Fair use: differenze tra le versioni
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Il '''fair use''' (in [[lingua italiana|italiano]], ''uso'' o ''utilizzo'' ''leale'', ''equo'' o ''corretto'') è una disposizione [[Legislazione|legislativa]] dell'ordinamento giuridico degli [[Stati Uniti d'America]]
Istituti simili sono tuttavia previsti anche da altre legislazioni statali a livello mondiale
== Caratteristiche dell'istituto ==
La dottrina del ''fair use'' è per tradizione considerata una esclusiva della legislazione degli Stati Uniti. In altre legislazioni di tradizione anglosassone è in vigore un principio simile: il ''[[fair dealing]]'', più orientato agli usi didattici. Secondo tale tradizione, nelle legislazioni dell'[[Europa]] continentale il ''fair use'' non trovava applicazione. Tuttavia, anche su pressione statunitense, molti concetti del [[copyright]] anglosassone col tempo sono stati recepiti nel diritto dei singoli stati europei (la durata, ad esempio, si è innalzata dai 50 anni dalla morte dell'autore a 70 anni).
Allo stesso modo, i precetti del ''fair use'' hanno cominciato a farsi strada sia nella normativa dell'[[Unione europea]], sia in quella dei singoli paesi. In [[Italia]], l'unica norma assimilabile al ''fair use'' è l'articolo 70 della legge 633 del 1941, ma di essa la giurisprudenza dà un'interpretazione restrittiva<ref>[http://www.
== Storia ==
La prima legge sul copyright, lo Statuto d'Anna del 1709, non prevedeva specifiche sull'utilizzo legale di materiale protetto senza autorizzazione del titolare dei diritti, il che portò al caso ''Gyles v Wilcox'' del 1740, che introdusse la dottrina del ''fair abridgement'', che prevedeva che un'opera, che sintetizzava materiale protetto, poteva essere considerata materiale originale se venivano dimostrati lo sforzo e l'originalità di quest'ultima<ref>{{Cita web|url=http://www.copyrighthistory.org/cgi-bin/kleioc/0010/exec/showscreen/%22uk_1741b_im_001_0002.jpg%22|titolo=Gyles v. Wilcox (Barnardiston's Report) (1741)|data=|accesso=2019-07-21|dataarchivio=18 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120218231934/http://www.copyrighthistory.org/cgi-bin/kleioc/0010/exec/showscreen/%22uk_1741b_im_001_0002.jpg%22|urlmorto=sì}}</ref>. Questa dottrina, con il tempo, mutò nei moderni concetti di ''fair use'' e ''fair dealing'': la sentenza del caso americano di ''Folsom v. Marsh'' del 1841<ref>{{Cita web|url=https://www.trademarkandcopyrightlawblog.com/2014/02/a-presidents-day-copyright-story-george-washington-and-the-first-fair-use-case/|titolo=A Presidents Day Copyright Story: George Washington And The "First" Fair Use Case|sito=Trademark and Copyright Law|data=2014-02-17|lingua=en|accesso=2019-07-21}}</ref> introdusse quello che sarebbe diventato il concetto di ''uso trasformativo'', che si sarebbe rivelato fondamentale per distinguere la violazione di copyright dall'utilizzo leale.
Il concetto di ''fair use'' restò soltanto una pratica legale nel [[Common law|Common Law]] fino a quando non fu incorporata nell'ordinamento statunitense con il [[Copyright Act]] del 1976, che prevedeva "la riproduzione di materiale protetto" per la preparazione di "materiale derivativo basato su suddetto materiale"<ref>{{Cita web|url=https://www.congress.gov/bill/94th-congress/senate-bill/22|titolo=S.22 - 94th Congress (1975-1976): An Act for the general revision of the Copyright Law, title 17 of the United States Code, and for other purposes.|autore=John L. McClellan|data=1976-10-19|accesso=2019-07-21}}</ref>. Negli anni a seguire, specialmente negli anni Novanta, il ''fair use'' divenne una tattica legale utilizzata per combattere l'estensione dell'utilizzo del copyright (nel 1998 venne introdotto il [[Copyright Term Extension Act]]), ritenuta eccessiva<ref>{{Cita web|url=https://www.lumendatabase.org/pages/about|titolo=About :: Lumen|accesso=2019-07-21}}</ref> da molte associazioni delle libertà civili in materia elettronica.
