelli di alcuni comuni presenti, nel territorio del Cosentino , anche se obbietivamente da alcune recenti campagne di scavo, in alcune di queste città i reperti archeologici rivenvenuti sono molto promettenti, perchè pertinenti proprio al quel preciso periodo storico.
* [[Tito Livio]]<ref>Tito Livio, [[:wikisource:la:Ab Urbe Condita liber VIII|''ab Urbe condita'', VIII, 24]]</ref>, narrando le vicende di [[Alessandro I (re dell'Epiro)|Alessandro il Molosso]], descrive il suo insediarsi su tre elevazioni vicine al fiume [[Acheronte]], nei pressi della città di Pandosia, che si trovava a sua volta presso i confini tra le terre dei [[Lucani]] e dei [[Bruzi]]. Da Tito Livio abbiamo la conferma che Pandosia si trovava nei pressi di Cosenza. In un passo successivo<ref>[[:wikisource:la:Ab Urbe Condita liber XXIX|''ab Urbe condita'', XXIX, 38]]</ref> cita la spontanea sottomissione di ''Consentia'' e Pandosia ai [[Repubblica romana|Romani]] nel [[204 a.C.|204]]-[[203 a.C.]]
Sulla mitica città Pandosia Bruzia molto si è scritto, fiumi d'inchiostro ed eminenti storici nonche archeologici si sono cimentati per trovarne il sito ed i resti, eppure la metropoli dei bruzi secondo Strabone era Cosenza,ma della città antica non resta nulla, pochi frammenti, ma di Pandosia cosa sappiamo? Era la città più antica del popolo Osco-Bruzio forse la città più antica dell'Italia allora conosciuta, finanche dai greci invasori,dove avevano residenza regale i re dell'antica Italia, molto tempo prima che la città di Roma venisse fondata, il loro re mitico era re Italo che trasformò il popolo semi-nomade in popolo residente e trasformò i pastori in contadini, istitui banchetti comuni e reciproche leggi, questo popolo gli Italici dapprima furono cacciati dalle loro terre dai greci, sopratutto da quelle più fertili, poi quando più forti , più determinati e organizzati sopratutto nel guerreggiare ,iniziarono una guerra senza quartiere contro i greci delle polis quali Sibari, Crotone, Lamezia,Reggio, Terina,Squillace,e tante altre città minori, con la ferma decisione di distruggere l'elemento greco ,loro odiato nemico, quando i greci si resero conto, che ormai non potevano più contrastare la forza militare bruzia ,chiesero aiuto alla madre patria che inviò svariati contingenti militari che per brevi periodi riuscirono a riconquistare solo parte delle conquiste fatte dai bruzii, questo solo sino a quando arrivarono i romani con il loro esercito e che dopo una lunga battaglia durata diversi anni, che purtroppo degenerò nell'ultima fase più a guerriglia vera e propria ,nei confronti delle popolazioni ormai decimate dei Bruzi, comportò la deportazione,di intere popoloziani e la ditruzione di alcune città simbolo della ribellione fra queste Pandosia e Clampetia simbolo per antonomasia della storia dei Bruzi.Pandosia era considerata città fortezza dalla maggioranza degli storici dell'epoca compreso Strabone e Tito Livio, Appiano.
* [[Strabone]]<ref>Strabone, ''Geographia'', 6.1.5</ref> la colloca nei pressi di ''Consentia'' ([[Cosenza]]) e la descrive come una città fortificata, e da valide difese naturali, riportando la notizia che un tempo fosse stata capitale degli [[Enotri]]. Presso la città venne ucciso nel [[331 a.C.|331]]-[[330 a.C.]] Alessandro il Molosso. La città occupava tre colline e vi scorreva nei pressi un fiume con lo stesso nome dell'[[Acheronte]]. Il nome stesso è fin dall'antichità attribuito ad un fiume situato a Castrolibero. Parimenti il fiume Mucone che nasce dai gioghi della Sila e passa per Acri viene identificato come Acheronte.
Di questa citta,numerosa di popolo estesa su tre colli,alquanto distanti tra loro, e ricca di acque ne fanno motto una imfinità di storici, una città ricca ,più di ogni altra città dei Bruzii, definita (Basileum)città regale da Strabone, gli storici ne raccontano la sua conquista e la sua distruzione quasi totale ad opera da Lucio Silla,(la polazione fu decimata el restanti abitanti deportati come schiavi) per la verità questo trattamento molto spesso avveniva solo nei riguardi delle classi più importanti!.
* [[Stefano di Bisanzio]]<ref>Stefano di Bisanzio, "De Urbis et Populis". (''..Pandosia castellum Brettiorum munitum tres vertices habens circa quod Alexander oetulus perit ab hujsmodi oroculo decepts:Pandosia tre colles habens, multum aliquando populum perdes...'').</ref>, nel [[V secolo]], cita Pandosia come città dei [[Bruzi]], fortificata e con tre "''vertices''", e ricorda che vi perse la vita Alessandro il Molosso.
Ma finalmente si potrà togliere il mistero di questa mitica città da cui l'attuale Italia ne prese il nome perchè vi abitò la famiglia regale di re Italo, da circa sette anni ,anche se in fasi alterne, si sono intraprese delle campagne di scavo nella città di Acri vicino a Cosenza, questa vicinanza è essenziale perchè Strabone scrisse che la città si trovava nelle prossimità di Cosenza (posta un po più sopra), ma ritorniamo alla campagna scavo i reperti fin ora rinvenuti sono veramente molto antichi dell'Eneolitico, fino al Bronzo iniziale -medio e finale per dirla in parole semplici dal XXIX secolo av.Cristo e cioè ben 5000 anni or sono fino in età cuprolitica(eta del rame),la quantità rinvenuta e tale da ormai richiedere la realizzazione di un Antiquarium. I siti indagati (per il momento due) mostrano che vi abitava una popolazione autoctona ,con uno stile del tutto unico ,simile a quello di (Palma di Campana) o di (Cellerino SanMarco) o alla grotta di (Cassano Ionio(I -II), ma con delle differenze che la rendono unica nel suo stile, fin ora sono stati indagati alcuni pianori in prossimità della città vecchia di Acri in provincia di Cs, posti questi pianori a mezza costa sul fiume Mucone ed il Chalamo, che sfociano nel Crati, e su di una pianura posta a sud della città vecchia dove sono stati rinvenuti una grandissima quantità di oggetti, di origine bruzia comprese delle fornaci per la lavorazione della ceramica , per ultima dei frammenti di ceramica greca arcaica (Ilix) a vernice nera, e per ora solo parte di frammenti di una (villa rustica romana del II secolo dopo cristo)tra cui non pochi mattoni!
Gli scavi sono supervisionati dalla Soprintendenza Archeologica della Sibaritide e guidati dal famoso Archeologo (Renato Peroni) direttore a Cattedra all'Università La Sapienza di Roma e docente di Protostoria Europea presso la Sapienza in Roma e una folta equipe di archeologhi di Roma tra cui il prof. archeologo A.Vanzetti di Roma e la archeologa professoressa M.A.Castagna esperta in archeologia dell'antica Roma.
I reperti fin ora rivenuti fanno ben sperare considerando che gli scavi sono solo all'inizio , basti pensare che sono stati indagati solo poche decine di metri soltanto mentre il sito e di diversi ettari,gli esperti non si sbilanciano, ma nell'aria cè un discreto ottimismo, per il semplice motivo che Acri era da sempre una delle maggiori candidate, come erede della mitica città di Pandosia, ma fin ora non aveva nulla per avvalorare le sue tesi storiche per altro molto frammentarie, nella prossima estate, con il patrocinio della amministrazinone della Provinciale di Cosenza e del comune di Acri e la Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Lazio apriranno varie campagne di scavo , che con molto probabiltà finalmente metteranno definitivamente in luce alla scoperta di questa città Pandosia Bruzia.
 
== Fonti numismatiche ==
==Bibliografia==
{{Vedi anche|Monetazione di Pandosia}}
 
Agli inizi del [[V secolo a.C.]] furono coniati [[Statere|stateri]] con lo stesso tipo della città di [[Crotone]], alla quale Pandosia era sottoposta. Simili monete furono emesse anche da Crotone con [[Sibari]] e con [[Temesa]].
(Geografia L'Italia) Strabone, Rizzoli editore 1996; Giuseppe Goia Memorie Storiche e documenti su Lao,Laino,Sibari,Tebe-Lucana napoli 1883;Norman Douglas Vecchia Calabria Giunti editore 1992 ristampa 1998; Monete Romane -Monete Greche Francesco Gnecchi editore Urlico Hoepli 1935; Monete Greche S.Ambrosoli editore Urlico Hoepli Milano 1917;Ettore M. de Julliis Magna Grecia editore Puglia 1996;Pier Giovanni Guzzo (le città scomparse della Magna Grecia)editore Newton Compton 1996;Rosario Curia Bisignano nella storia del Mezzogiorno editore Pellegrini 1987; Museo Nazionale di Reggio Calabria di Elena Lattanzi editore Gangemi 1987;Magna Grecia di Emanuele greco (guide Archeologiche Laterza Bari 1993); Domenico Maringola Pistoia (Cose di Sibari ) editore Libreria Simoniana Napoli 1845;Associazione Culturale Abate Gioacchino onlus di Domenico Martire da (la Calabria Sacra) editore il Migliaccio 1878 riedizione Legenda Cosenza 2002;La civiltà della Magna_Grecia Bizantina o Basiliana e i suoi rapporti con il rinascimento ellenistico d'Italia di dott. Francasco Capalbo da tipografia giornalistica (il giornale di Calabria prima ediz. 1922 riedizione Brenner 1997; Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (atti della XXXVII riunione scientifica su la preistoria della Calabria 2002), Firenze 2004 pubblicazione della Fondazione Padula ,ricerche a cura della Cattedra di Protostoria europea dell'Università (La Sapienza di Roma) a cura di Maria Antonietta Castagna e di Andrea Schiappelli ,direzione tecnica dei lavori Soprintendenza Archeologica della Calabria; Cassetta I, Castagna M.A.,Vanzetti A., Ferranti F., Levi S.T., Luppino Silvana, Peroni Renato, Schiappelli A., (Broglio di Trebisacce, Città Vetere di Saracena, Colle Dogna Acri cs : campagne di scavi 1998,1999 edizione 2000 in( Magna grecia e oriente mediterraneo prima dell'eta ellenistica) ,Atti del XXXIX convegno di studi sulla Magna Grecia pp.749,Roma.
 