== Nel mondo ==
=== Africa ===
Nei paesi dove la trasmissione della cultura locale avviene principalmente in [[tradizione orale|forma orale]], come i paesi [[
=== Italia ===
Il senatore [[Mauro Bulgarelli]] ha [[Interrogazione parlamentare|interrogato]] il [[Governo della Repubblica Italiana|governo italiano]] sull'opportunità di estendere anche in Italia l'utilizzabilità del concetto del ''fair use'' per le attività didattiche e scientifiche
==== Il comma 1-bis, art. 70 ====
Nel dicembre [[2007]], il [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento italiano]], su proposta della Commissione Cultura della Camera presieduta da [[Pietro Folena]], ha approvato il contestato<ref>[[Luca Spinelli]], "''[http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2183742 Italia, al via le immagini degradate]''", Punto Informatico, 8 febbraio 2008</ref> comma 1 bis in estensione dell'art. 70 della Legge sul diritto d'autore effettivamente introdotto<ref>{{Cita web|url=https://www.dandi.media/2017/10/italia-e-fair-use/|titolo=Italia e Fair Use: art. 70 della legge sul diritto d'autore.|sito=DANDI|data=2017-10-23|lingua=it-IT|accesso=2019-07-02}}</ref> dalla '''Legge 9 gennaio 2008,
:«1-bis. ''È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro
==== Iniziativa per il comma 1-bis ====
Nel marzo 2008, il giurista [[Guido Scorza]] e l'editorialista [[Luca Spinelli]] hanno promosso un'iniziativa nazionale<ref>Lorenzo Gennari, "''[http://www.pubblicaamministrazione.net/leggi-e-norme/news/634/diritto-dautore-chiarezza-sul-comma-1-bis.html Diritto d'autore, chiarezza sul comma 1 bis]''", Pubblicaamministrazione.net, 11 marzo 2008
L'iniziativa, sostenuta da personalità della ricerca e della politica italiana ([[Elio Veltri]], [[Fiorello Cortiana]], [[Mauro Bulgarelli]], [[Salvatore Gaglio]], [[Bruno Mellano]] e altri<ref>"''[http://punto-informatico.it/2208850/PI/Lettere/Diritto-d-autore--c--egrave--chi-vuole-dare-un-senso-al-degrado/p.aspx Diritto d'autore, c'è chi vuole dare un senso al degrado]''", Punto Informatico, 4 marzo 2008</ref>), ha portato a una proposta di Decreto attuativo presentata ai ministri [[Ministero
==== La posizione dell'AGCOM ====
Nella proposta di direttiva sul diritto d'autore sul web l'[[Agcom]] ha chiarito che essa non si applicherà ai casi previsti dal fair use, che in tal modo, avrebbe un indiretto esempio di applicazione nel diritto italiano<ref>[http://www.agcom.it/Default.aspx?message=visualizzadocument&DocID=6663 AGCOM]</ref>. L'indirizzo è stato ribadito dal presidente Calabrò<ref>
=== Stati Uniti d'America ===
Disposizioni sono contenute nel titolo 17, § 107, del ''[[Copyright Act]]'' sotto forma di [[clausola (diritto)|clausola]] (la legge sul [[copyright]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]]). Il principio del ''fair use'' rende le opere protette da copyright disponibili al pubblico come materiale grezzo senza la necessità di autorizzazione, a condizione che tale libero utilizzo soddisfi le finalità della legge sul copyright, che la [[costituzione degli Stati Uniti d'America]] definisce come promozione "del progresso della scienza e delle arti utili" (I.1.8), {{chiarire|o meglio dell'applicazione legale dei reclami di infrazione}}.