Un secondo statere emesso nel [[435 a.C.|435]]-[[425 a.C.]] dalla sola Pandosia, riporta sul verso il dio del fiume [[Crati]]. Agli inizi del [[IV secolo a.C.]] si riferiscono uno statere, una [[dracma]] e un [[triobolo]] emessi dalla sola Pandosia.
 
== L'identificazione della città ==
 
Dai resoconti delle fonti antiche si evince che la città si trovava presso un fiume che aveva all'epoca il nome di Acheronte, che era al confine tra Bruzi e Lucani. È stata l'antica capitale dei re Enotri, situata nell'interno, era annoverata a mezza strada tra Sibari e Temesa, un po' sopra a Cosenza. Talora posta tra le città del Tirreno, o in quelle del versante Jonico. Citate nella Pariegesi di Pseudo-Scimmo vv . 326-329: nel Pseudo Scilace e ciatata semplicemente fra le città greche e lucane. Attualmente le evidenze e i ritrovamenti archeologici più prominenti situano Pandosia nei pressi dell'attuale città di Acri o nei pressi dell'attuale città di Castrolibero.<ref>Castrolibero e Marano Principato nel [[XIX secolo]] costituivano un unico comune, con il nome di "Castelfranco". Gli attuali comuni di Castrolibero, [[Marano Marchesato]] e [[Marano Principato]] hanno costituito nel [[1998]] l'"Unione Pandosia".</ref>: dista pochi chilometri da Cosenza nei pressi di Castrolibero e sembra concordare con il racconto liviano della fine di Alessandro il Molosso, secondo il quale parte del suo corpo, straziato dai nemici, venne trasportato a Cosenza ovviamente a dorso di mulo. La città di Cosenza doveva essere molto vicina tenuto conto dei mezzi di trasporto di allora. Castrolibero fu inizialmente una fortezza (Castelfranco e prima ancora Pandosia) situata nei tenimenti di [[Mendicino]]. I centri storici dei comuni di Mendicino e di Castrolibero, che confinano tra loro, si trovano a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro. In un documento del 1267 ''In tenimento Mendicini'' si trovava il casale di "Pantosa" (infatti all'epoca il complesso Pantosa-Castelfranco faceva parte dei tenimenti di Mendicino). Il documento venne emanato in Viterbo, l'8 febbraio del 1267, decima indizione, da [[papa Clemente IV]]. In un altro documento del [[1278]] (documenti della cancelleria Angioina) il toponimo è indicato indifferentemente come "Pantose" o "Pandose", indicando una possibile sopravvivenza del nome dell'antica città di Pandosia. Nel [[1412]] il casale di Pantosa risulta disabitato<ref>Pergamena n.57 dell'Archivio Sanseverino di Bisignano nell'Archivio di Stato di Napoli.</ref> in quanto era stato abbandonato a favore di Castelfranco. A conferma della identità Castelfranco=Pandosia, la chiesa di San Nicola, al confine tra Castrolibero e Marano Principato, viene citata nel [[1545]] (F. Russo, ''Regesto Vaticano per la Calabria'', nn. 18965 e 18976) come ''S. Nicolai de Pantusa de Castrofranco'', la chiesa di San Salvatore, ora Parrocchia nel centro storico di Castelfranco, è citata nel [[1567]] in un documento del "notar" Giordano G. Andrea (Cosenza, 6-5-1563) f. 299 come ''Santis Salvatoris de Pantusa''. Quindi Pantosa-Pantusa e Castelfranco erano intimamente legati. A Castelfranco sono stati rinvenuti, in località "Palazzotto" i resti di strutture difensive e nel [[1877]] vi venne trovata una moneta dell'antica Pandosia<ref>Eugenio Arnon, ''La Calabria Illustrata'' (ristampa Edizioni Orizzonti meridionali, 1995), IV, p.59.</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Gran parte di queste notizie sono tratte dal saggio di Luigi Bilotto: Ancora su Pandosia in: Luigi Bilotto (a cura di) Cosenza nel Secondo Millennio, Vol. II, anno 2000 Pubblisfera, San Giovanni in Fiore.
* La notizia di cui alla nota 6 è tratta da Luigi Bilotto, Cerisano, Castrolibero e Marano Principato dal XIV al XIX secolo, Mendicino Santelli, 1988.
* Citazione tratte da [[Jean Bérard|Jean Berard]], ''La Magna Grecia'', piccola biblioteca, Einaudi, 1973, pag. 152-172.
 
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