La dottrina tenta con ciò di equilibrare gli interessi dei titolari di [[Diritto|diritti]] esclusivi con i benefici sociali o culturali che derivano dalla creazione e dalla distribuzione delle [[Opera derivata|opere derivate]]. Nella misura in cui questa dottrina protegge forme di espressione che potrebbero diversamente venire a configurarsi come infrazioni del copyright, è stata posta in relazione con la protezione della [[libertà di parola]] sancita dal [[I emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|primo emendamento della costituzione statunitense]].
Tesi a favore di un restringimento del ''fair use'' sono state sostenute dalla [[Copyright Alliance]], che raggruppa molti dei soggetti che difendono interessi economici importanti. Per contro, la [[Computer & Communication Industry Association]] (CCIA) ha fatto richiesta alla [[Federal Trade Commission]] di chiarire la definizione di "fair use", al fine di evitare la confusione esistente anche sul piano legale. Secondo la tesi della CCIA, ciò che rende illecito il copiare non è l'attività in sé, ma il copiare a scopo di lucro<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Sarah McBride and Adam|cognome=Thompson|url=https://www.wsj.com/articles/SB118593806790484425|titolo=Google, Others Contest Copyright Warnings|pubblicazione=Wall Street Journal|data=2007-08-01|accesso=2019-07-21}}</ref>.
==== I quattro fattori alla base del ''fair use''<ref>{{Cita web|url=https://www.law.cornell.edu/uscode/text/17/107|titolo=17 U.S. Code § 107 - Limitations on exclusive rights: Fair use|sito=LII / Legal Information Institute|lingua=en|accesso=2019-07-21}}</ref>====
La giurisprudenza statunitense ha elaborato quattro fattori, da valutare congiuntamente, per determinare un ''fair use'', con l'avvertenza che un solo fattore non è da solo sufficiente per ammettere o escludere a priori gli altri:<ref>Una certa corrente interpretativa accentua, sulla falsariga del [[fair dealing]], la distinzione tra uso commerciale e non commerciale, ma questo non appartiene, come elemento esclusivo, al diritto statunitense.</ref>
# L'oggetto e la natura dell'uso, in particolare se ha natura commerciale oppure didattica e senza scopo lucrativo;
# La natura dell'opera protetta;
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==== La giurisprudenza ====
Negli Stati Uniti ha suscitato grande eco il caso di un video amatoriale<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Stephanie Lenz|data=2007-02-07|titolo="Let's Go Crazy" #1|accesso=2019-07-21|url=https://www.youtube.com/watch?v=N1KfJHFWlhQ}}</ref> che aveva come sottofondo un celebre brano musicale<ref>{{Cita web|url=https://www.hollywoodreporter.com/thr-esq/a-landmark-legal-battle-a-toddler-dancing-prince-song-looks-be-ending-1117660|titolo=A Landmark Legal Battle Over a Toddler Dancing to Prince Song Looks to Be Ending|sito=The Hollywood Reporter|lingua=en|accesso=2019-07-21}}</ref>. Dopo un'aspra contesa, la magistratura ha ritenuto che fosse un caso legittimo di applicazione del principio del fair use<ref>Claudio Tamburrino, [http://punto-informatico.it/2822956/PI/News/fair-use-un-gioco-bambini.aspx "Il fair use è un gioco da bambini"], punto informatico, 2 marzo 2010</ref><ref>{{Cita pubblicazione|data=Argued and Submitted July 7, 2015|titolo=Lenz v. Universal Music Corp.|volume=801|p=1126|accesso=2019-07-21|url=https://scholar.google.com/scholar_case?case=12567649168680108221&hl=en&as_sdt=6&as_vis=1&oi=scholarr}}</ref>.
=== Unione europea ===
Nell'aprile 2007, il [[Parlamento europeo]], riunito in seduta plenaria, ha votato una relazione che accoglie la proposta della [[Commissione europea]] di una nuova [[Direttiva dell'Unione europea|direttiva]] sul [[diritto d'autore]] ([[Ipred2]]) e, nello stesso tempo, introduce una serie di emendamenti.
Uno, in particolare, ricalcato sostanzialmente sul ''fair use'' statunitense, stabilisce che la riproduzione in copie, o su supporto audio, o con qualsiasi altro mezzo, a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe), studio o ricerca, «non debba essere qualificato come reato» (nella versione inglese del testo si adopera proprio l'espressione “''fair use''”<ref>
== Casi celebri ==
=== Il caso Google Books ''vs'' Microsoft ===
Uno degli esempi più celebri di diversa lettura della normativa sul ''fair use'' è tra due colossi statunitensi della comunicazione sul [[World Wide Web|web]]. Per [[Google]], il ''fair use'' è la lecita riproduzione di stralci consistenti in qualche pagina di testi sotto copyright, come avviene nel suo servizio [[Google Books]], rilanciato con la collaborazione di molte università statunitensi. L'iniziativa è invece contestata da [[Microsoft]]
=== Il caso tra Universal e Disney ''vs'' Sony ===
Un altro caso molto celebre nella giurisprudenza nordamericana è relativo all'applicazione del fair use relativo al video registratore Betamax (che permetteva all'utente di videoregistrare liberamente un programma radiotelevisivo o un film). La corte suprema, riformando la sentenza d'appello con una storica pronuncia nel 1984, affermò che il criterio del fair use dovesse essere interpretato come possibilità concessa ad un autore di fare un "''uso ragionevole dei risultati realizzati da altri autori al fine di creare opere nuove''"; sulla stregua di tale massima, concluse che l'utente che videoregistra deve essere considerato come un consumatore del materiale depositato e non come utilizzatore (nel senso del ''fair use'').
=== Il caso Napster ===
Alla fine degli anni '90, un sistema di condivisione di file peer-to-peer conosciuto come Napster divenne disponibile al grande pubblico. Questo nuovo rivoluzionario servizio ha stabilito connessioni tra i singoli computer e ha permesso loro di condividere file da tutto il mondo. Napster era unico al momento, siccome non controllava mai direttamente i file trasferiti ma forniva un mezzo attraverso il quale le persone potevano connettersi tra loro. Naturalmente le case discografiche hanno reagito negativamente alla condivisione delle loro canzoni e hanno fatto causa a Napster per violazione del copyright. Riprendendo il caso Sony, concluso con la decisione che la registrazione di un programma televisivo per la visione successiva non violava il copyright poiché il ''time shifting'' dello spettacolo era un uso trasformativo in uso corretto, Napster ha permesso ai proprietari di musica il ''time shifting'' dei propri file in un'altra posizione per far sì che le persone potessero avere un'anteprima dei brani acquistabili. Inoltre Napster ha messo in guardia gli utenti dalla violazione dei diritti d'autore e ha permesso il download di molti file che non erano protetti da copyright, come ha sottolineato Patricia Jacobis nel suo articolo di CNET "Prova di Napster sulla nuova legge sul copyright". Gli avvocati di Napster hanno sottolineato tutti questi argomenti e altri, ma alla fine la sentenza del tribunale ha riscontrato che Napster era in violazione di quattro fattori di fair use. In primo luogo, il carattere e lo scopo sono stati giudicati ingiusti a causa del ripetuto download di file molte migliaia di volte, nonostante il fatto che non si siano verificate vendite. Inoltre sul sito sono stati in genere scaricati interi brani protetti da copyright, il che era più che sufficiente a violare l'importo consentito dal fair use. Alla fine, il tribunale ha stabilito che Napster potrebbe ridurre le vendite record dei brani scaricati, violando il quarto fattore di fair use<ref>{{Cita web|url=http://onlinelaw.wustl.edu/case-study-am-records-inc-v-napster-inc/|titolo=“Case Study: A&M Records, Inc. v. Napster, Inc.” Washington University in St. Louis School of Law. 28 August 2013 (Accessed 18 March 2014)}}</ref>.
=== Il caso YouTube ===
Molti dei filmati posti sul noto sito [[YouTube]] invocano il fair use per legittimare l'uso di [[canzone (musica)|brani]] coperti da copyright. Nelle stesse linee guida dettate da YouTube, dopo aver elencato i casi in cui si è di fronte ad una chiara violazione del copyright, sono indicati casi particolari nei quali si potrebbe legittimamente invocare il ''fair use'', ma viene lasciata la responsabilità della scelta all'utente
Il programma Content ID tuttavia permette ai titolari dei contenuti di verificarne l'effettivo rispetto del copyright<ref>{{Cita web|url = https://support.google.com/youtube/answer/2797370?hl=it|titolo = Funzionamento di Content ID - Guida di YouTube|accesso = 31 gennaio 2016|sito = support.google.com}}</ref>; d'altro canto YouTube permette anche agli autori al quale è stata notificata una rivendicazione di Content ID la contestazione della stessa, previa verifica della effettiva legittimità di utilizzo del contenuto rivendicato<ref>{{Cita web|url = http://www.hostingtalk.it/youtube-e-fair-use-la-via-d-uscita-per-il-copyright-esiste_-c000000j4/|titolo = YouTube e Fair Use, la via d'uscita per il copyright esiste|accesso = 31 gennaio 2016|sito = Hosting Talk|dataarchivio = 22 ottobre 2018|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181022121038/http://www.hostingtalk.it/youtube-e-fair-use-la-via-d-uscita-per-il-copyright-esiste_-c000000j4/|urlmorto = sì}}</ref>, in linea con la tutela del ''fair use'' sulla piattaforma<ref>{{Cita web|cognome = YouTube|url = https://www.youtube.com/yt/copyright/it/fair-use.html#yt-copyright-protection|titolo = Fair use - YouTube|accesso = 31 gennaio 2016}}</ref>.
Per le proprie linee guida, YouTube è stata oggetto di alcuni processi intentati da autori che reputavano violati i propri diritti d'autore<ref>{{Cita web|url=https://www.leagle.com/decision/infdco20170825i86|titolo=HOSSEINZADEH v. KLEIN {{!}} 276 F.Supp.3d 34 (2017... {{!}} 20170825i86{{!}} Leagle.com|autore=KATHERINE B. FORREST, District Judge|sito=Leagle|lingua=en|accesso=2019-07-21}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.telapost.com/sargon-akilah-motion/|titolo=Update In Sargon of Akkad v. Akilah Hughes Case: Arguments For Motion To Dismiss|autore=EricEric is a journalist, photographer, editor, occassianal contributor at Telapost.com|sito=telapost|data=2018-06-12|lingua=en|accesso=2019-07-21|dataarchivio=21 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190721175003/https://www.telapost.com/sargon-akilah-motion/|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Il caso The New York Times vs OpenAI ===
Nel dicembre 2023 il [[The New York Times]] ha intentato una causa nei confronti di [[OpenAI]] per l’utilizzo di articoli per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale.
In particolare, il Times ha lamentato una concorrenza sleale nei loro confronti. Di fatto sono stati utilizzati e riprodotti milioni di articoli per addestrare i modelli di intelligenza artificiale, oltre che per l’addestramento, anche gli output sembrano non rispettare le regole definite del [[Copyright]]. Infatti a volte sono copie quasi letterali o riassunti molto dettagliati di articoli giornalistici. Per il Times, OpenAI, sta essenzialmente costruendo un prodotto commerciale multimiliardario sfruttando gratuitamente il frutto dei milioni di dollari che le testate giornalistiche investono ogni anno in: reportage, corrispondenti, stipendi e costi di redazione.
OpenAI, invece, per la sua difesa ha citato alcuni articoli della sezione 17 (Copyright Law) del [[United States Code|U.S. Code]]. Come difesa principale l'associazione ha fatto riferimento alla disposizione legislativa del ''Fair Use'', secondo cui l’uso di contenuti protetti da diritti d’autore è consentito se pensato a scopo di insegnamento, critica o informazione.<ref>{{Cita web|url=https://fingfx.thomsonreuters.com/gfx/legaldocs/byvrkxbmgpe/OPENAI%20MICROSOFT%20NEW%20YORK%20TIMES%20mtd.pdf|titolo=New York Times OpenAI lawsuit}}</ref>
Essendo gli articoli di giornale sfruttati per l’addestramento, processo in cui una grande quantità di informazioni viene analizzata per addestrare un modello di intelligenza artificiale a comprendere meglio il linguaggio umano, per OpenAI questo uso è considerato corretto, in quanto trasformativo e non di mera riproduzione del contenuto.
Il processo è ancora in corso<ref>{{Cita web|url=https://deadline.com/2025/03/new-york-times-copyright-lawsuit-against-openai-can-proceed-1236351791/|titolo=Judge Allows New York Times Copyright Lawsuit Against OpenAI To Proceed In Key Ruling}}</ref>, con l’interpretazione e applicazione di questa disposizione legislativa la conclusione di questo caso rappresenterà un riferimento per dispute legali future nel contesto dell' IA generativa.
== Note ==
<references
== Voci correlate ==
Riga 76 ⟶ 99:
* [[Public Domain Enhancement Act]]
* [[Ipred2]]
== Collegamenti esterni ==▼
* {{en}} [http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A6-2007-0073+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT Relazione ed emendamenti Nuova direttiva Parlamento Europeo]▼
*{{en}} [http://www.lib.umn.edu/copyright/classguide.phtml Agreement on Guidelines for Classroom Copying in Not-For-Profit Educational Institutions with Respect to Books and Periodicals]▼
== Altri progetti ==
{{interprogetto/notizia|Dopo la stretta della SIAE, interrogazione parlamentare per introdurre il fair use in Italia|data=7 febbraio 2007}}
▲== Collegamenti esterni ==
{{portale|diritto|editoria|Stati Uniti d'America|Web}}▼
*{{cita web|1=http://www.lib.umn.edu/copyright/fairuse.phtml|2=Fair use, Università del Minnesota|lingua=en|accesso=18 giugno 2007|dataarchivio=2 giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080602131823/http://www.lib.umn.edu/copyright/fairuse.phtml|urlmorto=sì}}
*{{cita web|1=http://www.copyright.iupui.edu/fairuse.htm|2=Fair use, Università dell'Indiana|lingua=en|accesso=1º giugno 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070602122028/http://www.copyright.iupui.edu/fairuse.htm|dataarchivio=2 giugno 2007|urlmorto=sì}}
*{{cita web|1=http://fairuse.stanford.edu/index.html|2=Fair use, Università di Stanford|lingua=en|accesso=15 giugno 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070609140918/http://fairuse.stanford.edu/index.html|dataarchivio=9 giugno 2007|urlmorto=sì}}
▲* {{
▲*{{
* {{cita web | 1 = http://www.sba.unifi.it/biblio/pin/fair_use.htm | 2 = Biblioteca polo universitario di Prato | accesso = 18 giugno 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060506095226/http://www.sba.unifi.it/biblio/pin/fair_use.htm | dataarchivio = 6 maggio 2006 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2018418&pall=1|titolo=Iniziative di Punto informatico per il fair use in Italia|accesso=18 giugno 2007|dataarchivio=11 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071011110021/http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2018418&pall=1|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = https://www.ccianet.org/artmanager/publish/news/FTC_copyright_complaint.shtml | 2 = Computer & Communication Industry Association CCIA | accesso = 9 settembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070914180820/http://www.ccianet.org/artmanager/publish/news/FTC_copyright_complaint.shtml | dataarchivio = 14 settembre 2007 | urlmorto = sì }}
{{proprietà intellettuale}}
[[Categoria:File sharing]]
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